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trinità ontologica, economica e filioque

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2009 17:28
15/05/2009 23:50
 
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Re:

si asserisce che tale distinzione non va assolutizzata. La Rivelazione, in quanto auto-comunicazione di Dio, può e deve contenere dei barlumi relativamente alla natura intima di Dio così come questo è in Sé.



Fin qui la trianellologia, gratuita e autoreferenziale. Ora puoi iniziare a spiegarci perché mai dovrebbe essere così e non altrimenti. Io, al contrario, credo che la natura di Dio sia conoscibile solo nella misura in cui questa viene rivelata, non oltre. Credo pure che l'incarnazione sia il modo in cui l'uomo conosce Dio, non le speculazioni tomistiche.


Non a caso, sin dai tempi di Agostino (il quale, anche alla luce degli scritti dei Cappadoci, tematizzò esplicitamente e consapevolmente l'argomento), la teologia latina ha voluto vedere uno stretto legame tra la dottrina delle missioni divine e quella delle processioni.



Io credo che tu legga eventi e teologia del IV-V secolo alla luce della teologia del XX, o peggio del XV secolo. Dubito fortemente che Agostino o chiunque altro avesee una chiara e consapevole teologia della processione del Santo Spirito, non a caso nelle sue opere troviamo che ora procede dal Padre, ora dal Padre e dal Figlio, ora "principaliter" dal Padre. Che poi esistesse nel V secolo una "teologia latina", lo considero pura fantasia, ma chi sarebbero questi teologi latini? Il primo a dire qualcosa di vagamente originale è Leone Magno che, proprio perché due o tre cose le sapeva, certamente non era un filioquista come pure lo si è fatto passare (La Lettera di Leone a Turibio di Astorga (Denzinger 284), è stata composta da un falsario dopo il concilio di Braga (563) (vedi A. KUSTLE, Antipriscilliana, Fribourg 1905, p. 126, segnalato e
ammesso nell’introduzione del Denzinger 284)


prima di Fozio, per ben quattro secoli la posizione latina e quella greca hanno convissuto in modo relativamente pacifico, senza che i greci accusassero i latini di eresia per il ruolo che questi ultimi affidavano al Figlio nella processione eterna dello Spirito.



La convivenza pacifica deriva dal fatto che se un lato parla e l'altro sta zitto non ci possono essere grandi motivi di litigio. La teologia latina semplicemente non esiste, è un favola gesuita che i latini avessero una pneumatologia filioquista cosciente in tempi precedenti all'VIII secolo.


Il dire che i greci non presero posizione contro i latini perché credevano (a torto o a ragione) che i latini affidassero un ruolo al Figlio nella “processione” dello Spirito solo in senso economico è dire una cosa che è smentita dai testi di quei Padri greci (come il succitato Massimo il Confessore) che si occuparono in modo specifico della questione.



I greci non presero posizione contro i latini semplicemente perché non c'era nulla su cui prendere posizione. Da quel che sappiamo prima dell'incidente dei moanci di San Saba l'oriente tutto ignorava la questione del filioque che, come ha mostrato efficacemente Vittorio Peri, prima del 780 non esisteva se non come fenomeno locale e non ufficiale.


manca però quell'approfondimento teologico della questione che, a partire da Agostino, ha condotto i teologi latini a tematizzare il senso della distinzione tra le ipostasi e a dedurne (onde rendere la posizione egregiamente qui espressa dal Damasceno non-contraddittoria) una di tipo relazionale.



Contesto tutto di questa frase. Primo, non vedo proprio cosa la teologia barbara franca debba "approfondire" quando quella gente al massimo era in grado di zappare la terra. Mentre i compaesani di Lullo di Magonza facevano balli notturni per propiziarsi le divinità ancestrali per il raccolto, noi avevamo la Biblioteca di Fozio, e tu vieni a raccontarmi di... approfondimento. Secondo, la distinzione delle ipostasi è già relazionale, e lo è da subito, ben prima di Agostino. La distinzione delle ipostasi è solo relazionale.


perché, se la posizione di Fozio non faceva che riprendere quella da sempre univocamente sostenuta dai Padri greci e se questa è l'unica da ritenersi ortodossa, a Calcedonia Agostino fu indicato come un dottore della fede ortodossa quando in una delle sue opere teologiche principali, il De Trinitate, che non poteva essere ignota dai Padri conciliari, questi si era espresso in modo esplicito a favore di quella teologica che Fozio giudicò invece eretica.



Dubito che tutti i padri di Calcedonia avessero sul comodino il de Trinitate, anche perché se avessero voluto leggere su quell'argomento avevano a disposizione Basilio Magno, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa, solo per fare tre nomi a caso. Non c'era certo bisogno di andare a leggere un'opera scritta in una lingua barbara che cita una bibbia mal tradotta, se vivi a Costantinopoli e parli greco. Penso sia banalmente questo il motivo. Agostino era un simbolo di episcopato forte contro il donatismo, contro le ingerenze del vescovo di Roma, contro i barbari ariani, ma non credo che nessuno lo considerasse un astro teologico in confronto ai suoi contemporanei orientali. Considera pure che è morto vecchissimo ed ha avuto tutto il tempo di diventare famoso per questi motivi, non certo per quelle righe (storte, per dirla con polymetis) su veri o presunti filioque.


Le cose andarono così:



Perché non ci fai vedere le fonti che dicono che Leone III era favorevole teologicamente al filioque? Questo sarebbe interessante, io conosco solo quelle (e sono tante) sulle famose lastre/scudi col simbolo senza filioque, che lascerebbero intendere il contrario.

Su Massimo il Confessore rimando al secondo articolo di Larchet, che discute tutte le citazioni in questione e risponde a quanto sollevato con estrema dovizia di particolari. Non essendo mio costume fare cutpaste selvaggio andatevelo a leggere.

Cordialità,

[Modificato da Teodoro Studita 15/05/2009 23:53]
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