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Domingo scrive:
____________Non credo che Matteo ebreo, di tradizioni ebree ed autore di un vangelo ebreo (ormai scomparso) se la prendesse con "tutti" gli ebrei. Forse se la prendeva con la folla.____________
Con chi se la volessero prendere gli autori del Vangelo intitolato “Matteo” il magistero cattolico lo ha chiarito chiarissimamente.
Con gli ebrei tutti !
Proprio quel capitolo 27 di Matteo, venne usato dal Sant’Uffizio per giustificare il contenuto appropriatamente anti-giudaico della preghiera del Venerdì santo dove recitava: “Oremus et pro perfidis Judais…”
Nell’Archivio della Congregazione della Dottrina della Fede, c’è un interessante documento del “Rerum Variarum” segnato “1928 N°2”
Nel 1928 l’Opera sacerdotale degli Amici di Israele mandano una lettera a Papa Pio XI per chiedere la modifica nella preghiera del venerdì Santo del passaggio che offendeva gli ebrei, quel “perfidis” e “perfidiam”.
Pio XI consegnò la lettera alla Congregazione di Riti e alla commissione competente per un giudizio critico sulla richiesta.
Il 18 gennaio 1928 la Commissione liturgica della Congregazione dei Riti si dichiarò d’accordo con la proposta dell’abate Schuster, con il compito di consultore, di modificare la supplica del Venerdì santo.
(ACDF, SO RV 1928 N° 2 fasc. 1, n°3)
Prima di diventare pubblico, il documento doveva ricevere l’approvazione del Sant’Uffizio, che non diede, perché si ritenne che:
“comunemente viene detto perfido colui che viola la parola data a un patto” “Ora è precisamente questo che Dio rinfaccia agli ebrei” citando (Deuteronomio 31, 16. 20.27) (Atti degli Apostoli 7,51) “ che solo i Giudei avevano un patto con Dio e un’alleanza con lui, e solo i Giudei hanno continuamente violato e violano questo patto.
Non deve quindi stupire che vengano detti perciò perfidi e si abbia l’espressione perfidia judaica a differenza dei pagani”
Gli ebrei si sarebbero accollati secondo il Sant’Uffizio la responsabilità per la crocefissione di Cristo con l’affermazione “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli” Matteo 27.
Quindi “Nihil esse innovandum” (nulla deve essere cambiato)
Nel verbale della seduta della Congregazione dei cardinali Feria Quarta, 7 marzo 1928; ACDF, SO RV 1928 N° 2 fasc. 1, n°2. si legge che qualsiasi riforma della preghiera del Venerdì santo per gli ebrei è respinta.
Inoltre si comanda lo scioglimento della associazione “Amici Israel”.
Per fortuna, il Concilio Vaticano II, ha modificato quelle parole ingiuriose anti-giudaiche con il nuovo messale del 1970.
Come vedi, la gerarchia della Santa Madre Chiesa, ha usato Matteo 27, per giustificare la persecuzuine anti abraica nella Storia.
Saluti
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