“Checché se ne dica, i "barbari" sanno leggere.
"1,24 tutti sono ...: questi vv. citano Isaia 40,6-8 come si legge nell'antica traduzione greca." (la Bibbia 'Parola del Signore' LDC-ABU-SEI ed. seconda 2001)”
Saper leggere non basta, bisogna anche capire quello che si legge. Lo ripeto: non c’è alcun riferimento allo scritto. Non hai capito nulla del mio discorso, eppure non mi sono lanciato in quadri semiotici o in altre stravaganze che ti insegnano ad ermeneutica. Non ho mai negato, e ti prego di farmi vedere dove l’avrei fatto, che in quelle parole di 1Pt venga citato Isaia, ho negato che nella frase, che tu avevi evidenziato, e cioè “e questo è il vangelo che vi è stato annunziato”, ci sia un qualsiasi riferimento allo scritto. Il vangelo che vi è stato annunziato non sono i due versetti di Isaia citati. Quei due versetti non sono citati in quanto siano essi il vangelo, ma sono citati per dire che la parola che è stata annunziata oralmente è eterna, poiché quel versetto di Isaia dice che la parola del Signore rimane in eterno. Si potrebbe riassumere il sillogismo di Pietro in questo modo:
Premessa maggiore: Io vi predico la Parola del Signore, ed è la parola del Signore perché l’ho udita da Cristo
Premessa minore: Isaia dice che la parola del Signore rimane in eterno.
Ergo, poiché la parola che oralmente vi predico oralmente viene dal Gesù, che è il Signore, tale parola è eterna.
Si capisce dunque perché nella frase da te evidenziata, e cioè “e questo è il Vangelo che vi è stato annunziato”, e che tu hai creduto di sbatterci in faccia come fosse una prova del Sola Scriptura, non si sta parlando di alcuno scritto, ma della parola di Gesù, ed Isaia è citato solo per confermare che tale parola è eterna, essendo Gesù il Signore, Isaia infatti dice che la parola del Signore dura per sempre.
La ripetizione è voluta per dipanare meglio il pensiero. Più schematico di così non so proprio come spiegartelo.
Come disse il grande Aristotele, di solito quando la gente pensa di aver colto un filosofo in contraddizione in realtà non ha capito nulla di ciò che quel filosofo ha detto. Mi succede continuamente quando parlo di storia antica con chi non ha una formazione classica, do per scontati dei distinguo che invece sono frutto di una forma mentis maturata in anni.
[Modificato da Polymetis 28/05/2008 17:51]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)