>>>Semplicemente non vedo come tu possa ricordarti cosa ti passava per la mente mentre scrivevi una lettera in un mare di centinaia di lettere.
R.:
E infatti l’errore di battitura non si ricorda. Ma ricordo, anzi, so benissimo come si scrive quella parola in latino e di conseguenza se è stata scritta male è ovvio che è per un errore di battitura e non per una mancanza di conoscenza.
>>>Questo non è né un errore di battitura né un errore di incompetenza, bensì una distrazione: ho inconsciamente italianizzato la parola. Temo tuttavia non mi si possa accusare di ignorare il titolo dell’opera giacché, come ricordato da Berescitte, abbiamo già discusso del caso Galileo più di una volta e ho sempre scritto la parola in modo corretto.
R.:
Anche io, ovviamente, ho scritto quel detto latino diverse volte e l’ho scritto sempre correttamente, questa volta ho commesso un errore di battitura e tu una distrazione, fine del discorso.
Ed ora veniamo alle cose serie. Ho parlato direttamente con l’autore dell’articolo per talune delucidazioni visto che il saggio è suo. Grazie a lui ho potuto postare quanto segue con precisione e con il suo consenso storico e scientifico. Il Professor Renzetti è un fisico ed ha lavorato per 35 anni in
storia della fisica, avendo insegnato presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma per 10 anni, a fianco del prof. Salvo D’Agostino. I suoi lavori sono stati pubblicati in varie riviste specialistiche come documentato da quanto scritto nel sito. Spero che questo sia sufficiente come lettera di presentazione.
>>>Grazie, ma accetterei una simile predica solo da un laureato in scienze storiche o da un filosofo epistemologo, e non è il tuo caso. Inoltre ti ringrazio per aver dato ad un'intera commissione di storici la patente di idioti.
R.:
Come tu ti permetti di parlare di scienza, che non è la tua materia, altrettanto mi permetto di parlare di filosofia anche se non è la mia materia specifica. (ritengo comunque di avere una buona conoscenza della stessa).
I pretesi studi di questa congrega di persone sono a tesi. In tempi recenti abbiamo assistito ad altri processi del genere, quelli stalinisti ed anche quegli storici erano grandi storici (naturalmente dipende dal punto di vista). Tra l’altro sarebbe d’interesse conoscere i contributi scientifici e/o storici dei pretesi studiosi. Il fatto che emerge in gran parte di questi pretesi studi è l’impronta teologica e delle pretese epistemolgogiche completamente sballate (nessun epistemologo mai si è sognato di richiedere un certo risultato a priori; gli studi storici ed epistemologici si indirizzano su cosa è stato fatto e non su cosa si sarebbe potuto fare.
>>>Per quanto riguarda il saggio che proponi, per i suoi 3/4 tratta di cose che io non ho mai affrontato, mi limiterò dunque a rispondere alle parti che interessano questo dibattito e cioè:
- era possibile parlare di copernicanesimo presentandolo solo come teoria?
- Galileo dimostrò il copernicanesimo?
R.:
Il copernicanesimo di Copernico era una sciocchezza in un mondo completamente aristotelico. L’opera di Aristotele è consistente e priva di contraddizioni interne. Assegnare il moto alla Terra e farla ruotare intorno al Sole, in quella visione, è una completa sciocchezza. La Terra, materiale e dotata di pesantezza non disporrebbe del motore sufficiente; sfonderebbe le varie sfere cristalline che servono da sostegno agli altri pianeti eterei; eccetera.
Ma l’idea solleticò molti studiosi della Filosofia della Natura. Alcuni teorizzarono sopra questa fantasia (Bruno, ad esempio). Galileo fu il primo che tentò di mostrare la validità del copernicanesimo. Poiché la cosa sembra indimostrabile a seguito del fatto che da qui si vede il Sole ruotare intorno alla Terra,
Galileo si mosse su strade molto complesse che raggiunsero lo scopo. Occorreva mostrare che ciò che si vede qui si sarebbe visto dal Sole (principio di relatività: quando due navi si incrociano camminando parallele in versi opposti, non si sa mai con certezza quale delle due è in moto o se lo sono tutte e due). Occorreva mostrare che le obiezioni al moto della Terra non erano fondate. Una di queste voleva che tutti gli oggetti che stanno sulla Terra dovrebbero essere scagliati via da essa a seguito del moto.
E qui Galileo sviluppò un qualcosa già intuita da Bruno, il principio di Inerzia (tutte le cose che hanno attinenza con un oggetto in moto si muovono con esso). Quest’ultimo successo di Galileo è quello illustrato dal celebre brano della stiva della nave nel Dialogo (qualcosa di simile aveva scritto Giordano Bruno).
Ma il grande merito di Galileo non risiede tanto
nell’aver dimostrato il copernicanesimo (anche se ciò non fosse stato la sua fama sarebbe stata ugualmente immensa). Egli, dato il copernicanesimo, costruì una fisica impensabile in un mondo geocentrico e regolato dalla fisica aristotelica. Egli studia la caduta dei gravi mostrando che lo spazio percorso da un oggetto in caduta è proporzionale al quadrato del tempo ed è indipendente dalla sua massa (contrariamente a quanto ammetteva Aristotele: un oggetto di massa grande impiegava meno tempo a cadere di uno di massa più piccola) nel far questo passa attraverso un pezzo di fisica molto avanzata. La distinzione di principio tra massa inerziale e massa gravitazionale: se lasciamo cadere due pietre piane, l'una sovrapposta all'altra, le due non si separano durante la caduta anche se quella che sta sopra ha massa metà di quella che sta sotto ed inoltre la pietra superiore non esercita 'peso' sulla pietra che sta sotto. Per realizzare tali esperienze in una situazione un cui la misura del tempo era molto precaria e la caduta di un oggetto avviene appunto in tempi brevissimi, Galileo dà mostra di tutto il suo talento "rallentando" il moto di caduta. Come è possibile ciò ? Attraverso l'introduzione di piani (poco) inclinati su cui era realizzata una sottile scanalatura lungo cui si facevano rotolare delle sferette di varia massa. Ad ogni data distanza un campanellino urtato dalla sferetta in caduta dava il tempo.
È l'esempio del "metodo" di Galileo: l'esperienza è ideata come appropriata domanda posta al termine di un processo deduttivo, il quale prende le mosse da determinate ipotesi di significato più generale. Svariate altre questioni di cinematica e meccanica sono poste ed alla fine la fisica aristotelica ne esce distrutta mentre si aprono enormi brecce ad una fisica appena abbozzata ma tutta da costruire.
Anche qui si insiste con le maree come prova del moto della Terra ?
Ora capisco che a dei teologi queste cose non creino emozione, ma in questo è la nascita della fisica moderna che, da questo momento può iniziare a volare. L’opera sarà completata con la Rivoluzione Francese che stabilirà definitivamente la separazione tra libero pensiero e religione.
>>>"Béné, l'ultimo del libro ma che lo stesso Cardinal Garrone consiglia di leggere per primo. Secondo Béné, i comunisti si sono appropriati di Galileo ed hanno fatto di esso un'arma contro la Chiesa. Ora, poiché comunista è sinonimo di ateo, nella logica delle gerarchie l'affare Galileo è un affare che esiste solo in quanto esistono i comunisti."
Si riferisce al fatto che opere letterarie del tutto travisanti come la "Vita di Galileo" di Brecht hanno vinto, non a caso, il premio Stalin.
R.:
A scambiare Brecht per uno storico ce ne vuole. La “Vita di Galileo” è un’opera letteraria. Il fatto che abbia avuto il premio Stalin nulla aggiunge o toglie a quel capolavoro, interpretato magistralmente in Italia da Tino Buazzelli. Se questo è l’uso che ne fanno i comunisti, il Galileo da questo esce indenne perché risulta martire da prima che il comunismo vedesse la luce.
>>>"l'unico non compromesso con le gerarchie della Chiesa"
Si cerca subito di far passare l'essere cattolici come qualcosa che debilita l'obiettività, un insulto a tutti i ricercatori e alle università cattoliche del nostro pianeta. (Per non parlare del fatto che le università stesse sono un'invenzione medioevale della Chiesa).
R.:
La visione cattolica delle vicende di Galileo è una visione quantomeno sospetta. Sta allo studioso far emergere le bugie che abbondano nei pretesi studiosi: far descrivere le vicende di Galileo da personaggi della gerarchia corrisponde equivale a far fare la storia dello stalinismo da storici dell’Accademia delle scienze dell’ex URSS.
>>>"Per coloro che non avessero letto l'opera o gli studi non sciovinisti su Galileo, ricordo che lo scienziato toscano ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia; all'affermazione di questi due principi è dedicata gran parte della sua opera della maturità (si vedano il "Dialogo" ed i "Discorsi")."
Affermazione molto equivoca. "Cerca la prova" non equivale ad affermare "trovò la prova", e l'autore del saggio lo sa benissimo, visto che la rotazione terrestre è stata dimostrata solo dal pendolo di Foucault.
R.:
Errato! Il Pendolo di Foucault mostra solo la rotazione della Terra su se stessa. Ciò che occorre è la scoperta della parallasse stellare con strumenti ottici evolutissimi (rivoluzione industriale). La cosa fu realizzata circa 200 anni dopo (aveva iniziato Cassini nel 1738 a capire che le stelle non sono fisse con misure accurate, aveva proseguito Lambert nel 1761 stabilendo un metodo per determinare la posizione reale e quella apparente di una stella, altri contributi li dette Bradley nel 1783 capendo che occorreva tener conto del fenomeno dell’aberrazione stellare, aveva concluso Bessel nel 1837 osservando con gli eccellenti telescopi di Herschel la prima parallasse stellare che, spiegata ai filosofi, consiste nell’angolo Y sotto cui è osservata una data stella osservata dalla Terra sei mesi di distanza:
E’ evidente che se quell’angolo è nullo, non vi è movimento della Terra. E senza gli strumenti perfezionatissimi sarebbe stata impossibile l’impresa, quell’angolo era di 1/3 di secondo!
Insisto poi sul fatto che Galileo
cercava. E la cosa (il copernicanesimo) la rese completamente plausibile. Si dica in quale testo o trattato o Bibbia o ciò che si vuole è scritto che il ricercare significa
trovare. Si dica anche perché Galileo sarebbe stato assolto dalla Chiesa se avesse trovato (invece di
aver reso plausibile).
>>>Se l'autore fosse così gentile da dirci quali prove della rotazione terrestre si troverebbero negli scritti di Galileo farebbe un favore alla storia della scienza.
R.:
Evidentemente non si riesce a capire l’immensa portata
dell’inerzia e della relatività. Ma questo è un problema di chi non lo capisce.
>>>"Ma chi è, allora, Galileo? Sorvolando sui suoi (di Galileo) toni di sprezzante superiorità (sic!) egli è in primo luogo un fisico che si eleva a considerazioni metafìsiche. È un infortunio di passaggio al quale non si deve alcuna rivoluzione, che semmai spetta a Copernico. Tant'è che Copernico non fu messo all'indice e servì anzi per la riforma del Calendario."
Qui riporta la tesi del libro ma non prova neppure a confutarla. E' vero infatti sia che l'eliocentrismo non si deve a Galileo sia che egli giocasse con la metafisica.
R.:
Effettivamente l'autore soffre di "Illuminismo acuto". Si illude che la sola citazione faccia capire l’abisso di ignoranza che c’è dietro.
L’autore sa bene che l’eliocentrismo è della Grecia classica ma quell’eliocentrismo, come quello di Copernico erano povere cose buone solo per filosofi.
La conclusione della frase riportata è d’interesse! Una sorta di anticipazione del copyright di Ratzinger. Cosicché un filosofo naturale (questa era la sua nomina universitaria) non può fare il filosofo naturale. La logica, anche quella aristotelica, fa dei salti di stupore.
>>>"Inoltre lo scienziato voleva dimostrare il moto della Terra attraverso le maree (è un chiodo fisso di vari relatori, n.d.r.)"
Il chiodo fisso l'aveva Galileo, basta leggere il Dialogo per sincerarsene.
R.:
Falso ! Non è vero che Galileo voleva dimostrare il moto della Terra solo attraverso le maree. Ho già detto come Galileo prova la diversa possibilità di osservazione dei fatti naturali attraverso relatività ed inerzia. Riguardo alle maree debbo osservare che in teologia sanno tutto di Bibbia e zero di fisica.
A cosa si crede siano dovute le maree ? Mi riferisco al fatto che vanno spostandosi seguendo la Luna ed al fatto che esiste quella “sciocchezza" chiamata quadratura.
Al fatto cioè che la marea cresce o no a seconda di come è situata la terna Sole, Terra, Luna !!!!
Ho letto il Dialogo ma, proprio nel Dialogo, la cosa è del tutto marginale (non a caso Galileo inserisce la discussione sulle maree nell'ultima parte del suo celebre Dialogo..., quale possibile "prova" del moto reale della Terra: "il medesimo flusso e reflusso [del mare] comparisca a confermare la terrestre mobilità"). Il cortese interlocutore voleva forse dire “Il Saggiatore” ? Credo comunque che si dimenticano le fasi di Venere. Esse sono possibili
SOLO se il centro del moto è il Sole.
>>>"Purtroppo la malafede è manifesta in chi dimentica la prefazione di Osiander, proprio per far uscire l'opera di Copernico dalla quale, Galileo subì la sua condanna (e da quel punto tutti e due all'Indice!);"
Quello che sto ripetendo da un secolo è appunto che, purché si presentasse l'eliocentrismo come ipotesi di lavoro, non c'era problema a discuterlo.
R.:
Perché, rispetto a quale Dio se non alla lettura pedissequa e quindi limitativa dello stesso Dio, della Bibbia ? La cosa era stata spiegata, con Sant’Agostino, nella Lettera a Cristina di Lorena (Dio parla alla gente in modo che essa possa capire e, l’idea che Giosuè avesse detto “fermati o Terra!” fa ridere anche i leghisti).
>>> Il problema di Galileo fu esibirlo come un fatto sicuro, cosa che non era per nulla.
R.:
Caspita! Qui vi è chi da sempre si arroga le verità rivelate e non ammette neppure che un ricercatore creda in ciò che ha fatto ! Prego chiunque dubiti di Galileo di fare un’indagine su quanti sanno dire su quali basi dicono che è la Terra che gira introno al Sole, compreso Ruini.
In ogni caso: se fosse stato vero e non lo è, Galileo sarebbe stato assolto ?
>>>Inserì poi una frase del papa sulla bocca di Simplicio, ossia l'aristotelico che nel Dialogo fa la figura dello scemo.
R.:
Non è così. Galileo era andato dal suo ex amico, cardinal Barberini a raccontargli delle sue scoperte. Il futuro Urbano VIII, dopo lunghi colloqui (in cui fece a Galileo le osservazioni della cultura dell’epoca) lo elogiò tanto da incoraggiarlo a proseguire !
Galileo, nella stesura del Dialogo, volle dare maggior risalto alle obiezioni (non una, ma tutte) che comunemente venivano fatte contro l’eliocentrismo. Per fare ciò utilizzò le frasi che aveva utilizzato il futuro Papa. L’idea del trattarlo per scemo non vi era, semmai vi era la volontà di riprodurre una conversazione al massimo livello. In realtà ciò che fece infuriare il Barberini fu il logo della casa editrice fiorentina, tre delfini che si chiudono a cerchio.
Poiché Barberini aveva tre “nipoti” (così all’epoca si chiamavano i figli !!!), pensò ad offese personali (in realtà la casa editrice aveva già pubblicato libri con quel logo).
>>>Galileo voleva fare della scienza una nuova religione, mischiandola in modo improprio con la fede cristiana.
R.:
Questa è una sciocchezza enorme. Quando si afferma che la scienza sarebbe una nuova religione ? Quando l’avrebbe mescolata con la fede ? Piuttosto la citata Lettera a Cristina di Lorena tenta di far capire proprio che vi sono ambiti diversi tra scienza e fede.
>>>E non siamo noi cattolici a sostenerlo bensì il più grande epistemologo del XX secolo, K. Popper, che vede in Galileo la nascita dello scientismo (cioè il culto della scienza elevata ad unico paradigma di verità).
R.:
E Popper quale autorità ha ? E’ un sociologo fattosi filosofo che scrisse dalla Nuova Zelanda, Paese nel quale non disponeva nemmeno di testi. Il richiamo a Popper è poi temerario. Il Popper enuncia il suo principio di falsificazione
COPIANDOLO di sana pianta proprio da Galileo. L'esperimento è quindi il banco di prova di una teoria e nel "Dialogo" Galileo ha modo di sottolinearlo con molta chiarezza:
". . . benissimo intendo che una sola esperienza o concludente dimostrazione che si avesse in contrario, basta a battere in terra questi ed altri centomila argomenti probabili".
>>>Fu Galileo a far precipitare la questione poiché usava l'eliocentrismo come macchina da guerra.
R.:
Ma davvero? E dove, di grazia ? E perché, nonostante i suoi amici fiorentini gli dicevano di non andare a Roma, egli volle andare ? Non aveva completa fiducia nella Chiesa e nel presunto amico Papa ?
>>>La gerarchia non poté fare altro che revocare l'imprimatur al "De revolutionibus" di Copernico, ma solo donec corrigatur, cioè finché il testo non fosse stato corretto in modo da portare in forma ipotetica le dichiarazioni che davano per certo l'eliocentrismo.
R.:
E perché non poté fare altro ? Si danno queste affermazioni apodittiche (
apodittico: di discorso, di atteggiamento: dogmatico, che non ammette critiche o discussioni) senza necessità di spiegare. Se poi la spiegazione è metafisica non serve a nessuno se non alla Chiesa medesima.
Insisto: con questo sistema ogni processo staliniano ha la sua giustificazione in una fede diversa ma in una fede.
Sta di fatto che il copernicanesimo è stato potuto insegnare in istituti religiosi solo a partire dal primo quarto del 1800.
>>>"il Nuncius Sidereus ? le opere in cui Galileo tratta di meccanica ? di fortificazioni ? del compasso ? ... II Nuncius Sidereus sembrerebbe la più incriminabile ma l'averlo fatto avrebbe ridicolizzato l'intera Corte Pontificia per il semplice fatto che al momento in cui questo libro uscì tutti lo applaudirono freneticamente;"
Costui tenta di far passare come prova a suo favore un fatto che invece lo squalifica. Se infatti gli scienziati pontifici applaudirono alla pubblicazione del Nuncius allora la sua tesi, secondo cui erano a priori avversi al copernicanesimo, cade.
R.:
L’autore si riferisce all’accoglienza che Galileo ebbe al Collegio Romano (gesuiti e non gerarchie) dopo la pubblicazione del Nuncius Sidereus. Fu allora che Galileo fu festeggiato anche dalla corte papale e fu allora che divenne “amico” del cardinal Barberini”. Ma vorrei osservare a chi ha gli occhi foderati di oscurantismo che il Nuncius riporta solo fatti sperimentali. In questa opera non si dice ancora nulla del copernicanesimo. Da cui discende che l’osservazione è sciocca e fa intendere che non hai letto l’opera di Galileo (forse qualche sunto fatto da Messori).
>>>"Raccontano sciocchezze appigliandosi a citazioni random"
Citare Bloch e Feyerabend sarebbe un citare a caso?
R.:
Si!
Ci si riferisce solo a quel giocherellone di Feyereband.
Nel 1987 la Chiesa di Roma, riunita a Cracovia in un Congresso dell'Accademia pontificia, invitò Feyerabend a tenere una relazione. Il nostro inviò una registrazione che fu poi pubblicata in una raccolta a cura di Marcello Pera (proprio lui!) sotto il titolo Addio alla ragione (Armando 1990). Qui si tenta una denigrazione di Galileo, attraverso considerazioni capziose. Oggi Galileo non sarebbe più libero di ieri, Galilei non aveva prove nell'affermare il copernicanesimo, Galileo insisteva in campi che non gli competevano ecc...
"Galileo non rivendicava solo la libertà di pubblicare i suoi risultati, voleva imporli agli altri. Sotto questo aspetto era altrettanto dogmatico e totalitario di molti moderni profeti della scienza, e anche altrettanto disinformato. Dava semplicemente per scontato che metodi particolari e molto limitati usati dagli astronomi (e da quei fisici che li seguivano) costituissero il modo corretto di avere accesso alla Verità e alla Realtà."
Galileo aveva di fronte un personaggio ragionevole, come Bellarmino. Quest'ultimo non era chiuso al nuovo, tanto è vero che in uno scritto dice a Galileo che la Chiesa è aperta a dimostrazioni (queste limitazioni dirette e razionali che venivano imposte alla ricerca non erano inamovibili).
"La Chiesa, allora, non solo era sulla via giusta quando usava le preoccupazioni umane come metro della realtà, ma era notevolmente più razionale di molti scienziati e filosofi moderni che tracciano una netta distinzione fra fatti e valori e danno per scontato che il solo modo per arrivare ai fatti, e quindi alla realtà, sia quello di accettare i valori della scienza. (...)
Dunque, gli scienziati possono contribuire alla cultura, ma non possono fornirle un fondamento; e, vincolati e accecati come sono dai loro pregiudizi “esperti”, certamente non possono essere autorizzati a decidere, senza controllo da parte degli altri cittadini, quale fondamento i cittadini dovrebbero accettare.
Le Chiese hanno molte ragioni per sostenere un simile punto di vista e usarlo per criticare risultati scientifici particolari come anche il ruolo della scienza nella nostra cultura. Dovrebbero superare la loro cautela (o è paura?) e ridare vita all'equilibrata saggezza di Roberto Bellarmino, proprio come gli scienziati costantemente traggono forza dalle opinioni di Democrito, Platone, Aristotele e del loro presuntuoso Patrono San Galileo.”
In quanto scritto si nota una conversione del nostro epistemologo anarchico al gesuitismo. Invia un suo intervento ai rappresentanti del Vaticano dicendo ciò che questi ultimi volevano sentirsi dire. Parla di maggiori difficoltà di Galileo oggi MA dimentica che oggi nessuno brucia chi la pensa in modo diverso e Galileo non fu bruciato solo per l'enorme fama che aveva nel mondo intero (anche se la galera coatta ad un anziano, l'obbligo al silenzio e la minaccia di tortura, restano fatti orrendi).
Ma Feyereband è famoso per aver preso in giro più d’uno ed in questo caso ha preso in giro nientepopodimenoche il Papa. Infatti, se i gerarchi ecclesiali avessero conosciuto altri lavori del nostro epistemologo avrebbero avuto un qualche dubbio ad esaltarlo. Il teorico della ricerca anarchica dice delle cose di molto interesse su Galileo ed anche sulla Chiesa. La frase riportata dal nostro inquisitore è all'interno del seguente contesto. Galileo è una mente avanzatissima per il suo tempo. Spesso deve scendere a patti con esso. La Chiesa lo condanna in quanto entità conservatrice ed arretrata che non può in alcun modo comprendere la sua grandezza, il suo modo di fare scienza, al di là di ogni schema e metodo. Dice Feyerabend di Galileo: "
Procedendo in questo modo Galileo esibì uno stile, un sense of humour, un'elasticità ed eleganza e una consapevolezza della preziosa debolezza del pensiero umano, che non è stata mai eguagliata nella storia della scienza. Nell'opera di Galileo abbiamo una fonte quasi inesauribile di materiale per la speculazione metodologica e, fatto molto più importante, per il recupero di quei caratteri della conoscenza che non soltanto ci informano ma anche ci deliziano" (Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 1979, pagg. 131-132).
Dice Feyerabend, in quasi chiusura ed a proposito del colonialismo al quale si accompagna l'imperialismo culturale che opprime altri popoli, che
il cristianesimo è la religione assetata del sangue dei fratelli (ibidem, pag. 243). Basta questo ?
Di Bloch c'è poco da dire. Il filosofo che tenta di intrecciare ebraismo e marxismo introducendo la Speranza nei concetti filosofici, si è occupato molto poco di Galileo. E comunque non vi è neppure un suo scritto in cui parli con competenza delle questioni di
relatività, di
inerzia e di meccanica poste da Galileo. Bloch non conosce la matematica e le problematiche di calcolo. Racconta cose su Galileo che non corrispondono al vero. Punto. Incredibilmente il sistema copernicano era molto più complesso di quello aristotelico per fare i conti ai quali si riferisce Bloch. E' vero che uno degli scopi di Copernico nell'elaborare il suo sistema era quello di tentare di semplificare i calcoli ma ciò non avvenne, probabilmente anche perché non si aveva alcuna pratica con il nuovo sistema. Ma c'è di più e mi ripeto.
E' falso che i presupposti geocentrici o eliocentrici sono indimostrabili. Vero è che è molto difficile. Intanto la questione della relatività del moto. Non è mica una cosa così banale e scontata!
Fu Galileo ad introdurla per dare credibilità al sistema Copernicano perché è vero che dalla Terra, il mondo sembra aristotelico. Rovesciare questo contro Galileo rappresenta non solo una falsificazione ma anche una sciocchezza conseguente all'ignoranza delle questioni in gioco. Ma qui coloro che provengono da studi letterari ed hanno studiato la fisica di Asimov o di Star Trek non possono seguire gli argomenti in gioco.
L’affermazione di Bloch “Una volta data per certa la relatività del movimento, un antico sistema
di riferimento umano e cristiano non ha alcun diritto di interferire nei calcoli astronomici e nella loro semplificazione eliocentrica; tuttavia, esso
ha il diritto di restar fedele al proprio metodo di preservare la terra in relazione alla dignità umana e di ordinare il mondo intorno a quanto accadrà e a quanto è accaduto nel mondo“ che Ratzinger fa sua è intrisa di misticismo, descrive un dato metafisico che non può diventare un capo d’accusa contro una persona che sostiene cose diverse. Questo modo di porsi di Bloch lo rende estraneo all’argomento del contendere.
>>>"Così come è discorso pasticciato quello di affermare che per la relatività (del moto, Ratzinger, del moto, cioè quella galileiana, appunto; da non confondersi con quella di Einstein che si sbarazzò, lui si, dello spazio assoluto) serve lo spazio assoluto."
E questo nello scritto di Ratzinger dove lo avrebbe letto?
R.:
Ciò che è tra parentesi non è detto da nessuna parte. Si trattava di un gioco che voleva ricordare la fiera battaglia contro il relativismo del Papa. La parte non tra parentesi mostra invece quale grave ignoranza sia di Bloch e del suo estimatore Benedetto XVI. Ratzinger, che non conosce neppure l'argomento della secchia di Newton (e le critiche di Mach), non sa che il problema fu posto da Newton ma esattamente rovesciato: Newton credeva che se avesse individuato un moto assoluto, avrebbe potuto affermare uno spazio assoluto. Egli si convinse che tale moto assoluto era quello originato da forze centrifughe sbagliando come poi mostrò Mach. Ma qui si parla degli sviluppi di quanto aveva seminato Galileo, non delle problematiche che si posero con Galileo.
>>>"E' falso che i presupposti geocentrici o eliocentrici sono indimostrabili. Vero è che è molto difficile."
Ovviamente Ratzinger si riferiva al periodo di Galileo, non certo ad oggi. O secondo l'autore per il papa ancora oggi non è stato dimostrato l'eliocentrismo?
R.:
Strano che non ti sia accorto che la frase citata non è di Ratzinger ma è Ratzinger che cita Bloch !!!
>>>"Feyerabend di Galileo di Galileo"
Non si vede come quest'altra citazione cancelli la prima, visto che si implementano a vicenda. Feyerabend ammira Galileo come uomo, ma essendo il fautore di quella che noi filosofi chiamiamo "teoria anarchica della conoscenza" ritiene che Galileo sia uno dei padri delle pretese assolutiste dei positivisti.
R.:
Non la cancella ma descrive Feyerabend non Galileo.
Più in generale la scienza non è il positivismo. Di gran lunga la maggioranza degli scienziati rifiuta il positivismo che, non a caso è stato costruito a tavolino da un filosofo. Le speranze in una scienza onnipossente discendono dalle visioni distorte dei positivisti, dei metafisici della scienza. Chi occorre citare per farsi capire ? Fermi ? Planck ? Einstein ? Heisenberg ? Faraday ? Maxwell ? Rubbia ? Non vi sono positivisti tra gli scienziati. Non vi sono tracce di quella genia che ha inventato le pseudoscienze, come le sociologie, le psicologie e tante altre sciocchezze del genere, negando in questa affermazione la misurabilità e la riproducibilità che era di Galileo e che nega alla radice il Positivismo medesimo.
>>>"Io l'ho riportato in toto per dovere espositivo ed ho scelto questo lavoro solamente per la grande competenza e precisione scentifica."
Quando si tratta di un caso come Galileo ad un certo punto la storiografia si ferma ed entra in campo l'ermeneutica storica.
R.:
Ma davvero ? Non sono vi fatti che descrivono ciò che è accaduto ? E, se non bastasse, non vi è tutta una sequela di posizioni oscurantiste della Chiesa nei secoli, fino ad oggi ? L’erede di Bellarmino e dei Torquemada, fino a ieri Ratzinger, lo sa bene.
>>>I fatti sono muti senza qualcuno che li interpreti, e ognuno lo fa alla sua maniera. I più adatti a questo compito non sono i semplici scienziati ma gli storici della scienza e gli epistemologici (cioè i filosofi della scienza).
R.:
Possibile che ci siano ancora delle persone che si sentono investite del sapere divino ? E chi ha detto le cose roboanti che stanno scritte qui su ?
Una domandina facile facile, nell’ipotetica del terzo tipo che quanto affermato dall’interlocutore sia vero.
Si può fare lo storico della scienza o l’epistemologo senza conoscere la matematica, senza conoscere la formalizzazione anche la più spinta ? Si può avere questa presunzione, che corrisponde ad uno storico della musica che non sa leggere il pentagramma ? Questa stupida credenza porta ai Di Trocchio, a personaggi che ci provano ma non riescono mai a comprendere fino in fondo di cosa si sta parlando. E’ d’interesse comunque vedere che i Papi si servono dei più raffinati prodotti della ricerca scientifica. Oltre a viaggiare in aereo, si curano con la penicillina, con gli antibiotici, con la TAC, con l’acceleratore lineare (LINAC), telefonano, ascoltano radio e Tv quando non utilizzano DVD, LCD, PC, …. E pensare che tutte queste cose cominciano a marciare,
TUTTE, da quel miserabile di Galileo processato in modo indegno.
Osservo a parte che l’Italia era fino a Galileo meta di pellegrinaggi di ogni studioso europeo che volesse essere all’avanguardia. Il baricentro della ricerca scientifica mondiale di allora era situato intorno a Firenze. Da allora, passati alcuni allievi, come Baliani e Torricelli, tutto è finito ed il baricentro si è spostato su Parigi con l’inizio della tragica migrazione dei nostri scienziati. Gli unici che hanno resistito sono stati botanici, matematici, astronomi d’osservazione, con veramente scarsissimi contributi della Chiesa in quanto tale. Se solo si conoscesse lo stato in cui fu trovata la fisica della Sapienza (“cattedra di fisica sacra” con la materia suddivisa secondo quanto Dio ha fatto nella creazione!) dai bersaglieri nel 1870, ci si metterebbe a piangere.
Solo a partire dai primi anni 20 del Novecento si è ricominciata una tradizione importantissima, con Fermi. Purtroppo anche questa volta con le mazzate di un altro potere oscurantista, il Fascismo.
>>>Alla fine di questo tragitto potrei anche riportare le mie affermazioni che sono state giudicate da Spirito "imbarazzanti", e vi chiedo, cari lettori, quali di queste siano state confutate, o anche solo affrontate dall'articolo. Resta vero infatti sia che bastava presentare l'eliocentrismo come ipotesi per non subire condanne
R.:
ma dove sta scritto ?
>>>sia che Galileo non presentò prove delle sue teorie
R.:
Le ha portate e come e comunque perché doveva?
>>>L'autore si limita ad affermare che "lo scienziato ricerca la 'prova' del moto della Terra nei principi di relatività e di inerzia"
R.:
questa affermazione liquidatoria mostra che le maieutiche sono incapaci di capire l’essenza dei problemi, mostra inoltre la completa ignoranza della infinita letteratura su Galileo, non per caso in contrasto con gli autori citati dall’ex capo del Sant’Uffizio
>>ma cercare qualcosa non significa trovarla ed in effetti non la trovò
R.:
I bambini usano inventarsi i mostri per poi chiudere gli occhi e cancellarli: il fatto che sia stata o meno trovata la prova è del tutto inessenziale per giudicare il processo a Galileo perché tale richiesta non era venuta da nessuno. In ogni caso la tua conclusione è degna di Monsieur de Lapalisse. Si tratta di una semplice tautologia.
O ci si occupa di queste cose o si lascia perdere. Non si tratta di argomenti da dopolavoro o da bar dello sport.
Insistere su una Chiesa che aveva ragione nel processare Galileo in quel tempo o è un lapsus o è un’affermazione di relativismo per altri versi negato dal Papa. In realtà continua a processarlo ma grazie a quel male universale chiamato ipocrisia non riesce a dirlo a chiare lettere.
E’ legittimo per una religione parlare di verità rivelata. Il fatto è che tale religione non riuscirà mai ad ammettere che vi siano altri modi di pensare, di interpretare il mondo. Per questo è fondamentale che la Chiesa sia libera con i suoi seguaci o fedeli, lasciando liberi tutti gli altri di pensarla in modo diverso. In questo senso la libertà di ricerca deve solo rispondere alla coscienza dello scienziato. L’applicazione del prodotto della ricerca scientifica spetterà.
[Modificato da spirito!libero 05/02/2006 3.59]