Sea chiama? Bery risponde!
Penso che tu dovresti distinguere, come di sicuro fa il buon Dio
- tra la norma, che dev'essere oggettiva, precisa, tutelata da sanzione ecc... perché deve avere una funzione educativa. Essa indica un ideale da raggiungere
- e il percorso soggettivo che porta i singoli a capire e applicare la norma. In esso si possono registrare delle incapacità mentali, delle remore da vizi acquisiti, delle lentezze, ripensamenti, pentimenti ecc... Il popolo eletto era di dura cervive e noi non da meno... la filosofia direbbe che "quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur" e Dio conosce per filo e per segno le capacità e quindi le responsabilità del recipiente.
E mentre quindi la norma non può transigere e deve essere tagliente, non edulcorata ecc... la responsabilità dei singoli in rapporto ad essa "tira" (oserei dire merita, provoca, esige) la misericordia di Dio, la sua comprensione.
Quindi non è esatto dedurre che riconoscendo Dio misericordioso, paziente e indulgente, si possa concludere "Ma sì, tanto ci perdona sempre. Quindi facciamo come ci pare, questo non è un Padre, è un nonno di fronte ai suoi frugoli di nipotini bizzosi".
Non è così. Chi lo capisce bene Dio, sa che non è né un nonno né una "virile persona di guerra". E' un padre che mette in atto sia la misericordia sia la severità, quando occorre, e...(ohibò!) quasi mai nei termini in cui a noi piacerebbe, dico... a noi che ci riteniamo dalla parte di quelli che non sarebbero sculacciati.
----------------------
est modus in rebus