Teodoro Studita ha scritto:
Il fatto che il purgatorio si appoggi ad una antropologia di stampo agostiniano (deviato, a mio avviso) penso sia fuori discussione. Da ciò deriva che può esistere peccato originale senza purgatorio, ma più difficilmente purgatorio senza peccato originale, ed è precisamente questo il punto.
Io, invece, sono persuaso del contrario, vale a dire che è possibile sostenere la dottrina della necessità della purificazione per le anime dei gusti morti senza aver potuto rimediare alle proprie colpe anche senza dover al contempo ammettere la dottrina del peccato originale. Anche qualora gli uomini nascessero completamente liberi da ogni inclinazione al bene o al male, comunque dovrebbero pagare per i propri peccati. Se arrivo al cospetto di Dio pentito per i peccati da me commessi in vita e a lui riconciliato, ma senza aver potuto rimediare adeguatamente al male fatto, io dovrò purgarmi dal medesimo sia che sia nato con una inclinazione al male sia che sia che sia nato in uno stato di assoluta innocenza.
È proprio questo che per me è aria fritta. Allora, la tua idea è che poiché Dio è amore, crea un uomo originariamente incline al bene, però questo è un processo pre-storico, perché di fatto il primo uomo storico contrae questo virus che inclina la sua natura al male e lo trasmette a tutta l'umanità che sarebbe di per sé del tutto incolpevole.
Allora, idea di base è l'uomo sia naturalmente portato alla sovra-natura, che consistendo la piena realizzazione della natura umana in qualcosa che necessariamente ne supera le potenzialità, Dio abbia creato l'uomo dotato della grazia sovrannaturale necessaria per giungere alla sua piena realizzazione. Altrimenti è un po' come se Dio avesse creato l'uomo dotato degli occhi, ma poi non avesse acceso la luce per farli funzionare. Perdonami, ma io, un Dio così non lo vedo molto buono e saggio.
Altra idea di base è che l'uomo non è un'isola e che ciò che un uomo fa, in bene o in male, non si ripercuote solo su di lui, ma su tutta la comunità a cui appartiene e, per esteso, su tutta l'umanità. Del resto, vediamo tutti i giorni come le nostre azioni, nel bene e nel male, non riguardino solo noi, ma si riflettano immancabilmente su quanti ci circondano e mi sembra che sia stato sufficientemente chiarito come il peccato originale non debba essere inteso come una colpa personale, ma come un peccato in senso analogico (dove il peccato personale è il primo analogato).
Stanti queste premesse, la Rivelazione ci dice che sin dalla sua comparsa su questa terra l'uomo ha abusato della sua libertà, perdendo lo stato di giustizia originaria e quella grazia che rendeva possibile alla sua volontà di indirizzarsi a Dio. Grazie al sacrificio di Cristo tutti noi possiamo riacquistare la grazia (che ci viene offerta gratuitamente), ma, data la nostra condizione decaduta, questa trova nella nostra congenita inclinazione al male molte difficoltà a fruttificare in noi. Da qui la così copiosa presenza sul nostro pianeta di “buoni ladroni” e la scarsità dei San Francesco d'Assisi. Rifiutare questa lettura della realtà significa, a mio modestissimo avviso, cadere in una forma di cripto-pelagianesimo. Se, infatti, nonostante la grazia di Dio, noi facciamo così fatica a perseverare nella medesima e questo non dipende da una nostra congenita inclinazione al male (che limita, per molti versi, le possibilità della nostra libertà), questo significa che la grazia non ha nessuna influenza nel migliorarci e che, in ultima analisi, la nostra salvezza o la nostra perdizione dipendono praticamente solo da noi.
Intanto, tu stai introducendo una categoria che nel vangelo non esiste. Oppure fammi vedere dove si parlarebbe di qualcosa di diverso dai santi o dai beati.
“Mt 20,6-7 Uscito poi verso l'ora undicesima trovò altri che stavano e disse a loro: "perché state qui inoperosi l'intero giorno?" Dissero a lui: "perché nessuno ci ha preso a giornata". Disse a loro: "andate anche voi alla vigna" .”
A me sembra che qui il concetto sia chiaro. Perché gli operai non hanno lavorato nelle ore precedenti? Perché nessuno li aveva chiamati a lavorare. Non è colpa loro se non hanno lavorato tutta la giornata. Gli operai hanno lavorato tutto il tempo in cui sono stati chiamati a lavorare ed hanno quindi diritto alla stessa ricompensa degli operai che hanno lavorato tutto il giorno, perché questi, per tutto il giorno furono chiamati a lavorare. Ma che dire di quegli operai che chiamati a lavorare tutto il giorno non abbiano fatto nulla per la quasi totalità del tempo e, pentitisi all'ultimo minuto, si siano messi sotto di buona lena per guadagnarsi la paga? Cosa si succederà a questi operai al cospetto del padrone della vigna quando andranno a riscuotere la loro paga? Certo proveranno un po' di vergogna, credo, ed arrossiranno di fronte al padrone della vigna e, forse, le loro mani esiteranno un poco a ritirare la paga, che il buon padrone, visto il loro sincero pentimento, non esiterà però a dargli, rincuorandoli.
Ed ecco la dottrina del purgatorio così come le definizioni dogmatiche relative al medesimo ci autorizzano a pensarlo, nulla di più nulla di meno. Sullo sfondo di una tale concezione diventa altresì comprensibile l'arduo passo paolino di 1 Cor 3,12-15, come del resto pensarono molti autorevoli Padri della Chiesa, come Agostino, Cipriano, Ambrogio, Girolamo e Gregorio Magno.
Tutti sono immediatamente beati o immediatamente dannati, a meno che anche tu come i tdg voglia sopprimere "oggi" da Lc 23,43. Se la condizione di beatitudine è immediata per uno che di mestiere faceva il bandito, suppongo che nessuno pensasse ad un purgatorio necessario per "recuperare il lavoro arretrato".
La vicenda del “buon ladrone” non fa problema relativamente alla dottrina del purgatorio, perché questa, così come è stata definita dalla Chiesa, implica che un perfetto atto di contrizione (come quello che sulla croce, anche in relazione alla sofferenza terrena in espiazione per i suoi peccati, fece il buon ladrone) elimina il debito della pena che eventualmente si dovrebbe scontare in purgatorio. Il buon ladrone stava già pagando sulla croce per i suoi peccati e, al cospetto del Cristo crocifisso, riconobbe le proprie colpe, riconoscendo che stava pagando per quelle, e si appellò alla misericordia del Salvatore.
- Perché mai Dio dovrebbe crearmi (tralasciando le ipotesi sulla preistoria di un uomo perfetto mai esistito) de facto incline al male per poi aiutarmi con la grazia a superare questa inclinazione?
Non è questo quello che dice la dottrina cattolica, assolutamente. Dio ha creato l'uomo dotato della grazia è l'uomo che storicamente la ha perduta. Quello che ti domando io, invece, è: è davvero giusto un Dio che crea l'uomo come orientato a sé, ma privo dei mezzi per raggiungerlo e glieli offre solo in un secondo tempo? E se Dio offre a tutti gli uomini i mezzi per indirizzarsi a sé e questi non trovano nell'uomo un qualche ostacolo per fruttificare, perché c'è tanto male nel mondo?
- Perché mai Dio dovrebbe effondere grazia in misura randomica sull'umanità?
Anche qui, la dottrina cattolica dice il contrario, vale a dire che Dio, a prescindere dalle condizioni storico-sociali in cui uno nasce, dà a tutti sufficiente luce per potersi guadagnare la salvezza. Ed ecco che ritorna la parabola dei lavoratori nella vigna. Alcuni sono chiamati a lavorare nella medesima tutto il giorno (alcuni, cioè, sono chiamati alla sequela esplicita di Cristo), altri, invece, sono chiamati a lavorarci solo un'ora (altri, invece, non avranno mai modo di conoscere il Vangelo ed impegnarsi nell'esplicita sequela di Cristo e, pertanto, saranno giudicati in base all'amore che avranno mostrato per la verità che avranno conosciuto e per l'impegno profuso, con l'aiuto della grazia extra-sacramentale, per perseguire la rettitudine così come gli è stato dato di conoscerla).
- Siamo sicuri, ad esempio, che il battesimo abbia un'efficacia nell'eliminare questa inclinazione al male? Ad esempio vi sembra che uno nato TdG (o un Magdi Allam) sia necessariamente più "cattivo" di un Pacciani, di uno Stasi o di un Olindo (tutti battezzati)?
Il battesimo è solo l'inizio della vita cristiana e, soprattutto per i battezzati adulti, la grazia battesimale viene preceduta dalla grazia preveniente che spinge il cuore del singolo alla conversione a Dio. Poi sta a noi fare liberamente in modo che questo seme di grazia piantato nel nostro cuore possa germogliare e fruttificare, aiutandoci superare la nostra congenita inclinazione verso il male.
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)