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verginità di Maria

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2006 16:47
07/02/2006 10:08
 
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>>>Appunto: pena quale difesa. Non sta parlando si esecuzioni fatte a sangue freddo ed in tutta calma in qualche carcere texano

No. Pena è una cosa difesa è un’altra. Non incominciamo a giocare con le parole.

>>>Su cosa significhino pena e difesa non basta guardare il dizionario visto che da 2500 anni a questa parte la filosofia del diritto ne dibatte. In particolare il linguaggio usato in quel documento non rispecchia le definizioni di “pena” che potrebbe dare un giurista moderno bensì, giacché si tratta di un documento ecclesiale, il senso che di “pena” si da nella tradizione ecclesiastica, Tommaso in primis. Solo perché il catechismo è del 1992 non implica che non possa attingere a quel patrimonio di significati che la storia dei filosofi cattolici ha partorito.

Non basta guardare il dizionario ? E anche questo è giocare con le parole. Vediamo di intenderci. Un documento deve esprimersi necessariamente con il linguaggio corrente del tempo in cui viene scritto se è scritto per insegnare i principi fondamentali della religione cristiana ai contemporanei. E’ stato scritto nel 1992. Se si intendeva parlare di pena nel senso della tradizione ecclesiastica forse andava specificato.
Mi chiedo, me perché su un argomento così importante, si scrive in modo che si possa fraintendere ? Mi rispondo: perché non è fraintendibile, in realtà il significato è molto chiaro. Pena significa pena nel senso del tempo in cui il documento è stato scritto.

>>>Per il fatto che colui a cui spari durante un inseguimento è il terrorista che non riesci ad arrestare perché scappa continuamente e anche adesso ti mitraglia addosso. In questo caso si deve preservare la società dal criminale recalcitrante all’arresto e dunque, si ha una sovrapposizione di pena e difesa. Infatti il documento parla solo di casi dove non sia possibile garantire in altro modo la difesa dei cittadini, e si aggiunge anche che tale situazione oggi non esiste quasi più.

Cosa ?!?! Cioè se un terrorista scappa e non si fa arrestare bisogna ucciderlo per fermarlo ? Hai scritto “e anche adesso ti mitraglia addosso” ma scritto così vuoi dire:
se un terrorista scappa ed è reticente all’arresto è legittimo sparargli e farlo fruori
a maggior ragione se ti mitraglia addosso.

e l’equivoco “voluto” continua.


>>>La banale ragione della tua incomprensione è che tu immagini strutture giuridiche e terminologie di età post illuminista e non sei in grado di fare un po’ di archeologia semantica o di ricostruzione genealogica della termologia della disciplina. Si tratta prima di capire se il colpevole è davvero lui, poi, qualora la prigione per qualche oscuro motivo oggi inesistente non sia in grado di preservare i cittadini dal criminale, di procedere all’esecuzione “

Mia incomprensione ? Facciamolo leggere ad un giurista e vediamo cosa ne pensa. Lo hai già detto tre volte il discorso delle carceri ed hai già parlato di archeologia semantica in ambito ecclesiale. Per cortesia, continuiamo con i “giochi” dei significati. Quello che dici è assurdo. Ogni parola va interpretata nell’uso corrente del tempo in cui è scritta. Altrimenti occorre specificarne il senso onde evitare equivoci. Ma qui gli equivoci sono palesemente voluti. Perché in questo modo, si può dare alla parola il significato ad hoc a secondo di cosa conviene in quel momento. Come stai facendo tu adesso. Troppo comodo e facile così. Quando si parla di vita umana, visto che il catechismo si rivolge a 900 milioni di cattolici andrebbe scritto in modo totalmente inqeuivocabile, ma ripeto a mio avviso così è stato scritto, intendendo Pena con il senso di esecuzione a seguito di condanna.

Poi dici “per qualche oscuro motivo” ? Ma stiamo scherzando ? Guarda che non stiamo parlando di dogmi, ma di vita umana. E se per “questo oscuro motivo” il criminale scappa dal carcere cosa si fa, si va in giro a sparargli ? E questa non è una esecuzione ? Che sia fatta in Italia o in Africa poco importa.

Chi ci legge può capire chiaramente la portata di quanto stai dicendo.


“Anche qui scatta il connubio difesa/pena”

No. Ribadisco che la difesa è una cosa, la pena è un’altra. Non esiste alcun connubio.

>>>Solo ed esclusivamente se non ci sia altro modo di difendersi dal criminale, situazione che tu fai fatica ad immaginare perché immagini i condannati ultra-sorvegliati nei bracci della morte texani. Infatti la situazione per cui la pena di morte è lecita descritta dal Catechismo in Occidente non esiste.

Non faccio fatica affatto e quello che immagino non ti è dato da sapere, a meno che tu non sia chiaroveggente. In occidente no ? e in altre parti del mondo si ?
Ribadisco ancora una volta che la “Pena di Morte” è una cosa, la “legittima difesa” è un’altra. Qui non si tratta di problemi semantici, ma di stabilire se la CC con il suo catechismo giustifica in qualche modo una condanna che preveda l’esecuzione del condannato. Dal testo riportato no ci sono dubbi.

Ci riprovo chissà che non otterrò una risposta, ripropongo la domanda:

i papi che ordinarono assassinii erano infallibili in merito a dogmi e dottrina ma fallibili nel difendere la sacralità della vita umana ?


Ps
Per Francesca, se Polymetis è d’accordo, aprirei un nuovo 3d riportando tutti i nostri interventi da quando si è iniziato a parlare di pena di morte.

[Modificato da spirito!libero 07/02/2006 10.48]

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