Un pensiero al giorno

Nel volgere di poco tempo i papà di due nostri preziosi amici del forum sono saliti al cielo.
Desidero dedicare questa poesia a tutti noi orfani di tanto amore.

Camillo Sbarbaro
Padre, se anche tu non fossi il mio


Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
Che la prima viola sull'opposto
Muro scopristi dalla tua finestra
E ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo
Che la sorella mia piccola ancora
Per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
Dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

Nonna Pina

Ma per essere poeti o scrittori bisogna usare più la gomma che la punta.
Lo ricordava già ORAZIO a... CURIAZIO* ( ) che scriveva versi dicendogli:
«Saepe stilum vertas» (gira spesso lo stilo)
già allora lo stilo, come le nostre matite, nel retro aveva la "gomma" per cancellare, o meglio qualcosa per raschiare.
E' la "lima" che fa il grande poeta, sennò vengono fuori patate, roba sciatta, come i romanzi rosa o i gialli da edicolante. O certi post nei forum.

Lo stesso io credo che avvenga per la vita. Siamo facili ad uscire di binario. E solo dopo aver "limato" a lungo la nostra persona ne viene fuori una personalità che si può permettere di... scrivere senza cancellare, almeno... diciamo 80 volte su cento.

Io ancora non ci sono arrivato

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* Accidenti. E chi se lo ricorda come si chiamava?

Una riflessione che, purtroppo ultimamente, mi sembra necessaria:
Se lo scopo di un forum è dialogare, occorre esporre le proprie idee con pacatezza.
Aggredire non serve a nessuno degli interlocutori.
Poichè chi aggredisce è accecato dal risentimento e l'aggredito o si ritrarrà dal discorso o a sua volta risponderà per le rime.
In questo modo ogni forma di argomentazione è preclusa.
Se si è interessati alle opinioni del nostro prossimo, anche se divergono dalle nostre, e non ci si serve di un forum solo per affermare la propria personalità, si deve usare un linguaggio civile.
Le confutazioni, fatte seriamente e serenamente sono gradite e possono servire a far riflettere sulle proprie opinioni, gli stilli e gli insulti, no.

Il tragitto della vita
sta nel conquistare la libertà.
Si è liberi quando non si hanno più desideri né bisogni
(e qui siamo in linea con i fratelli buddhisti).
Si nasce oppressi da un oceano di bisogni
poi si cresce e non si ha più bisogno
di cose che prima erano assolutamente necessarie
si conquistano mete per soddisfare altri bisogni
che poi via via sfumano
fin quando non si ha più bisogno
neanche di mangiare tanto
neanche di giocare
neanche di fare fotografie o riprese filmate
neanche di sentire musica
(tanto per dire due cos che mi tiravano dio sa quanto)
neanche del sesso (ma dell'amore sì)
fin quando si arriva verso i 132 anni, come me
e si è liberi da quasi tutti i bisogni
e ci si sente spiriti liberi e padroni di scegliere.
Semmai si ha bisogno di preoccuparsi dei bisogni degli altri


Girando per la città guardo le vetrine
e provo un'intima soddisfazione
perché sono anziano
e sono stato... liberato
e mi dico:
"Gesù mio ti ringrazio,
di quante cose non ho bisogno!"
Ed è una ricchezza che si guadagna senza soldi in tasca
e senza carta di credito.

LA MATURITA' INIZIA AD AUMENTARE QUANDO
SI INTUISCE CHE LA PROPRIA PREOCCUPAZIONE NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI E' SUPERIORE A QUELLA CHE SI HA PER SE STESSI.
J. MacNoughton

Il dubbio è l'atto più religioso del pensiero umano

(Jean-Marie Guyau)

Anche l'ora piu nera ha solo sessanta minuti....(Morris Mandel)

Mia suocera, peraltro adorabile per molti versi, aveva un caratteraccio e una lingua che tagliava e cuciva.
Si scusava dicendo che quello era il suo carattere, che era spontanea e sincera.
Gli replicavo che a farla agire così non era il suo carattere ma la sua mancanza di carattere.

Quando la spontaneità suggerisce il male, come l’essere scorbutici con il prossimo, allora va repressa. Ed è così che ci si costruisce un carattere virtuoso, e non assecondandola.

Arriva il momento del vocabolario...

.. la realtà!

Vitale

brunodb2, 05/12/2008 22.50:

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"A livella" Principe Antonio De Curtis (in arte TOTO')






Bruno

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Totò e sempre Totò.