Volevo sapere se tornare indietro alla posizione iniziale costantinopolitana creerebbe problemi di sorta alla chiesa cattolica
Nella II sessione del Vaticano I, 6 gennaio 1870, Pio IX ripete il credo con filioque e aggiunge:
Io, Pio, prometto solennemente e giuro di ritenere fermissimamente, con l’aiuto di Dio, questa vera fede cattolica, - fuori della quale nessuno potrà esser salvo, ...
E al termine dell'ultima sessione il celeberrimo:
Noi, quindi, aderendo fedelmente ad una tradizione accolta fin dall’inizio della fede cristiana, a gloria di Dio, nostro salvatore, per l’esaltazione della religione cattolica e la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del santo concilio, insegniamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il Romano pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica definisce che una dottrina riguardante la fede o i costumi dev’essere ritenuta da tutta la chiesa, per quell’assistenza divina che gli è stata promessa nel beato Pietro, gode di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotata la sua chiesa, allorché definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi. Quindi queste definizioni sono irreformabili per virtù propria, e non per il consenso della chiesa.
Se poi qualcuno - Dio non voglia! - osasse contraddire questa nostra definizione: sia anatema.
Con queste premesse, se si ammettesse l'errore cadrebbe tutta l'impalcatura dell'infallibilità (quella di un concilio non è meno di quella del papa di Roma), è per questo che sono secoli che cercano modi sempre nuovi per fare apparire il filioque come qualcosa di ortodosso.
Sono incarcerati dal loro stesso giuridismo.
[Modificato da Teodoro Studita 05/05/2009 12:03]