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verginità di Maria

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2006 16:47
30/01/2006 22:23
 
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Premessa: non volevo farlo in questo 3d ma visto che mi si chiede risponderò quà.

Allora,
innanzitutto ho detto dogmi perché ho ripreso fedelmente la tua frase precedente e comunque dire dogmi al plurale non vuol dire necessariamente un mazzo, cioè tanti, ma ne bastano due per usare il plurale in italiano.
Spero che l’interpretazione dei testi degli esimi esegeti non siano fatti con lo stesso criterio logico altrimenti….. [SM=x570874]


Poi, venendo alle cose serie, direi di concentrarci su un argomento.

Scrivi:
Vorrei che circostanziassi quel "tanto tempo fa". Quando? da chi? come?

Eccoti i dati richiesti:
Quando: IX secolo
Da chi: dalla Chiesa oggi chiamata ortodossa
Come: semplicemente e facilmente facendo notare che lo Spirito Santo che deriva dal Padre è un dogma di fatto istituito nei concili (vedi sotto) e che quindi l’affermazione del Filioque è una variazione del Dogma ! La variazione intende cambiare una realtà preesistente, togliendo o aggiungendo uno o più elementi.


Scrivi:
“[..] dovresti dimostrare:
che prima di quella che tu chiami variazione la Chiesa non solo non ha insegnato che lo Spirito Santo deriva anche dal Figlio (perché questo è il problema del Filioque) ma che lo ha escluso.

Dimostro propio come lo ha escluso esplicitamente:

Cito innanzitutto una parte delle parole di un vescovo ortodosso che sono ovviamente meglio esplicative di quanto possano esserlo le mie (grassetti e commenti tra parentesi quadre miei):
Purtroppo, nel X- XI secolo la Chiesa Romana si mise ad inventare i cambiamenti nel campo canonico e nel dogma [attenzione, si parla di cambiamenti del dogma], che di conseguenza portò l'allontanamento delle Chiese orientale ed occidentale, perché non si poteva più senza l'unità confessionale mantenere l'unità ecclesiale.
Il primo passo su questa via fu fatto già nel IX secolo, quando la Chiesa occidentale cominciò a cambiare il simbolo del Credo, formato e determinato dai concili universali, e a diffondere la loro dottrina sul Filioque.
Il Papa di Roma Leone grande III, fedele difensore dell'ortodossia, nel 809, rifiutò quanto aggiunto contro il Vangelo, il così detto Filioque, e senza di questo ha scolpito su tavola d'argento, in greco ed in latino, il simbolo del Credo. Un altro Papa di Roma, beato Giovanni VIII, in una lettera inviata al patriarca, il santo Fozio di Constantinopoli, ha chiamato "collaboratori di Giuda" chi per primo ha messo Filioque nel simbolo del Credo.
Ma questo cambiamento ha fatto lo stesso la sua strada e all' inizio del IX anno fu intromesso nel Credo, violando così l'obbligo a non fare i cambiamenti nel Credo.
San Cirillo di Alessandria, che presiedeva il III Concilio universale, scrive nella lettera mandata a Giovanni di Antichi: "Non avrò pietà per coloro che cambiano il Credo, trasmesso dai nostri padri, neanche verso a me stesso, per il cambio nel testo stabilito oppure di sviare anche di una sillaba".
[e arriviamo al dogma costituito !]
L' insostituibilità del Credo fu stabilito dai padri del IV Concilio ecclesiale quando dichiarano: "Nessuno ha il diritto di portare un' altra confessione [altra confessione, quindi diversa dalla precedente]. Chi permetterà di scrivere e formare un altra fede (o Credo), se è un vescovo o sacerdote sia scomunicato, se laico, maledetto." [e qui che si nega esplicitamente che lo Spirito Santo venga dal figlio, visto che non si può cambiare il Credo che dice che viene SOLO dal Padre]
Quindi, il cambiare Credo ha portato nella Chiesa Romana la via del "rinnovamento". Allontanandosi dalla vera sorgente - il dono dello Spirito, la Chiesa Romana nel tempo, ha stabilito dogmi non accettabili per la Chiesa Ortodossa, regole estranee per la tradizione ecclesiastica. Una delle eresie, così cara per la Chiesa Romana fino ad oggi è il "Dogma della infallibilità del Papa".
Hanno sbagliato o no i Papi? [si parla sempre di errori in materia di dottrina, materia dell’infallibilità papale]
I Papi non erano affatto senza errori [dottrinali], come lo afferma la Chiesa di Roma. Forse non sbagliarono Libero (IV), che firmò il Credo ariano, Zosime V, fu in comunione con gli eretici che rifiutavano il peccato originale, Vitalio, che scomunicò il V concilio ecclesiale, Onorio (scomunicato dal VI concilio, come seguace dell' eresia monoteista)?
Il titolo ufficiale del Papa di Roma si pronuncia così: "Il vescovo di Roma, Vicario di Cristo, Erede del capo (s'intende l'Apostolo Pietro) degli apostoli, Sommo sacerdote, Patriarca del occidente, Primate dell'Italia, Arcivescovo e metropolita della provincia romana, Supremo dello Stato del Vaticano (Governatore indipendente), Servo dei servi di Dio".



Ed io aggiungerei un altro errore: chi dei due Papi sbagliò in merito al Credo ? chi vietò di cambiarlo o chi successivamente lo cambiò ?
Uno dei due sbagliò di certo !

Visto l'esplicito invito del successore Papa San Leone III (795-816) a non utilizzare questa formula, mi chiedo ma se un Papa invita a non utilizzare questa forma e poi la forma viene utilizzata e inserita addirittura nei dogmi non vi è un contrasto tra il nuovo dogma e quello dell’infallibilità papale in merito di dottrina ? CERTO CHE C'E'.

E tanto per ribadire quanto già espresso riporto ad ulteriore prova uno stralcio di studio del Prof. Galavotti in merito al filioque:

[..]Lo dimostra il fatto che persino l'istituzione occidentale che più si è cimentata in quelle diatribe -la chiesa cattolica- non ha resistito alla tentazione, nel Catechismo Universale (CCC), di alterare volutamente la verità storica sul problema, squisitamente teologico, della cosiddetta "processione dello Spirito Santo".
Essa ha avuto il coraggio non solo di affermare che il Simbolo della fede cristiana, e cioè il Credo di Nicea-Costantinopoli, è "tuttora comune a tutte le grandi Chiese dell'Oriente e dell'Occidente"(195), ma persino di falsificare tale Simbolo riportando solo quello latino con l'aggiunta del Filioque.
Quanto "sporca" sia la coscienza della chiesa romana riguardo a tale problema -che si trascina da più di un millennio-, è testimoniato da un duplice fatto: da un lato, nella disamina dei dogmi del Simbolo relativi allo Spirito Santo, non si fa cenno alcuno alle molteplici controversie teologiche che il Filioque scatenò tra cattolici e ortodossi (questa parola non è mai citata nel CCC); dall'altro tutta la trattazione dell'art.8, "Credo nello Spirito Santo", è stata chiaramente condotta con l'intenzione di dimostrare la veridicità del Filioque, per quanto il Simbolo venga commentato solo nella parte che afferma la consustanzialità delle tre persone divine, ovvero la inseparabilità dello Spirito dal Padre e dal Figlio, che per i cattolici significa la diversità delle persone assorbita nell'identità della loro natura.
[..]Che cos'è il Filioque? Questa formula, cui diede un contributo decisivo il vescovo di Siviglia, Isidoro, appare per la prima volta nel canone 3 del terzo concilio di Toledo (589), il quale, paradossalmente, lanciò l'anatema contro coloro che avessero dichiarato vera una fede diversa da quella proclamata a Nicea (325) e Costantinopoli (381), senza sapere che già il canone 7 del concilio ecumenico di Efeso (431) aveva deciso di vietare tassativamente un "Simbolo della fede" diverso da quello decretato a Nicea e a Costantinopoli! (il concilio di Calcedonia, nel 451, aveva rinnovato la sanzione).
[…]


Ecco dimostrata la contraddizione di ben due dogmi !


Ciao!!
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