Teodoro Studita, 02/06/2009 12.17:
Grazie per le segnalazioni, è molto vero ciò che dice poly, mi è bastato lasciare i due logici lavorare da soli per una giornata e subito erano arrivati a essere di-teisti, per il semplice motivo che tra le premesse mi ero dimenticato di precisare che il Figlio è l'unico ad essere generato e lo Spirito l'unico che procede. Ora il problema è entrato nell'analisi "modale" (non chiedetemi di più perché faccio una fatica cane a stargli dietro), ma mi sembra di capire che stiano parlando di "mondi possibili". È tutto in divenire, abbiamo già scritto una decina di pagine ma c'è molto da fare. Certo, è molto affascinante e per capirci qualcosa temo sarò costretto a comprare il manuale di Quine (che ho solo spiluccato da questo amico)... che macello.
A presto,
Quine ha scritto due manuali di logica, uno semplice ed uno più complicato (io li ho entrambi: il primo è troppo elementare, il secondo un po’ troppo avanzato per poterci iniziare a studiare logica). Come primissima introduzione alla logica formale, però, ti consiglio il manualetto di Berto, “Logica da zero a Godel”, appena riedito da Laterza in edizione economica, oppure il “Corso di logica” di D. Palladino edito da Carocci.
Spero comunque che, visto che si tratta di criticare la posizione tomista, i due logici in oggetto abbiano dato una sbirciata al manuale da me segnalato (dove questa viene egregiamente spiegata in termini metafisici molto precisi) ed abbiano ben presente il fatto che la logica a cui si riferisce Tommaso è di tipo intensionale e non estensionale (da qui l’accusa fatta da Plantiga verso la teologia trinitaria tomista di essere un cripto-modalismo), nonché del fatto che Tommaso (alla luce del concetto di analogia) non vuole dirci come è fatto Dio (il ché è semplicemente impossibile), ma solo renderci in qualche modo intellegibile l’idea che in Dio (nella sua assoluta semplicità) possano sussistere tre persone distinte, ricorrendo al concetto di relazione sussistente, solo analogo al concetto accidentale di relazione che noi possiamo estrapolare dalla nostra conoscenza degli enti creati (tanto distante da questo da apparirci come paradossale).
Comunque, non vedo l’ora di leggere il risultato delle vostre fatiche e (dato che in logica io sono solo un dilettante, per cui potrei non essere in grado di valutarlo correttamente) di girarlo ad uno o più dei logici tomisti da me citati.
[Modificato da Trianello 03/06/2009 01:24]
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)