Bibbia
«Spesso la Bibbia viene definita Parola di Dio. Si è mai chiesto perché un libro scritto da uomini si può correttamente chiamare Parola di Dio?»
R - Altroché se me lo sono chiesto, e ho trovato la risposta! Che però non è quella che esibite voi, mentendo. Non se la prenda se sono schietto, fratello, ma voi pretendete di ricavare la dimostrazione che la Bibbia è Parola di Dio tramite una citazione contenuta nella stessa Bibbia. Questo in filosofia si chiama "petitio principii", uno sgambetto logico che pretende di appoggiare un atto di fede tramite il ricorso ad un altro atto di fede. E' il "perché sì" che si dice ai bambini!
Per giunta quelle citazioni che credete probanti "tutta la scrittura è utile... chi ha scritto ha scritto sotto la mozione divina... al pari di tutte le Scritture..." non fanno riferimento alla Bibbia volume che abbiamo tra le mani ma solo a una parte di essa; cioè a quella parte che quando Pietro disse “ogni Scrittura è ispirata e utile” era conosciuta come Scrittura. Quella dichiarazione non si riferiva a tutti i “libri” (rotoli di papiri e codici) di Scritture greche-cristiane che furono uniti alla Bibbia ebraica secoli dopo. Sì perché la verità è che la Bibbia come ora l’abbiamo, cioè in un solo volume e comprendente Vecchio e Nuovo testamento, è – me lo insegnate – una bibliotechina di “libri” il cui elenco canonico è stato stabilito verso il 400 DC e ad opera della Chiesa Cattolica che li ha ritenuti ispirati! Così che
noi sappiamo che quegli scritti sono Parola di Dio grazie a questo parere espresso allora dalla Chiesa Cattolica e non da altri motivi. Allo stesso modo cioè che gli Ebrei antichi sapevano che il VT era ispirato solo perché quello è stato il parere espresso dalla loro Sinagoga prima che venisse Gesù. Parere che, come sappiamo, ha espunto dall’elenco, come non ispirati, tanti altri scritti che aspiravano ad esservi compresi e che poi furono chiamati apocrifi.
Il testo continua dicendo:
«[Lasciate rispondere poi leggete 2 Pietro 1:21 e il paragrafo 5 alle pagine 19-20]. In questa pubblicazione troverà la risposta che la Bibbia dà a queste domande” Fate vedere le domande a pag. 6.» Ma il nostro padrone di casa, non va a leggere nulla, perché è ben preinformato e continua dicendo:
R- Il testo della 2 Pietro, come ho detto ma converrà ribadirlo perché vi entri in testa, non risolve il problema. E poi nessun libro al mondo può autodichiarare di essere parola di Dio. Nessuno può testimoniare per se stesso, né persona né libro (che tra l'altro è scritto sempre da un certo autore umano, e lo si vede dallo stile, dal vocabolario usato, dalle conoscenze umane che mostra di avere, comprese quelle sbagliate). Staremmo freschi! basterebbe che chi fa un qualunque libro ci scrivesse dentro questa dichiarazione per far sì che automaticamente questo sia prova che il contenuto del libro è Parola di Dio?
E neanche l’esempio dell’uomo d’affari che fa scrivere una lettera alla segretaria (che vediamo anche in "Potete" pag. 49) è probante. Sia perché appunto dicendo
“Degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo” non si indica quali furono detti uomini, ovvero di quali libri si sta parlando (non dimentichiamo che, a quel tempo, i libri che poi sarebbero confluiti nella Bibbia erano ancora sparsi ognuno per conto suo); sia perché l’ispirazione non funziona come il dettare una lettera alla segretaria. Se fosse così bisognerebbe incolpare Dio di tutte le inesattezze storiche e scientifiche che la Bibbia contiene.
E poi le domande a pagina 6 sono solo alcune di quelle a cui la Bibbia dà realmente risposta. Ma non la dà nel modo che la Società Torre di Guardia ci legge.
Una per tutte: si chiede
“Cosa accade quando si muore?” e il libretto spiega che si finisce nel nulla e che la “comune tomba del genere umano” sarebbe nient’altro che la memoria di Geova. Ma questo non è vero perché la Bibbia parla di persone morte che sono ancora vive (Abramo, Mosé, Elia…) e insegna che “si muore una volta sola dopodiché c’è il giudizio”. Senza contare che se Geova, in quella che impropriamente chiamate “risurrezione” riproduce una persona che lui ha memorizzato, questo tale non è lo stesso individuo storico che è stato precedentemente nullificato. Sarà una nuova creatura, copia somigliante all’originale ma non lo stesso originale di cui non è rimasto più nulla. A chiamarla con il suo nome questa è ri-creazione di copia conforme e non di risurrezione.
Il testo seguita dicendo:
«Oggigiorno le persone hanno accesso a un’enorme quantità di informazioni. Ma dove pensa che si possano trovare saggi consigli in grado di aiutarci a essere felici e ad avere successo nella vita?»
R- Saggi consigli? Boh! Ce n’è dappertutto. Mica solo nella Bibbia! Se vuole le posso indicare vari titoli di libri che sprizzano saggezza da tutti i pori e proprio finalizzati al nostro “essere felici”. Quanto allo “avere successo nella vita” distinguerei: se parlate di successo terreno, allora voi siete agenti commerciali, perché Gesù non ha promesso questo ai suoi seguaci ma ha garantito la persecuzione e l’apparente insuccesso della croce. Se invece alludete al successo di una vita riuscita secondo il progetto voluto da Dio, allora la strada migliore è quella di attingere dalla rivelazione di Dio che è stata trasmessa dalla Sacra Tradizione e dalla Bibbia ed è custodita e interpretata in maniera veridica dal Magistero della Chiesa. Il quale, come sapete bene, ha una veduta delle cose molto diversa dalla vostra; come ho già detto rispetto a ciò che succede dopo la morte.
Ancora, vi si legge:
«Lasciate rispondere poi leggete 2 Timoteo 3:16, 17 e il paragrafo 12 a pagina 22]. Questa pubblicazione spiega come possiamo vivere in un modo che sia gradito a Dio e che sia di beneficio per noi”. Mostrate il prospetto e la figura alle pagine 122-3.» Ma il “pesce” previene dicendo:
R- So benissimo cosa c’è scritto in 2 Timoteo “Tutta la Scrittura è utile per insegnare, correggere ecc…” e a pagina 22 c’è Isaia che ci ricorda che Dio ci fa da insegnante. Ma chi lo nega? Io nego che solo nella Bibbia vi sia saggezza e soprattutto che, relativamente alla saggezza e verità che la Bibbia ci trasmette, sia saggio leggerla e capirla al modo con cui la legge e la capisce (o fa finta di capirla) il vostro Corpo Direttivo.
L’elenco a pag. 22 delle cose che Geova odia è in parte condivisibile perché proibisce l’immoralità sessuale, lo spiritismo, l’idolatria, il furto, la menzogna eccetera… Ma il punto è nel modo con cui la WT illustra queste cose. Per esempio se definisce idolatria la venerazione per le immagini, sta fuori fase perché venerare una cosa o una persona non è lo stesso che “adorarla”; e se la Bibbia dice che di Dio non si deve fare alcuna immagine, la WT ci deve spiegare perché mai a pag. 75 di
“Rivelazione il suo grandioso culmine è vicino!” lei si è permessa di fare un’immagine di Geova in trono. Se tra le cose da evitare viene citato “l’uso errato del sangue” dovreste spiegarci da quando in qua donare il proprio sangue per salvare un essere umano sarebbe un uso errato. E perché mai, se è davvero la Bibbia a dare questo divieto, per la bellezza di più di 50 anni di insegnamento, nessun Unto di quelli rimanenti ha mai scorto tale divieto nella Bibbia, così che la trasfusione era praticata normalmente non solo da TG altre pecore ma perfino da cristiani Unti.
(seguita)
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est modus in rebus