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Fini: leggi razziali, la Chiesa non si oppose.

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2009 12:34
25/12/2008 23:23
 
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Per Domingo

Ti pregherei di rispondere in modo più pertinente alle domande poste. Avevo già scritto, parlato del fatto che tu non rinvenivi nei Padri Apostolici alcunché sulla persecuzione degli eretici le seguenti frasi: “questo non dipende da una diversa concezione dei diritti umani, visto che questo concetto non era ancora sorto, bensì dal fatto che, come hai scritto perfettamente, il clero non era al potere e soprattutto non era la religione di Stato. Non c’era dunque la necessità di perseguitare alcun eretico, perché non c’era alcuna compagine sociale da difendere. Solo quando il cristianesimo diventa veicolo della sacralità, solo quando va al potere, allora la persecuzione dei dissidenti ha senso.” Come ho scritto infatti, solo quando la cementificazione della società si forma, cioè avviene l’identità tra societas civilis e corpus christianorum, ha senso l’idea che l’eretico è un elemento disgregante. E’ ovvio che se siamo in un’epoca sono i cristiani ad essere in minoranza rispetto ai pagani, a nessun Padre della Chiesa venga in mente di perseguitare alcunché, perché sarebbe come porre ad un abitante di San Marino la domanda: “sei d’accordo che il tuo stato ingaggi guerra contro la Repubblica Popolare Cinese”? Ergo la citazione di Agostino è totalmente fuori luogo, perché quel tipo di domanda non si poneva, essendo la situazione inesistente. Io sto parlando del periodo dove potere civile e potere religioso sono fusi. Non ha senso chiedersi se per pensatori dei periodi precedenti il clero non potesse perseguire eretici, perché naturalmente non si sono mai messi nella prospettiva di poterlo fare, né costoro possono aver mai valutato quali fossero i pro e contro della persecuzione degli eretici per una società come quella medievale, visto che non la conoscevano. Quanto agli altri nomi, ho chiesto gente che abbia rifiutato la possibilità teorica per la “Chiesa”, o per lo Stato, di perseguitare gli eretici, non gente che abbia deciso di non farlo. Vorrei fosse chiaro un distinguo: il fatto che le mie abilità diplomatiche mi dicano che è meglio tentare di evitare una guerra civile, e che dunque un’amnistia è una mossa politica corretta, non vuol dire che io non ritenga che sarebbe lecito perseguire degli eretici. Enrico IV era un sanguinario come tutti quelli della sua famiglia, e l’editto di Nantes non c’entra nulla con la bontà d’animo ma solo con la sua volontà di mantenere la compagine del regno salda. Tra l’altro non mi sembra proprio un esempio di “cattolico”, visto che era un ugonotto convertitosi al cattolicesimo solo di facciata perché in questo modo avrebbe potuto ereditare il trono di Francia.
Erasmo, a differenza del suo amico More, non era cattolico ma s’era parzialmente venduto ai riformati. Locke non escludeva dalla tolleranza “i cattolici sanguinari”, ti consiglio di rileggerti l”’Epistola sulla tolleranza, sono esclusi i papisti (alias i cattolici), e gli atei. E poi cosa me lo citi a fare? Non era cattolico, e dunque non è alcuna rilevanza per il nostro discorso. Dobbiamo verificare se, in base alla teologia cattolica e alla concezione del rapporto tra religione e Stato del cattolicesimo, a qualcuno nell’epoca delle persecuzioni religiose sia mai venuto in mente che per lo stato non fosse legittimo perseguire gli eretici. E’ ovvio che citare un protestante è completamente fuori discussione. Tra l’altro, c’è un motivo se questa epistola fece scalpore, e cioè proprio perché disse cose in totale controcorrente, segnando per l’appunto una svolta. MA questo è irrilevante, sia per l’autore sia per la data di scrittura questa fonte non è citabile a priori.
Carlo Alberto non so cosa c’entri, è vissuto nel XIX secolo, ergo ben dopo l’epoca che stiamo considerando. Come già detto la teoria dei diritti umani come inerenti alla persona è qualcosa che si sviluppa gradualmente (solitamente gli storici dei diritti umani, semplificando un po’ fanno cominciare questo percorso nel cinquecento con la Scuola di Salamanca). Citare gente oltre questi secoli è del tutto astorico per il nostri discorso.

“Ti propongo un esempio grossolano per spiegarti la circolarità delle argomentazioni di coloro che vorrebbero “capire” le posizioni violente della chiesa alla luce del contesto storico, politico, filosofico e culturale…”

Non capisco cosa c’entri. Anzi, mostra che tu non hai ancora capito la questione. Nel tuo esempio l’uomo cerca di dire che non ha poi fatto così male, visto che la moglie era una fedifraga, e dunque, sebbene lui si renda conto d’aver sbagliato, chiede che si considerino il fatto che era molto irritato. Qui il problema è un altro: non siamo davanti ad un assassino che sa che uccidere è male, e che chiede le attenuanti. Questo farebbe ancora parte del tuo astorico paradigma di colpa, che come già detto mi è del tutto estraneo. Nel tuo esempio la giuria sua coeva sa che ha fatto del male, e lui stesso sa che ha fatto del male, ma chiede le attenuanti. Nel nostra caso invece quelli che tu chiami crimini per quella società non lo sono, anzi sono il bene. Per stare nel tuo esempio, siamo in una società dove quel tipo di assassinio è addirittura il bene. Ergo non c’è un assassino che chiede di considerare in che situazione si trovasse, ma siamo dinnanzi ad una situazione in cui chiunque, dall’assassino alla giuria, crede che uccidere in quel caso sia giusto, e dunque una giuria neppure sarebbe stata convocata.
Inoltre questo tuo continuo citare la Bibbia continua a non cogliere il punto che non è me che devi convincere su ciò che è giusto, perché il problema non è cosa noi leggiamo nella Bibbia, il problema è cosa nel medioevo leggessero nella Bibbia. Tu puoi anche dimostrarmi con la Bibbia che perseguitare gli eretici sia errato (non ci riusciresti ovviamente), ma, anche ammettendo che tu ci riuscissi, non sarebbe di alcuna rilevanza storica. Perché il problema non è cosa dica la Bibbia (anche perché la Bibbia non dice nulla), bensì quello che i medievali leggevano nella Bibbia. Come già detto, la nostra percezione che un atto sia errato, non ha nulla a che fare con l’indagine di che cosa passasse per la testa delle persone che secoli fa hanno compiuto quegli atti per noi errati. Come già detto c’è poi una ditale dicotomia tra quello che posso scegliere di fare come cristiano (porgere l’altra guancia), e quello che invece può fare lo Stato. Io sono chiamato a perdonare anche chi uccide i miei genitori, ma a nessuno nel mondo antico è mai passato per la mente che questo significasse che anche lo Stato allora doveva lavarsene le mani e perdonare tutti. C’è una separazione tra me, e lo stato che porta la spada al servizio di Dio per punire il male. Il tuo modo di argomentare, e di usare il Vangelo, mi ha fatto venire in mente quello che il sultano Al -Kamil disse a San Francesco, quando, come te, gli chiese perché se nel Vangelo sta scritto di porgere l’altra guancia, allora i crociati facciano la guerra e portino la spada. La risposta di un santo come Francesco è esemplare e stronca ogni incomprensione sessantottina del cristianesimo…

-«Il vostro Dio ha insegnato nei suoi Vangeli che non si deve rendere male per male... Quanto più dunque i cristiani non devono invadere la nostra terra?».

-«Non sembra che abbiate letto per intero il Vangelo di Cristo nostro Signore. Altrove dice infatti: “Se un tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo lontano da te”..., con il che ci volle insegnare che dobbiamo sradicare completamente... un uomo per quanto caro o vicino — anche se ci fosse caro come un occhio della testa — che cerchi di toglierci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Per questo i cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che potete. Se pero voleste conoscere il creatore e redentore, confessarlo e adorarlo, vi amerebbero come loro stessi».

E questo è San Francesco, non l’ignorante bigotto di turno. Quando si studia la mentalità del medioevo bisogna tener presenti queste cose.
Se si crede che qualcuno rappresenti un pericolo, per me o per gli altri, la legittima difesa è un dovere. Questo non ha nulla a che fare col fatto che gli eretici fossero o meno davvero una minaccia secondo i nostri canoni. Qui non si tratta di giustificare il gesto degli inquisitori e di dire che fecero bene ma di capire perché lo fecero e perché pensavano di fare il bene. Noi non viviamo in una società come quella medievale e dunque la dissidenza religiosa per noi non ha le stesse implicazioni, bisogna approfondire la storia della mentalità per rendertene conto. Inoltre, non credere che nei tre brani della Bibbia che presenti non ci sia niente di tuo. Il solo fatto di avere scelto proprio quei tre e di averli combinati li mette sotto una determinata cornice interpretativa, sovradeterminandoli alla luce di una cornice giurisprudenziale e metastorica che ovviamente non hanno.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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