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L'insabbiamento di casi di pedofilia nel texas ad opera di papa Bendetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2009 23:11
04/01/2009 10:03
 
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www.ildialogo.org/Ratzinger/pretipedofili/ratzingerepedof0901...

Nel maggio del 2001, il Cardinal Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, inviò una lettera confidenziale a tutti i vescovi cattolici per proteggere la Chiesa nascondendo gli abusi sessuali sui bambini. Tali abusi dovevano rimanere segreti fino a 10 anni dopo che le vittime avessero raggiunto l’età adulta. Chi avesse violato il segreto sarebbe stato punito anche con la scomunica.

Riportiamo l’articolo del Guardian:

Pope "obstructed" sex abuse inquiry.
Confidential letter reveals Ratzinger ordered bishops to keep allegations secret.

Jamie Doward, religious affairs correspondent
Sunday April 24, 2005
The Observer

Pope Benedict XVI faced claims last night he had "obstructed justice" after it emerged he issued an order ensuring the church’s investigations into child sex abuse claims be carried out in secret.

The order was made in a confidential letter, obtained by The Observer, which was sent to every Catholic bishop in May 2001.

It asserted the church’s right to hold its inquiries behind closed doors and keep the evidence confidential for up to 10 years after the victims reached adulthood. The letter was signed by Cardinal Joseph Ratzinger, who was elected as John Paul II’s successor last week.

Lawyers acting for abuse victims claim it was designed to prevent the allegations from becoming public knowledge or being investigated by the police. They accuse Ratzinger of committing a "clear obstruction of justice".

The letter, "concerning very grave sins", was sent from the Congregation for the Doctrine of the Faith, the Vatican office that once presided over the Inquisition and was overseen by Ratzinger.

It spells out to bishops the church’s position on a number of matters ranging from celebrating the eucharist with a non-Catholic to sexual abuse by a cleric "with a minor below the age of 18 years". Ratzinger’s letter states that the church can claim jurisdiction in cases where abuse has been "perpetrated with a minor by a cleric".

The letter states that the church’s jurisdiction "begins to run from the day when the minor has completed the 18th year of age" and lasts for 10 years.

It orders that "preliminary investigations" into any claims of abuse should be sent to Ratzinger’s office, which has the option of referring them back to private tribunals in which the "functions of judge, promoter of justice, notary and legal representative can validly be performed for these cases only by priests".

"Cases of this kind are subject to the pontifical secret," Ratzinger’s letter concludes. Breaching the pontifical secret at any time while the 10-year jurisdiction order is operating carries penalties, including the threat of excommunication.

The letter is referred to in documents relating to a lawsuit filed earlier this year against a church in Texas and Ratzinger on behalf of two alleged abuse victims. By sending the letter, lawyers acting for the alleged victims claim the cardinal conspired to obstruct justice.

Daniel Shea, the lawyer for the two alleged victims who discovered the letter, said: "It speaks for itself. You have to ask: why do you not start the clock ticking until the kid turns 18? It’s an obstruction of justice."

Father John Beal, professor of canon law at the Catholic University of America, gave an oral deposition under oath on 8 April last year in which he admitted to Shea that the letter extended the church’s jurisdiction and control over sexual assault crimes.

The Ratzinger letter was co-signed by Archbishop Tarcisio Bertone who gave an interview two years ago in which he hinted at the church’s opposition to allowing outside agencies to investigate abuse claims.

"In my opinion, the demand that a bishop be obligated to contact the police in order to denounce a priest who has admitted the offence of paedophilia is unfounded," Bertone said.

Shea criticised the order that abuse allegations should be investigated only in secret tribunals. "They are imposing procedures and secrecy on these cases. If law enforcement agencies find out about the case, they can deal with it. But you can’t investigate a case if you never find out about it. If you can manage to keep it secret for 18 years plus 10 the priest will get away with it," Shea added.

A spokeswoman in the Vatican press office declined to comment when told about the contents of the letter. "This is not a public document, so we would not talk about it," she said.

IN ITALIANO

Il papa ha ‘occultato’ l’inchiesta sugli abusi sessuali
di Jamie Doward

Una lettera confidenziale rivela che Joseph Ratzinger ordinò ai vescovi di non svelare gli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici.

Papa Benedetto XVI ha dovuto recentemente far fronte alle dichiarazioni che lo accusano di aver “ostacolato la giustizia”, in riferimento alla sua volontà di mantenere segreta l’inchiesta interna della Chiesa cattolica sullo scandalo degli abusi sessuali su minori.

L’ordine venne impartito tramite l’invio di una lettera segreta - di cui l’Observer è entrato in possesso - inviata nel maggio del 2001 ad ogni vescovo della Chiesa cattolica.

Nella lettera si affermava come la Chiesa dovesse riservarsi il diritto di non rendere pubbliche le proprie indagini per fino a 10 anni dal momento in cui le vittime degli abusi avessero raggiunto l’età adulta. La lettera portava la firma del cardinale Joseph Ratzinger, il successore di Giovanni Paolo II.

I legali delle vittime hanno dichiarato che questa iniziativa aveva un duplice obiettivo: evitare che le ipotesi di reato diventassero di pubblico dominio e impedire che gli organi di polizia ne venissero a conoscenza. Gli avvocati accusano Ratzinger di aver commesso una chiara azione di ostacolo al normale corso della giustizia.

La lettera, che menzionava il compimento di ‘peccati molto gravi’, fu inviata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ufficio vaticano di fatto erede della Santa Inquisizione, per lungo tempo diretto da Ratzinger. Veniva chiaramente illustrata la posizione della Chiesa in merito a diverse questioni, dalla celebrazione del sacramento dell’eucarestia non da parte di cattolici alle molestie sessuali perpetrate da clericali nei confronti di minorenni.

La lettera di Ratzinger affermava che in questi casi la Chiesa poteva legittimamente rivendicare una propria autonoma giurisdizione.

La lettera affermava che la ‘giurisdizione’ della Chiesa doveva avere inizio dal giorno in cui il minore avesse compiuto i 18 anni d’età e, inoltre, per i successivi 10 anni.

Essa prevedeva come i resoconti delle ‘indagini preliminari’ su ogni singolo caso di abuso dovessero essere inviate all’ufficio di cui Ratzinger era a capo, il quale si riservava l’opzione di riferirne a speciali tribunali privati, al cui interno le cariche di giudice, pubblico ministero, notaio e rappresentante legale venivano ricoperte esclusivamente da ecclesiastici.

‘Situazioni di questo tipo sono coperte dal segreto pontificio’, concludeva la lettera di Ratzinger. L’infrazione del segreto pontificio in qualsiasi momento del periodo dei dieci anni di giurisdizione della Chiesa veniva intesa come una grave azione, perseguibile anche attraverso la minaccia di scomunica.

Della lettera di Ratzinger si è fatto riferimento in una causa avviata contro una chiesa del Texas all’inizio di quest’anno, a difesa di due giovani vittime di abusi. I legali hanno accusato Ratzinger di aver cospirato per ostacolare il corso della giustizia.

Daniel Shea, il legale delle due vittime che ha divulgato la lettera, ha affermato: “La lettera si commenta da sola. Bisognerebbe chiedersi: perché mai il segreto sulle indagini deve rimanere così a lungo? È un’ostruzione al normale corso della giustizia”.

Padre John Beal, professore di diritto canonico all’Università Cattolica degli Usa, nel corso della propria deposizione l’otto aprile dell’anno scorso, ha riferito sotto giuramento all’avvocato Shea come la lettera ampliasse i poteri di giurisdizione e di controllo della Chiesa sui crimini sessuali perpetrati da ecclesiastici.

La lettera di Ratzinger era stata co-firmata dall’arcivescovo Tarcisio Bertone, il quale due anni fa rilasciò un’intervista nella quale accennava alla contrarietà della Chiesa nel consentire a soggetti esterni di indagare sui presunti abusi sessuali perpetrati. “Secondo il mio punto di vista, la richiesta secondo cui un vescovo debba essere obbligato a denunciare agli organi di polizia gli atti di pedofilia commessi da un prete è completamente infondata” disse Bertone.

L’avvocato Shea ha contestato l’ordine secondo il quale i presunti casi di pedofilia debbano essere giudicati solo da tribunali segreti. “Essi impongono procedure di riservatezza. Se le agenzie di investigazione scoprono il caso, possono occuparsene. Ma non si può indagare su un caso se non lo si scopre mai. Se si impone di mantenere il riserbo prima per diciotto anni e poi per altri dieci, i responsabili la faranno franca”, ha aggiunto.

Un portavoce dell’ufficio stampa del Vaticano ha rifiutato di commentare ciò che è stato detto sul contenuto della lettera. “Non trattandosi di un documento pubblico, non è possibile parlarne” ha detto.

Commento mio:
anche se molto spesso si parla del modo brusco e incivile in cui per motivi di procedure e per motivi di immagine le vittime di pedofilia all'interno della WTS non riescono ad avere giustizia, noto con grande dispiacere che una cosa analoga accade anche in casa cattolica.

Ora, è ovvio che un cattolico non ha fede nella Chiesa per il sano e ottimo comportamento dei membri del clero ma principalmente per gli insegnamenti trasmessi da 2000 anni inalterati attraverso la Traditio Orale e la Sacra Scrittura.
Però non posso fare a meno di fare mio lo spirito di un Francesco d'Assisi che inveiva contro il clero del suo tempo.
Se poi tanta gente perde la propria fede nella Chiesa che gli insabbiatori e i nasconditori si mettano una mano sulla coscienza e giudichino le loro opere.

Che poi io dico, sempre con questa fissazione che la Chiesa deve mantenere intatta la propria immagine (nascondendo quindi lo schifo di alcuni prealti)! Ma non lo capiscono che la fede della gente deve basarsi sulla dottrina e non sulla santità della chiesa stessa? Non sono proprio loro a insegnare che l'uomo può cedere e venire meno qualunque incarico ricopra, anche incarichi di grande importanza e rilevanza all'interno della comunità religiosa? Questo non dovrebbe far loro capire che allora non ci dovrebbe essere alcun problema anche a permettere che la giustizia secolare dello Stato possa fare il suo corso anche con 'pastori' che hanno commesso atti ignominiosi nei confronti di piccole creature innocenti (i bambini)?

E allora perchè continuano a essere fissati con l'idea di difendere l'immagine della Chiesa? Senza contare che ciò è ancora più controproducente per la fede degli stessi cattolici. Siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, prima o poi si potrà anche venire a sapere che alcuni casi di pedofilia sono stati insabbiati agli occhi della gisutizia secolare... ...e come pensate che possa reagire un cattolico vedendo che i propri stessi 'pastori' hanno coperto peccati di tale enorme gravità?
Alla fine perderebbe la fede ancora di più che nel semplicemente apprendere che un prete, un vescovo o un cardinale possa aver commesso un reato del genere!

Quindi io dico che questa pratica di insabbiare i peccati di pedofilia allo scopo di mentenere integra l'immagine di una chiesa (sia che sia la CC sia che sia la WTS o qualunque altra) è diabolica, ispirata dalla stessa malvagia mente di Satana il Diavolo!
Smettiamola di dare luogo al diavolo, fratelli, e consentiamo che la giustizia di Dio, attraverso le autorità superiori da Lui poste, possa finalmente compirsi.

Scusate lo sfogo!


La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
04/01/2009 11:11
 
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Massimo Introvigne
Solo la rabbia laicista dopo il Family Day spiega perché, subito dopo la grande manifestazione romana, all’improvviso il documentario dell’ottobre 2006 della BBC “Sex Crimes and the Vatican” abbia cominciato a circolare su Internet con sottotitoli italiani, e i vari Santoro abbiano cominciato ad agitarsi. Il documentario, infatti, è merce avariata: quando uscì fu subito fatto a pezzi dagli specialisti di diritto canonico, in quanto confonde diritto della Chiesa e diritto dello Stato. La Chiesa ha anche un suo diritto penale, che si occupa tra l’altro delle infrazioni commesse da sacerdoti e delle relative sanzioni, dalla sospensione a divinis alla scomunica. Queste pene non c’entrano con lo Stato, anche se potrà capitare che un sacerdote colpevole di un delitto che cade anche sotto le leggi civili sia giudicato due volte: dalla Chiesa, che lo ridurrà allo stato laicale, e dallo Stato, che lo metterà in prigione. Il 30 aprile 2001 Papa Giovanni Paolo II (1920-2005) pubblica la lettera apostolica Sacramentorum sanctitatis tutela, con una serie di norme su quali processi penali canonici siano riservati alla giurisdizione della Congregazione per la dottrina della fede e quali ad altri tribunali vaticani o diocesani. La lettera De delictis gravioribus, firmata dal cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il 18 maggio 2001 – quella presentata dalla BBC come un documento segreto, mentre fu subito pubblicata sul bollettino ufficiale della Santa Sede e figura sul sito Internet del Vaticano – costituisce il regolamento di esecuzione delle norme fissate da Giovanni Paolo II. Il documentario al riguardo afferma tre volte il falso:
(a) presenta come segreto un documento del tutto pubblico e palese;
(b) dal momento che il “cattivo” del documentario dev’essere l’attuale Pontefice, Benedetto XVI (per i laicisti il Papa “buono” è sempre quello morto), non spiega che la De delictis gravioribus
firmata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede il 18 maggio 2001 ha l’unico scopo di dare esecuzione pratica alle norme promulgate con la lettera apostolica Sacramentorum sanctitatis tutela, del precedente 30 aprile, che è di Giovanni Paolo II;
(c) lascia intendere al telespettatore sprovveduto che quando la Chiesa afferma che i processi relativi a certi delicta graviora (“crimini più gravi”), tra cui alcuni di natura sessuale, sono
riservati alla giurisdizione della Congregazione per la Dottrina della Fede, intende con questo dare istruzione ai vescovi di sottrarli alla giurisdizione dello Stato e tenerli nascosti. Al contrario, è del tutto evidente che questi documenti si occupano del problema, una volta instaurato un giudizio ecclesiastico, a norma del diritto canonico, a chi spetti la competenza fra Congregazione per la
Dottrina della Fede, che in questi casi agisce “in qualità di tribunale apostolico” (così la Sacramentorum sanctitatis tutela), e altri tribunali ecclesiastici. Questi documenti, invece, non si
occupano affatto – né potrebbero, vista la loro natura, farlo – delle denunzie e dei provvedimenti dei tribunali civili degli Stati. A chiunque conosca, anche minimamente, il funzionamento della
Chiesa cattolica è evidente che quando i due documenti scrivono che “questi delitti sono riservati alla competenza esclusiva della Congregazione per la Dottrina della Fede” la parola “esclusiva”
significa “che esclude la competenza di altri tribunali ecclesiastici” e non – come vuole far credere il documentario – “che esclude la competenza dei tribunali degli Stati, a cui terremo nascoste queste vicende anche qualora si tratti di delitti previsti e puniti delle leggi dello Stato”. Non è in questione questo o quell’episodio concreto di conflitti fra Chiesa e Stati. Le due lettere dichiarano fin dall’inizio la loro portata e il loro ambito, che è quello di regolare questioni di competenza all’interno dell’ordinamento giuridico canonico. L’ordinamento giuridico degli Stati, semplicemente, non c’entra. Nella nota 3 della lettera della Congregazione per la dottrina della fede – ma per la verità
anche nel testo della precedente lettera di Giovanni Paolo II – si cita l’istruzione Crimen sollicitationis emanata dalla Congregazione per la dottrina della fede, che allora si chiamava Sant’Uffizio, il 16 marzo 1962, durante il pontificato del Beato Giovanni XXIII (1881-1963) ben prima che alla Congregazione arrivasse lo stesso Ratzinger (che quindi, com’è ovvio, con l’istruzione non c’entra nulla: all’epoca faceva il professore di teologia in Germania).
Questa istruzione dimenticata, “scoperta” nel 2001 solo in grazia dei nuovi documenti, non nasce per occuparsi della pedofilia ma del vecchio problema dei sacerdoti che abusano del sacramento della confessione per intessere relazioni sessuali con le loro penitenti. È vero che dopo essersi occupata per i primi settanta paragrafi del caso di penitenti donne che hanno una relazione sessuale con il confessore in quattro paragrafi, dal 70 al 74, la Crimen sollicitationis, afferma l’applicabilità della stessa normativa al crimen pessimus, cioè alla relazione sessuale di un sacerdote “con una persona dello stesso sesso”, e nel paragrafo 73 – per analogia con il crimen pessimus – anche ai casi (“quod Deus avertat”, “che Dio ce ne scampi”) in cui un sacerdote dovesse avere relazioni con minori prepuberi (cum impuberibus). Il paragrafo 73 del documento è
l’unico mostrato nel documentario, il quale lascia intendere che gli abusi su minori siano il tema principale del documento, mentre il problema non era all’ordine del giorno nel 1962 e l’istruzione
gli dedica esattamente mezza riga. Clamorosa è poi la menzogna del documentario quando afferma che la Crimen sollicitationis aveva lo scopo di coprire gli abusi avvolgendoli in una coltre di
segretezza tale per cui “la pena per chi rompe il segreto è la scomunica immediata”. È precisamente il contrario: il paragrafo 16 impone alla vittima degli abusi di “denunciarli entro un
mese” sulla base di una normativa che risale del resto al lontano anno 1741. Il paragrafo 17 estende l’obbligo di denuncia a qualunque fedele cattolico che abbia “notizia certa” degli abusi. Il
paragrafo 18 precisa che chi non ottempera all’obbligo di denuncia dei paragrafi 16 e 17 “incorre nella scomunica”. Dunque non è scomunicato chi denuncia gli abusi ma, al contrario, chi non li
denuncia. L’istruzione dispone pure che i relativi processi si svolgano a porte chiuse, a tutela della riservatezza delle vittime, dei testimoni e anche degli imputati, tanto più se eventualmente
innocenti. Non si tratta evidentemente dell’unico caso di processi a porte chiuse, né nell’ordinamento ecclesiastico né in quelli statuali. Quanto al carattere “segreto” del documento,
menzionato nel testo, si tratta di un “segreto” giustificato dalla delicatezza della materia ma molto relativo, dal momento che fu trasmesso ai vescovi di tutto il mondo. Comunque sia, oggi il
documento non è più segreto, dal momento che – stimolati dalla lettura dei documenti del 2001 – avvocati in cause contro sacerdoti accusati di pedofilia negli Stati Uniti ne chiesero alle diocesi il
deposito negli atti di processi che sono diventati pubblici. Quegli avvocati speravano di trovare nella Crimen sollicitationis materiale per ampliare le loro già milionarie richieste di risarcimento dei
danni: ma non trovarono nulla. Infatti, anche l’istruzione Crimen sollicitationis non riguarda in alcun modo la questione se eventuali attività illecite messe in atto da sacerdoti tramite l’abuso del
sacramento della confessione debbano essere segnalate da chi ne venga a conoscenza alle autorità civili. Riguarda solo le questioni di procedura per il perseguimento di questi delitti all’interno dell’ordinamento canonico, e al fine di irrogare sanzioni canoniche ai sacerdoti colpevoli. Un altro inganno del documentario consiste nel sostenere, a proposito della lettera De delictis gravioribus del 2001 sottoscritta dal cardinale Ratzinger, che si tratti il “seguito” della Crimen sollicitationis, che “ribadiva con enfasi la segretezza, pena la scomunica”. In realtà nella lettera del 2001 non si trova neppure una volta la parola “scomunica”. Si ribadisce, certo, che le procedure per i delicata graviora sono “sottoposte al segreto pontificio”, cioè devono svolgersi a porte chiuse e in modo riservato. Ma in questo non vi è nulla di nuovo, né il segreto si applica solo ai casi di abusi sessuali. Se c’è qualche cosa di nuovo nella De delictis gravioribus rispetto alla disciplina precedente in tema di abusi sessuali, è il fatto che la lettera crea una disciplina più severa per il caso di abuso di minori, rendendolo perseguibile oltre i normali termini di prescrizione, fino a quando chi dichiara di avere subito abusi quando era minorenne abbia compiuto i ventotto anni. Questo significa – per fare un esempio molto concreto – che se un bambino di quattro anni è vittima di abusi nel 2007, la prescrizione non scatterà fino al 2031, il che mostra bene la volontà della Chiesa di perseguire questi delitti anche molti anni dopo che si sono verificati e ben al di là dei termini di prescrizione consueti. Con questa nuova disciplina la durezzadella Chiesa verso i sacerdoti accusati di pedofilia è molto cresciuta con Benedetto XVI, come dimostrano casi dove, nel dubbio, Roma ha preferito prendere provvedimenti cautelativi anche dove non c’erano prove di presunti abusi che si asserivano avvenuti molti anni fa, e la stessa nomina del cardinale americano William Joseph Levada, noto per la sua severità nei confronti dei preti pedofili, a prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Tutte queste norme riguardano, ancora una volta, il diritto canonico, cioè le sospensioni e le scomuniche per i sacerdoti colpevoli di abusi sessuali. Non c’entrano nulla con il diritto civile, o con
il principio generale secondo cui – fatto salvo il solo segreto della confessione – chi nella Chiesa venga a conoscenza di un reato giustamente punito dalle leggi dello Stato ha il dovere di
denunciarlo alle autorità competenti. Certo, in passato questo non è sempre avvenuto. Il legittimo desiderio di proteggere sacerdoti innocenti ingiustamente calunniati (ce ne sono stati, e ce ne
sono, molti) qualche volta è stato confuso con un “buonismo” che ha ostacolato indagini legittime degli Stati. Benedetto XVI ha più volte stigmatizzato ogni forma di buonismo sul tema (si veda per
esempio il discorso ai vescovi dell’Irlanda in visita ad Limina Apostolorum, del 28 ottobre 2006): e in realtà il trasferimento della competenza dalle diocesi, dove i giudici spesso possono avere
rapporti di amicizia con gli accusati, a Roma mirava fin dall’inizio a garantire maggiore rigore e severità. In ogni caso, le misure prese nell’ambito del diritto canonico per perseguire i crimini di
natura sessuale commessi dal clero, e la denuncia dei responsabili alle autorità dello Stato, costituiscono due vicende del tutto diverse. La confusione, intrattenuta ad arte per gettare fango
sul Papa, è solo frutto del pregiudizio e dell’ignoranza.

continua
04/01/2009 11:14
 
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Andrea Tornielli da Il Giornale 23-05-2007

«Il documentario della BBC non rispetta la verità, contiene dati falsi. Ma non invochiamo alcuna censura. Ci auguriamo soltanto che, se verrà trasmesso, vi sia una presa di distanza dalle falsità che contiene». Il segretario della Cei Giuseppe Betori, nel corso della conferenza stampa a margine della seconda giornata di lavori dell'assemblea generale dei vescovi italiani, risponde a una domanda su un caso di abusi sessuali commessi da un prete di Agrigento, chiamato ora a risarcire le vittime, e precisa la posizione della Chiesa. «Ci sentiamo vicini alle vittime degli abusi - ha spiegato il vescovo - siamo pronti a collaborare in ogni caso con le istituzioni qualora aprissero procedimenti penali o civili, ovviamente con la dovuta discrezione, perché a volte gli accusati risultano essere innocenti». Quanto ai risarcimenti, che hanno mandato in bancarotta diverse diocesi americane, Betori ha ricordato che la legge italiana non prevede una responsabilità diretta dell'istituzione di appartenenza. Ma che cosa contiene di tanto esplosivo questo documentario, acquistato dalla Rai per «Annozero», la trasmissione di Michele Santoro, andato in onda in Gran Bretagna lo scorso ottobre, e già da tempo pubblico sul Web? Il video è un accusa a senso unico che mescola dolorose testimonianze relative agli abusi commessi da sacerdoti con la tesi del coinvolgimento dell'allora cardinale Joseph Ratzinger nelle presunte coperture offerte ai sacerdoti coinvolti. Già la Conferenza episcopale inglese, dopo la prima messa in onda, aveva invitato la BBC «a vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo Benedetto XVI».
In effetti, il documentario presenta come una novità esplosiva il testo di un vecchio documento inviato ai vescovi di tutto il mondo, firmato dal cardinale Alfredo Ottaviani, allora capo del Sant'Uffizio, e approvato da Giovanni XXIII. Si tratta di un testo che aggiorna direttive ancora più antiche, datate 1924. Il titolo del documento è «Crimen sollicitationis» (crimine di provocazione) e stabilisce le norme da seguire nel caso un prete sia accusato di aver usato il sacramento della confessione per «provocare a cose turpi». Non si parla di pedofilia né di minori. E soprattutto si raccomanda il segreto, sotto pena di scomunica. L'autore del documentario, sulla base di un'accusa avanzata da un avvocato americano, sostiene che Ratzinger applicando questo documento avrebbe invocato segretezza sui preti pedofili coprendo le loro malefatte. Come si sa, nel 1962, quando il testo veniva approvato, Ratzinger non era cardinale, né vescovo, ma professore in Germania. E per chi conosca un po' di storia della Chiesa, è noto il rigore del cardinale Ottaviani, che tutto pensava fuorché favorire i preti implicati in queste vicende. Da una semplice lettura di «Crimen sollicitationis», la cui esistenza è nota dal 2001 e il cui testo, vecchio e superatissimo, è stato pubblicato più volte, si evince che la fase delle indagini sulle accuse ai preti che avrebbero abusato del confessionale è coperta dal più rigoroso segreto (paragrafo 11), ma la segretezza permetteva ad eventuali testimoni di farsi avanti liberamente, sapendo che le loro deposizioni non sarebbero state esposte a pubblicità. Ed è altrettanto vero che al paragrafo 15 viene minacciato di scomunica il vescovo che ometta di denunciare il prete che ha commesso questo tipo di peccati, «per evitare che l'offesa resti nascosta e impunita». Altro che insabbiamento! Inoltre, è ben noto che proprio Ratzinger, da cardinale e principale collaboratore di Giovanni Paolo II, ha spinto per un significativo giro di vite su queste materie. Proprio Ratzinger è il firmatario di un documento nel quale si stabilisce che i processi canonici riguardanti i casi di pedofilia del clero vengono avocati a Roma fin dal primo sospetto, proprio per rompere la logica dell'insabbiamento locale. E in questa nuova nota vengono modificati i tempi di prescrizione dei processi canonici, facendo decorrere i dieci anni necessari dal compimento della maggiore età della vittima, al fine di permettere all'abusato la piena facoltà di intervento nel giudizio. Nella conferenza stampa di ieri, Betori ha spiegato che i vescovi ritengono «che non sia necessaria una legge sul testamento biologico» e anzi temono che questa possa portare «allo scivolamento verso derive eutanasiche». Ciò che è accaduto con la massiccia mobilitazione del Family Day, ha concluso, potrebbe ripetersi.

fine [SM=x570901] [SM=g1543902]
04/01/2009 11:21
 
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La cosa affascinante è che c'è ancora gente che si beve queste idiozie.
Di questa lettera si parlò anche qualche tempo fa quando fu trasmesso il famoso video
Sex Crimes and the Vatican e si dimostrò ampiamente come questo fosse il frutto di una vera e propria montatura fondata su un'interpretazione dei dati assolutamente non rispettosa della verità dei fatti.

Ora, a prescindere da quello che dicono gli avvocati delle vittime, che, da bravi avvocati americani, per guadagnarsi la pagnotta devono per forza cercare di addossare responsabilità a destra e a manca al fine di poter rastrellare più quattrini possibili per i loro clienti, si è già più volte spiegato che l'avocazione a sé da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede dei casi di pedofilia tra i sacerdoti aveva proprio lo scopo di sottrarre i suddetti ai vescovi locali e, pertanto, di salvaguardarli da possibili insabbiamenti, e che l'obbligo della riservatezza deve essere inteso nel giusto senso: quello di sottrarre sia gli accusati che le vittime da una possibile gogna mediatica.

Anche le dichiarazioni di Bertone vanno intese nel senso giusto. Non è detto che un'accusa di pedofilia sia necessariamente fondata (il recente, eclatante caso di Rignano Flaminio dovrebbe averci insegnato qualcosa), è anzi dimostrato che parecchi presbiteri accusati di pedofilia sono poi risultati innocenti; in più, il vescovo è tenuto a mantenere riservate le confidenze dei presbiteri a lui sottoposti. Ergo, spetta al vescovo decidere, in piena libertà di coscienza, stabilire se ci siano gli estremi per denunciare un presbitero accusato di pedofilia alle autorità competenti. Di fatto, al contrario di quanto va sbandierando una certa pubblicistica, molti vescovi hanno denunciato dei presbiteri della loro diocesi. Esemplare è stato, a questo proposito, il comportamento dell'allora vescovo di Stockton Mahoney, il quale, contrariamente a quanto falsamente affermato nel video Sex Crimes and the Vatican (e sottolineo il FALSAMENTE), era solito segnalare prontamente alla polizia i preti accusati di pedofilia e non prese pesanti provvedimenti contro il sacerdote O'Grady (poi condannato per abuso su minori) proprio perché sia la polizia che due psicologi da lui incaricati di esaminare il suddetto avevano dichiarato infondate le accuse mossegli (e tutto questo è agli atti del processo, consultabili presso il tribunale di Los Angeles).

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

04/01/2009 11:42
 
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Ringrazio Citocromo e Trianello per i loro scritti.
Come di solito si conviene in casi come questi è sempre buona abitudine ascoltare sia una parte che l'altra in modo da farsi un'idea seria e ponderata sulla faccenda.
Effettivamente ciò non toglie che quandunque fossero state fondate le accuse, questo nulla toglierebbe alla fede nella Chiesa che è data non sul comportamento corretto del clero ma bensì sull'insegnamento di Cristo passato attraverso i suoi rappresentanti nell'arco degli ultimi 2000 anni.
D'altra parte se così avesse dovuto essere penso che allora la fede avrebbe potuto venir meno anche solo per aver saputo delle crociate del passato e della caccia agli eretici nel medioevo.

Ad ogni modo, anche se non sono a conoscenza di fatti comprovati con tanto di sentenza passata in giudicato, per ipotesi presumo che sia possibile qualche vescovo locale possa aver coperto dei casi di pedofilia per motivi di amicizia nei confronti dell'accusato o magari per timore che i fedeli venendone a conoscenza potessero perdere la fede.
Ho sentito ad esempio in passato di casi in cui il prete veniva semplicemente spostato più lontano senza subire alcuna ripercussione, il che ovviamente è sbagliato.
Però questo comportamento è attribuibile al singolo vescovo locale e non all'intero Vaticano, giacchè a livello ufficiale mi pare di capire che la Chiesa incoraggi anche alla denuncia stessa dell'eventuale prete colpevole.

Grazie per le informazioni.

La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
04/01/2009 11:54
 
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D'altra parte se così avesse dovuto essere penso che allora la fede avrebbe potuto venir meno anche solo per aver saputo delle crociate del passato e della caccia agli eretici nel medioevo.



Nemmeno per questo, visto che sulla materia l'indagine storica oggi ha messo in chiaro che le cose stanno in modo assai diverso da come i libercoli illuministi (che il pensiero laicista ancora oggi si ostina a considerare come il Verbo divino sulla materia) ce le descrivono.

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

04/01/2009 12:21
 
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Vero o Falso?
Quando vengono divulgate certe informazioni non si devono necessariamente prenderle per” oro colato”, spesso molte informazioni nascondono secondi fini, quindi è necessario stare molto attenti a non lasciarsi coinvolgere emotivamente, ma analizzare bene ciò che viene scritto in modo razionale.

Non vorremmo cadere nell’equivoco come i famosi” Protocolli dei Savi di Sion”, che dal ben lontano 1916 (giù di lì) tengono a volte ancora “banco”.
Franco
04/01/2009 12:33
 
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Re:


,,,,
anche se molto spesso si parla del modo brusco e incivile in cui per motivi di procedure e per motivi di immagine le vittime di pedofilia all'interno della WTS non riescono ad avere giustizia, noto con grande dispiacere che una cosa analoga accade anche in casa cattolica.
,,,,





LE religioni sono un covo,
soprattutto per Pedofili,,,,
e se han raggiunto un certo potere poi,,,, [SM=x570869]
Dove esistono circoli chiusi in cui si instaura fiducia tra fedeli,perchè si crede che sia solo un credo a rendere migliori di altri le persone,
Sono il posto migliore in cui puntano la preda
e fan di tutto per raggiungerla,,,,
Visto gli spalleggiamenti tra fedeli
e soprattutto fra chi ricopre alte cariche
il gioco è fatto,
tanto l'unica cosa che conta è il buon nome della religione!!


provo schifo ogni volta che leggo certe cose,
e essendoci passata
posso solo muovere parole di amore e compassione per le vittime di questi mostri
preti o tg che siano,
sempre mostri sono
e sempore mostri e complici son coloro che coprono i fatti.
[SM=x570866]
Mi auguro che i bambini violati abbian la fortuna di incontrare nel loro cammino persone ch eli amano e che li sostengono affinchè si riprendono
e capiscano quanto non son colpevoli ma vittime
e che son molto di piu di ciò che è accaduto per volontà di mostri perversi!!
Prego per loro
e prego affinchè chi deve pagare,o in un modo o nell altro paghi
e fermi questo mkassacro di vite violate,e innocenze uccise!!
Chiesa o Tg
Son esseri immondi
morti dentro che trascinano nel loro morto mondo
chi non ci combina niente e chi può solo soccombere per mancanza di forze!! [SM=x570869] [SM=x570869] [SM=x570869] [SM=x570869]
Che raccolgano ciò che han seminato!!

Mikela
04/01/2009 14:02
 
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Re:

''capire che la Chiesa incoraggi anche alla denuncia stessa dell'eventuale prete colpevole.''


Caro Bikki
probabilmente ci sono delle strumentalizzazioni dei fatti e di questi documenti,
sono complicati piu della Bibbia a cui molti fanno dire ciò che più gli aggrada,
personalmente temo che questi documenti siano formulati in modo che si possa far dire loro una cosa e allo stesso tempo negarla
però questo è un altro paio di maniche.
Il punto è che nelle cronache ci finiscono i casi in cui e quando la chiesa ne è invischiata, questa ha fatto di tutto per evitare lo scandalo, non agendo propriamente ne per il bene delle vittime ne per il bene della fede stessa
prendendo dei provvedimenti che farebbero ridere qualsiasi qualsiasi tribunale, sono stati resi noti casi in cui la chiesa ha patteggiato, ha pagato denaro, e via discorrendo,
non si tratta certo di ''alcuni''
ma di ''molti''
tanto che a volte questo modo di esprimersi sulle vicende come se fosse una ''prassi usuale'' della chiesa di fronte a queste vicende, non è del tutto inappropriato
è per questo che questi documenti sono ambigui
e sembra che siano fatti apposta cosi per negare e affermare alla bisogna
perchè c'è sempre la famosa dicotomia fra atteggiamento reale e teoria

io dico sempre che sono i fatti quelli che contano
poi concordo che con la fede possono centrarci poco
ma siamo fatti di carne
e non restiamo freddi e insensibili di fronte a certi fatti

un abraccio
[SM=x570899] [SM=g1746460]


04/01/2009 14:10
 
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pieesse
poi devo dire una cosa
a 44 anni ho capito
che la mia fede non ha bisogno ne del papa ne del vaticano
ti dirò
mi sento molto piu libera
fsccio un po come voglio io
Gesù c'è
e ti dirò di più c'è anche la Madonna a cui sono affezzionata
tanto che non riuscirei a pensare che non ci sia qualcosa divino in lei donatole dallo Spirito santo
ma il vaticano a questo punto non entra più nella mia vita
[SM=g1543902]

helenhelen, 04/01/2009 14.02:


''capire che la Chiesa incoraggi anche alla denuncia stessa dell'eventuale prete colpevole.''


Caro Bikki
probabilmente ci sono delle strumentalizzazioni dei fatti e di questi documenti,
sono complicati piu della Bibbia a cui molti fanno dire ciò che più gli aggrada,
personalmente temo che questi documenti siano formulati in modo che si possa far dire loro una cosa e allo stesso tempo negarla
però questo è un altro paio di maniche.
Il punto è che nelle cronache ci finiscono i casi in cui e quando la chiesa ne è invischiata, questa ha fatto di tutto per evitare lo scandalo, non agendo propriamente ne per il bene delle vittime ne per il bene della fede stessa
prendendo dei provvedimenti che farebbero ridere qualsiasi qualsiasi tribunale, sono stati resi noti casi in cui la chiesa ha patteggiato, ha pagato denaro, e via discorrendo,
non si tratta certo di ''alcuni''
ma di ''molti''
tanto che a volte questo modo di esprimersi sulle vicende come se fosse una ''prassi usuale'' della chiesa di fronte a queste vicende, non è del tutto inappropriato
è per questo che questi documenti sono ambigui
e sembra che siano fatti apposta cosi per negare e affermare alla bisogna
perchè c'è sempre la famosa dicotomia fra atteggiamento reale e teoria

io dico sempre che sono i fatti quelli che contano
poi concordo che con la fede possono centrarci poco
ma siamo fatti di carne
e non restiamo freddi e insensibili di fronte a certi fatti

un abraccio
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[Modificato da helenhelen 04/01/2009 14:15]
04/01/2009 14:36
 
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Trianello scrive:

in più, il vescovo è tenuto a mantenere riservate le confidenze dei presbiteri a lui sottoposti. Ergo, spetta al vescovo decidere, in piena libertà di coscienza, stabilire se ci siano gli estremi per denunciare un presbitero accusato di pedofilia alle autorità competenti.


Concordo sul fatto che di strumentalizzazioni al riguardo ce ne siano fin troppe e che gli anti-cattolici arrivino a dirne di ogni pur di gettar fango sul cattolicesimo.

Devo però dire di non essere per nulla daccordo con l'affermazione che ti ho quotato. Indipendentemente dalle disposizioni della chiesa, "la legge" non deve essere mai subordinata alle leggi interne di una religione. La pedofilia è un reato penale e il compito di stabilire se "un possibile" "stupratore" (che sia un presbiterio o meno) sia colpevole o meno non spetta al vescovo ma agli organi di polizia.
Questo per vari motivi, il primo del quale è che tutti i crimini o presunti crimini devono essere preventivamente denunciati agli organi competenti. Un secondo motivo è che un vescovo non è un'investigatore e quindi non è competente al fine di svolgere delle indagini per appurare la colpevolezza o l'innocenza di chichessia.
In terzo luogo, se ogni associazione (religiosa o meno) avesse l'avvallo per "valutare" in modo preventivo situazioni di questo tipo la maggioranza degli atti criminosi sarebbe impunita.
In ultimo, se è da considerare leggittimo che un vescovo possa decidere autonomamente "se denunciare o meno alle autorità competenti" un presbiterio accusato di pedofilia, bè....allora è giustificata anche la prassi geovista!

Ciao
Gabry
[Modificato da gabriele traggiai 04/01/2009 14:47]
04/01/2009 16:23
 
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Io invece penso che sia inevitabile valutare nella nostra mente se le prove a carico di qualcuno esistano o si tratti sono di pettegolezzi. Nella mia vita ho sentito spettegolare su una quantità di persone, gente che mi diceva che il tal x era ricco perché era un ricettatore, che quell'altro era ricco perché gestiva della pirateria informatica, ecc. Ma non mi sono certo sognato di andarlo a raccontare alla polizia. Questi procedimenti possono essere disastrosi per la vita di un uomo, anche un solo sospetto può distruggere la vita di una persona per sempre. Non esistono solo i diritti delle vittime, esiste anche il diritto di una persona a non sentirsi calunniata e a non passare attraverso un inferno giuridico, anche se poi dovesse risultare innocente. Il discrimine tra i casi che meritano attenzione e quelli che sono solo pettegolezzi non può che essere valutato da una singola persona.
Bisogna poi considerare il modo in cui il vescovo viene a conoscenza di determinate questioni, perché esiste anche il segreto confessionale.

Aggiungo poi che il bene, essendo la norma del corretto vivere, non fa notizia. Che i vescovi facciano il loro dovere denunciando i pedofili non è notizia che meriti la prima pagina di un giornale, mentre uno scandalo d'insabbiamento si. Io vorrei sapere se la gente che parla di prassi abituale del clero cattolico nell'insabbiare i casi di pedofilia abbia le basi per poter giustificare quello che dice. Non ha senso dire che si sono sentiti anche 100 casi di insabbiamento, perché finché non finché non si conosce il numero totale dei casi di pedofilia non si potrà mai dire se quei 100 casi di insabbiamento siano un trascurabile 1% rispetto al totale o se invece siano un 90%
[Modificato da Polymetis 04/01/2009 16:27]
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
04/01/2009 18:01
 
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Poly scrive:

Io invece penso che sia inevitabile valutare nella nostra mente se le prove a carico di qualcuno esistano o si tratti sono di pettegolezzi. Nella mia vita ho sentito spettegolare su una quantità di persone, gente che mi diceva che il tal x era ricco perché era un ricettatore, che quell'altro era ricco perché gestiva della pirateria informatica, ecc.


Quì non si tratta di valutare un pettegolezzo. L'accusa di pedofilia è una violazione grave, e ripeto, un vescovo non mi pare sia la persona adatta per valutare una simile situazione. Facciamo un esempio di un caso reale:

Un bambino di 8 anni dice di essere stato "toccato" da un prelato (non sappiamo se sia vero o meno). La legge dice che in ogni caso tale sospetto deve essere segnalato alla Polizia. Saranno poi le indagini della polizia a stabilire se l'accusa era fondata o meno.

, anche un solo sospetto può distruggere la vita di una persona per sempre. Non esistono solo i diritti delle vittime, esiste anche il diritto di una persona a non sentirsi calunniata e a non passare attraverso un inferno giuridico, anche se poi dovesse risultare innocente.


Assolutamente daccordo, ma purtroppo questo è un limite umano conseguenza del fatto che qualcuno mente e qualcuno no. In ogni caso questa è un'eventualità che si presenta perchè "il giornalismo" amplifica episodi che potrebbero rimaner riservati fino all'adempimento delle indagini. Accade in ogni campo. Cosa succederebbe se ad un commissario venisse detto in via ufficiosa: "Quel sacerdote è stato accusato da un bambino di essere stato "toccato", ma è il vescovo che stà valutando la faccenda e se è il caso di avvisarvi"!

Non credo che il commissario dica : "Ah Ok, fatemi sapere"!

Bisogna poi considerare il modo in cui il vescovo viene a conoscenza di determinate questioni, perché esiste anche il segreto confessionale.


E no, Poly! Il segreto confessionale è al di sopra della legge? Allora, quando puntiamo il dito sugli anziani dei TDG che si appellano al "segreto confessionale" per nascondere i casi di pedofilia, cosa facciamo accademia? Due pesi, due misure?
Se tale informazione è stata rivelata in confessione, il vescovo non denuncia il pedofilo?

Aggiungo poi che il bene, essendo la norma del corretto vivere, non fa notizia. Che i vescovi facciano il loro dovere denunciando i pedofili non è notizia che meriti la prima pagina di un giornale, mentre uno scandalo d'insabbiamento si. Io vorrei sapere se la gente che parla di prassi abituale del clero cattolico nell'insabbiare i casi di pedofilia abbia le basi per poter giustificare quello che dice. Non ha senso dire che si sono sentiti anche 100 casi di insabbiamento, perché finché non finché non si conosce il numero totale dei casi di pedofilia non si potrà mai dire se quei 100 casi di insabbiamento siano un trascurabile 1% rispetto al totale o se invece siano un 90%


Assolutamente daccordo. Io però stò dicendo che è inammissibile che venga affidata ad un vescovo la valutazione di una così grave faccenda. Inoltre, in questo modo, si dà spazio ad eventuali azioni da parte di un prelato che avrebbe convenienza (i disonesti sono ovunque anche nella chiesa cattolica) a nascondere i fatti!

Ciao
Gabry
04/01/2009 19:14
 
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Re:

eh sarebbe troppo comodo per la chiesa
parlare di ''segreto confessionale''
mi pare fuorviante

04/01/2009 19:19
 
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Aggiungo poi che il bene, essendo la norma del corretto vivere, non fa notizia. Che i vescovi facciano il loro dovere denunciando i pedofili non è notizia che meriti la prima pagina di un giornale, mentre uno scandalo d'insabbiamento si.


questo è un luogo comune
un po demodè
con i ''ruoli'' e le ''parti'' che ben conosciamo
oggi proprio è demodè affermare una cosa del genere
tendenzioso per quanto conosco e recepisco la tua dialettica



04/01/2009 19:25
 
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Re:

Non ha senso dire che si sono sentiti anche 100 casi di insabbiamento, perché finché non finché non si conosce il numero totale dei casi di pedofilia non si potrà mai dire se quei 100 casi di insabbiamento siano un trascurabile 1% rispetto al totale o se invece siano un 90%


statisticamente ha invece senso
e non solo statisticamente
anche per un solo caso non è trascurabile
non c'è bisogno di conoscere il numero totale di pedofili per sapere
che nella CC cattolica ce ne sono molti
basta fare una statistica se proprio
pervicacemente non si vuole tenere conto
di quelli di cui si è a conoscenza
gli studiosi di numeri dicono che il fenomeno nella chiesa è pandemico
04/01/2009 23:16
 
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ancora!!!
Pensavo che su questo caso,se ne fosse già parlato abbastanza,
però vorrei aggingere solo una cosa.
La chiesa non ha mai impedito alle vittime di andare alla polizia a denunciare dei fatti accaduti,poi se la chiesa faccia anche lei e chi per lei le sue indagini,non vedo come questo possa entrarci
con la giustizia.
Ci sarebbe stato l'affossamento da parte di uomini di chiesa,se avessero offerto prima dei "soldi"perchè non si diffondesse la notizia.
Ormai pensavo che non se ne parlasse più di tutte le "baggianate"
sparate da Santoro e company.
Grazie a Dio sono ormai 44 anni che faccio parte della chiesa
cattolica,e in tutti i posti che ho girato,non vi sono mai stati casi
del genere.
Comunque sia anche per me è una cosa vergognosa compiere queste
azioni,tanto più da un sacerdote,ed è giusto che esso sia processato come tutti i delinquenti,
ma quello che mi fà pi paura per loro è il giudizio di Dio,
perchè non hanno sorretto la debolezza umana,ma l'hanno calpestata.
Vi saòluto in Cristo Gesù.
Ciao da Filippo65. [SM=g1543902]


[SM=g1537159]
04/01/2009 23:44
 
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Re:
Trianello scrive:


in più, il vescovo è tenuto a mantenere riservate le confidenze dei presbiteri a lui sottoposti. Ergo, spetta al vescovo decidere, in piena libertà di coscienza, stabilire se ci siano gli estremi per denunciare un presbitero accusato di pedofilia alle autorità competenti.



sono d´accordo con Gabriele.Non possiamo usare due pesi e due misure per i casi di pedofilia!
Quando usano lo stesso sistema,i tdg, vengono criticati per non aver denunciato il responsabile.
Ha ragione Gabriele,la pedofilia é un reato penale e va perseguito come tale a prescindere dal tipo di religione che si professa!


[SM=g1543902]

Giovanni(Germany) [SM=p1543866]
----------------------------------------------------
La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere! Perché io so di sapere più di te, che pensi di sapere.(Socrate)
04/01/2009 23:46
 
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Re: ancora!!!
[SM=x570923]
filippo65, 04.01.2009 23:16:

Pensavo che su questo caso,se ne fosse già parlato abbastanza,
però vorrei aggingere solo una cosa.
La chiesa non ha mai impedito alle vittime di andare alla polizia a denunciare dei fatti accaduti,poi se la chiesa faccia anche lei e chi per lei le sue indagini,non vedo come questo possa entrarci
con la giustizia.
Ci sarebbe stato l'affossamento da parte di uomini di chiesa,se avessero offerto prima dei "soldi"perchè non si diffondesse la notizia.
Ormai pensavo che non se ne parlasse più di tutte le "baggianate"
sparate da Santoro e company.
Grazie a Dio sono ormai 44 anni che faccio parte della chiesa
cattolica,e in tutti i posti che ho girato,non vi sono mai stati casi
del genere.
Comunque sia anche per me è una cosa vergognosa compiere queste
azioni,tanto più da un sacerdote,ed è giusto che esso sia processato come tutti i delinquenti,
ma quello che mi fà pi paura per loro è il giudizio di Dio,
perchè non hanno sorretto la debolezza umana,ma l'hanno calpestata.
Vi saòluto in Cristo Gesù.
Ciao da Filippo65. [SM=g1543902]


[SM=g1537159]


[SM=x570923] Aggiundendo che pur sapendo che i preti sono degli uomini, con i loro pregi e i loro difetti, situazioni di questo tipo proprio per la posizione che occupano causano danni di immagine notevole. Talvolta ho l'impressione che invece di voler preservare e aiutare i giovani, alcuni ci sguazzino dentro, approffitandone unicamente per criticare la chiesa cattolica, evitando di affrontare il problema. Probabilmente il prete-pedofilo avrebbe commesso quello che ha commesso anche se non fosse stato sacerdote. (Il discorso, con gli opportuni cambiamenti vale anche per altre realtà). Bisognerebbe aiutare le vittime e punire i colpevoli, cercando di spezzare anche le catene. Socrates

05/01/2009 00:09
 
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Probabilmente il prete-pedofilo avrebbe commesso quello che ha commesso anche se non fosse stato sacerdote. (Il discorso, con gli opportuni cambiamenti vale anche per altre realtà). Bisognerebbe aiutare le vittime e punire i colpevoli, cercando di spezzare anche le catene. Socrates


Perfettamente daccordo. Alcuni non perdono l'occasione per attaccare il cattolicesimo con qualunque pretesto. Ritengo che certi tentativi siano deplorevoli. Del documento citato da Bikki se ne è già parlato ed è sempre la solita storia (ergo Bufala), ovvero dove sarebbe questo "documento (dell'attuale Papa) entrato in possesso di chi non si sà chi?"

Invece la mia riflessione sulla leggittimità da parte di un vescovo di poter valutare se denunziare o meno alle autorità "un'eventuale" pedofilo, bè la mia opinione è la stessa che riservo agli anziani geovisti che si appellano al segreto confessionale per non svelare "i loro pedofili".

Ciao
Gabry
05/01/2009 00:21
 
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“Quì non si tratta di valutare un pettegolezzo. L'accusa di pedofilia è una violazione grave, e ripeto, un vescovo non mi pare sia la persona adatta per valutare una simile situazione.”



Come ripeto non si può denunciare qualunque cosa ti venga agli orecchi per il semplice fatto che qualcuno te l’ha riferita, dalle mie parti si è innocenti fino a prova contraria e dunque io aspetterei di avere qualcosa in mano prima di rovinarla vita di qualcuno.


“In ogni caso questa è un'eventualità che si presenta perchè "il giornalismo" amplifica episodi che potrebbero rimaner riservati fino all'adempimento delle indagini. Accade in ogni campo. Cosa succederebbe se ad un commissario venisse detto in via ufficiosa: "Quel sacerdote è stato accusato da un bambino di essere stato "toccato", ma è il vescovo che stà valutando la faccenda e se è il caso di avvisarvi"!”



Il commissario indagherebbe, come suo dovere. Ma ciò non toglie il fatto che se io fossi quel vescovo mi sentirei del tutto legittimato a valutare caso per caso. Inutile fare teoremi, ogni situazione è diversa e va valutata in situ. E' ovvio che, prima di qualunque azione, una persona voglia vederci chiaro.


“E no, Poly! Il segreto confessionale è al di sopra della legge? Allora, quando puntiamo il dito sugli anziani dei TDG che si appellano al "segreto confessionale" per nascondere i casi di pedofilia, cosa facciamo accademia? Due pesi, due misure?”



Visto che non ho mai parlato del segreto confessionale degli anziani dei tdG non so proprio come tu possa accusarmi di usare due pesi e due misure. Non ho idea di cosa di cosa dica il diritto canonico nel caso di qualcuno che confessa un crimine, personalmente ritengo che il confessore in questione dovrebbe ordinare al penitente di costituirsi. Non credo invece dovrebbe rivelare a chicchessia quello che gli è stato confessato, il segreto professionale esiste per psichiatri, avvocati, e preti. Che dire dei TdG e dei loro anziani? Nei TdG non c’è l’istituto della confessione, non esiste la situazione dell’andarsi a confessare, non c’è dunque alcun parallelo. Se un TdG dice qualcosa al suo anziano lo fa a suo rischio e pericolo, perché non esiste in questa religione un’istituzione che sancisca un binomio tra confessore e penitente.


“Assolutamente daccordo. Io però stò dicendo che è inammissibile che venga affidata ad un vescovo la valutazione di una così grave faccenda”



Come ripeto non è questione di essere vescovi o meno, è questione del fatto che è impossibile per chiunque riferire qualunque pettegolezzo sente alla polizia, se così fosse avrei dovuto denunciare metà del mio paese. Ci vuole qualcosa, e la capacità di discernimento.

Per Helen


“eh sarebbe troppo comodo per la chiesa
parlare di ''segreto confessionale''”



Oltre ad affermare, vorresti anche argomentare?


“questo è un luogo comune
un po demodè”



Aggettivi e non sostantivi. Perché è un “luogo comune”, e perché è “demodé”. Quale indagine sociologica avrebbe smentito questo fatto? O forse vuoi negare che ai giornali e nei Telegiornali siano i fatti spiacevoli ad occupare il 90% dei servizi?


“anche per un solo caso non è trascurabile”



Certo, nessun caso è trascurabile. Quello che non ho ancora capito è in base a che cosa dei singoli casi dovrebbero costituire una percentuale notevole se non si conosce qual è l’entità dell’intero.


“non c'è bisogno di conoscere il numero totale di pedofili per sapere
che nella CC cattolica ce ne sono molti”



Sì, molti, ma rispetto a che cosa? La percentuale di pedofili tra i preti cattolici è maggiore rispetto alla percentuale che si riscontra tra i pastori delle altre confessioni o più in generale rispetto a qualsiasi altra fetta di popolazione presa a caso? E se sì, in base a che cosa?
Il fatto che tu senta parlare di scandali di pedofilia nel clero cattolico dipende dal fatto che esso è gerarchico, e che ogni prete fa capo ad una parrocchia, la quale a sua volta fa capo ad una diocesi, e così via all’insù. Quindi, attaccare un prete cattolico, non vuol dire attaccare un singolo, ma spennare le casse di una diocesi e mandarla in bancarotta. Questo è il motivo per cui un processo ad un prete cattolico è comodo e fa scalpore, mentre un processo ad altri è irrilevante.


“basta fare una statistica se proprio
pervicacemente non si vuole tenere conto
di quelli di cui si è a conoscenza”



Mi sfugge di cosa parliamo. Discutiamo di quanti siano i preti cattolici pedofili in relazione al totale, o discutiamo di quanti casi di insabbiamento esistono? Mi sembrava che fosse la seconda.
E quale sarebbe questa statistica? Puoi forse fornire una statistica che, sulla base del numero di casi di pedofilia totali, dica quanti sono quelli insabbiati e quelli che invece hanno trovato le autorità ecclesiastiche collaborative?

Ad maiora
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Re: ancora!!!


filippo65, 04/01/2009 23.16:


Ormai pensavo che non se ne parlasse più di tutte le "baggianate"
sparate da Santoro e company.
[SM=g1543902]
[SM=g1537159]




non capisco il tuo ragionamento, su che basi affermi che Santoro dica delle Baggianate, Santoro non ha fatto altro che fare degnamente il suo mestiere mettendo insieme le basi per intavolare una discussione
che si è svolta in maniera pressochè rispettosa, senza accuse
generalizzate, con tanto di contraddittorio
cerano Fisichella e Don di Noto, c'erano Marco Marchese
insieme alle vittime della pedofilia di alcuni preti vittime due volte perchè anche vittime dell'omertà curiale
05/01/2009 00:33
 
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Poly:

Come ripeto non si può denunciare qualunque cosa ti venga agli orecchi per il semplice fatto che qualcuno te l’ha riferita, dalle mie parti si è innocenti fino a prova contraria e dunque io aspetterei di avere qualcosa in mano prima di rovinarla vita di qualcuno.


Sono daccordo, ma non ho ancora capito che cosa significa che il vescovo deve valutare......
Deve valutare se trattasi di pettegolezzo, o deve valutare un'individuo che ha a suo carico delle accuse precise e dopo aver valutato tali accuse deciderà se denuncialo o meno? Credo di non aver afferrato il senso della questione.
Specifico ancora una volta che non mi riferisco a pettegolezzi, ma ad una situazione dove c'è un minore (con nome e cognome) che accusa un presbiterio. In questa situazione gli unici a dover indagare e gli unici a saper indagare sono gli organi di polizia e non un vescovo; In una situazione del genere non dovrebbe esserci nessun dubbio su cosa fare.

Visto che non ho mai parlato del segreto confessionale degli anziani dei tdG non so proprio come tu possa accusarmi di usare due pesi e due misure.


Poly, non parlavo di te, ma del fatto che si accusano (giustamente) gli anziani geovisti di occultare fatti di pedofilia appellandosi al segreto confessionale.

Non ho idea di cosa di cosa dica il diritto canonico nel caso di qualcuno che confessa un crimine, personalmente ritengo che il confessore in questione dovrebbe ordinare al penitente di costituirsi. Non credo invece dovrebbe rivelare a chicchessia quello che gli è stato confessato, il segreto professionale esiste per psichiatri, avvocati, e preti.

Ritengo che "un confessore" nel momento in cui viene a conoscenza di un crimine debba denunciare il crimine stesso. L'etica di avvocati e psichiatri non ha nulla a che vedere con ciò che è giusto o meno.

Che dire dei TdG e dei loro anziani? Nei TdG non c’è l’istituto della confessione, non esiste la situazione dell’andarsi a confessare, non c’è dunque alcun parallelo. Se un TdG dice qualcosa al suo anziano lo fa a suo rischio e pericolo, perché non esiste in questa religione un’istituzione che sancisca un binomio tra confessore e penitente.

Il parallelo esiste eccome. Il binomio in essere tra "confessore e penitente" esistente nella chiesa cattolica è un'ordinamento interno della Chiesa stessa e vale quanto quello che potrebbe pretendere di avere la WTS. Entrambi, reali o meno, non hanno alcun valore dinnanzi alla legge!

[SM=g1543902]
Gabry
[Modificato da gabriele traggiai 05/01/2009 00:56]
05/01/2009 00:59
 
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Re:
Non ho idea di cosa di cosa dica il diritto canonico nel caso di qualcuno che confessa un crimine, personalmente ritengo che il confessore in questione dovrebbe ordinare al penitente di costituirsi. Non credo invece dovrebbe rivelare a chicchessia quello che gli è stato confessato, il segreto professionale esiste per psichiatri, avvocati, e preti

Mi pare che talvolta ci sia un po' di confusione. Mi spiego.
Segreto confessionale: se un prete viene a conoscere un fatto nel segreto della confessione, non può rivelarlo a nessuno. Può (e secondo me dovrebbe) rifiutare l'assoluzione in caso di mancanza di auto-denuncia e deve cercare di indurre la persona ad autodenunciarsi. Credo che rimanga nei limiti imposti dal segreto se si adopera con tutti i mezzi possibili per evitare che il fatto si ripeta. Ben diversa è la situazione di prete che viene informato dalla vittima o da un suo vicino dell'avvenuto crimine: in questo caso oltre ad esortare la vittima fare denuncia, dovrebbe porre esplicitamente in atto tutto quanto è in suo poter per evitare che il fatto si ripeta. Socrates

[Modificato da socrates56 05/01/2009 01:18]
05/01/2009 01:15
 
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Re:


Per Poly


“eh sarebbe troppo comodo per la chiesa
parlare di ''segreto confessionale''”

Oltre ad affermare, vorresti anche argomentare?




volevo solo dire che non mi sembra che la chiesa si sia appellata al ''segreto confessionale''
tutte le volte che ha patteggiato e pagato
e i fatti hanno creato scandalo perchè la chiesa
ha coperto invece di denunciare, è perchè
il segreto confessionale non c'era
la CC non ha potuto difendersi e aver ragione appellandosi al ''segreto confessionale''
non è che se io vado da un vescovo e gli denuncio un prete nella sua giurisdizione perchè i miei figli sono turbati dal comportamento di questo prete, in realtà mi sto confessando e così via..per altre variabili,,,certo puo succedere una volta un bambino puo esprimersi in confessione (?) in questa maniera? eccecc
comprì?
Era chiaro o no?





“questo è un luogo comune
un po demodè”

Aggettivi e non sostantivi. Perché è un “luogo comune”, e perché è “demodé”. Quale indagine sociologica avrebbe smentito questo fatto? O forse vuoi negare che ai giornali e nei Telegiornali siano i fatti spiacevoli ad occupare il 90% dei servizi?



ma io ho parlato di ''ruoli''
era chiaro anche questo che mi pare tu non abbia colto
oggi non mi pare proprio che la chiesa cattolica sia così indifesa
da non saper smentire e lo fa, lo fa benissimo
quando mette in prima linea Don di Noto e molti altri che denunciano i pedofili ad alta volce gridando nelle piazze quando questi non sono dei clericali,
non puo cancellare però la seconda realtà che esiste all'interno di se stessa





“anche per un solo caso non è trascurabile”

Certo, nessun caso è trascurabile. Quello che non ho ancora capito è in base a che cosa dei singoli casi dovrebbero costituire una percentuale notevole se non si conosce qual è l’entità dell’intero.

“non c'è bisogno di conoscere il numero totale di pedofili per sapere
che nella CC cattolica ce ne sono molti”

Sì, molti, ma rispetto a che cosa?



rispetto a se stessa
1 è uno 10 sono tante unità



La percentuale di pedofili tra i preti cattolici è maggiore rispetto alla percentuale che si riscontra tra i pastori delle altre confessioni o più in generale rispetto a qualsiasi altra fetta di popolazione presa a caso? E se sì, in base a che cosa?




io non ho mai detto che è si
io dico di no ma dico anche
che non dovrebbe esistere
ne in generale altrove, ne nelle confessioni religiose
è uno scandalo perchè io faccio affidamento su delle persone di cui mi fido
gli affido i miei figli li affido a dei ministri d Dio e questi mi tradiscono e mi feriscono nel bene più caro
non dovrebbe essere ne coperta ne negata
e che i rei di questo una volta a conoscenza della loro pedofilia devono essere denunciati e sanzionati severamente non dovrebbero essere semplicemente spostati mettendo a rischio altre persone come spesso è accaduto , devono essere messi in condizione di non svolgere più il loro ministero e sopratutto prima di oora doveva essere già così, non a motivo ''degli scandali''


Il fatto che tu senta parlare di scandali di pedofilia nel clero cattolico dipende dal fatto che esso è gerarchico, e che ogni prete fa capo ad una parrocchia, la quale a sua volta fa capo ad una diocesi, e così via all’insù. Quindi, attaccare un prete cattolico, non vuol dire attaccare un singolo, ma spennare le casse di una diocesi e mandarla in bancarotta. Questo è il motivo per cui un processo ad un prete cattolico è comodo e fa scalpore, mentre un processo ad altri è irrilevante.



forse è vero
ma dovresti forse farti meno paturnie e pensare che la presenza di una percentuale fisiologica di abbuffini e sciacalli è ''naturale'' dove ci sono dei soldi,
ma perchè non pensare anche che;
non sarà perchè la CC è cosi grande e il fenomeno è cosi esteso
che ci si puo mettere solo le mani nei capelli?



“basta fare una statistica se proprio
pervicacemente non si vuole tenere conto
di quelli di cui si è a conoscenza”

Mi sfugge di cosa parliamo. Discutiamo di quanti siano i preti cattolici pedofili in relazione al totale, o discutiamo di quanti casi di insabbiamento esistono? Mi sembrava che fosse la seconda.
E quale sarebbe questa statistica? Puoi forse fornire una statistica che, sulla base del numero di casi di pedofilia totali, dica quanti sono quelli insabbiati e quelli che invece hanno trovato le autorità ecclesiastiche collaborative?



Ad maiora


no non posso
pero posso dirti quello che ti ho detto sopra
1) che il fenomeno nella sua eziogenesi statisticamente è pandemico
2) la relazione ce l'ha con se stessa non in base a una quantità comparativa perchè da che mondo è mondo 1 rappresenta una unità, 10 rappresentanto tante (quante sono) unità

05/01/2009 02:16
 
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Per Gabriele


“ad una situazione dove c'è un minore (con nome e cognome) che accusa un presbiterio. In questa situazione gli unici a dover indagare e gli unici a saper indagare sono gli organi di polizia e non un vescovo;”



Sì, te lo concedo, nella situazione da te prospettata io avrei fatto una denuncia. Bisogna solo vedere in quante delle situazioni dove c'è stata una presunta "mancata denuncia" le condizioni erano tali quali tu le presenti, o se si trattava invece di casi più sfumati e dubbi.


“Ritengo che "un confessore" nel momento in cui viene a conoscenza di un crimine debba denunciare il crimine stesso. L'etica di avvocati e psichiatri non ha nulla a che vedere con ciò che è giusto o meno.”



C’è un motivo se esiste il segreto professionale per medici e avvocati, ed è che una persona ha il diritto ad avere qualcuno con cui confidarsi. In questi casi, il penitente si confida proprio perché sa che sarà impossibile per il suo “professionista” di turno tradirlo. Quest’istituzione ha un senso che oltrepassa i singoli casi contingenti.


“l binomio in essere tra "confessore e penitente" esistente nella chiesa cattolica è un'ordinamento interno della Chiesa stessa e vale quanto quello che potrebbe pretendere di avere la WTS.”


No, perché non è legalizzato in alcun modo, a differenza di quanto avviene per il segreto confessionale cattolico di cui parla il Concordato. Mentre quest’istituzione millenaria esiste nella Chiesa cattolica, la WTS non può dimostrare in alcun modo di avere una struttura simile. Comunque la giurisdprudenza non è il mio campo, un avvocato potrebbe illuminarci.

Per Helen


“volevo solo dire che non mi sembra che la chiesa si sia appellata al ''segreto confessionale''
tutte le volte che ha patteggiato e pagato
e i fatti hanno creato scandalo perchè la chiesa
ha coperto invece di denunciare, è perchè
il segreto confessionale non c'era
la CC non ha potuto difendersi e aver ragione appellandosi al ''segreto confessionale''”



Sì, capisco. Volevo solo dire che, qualora sia avvenuto che un’informazione del genere sia stata rinvenuta durante una confessione, allora sarebbe stato anche il caso di valutare questo fattore.


“ma io ho parlato di ''ruoli''
era chiaro anche questo che mi pare tu non abbia colto
oggi non mi pare proprio che la chiesa cattolica sia così indifesa
da non saper smentire e lo fa, lo fa benissimo”



Sì, l’ha fatto, e infatti questa storia “documentata” dalla BBC è una colossale montatura. Tuttavia la volontà di spandere inesattezze tramite i ripetori della rete è inarrestabile. Non basta smentire, occorre che la gente non sia sorda alle smentite perché accecata dall’odio anticlericale.


“rispetto a se stessa
1 è uno 10 sono tante unità”



10 unità sono tante rispetto a che cosa? Non puoi parlare senza percentuali. In Italia ci sono migliaia di ladri, ma siccome siamo 60 milioni, non si può dire che gli italiani siano dei ladri, perché se anche mille sono molti, sono percentualmente una bazzecola.


“io dico di no ma dico anche
che non dovrebbe esistere
ne in generale altrove, ne nelle confessioni religiose
è uno scandalo perchè io faccio affidamento su delle persone di cui mi fido”



Sì, non dovrebbe esistere. Ma questo non togli il fatto che se non c’è alcuna prova del fatto che ci siano più pedofili tra i preti che tra i comuni cittadini, e intendo dire che prendendo 100 preti a caso e 100 cittadini a caso si rinviene la stessa percentuale di pedofili, allora evidentemente non si tratta di un problema della Chiesa Cattolica, ma della razza umana in generale.


“e che i rei di questo una volta a conoscenza della loro pedofilia devono essere denunciati e sanzionati severamente non dovrebbero essere semplicemente spostati mettendo a rischio altre persone come spesso è accaduto , devono essere messi in condizione di non svolgere più il loro ministero e sopratutto prima di oora doveva essere già così”



Sono d’accordo. Quello che non ho ancora capito è in base a che cosa tu credi che l’insabbiamento sia una pratica diffusa. Siamo già d’accordo sul fatto che sia qualcosa di esecrabile, quello che non ho ancora capito è in base a che cosa tu dai la colpa di questo all’istituzione anziché all’operato di singoli vescovi. L’idea che ci fosse in quel documento citato dalla BBC una direttiva Vaticana per occultare i casi di pedofilia, come magistralmente spiegato dall’articolo di Introvigne, è una pura baggianata.


“non sarà perchè la CC è cosi grande e il fenomeno è cosi esteso
che ci si puo mettere solo le mani nei capelli?”



E perché? Proprio perché è grande, un numero elevato di singoli scandali non mi sconvolge. Non posso smettere di fidarmi di 60 milioni di italiani solo perché ce ne sono migliaia condannati per furto nelle patrie galere.


“pero posso dirti quello che ti ho detto sopra
1) che il fenomeno nella sua eziogenesi statisticamente è pandemico”



L’affermazione non è una dimostrazione. Da cosa l’hai evinto? Epidemia è una parola grossa. A che percentuale ti riferisci, e qual è la fonte? Sapiens nihil adfirmat quod non probat.


“la relazione ce l'ha con se stessa”



Appunto. Prendendo il numero totale dei presbiteri, quanti sono tra di essi i pedofili? Sai fornirmi questa percentuale?
Come fai a dire che 10 è tanto e basta? 10 è tanto se il totale è 100, perché vuol dire che un prete su dieci è pedofilo, non se il totale è centomila.

Ad maiora
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
05/01/2009 02:24
 
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Sono daccordo, ma non ho ancora capito che cosa significa che il vescovo deve valutare......



Allora, il vescovo deve valutare la fondatezza e la consistenza delle accuse mosse contro un presbitero a lui sottoposto e, qualora queste risultassero fondate, agire perché questi riceva un’adeguata punizione e gli sia impedito di reiterare il crimine commesso. Ciò vuol dire che il vescovo deve denunciare il prete pedofilo qualora abbia delle prove certe (o comunque consistenti) della sua colpevolezza e qualora ritenga che questo modo di procedere sia il migliore possibile sia nei riguardi delle vittime che del carnefice (la misericordia cristiana non deve mai venire meno, infatti, nemmeno con i pedofili). Ovviamente, se le cose che il vescovo sa le ha sapute in confessione, allora non potrà denunciare nessuno (pena la scomunica).


Ritengo che "un confessore" nel momento in cui viene a conoscenza di un crimine debba denunciare il crimine stesso.



E ritieni male. La confessione sacramentale viene fatta a Dio. Il sacerdote è solo un medium e, durante il sacramento, agisce in persona di Cristo, le cose apprese in confessione, quindi, non possono essere rivelate a nessuno, nemmeno per salvare una vita umana.

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

05/01/2009 06:11
 
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Nel 2004 la conferenza episcopale statunitense commissionò uno studio dettagliato (John Jay Report[1]) sul fenomeno. Da tale studio risulta che il 4% di tutti i sacerdoti in carica negli Stati Uniti dal 1950 al 2002 è stato accusato di crimini a sfondo sessuale. I dati dello studio provengono dagli archivi diocesani in cui sono presenti schede personali su ogni sacerdote accusato di abusi sessuali e su ogni vittima. Le informazioni furono filtrate in modo da garantire l’anonimato sia del sacerdote che della diocesi d’appartenenza.

[....]

Nel 1994 in Irlanda esplose lo scandalo-Brendan Smyth, un sacerdote cattolico nordirlandese accusato di abusi su minori in oltre 40 anni di attività pastorale a Belfast, Dublino e anche negli Stati Uniti. Arrestato e processato da una corte britannica a Belfast, morì in carcere nel 1997. Inizialmente condannato per 17 casi accertati di abusi su minore, durante la sua detenzione furono accertate a Dublino le sue responsabilità in ulteriori 74 casi analoghi.

I casi di pedofilia venuti alla ribalta dagli anni 1990 in poi che hanno visto coinvolti componenti del clero cattolico hanno assunto particolare rilevanza mediatica e politica, tanto da spingere la Chiesa all'istituzione di un'inchiesta indipendente sui fatti[senza fonte]. Papa Benedetto XVI ha definito questi casi «Crimini enormi» .

D'altro canto, Frank Keating, governatore dell'Oklahoma e titolare dell'inchiesta, dimettendosi dal suo incarico ha paragonato il comportamento della Chiesa a quello di un'organizzazione mafiosa.

Nel 2002 è occorso il primo scandalo con eco internazionale, scoppiato in seguito alla scoperta di abusi sessuali perpetrati da più sacerdoti nei confronti di minorenni nell'arcidiocesi di Boston. In seguito, nel 2005, numerosi casi sono stati registrati in Irlanda


[.....]

Secondo una stima di Andrew Greeley, sacerdote dell'arcidiocesi di Chicago e professore di sociologia alle Università di Chicago e dell'Arizona, da 2.000 a 4.000 preti avrebbero abusato di 100.000 minori, spesso senza che alcun provvedimento venisse preso al riguardo.



Massimo Introvigne, citando dati del John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, ha proposto cifre differenti. Dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni (comprendendo, quindi, anche molti casi che non riguardano la pedofilia in senso stretto). Di questi, solo un centinaio sono stati condannati dalle Corti statunitensi. Il basso numero di condanne si spiegherebbe, per lo studio riportato da Introvigne, anche con il fatto che in molti casi all'illecito canonico non corrisponde un reato punito dalla legge penale statale (ad esempio, in alcuni Stati americani, il rapporto tra un sacerdote e una persona minorenne, ma maggiore di sedici anni e consenziente).




Sempre secondo lo stesso studio, il 78,2% delle accuse si riferirebbe a minorenni che hanno superato la pubertà. I sacerdoti accusati di pedofilia in senso proprio sarebbero quindi 958 in cinquantadue anni. Dal 2000 in poi si registrerebbe, inoltre, un declino delle accuse.

La Diocesi di Fairbanks, in Alaska, nel febbraio 2008 ha dichiarato bancarotta , in seguito al risarcimento di 150 vittime del clero tra gli anni '50 e '80. In base alla normativa statunitense utilizzata (il "Chapter 11") la diocesi viene messa in una specie di commissariamento, che provvede (se possibile) a pagare i debitori, ma a questi sono impedite nuove azioni legali nei confronti della società.

[....]

In alcuni casi dei sacerdoti condannati o ricercati all'estero per reati di pedofilia sono stati trasferiti in Italia.

* Il caso di James Tully e il trasferimento a Vicenza. James Tully ha operato per diverso tempo nella cittadina di Ashfield, Massachusetts, fin quando è arrivata la condanna per pedofilia. Il prete è stato infatti accusato da William Nash e da altri ex seminaristi di violenze sessuali su minori. Le indagini hanno portato alla sentenza definitiva che vedeva il parroco colpevole.

Nonostante ciò il Vaticano ha deciso per l'improvviso trasferimento di padre Tully dagli USA all'Italia, dove attualmente svolge la sua professione senza aver mai trascorso un giorno in carcere.

* Joseph Henn, estradato in Arizona, svanisce nel nulla a Roma. Joseph Henn, agli arresti domiciliari nel 2005 presso la casa generalizia dei Padri Salvatoriani in via della Conciliazione, nei pressi del Vaticano, dove risiedeva da anni, era ricercato in Arizona per molestie su tre giovani di età tra i 14 e i 15 anni. In Arizona rischia 259 anni di carcere. Estradato dopo una lunga vertenza giudiziaria dalla Cassazione, al momento dell'arresto svanisce nel nulla. La storia è raccontata nel documentario Sex crimes and the Vatican.

* Padre Yousef Dominic, inglese di origini pakistane, rifugiatosi ad Albisola (SV), fuggito mentre era in libertà su cauzione. Nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura.

* Don Italo Casiraghi, parroco di Gordola, Canton Ticino (Svizzera), dopo la condanna a 6 mesi con la condizionale è stato trasferito a Sesto Calende (VA).

Nell'Arcidiocesi di Boston è esploso uno dei casi più vasti di pedofilia che ha colpito appartenenti alla Chiesa cattolica. Più di duecento sacerdoti (su circa 1500 operanti nella diocesi) sono stati accusati di abusi sessuali, ma poiché il sistema giudiziario americano consente alle vittime di rivalersi economicamente sulle diocesi, gran parte delle stesse ha preferito farsi risarcire dalle diocesi anziché far condannare penalmente i responsabili, per cui si è registrato un forte indebitamento dell'arcidiocesi che ha dovuto vendere numerose proprietà immobiliari per liquidare i rimborsi.

Il cardinale della diocesi di Los Angeles Roger Michael Mahony. Accusato di aver coperto preti pedofili (caso del sacerdote Oliver O'Grady reo confesso di pedofilia), nel luglio del 2007 ha chiesto pubblicamente scusa per gli abusi commessi dai preti della sua diocesi su 508 vittime dopo che queste erano riuscite ad ottenere un risarcimento di 600 milioni di dollari. Gli abusi nella diocesi di Los Angeles sarebbero cominciati negli anni 40 .

Il fenomeno ha coinvolto anche la diocesi di Los Angeles, con 508 vittime e 113 preti coinvolti. Nel 2007 si è giunti ad un accordo extragiudiziario che prevedeva il pagamento della cifra record di 660 milioni di dollari (pari a circa 485 milioni di euro) destinata a rimborsare i danni subiti dalle vittime[76]. In un precedente patteggiamento la diocesi di Los Angeles aveva accettato di versare altri 114 milioni di dollari di risarcimento. Pertanto, complessivamente, la diocesi di Los Angeles ha patteggiato risarcimenti per 774 milioni di dollari.

Nel 2006 un documentario, Deliver Us from Evil, accusò i vertici dell'arcidiocesi di Los Angeles di essere a conoscenza degli abusi commessi sui minori -in alcuni casi addirittura infanti- da oltre 20 anni e di non aver preso contromisure per arginare il fenomeno.

Nel dicembre 2007 l'arcidiocesi di Los Angeles è stata condannata al pagamento di 500 000 dollari perché sette dei suoi sacerdoti avevano violentato Rita Milla da quando questa aveva 16 anni. La donna ha anche una figlia da uno di questi prelati, mentre un altro aveva tentato di farla abortire in cambio di denaro.

Nell'agosto 2008 l'arcidiocesi di Chicago ha patteggiato di versare altri 12,6 milioni di dollari in risarcimento delle vittime degli abusi sessuali commessi da parte di 10 propri sacerdoti a 15 vittime. L' arcidiocesi di Chicago ha già versato 65 milioni di dollari di risarcimento per 250 casi di pedofilia commessi da sacerdoti della propria diocesi. Sono ancora in corso i giudizi altri 20 giudizi simili.

Il patteggiamento in USA esclude la condanna penale e quindi impedisce di considerare questi casi come condanne.

Negli Stati Uniti d'America esiste un archivio in cui sono riportati più di 4.000 casi giudiziari
(il grassetto il corsivo e il sottolineato sono miei)
Potete continuare quà it.wikipedia.org/wiki/Pedofilia_e_Chiesa_cattolica
a leggere la cronaca
di queste tristi vicende
questo perchè il ''Sex crime and Vatican'' è tutta una bufala di ''Santoro che dice delle baggianate'' e una montatura di quegli sporchi comunisti con i radicali che ce l'hanno col vaticano
peccato che questi dati ce li forniscono le cronache giudiziarie e le testimonianze, ma mica crederete che il fenomeno si esaurisca quà, sapete com'è la storia della punta dell'iceberg?, Questi dati non ce li forniscono ne Santoro ne i comunisti con i radicali, ah è vero dimenticavo ci sono ora anche gli avvocati che cercano fama e le false vittime che cercano di'' spennare la santa sede''
non ci sono tra questi i clericali che li hanno commessi questi abusi no?
[SM=x570867]

spero che a Poly questi dati non sembrino delle cazzate rispetto
alle cazzate totali
vediamo con che cosa dovremmo compararli
poly perchè non provi a compararli con il numero totale dei prelati
e come ti dicevo a fare una statistichina
vedi cosa ti esce fuori
[SM=g1543902]
[Modificato da helenhelen 05/01/2009 06:35]
05/01/2009 10:46
 
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Re:
Bicchiere mezzo pieno, 04/01/2009 10.03:

http://www.ildialogo.org/Ratzinger/pretipedofili/ratzingerepedof09012007.htm

Nel maggio del 2001, il Cardinal Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, inviò una lettera confidenziale a tutti i vescovi cattolici per proteggere la Chiesa nascondendo gli abusi sessuali sui bambini. Tali abusi dovevano rimanere segreti fino a 10 anni dopo che le vittime avessero raggiunto l’età adulta. Chi avesse violato il segreto sarebbe stato punito anche con la scomunica.

Riportiamo l’articolo del Guardian:

Pope "obstructed" sex abuse inquiry.
Confidential letter reveals Ratzinger ordered bishops to keep allegations secret.

Jamie Doward, religious affairs correspondent
Sunday April 24, 2005
The Observer

Pope Benedict XVI faced claims last night he had "obstructed justice" after it emerged he issued an order ensuring the church’s investigations into child sex abuse claims be carried out in secret.

The order was made in a confidential letter, obtained by The Observer, which was sent to every Catholic bishop in May 2001.

It asserted the church’s right to hold its inquiries behind closed doors and keep the evidence confidential for up to 10 years after the victims reached adulthood. The letter was signed by Cardinal Joseph Ratzinger, who was elected as John Paul II’s successor last week.

Lawyers acting for abuse victims claim it was designed to prevent the allegations from becoming public knowledge or being investigated by the police. They accuse Ratzinger of committing a "clear obstruction of justice".

The letter, "concerning very grave sins", was sent from the Congregation for the Doctrine of the Faith, the Vatican office that once presided over the Inquisition and was overseen by Ratzinger.

It spells out to bishops the church’s position on a number of matters ranging from celebrating the eucharist with a non-Catholic to sexual abuse by a cleric "with a minor below the age of 18 years". Ratzinger’s letter states that the church can claim jurisdiction in cases where abuse has been "perpetrated with a minor by a cleric".

The letter states that the church’s jurisdiction "begins to run from the day when the minor has completed the 18th year of age" and lasts for 10 years.

It orders that "preliminary investigations" into any claims of abuse should be sent to Ratzinger’s office, which has the option of referring them back to private tribunals in which the "functions of judge, promoter of justice, notary and legal representative can validly be performed for these cases only by priests".

"Cases of this kind are subject to the pontifical secret," Ratzinger’s letter concludes. Breaching the pontifical secret at any time while the 10-year jurisdiction order is operating carries penalties, including the threat of excommunication.

The letter is referred to in documents relating to a lawsuit filed earlier this year against a church in Texas and Ratzinger on behalf of two alleged abuse victims. By sending the letter, lawyers acting for the alleged victims claim the cardinal conspired to obstruct justice.

Daniel Shea, the lawyer for the two alleged victims who discovered the letter, said: "It speaks for itself. You have to ask: why do you not start the clock ticking until the kid turns 18? It’s an obstruction of justice."

Father John Beal, professor of canon law at the Catholic University of America, gave an oral deposition under oath on 8 April last year in which he admitted to Shea that the letter extended the church’s jurisdiction and control over sexual assault crimes.

The Ratzinger letter was co-signed by Archbishop Tarcisio Bertone who gave an interview two years ago in which he hinted at the church’s opposition to allowing outside agencies to investigate abuse claims.

"In my opinion, the demand that a bishop be obligated to contact the police in order to denounce a priest who has admitted the offence of paedophilia is unfounded," Bertone said.

Shea criticised the order that abuse allegations should be investigated only in secret tribunals. "They are imposing procedures and secrecy on these cases. If law enforcement agencies find out about the case, they can deal with it. But you can’t investigate a case if you never find out about it. If you can manage to keep it secret for 18 years plus 10 the priest will get away with it," Shea added.

A spokeswoman in the Vatican press office declined to comment when told about the contents of the letter. "This is not a public document, so we would not talk about it," she said.

IN ITALIANO

Il papa ha ‘occultato’ l’inchiesta sugli abusi sessuali
di Jamie Doward

Una lettera confidenziale rivela che Joseph Ratzinger ordinò ai vescovi di non svelare gli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici.

Papa Benedetto XVI ha dovuto recentemente far fronte alle dichiarazioni che lo accusano di aver “ostacolato la giustizia”, in riferimento alla sua volontà di mantenere segreta l’inchiesta interna della Chiesa cattolica sullo scandalo degli abusi sessuali su minori.

L’ordine venne impartito tramite l’invio di una lettera segreta - di cui l’Observer è entrato in possesso - inviata nel maggio del 2001 ad ogni vescovo della Chiesa cattolica.

Nella lettera si affermava come la Chiesa dovesse riservarsi il diritto di non rendere pubbliche le proprie indagini per fino a 10 anni dal momento in cui le vittime degli abusi avessero raggiunto l’età adulta. La lettera portava la firma del cardinale Joseph Ratzinger, il successore di Giovanni Paolo II.

I legali delle vittime hanno dichiarato che questa iniziativa aveva un duplice obiettivo: evitare che le ipotesi di reato diventassero di pubblico dominio e impedire che gli organi di polizia ne venissero a conoscenza. Gli avvocati accusano Ratzinger di aver commesso una chiara azione di ostacolo al normale corso della giustizia.

La lettera, che menzionava il compimento di ‘peccati molto gravi’, fu inviata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ufficio vaticano di fatto erede della Santa Inquisizione, per lungo tempo diretto da Ratzinger. Veniva chiaramente illustrata la posizione della Chiesa in merito a diverse questioni, dalla celebrazione del sacramento dell’eucarestia non da parte di cattolici alle molestie sessuali perpetrate da clericali nei confronti di minorenni.

La lettera di Ratzinger affermava che in questi casi la Chiesa poteva legittimamente rivendicare una propria autonoma giurisdizione.

La lettera affermava che la ‘giurisdizione’ della Chiesa doveva avere inizio dal giorno in cui il minore avesse compiuto i 18 anni d’età e, inoltre, per i successivi 10 anni.

Essa prevedeva come i resoconti delle ‘indagini preliminari’ su ogni singolo caso di abuso dovessero essere inviate all’ufficio di cui Ratzinger era a capo, il quale si riservava l’opzione di riferirne a speciali tribunali privati, al cui interno le cariche di giudice, pubblico ministero, notaio e rappresentante legale venivano ricoperte esclusivamente da ecclesiastici.

‘Situazioni di questo tipo sono coperte dal segreto pontificio’, concludeva la lettera di Ratzinger. L’infrazione del segreto pontificio in qualsiasi momento del periodo dei dieci anni di giurisdizione della Chiesa veniva intesa come una grave azione, perseguibile anche attraverso la minaccia di scomunica.

Della lettera di Ratzinger si è fatto riferimento in una causa avviata contro una chiesa del Texas all’inizio di quest’anno, a difesa di due giovani vittime di abusi. I legali hanno accusato Ratzinger di aver cospirato per ostacolare il corso della giustizia.

Daniel Shea, il legale delle due vittime che ha divulgato la lettera, ha affermato: “La lettera si commenta da sola. Bisognerebbe chiedersi: perché mai il segreto sulle indagini deve rimanere così a lungo? È un’ostruzione al normale corso della giustizia”.

Padre John Beal, professore di diritto canonico all’Università Cattolica degli Usa, nel corso della propria deposizione l’otto aprile dell’anno scorso, ha riferito sotto giuramento all’avvocato Shea come la lettera ampliasse i poteri di giurisdizione e di controllo della Chiesa sui crimini sessuali perpetrati da ecclesiastici.

La lettera di Ratzinger era stata co-firmata dall’arcivescovo Tarcisio Bertone, il quale due anni fa rilasciò un’intervista nella quale accennava alla contrarietà della Chiesa nel consentire a soggetti esterni di indagare sui presunti abusi sessuali perpetrati. “Secondo il mio punto di vista, la richiesta secondo cui un vescovo debba essere obbligato a denunciare agli organi di polizia gli atti di pedofilia commessi da un prete è completamente infondata” disse Bertone.

L’avvocato Shea ha contestato l’ordine secondo il quale i presunti casi di pedofilia debbano essere giudicati solo da tribunali segreti. “Essi impongono procedure di riservatezza. Se le agenzie di investigazione scoprono il caso, possono occuparsene. Ma non si può indagare su un caso se non lo si scopre mai. Se si impone di mantenere il riserbo prima per diciotto anni e poi per altri dieci, i responsabili la faranno franca”, ha aggiunto.

Un portavoce dell’ufficio stampa del Vaticano ha rifiutato di commentare ciò che è stato detto sul contenuto della lettera. “Non trattandosi di un documento pubblico, non è possibile parlarne” ha detto.

Commento mio:
anche se molto spesso si parla del modo brusco e incivile in cui per motivi di procedure e per motivi di immagine le vittime di pedofilia all'interno della WTS non riescono ad avere giustizia, noto con grande dispiacere che una cosa analoga accade anche in casa cattolica.

Ora, è ovvio che un cattolico non ha fede nella Chiesa per il sano e ottimo comportamento dei membri del clero ma principalmente per gli insegnamenti trasmessi da 2000 anni inalterati attraverso la Traditio Orale e la Sacra Scrittura.
Però non posso fare a meno di fare mio lo spirito di un Francesco d'Assisi che inveiva contro il clero del suo tempo.
Se poi tanta gente perde la propria fede nella Chiesa che gli insabbiatori e i nasconditori si mettano una mano sulla coscienza e giudichino le loro opere.

Che poi io dico, sempre con questa fissazione che la Chiesa deve mantenere intatta la propria immagine (nascondendo quindi lo schifo di alcuni prealti)! Ma non lo capiscono che la fede della gente deve basarsi sulla dottrina e non sulla santità della chiesa stessa? Non sono proprio loro a insegnare che l'uomo può cedere e venire meno qualunque incarico ricopra, anche incarichi di grande importanza e rilevanza all'interno della comunità religiosa? Questo non dovrebbe far loro capire che allora non ci dovrebbe essere alcun problema anche a permettere che la giustizia secolare dello Stato possa fare il suo corso anche con 'pastori' che hanno commesso atti ignominiosi nei confronti di piccole creature innocenti (i bambini)?

E allora perchè continuano a essere fissati con l'idea di difendere l'immagine della Chiesa? Senza contare che ciò è ancora più controproducente per la fede degli stessi cattolici. Siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, prima o poi si potrà anche venire a sapere che alcuni casi di pedofilia sono stati insabbiati agli occhi della gisutizia secolare... ...e come pensate che possa reagire un cattolico vedendo che i propri stessi 'pastori' hanno coperto peccati di tale enorme gravità?
Alla fine perderebbe la fede ancora di più che nel semplicemente apprendere che un prete, un vescovo o un cardinale possa aver commesso un reato del genere!

Quindi io dico che questa pratica di insabbiare i peccati di pedofilia allo scopo di mentenere integra l'immagine di una chiesa (sia che sia la CC sia che sia la WTS o qualunque altra) è diabolica, ispirata dalla stessa malvagia mente di Satana il Diavolo!
Smettiamola di dare luogo al diavolo, fratelli, e consentiamo che la giustizia di Dio, attraverso le autorità superiori da Lui poste, possa finalmente compirsi.

Scusate lo sfogo!






Ma come il The Guardian (quello che scrisse il famoso articolo sull'ONu/Tdg) era contro i Tdg e di fatto di stampo cattolico??

05/01/2009 12:04
 
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Trianello scrive:

Allora, il vescovo deve valutare la fondatezza e la consistenza delle accuse mosse contro un presbitero a lui sottoposto e, qualora queste risultassero fondate, agire perché questi riceva un’adeguata punizione e gli sia impedito di reiterare il crimine commesso. Ciò vuol dire che il vescovo deve denunciare il prete pedofilo qualora abbia delle prove certe (o comunque consistenti) della sua colpevolezza e qualora ritenga che questo modo di procedere sia il migliore possibile sia nei riguardi delle vittime che del carnefice (la misericordia cristiana non deve mai venire meno, infatti, nemmeno con i pedofili)


Innanzi tutto tengo a precisare che non stò chiedendo "lumi" perchè voglio far polemica ma perchè non conosco la prassi cattolica e forse ho capito male io certe dichiarazioni. Detto questo rispondo a quanto da te scritto.

Quanto quotato sopra non è del tutto chiaro, quindi faccio un esempio di un possibile caso di pedofilia (ritengo che la Chiesa non sia da condannare se tra i suoi sacerdoti qualcuno si è macchiato di questo crimine, i sacerdoti sono umani come chiunque altro):

Il caso è questo:

Un Bambino (facciamo che è un Chierichetto) accusa un prelato di aver abusato di lui più di una volta. Allora interviene il vescovo e chiede al prelato lumi. A questo punto il vescovo si trova nella seguente situazione:

1-Il bambino accusa il prelato.
2-Il prelato nega ogni accusa.

A questo punto cosa fà il vescovo? Indaga? Al di là dell'ordinamento interno della chiesa, su di un crimine sono gli organi di polizia (superpartes in questo caso) a dover indagare e non un vescovo, che umanamente parlando, potrebbe aver interesse ad essere di parte. Comunque, nel caso summenzionato, cosa succede?


E ritieni male. La confessione sacramentale viene fatta a Dio. Il sacerdote è solo un medium e, durante il sacramento, agisce in persona di Cristo, le cose apprese in confessione, quindi, non possono essere rivelate a nessuno, nemmeno per salvare una vita umana.


Trianello, invece ritengo benissimo, e ti spiego perchè. Tu sei cattolico, ma io come chiunque altro potrei essere ateo e me ne frego altamente cos'è e cosa non è la confessione per la Chiesa. La giustizia dovrebbe essere uguale per tutti, credenti, atei, ect..., e non è ammissibile che un crimine così deplorevole venga condonato perchè esiste il segreto confessionale.Punto.
A questo punto, anche i TDG hanno ragione nel tenere segreti casi di pedofilia appellandosi al fatto che le informazioni le hanno ricevute nella "loro opera pastorale"!

Ciao
Gabry

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