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verginità di Maria

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2006 16:47
31/01/2006 20:26
 
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“sono due cose ben diverse, qui si contraddice esplicitamente una verità immutabile: il Credo; e cioè che lo Spirito Santo venga solo dal Padre e non anche dal Figlio.”

Attento. Il credo non dice “et filio”(formula assai fraintendibile) bensì “filioque”, il –que enclitico è un’unione più stretta dell’ “et”.
Il filioque è solo un modo diverso di vedere la Trinità, non un’eresia, e gli ortodossi che parteciparono al Concilio di Firenze l’ammisero.

Vediamo il testo che hai postato:

“Il primo passo su questa via fu fatto già nel IX secolo, quando la Chiesa occidentale cominciò a cambiare il simbolo del Credo”

No, il filioque è attestato da quattro secoli prima.

“Il Papa di Roma Leone grande III, fedele difensore dell'ortodossia, nel 809, rifiutò quanto aggiunto contro il Vangelo,”

No. L’autore confonde tra la volontà di Papa Leone di non modificare la recitazione del Credo durante la liturgia (in ossequio a Nicea e Costantinopoli), e quello che il papa stesso credeva. San Leone riteneva ortodossa la dottrina, in quanto alternativo punto di vista sulla Trinità, e contemporaneamente pensava non fosse conveniente aggiungerlo al Credo, infatti scrive a tutte le Chiese Orientali nell’808: "Credimus... S. Sanctum a Patre et a Filio aequaliter procedentem". Stai dunque confondendo due piani. Del resto anche i precedenti pontefici avevano considerato ortodossa la dottrina. Ormisda (defunto nel 523) scrive a Giustiniano: “Spiritus Sancti, ut de Patre et Filio procederet sub una substantia deitatis” (PL 63,514)
E Gregorio Magno, santo anche per gli ortodossi, era anche lui eretico? “De Patre procedit et Filio” (Hom. 26 in evang. 2)

“L' insostituibilità del Credo fu stabilito dai padri del IV Concilio ecclesiale quando dichiarano: "Nessuno ha il diritto di portare un' altra confessione [altra confessione, quindi diversa dalla precedente]. Chi permetterà di scrivere e formare un altra fede (o Credo), se è un vescovo o sacerdote sia scomunicato, se laico, maledetto.”

Sì, ma questo divieto di cambiare “confessione” si riferisce alla consustanzialità tra Padre e Figlio stabilita a Nicea. Infatti il divieto era già stato sancito a Efeso, che qui i padri di Calcedonia riprendono, cito: “Il santo sinodo stabilisce che non è lecito ad alcuno proporre, redigere o comporre una nuova fede diversa da quella che è stata definita dai santi padri raccolti a Nicea con lo Spirito Santo".
Come vedi si parla solo del Credo di Nicea, eppure c’era già stato il Concilio di Costantinopoli che aveva modificato il Credo. Tu pensi che i Padri conciliari si siano definiti da soli eretici affermando che nessuno poteva avere una confessione diversa da quella di Nicea mentre essi stessi usavano il Ccredo modificato a Costantinopoli? Il senso del testo è lapalissiano: si tratta di non modificare la sostanza della fede, mentre le parole con cui è espressa contano sì e no, considerato il fatto che anche a Calcedonia viene formulato un nuovo simbolo cristologico, sebbene non entrato nell’uso liturgico. I latini dunque sapevano che era una pratica collaudata ampliare i precedenti simboli.

“Una delle eresie, così cara per la Chiesa Romana fino ad oggi è il "Dogma della infallibilità del Papa".
Hanno sbagliato o no i Papi? [si parla sempre di errori in materia di dottrina, materia dell’infallibilità papale]
I Papi non erano affatto senza errori [dottrinali], come lo afferma la Chiesa di Roma. Forse non sbagliarono Libero (IV), che firmò il Credo ariano, Zosime V, fu in comunione con gli eretici che rifiutavano il peccato originale, Vitalio, che scomunicò il V concilio ecclesiale, Onorio (scomunicato dal VI concilio, come seguace dell' eresia monoteista)?”

Come ti ha già risposto Berescitte costui sembra non conoscere la differenza tra i pronunciamenti ex cathedra e le opinioni personali.
Nella smania di ribattere hai citato due stralci da un’udienza generale di Giovanni Paolo II, non capendo nulla di quello che sta scritto, visto che il papa stava parlando dell’infallibilità del magistero quando ribadisce verità di fede insegnate semper, ubique et ab omnibus.




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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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