"Caro Agabo, Polymentis, non riesce a capire, che per comprendere una qualunque cosa, non sempre è necessario essere subito particolaristi.
Se vuole egli potrebbe insegnarci in poche parole, con una piccola sintesi su come il libro spiega i suddetti capitoli di Apocalisse"
Sarebbe un insulto alla minuzia filologica con cui Lupieri argomenta le due tesi. Molto banalmente limitarsi ad esporre dei punti di vista, senza un adeguato apparato di note e riferimenti bibliografice, rende una testi attaccabile, come se fosse stata detta da uno chiunque. Ne sa qualcosa il papa, che ha scritto un libro stupendo su Gesù Cristo, ma siccome s'è dovuto rivolgere al mondo ha rinunciato al solito apparato di note, facendo sì che ogni sua tesi fosse generica, poco chiara, non documentata, in sintesi: perfettamente attaccabile da chiunque creda di sapere anche un minimo.
Ad ogni modo non è colpa mia se l'argomento richiede un complesso insieme di conoscenze trasversali.
Cosa consiglio a chi vuol capire Ap 17? Dipende dal suo obiettivo. Quello che Agabo dice per scherzo io lo credo seriamente. Non si avrà mai un quadro d'insieme chiaro senza studi specifici condotti con gente competente. Dipende molto da cosa vuole chi mi chiede dei chiarimenti su Ap 17. Se vuole soddisfare la sua curiosità basta un libro, se invece vuole pretendere di discuterne è ovvio che deve avere un curriculum di studi. Questo non vuol dire negare la libertà di parola, quando dico "poterne discutere", intendo "poterne discutere con consapevolezza di cosa siano le sue tesi e di che posto abbiano".
Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)