Sono d'accordo, ma col principio di non contraddizione non ci tiri fuori il filioque, questo è il problema.
Se le tre Persone della Trinità sono identiche per essenza, a cosa dobbiamo la loro diversità? Alla loro relazione. Ora è nella relazione di opposizione che i relativi sono diversi in quanto relativi. Nella relazione di paternità-filiazione, il padre è padre perché è padre del figlio ed il figlio è figlio perché è figlio del padre.
Se la differenza tra le ipostasi divine è data loro reciproca relazione, abbiamo due conseguenze logiche: la prima è che ci deve essere una relazione di opposizione anche tra il Figlio e lo Spirito, perché altrimenti non si distinguerebbero tra di loro (per cui il Figlio deve partecipare alla spirazione eterna dello Spirito), la seconda è che, visto che nello spirare lo Spirito Padre e Figlio non si oppongono, questi lo spirano come un unico principio. Logico, chiaro, cristallino.
PErché mai dovrebbe esserci opposizione tra il Figlio e lo Spirito, solo perché non si può capire la differenza tra generazione e processione? Il fatto che la tradizione ci abbia trasmesso due termini differenti ipso facto implica una diversità, su quale essa sia... devi saperlo per forza? E perché mai?
Perché altrimenti il contenuto il tutto sarebbe contraddittorio. Dire che le persone divine si distinguono per relazione e, al contempo, negare che ci sia una relazione tra Figlio e Spirito è semplicemente contraddittorio. Ora, l'intelligibilità del contenuto della Rivelazione esige che una tale contraddizione non ci sia.
Losky ha asserito che relazioni tra le Persone manifestano la distinzione personale tra di loro, ma non costituiscono le Persone e non sono la ragione della loro distinzione. Affermare che lo Spirito procede dal Figlio – cosa che non risulta chiaramente nella Scrittura – per giustificare così più razionalmente la distinzione personale è pretendere di razionalizzare il mistero. Secondo gli ortodossi, i latini assorbono la trinità di Persone nell’unità dell’essenza e il Filioque risulta espressione di ciò, poiché Padre e Figlio si presentano così come principio anonimo dello Spirito Santo. Il Filioque, attribuendo anche al Figlio la processione dello Spirito Santo, renderebbe impossibile l’unità della Trinità, poiché non sarebbe il Padre l’unico principio delle Persone.
Ora, non significa pretendere di razionalizzare il mistero se, una volta accettato dalla Rivelazione, si cerca di contemplarlo tenendo presenti le leggi del pensiero. Infatti, affermazioni come “le Persone si possono distinguere tra di loro solamente per l’opposizione di relazione” o “lo Spirito Santo non si distinguerebbe dal Figlio se non procedesse da Lui” non costituiscono nessuna pretesa di razionalizzare il mistero, ma indicano il cammino per accedere ad una esposizione del mistero che non sia in se stessa una pura contraddizione. Infatti, dire che le Persone della Trinità sono identiche per essenza, ma negare che sia la reciproca relazione ciò che le distingue, indicando la suddetta come solo quale manifestazione della loro differenza, significa negare l'uguaglianza delle Persone divine in quanto all'essenza e, pertanto, contraddirsi grossolanamente.
Affermare il Filioque non significa, quindi, trasferire la Rivelazione sul terreno filosofico. Dire che il Padre e il Figlio spirano lo Spirito Santo non equivale a dire che costituiscono un principio anonimo della spirazione: si tratta del Padre e del Figlio perfettamente uniti nell’Amore. Questo è ciò che li costituisce in un unico Spirator. Attribuire anche al Figlio la processione dello Spirito Santo non equivale né a negare che il Padre è fons et origo totius Trinitatis, né a negare l’unità della Trinità. Il Padre non perde nulla di quello che comunica al Figlio, e ciò che lo distingue dal Figlio perfino in ciò che gli è comune con il Figlio – la spirazione dello Spirito Santo – è che Egli è il principio e la fonte di tutto quanto ha il Figlio, poiché tutto quanto il Figlio ha lo ha in quanto ricevuto da Lui.
Il fatto che un eretico montanista potesse credere a qualcosa di simile non attesta nulla, né che esistesse una pneumatologia latina, né che questa fosse da sempre filioquista. Le tue affermazioni sono completamente gratuite, e quod gratis adfirmatur, gratis negatur.
Caro amico, ti ho più e più volte rimandato al testo di Congar (come tu mi hai rimandato a quello di Larchet), nel quale troverai tutte le citazioni e le argomentazioni che vuoi. Non è colpa mia se tale testo non è disponibile on-line e, perdonami, non ho proprio il tempo di mettermi qui a copiare cinquanta pagine di citazioni e relative considerazioni critiche. Se vuoi, ci incontriamo e ti presto il volume in oggetto, oppure lo puoi consultare in una qualsiasi biblioteca. Del resto, lo sai meglio di me che questo è un argomento sul quale sono stati scritti volumi e volumi e che, di conseguenza, non è possibile affrontarlo compiutamente facendo quattro chiacchiere tra amici.
Affermazione gratuita, non è prudente affermare ciò che non si è in grado non dico di dimostrare con le fonti, ma neanche di argomentare.
Sei divertente. La mia è una considerazione molto semplice. Come è possibile che i Padri conciliari a Calcedonia abbiano indicato Agostino come dottore della fede pur ignorando il contenuto della sua opera teologica principale? Scusami, se i Padri in oggetto non avevano idea del contenuto degli scritti teologici di Agostino in base a quale criterio lo hanno indicato come dottore della fede? Siccome io ritengo che tali Padri fossero persone serie, ritengo altresì che per indicare Agostino quale dottore della fede, evidentemente, conoscevano la sua teologia e la ritenevano perfettamente ortodossa.
Non ho bisogno di andare a rimettere queste 4 parole tolte dal loro contesto (come al solito!) per capire che Leone non era un filioquista, dacché è lui stesso a dirlo:
Guarda che il testo che ti ho citato è una semplicissima esposizione del Credo di Nicea-Costantinopoli in salsa latina, che puoi trovare qui (pag. 4):
www.documentacatholicaomnia.eu/01p/0795-0816,_SS_Leo_III,_Epistolae,...
Dal contesto, potrai evincere che non c'è ombra assoluta di dubbio che qui Papa Leone stesse parlando della processione eterna delle Ipostasi.
Questo è palesemente impossibile. Inoltre ci dice che quando indaghiamo la natura di Dio, dobbiamo accontentarci: è molto meglio la via apofatica.
La stessa cosa che di ce San Tommaso d'Aquino e con lui tutta la teologia occidentale. Sta di fatto, però, che dire che le ipostasi si distinguono solo per relazione e negare che ci sia una relazione tra Figlio e Spirito significa cadere in contraddizione. Né, come ho cercato di spiegare sopra, ci si salva in corner asserendo che la relazione concerne solo la manifestazione della distinzione delle ipostasi, perché questo non fa che rimandare tale distinzione all'essenza delle medesime.
Bene, per il momento però non solo non ci hai detto perché e in cosa Larchet sarebbe debole, ma non hai risposto a nessuno dei problemi teologici che scaturiscono dal filioque.
Carissimo, ti ho rimandato più volte al testo di Congar dove potrai trovare tutte le citazioni che vuoi con relative note critiche. Asserire, ad esempio, che Massimo il Confessore nei brevi brani citati qualche post fa volesse far riferimento esclusivamente all'economia è semplicemente assurdo. Costui aveva lungamente vissuto in Occidente, era stato a stretto contatto con i massimi esponenti della Chiesa latina, non poteva non sapere che il Filioque decretato a Toledo non aveva solamente un senso meramente economico e fu proprio per rispondere a coloro che si meravigliavano del fatto che gli occidentali avessero inserito il Filioque nel Credo con ovvio riferimento alla Trinità immanente che egli scrisse quanto segue:
Sulla processione essi [gli occidentali] hanno portato le testimonianze dei Padri latini e, più sicuramente, quelle di San Cirillo d’Alessandria nel sacro studio composto da costui sul Vangelo di San Giovanni. A partire da questi, hanno mostrato che essi stessi non fanno del Figlio la causa dello Spirito Santo; sanno infatti che il Padre è la causa unica del Figlio e dello Spirito Santo, di uno per generazione e dell’altro per processione, ma hanno indicato che questo [lo Spirito Santo] proviene attraverso il Figlio, mostrando così l’unità e l’immutabilità della natura divina (Massimo Confessore,
Opuscolo teologico e polemico, X)