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trinità ontologica, economica e filioque

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2009 17:28
19/05/2009 20:53
 
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Quanto a Barth, ha recitato un simbolo senza filioque e dunque non vedo lo scandalo, al di là della violazione di un canone apostolico sul quale, viste le circostanze eccezionali, si poteva soprassedere. Il Patriarca è dunque sempre ortodosso, non temere.


Per me ovviamente non c’è alcuno scandalo, ma Bartolomeo I non sta facendo un gesto da solo e per se stesso ma unitamente al rappresentante di un'altra Chiesa, in un momento che entrambi hanno definito di grande comunione e simbolicità; con un'altra Chiesa che Bartolomeo I invece avrebbe dovuto, in base ai discorsi che si stanno facendo, considerare eretica e blasfema.

Dall'altro Peri afferma cose condivisibili, ma bisogna saperle leggere:

1) il filioque non si può imporre senza un concilio ecumenico. Ma nell'ottica latina questo è stato fatto, e quindi? Peri sta dicendo esattamente ciò che dico io, cioè che fino a quando il concilio non sarà veramente ecumenico, questo rimarrà (almeno) un'eresia ecclesiologica


Da questo punto di vista certamente ci sono stati degli errori, delle omissioni, in parte dovuti anche ad equivoci o ad una tempistica non ottimale nella trasmissione delle informazioni corrette, dovute anche alle limitate possibilità di trasmissione di quei periodi. Ho letto ad esempio che il simbolo professato a Costantinopoli nel 381 “è stato conosciuto ed accolto da Roma soltanto nel 451 (Calcedonia) e che, nel frattempo, sulla base dell'anteriore tradizione teologica latina, i padri della chiesa d'occidente quali sant'Ilario, sant'Ambrogio, sant'Agostino e san Leone Magno, avevano confessato che lo Spirito Santo procede ( procedit ) eternamente dal Padre e dal Figlio.” (tratto da "Chiarificazione... a cura del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani", pubblicata sull'Osservatore Romano il 13/09/95)
Personalmente non voglio giustificare alcunché; è certo tuttavia che era ed è prassi comune, anche nelle Chiese orientali particolari, di far ricorso ad aggiunte od esplicitazioni del dogma o particolari formulazioni, per particolari motivi pastorali, situazioni contingenti particolarmente difficili, o semplicemente per il livello culturale sul quale le Chiese si trovavano ad operare. L’aggiunta del filioque viene identificata come “tradizione liturgica particolare in se legittima e tale, se non viene inasprita, da non scalfire l’identità della fede nella realtà del medesimo mistero confessato.” (CCC 248); in quanto tradizione liturgica particolare non viene ovviamente imposta a nessuno.


) la formula filioque ed altre simili possono andare bene fuori dal simbolo "se rettamente intese", cioè in chiave economica, esattamente come dice Larchet.



Quel “Se rettamente intese” non può essere riferito ovviamente a chi la formula l’ha inserita.


Chi non è d'accordo con Peri è invece Trianello, secondo cui il Concilio di Firenze avrebbe sanato il problema ecclesiologico e secondo cui il filioque va inteso anche in senso ontologico.



Riporto uno stralcio dal Concilio di unione di Ferrara-Firenze:

E poiché da tutto ciò scaturisce un unico ed identico senso della verità, finalmente con lo stesso senso e con lo stesso significato essi (Greci, Armeni,Copti, Siri, Caldei, Maroniti, Latini, aggiunta mia) si sono intesi e hanno convenuto nella seguente formula d'unione, santa e gradita a Dio.
Nel nome della santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, con l'approvazione di questo sacro ed universale concilio fiorentino, definiamo che questa verità di fede debba essere creduta e accettata da tutti i cristiani; e così tutti debbono professare che lo Spirito santo è eternamente dal Padre e dal Figlio, che ha la sua essenza e l'essere sussistente ad un tempo dal Padre e dal Figlio, e che dall'eternità procede dall'uno e dall'altro come da un unico principio e da un'unica spirazione; e dichiariamo che quello che affermano i santi dottori e padri - che lo Spirito santo procede dal Padre
per mezzo del Figlio, - tende a far comprendere che anche il Figlio come il Padre è causa, secondo i Greci, principio, secondo i Latini, della sussistenza dello Spirito santo.
E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha dato al Figlio con la generazione, meno l'essere Padre; questa stessa processione della Spirito santo dal Figlio l'ha dall'eternità anche il Figlio dal Padre, da cui è stato pure eternamente generato.”


Ed anche il parere di Vittorio Peri, visto che è già stato tirato in ballo:

La dottrina dogmatica e patristica comune sulla processione dello Spirito Santo, e la rivendicazione della sua continuità, non appare messa in causa né all’interno dell’una né all’interno dell’altra Chiesa, e segnatamente dalle due Chiese di Roma e Costantinopoli. Detta persistenza dogmatica è stata da esse congiuntamente riconosciuta, in modo formale e reciproco, nel concilio d’unione di Ferrara–Firenze del 1438/9, celebrato come ottavo concilio ecumenico..”



Sandro

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Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)
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