Per Mario70
“Fino ad ora l'unico intervento che perosnlamente reputo interessante è questo, mentre gli altri hanno cercato di scusare la posizione cattolica (comprensibilmente...)”
Mi sfugge perché il tentativo di scusare la posizione cattolica renderebbe automaticamente un intervento non interessante. E poi, tra parentesi, io non ho cercato di scusare un bel nulla, perché non credo ci sia niente da scusare.
“Rompere il delicato equilibrio raggiunto con i primi concili porta solo a divisione.”
Lo scisma non è avvenuto per colpa del Filioque, che infatti girava da secoli, bensì per motivazioni politiche che, in seguito, hanno usato il Filioque come scusa. Inoltre la Chiesa non ha l’idea della fissità delle formulazione, bensì dello Spirito Santo che la guida all’esplicitazione dei suoi contenuti di fede. Esattamente come il Concilio di Costantinopoli ha implementato il simbolo niceno, nulla esclude che altri Concili implementino il simbolo attuale, e così è stato infatti al Concilio Ecumenico di Firenze dove i delegati ortodossi riconobbero l’ortodossia della formula. Se qualcuno mi spiega in base a che cose questo Concilio non sarebbe ecumenico allora potremo riparlarne.
“E' inutile che poly dica di rimanere uniti quando sa benissimo che la professione di fede più antica è quella ortodossa, dalla quale la chiesa occidentale deve gran parte della propria cultura e teologia.”
Quanto all’antichità è irrilevante, perché come già detto esistono simboli anche più antichi del Credo niceno-costantinopolitano, ad esempio il cosiddetto Simbolo degli Apostoli, ma nessuno di sogna di dire che perché è più antico è migliore. Come già detto la Chiesa, d’Oriente e d’Occidente, grazie ai frutti dello Spirito Santo, approfondisce sempre di più, ed ha approfondito sempre di più, la propria fede. Inoltre mettersi a discutere di che cosa sia orientale e di che cosa sia occidentale è un discorso alquanto pericoloso. Si suppone che la base di tutto sia semitica, cioè la fede apostolica, che ha avuto una dislocazione nell’impero grazie ai viaggi degli apostoli. Roma è stata la testa di ponte in Occidente di un cristianesimo che, per motivi di origine geografica, ha avuto il suo fulcro nel Vicino Oriente e dintorni. Questo non vuol minimamente dire che la teologia di Roma sia più arretrata, semmai che è stata meno innovativa. E infatti Roma è sempre stata nel I millennio il riferimenti da consultare per conoscer l’ortodossia proprio perché quella che per alcuni sarebbe “arretratezza” in realtà è stata solo miglior conservazione del depositum fidei, senza che in area romana ci fosse anche solo un decimo dell’esplosione di eresie che c’è stato in Oriente. Questo è un merito di Roma, e, stranamente, un demerito della filosofia greca. Proprio perché l’Oriente era pieno di quelli che oggi chiameremmo “intellettuali”, le possibilità statistiche di deviazioni dall’ortodossia dettate dal maggior numero di “filosofi” al lavoro erano maggiori che in Occidente. E’ per questo che Roma nei primi secoli era ed è stata, in virtù del depositum fidei dei due principi degli apostoli, un punto di riferimento da consultare in caso di bega. Ancora al tempo del Concilio di Calcedonia si mandarono i canoni del Concilio al papa con la supplica che li approvasse, perché i suoi delegati s’erano giustamente rifiutati di “siglare” il cosiddetto can. 28, tanto per fare un esempio.
“I latini erano bravi legislatori, ma per quanto riguarda la scienza letteraria, erano anni luce indietro rispetto alla cultura greca, non avevano neanche le parole per descrivere certe espressioni che riguardavano la deità,”
Questo non è vero, a che espressioni ti riferisci nello specifico?. Il latino grazie alla recezione della filosofia nella tarda Repubblica e nel primo impero aveva sviluppato tutto un lessico filosofico per permettere la traduzione delle opere greche. Cicerone poteva tradurre il Timeo di Platone, e secondo te non si potevano tradurre concetti come “ipostasi” e “ousia”? Queste parole avevano da secoli dei corrispettivi in latino, c’è semplicemente trattato nel corso dei secoli di decidersi su cosa fosse il corrispondente di qualcos’altro, perché le traduzione potevano creare malintesi. Prima ho citato proprio Girolamo che, scambiando “hypostasis” per “sostanza” nel senso di “ousia” si chiedeva perché mai dovesse confessare che esistevano tre sostanze, quando invece hypostasis nel lessico dei suoi interlocutori greci non era più usato nel senso di “ousia” ma nel senso di “persona” (e Girolamo infatti mette ben a fuoco l’equivoco).
[Modificato da Polymetis 30/04/2009 18:33]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)