domingo7, 23/05/2009 8.37:
Ricorrendo all'analogia psicologica: lo Spirito è l'amore personale che c'è tra il Padre ed il Figlio. Dio come conoscente (Padre), Dio come conosciuto (Figlio), Dio come voluto (Spirito santo), Dio che, in quanto conoscente, si conosce e si vuole così come è.
Mi sembra un concetto giusto e santo
Però mi chiedevo su chi o su cosa spira lo Spirito Santo, dopo essere proceduto dal Padre (l'arché, il principio, il conoscente, il generante, l'ingenito) ed essere stato donato al Figlio (il generato, il conosciuto, l'amato, il prediletto)?
a) spira per creare tutte le cose visibili ed invisibili .....ma allora ...non siamo già in fase economica di missione?
b) spira sulle acque, sugli angeli, sui puri spiriti e sulle creature .....ma allora ...non siamo chiaramente in fase economica di missione?
c) spira sul nulla, ma allora......cosa spira a fare? non c'è niente e nessuno da amare e lo Spirito è Spirito d'amore.... lo Spirito è l'amore personale che c'è tra il Padre ed il Figlio
d) ri-spira (a guisa di feed-back) dal Figlio al Padre....ma qui non siamo più nella processione
dal Padre e dal Figlio...quanto piuttosto nei rapporti tra Padre e Figlio.....
Ho l'impressione che se fossero vere le prime due ipotesi, le divergenze tra ortodossi e cattolici sarebbero solo apparenti.....ma non ho argomenti forti per sostenere questa ipotesi.....
enrico
Il problema purtroppo non è questo.
Sappiamo infatti che quando esso viene effuso ci troviamo in economia perchè l'ente che riceve l'effusione è altro rispetto a Dio e tutto ciò che è altro rispetto a Dio è creato.
Il problema sul quale si discute è solo la processione
fontale dello spirito (per i greci causale, ma come abbiamo visto il termine non piace ai tomisti
) si parla quindi di processione eterna.
Per i cattolici questa processione è dal padre e dal padre e dal figlio come un solo principio.
Trianello e la scuola alla quale appartiene suggeriscono che se il figlio non avesse la mediazione, lo spirito non esisterebbe in quanto non si potrebbe distinguere da lui.
Mi chiedo perchè proprio il figlio debba avere questa peculiarità e non lo spirito, perchè non è la generazione del figlio ad aver bisogno di un tramite (lo spirito quindi)?
Ancora non ho compreso bene il fatto, sarò de coccio e mi mancheranno le lauree appropriate, ma se guardo il tutto dal punto di vista fontale non vedo il problema, ma questo è un mio limite.
Ora mi chiedo:
Se per distinguersi lo spirito ha bisogno di un mediatore tra se stesso e il padre, perchè non potrebbe averlo il figlio?
In base alla teologia ortodossa vedo una causa e due causati con una dipendenza logica ovvia rispetto ala causa
e una parità assoluta tra i due causati.
Mettendoci la mediazione del figlio rispetto allo spirito viene a crearsi una ulteriore dipendenza logica dello spirito rispetto al figlio, per ovviare a questa ulteriore subordinazione logica devo portare anche allo spirito la mediazione del figlio con la generazione, asserendo che il figlio è generato dal padre attraverso lo spirito ma come da un solo principio...
a questo punto otterrei di nuovo la parità tra i due enti (figlio e spirito) ristabilendo l'equilibrio,
ma perderei la trinità.
Meglio lasciare tutto come a Costantinopoli!
ciao