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verginità di Maria

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2006 16:47
02/02/2006 14:11
 
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Post . N° 1917 di polymetis.
MI servirebbe l'indirizzo e-mail del Logos.Attendo con ansia! =omegabible= [SM=x570866]
02/02/2006 15:14
 
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"MI servirebbe l'indirizzo e-mail del Logos"

Il Logos, la ragione universale che tutto regge, è l'assoluto che può incarnarsi nel contingente, basta vedere in quali ragionamenti si manifesta. Hegeliani di tutto il mondo unitevi..

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 02/02/2006 15.15]

---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
02/02/2006 15:35
 
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Re:

Scritto da: Polymetis 02/02/2006 15.14
"MI servirebbe l'indirizzo e-mail del Logos"

Il Logos, la ragione universale che tutto regge, è l'assoluto che può incarnarsi nel contingente, basta vedere in quali ragionamenti si manifesta. Hegeliani di tutto il mondo unitevi..

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 02/02/2006 15.15]




Mi intrometto per qualche domanda stupida e provocatoria:
- Amore o Logos? Quale dei due e' il piu' importante? Perche' i filosofi parlana sempre pochissimo dell'Amore?

E' perche' la Bibbia da' un'enorme importanza all'Amore?

E il messaggio di cristo,non parla sopratutto di Amore?
Quindi,se ho ben capito,per te il Logos e' la cosa piu' importante della tua vita,ancor piu' dell'Amore,giusto?

Prova a rispondere con il tuo cuore....

Paolo

[Modificato da pcerini 02/02/2006 15.35]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 15.36]

[Modificato da pcerini 02/02/2006 15.37]

02/02/2006 15:41
 
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Scrivi:
A me la questione appare molto semplice. “oe” è un dittongo che si legge “e” esattamente come “ae”, quindi uno scambio mentale è possibile.

Rispondo:
A me appare altrettanto semplice trarre le conclusioni già esposte. Dici che uno scambio mentale è possibile, certamente, possibile non vuol dire ne probabile ne tanto mento certo. Se ti dico che è un errore di battitura, visto che l’ho scritto io, o mi credi o mi dai del bugiardo. Ma se non credi a ciò che dico in merito alle mie frasi a che pro discutere? Sei palesemente in mala fede.

Scrivi:
Io sono convinto che una persona non pensi ad ogni singola lettera che batte; gran parte del meccanismo che ci permette di digitare sulla tastiera è frutto di automatismo. Ho provato a cercare con Google la parola “coecorum”, e questo mi ha confermato che per l’omofonia col dittongo “ae” l’errore è diffusissimo. Non mi hai scritto “cfecorum”, cioè una parola impossibile, mi hai scritto una parola che con la pronuncia scolastica è omofona alla prima.

Rispondo:
E questo cosa vorrebbe dire ? nulla. Ti ho già detto come stanno le cose basta interpellare l’autore per farti spiegare, oppure credi di sapere meglio dell’autore cosa voleva scrivere ? Quello di cui sei convinto tu, nonostante lo rispetti, poco mi importa. Adesso pretendi anche di sapere cosa passa nella mente di chi scrive nonostante l’autore stesso ti dica che non è come affermi tu ?
So “io” quello che “io” volevo scrivere non tu, questa da parte tua è quanto meno presunzione. Mi sa che ti sei immedesimato troppo nel tuo avatar !

Scrivi:
La “o” e la “i” sono attaccate. Siccome non guardo la tastiera mentre batto gli errori di questo tipo possono capitare.

Rispondo:
Stando al tuo ragionamento è possibile che sia come dici tu, ma è anche possibile che tu abbia fatto uno scambio mentale, non te la prendere succede sai, visto anche quello che ho scritto quì sotto.

Ma desso viene il bello:

Scrivi:
oltre a dedicare il De rivolutionibus al papa.

Rispondo:
OH ! guarda guarda…. Questo cos’è un errore di battitura o una tua impreparazione ? Correttamente si scrive revolutionibus e non come scrivi tu rivolutionibus, allora come la mettiamo ? O sei impreparato anche tu o si può fare un errore di battitura con lettere distanti l’una dall’altra visto che E e I sono distanti, come la mettiamo ? cfr Nicola Copernico, De revolutionibus orbium caelestium (1543), in Opere di Nicola Copernico (a cura di F. Barone), UTET, Torino, 1979.

Scrivi:
Molto comodo.

Rispondo:
Ho già spiegato perché. Non è una questione di comodità, visto che ti sto rispondendo anche a baggianate come gli errori di battitura. Credevo che un dotto del tuo livello non si abbassasse ad argomentare su queste inezie.

Scrivi:
L’anticlericalismo può essere un a priori immensamente influente.

Rispondo:
Anche qui dai per scontato che io sia un anticlericale. Anche qui mi tocca contraddirti, mi limito ad osservare gli errori e a voler far affiorare la verità storica.
02/02/2006 15:47
 
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Re:

Scritto da: duemulini 02/02/2006 12.33
per OmegaBible, Alex etc.

A M E N ....

Beh, se ognuno è libero di interpretare la Bibbia a modo suo (è la conseguenza logica di ciò che affermate) perchè dovrei interpretarla a modo vostro...? È un caso che le chiese e chiesucole protestanti sono centinaia sparse per il mondo?



Se l'unione della chiesa è segno di distinzione, e per certi versi dovrebbe esserlo, bhe non c'è chiesa più giusta di quella dei TdG .... non credi ?

Sia lode a Gesù che capo della Sua chiesa, quella spirituale, quella invisibile, quella non fatta da mani d'uomo. Quella in cui tutti quelli che hanno accolto Gesù ne fanno parte, perchè diventano Suoi......

Chissa quanti, di quelle "chiesucole" di cui tu parli hanno accolto Gesù, come salvatore, magari come molti che sono nella "chiesona". Bhe forse Lui guardeà ciò che è nel cuore, la caparra dello SPirito,piuttosto che alla denominazione "d'appartenenza". ...... [SM=g27836]
02/02/2006 15:48
 
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Re: RE
......Logos... .......assoluto..........contingente.......Così ora mi ci vogliono 3 indirizzi e-mail.!!!!!! Sarebbe meglio a questo punto che venisse letto 1°Cor. dal v.18 al v.31. Penso che Dio non abbia voglia di aggiungere altro e nemmeno io...... Ad minora =omegabible=.

Scritto da: Polymetis 02/02/2006 15.14
"MI servirebbe l'indirizzo e-mail del Logos"

Il Logos, la ragione universale che tutto regge, è l'assoluto che può incarnarsi nel contingente, basta vedere in quali ragionamenti si manifesta. Hegeliani di tutto il mondo unitevi..

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 02/02/2006 15.15]


02/02/2006 17:00
 
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A Pcerini
Prendo atto della tua risposta. Penso che a questo punto il discorso sia chiaro da ambo le parti e perciò, per quanto è in me, di poter lasciare il giudizio ai lettori.
Ciao

A Spirito
Purtoppo (e invoco Santa Camomilla per entrambi!) non posso risponderti su Galileo perché su questo argomento mi appoggio a Polymetis che è più informato di me e ne ha trattato ampiamente in passato. Comunque che non si trattava di un pronunciamento infallibile è certo appunto perché era il parere del S. Uffizio e non un dichiarazione dogmatica papale.
Vi seguo e... aspetto con fiducia quella citazione.
Stammi bene.
----------------------
est modus in rebus
02/02/2006 21:08
 
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G A L I L E O - La verità storica.
Riporto le tue frasi in merito a Galileo:
- Il problema di Galileo non era quello che diceva ma come lo diceva. Tant’è che decenni prima Copernico aveva sostenuto l’eliocentrismo ed ottenne senza problemi l’imprimatur, oltre a dedicare il De rivolutionibus al papa.
- Il fatto che Copernico poté affermare la stessa cosa decenni prima ed ottenere l’imprimatur ne è una chiara dimostrazione. Galileo fece precipitare tutto questo.
- Mi chiedo se tu abbia letto quel documento. I risultati della commissione di storici voluta dalla S. Sede sono stati che Galileo era uno scienziato peggiore degli inquisitori mentre era un teologo migliore di loro. Il perché è presto detto. A differenza di Copernico, che aveva presentato l’eliocentrismo solo come probabile teoria, Galileo volle presentarlo come certezza scientifica. Tuttavia l’unica prova che portò al processo per dimostrare la sua tesi della rotazione della terra, cioè le maree, era sbagliata, ed avevano ragione gli inquisitori a replicargli che erano dovute alla luna. La Chiesa da lui voleva semplicemente che presentasse i suoi scritti non come “certezze” ma come “ipotesi”.


Rispondo:
Cotanta superficialità storica e scientifica è imbarazzante, ma consolati non sei il solo per entrambe lo cose, lo stesso attuale Papa Ratzinger ha commesso errori scientifici grossolani in un suo libro del ’92 (vedi sotto) ma la perla più grande ci è stata donata dalla commissione per la riabilitazione di Galileo, preposta alla “riflessione serena ed obbiettiva (parole del Cardinale G.M. Garrone) del caso Galileo. Da quello che scrivi, si deduce facilmente che tu hai attinto informazioni da queste fonti che principalmente affermano ciò che tu stesso hai scritto.

Espongo un trattato scientifico serio che dimostra inconfutabilmente quante sciocchezze sono state scritte in merito a Galileo in uno dei “prodotti” della commissione sopraccitata.


E’ un articolo scientifico pubblicato sulla rivista sapere (la più antica e prestigiosa rivista italiana di divulgazione scientifica), scritto dal Prof. Roberto Renzetti, ed in più un commento dello stesso Renzetti al citato brano tratto da “Svolta per l’Europa? Chiesa e modernità nell’Europa dei rivolgimenti, ed. Paoline, Roma 1992 p.76-79 scritto dall’attuale Papa J. Ratzinger.

Se non potete recuperare gli scritti del libro e della rivista, potete visitare il sito www.fisicamente.net dove troverete il tutto. (Attenzione .net e NON .it !)

Una premessa sull’autore egli è stato tra l’altro:

- consigliere nazionale dell'Associazione per l'Insegnamento della Fisica (AIF)

- cofondatore del Comitato Nazionale per il Controllo delle Scelte Energetiche (con G. Matteotti, N. Caracciolo, F. Ceriani Sebregondi, G. Mattioli, M. Scalia, E. Realacci, G. Cortellessa, G. Nebbia, G. Parisi)

per il resto sulll'autore leggete: www.fisicamente.net/index-100.htm


Prima di riportare l’articolo, per chi non ha voglia di leggerlo tutto, poiché è si interessante, ma anche molto lungo, riassumerò le conclusioni evidenti e incontrovertibili di Renzetti che confutano facilmente anche quanto detto da Polymetis :


1° Dici delle maree, Galileo ha portato prove sufficienti per la sua teoria, lo scienziato ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia; all'affermazione di questi due principi è dedicata gran parte della sua opera della maturità si vedano il "Dialogo" ed i "Discorsi". Quindi l’argomentazione delle maree è la solita solfa per insabbiare la verità storica.

2° Mi chiedi, Polymetis, se io ho letto il documento e affermi che Galileo era uno scienziato peggiore degli inquisitori. Galileo era non solo uno scienziato migliore degli inquisitori di allora, ma anche di quelli di oggi ! Leggi e vedrai.

3° Ciò che ho detto io nei post precedenti a questo in merito a Galileo è corretto e trova conferma in ciò che si leggerà in seguito.


Ecco a tutti voi, lo dividerò in due post, buona lettura:
parte 1°

GALILEO: CONDANNATO E DILEGGIATO UNA SECONDA VOLTA!
Roberto Renzetti
(pubblicato su Sapere n° 4, 1994)

INTRODUZIONE
Non è ozioso soffermarsi ancora sulla "riabilitazione" di Galileo fatta dal Papa il 31 ottobre 1992 nell'udienza alla Pontificia Accademia delle Scienze. In tutto il battage che si è creato è rimasta la riabilitazione e sono scomparse le subdole e sleali argomentazioni che la Commissione preposta alla "riflessione serena ed obiettiva" (parole del coordinatore della Commissione, Cardinale G.M. Garrone) del caso Galileo, ha portato a sostegno della supposta riabilitazione. Per evitare equivoci premetto che l'iniziativa del Pontefice mi pare lodevole e che il dibattito mi è sembrato di grande interesse. Il motivo di questo mio commento risiede nel fatto che, a quanto è dato capire da ciò che ho letto, coloro che si sono occupati della questione si sono riferiti al solo intervento del Papa, senza leggere i documenti prodotti dalla suddetta Commissione per la 'riabilitazione'.Il fatto è che la giurisprudenza è costituita dagli atti scritti (quelli che restano) e non dalle buone intenzioni oratorie, anche se queste ultime sono del Papa stesso. Si potrà qui discutere se il Papa sia stato preso in giro dalla sua Commissione o se veramente egli sia conscio di ciò che la II Commissione ha scritto. In ambedue i casi Galileo è lungi dall'essere riabilitato. Lo stesso Pontefice nel suo intervento del 31 ottobre dice: "...la Commissione presenta a conclusione dei suoi lavori un complesso di pubblicazioni che apprezzo vivamente. Desidero esprimere la mia sincera riconoscenza al Cardinale Poupard incaricato di coordinare le ricerche della Commissione nella fase conclusiva".
La Commissione di cui parla il Papa fu istituita a seguito di un suo intervento (10 novembre 1979) alla Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze nel quadro di una esposizione dei rapporti tra Scienza e Religione.
Vorrei qui esaminare uno dei «prodotti» della sezione culturale della Commissione. Si tratta del libro "Galileo Galilei, 350 anni di storia (1633-1983). Studi e Ricerche", a cura di Mons. Paul Poupard, (Edizioni PIEMME, 1984).
Questo libro è una volgare offesa alla verità, al buon senso, alla storia, alla scienza; risultando invece un ulteriore atto inquisitorio contro Galileo e tutti coloro che si sono mossi sulla sua strada. Non si tratta di portare coloro che sostengono determinate tesi di fronte ad un simmetrico Tribunale dell'Inquisizione, ma di tenere vivo il pluralismo che non sembra far parte del DNA delle gerarchie ecclesiastiche.
UNA PREMESSA
Che c'entrano i comunisti con Galileo ? Rispondete a questa domanda senza pregiudizi. Se non vi viene, come a me, la risposta dovete leggere questo libro che lo spiega molto bene nel saggio di Béné, l'ultimo del libro ma che lo stesso Cardinal Garrone consiglia di leggere per primo. Secondo Béné, i comunisti si sono appropriati di Galileo ed hanno fatto di esso un'arma contro la Chiesa. Ora, poiché comunista è sinonimo di ateo, nella logica delle gerarchie l'affare Galileo è un affare che esiste solo in quanto esistono i comunisti. Infatti , mentre i credenti sono convinti o facilmente convincibili, i comunisti un poco meno. Tanto è vero ciò che sostengo che l'affare Galileo viene affidato al Segretariato per i Non Credenti (4 su 9 nel caso in oggetto).
Il Béné avverte i comunisti di stare attenti poiché ricordare questo processo potrebbe richiamare alla mente i processi che nell'URSS venivano intentati contro altri scienziati. C'è una facile risposta a questa argomentazione che porta a conclusioni disastrose per le gerarchie: quanto sostiene Béné e NELLE SUE IPOTESI vuol solo dire che tutti i regimi totalitari sono uguali nella loro oppressione del libero pensiero, Chiesa inclusa.
Vedete su che razza di strade portano libelli di questo tipo ? È intollerabile partire con queste premesse ma, facendo finta di nulla, iniziamo con gli argomenti che vengono portati a "denigrazione" di Galileo.
IL LIBRO
Il libro contiene i contributi di nove studiosi, otto dei quali teologi o sacerdoti comunque legati all'apparato della Chiesa, (uno solo tra questi otto è anche un fisico, G.J. Béné), ed un ricercatore in campo scientifico (J. G. Campbell, l'unico non compromesso con le gerarchie della Chiesa e l'unico che sostiene tesi condivisibili in larghissima parte).
Non è qui il caso di annunciare tesi o di anticipare giudizi: i lettori, dopo un breve excursus del volume, saranno ben in grado di capirne la portata. Dopo una breve prefazione del Cardinal Garrone, il libro offre l'introduzione del Card. Poupard (allora Monsignore), che esalta la libertà di pensiero minacciata da "pretese concezioni scientifiche della vita sociale che intendono imporsi con la forza". Secondo l'autore, gli uomini di scienza devono "opporsi contro queste pretese insostenibili degli Stati totalitari".
PRIME CONTESTAZIONI
Venendo a fatti più banali, come quello relativo ai rapporti di Galileo con la Chiesa, il Cardinale osserva che, in fondo, di questo Galileo "conosciamo poco dei suoi veri sentimenti religiosi". E poi, certamente, quella sua lettera a Cristina di Lorena deve essere stata preparata dal suo amico, "noto uomo di scienza, il benedettino Benedetto Castelli" soprattutto per quel che riguarda le "citazioni scritturali e patristiche". Ma cosa si rimprovera a Galileo? Il nostro, la cui occupazione era più la "scienza matematica che il sapere filosofìco" aveva ragione, sostiene Poupard "circa l'essenziale, adottando le teoria astronomica di Copernico; ma degli argomenti proposti da Galileo si discute ancora ai nostri giorni, specialmente a proposito della pertinenza della pretesa prova per mezzo dell'esistenza delle maree" (quest'ultima affermazione riprende un saggio di Padre P. Costabel, storico della scienza, apparso nel 1968, nel quale si sostiene che la sola prova portata da Galileo a sostegno del moto della Terra fosse il flusso e riflusso delle maree. Si noti inoltre che uno degli articoli presenti in questo libro è proprio di Costabel). Per coloro che non avessero letto l'opera o gli studi non sciovinisti su Galileo, ricordo che lo scienziato toscano ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia; all'affermazione di questi due principi è dedicata gran parte della sua opera della maturità (si vedano il "Dialogo" ed i "Discorsi"). E poi, forse che Descartes o Newton hanno fornito le prove del moto della Terra? Per tali prove occorrerà aspettare il XIX secolo: nel 1837 Bessel osserva la parallasse annuale di una stella (moto della Terra intorno al Sole) e nel 1851 Foucault realizza la sua celebre esperienza con il pendolo (moto della Terra su se stessa).
Dopo l'introduzione di Poupard si susseguono otto saggi che intendono approfondire i vari aspetti dell''affaire' Galileo.
PADRE WALLACE
Cominciamo col vedere cosa sostiene Padre Wallace, teologo americano. La sua tesi è che Galileo avesse un profondo debito culturale e scientifico verso i professori gesuiti del Collegio Romano. Wallace dà molta enfasi ad una - pretesa - nuova scoperta secondo la quale alcuni manoscritti galileiani sarebbero in realtà copie di lavori dei gesuiti. Wallace non dà però nessuna referenza. In particolare il "De Motu" di Galileo, che è del 1590 (lo scienziato aveva 26 anni e non si era ancora convertito al copernicanesimo) avrebbe tratto ispirazione da alcune lezioni che Padre Clavio ed altri tennero al Collegio Romano nel 1584. Anche se ciò fosse (restiamo in attesa della pubblicazione dei documenti), il "De Motu" è un lavoro assolutamente marginale. Ma non la pensa cosi Wallace, che arriva a sostenere che la fama di Padre della Scienza derivi a Galileo proprio da quest'oper
Il lavoro prosegue con la ricerca di alcuni errori teologici di Galileo e gli influssi che l'Euclide del sedicesimo secolo, cioè Clavio (così lo chiama Wallace), e Valla ebbero sul giovane scienziato toscano. Secondo Wallace, comunque, Galileo non aveva ben assimilato gli insegnamenti del Valla, tanto che si ostinava a proporre come premessa di un sillogismo l'argomento da dimostrare.
Qui bisognerebbe, una volta per tutte, mettersi d'accordo. Perché continuare a dire che Galileo si serviva della logica aristotelica, per sottolinearne poi gli errori? Basterebbe invece ammettere che Galileo era uscito dalla logica aristotelica e scolastica. Facciamo un esempio. Il corretto sillogismo aristotelico relativo alla scoperta delle fasi di Venere, si presenterebbe in questa forma: se il sistema planetario fosse eliocentrico, Venere presenterebbe fasi come la Luna. Il sistema planetario è eliocentrico. Perciò Venere presenta fasi come la Luna. Se però si fa attenzione, ci si rende subito conto che questo sillogismo è solo un buon esercizio mentale che nulla ha a che vedere con il dato sperimentale. Sarebbe stato necessario prima ammettere il sistema copenicano per poi dedurne l'esistenza. Galileo, infatti, costruisce un altro sillogismo, errato rispetto alla logica aristotelica, ma indicativo di un modo nuovo e diverso di ragionare: se il sistema planetario fosse eliocentrico, Venere presenterebbe le fasi come la Luna. Venere presenta le fasi. Perciò il sistema pianetario è eliocentrico. Si tratta di un cambiamento radicale,non di errori rispetto alla logica precedente.
Ma Wallace non termina qui. Leggiamo più oltre una sua stupefacente affermazione: "Galileo si dedicò a proseguire il programma di Clavio, nell'applicare la matematica allo studio della natura e nel generare una fisica matematica che potesse fornire valide spiegazioni causali sia per i fenomeni astronomici che per quelli fisici". Si ha l'impressione che qui Wallace confonda Galileo con Kepler. Mai la matematica si pone in Galileo a priori, come un qualche cosa da cui poi poter far discendere la fisica come una sorta di teorema.
Le manipolazioni continuano, e Wallace ci parla delle esperienze di caduta dei gravi dalla torre di Pisa, esperienze alle quali solo lui ormai crede (insieme alla leggenda della mela di Newton). Descrive poi Galileo empirista che lavora in un contesto aristotelico-euclideo-archimedeo, e poi continua e continua... L'ultimo mito contestato dal nostro è legato al processo del 1633. Dice Wallace che "nella mente popolare (sic!) è radicata la convinzione che Galileo offrì la prova conclusiva del sistema copernicano e che venne costretto dall'Inquisizione a giurare il falso, asserendo che la Terra era immobile". Ma poiché Galileo non ha mai dimostrato niente del genere, il nostro teologo può concludere in modo ignobile: "Galileo accettò semplicemente sulla base della fede l'asserzione che la Terra non si muoveva, cosa che potè fare in tutta onestà, dal momento che non era riuscito a dimostrare il contrario". Peccato che Galileo fosse così convinto della giustezza della sua condanna da pubblicare (in Olanda!) la più copernicana tra le sue opere i "Discorsi e dimostrazioni matematiche ...".
PADRE VIGANÒ
Lasciamo Wallace per passare a Padre Viganò: il teologo italiano si intrattiene in una lunga disquisizione sul preteso diritto di Galileo di aspirare al titolo di filosofo. La questione, secondo Viganò, riveste una importanza particolare poiché fu proprio questa sua pretesa, insieme a quella di voler spiegare tutto, che lo perse. Se infatti si fosse accontentato del titolo di matematico non avrebbe avuto guai con l'Inquisizione. Occorre però ricordare al teologo e fisico Viganò alcune questioncine che nell'enfasi oratoria ha dimenticato:
1) Galileo si occupava di filosofia naturale (così si chiamava allora la fisica);
2) Galileo lavorava proprio per far uscire l'opera di Copernico dalla odiosa premessa di Osiander, che la relegava al mero rango di ipotesi matematica;
3) Galileo, e questa era probabilmente la questione più importante, sa che come 'matematico' guadagnava da cinque a dieci volte meno dei suoi colleghi 'filosofi' che insegnavano nella stessa Università.
Ma Viganò fa finta di niente e prosegue con un ragionamento basato sulla confusione tra ciò che è empirico e ciò che è sperimentale. Dice infatti l'autore che il sistema aristotelico-tolomaico era quantomeno ordinato e comunque dotato di una qualche base sperimentale. Quando poi Galileo annuncia le sue scoperte con il telescopio, la maggior parte dei teologi e dei filosofi scolastici, secondo Viganò, si attenne ai principi insegnati da Aristotele e San Tommaso, "riconoscendo il primato dell'esperienza". La teoria copernicana però non si poteva mostrare con l'esperienza, quindi ...
Dopo aver discusso con dubbia competenza di Bacone e Descartes, Viganò può concludere che Galileo non può essere ritenuto un filosofo in quanto si differenzia completamente da quelli che, all'epoca, erano ritenuti filosofi, come Bruno e Campanella. Ma chi è, allora, Galileo? Sorvolando sui suoi (di Galileo) toni di sprezzante superiorità (sic!) egli è in primo luogo un fisico che si eleva a considerazioni metafìsiche. È un infortunio di passaggio al quale non si deve alcuna rivoluzione, che semmai spetta a Copernico. Tant'è che Copernico non fu messo all'indice e servì anzi per la riforma del Calendario.
PADRE JACQUELINE
Padre Jacqueline, dottore in Diritto Canonico, aggiunge un'altra «perla» a questa collana. Secondo Jacqueline «è soprattutto Newton che, nel secolo XVIII, ha lasciato un'impronta nello studio della natura; il ruolo di Galileo fu allora minore e la sua fama si limitò piuttosto all'Italia». E, polemizzo io, padre Marsenne che faceva la spola tra Parigi e Firenze per vedere, apprendere, copiare, riferire, far pubblicare altri - come Pascal - senza citare Galileo, Torricelli ed altri ? (si veda allo scopo Sapere n. 12 del dicembre 1984).
COSTABEL
Altro argomento contro Galileo viene ricavato da Costabel sulla scorta della sua infarinatura in questioni scientifiche. Su una (pericolosa) strada, aperta dal cattolico Duhem, Costabel sostiene che Galileo avrebbe creduto alla virtù degli esperimenti cruciali. Secondo Costabel, Duhem dimostrerebbe l'ingenuità di tale posizione: in fisica non esistono esperimenti cruciali. A parte il fatto che l'experimentum crucis fu introdotto nella fisica da Newton, cerchiamo di capire come stanno davvero le cose a proposito della possibilità o meno di esistenza di un tale esperimento.
Costabel, che certamente è un conoscitore della fisica e della sua storia, saprà, ad esempio, che la teoria corpuscolare della luce prevedeva che quest'ultima avesse una velocità maggiore in mezzi più densi. Tutto ciò era l'esatto contrario delle previsioni della teoria ondulatoria. Vediamo se ci capiamo: un esperimento che misurasse la velocità della luce in mezzi di diversa densità e stabilisse che questa velocità è minore in mezzi più densi, che tipo di esperimento è ? È un tipico esperimento cruciale: tra due teorie se ne discrimina una a seguito di dati fatti sperimentali. Che poi questa teoria, quella che ha momentaneamente vinto, sia una teoria vera in assoluto e sempre, beh, questo è un altro discorso. E come facciamo, una volta ammessa una data teoria, a sbarazzarci di essa ? Proprio servendoci dei metodi introdotti da Galileo, dott. Costabel! E di esempi di esperimenti cruciali la fisica ne offre a decine. Ma questo non è mai stato un problema per nessuno (salvo per qualche epistemologo) e certamente non lo era per Galileo. Ciò che colpisce è il riferimento a Duhem, un preteso storico francese, preso sul serio solo da qualche francese, che ha tra i suoi meriti principali l'essere, appunto, cattolico. Ma poi, occorre andare a ripescare agli inizi del 1900 per ritrovare uno degno della fiducia di un cattolico? Vi assicuro che vi sono dei contemporanei epistemologi, storici e cattolici. Il fatto è che non sostengono le baggianate di Duhem. Questo richiamo è però qui non casuale ma finalizzato. Anche Duhem infatti batte sul ritornello del Galileo che non ha dimostrato la teoria di Copernico. Ma di questo abbiamo già parlato. Mancava solo da dire che l'opera di Galileo è certamente servita a DISTRUGGERE tutta la fisica e la cosmologia aristotelico - scolastica, terreno estremamente propizio per seminare la nuova fisica. Ma poi, che forse Newton ha mostrato la rotazione della Terra intorno al Sole ? Lo ha fatto Descartes ?
E dopo le sue dotte disquisizioni, Costabel conclude il suo intervento con una di quelle frasi di squalifica che accompagnano ogni dotto intervenuto in questo aureo libro. Secondo Costabel, Galileo "riponeva tutta la sua fede di scienziato nel ruolo degli artifici matematici allo scopo di salvare globalmente i fenomeni", era un "teorico della fisica astratta".
BÉNÉ
La ciliegina sulla torta spetta al fisico francese G. J. Béné. Questi inizia con l'affermare che Galileo sbagliava, mentre Urbano VIII aveva ragione. Inoltre lo scienziato faceva "confusione tra movimento relativo e movimento assoluto". Infatti, "nella sua controversia indiretta con Bellarmino sul movimento relativo, è Bellarmino che ha ragione, e non Galileo". Béné, che ha il coraggio di arrivare a citare Zichichi in una sua intervista al settimanle Gente, ci dice, in accordo con Duhem, che la rivoluzione scientifica era nell'aria già nel Medio Evo, e che quindi Galileo ha fatto ben poco. Inoltre lo scienziato voleva dimostrare il moto della Terra attraverso le maree (è un chiodo fisso di vari relatori, n.d.r.) quindi, secondo Béné, "il ritiro del libro (il "Dialogo sui Due Massimi Sistemi") si inserisce nello stesso contesto del rifiuto di un lavoro riconosciuto inesatto dal comitato scientifico di un serio giornale moderno". Capito? E proprio quell'interpretazione delle maree da parte di Galileo è, secondo Béné, all'origine della sua condanna. E poi, perché accanirsi tanto contro la Chiesa per questo processo? "Che la Chiesa abbia invitato alla prudenza gli scienziati che trattavano l'eliocentrismo, è cosa certa; ma in tutti gli altri campi, lo sviluppo scientifico non ha subito di fatto alcun intralcio". Ma poi, e questa è la cosa più importante (già annunciata nella Premessa), "Galileo serve anzitutto d'argomento come giustificazione della lotta antireligiosa e specialmente anticristiana. Infatti egli è stato recuperato dai marxisti sovietici" i quali, ignavi, non sanno che Galileo è anche esempio per gli avversar! dei sovietici: basta confrontare "il processo di Galileo con tutti i processi sovietici agli scienziati che non rispettavano i criteri del marxismo".
UN ROSARIO DI SCIOCCHEZZE
Cerco ora di dare una panoramica di alcune delle infinite inesattezze e dei gravi errori sostenuti nel libro.
- Vinaty si ostina a sostenere una posizione manifestamente infondata e cioè che Copernico avrebbe sostenuto l'infinità dell'universo;
- Poupard sostiene che le onde gravitazionali sarebbero state sperimentalmente accertate e ciò è falso;
- Jaqueline fa scrivere a Newton delle cose nel 1633, quando ancora doveva nascere. E neanche a dire che si tratti di un refuso: il contesto mostra la correttezza di quanto dico;
- Jaqueline afferma che la Chiesa non ce l'aveva con la teoria copernicana, tanto è vero che le opere di Copernico non furono messe all'Indice fino al 1616. Purtroppo la malafede è manifesta in chi dimentica la prefazione di Osiander, proprio per far uscire l'opera di Copernico dalla quale, Galileo subì la sua condanna (e da quel punto tutti e due all'Indice!);
- Jacqueline, citando W. Brandmuller, afferma che nel 1616 nessun'opera personale di Galileo fu espressamente messa all'Indice. Tipica furbizia che può ingannare solo chi non conosce le vicende occorse: che cosa si doveva mettere all'Indice ? il Nuncius Sidereus ? le opere in cui Galileo tratta di meccanica ? di fortificazioni ? del compasso ? ... II Nuncius Sidereus sembrerebbe la più incriminabile ma l'averlo fatto avrebbe ridicolizzato l'intera Corte Pontificia per il semplice fatto che al momento in cui questo libro uscì tutti lo applaudirono freneticamente;
- Béné, citando Zichichi (solo questo fatto basterebbe per ridicolizzare l'intero libro), dice che Galileo, uomo di fede, si è piegato davanti alla Chiesa ... Come interpretare allora l'intera operazione avvenuta alle spalle degli stretti controllori di Galileo, che lo portò a pubblicare in Olanda la più copernicana delle sue opere (i "Discorsi") ? Mi sembra si debba piuttosto dire che Galileo si è piegato alla forza della Chiesa;
- Béné afferma che, dopo la condanna di Galileo, la Chiesa avrebbe invitato, molto parzialmente in quel momento, alla prudenza gli scienziati che trattavano l'eliocentrismo. Ed aggiunge che in tutti gli altri campi, lo sviluppo scientifico non ha subito di fatto alcun intralcio. Sta di fatto che, da quel momento, il baricentro della ricerca scientifica si sposta dall' Italia al centro ed al nord d'Europa (in Italia sopravvivono essenzialmente matematici e studiosi di biologia). Questo spostamento di baricentro lo si può intendere anche osservando che lo scienziato, all'epoca, era uno studioso complessivo non lo si poteva appartare da un campo di ricerca così importante senza che l'intero edificio della sua ricerca crollasse interamente (a proposito del citato spostamento di baricentro, si può vedere Gingerich su "Le Scienze" n. 170).
Vi sono poi altre questioni che vanno brevemente discusse. Come abbiamo già detto il libro in oggetto nasce come lavoro collettivo di una Commissione di studio coordinata dal Card. Garrone ed avente come responsabile Mons. Poupard. Non è quindi un lavoro nel quale debbano comparire interventi discordi sul dato tema. Qualcosa però non ha funzionato. Probabilmente la presunzione che l'essere cattolici avrebbe fornito una garanzia all'omogeneità degli argomenti discussi. Vi sono nei diversi contributi delle discordanze che, quanto meno, lasciano perplesso il lettore. Vediamone qualcuna.
- Mentre Vinaty sostiene che nel 1616 Galileo non giocava il ruolo di imputato ed è improprio parlare di un primo processo, di contro Viganò parla esplicitamente di un primo processo a Galileo.
— Secondo Jacqueline è falso sostenere, come fa Rupert Hall, che i libri di Galileo siano rimasti all'Indice fino al 1818; la data effettiva sarebbe il 1758. Quattro pagine oltre Costabel afferma che le opere di Copernico sarebbero state tolte dall'Indice nel 1757, mentre quelle di Galileo nel 1822. Secondo Russo l'opera di Copernico fu tolta dall'Indice nel 1835. Mi pare vi sia un poco di confusione.
— Riguardo poi al ruolo che Galileo assegnava alla matematica, Costabel sostiene che Galileo riponeva tutta la sua fede di scienziato nel ruolo degli artifici matematici allo scopo di salvare globalmente i fenomeni (come già detto). Campbell (l'unico che ha scritto qualcosa di serio, attento e documentato) afferma giustamente che Galileo non credeva nell'opinione secondo cui la scienza trova la propria verità solo nelle forme e relazioni matematiche.
- In altro luogo abbiamo già detto quale ruolo Wallace assegna a Clavio: colui che sarebbe stato alla base della produzione scientifica che rese famoso Galileo, l'Euclide del sedicesimo secolo. Più oltre Béné si lascia scappare che Clavio rifiutava quanto Galileo mostrava dal suo cannocchiale a proposito delle asperità della Luna. Secondo Clavio le valli e le montagne della Luna sono ricoperte da una sostanza assolutamente trasparente che permette all'astro di essere sferico malgrado le apparenze.
- Riguardo infine alle prove che Galileo avrebbe fornito a sostegno del moto della Terra, mentre Wallace e Costabel insistono sul fatto che non vi sarebbero, per contro Vinaty, citando Stillmann Drake, afferma che vi sarebbero.
Non mi spingo oltre perché credo che l'essenziale sia stato mostrato. Restano alcune considerazioni.
CONCLUSIONE
Solo due parole, perché la, conclusione é evidente dalle cose che ho fin qui detto.
1) La collocazione del fascicolo «Processo a Galileo» negli Archivi del Vaticano è sotto la voce «criminale» (tra le possibili: dottrinale, giurisdizionale, civile ed economica. E ciò anche per contestare il superficiale libro di P. Redondi, Galileo Eretico, Einaudi 1983, nel quale si sostiene che Galileo fu condannato per motivi dottrinali).
2) La maggior parte degli autori del lavoro del quale abbiamo parlato fanno parte del Segretariato per i Non Credenti. Diversi altri lavori sull'argomento sono pubblicati sulla rivista del Segretariato, Ateismo e Dialogo.
3) Quanto la Chiesa fosse laica rispetto ai problemi della scienza può essere mostrato dal livello della Fisica nello Stato Pontifìcio al momento della liberazione del 1870 [si veda quanto da me raccontato nella prima parte dell'articolo su Fermi a proposito della Cattedra di Fisica Sacra].
In conclusione, sembra di capire che Galileo sia stato riabilitato perché era politicamente conveniente. E siccome «il volgo» non sa di queste cose e si accontenta dei titoli dei giornali, riabilitiamo. Senza però modificare una virgola del giudizio su Galileo; tanto queste cose le leggeranno in pochi.
Ma c'è una cosa su cui sarebbe teoricamente possibile provare la buona fede dei riabilitatori: perché non aprono agli studiosi gli Archivi Vaticani per permettere una serena ricerca su ogni questione connessa con Galileo (e non solo)? O dobbiamo attendere una nuova Repubblica Romana?

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2° Parte
Joseph RATZINGER

La crisi della fede nella scienza
tratto da Svolta per l'Europa? Chiesa e modernità nell'Europa dei rivolgimenti,
Ed. Paoline, Roma 1992, p. 76-79.



"Nell'ultimo decennio, la resistenza della creazione a farsi manipolare dall'uomo si è manifestata come elemento di novità nella situazione culturale complessiva. La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile. Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso Galileo.

Questo fatto, ancora poco considerato nel XVII secolo, venne -già nel secolo successivo- elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro Medioevo (1).

Secondo Bloch, il sistema eliocentrico -così come quello geocentrico- si fonda su presupposti indimostrabili. Tra questi, rivestirebbe un ruolo di primo piano l'affermazione dell'esistenza di uno spazio assoluto; opzione che tuttavia è stata poi cancellata dalla teoria della relatività. Egli scrive testualmente: «Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poiché la misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così ?qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi? adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile» (2).

Curiosamente fu proprio Ernst Bloch, con il suo marxismo romantico, uno dei primi ad opporsi apertamente a tale mito, offrendo una nuova interpretazione dell'accaduto.

Il vantaggio del sistema eliocentrico rispetto a quello geocentrico non consiste perciò in una maggior corrispondenza alla verità oggettiva, ma soltanto nel fatto che ci offre una maggiore facilità di calcolo. Fin qui, Bloch espone solo una concezione moderna della scienza naturale. Sorprendente è invece la valutazione che egli ne trae: «Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo» (3).

Se qui entrambe le sfere di conoscenza vengono ancora chiaramente differenziate fra loro sotto il profilo metodologico, riconoscendone sia i limiti che i rispettivi diritti, molto più drastico appare invece un giudizio sintetico del filosofo agnostico-scettico P. Feyerabend. Egli scrive: «La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» (4). Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica.

Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: «Perché la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?», ma esattamente quella opposta, cioè: «Perché la Chiesa non ha preso una posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?».

Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...] Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica".
________________________________________
(1) Cfr. W. Brandmüller, Galilei und die Kirche oder das Recht auf Irrtum, Regensburg 1982.
(2) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920; Cfr F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 110.
(3) E. Bloch, Das Prinzip Hoffnung, Frankfurt/Main 1959, p. 920s.; F. Hartl, Der Begriff des Schopferischen. Deutungsversuche der Dialektik durch E. Bloch und F. v. Baader, Frankfurt/Main 1979, p. 111.
(4) P. Feyerabend, Wider den Methodenzwang, FrankfurtM/Main 1976, 1983, p. 206.

RISPOSTA DI R. Renzetti
L'inquisitore
Roberto Renzetti
24 novembre 2004

Lo hanno dovuto fare ma ci rigirano sopra in modo vergognoso. In realtà poi non l'hanno fatto (http://www.fisicamente.net/index-44.htm; www.fisicamente.net/index-554.htm; www.fisicamente.net/index-553.htm) ma il solo annuncio li ha messi a tappeto. Hanno preso in giro il Papa che suppostamente voleva davvero riabilitare Galileo (resta sempre il problema di chi riabilita chi ?). Raccontano sciocchezze appigliandosi a citazioni random di epistemologi e storici che hanno solo il compito di scandalizzare. Insomma Galileo è nel gozzo delle gerarchie ecclesiastiche e non andrà mai giù. Ecco Ratzinger, il perfetto inquisitore, tanto mellifluo e stropicciamani, quanto duro ed inflessibile, che si cimenta sulla stessa denigrazione. Pensate ai Bellarmino e non troverete differenze salvo la boria, ora trasformata in lamento infingardo.

Due parole prima di passare a leggere il pezzo di Ratzinger, esemplificativo della cattiva fede della Chiesa e del modo subdolo con cui tenta sempre di squalificare i suoi critici.

Di Bloch c'è poco da dire. Il filosofo che tenta di intrecciare ebraismo e marxismo introducendo la Speranza nei concetti filosofici, si è occupato molto poco di Galileo. Bloch non conosce la matematica e le problematiche di calcolo. Racconta cose su Galileo che non corrispondono al vero. Punto. Incredibilmente il sistema copernicano era molto più complesso di quello aristotelico per fare i conti ai quali si riferisce Bloch. E' vero che uno degli scopi di Copernico nell'elaborare il suo sistema era quello di tentare di semplificare i calcoli ma ciò non avvenne, probabilmente anche perché non si aveva alcuna pratica con il nuovo sistema. Ma c'è di più. E' falso che i presupposti geocentrici o eliocentrici sono indimostrabili. Vero è che è molto difficile. Intanto la questione della relatività del moto. Non è mica una cosa così banale e scontata! Fu Galileo ad introdurla per dare credibilità al sistema Copernicano perché è vero che dalla Terra, il mondo sembra aristotelico. Rovesciare questo contro Galileo rappresenta non solo una falsificazione ma anche una sciocchezza conseguente all'ignoranza delle questioni in gioco. Così come è discorso pasticciato quello di affermare che per la relatività (del moto, Ratzinger, del moto, cioè quella galileiana, appunto; da non confondersi con quella di Einstein che si sbarazzò, lui si, dello spazio assoluto) serve lo spazio assoluto. Il Ratzinger, che non conosce neppure l'argomento della secchia di Newton (e le critiche di Mach), non sa che il problema fu posto da Newton ma esattamente rovesciato: Newton credeva che se avesse individuato un moto assoluto, avrebbe potuto affermare uno spazio assoluto. Egli si convinse che tale moto assoluto era quello originato da forze centrifughe (in proposito si può leggere www.fisicamente.net/index-65.htm ), sbagliando come poi mostrò Mach (anche qui: www.fisicamente.net/index-137.htm ). Ma qui si parla degli sviluppi di quanto aveva seminato Galileo, non delle problematiche che si posero con Galileo. Più in particolare informo Ratzinger, affinché usi un esorcista, per comunicare a Bloch che, nel 1851, con il suo pendolo, Foucault dimostrò la rotazione della Terra su se stessa e che, mediante misure di parallasse annuale di una stella, Bessel mostrò nel 1837 il moto della Terra intorno al Sole. Spiacente ma, anche nella fisica dura non vi è il relativismo di cui si riempiono la bocca le gerarchie (osservo a parte che lo stesso Einstein era alla ricerca delle grandezze fisiche che si mantenessero assolute, in proposito occorre leggersi Planck in Scienza, Filosofia, Religione - Fratelli Fabbri Editori, Milano 1973 e ne La conoscenza del mondo fisico - Einaudi, Torino 1943. Queste cose sono discusse con un qualche dettaglio in www.fisicamente.net/index-44.htm , pagina alla quale rimando). Ripassi Ratzinger, per ora è bocciato senza appello.

Tralasciando l'esegeta cattolico W. Brandmüller perché non solo non dice ma non è in grado di dire nulla, passiamo a P. Feyerabend. Il teorico della ricerca anarchica dice delle cose di molto interesse su Galileo ed anche sulla Chiesa. La frase riportata dal nostro inquisitore è all'interno del seguente contesto. Galileo è una mente avanzatissima per il suo tempo. Spesso deve scendere a patti con esso. La Chiesa lo condanna in quanto entità conservatrice ed arretrata che non può in alcun modo comprendere la sua grandezza, il suo modo di fare scienza, al di là di ogni schema e metodo. Dice Feyerabend di Galileo: "Procedendo in questo modo Galileo esibì uno stile, un sense of humour, un'elasticità ed eleganza e una consapevolezza della preziosa debolezza del pensiero umano, che non è stata mai eguagliata nella storia della scienza. Nell'opera di Galileo abbiamo una fonte quasi inesauribile di materiale per la speculazione metodologica e, fatto molto più importante, per il recupero di quei caratteri della conoscenza che non soltanto ci informano ma anche ci deliziano" (Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 1979, pagg. 131-132). Dice Feyerabend, in quasi chiusura ed a proposito delcolonialismo al quale si accompagna l'imperialismo culturale che opprime altri popoli, che il cristianesimo è la religione assetata del sangue dei fratelli (ibidem, pag. 243).
E qui mi fermo, lasciando la parola all'inquisitore Ratzinger.
Roberto Renzetti
PS. Ma chi ha fede nella scienza ? Per carità, ci mancherebbe altro !
________________________________________
02/02/2006 21:18
 
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Re:

Scritto da: berescitte 02/02/2006 17.00

A Spirito
Purtoppo (e invoco Santa Camomilla per entrambi!) non posso risponderti su Galileo perché su questo argomento mi appoggio a Polymetis che è più informato di me e ne ha trattato ampiamente in passato. Comunque che non si trattava di un pronunciamento infallibile è certo appunto perché era il parere del S. Uffizio e non un dichiarazione dogmatica papale.
Vi seguo e... aspetto con fiducia quella citazione.
Stammi bene.



Ciao Bere,
ecco come promesso il mio lavoro su Galileo.

Mi hai fatto davvero sorridere leggendo "invoco Santa Camomilla" molto simpatico, ed anche molto giusto, hai ragione !

Cercherò, nei limiti della mia umana sopportazione dell'aggressività altrui, di scrivere con toni il più possibile pacati e spero che Poly faccia lo stesso anche se ne dubito.

A tal proposito i toni "forti" dell'articolo e le parole provocatrici non sono mie ma dell'autore. Io l'ho riportato in toto per dovere espositivo ed ho scelto questo lavoro solamente per la grande competenza e precisione scentifica.

Ciao

ps
per la citazione ti ho già risposto, dammi un po di tempo.

[Modificato da spirito!libero 02/02/2006 21.19]

03/02/2006 00:05
 
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NON CREDO CHE NON VI INTERESSA


anch'io posso aggiungere che:
- l'Arenesimo etc. etc. sono stati bollati menzogneri sin dai primi secoli

- gli Avventisti (specie quelli Americani), dovranno giustificare l'assenza dalla storia di millenni per poi affacciarsi in questi ultimi secoli come i portatori di verità

in modo particolare i TdG dovranno giustificare 1860 anni di assenza dalla semina (GESU' affermò nel vangelo di Matteo 28, 20 Ecco, io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo)

mi chiedo quale mandato Apostolico C. Russell ha ottenuto???

Forse questa congregazione dovrebbe identificarsi con il nome di TESTIMONI DI C. Russell

Dopo la semina non verrà altro che la ZIZZANIA

e non una nuova evangelizzazione!!!

Ovviamente non vi interessa neanche della ZIZZANIA - vero??

ma questo comportamento non è uguale a quello degli struzzi?

Lo struzzo nasconde la testa sotto la sabbia per tutti i pericoli che si presentano, ma sappiamo bene cosa accade loro vero???


Comunque sono sempre a vostra disposizione per eventuali chiarimenti

vi ringrazio per l'occasione che mi é stata data
03/02/2006 12:34
 
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Considerazioni sul post 186 di spirito libero
Oltre ad aver ben dimostrato l'argomento in questione vorrei aggiungere che si è stabilito un modus operandi veramente poco ortodosso per non dire scervellato.Un errore che col passar del tempo,diventando antico (dei padri),diventa verità insita che non si era capita prima.Col passar del tempo l'errore diventa soltanto un vecchio errore e basta!!!!!Con la pace dell'infallibilità e dei Papi. =omegabible= [SM=x570866] [SM=x570866] [SM=x570892]
03/02/2006 16:59
 
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“Amore o Logos? Quale dei due e' il piu' importante? Perche' i filosofi parlana sempre pochissimo dell'Amore?”

Più importante e meno importante sono categorie tremendamente umane, non esiste nei cieli una graduatoria. Sono entrambe facoltà date dal Signore e devono coesistere.

Per Spirito

“è possibile, certamente, possibile non vuol dire ne probabile ne tanto mento certo. Se ti dico che è un errore di battitura, visto che l’ho scritto io, o mi credi o mi dai del bugiardo”

Semplicemente non vedo come tu possa ricordarti cosa ti passava per la mente mentre scrivevi una lettera in un mare di centinaia di lettere.

“Sei palesemente in mala fede.”

E da quando la gente è ben disposta a riconoscere i propri errori?

“Questo cos’è un errore di battitura o una tua impreparazione ? Correttamente si scrive revolutionibus e non come scrivi tu rivolutionibus, allora come la mettiamo ? O sei impreparato anche tu o si può fare un errore di battitura”

Questo non è né un errore di battitura né un errore di incompetenza, bensì una distrazione: ho inconsciamente italianizzato la parola. Temo tuttavia non mi si possa accusare di ignorare il titolo dell’opera giacché, come ricordato da Berescitte, abbiamo già discusso del caso Galileo più di una volta e ho sempre scritto la parola in modo corretto.

“Cotanta superficialità storica e scientifica è imbarazzante”

Grazie, ma accetterei una simile predica solo da un laureato in scienze storiche o da un filosofo epistemologo, e non è il tuo caso. Inoltre ti ringrazio per aver dato ad un’intera commissione di storici la patente di idioti. Per quanto riguarda il saggio che proponi, per i suoi 3/4 tratta di cose che io non ho mai affrontato, mi limiterò dunque a rispondere alle parti che interessano questo dibattito e cioè:
-era possibile parlare di copernicanesimo presentandolo solo come teoria?
-Galileo dimostrò il copernicanesimo?

“Béné, l'ultimo del libro ma che lo stesso Cardinal Garrone consiglia di leggere per primo. Secondo Béné, i comunisti si sono appropriati di Galileo ed hanno fatto di esso un'arma contro la Chiesa. Ora, poiché comunista è sinonimo di ateo, nella logica delle gerarchie l'affare Galileo è un affare che esiste solo in quanto esistono i comunisti.”

Si riferisce al fatto che opere letterarie del tutto travisanti come la “Vita di Galileo” di Brecht hanno vinto, non a caso, il premio Stalin.

“l'unico non compromesso con le gerarchie della Chiesa”

Si cerca subito di far passare l’essere cattolici come qualcosa che debilita l’obiettività, un insulto a tutti i ricercatori e alle università cattoliche del nostro pianeta. (Per non parlare del fatto che le università stesse sono un’invenzione medioevale della Chiesa).

“Per coloro che non avessero letto l'opera o gli studi non sciovinisti su Galileo, ricordo che lo scienziato toscano ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia; all'affermazione di questi due principi è dedicata gran parte della sua opera della maturità (si vedano il "Dialogo" ed i "Discorsi").”

Affermazione molto equivoca. “Cerca la prova” non equivale ad affermare “trovò la prova”, e l’autore del saggio lo sa benissimo, visto che la rotazione terrestre è stata dimostrata solo dal pendolo di Foucault.
Se l’autore fosse così gentile da dirci quali prove della rotazione terrestre si troverebbero negli scritti di Galileo farebbe un favore alla storia della scienza.

“Ma chi è, allora, Galileo? Sorvolando sui suoi (di Galileo) toni di sprezzante superiorità (sic!) egli è in primo luogo un fisico che si eleva a considerazioni metafìsiche. È un infortunio di passaggio al quale non si deve alcuna rivoluzione, che semmai spetta a Copernico. Tant'è che Copernico non fu messo all'indice e servì anzi per la riforma del Calendario.”

Qui riporta la tesi del libro ma non prova neppure a confutarla. E’ vero infatti sia che l’eliocentrismo non si deve a Galileo sia che egli giocasse con la metafisica.

“Inoltre lo scienziato voleva dimostrare il moto della Terra attraverso le maree (è un chiodo fisso di vari relatori, n.d.r.)”

Il chiodo fisso l’aveva Galileo, basta leggere il Dialogo per sincerarsene.

“Purtroppo la malafede è manifesta in chi dimentica la prefazione di Osiander, proprio per far uscire l'opera di Copernico dalla quale, Galileo subì la sua condanna (e da quel punto tutti e due all'Indice!);”

Quello che sto ripetendo da un secolo è appunto che, purché si presentasse l’eliocentrismo come ipotesi di lavoro, non c’era problema a discuterlo. Il problema di Galileo fu esibirlo come un fatto sicuro, cosa che non era per nulla. Inserì poi una frase del papa sulla bocca di Simplicio, ossia l’aristotelico che nel Dialogo fa la figura dello scemo. Galileo voleva fare della scienza una nuova religione, mischiandola in modo improprio con la fede cristiana. E non siamo noi cattolici a sostenerlo bensì il più grande epistemologo del XX secolo, K. Popper, che vede in Galileo la nascita dello scientismo (cioè il culto della scienza elevata ad unico paradigma di verità). Fu Galileo a far precipitare la questione poiché usava l’eliocentrismo come macchina da guerra. La gerarchia non poté fare altro che revocare l’imprimatur al “De revolutionibus” di Copernico, ma solo donec corrigatur, cioè finché il testo non fosse stato corretto in modo da portare in forma ipotetica le dichiarazioni che davano per certo l’eliocentrismo.

“il Nuncius Sidereus ? le opere in cui Galileo tratta di meccanica ? di fortificazioni ? del compasso ? ... II Nuncius Sidereus sembrerebbe la più incriminabile ma l'averlo fatto avrebbe ridicolizzato l'intera Corte Pontificia per il semplice fatto che al momento in cui questo libro uscì tutti lo applaudirono freneticamente;”

Costui tenta di far passare come prova a suo favore un fatto che invece lo squalifica. Se infatti gli scienziati pontifici applaudirono alla pubblicazione del Nuncius allora la sua tesi, secondo cui erano a priori avversi al copernicanesimo, cade.

“Raccontano sciocchezze appigliandosi a citazioni random”

Citare Bloch e Feyerabend sarebbe un citare a caso?

“Così come è discorso pasticciato quello di affermare che per la relatività (del moto, Ratzinger, del moto, cioè quella galileiana, appunto; da non confondersi con quella di Einstein che si sbarazzò, lui si, dello spazio assoluto) serve lo spazio assoluto.”

E questo nello scritto di Ratzinger dove lo avrebbe letto?

“E' falso che i presupposti geocentrici o eliocentrici sono indimostrabili. Vero è che è molto difficile.”

Ovviamente Ratzinger si riferiva al periodo di Galileo, non certo ad oggi. O secondo l’autore per il papa ancora oggi non è stato dimostrato l’eliocentrismo?

“Feyerabend di Galileo di Galileo”

Non si vede come quest’altra citazione cancelli la prima, visto che si implementano a vicenda. Feyerabend ammira Galileo come uomo, ma essendo il fautore di quella che noi filosofi chiamiamo “teoria anarchica della conoscenza” ritiene che Galileo sia uno dei padri delle pretese assolutiste dei positivisti.

“Io l'ho riportato in toto per dovere espositivo ed ho scelto questo lavoro solamente per la grande competenza e precisione scentifica.”

Quando si tratta di un caso come Galileo ad un certo punto la storiografia si ferma ed entra in campo l’ermeneutica storica. I fatti sono muti senza qualcuno che li interpreti, e ognuno lo fa alla sua maniera. I più adatti a questo compito non sono i semplici scienziati ma gli storici della scienza e gli epistemologici (cioè i filosofi della scienza).

Alla fine di questo tragitto potrei anche riportare le mie affermazioni che sono state giudicate da Spirito Libero “imbarazzanti”, e vi chiedo, cari lettori, quali di queste siano state confutate, o anche solo affrontate dall’articolo. Resta vero infatti sia che bastava presentare l’eliocentrismo come ipotesi per non subire condanne, sia che Galileo non presentò prove delle sue teorie. L’autore si limita ad affermare che “lo scienziato ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia”, ma cercare qualcosa non significa trovarla ed in effetti non la trovò. Un ultima nota:

“se io ho letto il documento e affermi che Galileo era uno scienziato peggiore degli inquisitori. Galileo era non solo uno scienziato migliore degli inquisitori di allora, ma anche di quelli di oggi ! Leggi e vedrai.”

Non ho mai affermato nulla di simile. Tu avevi scritto che: “E' talmente evidente la situazione storica che la stessa Chiesa sta analizzando criticamente il suo stesso operato.” Ossia: persino la Chiesa s’è resa conto dei suoi errori mentre tu ti ostini al negazionismo. Al che io ho replicato che se parlavi così non avevi letto nulla di quel documento, giacché la commissione pontificia ha appunto affermato che Galileo in quell’occasione fu assai poco scientifico. Così ho scritto: “Mi chiedo se tu abbia letto quel documento. I risultati della commissione di storici voluta dalla S. Sede sono stati che Galileo era uno scienziato peggiore degli inquisitori mentre era un teologo migliore di loro”. Ho riportato il parere della commissione, non il mio, che del resto è irrilevante.

Ad maiora
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(Κ. Καβάφης)
03/02/2006 22:06
 
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MARIA ????


Saluto voi tutti in CRISTO SIGNORE [SM=x570892]

anche se l'inizio era la VERGINITA' di MARIA,
credo che comunque é l'argomento di MARIA che interessa tutti e non solo la VERGINITA' vero?? [SM=x570876]

bene allora ditemi un pò;

nel vangelo di Giovanni la pagina che parla delle nozze di Cana, vi siete mai chiesto cosa é contenuto in quelle righe ?

per Parlare di Maria forse é meglio iniziare da questo, se non addirittura dall'Annunciazione

possiamo provarci ??

Vi saluito in CRISTO RISORTO
03/02/2006 23:12
 
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Forza spirito!
Volevo dire a spirito libero che lo sto seguendo con interesse, abbiamo diversi punti in comune e volevo rassicurarti che non sei solo.
Consiglierei di lasciare le disquisizioni filologiche di quello che si è o non si è scritto per dar spazio a cose piu interessanti tipo il tema di questo post su Maria.
Volevo ricordare inoltre che questo tema (contro la verginità perpetua di Maria o la sua nascita senza peccato originale) è comune a tutto il popolo protestante (e sono centinaglia di milioni) e non solo ai tdg, che in questo caso sono gli ultimi arrivati e ne hanno semplicemente accolto la confutazione.
ciao Mario

"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
04/02/2006 12:04
 
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"Volevo ricordare inoltre che questo tema (contro la verginità perpetua di Maria [..] è comune a tutto il popolo protestante "

No. La cosa comica è che i creatori del protestantesimo, cioè Lutero e persino lo stesso Calvino, erano dei ferventi sostenitori della perpetua veriginità di Maria. Il protestantesimo ha iniziato in massa a dubitare che Maria sia stata sempre vergine solo con l'avvento del razionalismo illuminista. Poiché non hanno mai avuto un magistero centrale l'eresia è dilagata tra loro. Cito un brano da Lutero, che i suoi cosiddetti "discendenti" dovrebbero conoscere: "Essere Madre di Dio è una prerogativa così alta e così immensa, che supera ogni intelletto. Di qua le viene ogni onore e ogni beatitudine e ciò fa che Ella sia l’unica persona in tutto il mondo, superiore di quante esistono, e che non ha pari nell’eccellenza di avere col Padre celeste un Figlio comune. In questa unica parola, dunque, è contenuto ogni onore per Maria; e nessuno potrebbe predicare in sua lode cose più magnifiche, avesse pure costui tante lingue quanti sono sulla terra i fiori e i fili d’erba, quante le stelle nel cielo e i granelli d’arena nel mare". (Oper.,IX,85, sup. Magnif.)


"la sua nascita senza peccato originale) è comune a tutto il popolo protestante"

Questo sì.

Ad maiora

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(Κ. Καβάφης)
04/02/2006 18:45
 
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Se si discute di Logos,poi pero' io penso al Caso,di cui esistono molteplici manifestazioni,viviamo in una realta' intrisa anche di fattori casuali,ed e' addirittura oggetto della Matematica.

Non so se il Logos come ragione che regge tutto se noi ne abbiamo una concezione buona,mi sa che di questo Logos ne abbiamo una imperfetta,imprecisa conoscenza,lo possiamo intuire,forse farci guidare,ma non lo possediamo in maniera assoluta.

Se Amore e Logos coesistono,il cristo pero' come si e' manifestato a noi?

Paolo
04/02/2006 21:05
 
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" fattori casuali,ed e' addirittura oggetto della Matematica. "

E' mio parere che dietro il cosiddetto "caso" ci sia sempre un ordine recondito.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 04/02/2006 21.16]

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04/02/2006 22:13
 
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Re:

Scritto da: Polymetis 04/02/2006 21.05
" fattori casuali,ed e' addirittura oggetto della Matematica. "

E' mio parere che dietro il cosiddetto "caso" ci sia sempre un ordine recondito.



Condivido in pieno, in passato mi sono dedicato allo studio degli affascinanti frattali (ordine nel caos) perdevo giornate intere nel cercare di crearli con il computer dopo averne saggiato le basi matematiche che stavano dietro a queste impressionanti figure e nella natura dietro a forme apparentemente casuali come le nubi o le foglie ecc...

Hai visto che in qualche cosa andiamo daccordo?
ciao Mario

"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
05/02/2006 03:47
 
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Povero Galileo.
>>>Semplicemente non vedo come tu possa ricordarti cosa ti passava per la mente mentre scrivevi una lettera in un mare di centinaia di lettere.

R.:
E infatti l’errore di battitura non si ricorda. Ma ricordo, anzi, so benissimo come si scrive quella parola in latino e di conseguenza se è stata scritta male è ovvio che è per un errore di battitura e non per una mancanza di conoscenza.


>>>Questo non è né un errore di battitura né un errore di incompetenza, bensì una distrazione: ho inconsciamente italianizzato la parola. Temo tuttavia non mi si possa accusare di ignorare il titolo dell’opera giacché, come ricordato da Berescitte, abbiamo già discusso del caso Galileo più di una volta e ho sempre scritto la parola in modo corretto.

R.:
Anche io, ovviamente, ho scritto quel detto latino diverse volte e l’ho scritto sempre correttamente, questa volta ho commesso un errore di battitura e tu una distrazione, fine del discorso.

Ed ora veniamo alle cose serie. Ho parlato direttamente con l’autore dell’articolo per talune delucidazioni visto che il saggio è suo. Grazie a lui ho potuto postare quanto segue con precisione e con il suo consenso storico e scientifico. Il Professor Renzetti è un fisico ed ha lavorato per 35 anni in storia della fisica, avendo insegnato presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma per 10 anni, a fianco del prof. Salvo D’Agostino. I suoi lavori sono stati pubblicati in varie riviste specialistiche come documentato da quanto scritto nel sito. Spero che questo sia sufficiente come lettera di presentazione.


>>>Grazie, ma accetterei una simile predica solo da un laureato in scienze storiche o da un filosofo epistemologo, e non è il tuo caso. Inoltre ti ringrazio per aver dato ad un'intera commissione di storici la patente di idioti.

R.:
Come tu ti permetti di parlare di scienza, che non è la tua materia, altrettanto mi permetto di parlare di filosofia anche se non è la mia materia specifica. (ritengo comunque di avere una buona conoscenza della stessa).

I pretesi studi di questa congrega di persone sono a tesi. In tempi recenti abbiamo assistito ad altri processi del genere, quelli stalinisti ed anche quegli storici erano grandi storici (naturalmente dipende dal punto di vista). Tra l’altro sarebbe d’interesse conoscere i contributi scientifici e/o storici dei pretesi studiosi. Il fatto che emerge in gran parte di questi pretesi studi è l’impronta teologica e delle pretese epistemolgogiche completamente sballate (nessun epistemologo mai si è sognato di richiedere un certo risultato a priori; gli studi storici ed epistemologici si indirizzano su cosa è stato fatto e non su cosa si sarebbe potuto fare.


>>>Per quanto riguarda il saggio che proponi, per i suoi 3/4 tratta di cose che io non ho mai affrontato, mi limiterò dunque a rispondere alle parti che interessano questo dibattito e cioè:
- era possibile parlare di copernicanesimo presentandolo solo come teoria?
- Galileo dimostrò il copernicanesimo?

R.:
Il copernicanesimo di Copernico era una sciocchezza in un mondo completamente aristotelico. L’opera di Aristotele è consistente e priva di contraddizioni interne. Assegnare il moto alla Terra e farla ruotare intorno al Sole, in quella visione, è una completa sciocchezza. La Terra, materiale e dotata di pesantezza non disporrebbe del motore sufficiente; sfonderebbe le varie sfere cristalline che servono da sostegno agli altri pianeti eterei; eccetera.
Ma l’idea solleticò molti studiosi della Filosofia della Natura. Alcuni teorizzarono sopra questa fantasia (Bruno, ad esempio). Galileo fu il primo che tentò di mostrare la validità del copernicanesimo. Poiché la cosa sembra indimostrabile a seguito del fatto che da qui si vede il Sole ruotare intorno alla Terra, Galileo si mosse su strade molto complesse che raggiunsero lo scopo. Occorreva mostrare che ciò che si vede qui si sarebbe visto dal Sole (principio di relatività: quando due navi si incrociano camminando parallele in versi opposti, non si sa mai con certezza quale delle due è in moto o se lo sono tutte e due). Occorreva mostrare che le obiezioni al moto della Terra non erano fondate. Una di queste voleva che tutti gli oggetti che stanno sulla Terra dovrebbero essere scagliati via da essa a seguito del moto. E qui Galileo sviluppò un qualcosa già intuita da Bruno, il principio di Inerzia (tutte le cose che hanno attinenza con un oggetto in moto si muovono con esso). Quest’ultimo successo di Galileo è quello illustrato dal celebre brano della stiva della nave nel Dialogo (qualcosa di simile aveva scritto Giordano Bruno).

Ma il grande merito di Galileo non risiede tanto nell’aver dimostrato il copernicanesimo (anche se ciò non fosse stato la sua fama sarebbe stata ugualmente immensa). Egli, dato il copernicanesimo, costruì una fisica impensabile in un mondo geocentrico e regolato dalla fisica aristotelica. Egli studia la caduta dei gravi mostrando che lo spazio percorso da un oggetto in caduta è proporzionale al quadrato del tempo ed è indipendente dalla sua massa (contrariamente a quanto ammetteva Aristotele: un oggetto di massa grande impiegava meno tempo a cadere di uno di massa più piccola) nel far questo passa attraverso un pezzo di fisica molto avanzata. La distinzione di principio tra massa inerziale e massa gravitazionale: se lasciamo cadere due pietre piane, l'una sovrapposta all'altra, le due non si separano durante la caduta anche se quella che sta sopra ha massa metà di quella che sta sotto ed inoltre la pietra superiore non esercita 'peso' sulla pietra che sta sotto. Per realizzare tali esperienze in una situazione un cui la misura del tempo era molto precaria e la caduta di un oggetto avviene appunto in tempi brevissimi, Galileo dà mostra di tutto il suo talento "rallentando" il moto di caduta. Come è possibile ciò ? Attraverso l'introduzione di piani (poco) inclinati su cui era realizzata una sottile scanalatura lungo cui si facevano rotolare delle sferette di varia massa. Ad ogni data distanza un campanellino urtato dalla sferetta in caduta dava il tempo. È l'esempio del "metodo" di Galileo: l'esperienza è ideata come appropriata domanda posta al termine di un processo deduttivo, il quale prende le mosse da determinate ipotesi di significato più generale. Svariate altre questioni di cinematica e meccanica sono poste ed alla fine la fisica aristotelica ne esce distrutta mentre si aprono enormi brecce ad una fisica appena abbozzata ma tutta da costruire. Anche qui si insiste con le maree come prova del moto della Terra ?
Ora capisco che a dei teologi queste cose non creino emozione, ma in questo è la nascita della fisica moderna che, da questo momento può iniziare a volare. L’opera sarà completata con la Rivoluzione Francese che stabilirà definitivamente la separazione tra libero pensiero e religione.


>>>"Béné, l'ultimo del libro ma che lo stesso Cardinal Garrone consiglia di leggere per primo. Secondo Béné, i comunisti si sono appropriati di Galileo ed hanno fatto di esso un'arma contro la Chiesa. Ora, poiché comunista è sinonimo di ateo, nella logica delle gerarchie l'affare Galileo è un affare che esiste solo in quanto esistono i comunisti."

Si riferisce al fatto che opere letterarie del tutto travisanti come la "Vita di Galileo" di Brecht hanno vinto, non a caso, il premio Stalin.

R.:
A scambiare Brecht per uno storico ce ne vuole. La “Vita di Galileo” è un’opera letteraria. Il fatto che abbia avuto il premio Stalin nulla aggiunge o toglie a quel capolavoro, interpretato magistralmente in Italia da Tino Buazzelli. Se questo è l’uso che ne fanno i comunisti, il Galileo da questo esce indenne perché risulta martire da prima che il comunismo vedesse la luce.


>>>"l'unico non compromesso con le gerarchie della Chiesa"

Si cerca subito di far passare l'essere cattolici come qualcosa che debilita l'obiettività, un insulto a tutti i ricercatori e alle università cattoliche del nostro pianeta. (Per non parlare del fatto che le università stesse sono un'invenzione medioevale della Chiesa).

R.:
La visione cattolica delle vicende di Galileo è una visione quantomeno sospetta. Sta allo studioso far emergere le bugie che abbondano nei pretesi studiosi: far descrivere le vicende di Galileo da personaggi della gerarchia corrisponde equivale a far fare la storia dello stalinismo da storici dell’Accademia delle scienze dell’ex URSS.


>>>"Per coloro che non avessero letto l'opera o gli studi non sciovinisti su Galileo, ricordo che lo scienziato toscano ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia; all'affermazione di questi due principi è dedicata gran parte della sua opera della maturità (si vedano il "Dialogo" ed i "Discorsi")."

Affermazione molto equivoca. "Cerca la prova" non equivale ad affermare "trovò la prova", e l'autore del saggio lo sa benissimo, visto che la rotazione terrestre è stata dimostrata solo dal pendolo di Foucault.

R.:
Errato! Il Pendolo di Foucault mostra solo la rotazione della Terra su se stessa. Ciò che occorre è la scoperta della parallasse stellare con strumenti ottici evolutissimi (rivoluzione industriale). La cosa fu realizzata circa 200 anni dopo (aveva iniziato Cassini nel 1738 a capire che le stelle non sono fisse con misure accurate, aveva proseguito Lambert nel 1761 stabilendo un metodo per determinare la posizione reale e quella apparente di una stella, altri contributi li dette Bradley nel 1783 capendo che occorreva tener conto del fenomeno dell’aberrazione stellare, aveva concluso Bessel nel 1837 osservando con gli eccellenti telescopi di Herschel la prima parallasse stellare che, spiegata ai filosofi, consiste nell’angolo Y sotto cui è osservata una data stella osservata dalla Terra sei mesi di distanza:



E’ evidente che se quell’angolo è nullo, non vi è movimento della Terra. E senza gli strumenti perfezionatissimi sarebbe stata impossibile l’impresa, quell’angolo era di 1/3 di secondo!
Insisto poi sul fatto che Galileo cercava. E la cosa (il copernicanesimo) la rese completamente plausibile. Si dica in quale testo o trattato o Bibbia o ciò che si vuole è scritto che il ricercare significa trovare. Si dica anche perché Galileo sarebbe stato assolto dalla Chiesa se avesse trovato (invece di aver reso plausibile).


>>>Se l'autore fosse così gentile da dirci quali prove della rotazione terrestre si troverebbero negli scritti di Galileo farebbe un favore alla storia della scienza.

R.:
Evidentemente non si riesce a capire l’immensa portata dell’inerzia e della relatività. Ma questo è un problema di chi non lo capisce.


>>>"Ma chi è, allora, Galileo? Sorvolando sui suoi (di Galileo) toni di sprezzante superiorità (sic!) egli è in primo luogo un fisico che si eleva a considerazioni metafìsiche. È un infortunio di passaggio al quale non si deve alcuna rivoluzione, che semmai spetta a Copernico. Tant'è che Copernico non fu messo all'indice e servì anzi per la riforma del Calendario."

Qui riporta la tesi del libro ma non prova neppure a confutarla. E' vero infatti sia che l'eliocentrismo non si deve a Galileo sia che egli giocasse con la metafisica.

R.:
Effettivamente l'autore soffre di "Illuminismo acuto". Si illude che la sola citazione faccia capire l’abisso di ignoranza che c’è dietro.
L’autore sa bene che l’eliocentrismo è della Grecia classica ma quell’eliocentrismo, come quello di Copernico erano povere cose buone solo per filosofi.
La conclusione della frase riportata è d’interesse! Una sorta di anticipazione del copyright di Ratzinger. Cosicché un filosofo naturale (questa era la sua nomina universitaria) non può fare il filosofo naturale. La logica, anche quella aristotelica, fa dei salti di stupore.


>>>"Inoltre lo scienziato voleva dimostrare il moto della Terra attraverso le maree (è un chiodo fisso di vari relatori, n.d.r.)"

Il chiodo fisso l'aveva Galileo, basta leggere il Dialogo per sincerarsene.

R.:
Falso ! Non è vero che Galileo voleva dimostrare il moto della Terra solo attraverso le maree. Ho già detto come Galileo prova la diversa possibilità di osservazione dei fatti naturali attraverso relatività ed inerzia. Riguardo alle maree debbo osservare che in teologia sanno tutto di Bibbia e zero di fisica. A cosa si crede siano dovute le maree ? Mi riferisco al fatto che vanno spostandosi seguendo la Luna ed al fatto che esiste quella “sciocchezza" chiamata quadratura. Al fatto cioè che la marea cresce o no a seconda di come è situata la terna Sole, Terra, Luna !!!!
Ho letto il Dialogo ma, proprio nel Dialogo, la cosa è del tutto marginale (non a caso Galileo inserisce la discussione sulle maree nell'ultima parte del suo celebre Dialogo..., quale possibile "prova" del moto reale della Terra: "il medesimo flusso e reflusso [del mare] comparisca a confermare la terrestre mobilità"). Il cortese interlocutore voleva forse dire “Il Saggiatore” ? Credo comunque che si dimenticano le fasi di Venere. Esse sono possibili SOLO se il centro del moto è il Sole.


>>>"Purtroppo la malafede è manifesta in chi dimentica la prefazione di Osiander, proprio per far uscire l'opera di Copernico dalla quale, Galileo subì la sua condanna (e da quel punto tutti e due all'Indice!);"

Quello che sto ripetendo da un secolo è appunto che, purché si presentasse l'eliocentrismo come ipotesi di lavoro, non c'era problema a discuterlo.

R.:
Perché, rispetto a quale Dio se non alla lettura pedissequa e quindi limitativa dello stesso Dio, della Bibbia ? La cosa era stata spiegata, con Sant’Agostino, nella Lettera a Cristina di Lorena (Dio parla alla gente in modo che essa possa capire e, l’idea che Giosuè avesse detto “fermati o Terra!” fa ridere anche i leghisti).


>>> Il problema di Galileo fu esibirlo come un fatto sicuro, cosa che non era per nulla.

R.:
Caspita! Qui vi è chi da sempre si arroga le verità rivelate e non ammette neppure che un ricercatore creda in ciò che ha fatto ! Prego chiunque dubiti di Galileo di fare un’indagine su quanti sanno dire su quali basi dicono che è la Terra che gira introno al Sole, compreso Ruini.
In ogni caso: se fosse stato vero e non lo è, Galileo sarebbe stato assolto ?


>>>Inserì poi una frase del papa sulla bocca di Simplicio, ossia l'aristotelico che nel Dialogo fa la figura dello scemo.

R.:
Non è così. Galileo era andato dal suo ex amico, cardinal Barberini a raccontargli delle sue scoperte. Il futuro Urbano VIII, dopo lunghi colloqui (in cui fece a Galileo le osservazioni della cultura dell’epoca) lo elogiò tanto da incoraggiarlo a proseguire !
Galileo, nella stesura del Dialogo, volle dare maggior risalto alle obiezioni (non una, ma tutte) che comunemente venivano fatte contro l’eliocentrismo. Per fare ciò utilizzò le frasi che aveva utilizzato il futuro Papa. L’idea del trattarlo per scemo non vi era, semmai vi era la volontà di riprodurre una conversazione al massimo livello. In realtà ciò che fece infuriare il Barberini fu il logo della casa editrice fiorentina, tre delfini che si chiudono a cerchio. Poiché Barberini aveva tre “nipoti” (così all’epoca si chiamavano i figli !!!), pensò ad offese personali (in realtà la casa editrice aveva già pubblicato libri con quel logo).


>>>Galileo voleva fare della scienza una nuova religione, mischiandola in modo improprio con la fede cristiana.

R.:
Questa è una sciocchezza enorme. Quando si afferma che la scienza sarebbe una nuova religione ? Quando l’avrebbe mescolata con la fede ? Piuttosto la citata Lettera a Cristina di Lorena tenta di far capire proprio che vi sono ambiti diversi tra scienza e fede.


>>>E non siamo noi cattolici a sostenerlo bensì il più grande epistemologo del XX secolo, K. Popper, che vede in Galileo la nascita dello scientismo (cioè il culto della scienza elevata ad unico paradigma di verità).

R.:
E Popper quale autorità ha ? E’ un sociologo fattosi filosofo che scrisse dalla Nuova Zelanda, Paese nel quale non disponeva nemmeno di testi. Il richiamo a Popper è poi temerario. Il Popper enuncia il suo principio di falsificazione COPIANDOLO di sana pianta proprio da Galileo. L'esperimento è quindi il banco di prova di una teoria e nel "Dialogo" Galileo ha modo di sottolinearlo con molta chiarezza:
". . . benissimo intendo che una sola esperienza o concludente dimostrazione che si avesse in contrario, basta a battere in terra questi ed altri centomila argomenti probabili".


>>>Fu Galileo a far precipitare la questione poiché usava l'eliocentrismo come macchina da guerra.

R.:
Ma davvero? E dove, di grazia ? E perché, nonostante i suoi amici fiorentini gli dicevano di non andare a Roma, egli volle andare ? Non aveva completa fiducia nella Chiesa e nel presunto amico Papa ?


>>>La gerarchia non poté fare altro che revocare l'imprimatur al "De revolutionibus" di Copernico, ma solo donec corrigatur, cioè finché il testo non fosse stato corretto in modo da portare in forma ipotetica le dichiarazioni che davano per certo l'eliocentrismo.

R.:
E perché non poté fare altro ? Si danno queste affermazioni apodittiche (apodittico: di discorso, di atteggiamento: dogmatico, che non ammette critiche o discussioni) senza necessità di spiegare. Se poi la spiegazione è metafisica non serve a nessuno se non alla Chiesa medesima.
Insisto: con questo sistema ogni processo staliniano ha la sua giustificazione in una fede diversa ma in una fede. Sta di fatto che il copernicanesimo è stato potuto insegnare in istituti religiosi solo a partire dal primo quarto del 1800.


>>>"il Nuncius Sidereus ? le opere in cui Galileo tratta di meccanica ? di fortificazioni ? del compasso ? ... II Nuncius Sidereus sembrerebbe la più incriminabile ma l'averlo fatto avrebbe ridicolizzato l'intera Corte Pontificia per il semplice fatto che al momento in cui questo libro uscì tutti lo applaudirono freneticamente;"

Costui tenta di far passare come prova a suo favore un fatto che invece lo squalifica. Se infatti gli scienziati pontifici applaudirono alla pubblicazione del Nuncius allora la sua tesi, secondo cui erano a priori avversi al copernicanesimo, cade.

R.:
L’autore si riferisce all’accoglienza che Galileo ebbe al Collegio Romano (gesuiti e non gerarchie) dopo la pubblicazione del Nuncius Sidereus. Fu allora che Galileo fu festeggiato anche dalla corte papale e fu allora che divenne “amico” del cardinal Barberini”. Ma vorrei osservare a chi ha gli occhi foderati di oscurantismo che il Nuncius riporta solo fatti sperimentali. In questa opera non si dice ancora nulla del copernicanesimo. Da cui discende che l’osservazione è sciocca e fa intendere che non hai letto l’opera di Galileo (forse qualche sunto fatto da Messori).


>>>"Raccontano sciocchezze appigliandosi a citazioni random"

Citare Bloch e Feyerabend sarebbe un citare a caso?

R.:
Si!
Ci si riferisce solo a quel giocherellone di Feyereband.
Nel 1987 la Chiesa di Roma, riunita a Cracovia in un Congresso dell'Accademia pontificia, invitò Feyerabend a tenere una relazione. Il nostro inviò una registrazione che fu poi pubblicata in una raccolta a cura di Marcello Pera (proprio lui!) sotto il titolo Addio alla ragione (Armando 1990). Qui si tenta una denigrazione di Galileo, attraverso considerazioni capziose. Oggi Galileo non sarebbe più libero di ieri, Galilei non aveva prove nell'affermare il copernicanesimo, Galileo insisteva in campi che non gli competevano ecc...

"Galileo non rivendicava solo la libertà di pubblicare i suoi risultati, voleva imporli agli altri. Sotto questo aspetto era altrettanto dogmatico e totalitario di molti moderni profeti della scienza, e anche altrettanto disinformato. Dava semplicemente per scontato che metodi particolari e molto limitati usati dagli astronomi (e da quei fisici che li seguivano) costituissero il modo corretto di avere accesso alla Verità e alla Realtà."

Galileo aveva di fronte un personaggio ragionevole, come Bellarmino. Quest'ultimo non era chiuso al nuovo, tanto è vero che in uno scritto dice a Galileo che la Chiesa è aperta a dimostrazioni (queste limitazioni dirette e razionali che venivano imposte alla ricerca non erano inamovibili).

"La Chiesa, allora, non solo era sulla via giusta quando usava le preoccupazioni umane come metro della realtà, ma era notevolmente più razionale di molti scienziati e filosofi moderni che tracciano una netta distinzione fra fatti e valori e danno per scontato che il solo modo per arrivare ai fatti, e quindi alla realtà, sia quello di accettare i valori della scienza. (...)
Dunque, gli scienziati possono contribuire alla cultura, ma non possono fornirle un fondamento; e, vincolati e accecati come sono dai loro pregiudizi “esperti”, certamente non possono essere autorizzati a decidere, senza controllo da parte degli altri cittadini, quale fondamento i cittadini dovrebbero accettare.
Le Chiese hanno molte ragioni per sostenere un simile punto di vista e usarlo per criticare risultati scientifici particolari come anche il ruolo della scienza nella nostra cultura. Dovrebbero superare la loro cautela (o è paura?) e ridare vita all'equilibrata saggezza di Roberto Bellarmino, proprio come gli scienziati costantemente traggono forza dalle opinioni di Democrito, Platone, Aristotele e del loro presuntuoso Patrono San Galileo.”

In quanto scritto si nota una conversione del nostro epistemologo anarchico al gesuitismo. Invia un suo intervento ai rappresentanti del Vaticano dicendo ciò che questi ultimi volevano sentirsi dire. Parla di maggiori difficoltà di Galileo oggi MA dimentica che oggi nessuno brucia chi la pensa in modo diverso e Galileo non fu bruciato solo per l'enorme fama che aveva nel mondo intero (anche se la galera coatta ad un anziano, l'obbligo al silenzio e la minaccia di tortura, restano fatti orrendi). Ma Feyereband è famoso per aver preso in giro più d’uno ed in questo caso ha preso in giro nientepopodimenoche il Papa. Infatti, se i gerarchi ecclesiali avessero conosciuto altri lavori del nostro epistemologo avrebbero avuto un qualche dubbio ad esaltarlo. Il teorico della ricerca anarchica dice delle cose di molto interesse su Galileo ed anche sulla Chiesa. La frase riportata dal nostro inquisitore è all'interno del seguente contesto. Galileo è una mente avanzatissima per il suo tempo. Spesso deve scendere a patti con esso. La Chiesa lo condanna in quanto entità conservatrice ed arretrata che non può in alcun modo comprendere la sua grandezza, il suo modo di fare scienza, al di là di ogni schema e metodo. Dice Feyerabend di Galileo: "Procedendo in questo modo Galileo esibì uno stile, un sense of humour, un'elasticità ed eleganza e una consapevolezza della preziosa debolezza del pensiero umano, che non è stata mai eguagliata nella storia della scienza. Nell'opera di Galileo abbiamo una fonte quasi inesauribile di materiale per la speculazione metodologica e, fatto molto più importante, per il recupero di quei caratteri della conoscenza che non soltanto ci informano ma anche ci deliziano" (Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 1979, pagg. 131-132). Dice Feyerabend, in quasi chiusura ed a proposito del colonialismo al quale si accompagna l'imperialismo culturale che opprime altri popoli, che il cristianesimo è la religione assetata del sangue dei fratelli (ibidem, pag. 243). Basta questo ?

Di Bloch c'è poco da dire. Il filosofo che tenta di intrecciare ebraismo e marxismo introducendo la Speranza nei concetti filosofici, si è occupato molto poco di Galileo. E comunque non vi è neppure un suo scritto in cui parli con competenza delle questioni di relatività, di inerzia e di meccanica poste da Galileo. Bloch non conosce la matematica e le problematiche di calcolo. Racconta cose su Galileo che non corrispondono al vero. Punto. Incredibilmente il sistema copernicano era molto più complesso di quello aristotelico per fare i conti ai quali si riferisce Bloch. E' vero che uno degli scopi di Copernico nell'elaborare il suo sistema era quello di tentare di semplificare i calcoli ma ciò non avvenne, probabilmente anche perché non si aveva alcuna pratica con il nuovo sistema. Ma c'è di più e mi ripeto. E' falso che i presupposti geocentrici o eliocentrici sono indimostrabili. Vero è che è molto difficile. Intanto la questione della relatività del moto. Non è mica una cosa così banale e scontata! Fu Galileo ad introdurla per dare credibilità al sistema Copernicano perché è vero che dalla Terra, il mondo sembra aristotelico. Rovesciare questo contro Galileo rappresenta non solo una falsificazione ma anche una sciocchezza conseguente all'ignoranza delle questioni in gioco. Ma qui coloro che provengono da studi letterari ed hanno studiato la fisica di Asimov o di Star Trek non possono seguire gli argomenti in gioco.
L’affermazione di Bloch “Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo“ che Ratzinger fa sua è intrisa di misticismo, descrive un dato metafisico che non può diventare un capo d’accusa contro una persona che sostiene cose diverse. Questo modo di porsi di Bloch lo rende estraneo all’argomento del contendere.


>>>"Così come è discorso pasticciato quello di affermare che per la relatività (del moto, Ratzinger, del moto, cioè quella galileiana, appunto; da non confondersi con quella di Einstein che si sbarazzò, lui si, dello spazio assoluto) serve lo spazio assoluto."

E questo nello scritto di Ratzinger dove lo avrebbe letto?

R.:
Ciò che è tra parentesi non è detto da nessuna parte. Si trattava di un gioco che voleva ricordare la fiera battaglia contro il relativismo del Papa. La parte non tra parentesi mostra invece quale grave ignoranza sia di Bloch e del suo estimatore Benedetto XVI. Ratzinger, che non conosce neppure l'argomento della secchia di Newton (e le critiche di Mach), non sa che il problema fu posto da Newton ma esattamente rovesciato: Newton credeva che se avesse individuato un moto assoluto, avrebbe potuto affermare uno spazio assoluto. Egli si convinse che tale moto assoluto era quello originato da forze centrifughe sbagliando come poi mostrò Mach. Ma qui si parla degli sviluppi di quanto aveva seminato Galileo, non delle problematiche che si posero con Galileo.


>>>"E' falso che i presupposti geocentrici o eliocentrici sono indimostrabili. Vero è che è molto difficile."

Ovviamente Ratzinger si riferiva al periodo di Galileo, non certo ad oggi. O secondo l'autore per il papa ancora oggi non è stato dimostrato l'eliocentrismo?

R.:
Strano che non ti sia accorto che la frase citata non è di Ratzinger ma è Ratzinger che cita Bloch !!!


>>>"Feyerabend di Galileo di Galileo"

Non si vede come quest'altra citazione cancelli la prima, visto che si implementano a vicenda. Feyerabend ammira Galileo come uomo, ma essendo il fautore di quella che noi filosofi chiamiamo "teoria anarchica della conoscenza" ritiene che Galileo sia uno dei padri delle pretese assolutiste dei positivisti.

R.:
Non la cancella ma descrive Feyerabend non Galileo.
Più in generale la scienza non è il positivismo. Di gran lunga la maggioranza degli scienziati rifiuta il positivismo che, non a caso è stato costruito a tavolino da un filosofo. Le speranze in una scienza onnipossente discendono dalle visioni distorte dei positivisti, dei metafisici della scienza. Chi occorre citare per farsi capire ? Fermi ? Planck ? Einstein ? Heisenberg ? Faraday ? Maxwell ? Rubbia ? Non vi sono positivisti tra gli scienziati. Non vi sono tracce di quella genia che ha inventato le pseudoscienze, come le sociologie, le psicologie e tante altre sciocchezze del genere, negando in questa affermazione la misurabilità e la riproducibilità che era di Galileo e che nega alla radice il Positivismo medesimo.


>>>"Io l'ho riportato in toto per dovere espositivo ed ho scelto questo lavoro solamente per la grande competenza e precisione scentifica."

Quando si tratta di un caso come Galileo ad un certo punto la storiografia si ferma ed entra in campo l'ermeneutica storica.

R.:
Ma davvero ? Non sono vi fatti che descrivono ciò che è accaduto ? E, se non bastasse, non vi è tutta una sequela di posizioni oscurantiste della Chiesa nei secoli, fino ad oggi ? L’erede di Bellarmino e dei Torquemada, fino a ieri Ratzinger, lo sa bene.


>>>I fatti sono muti senza qualcuno che li interpreti, e ognuno lo fa alla sua maniera. I più adatti a questo compito non sono i semplici scienziati ma gli storici della scienza e gli epistemologici (cioè i filosofi della scienza).

R.:
Possibile che ci siano ancora delle persone che si sentono investite del sapere divino ? E chi ha detto le cose roboanti che stanno scritte qui su ?
Una domandina facile facile, nell’ipotetica del terzo tipo che quanto affermato dall’interlocutore sia vero.
Si può fare lo storico della scienza o l’epistemologo senza conoscere la matematica, senza conoscere la formalizzazione anche la più spinta ? Si può avere questa presunzione, che corrisponde ad uno storico della musica che non sa leggere il pentagramma ? Questa stupida credenza porta ai Di Trocchio, a personaggi che ci provano ma non riescono mai a comprendere fino in fondo di cosa si sta parlando. E’ d’interesse comunque vedere che i Papi si servono dei più raffinati prodotti della ricerca scientifica. Oltre a viaggiare in aereo, si curano con la penicillina, con gli antibiotici, con la TAC, con l’acceleratore lineare (LINAC), telefonano, ascoltano radio e Tv quando non utilizzano DVD, LCD, PC, …. E pensare che tutte queste cose cominciano a marciare, TUTTE, da quel miserabile di Galileo processato in modo indegno.

Osservo a parte che l’Italia era fino a Galileo meta di pellegrinaggi di ogni studioso europeo che volesse essere all’avanguardia. Il baricentro della ricerca scientifica mondiale di allora era situato intorno a Firenze. Da allora, passati alcuni allievi, come Baliani e Torricelli, tutto è finito ed il baricentro si è spostato su Parigi con l’inizio della tragica migrazione dei nostri scienziati. Gli unici che hanno resistito sono stati botanici, matematici, astronomi d’osservazione, con veramente scarsissimi contributi della Chiesa in quanto tale. Se solo si conoscesse lo stato in cui fu trovata la fisica della Sapienza (“cattedra di fisica sacra” con la materia suddivisa secondo quanto Dio ha fatto nella creazione!) dai bersaglieri nel 1870, ci si metterebbe a piangere.
Solo a partire dai primi anni 20 del Novecento si è ricominciata una tradizione importantissima, con Fermi. Purtroppo anche questa volta con le mazzate di un altro potere oscurantista, il Fascismo.


>>>Alla fine di questo tragitto potrei anche riportare le mie affermazioni che sono state giudicate da Spirito "imbarazzanti", e vi chiedo, cari lettori, quali di queste siano state confutate, o anche solo affrontate dall'articolo. Resta vero infatti sia che bastava presentare l'eliocentrismo come ipotesi per non subire condanne

R.:
ma dove sta scritto ?


>>>sia che Galileo non presentò prove delle sue teorie

R.:
Le ha portate e come e comunque perché doveva?


>>>L'autore si limita ad affermare che "lo scienziato ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia"

R.:
questa affermazione liquidatoria mostra che le maieutiche sono incapaci di capire l’essenza dei problemi, mostra inoltre la completa ignoranza della infinita letteratura su Galileo, non per caso in contrasto con gli autori citati dall’ex capo del Sant’Uffizio


>>ma cercare qualcosa non significa trovarla ed in effetti non la trovò

R.:
I bambini usano inventarsi i mostri per poi chiudere gli occhi e cancellarli: il fatto che sia stata o meno trovata la prova è del tutto inessenziale per giudicare il processo a Galileo perché tale richiesta non era venuta da nessuno. In ogni caso la tua conclusione è degna di Monsieur de Lapalisse. Si tratta di una semplice tautologia.

O ci si occupa di queste cose o si lascia perdere. Non si tratta di argomenti da dopolavoro o da bar dello sport.
Insistere su una Chiesa che aveva ragione nel processare Galileo in quel tempo o è un lapsus o è un’affermazione di relativismo per altri versi negato dal Papa. In realtà continua a processarlo ma grazie a quel male universale chiamato ipocrisia non riesce a dirlo a chiare lettere.
E’ legittimo per una religione parlare di verità rivelata. Il fatto è che tale religione non riuscirà mai ad ammettere che vi siano altri modi di pensare, di interpretare il mondo. Per questo è fondamentale che la Chiesa sia libera con i suoi seguaci o fedeli, lasciando liberi tutti gli altri di pensarla in modo diverso. In questo senso la libertà di ricerca deve solo rispondere alla coscienza dello scienziato. L’applicazione del prodotto della ricerca scientifica spetterà.

[Modificato da spirito!libero 05/02/2006 3.59]

05/02/2006 04:48
 
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E' affascinante notare come dalla Verginità di Maria si sia finiti col dibattere sul processo a Galilei e di come il tono della discussione abbia preso un accento particolarmente aspro.
Mi permetto di segnalare una pagina web assai interessante da cui, credo, entrambi gli interlocutori potranno trarre un qualche profitto.

www.disf.org/Voci/142.asp

Buona lettura.

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05/02/2006 13:48
 
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Re:

Scritto da: Polymetis 04/02/2006 21.05
" fattori casuali,ed e' addirittura oggetto della Matematica. "

E' mio parere che dietro il cosiddetto "caso" ci sia sempre un ordine recondito.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 04/02/2006 21.16]




Ma la teoria dei frattali di cui parla Mario mi sembra che non spiega al 100% l'esistenza del Caos (quello che risponde un mio amico).

Un mio amico una volta mi ha parlato dei modelli matematici che studiano i fenomeni meteo e la turbolenza.

Io aggiungo parlando del Caos anche della vita biologica e sociale (come cioe' eventi imprevisti della evoluzione e gli eventi imprevisti della vita umana come ad esempio le morti accidentali,i furti,il libero arbitrio,etc,,etc,,,).

QUale ordine recondito ci dovrebbe essere dietro?
Forse che il creatore ha voluto una componente causale nell'universo per fare in modo che si evolvesse e per rendere la nostra esistenza poco noiosa?
Paolo

[Modificato da pcerini 05/02/2006 13.49]

05/02/2006 14:42
 
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Re:

Scritto da: Trianello 05/02/2006 4.48
E' affascinante notare come dalla Verginità di Maria si sia finiti col dibattere sul processo a Galilei e di come il tono della discussione abbia preso un accento particolarmente aspro.
Mi permetto di segnalare una pagina web assai interessante da cui, credo, entrambi gli interlocutori potranno trarre un qualche profitto.

www.disf.org/Voci/142.asp

Buona lettura.



Non ho letto il link postato perchè al fine del nostro dibattere, credo sia inutile citare articoli sul web senza presentare l'autorevolezza o meno dell'autore. Come dice lo stesso Polymetis chiunque può scrivere qualsiasi cosa su internet. Onde evitare di far perdere tempo ai lettori vorrei che si citasse innanzitutto chi è e cosa ha pubblicato l'autore dell'articolo. Inoltre mi piacerebbe che si citasse almeno un autorevole scienziato LAICO che confermi o appoggi con documentazione storica e scientifica la posizione faziosa della Chiesa cattolica.
05/02/2006 15:52
 
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“Povero Galileo.”

Amicus Plato sed magis amica veritas.

“Grazie a lui ho potuto postare quanto segue con precisione e con il suo consenso storico e scientifico”

Non capisco se quello che segue è l’intervento dell’autore dell’articolo o se tu abbia semplicemente tratto uno spunto dalla sua risposta per poi rielaborarlo. Comunque anche in questo caso sono tornate delle tematiche che a me non interessano minimamente, risponderò dunque solo a quelle che concernono l’eventuale dimostrazione dell’eliocentrismo e la possibilità di parlare del copernicanesimo purché fosse presentato come meramente ipotetico.

“Come tu ti permetti di parlare di scienza, che non è la tua materia, altrettanto mi permetto di parlare di filosofia”

Infatti qui oltre che alla scienza entrano in gioco la storia del pensiero, la filosofia della cultura, la storia della scienza, e l’epistemologia, ecc. A me interessa commentare un’epoca, e per farlo occorre conoscerne il contesto culturale.

“E qui Galileo sviluppò un qualcosa già intuita da Bruno, il principio di Inerzia (tutte le cose che hanno attinenza con un oggetto in moto si muovono con esso). Quest’ultimo successo di Galileo è quello illustrato dal celebre brano della stiva della nave nel Dialogo (qualcosa di simile aveva scritto Giordano Bruno).”

Tutto l’intervento a mio avviso gioco su un equivoco. I principi di relatività e di inerzia non dimostrano il copernicanesimo, si limitano a confutare le obiezioni della fisica aristotelica al moto di rivoluzione della terra.

“L’opera sarà completata con la Rivoluzione Francese che stabilirà definitivamente la separazione tra libero pensiero e religione.”

Dipende da cosa si intende con questa frase. Che la Bibbia non sia un libro di scienza è ovvio, che la scienza in generale non debba trattare del trascendente per darsi solo immanente è invece discutibile. Non che la scienza debba fare metafisica, bensì è lecito cercare nella natura le prove a posteriori dell’esistenza di Dio, quelle che potremmo definire “le tracce” lasciate dal Creatore. Su questo punto c’è una frattura nel mondo scientifico. Abbiamo infatti i pensatori del “caso” come Monod o Dawkins (cf. “L’orologiaio cieco”) che tolgono ogni tipo di senso all’ordine che si presenta nella creazione, mentre altri sono convinti che l’orologio chiamato universo implichi l’esistenza dell’orologiaio.

“A scambiare Brecht per uno storico ce ne vuole.”

Mai detto questo. Si stava discutendo della possibilità che i comunisti abbiano fatto un uso strumentale del caso Galileo, il che è indubitabile guardando proprio Brecht.

“far descrivere le vicende di Galileo da personaggi della gerarchia corrisponde equivale a far fare la storia dello stalinismo da storici dell’Accademia delle scienze dell’ex URSS.”

Io credo invece che i cattolici siano malati di “mea culpa”. Far redigere a dei cattolici dei saggi sull’inquisizione o su Galileo equivale a far vedere le cose in nero, basti pensare a Coyne, ultimamente lanciato in un’apologia senza fine dell’astronomo pisano.

“Galileo, nella stesura del Dialogo, volle dare maggior risalto alle obiezioni (non una, ma tutte) che comunemente venivano fatte contro l’eliocentrismo.”

Questo fatto è soggetto a pura interpretazione. Il nome del personaggio, cioè Simplicio, è estremamente indicativo della figura che gli è riservata nel Dialogo. Ridicolizzare la soluzione del problema che era stata data da Urbano VIII mettendola in bocca all’inetto aristotelico non fu una buona idea.

“Questa è una sciocchezza enorme. Quando si afferma che la scienza sarebbe una nuova religione ? Quando l’avrebbe mescolata con la fede ? Piuttosto la citata Lettera a Cristina di Lorena tenta di far capire proprio che vi sono ambiti diversi tra scienza e fede.”

E’ presto detto cosa intendo. L’ermeneutica biblica proposta nella lettera a Cristina di Lorena è solo apparentemente simile a quella dei biblisti contemporanei. Infatti Galileo affermava che dinnanzi a passi della Bibbia che appaiono antiscientifici occorre ricordare che l’agiografo s’è così espresso per adattarsi alla capacità del volgo, ma ammette anche che l’autore sacro NON fosse all’oscuro del contenuto scientifico. In altre parole secondo Galileo è possibile dimostrare che l’autore di Giosuè fosse al corrente dell’eliocetrismo, seppure celò il messaggio sotto una coltre metaforica per non turbare la plebe. E’ dunque lecito cercare all’interno della scrittura dei rimandi nascosti che l’agiografo vi ha infilato per far trasparire la sua vera credenza, e che risultano del tutto comprensibili una volta che si abbia presente la dottrina scientifica. A questo proposito scansiono qualche pagina di un saggio del Cardinal Marini su Galileo:




Carlo Maria Martini, L’ira di Dio e altri scritti, Milano, 1995, pagg. 239-248

“Ma davvero ? Non sono vi fatti che descrivono ciò che è accaduto ?”

I fatti esistono, ma sono muti senza una mente che li interpreta. Il trattamento che fu riservato a Galileo visti gli standard dei tribunali “laici” dell’epoca fu segno di civiltà e non di oscurantismo.

“Si può fare lo storico della scienza o l’epistemologo senza conoscere la matematica, senza conoscere la formalizzazione anche la più spinta ?”

Ovviamente no, si presume che un filosofo della scienza non abbia una formazione solo umanistica.
Non sto dicendo che l’epistemologo è adatto a parlare di Galileo senza conoscere la storia della fisica, sto dicendo che il semplice fisico non è la persona già adatta a parlare di epistemologia o di storia della scienza. Per giudicare il caso Galileo non è rilevante conoscere i quanti bensì la storia e la filosofia naturale del seicento.

“Resta vero infatti sia che bastava presentare l'eliocentrismo come ipotesi per non subire condanne
R.:
ma dove sta scritto ?”

Nella banale contestazione che il De revolutionibus con l’introduzione che spiegava il carattere ipotetico della teoria poté uscire con l’imprimatur, e che dopo il 1616 fu messo all’indice solo donec corrigatur. Abbiamo poi una lettera di Bellarmino a Foscarini e Galileo in cui si sostiene la liceità di parlare del copernicanesimo solo ex suppositione, e, qualora fosse stato dimostrato, sarebbe stato necessario conciliarlo con le Scritture: “«Dico che mi pare che V.P. e il Sig. Galileo facciano prudentemente a contentarsi di parlare ex suppositione e non assolutamente, come io ho sempre creduto che abbia parlato il Copernico. Perché il dire che, supposto che la terra si muova et il sole stia fermo si salvano tutte l'apparenze meglio che con porre gli eccentrici et epicicli, è benissimo detto, e non ha pericolo nessuno […]. Dico che quando ci fusse vera demonstratione che il sole stia nel centro del mondo e la terra nel terzo cielo, e che il sole non circonda la terra, ma la terra circonda il sole, allhora bisognerà andar con molta consideratione in esplicare le Scritture che paiono contrarie, e più tosto dire che non l'intendiamo, che dire che sia falso quello che si dimostra» ( Opere , vol. XII, p. 171).

“Falso ! Non è vero che Galileo voleva dimostrare il moto della Terra solo attraverso le maree.”

Infatti nessuno ha mai affermato che voleva dimostrare l’eliocentrismo solo grazie alle maree, semplicemente le altre “prove” non sono dimostrazioni del copernicanesimo quanto piuttosto la soluzioni di problemi che l’aristotelismo avrebbe opposto al moto della terra, ad esempio chiedersi come mai non siamo sbalzati nello spazio se la terra davvero si muovesse. Ma risolvere le confutazioni non implica dimostrare le nostre asserzioni. Ad ogni modo all’argomento delle maree dedica anche una lettera “Discorso del flusso e reflusso del mare” ( Opere , vol. V, pp. 377-395).
Inutile poi insistere sulle fasi di Venere quale presunta prova, infatti se è vero che scardinano il sistema tolemaico non mettono comunque in crisi altri sistemi geocentrici come quello di Tycho Brahe (1543-1601) che assumeva al suo interno anche le fasi di Venere.

“il fatto che sia stata o meno trovata la prova è del tutto inessenziale per giudicare il processo a Galileo perché tale richiesta non era venuta da nessuno.”

A me invece pare essenziale giacché non fu solo il clero ad osteggiare Galileo ma anche i suoi colleghi laici dell’epoca. Il mondo scientifico ruotava intorno al sistema aristotelico-telemaico, pretendere di distruggerlo senza proporne un altro ugualmente solido pareva un’empietà.

“In questo senso la libertà di ricerca deve solo rispondere alla coscienza dello scienziato.”

Affermazione molto pericolosa. Giacché i singoli sono spesso amorali.

“E Popper quale autorità ha ?”

Quella di più grande epistemologo del XX secolo insieme a Lakatos, Kuhn e Feyerabend.

“Ma davvero? E dove, di grazia ?”

Tutto il Dialogo è una macchina da guerra e una messa in ridicola dell’aristotelismo.

“Parla di maggiori difficoltà di Galileo oggi MA dimentica che oggi nessuno brucia chi la pensa in modo diverso e Galileo non fu bruciato solo per l'enorme fama che aveva nel mondo intero”

No, bensì perché era un buon cristiano e la sua opinione non così eretica. L’inquisizione non s’è mai fatta problemi a condannare gente “famosa”, basti pensare a Bruno o a Giovanna d’Arco.

“anche se la galera coatta ad un anziano, l'obbligo al silenzio e la minaccia di tortura, restano fatti orrendi”

La galera nella sua villa di Arretri, l’obbligo del silenzio così poco coatto che continuò a scrivere, e la territio verbalis della tortura poi non eseguita.

“credo sia inutile citare articoli sul web senza presentare l'autorevolezza o meno dell'autore”

Quell’articolo è tratto dal dizionario interdisciplinare di scienza e fede, un’opera rigorosamente scientifica. Nel nostro vaso l’autore è professore di Filosofia all’ University of Maryland, College Park e professore emerito di Filosofia e storia della scienza, Catholic University of America, Washington D.C. Ergo è un epistemologo. Tra l’altro laureato all’università di Friburgo in “Storia e filosofia della scienza” proprio con una tesi su Aristotele e Galileo.

“Inoltre mi piacerebbe che si citasse almeno un autorevole scienziato LAICO che confermi o appoggi con documentazione storica e scientifica la posizione faziosa della Chiesa cattolica.”

La Chiesa non ha una posizione, al massimo può averla il papa, il clero, o una commissione voluta dal papa. Ci vorrebbero delle nozioni base di ecclesiologia per capire la differenza.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
05/02/2006 19:57
 
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Cari amici,

non entro nel merito della discussione su Galileo, che avete trattato in modo molto interessante.

Vorrei tornare al tema della verginità di Maria (e della verginità in generale), perchè intorno ad esso mi sono interrogato più volte.
Una domanda mi sorge sempre spontanea e quasi involontaria: perchè la verginità è stata sempre ritenuta così importante solo per le donne?
Un santo uomo (maschio) non viene qualificato mai come "vergine".Per le donne invece questa qualifica è determinante, come se fosse per loro la qualità più importante.
La storia è piena di figure femminili di grande rilievo che sono vergini in un senso direi "mitologico": Giovanna d'Arco, Elisabetta d'Inghilterra, Caterina, Teresa...
Insomma per essere una figura di riferimento una donna doveva dirsi vergine.
Ma infondo, perchè una donna dovrebbe perdere la sua purezza, la sua statura morale, la sua nobiltà spirituale...ecc venendo a contatto con un uomo?
Perchè allora non dovrebbe accadere lo stesso per un uomo?

Insomma la ragione di questa attribuzione di significato alla verginità femminile mi sfugge: c'è qualcuno che potrebbe spiegarmela nel suo senso propriamente religioso (non in senso storico o antropologico, perchè a quello ci posso arrivare da solo).

Attendo delucidazioni-illuminazioni in merito.
Grazie
Alex [SM=x570892]




05/02/2006 20:31
 
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Caro spirito!libero,

se avessi cliccato sul link che ho segnalato, ti saresti accorto che questo rimanda ad un articolo su Galileo di William A. Wallace, autore può volte citato criticamente dagli articoli da te copiati qui, ma mai citato in modo diretto. Pensavo che una persona preparata come te conoscesse il sito del DISF, Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede, e la sua autorevolezza rispetto alla tematica oggetto del vosto discutere.
Permettimi di dire che questo tuo atteggiamento mi lascia perplesso.

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05/02/2006 21:37
 
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Scritto da: Trianello 05/02/2006 20.31
Caro spirito!libero,

se avessi cliccato sul link che ho segnalato, ti saresti accorto che questo rimanda ad un articolo su Galileo di William A. Wallace, autore può volte citato criticamente dagli articoli da te copiati qui, ma mai citato in modo diretto. Pensavo che una persona preparata come te conoscesse il sito del DISF, Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede, e la sua autorevolezza rispetto alla tematica oggetto del vosto discutere.
Permettimi di dire che questo tuo atteggiamento mi lascia perplesso.



Conosco ovviamente il sito, e conosco anche "da che parte sta". Ho scritto che non ho letto quell'articolo in particolare.

Il tempo a mia disposizione è purtroppo limitato, come credo quello di tutti gli utenti che ci seguono. Di solito, si usa introdurre il link che si riporta con un breve commento sul sito o sull'autore . In questo modo chiunque, anche chi non conosce il sito o l'autore, può farsi un'idea se impegnare del tempo a leggere un lungo articolo o no. Ecco il motivo del mio invito.

Comunque Renzetti ha ampiamente dimostrato la faziosità e le manipolazioni scritte da Wallace, basti leggere l'articolo postato.
05/02/2006 22:06
 
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Oddio, questo lo dici ora. Il tuo intervento precedente aveva ben altro tono, mi sembra.
L'articolo di Wallace tu non lo leggi perché tanto Renzetti, illustre insegnante liceale, ha detto che Wallace, accademico di fama internazionale, è un fazioso. E Renzetti che cos'è?
Il DISF lo sappiamo da che parte sta, anche Renzetti lo sappiamo da che parte sta, basta dare un'occhiata al suo sito. Scusami tanto, ma pensavo che un "libero" ricercatore dello spirito sentisse l'obbligo morale di sentire tutte le campane, di cercare di essere meno condizionato dai suoi preconcetti anticlericali, ma forse sono solo un povero ingenuo.
Scusa ancora.

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05/02/2006 23:00
 
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Re:

Scritto da: Trianello 05/02/2006 22.06
Oddio, questo lo dici ora. Il tuo intervento precedente aveva ben altro tono, mi sembra.
L'articolo di Wallace tu non lo leggi perché tanto Renzetti, illustre insegnante liceale, ha detto che Wallace, accademico di fama internazionale, è un fazioso. E Renzetti che cos'è?
Il DISF lo sappiamo da che parte sta, anche Renzetti lo sappiamo da che parte sta, basta dare un'occhiata al suo sito. Scusami tanto, ma pensavo che un "libero" ricercatore dello spirito sentisse l'obbligo morale di sentire tutte le campane, di cercare di essere meno condizionato dai suoi preconcetti anticlericali, ma forse sono solo un povero ingenuo.
Scusa ancora.



Io sono anti-oscurantisa e non anticlericale e l'ho già detto.

Il "da che parte sta" significava che si portano a sostegno delle proprie tesi sempre studi di parte. Questo volevo dire.

Perchè non citate mai studi prettametne laici ?

Questo significherebbe essere LIBERI e senza preconcetti !

Il prof. Renzetti è stato tra l'altro consigliere nazionale dell'Associazione per l'Insegnamento della Fisica.

Se leggessi l'articolo serenamente, vedresti che le confutazioni a Wallace sono lapalissiane.

Come ho già detto diversi post fa, ho riportato il suo articolo perchè tra i tranti LAICI era, a mio modesto parere, quello argomentato meglio.

Non capisco davvero perchè su questo non si possa essere laici e dire: "va bene è accaduto ma non si deve ripetere...". I vertici vaticani ne aquisterebbero prestigio morale.

Ma siamo sempre alla solita questione, l'istituzione della CC non rinuncia a nulla della sua storia semplicemente perchè NON PUO', al massimo dice che i suoi uomini hanno sbagliato.

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

06/02/2006 00:02
 
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“Conosco ovviamente il sito, e conosco anche "da che parte sta". Ho scritto che non ho letto quell'articolo in particolare.”

Dal tuo intervento si capiva tutt’altro. Hai affermato che occorreva prima specificare l’autore perché in “internet può scrivere chiunque”. Ma se davvero conoscevi il sito come potevi ignorare che in nel DISF non scrive mai “chiunque” bensì solo persone specializzate?

“Io sono anti-oscurantisa e non anticlericale e l'ho già detto. “

Conoscere le tenebre implica la conoscenza della luce. Tu conosci la luce?

“da che parte sta" significava che si portano a sostegno delle proprie tesi sempre studi di parte. Questo volevo dire. “

Come se atei e agnostici non costituissero un partito….

“Perchè non citate mai studi prettametne laici ? “

1)Non vedo perché uno studioso ateo dovrebbe essere più competente o più imparziale di uno religioso. Non stiamo parlano di TdG o dei ricercatori di qualche settuncola ma della religione che le università le ha inventate.
2)Vuoi laici? E secondo citare Popper, Feyerabend, Leo Moulin, che cos’è?

“Non capisco davvero perchè su questo non si possa essere laici e dire: "va bene è accaduto ma non si deve ripetere...".”

La storia è sacra, ammettere falsità non è fattibile.

“l'istituzione della CC non rinuncia a nulla della sua storia semplicemente perchè NON PUO'”

Non si dice mai che “la Chiesa sbaglia” per la semplice ragione che l’espressione non ha alcun senso, basta conoscere il significato greco del termine e confrontarlo con l’art 27 della Costituzione per capirne il motivo. La Chiesa non è il clero ma tutto il popolo di Dio.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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