Naturalmente in un argomento così alto come questo che riguarda l'intimità di Dio, la virtù prevalente in chi parla non può essere che l'umiltà, seguita dalla prudenza.
Credo che innanzitutto occorra un profondo rispetto perciò per il cammino millenario del pensiero cristiano sull'argomento e non si pretenda di poterlo esaurire in questa occasione.
Ho trovato ancora un contributo, di padre Tomas Tyn, un domenicano di origine ceca, che mi è sembrato particolarmente ben impostato:
La teologia si occupa quindi prima di tutto della Trinità delle divine Persone - Gesù Signore ci manifestò la realtà della Sua divinità, ma anche la Sua distinzione dal Padre e dallo Spirito Santo. Tutti e tre sono Dio, ma un unico Dio, non tre dei - ecco quale abisso insondabile della Divinità, fondandosi sulla lapidaria formulazione del Simbolo detto "atanasiano", deve cercare di spiegare (non di dimostrare!) la sacra scienza. Ora, l'Essere infinito e sussistente come tale, che è Dio, non tollera né distinzioni né aggiunte. Com'è possibile allora che vi siano tre Persone o Ipostasi in un'unica Sostanza? Ebbene, ciò sarà reso plausibile in base alle relazioni di origine che si stabiliscono tra i termini delle processioni vitali in Dio che è il Vivente per eccellenza. La vita spirituale comporta intelligenza e volontà dimodoché le due processioni costituiranno quattro termini: il Padre (origine) genera il Verbo (originato) e il Padre nell'unità del Verbo (origine) emana quell'Amore che si dice Spirito Santo (originato). Come si vede, l'origine della processione dello Spirito Santo non costituisce una Persona distinta perché accomuna in sé il Padre e il Verbo.
Vi sono dunque tre relazioni proprie alle Persone e quindi costitutive di esse - la generazione attiva che conviene al Padre generante e quella passiva che è del Figlio generato e poi la processione passiva dell'Amore divino increato che termina alla persona dello Spirito Santo procedente. Le tre Persone saranno dunque distinguibili secondo una distinzione che non compromette l'unità dell'essere, quella cioè della semplice relazione, deriveranno l'una dall'altra secondo processioni che, essendo non-causali, non potranno intaccare la consustanzialità divina che richiede per ogni Persona la pienezza dell'Essere increato e infine la loro molteplicità relativa non toglierà di mezzo l'unità sostanziale dell'Essere divino impartecipato e quindi attualmente infinito, perché, dato che in Dio non esiste distinzione di sostanza e di accidente, le relazioni in questione, per quanto caratterizzate dall'opposizione-distinzione dei loro termini, coincideranno nel loro stesso sussistere con l'unica Sostanza divina. Quest'ultima osservazione è assai importante - infatti la relazione ha un duplice essere: uno rivolto all'altro (la figliolanza relativa ai genitori). Nel loro "essere rivolte verso l'altro" le Persone-relazioni divine si distinguono realmente, nel loro "essere nel soggetto" esse non sono nel soggetto, ma sono il Soggetto ossia l'unica infinita divina Sostanza che nel contempo è anche essenza ed Essere. Le tre divine Persone sono infinitenell'unica infinita divina Sostanza.
Sandro
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Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)