00 14/04/2009 13:03
Re:

non c'è nulla di male nell'usare le categorie giuridiche per leggere il Vangelo



A me sembra che se c'è una cosa che è totalmente assente dal vengelo è proprio il giuridismo e specialmente ogni forma di meccanicismo nel rapporto di salvezza tra Dio e l'uomo. Parabole come i lavoratori dell'ultim'ora o il buon ladrone mi sembra che stiano lì proprio a dimostrare che i criteri (giuridici e retributivi) che abitualmente utilizziamo, per Dio semplicemente saltano, e con essi tutti i determinismo meccanici del purgatorio, della gerarchizzazione dei peccati, delle indulgenze.


Dio ha creato l'uomo perché questo trovi in Lui il proprio fine ultimo. Ora, l'uomo non può raggiungere Dio con le sue sole forze naturali, né indirizzare a Lui la sua volontà senza che la grazia di Dio lo perfezioni. Ergo, Dio, volendo il bene dell'uomo, lo deve aver creato dotato di quella grazia in grado di orientare la sua volontà all'ultimo fine, altrimenti sarebbe (come dicevo) un po' come se Dio avesse dato agli uomini gli occhi, ma poi non avesse acceso la luce per farli funzionare, condannandoli comunque alla cecità. Quindi, se l'uomo oggi nasce privo della grazia di Dio ed ha bisogno di accettare il dono gratuito che Egli gliene fa, questo non può dipendere da Dio, ma dall'uomo.



Sono d'accordo, non vedo però come possa portare acqua al purgatorio o al peccato originale.


Se l'uomo ha così tanta difficoltà a perseguire il bene, questo a cosa è dovuto? Dalla sua limitatezza? No, perché non sarebbe logico che Dio avesse creato l'uomo senza dotarlo anche di tutti i mezzi perché questi potesse raggiungere il bene che gli è proprio con la massima facilità possibile.



E invece si. Se l'uomo non avesse una "limitatezza", sarebbe Dio, non uomo. È proprio il suo essere in divenire che gli consente di orientarsi in libertà. Se non avessimo l'opzione (non l'inclinazione) al male, quale scelta potremmo fare? Inoltre il male anche nel mythologoumenon di genesi 3 è un fattore esterno (il serpente), non è innato all'uomo. È in base a questi due elementi (opzione al male e fattori esterni) che San Paolo può affermare che fà ciò che non vuole, usando tutti gli stilemi e le coloriture espressive della retorica rabbinica a lui contemporanea. Mi sembra piuttosto che se ci fermiamo alla dura lettera esiste un qualche rischio di prendere fischi per fiaschi. E dunque questa schiavitù di cui parla Paolo non è necessariamente un fattore innato dell'uomo, ma semmai l'esito di un fattore ambientale (satana?) sulla naturale (stavolta si) opzione al bene o al male che contraddistingue l'uomo in quanto tale.


“Cosa si succederà a questi operai al cospetto del padrone della vigna quando andranno a riscuotere la loro paga? Certo proveranno un po' di vergogna, credo, ed arrossiranno di fronte al padrone della vigna e, forse, le loro mani esiteranno un poco a ritirare la paga, che il buon padrone, visto il loro sincero pentimento, non esiterà però a dargli, rincuorandoli.”



Io eviterei il Vangelo secondo Trianello, già abbiamo difficoltà a capire ciò che c'è scritto, figuriamoci quello che NON c'è scritto.


non si spiega il motivo per cui il mondo sia pieno di “buoni ladroni” e non conti che un pugno di San Francesco d'Assisi



Non vedo il peso dell'evidenza in questa tua affermazione. Di certo il male si fa notare più del bene, ma dovresti dimostrarmi che mettendo tutto il male e il bene del mondo su due piatti di una bilancia virtuale questi si inclinerebbero verso il male. Per me -che non vengo dalla retorica geovista sul male come pedana di lancio per il paradiso del broccolo perpetuo- questo discorso non vuol dire nulla.
Rifletti anche su un altro aspetto: Con un terzo della popolazione mondiale nominalmente cristiana e tutta l'umanità naturalmente incline al male stando alle tue categorie giuridiche la salvezza arriverebbe nella migliore delle ipotesi ad una ristrettissima minoranza di persone. Quello che ne esce è un Dio perdente, che crea un uomo sapendo già in anticipo che sarà perlopiù condannato alla perdizione eterna. Qualcosa in questo ragionamento forse non va.

Quanto all'eresia del povero monaco britannico, non penso che la cosa mi riguardi. La grazia (intendo qui l'evento incarnazione-redenzione) è necessaria alla salvezza sia per il suo altissimo potere iconico (di mostrare, cioè, all'uomo in Cristo l'archetipo di ogni perfezione), sia per la conseguente effusione dell Spirito che vive e opera nel tempo della Chiesa e che costituisce l'attualità ed il perfezionamento di questo percorso di salvezza. Il battesimo sancisce l'accettazione di questa grazia attraverso l'effusione dello Spirito, e l'uomo reso così "tempio dello Spirito" è guidato giorno dopo giorno sulla via della santità. Il purgatorio e le indulgenze non sono necessari, quanto piuttosto dannosi, come ogni superfetazione extra-tradizionale, a questa soteriologia.

Cordialità,


[Modificato da Teodoro Studita 14/04/2009 13:07]