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trinità ontologica, economica e filioque

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2009 17:28
21/05/2009 00:56
 
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A prescindere da questo, comunque, è un po' strano che sia così complesso "saper inquadrare il problema in uno schema metafisicamente corretto", tale che uno con due lauree e che studia questa roba da un decennio non vi riesca. Probabilmente ci vogliono tre lauree per capire il filioque, problema mio.



Non è difficile se si è consci delle categorie metafisiche in cui la dottrina del Filioque è stata chiarita. Quello che ho cercato di dire in questa discussione è che la pneumatomachia non c'entra nulla con la processione dello Spirito Santo dal Padre per il Figlio, questo perché nell'interpretazione latina, che vede nelle ipostasi divine delle relazioni sussistenti, non ha senso parlare di una dipendenza causale o semi-causale dello Spirito dal Figlio, in quanto, a prescindere dalle relazioni, non ha proprio senso parlare di ipostasi. Ora, nella concezione latina le relazioni tra le ipostasi sono concepite come aventi un andamento circolare, per cui la distinzione delle ipostasi assume un senso all'interno del circolo, dove la priorità fontale spetta al Padre, dal quale procedono il Figlio e, attraverso il Figlio, lo Spirito Santo. Il circolo si compie nello Spirito, tanto che, come ho detto, non sarebbe nemmeno possibile distinguere il Padre dal Figlio senza lo Spirito ad unirli nell'amore. Questo perché la relazionalità e la sussistenza sono i due momenti reciprocamente costituentesi delle Persone divine.

Per ciò che concerne i titoli accademici, a me, onestamente, l'aver intrapreso un terzo corso di laurea (dopo averne completati due con successo) ha aperto suggestivi orizzonti speculativi. Io ti consiglio di provare.


Sono quasi 10 pagine che ho sollevato precisi problemi teologici, senza che nessun epigono di Tommaso di'Aquino riuscisse a produrre mezza parola al di là di "voi non potete capire",



Ti è stato ampiamente spiegato che i problemi teologici da te sollevati non sono tali nella prospettiva latina. Caro Teodoro, se riuscissi a vedere al di là della tua inesauribile spocchia da “so tutto io e capisco tutto io”, magari ti sovverrebbe l'idea che cervelloni molto più cervelloni del povero Trianello (dei quali quest'ultimo è qui un umile divulgatore) hanno lavorato attorno a questo tema ed hanno trovato la soluzione adottata da Tommaso d'Aquino razionalmente soddisfacente. Se poi decidessi di sollevare un attimo il naso dai tuoi testi bizantini, magari, ti renderesti conto che il barbaro Tommaso d'Aquino e tutta la sciatta e rozza tradizione scolastica hanno gettato le fondamenta di quelle categorie concettuali che hanno reso grande l'Occidente e, magari, ti verrebbe la voglia di capire che cosa si intende per relazione reale e sussistente solo logicamente distinta dalla sostanza di Dio e ti renderesti conto di come le tue obiezioni non hanno senso alcuno nel contesto a cui le si vorrebbe applicare, nonostante le colorite e roboanti aggettivazioni con cui sei solito guarnirle.


ora appena avrò un secondo di tempo compilerò un catechismo per bambini in cui si insegna a distinguere due cose che non sono in relazione tra loro ma solo con un ente terzo, cosa che anche il mio gatto riesce a fare con estrema facilità (ma i tomisti no).



Caro Teodoro, quello che forse il tuo gatto sa, ma tu evidentemente ignori, è che, per un semplicissimo principio logico, due cose si distinguono tra di loro perché individue, vale a dire perché essenzialmente distinte. Ora, si dà il caso che le Persone divine non si distinguano ontologicamente dall'unica sostanza divina, perché altrimenti avremmo tre dèi e non un Dio unico. Ne deriva che queste si devono distinguere l'una dall'altra per relazione, solo che si dovrà trattare di relazioni sussistenti (cosa che è possibile solo in Dio), realmente distinte tra di loro, ma solo concettualmente distinte dalla sostanza divina. Pertanto, se il principio di distinzione delle ipostasi sta nelle relazioni che intercorrono tra le medesime, necessariamente non ci sarà alcuna distinzione tra due ipostasi che non siano in relazione tra di loro (sempre che il principio di non contraddizione abbia un qualche valore, ovviamente). Per cui, se Figlio e Spirito non sono in relazione tra di loro, ne deriva che questi non si distinguono (cosa che ha cercato di spiegarti anche Polymetis).

[Modificato da Trianello 21/05/2009 01:07]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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