A me sembra che non si possa affermare con matematica certezza che
Massimo il Confessore si riferisse solo alla trinità in senso economico, soprattutto leggendo la seconda citazione...
Per natura, lo Spirito Santo, nel suo essere trae sostanzialmente la sua origine dal Padre per mezzo del Figlio generato (Massimo Confessore, Questiones ad Thalassium, LXIII).
Sulla processione essi [gli occidentali] hanno portato le testimonianze dei Padri latini e, più sicuramente, quelle di San Cirillo d’Alessandria nel sacro studio composto da costui sul Vangelo di San Giovanni. A partire da questi, hanno mostrato che essi stessi non fanno del Figlio la causa dello Spirito Santo; sanno infatti che il Padre è la causa unica del Figlio e dello Spirito Santo, di uno per generazione e dell’altro per processione, ma hanno indicato che questo [lo Spirito Santo] proviene attraverso il Figlio, mostrando così l’unità e l’immutabilità della natura divina (Massimo Confessore, Opuscolo teologico e polemico, X)
Che dire poi di
Tertulliano?
Siamo sicuri che quando scrisse "Contro Prassea" fosse già montanista?
E se anche avesse manifestato qualche simpatia verso il montanismo, non mi pare che ciò possa ridurre il valore della grande opera trinitaria "Contro Prassea"
Credo che lo Spirito non proceda in altro modo che dal Padre attraverso il Figlio (Contro Prassea, IV, 1).
La dottrina del “Filioque” non manca di precisi riferimenti nei grandi Padri e Dottori d’Oriente (Efrem, Atanasio, Basilio, Epifanio, Cirillo d’Alessandria, Massimo, Giovanni Damasceno) e d’Occidente (Tertulliano, Ilario, Ambrogio, Agostino) ed è difficile pensare che tutta questa schiera di testimoni si riferisca sempre e solo alla trinità in senso economico e/o all’effusione dei doni e delle energie divine.
enrico
[Modificato da domingo7 15/05/2009 11:23]