PFrancesco
00venerdì 23 gennaio 2009 18:20
Re: Re: Re: Re:
Luteranamanier, 21/01/2009 12.17:
Conoscevo già alcune differenze tra la cc e co che trovo alquanto interesssante quello che ho trovato strano è se tutte due le chiese credono di aver conservata la tradizione apostolica com'è possibile che sono giunte a "conclusioni" differenti?
In questo particolare caso si parla del purgatorio qual è dunque la differenza tra cc e co?
La co non insegna che esista uno stato d'animo intermedio tramorte e risurrezione dove le anime si "purgano"?
Quello che sempre mi ha interessato è anche la questione del calice per i laici, è una cosa che rispetta la tradizione ( la Bibbia la lascio a parte)?
Veronika
Per la Chiesa Cattolica Ortodossa la Rivelazione biblica costituisce il ristabilmento dell'umana natura nel suo autentico stato, fornendole la forza per raggiungere il Fine Ultimo alla quale l'anima dell'uomo naturalmente anela.
Pertanto è evidente all’Una, Santa, Apostolica e Cattolica Chiesa che senza le Sante Scritture la Fede perderebbe alla fine la propria medesima Forza e il proprio contenuto tenderebbe ad impoverirsi ineluttabilmente. Tuttavia senza la Santa Chiesa la Scrittura non otterrebbe nemmeno l'attualizzazione della propria efficacia in quanto cesserebbe, ovviamente, la trasmissione dello Spirito Santo, che abita nella comunione ecclesiale degli Ortodossi, ossia nella Chiesa Cattolica Apostolica, Una e Santa.
Quindi la lettura della Sacra Scrittura nella Chiesa Ortodossa è soprattutto un ATTO DI CULTO, un atto di comunione del fedele con la Chiesa. E in particlare la lettura del Nuovo Testamento è un mettersi in comunione del cristiano ortodosso con la VIVA testimonianza di Fede dei Santi Apostoli. Il Nuovo Testamento è essenzialmente un frutto santissimo (non certo un "podotto") della Fede della Chiesa Viva. Viva in quanto vivificata costantemente dal Santo Spirito.
Bisogna altresì ricordare come la Chiesa delle origini VIVE la propria Fede e questo vivere la Verità è un'esperienza costitutiva che attua nel suo essere e divenire la Santa Tradizione Apostolica.
La Chiesa dalla Tradizione e dalla Scrittura fruttifica una Dottrina, dei dogmi, ma non si riduce a questi, in quanto la FEDE viva della Chiesa conosce la Verità che è Cristo prima ancora di aver formulato una qualsiasi proposizione sul medesimo che E’ “la Via, la Verità e la Vita”. E’ una conoscenza intima e Rivelata, che si manifesta mediante il Santo Spirito.
La Chiesa costituisce storicamente i propri dogmi le sue formulazioni teoriche e dottrinali soltanto quando l'esperienza vivificante della Verità della Chiesa viene minacciata dall'errore, dall'eresia. Quando dal Tesoro Vivo della Fede vengono estrapolate, scelte, separate alcune affermazioni e distaccate dalla linfa vitale dello Spirito che rendeva dette affermazioni (contemporaneamente enunciazioni di Verità e atti liturgici) delle forme della Viva Fede Ecclesiale, nasce appunto l’eresia.
L'eresia muore alla verità ANCHE quando afferma singoli concetti veri, giacchè separa quei concetti dal TUTTO della VERITA' VIVA E VIVIFICANTE, e quindi uccide la verità che formalmente detti concetti annunciano, facendola morire dentro di loro.
L’eresia separando la dottrina che professa dalla FEDE VIVIFICANTE della Rivelazione, separa la dottrina stessa dalla Scrittura anche quando lo fa ricorrendo alla Scrittura. Separa la dottrina dalla Tradizione Apostolica, anche quando lo fa in nome della Tradizione Apostolica. La Scrittura fuori dalla Chiesa cessa di dare il suo frutto e può anzi essere fonte di errore, di eresia e quindi di morte, così la Tradizione separata dalla Chiesa Una e Santa resta solo una dottrina morta, anche se falsamente attribuita agli Apostoli, pur citando singoli versetti ispirati scritti dagli Apostoli.
Possiamo dire che se la Scrittura è una via per entrare, grazie all’azione del Santo Spirito, in contatto con la Persona Viva di Cristo Gesù, la Santa Tradizione è il permanere del dialogo sacro fra la Santa Chiesa e il medesimo Cristo Signore. Anche per ciò la Sacra Scrittura presuppone la Santa Tradizione: fin dalla sua genesi la Chiesa Ortodossa e Cattolica esorta a persistere nell’insegnamento degli Apostoli, che è esperienza continua e vivificante.
La Chiesa non ci ha infatti trasmesso solo la Santa Scrittura come mera collezione di testi mirabili e divinamente ispirati, essa ci ha trasmesso con la Scrittura e nella Tradizione Apostolica anche e soprattutto la Grazia del Santo Spirito. La Santa Tradizione Apostolica è la presenza permanente della vita divina, mediante la presenza ininterrotta del Santo Spirito. E’ esclusivamente grazie alla Tradizione che l’essenza della Scrittura è permanentemente vivificata e attualizzata. Per ciò la Tradizione Apostolica fa parte integrante e inseparabile della Divina Rivelazione, e il proprio ruolo è appunto quello di mantenere le generazioni umane, una dopo l’altra, in relazione vivificante con il Cristo Signore. Tuttavia la Santa Tradizone non può vivere senza la Santa Chiesa Cattolica e fuori dall’Ortodossia e dall’Ortoprassi che ne fanno, appunto, la Chiesa Cattolica Apostolica, UNA e Santa.
Detto questo, non volendo qui ricordare che di passaggio, la natura necessariamente apofatica della teologia della Santa Chiesa (che è prodotto non del genio umano ma del Santo Spirito Vivificante), la rinuncia alla quale è ineluttabilmente fonte di rottura con il senso profondo della Divina Rivelazione, e cagione di appassimento delle VERITA’ VIVIFICANTI e quindi della pienezza dalla Grazia che fa della comunità dei credenti LA CHIESA CATTOLICA, passerò, nel prossimo postato, brevemente a trattare dei motivi per cui la Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa, non ha alcuna discrezionalità circa l’accoglimento dell’opinione teologica sul Purgatorio, sostenuta dai romano-cattolici, ma è costretta dal proprio essere la Santa Chiesa Cattolica nella sua Pienezza e Indefettibile Santità a respingerla totalmente quale dottrina fallace e insegnamento erroneo.
Shalom
PFrancesco
00giovedì 29 gennaio 2009 18:38
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Luteranamanier, 25/01/2009 17.51:
Mi sembra che sia qualcosa di più di una semplice opinione teologica visto che si tratta di un dogma.
Appunto credo che solo uno in quel caso può "professare la verità"sul purgatorio, o è la cc o è la cco.
Ma se tutte e due dicono di rispettere sia la scrittura che la tradizione e di essere sostenuto dallo santo spirito come'è possibile che le due chiese non credono nella stessa "verità" riguardo a questo dogma professato dalla cc?
Idem per altri dogmi tipo l'immacolata concezione ed infallibilità papale.
Per il resto grazie delle tue spiegazioni che trovo molto preziose per sapere anche qualcosa di più sulla chiesa cattolica ortodossa.
Aspetto con interesse la tua spiegazione del punto di vista della cco sul purgatorio.
Veronika
Gli ortodossi non sono scismatici giacchè SONO la Chiesa Cattolica Apostolica, Una e Santa nella sua PIENEZZA e INTEGRITA'. Ovviamente le opinioni teologiche e i nuovi intendimenti che hanno, quanto meno, fortemente impoverito la cattolicità (pienezza) della fede della chiesa separata dell'Antica Roma, e certamente leso in molti punti essenziali la sua ortodossia, non possono costituire un "dogma" per la Chiesa ortodossa. Prima di entrare nel merito della questione del Purgatorio occorrono alcune ulteriori precisazioni.
Mettiamola così....
I Testimoni di Geova non credono nel Purgatorio, nella dottrina che i romano-cattolici hanno dogmatizzato in merito, hanno perciò ragione?
A scanso di equivoci occorre subito dire che per un cristiano ortodosso i motivi per i quali i Testimoni di Geova respingono la dottrina erronea sul Purgatorio professata dalla Chiesa romano-cattolica sono, a propria volta, profondamente sbagliati. Essi traggono, e non è un paradosso, una giusta conclusione (non esiste alcun “Purgatorio”) da premesse radicalmente false e usando argomenti e concezioni complessivamente ancor meno accettabili dell’idea del Purgatorio medesima.
Il contesto dottrinale del rifiuto geovista del Purgatorio è assolutamente dissonante con il cristianesimo in genere, e distante persino dalle argomentazioni protestanti classiche (da cui pur senza dubbio deriva).
Tra l’altro, come spero sia noto, I Testimoni di Geova e i protestanti ritengono entrambi, per ragioni parzialmente diverse, che è inutile pregare per i defunti. I cristiani ortodossi, invece, da sempre “pregano per i morti”, e ritengono dette preghiere benefiche, “utili”.
I romano-cattolici solitamente polemizzano con protestanti e geovisti rilevando come nelle Scritture e nei Padri esistano prove evidenti del fatto che la Chiesa Apostolica “delle origini” ritenesse utile pregare per i defunti, e lo facesse consapevolmente rispondendo a una visione del destino umano “dopo la morte” perfettamente conforme con la Rivelazione.
I romano-cattolici non a torto richiamano prove scritturali e della Tradizione a sostegno della loro convinzione. Come non a torto citano l’aggettivo “purgatorio” tratto da alcuni Padri.
La Chiesa romano-cattolica, tuttavia, non si limita affatto a rimanere su tale terreno. Come in molti altri campi ha “evoluto” una concezione teologica che, volendo parlare con carità e misericordia, non trova sufficiente sostegno nella “arcaica” visione che fu della “Chiesa Indivisa”, anche se gli errori dei romano-cattolici hanno, in qualche modo, dei propri [lontani] “precursori” prima del loro scisma dalla "Chiesa Indivisa".
L’evoluzione della dottrina romano-cattolica si è infine tradotta, nel secondo millennio, ben dopo il consumarsi la rottura della comunione con i Patriarcati Apostolici "orientali", in una concezione che, con diverse oscillazioni, si è presto sistematizzata in quella che è tutt’oggi la posizione del Papa e della sua Chiesa. Lo storico Jacques Le Goffe ha significativamente chiamato “La Nascita del Purgatorio” questo lungo e laborioso processo di formazione di questo “nuovo intendimeno” dottrinale.
In un sito di apologetica romano-cattolica si criticano duramente le posizioni degli ortodossi sulla “vita dopo la morte” e sul Purgatorio, e si definisce addirittura e letteralmente niente meno che “ODIOSA” la visione della Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa in merito!
Per gli ortodossi, notoriamente “sottosviluppati” teologicamente (secondo l’opinione “occidentale”, intrisa della superbia e dell'arroganza che tanto danno hanno fatto nei secoli al popolo cristiano) il Purgatorio è un’invenzione dottrinale che non è odiosa in sé, ma ha avuto storicamente delle conseguenze odiose, e ha reso in qualche modo inevitabile, a propria volta, lo scisma protestante (qualche ortodosso ha scritto che in un certo senso......il Papa Romano fu....ad un certo punto della storia della Chiesa.... il primo protestante).
Per la Chiesa Cattolica Ortodossa questa invenzione dottrinale del Purtatorio,nel suo evolversi e soprattutto nei suoi esiti finali, non risulta comunque assolutamente compatibile con la Fede Apostolica, e pertanto non può essere accettata, tanto meno come Verità Rivelata Indiscutibile ( o Dogma).
Le ragioni dei cristiani ortodossi sono parecchie e profonde. Mi limiterò, nel prossimo post, a trattare in estrema sintesi soltanto circa alcune di esse. Il fine di tale rapida esposizione non è certo quello di convincere alcuno, ma piuttosto, in questo contesto,soprattutto quello di esporre alcuni elementi del punto di vista della Chiesa, che distingue nettamente i cattolici ortodossi tanto dai romano-cattolici, che dai protestanti delle varie comunità ecclesiali, che dai settari post-cristiani come i geovisti e gli stessi “studenti biblici” russelliti dei vari gruppi “indipendenti” dalla Società Torre di Guardia (anche loro, in quel contesto "arcaici", perchè rifiutano i parecchi nuovi intendimenti della società rispetto all'epoca del signor Russell).
Shalom
PFrancesco
00lunedì 2 febbraio 2009 17:45
Per l’Ortodossia il cristianesimo non è semplicemente una “religione dell’immortalità dell’anima”. L’uomo, creato a immagine e somiglianza del Suo creatore, in quanto Persona (ma persona creata) è fatto per l’eternità. La vita terrena prelude all’ordine eterno, e tra questa e quello è reso possibile dall’Amore Infinito di Dio, dalla sua Grazia, un perfezionamento spirituale continuo.
Se la vita umana finisse con la morte, l’esistenza non avrebbe senso, non avrebbe valore, non potrebbe comunicare e ricevere l’Amore Infinito di Dio. Se la vita umana non riceve l’Amore Infinito di Dio, come Causa Divina della propria esistenza, allora essa precipita nella Morte.
Il corpo e l’anima, in quanto energie dell’umana natura, quindi modi attraverso i quali si realizza e manifesta la Persona (ipostasi) umana, costituiscono il nostro essere, fatto “a immagine e somiglianza” dell’Unico Dio Tri-ipostatico. Ma mentre Dio ha in se stesso la fonte della propria Vita, in quanto esiste perché liberamente VUOLE esistere (esistere come AMORE, come comunione tri-ipostatica), l’uomo in quanto essenza “multi-ipostatica” è creato e non esiste in ragione della propria libera volontà, ma a causa dell’Amore Divino che lo ha fatto soffiando il lui la vita. In quanto creato “a immagine e somiglianza” di Dio l’uomo può autotrascendersi, può entrare in comunione con l’Amore di Dio in virtù del quale TUTTO esiste.
Per l’Ortodossia la fede nell’eternità è, in ultima analisi, la certezza che l’Amore di Dio è inestinguibile.
Tramite Cristo, l’uomo tutto intero (anima, corpo e …..umanità) è infine chiamato a entrare completamente, pienamente, in comunione con la Santissima Triade. In Cristo Dio si è fatto uomo affinché l’uomo possa farsi Dio, possa essere deificato.
La Chiesa, che come disse San Massimo Il Confessore: “è formata da peccatori che, pero’ si purificano attraverso la preghiera vicendevole”, nella propria essenza di Corpo Sacramentale di Cristo, è, per la teologia ortodossa: “il roveto ardente del fuoco inesauribile dell’Amore che Cristo offre agli uomini nella Sua umanità” (Padre Dimitru).
Per l’Ortodossia la Cristologia è il fondamento dell’Antropologia cristiana e dell’Ecclesiologia cattolica. L’escatologia ortodossa è la ricapitolazione di questo Tutto.
Per il cristiano ortodosso, in fondo, la fede nella vita eterna non è un’opzione filosofica, ne’ una credenza razionale, è un moto di profondissima fiducia nella Divina Rivelazione che permette all’uomo di riporre la propria speranza nella certezza dell’Amore di Dio.
La deificazione in Cristo è la suprema speranza della cristiana salvezza, che si compirà pienamente alla fine dei tempi, con la Resurrezione dai morti (che come scrisse Tertulliano è la speranza dei cristiani). Gesù nell’Evangelo ci dice: “Questa è infatti la volontà del Padre mio, che ognuno che vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna e Io lo risusciti nell’Ultimo Giorno” (Gv 6, 40); e San Giovanni Damasceno, sulle orme dell’Apostolo Paolo, afferma che: “se non c’è la resurrezione non c’è neppure Iddio, non c’è provvidenza, tutto è spinto e portato dal caso”.
Riguardo alla propria essenza e dottrina il cristianesimo, per l’Ortodossia, non può conoscere alcuna “evoluzione” storica, alcun “progresso” nella conoscenza della Rivelazione, perché la Chiesa fu veramente e pienamente (cattolicamente) tale fin dal suo Principio, che è Gesù Cristo. Il teologo e il credente sono in ogni epoca storica, in quanto membri della Chiesa di Cristo, dei contemporanei di Gesù.
Il cristiano ortodosso vuole la salvezza di tutti, perché l’Amore di Dio è rivoltò all’umanità intera, agli uomini, ontologicamente consustanziali fra di loro, e ciascuno fatto a “immagine e somiglianza” di Dio, nonostante la caduta (a cagione della quale “la morte è entrata nel mondo”).
La Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa è protesa in modo ineludibile verso la Resurrezione dell’Ultimo Giorno, verso la Parusia, quando l’Amore di Dio si manifesterà “tutto in tutti”.
La Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa, prega per TUTTI i defunti, affinché il “sonno mistico” ( in cui si prefigurano per il “giudizio particolare” la gioia futura o la possibile futura perdizione) , sia un processo di purificazione che prepari ciascuno alla Resurrezione.
Il cristiano ortodosso implora e spera tuttavia nell’Apocastasi, ossia nella restituzione di tutto e tutti nella Divina Energia ad opera del Divino Amore, pur nel tremore dell’anima davanti alla Perfezione Santissima dell’Eterno e della Sua Giustizia. Tremore dell’anima che è presupposto del pentimento e della purificazione. Agli uomini della Santa Chiesa non è dato sapere ne’ dell’Essenza di Dio, ne’ del Giorno e dell’Ora della Parusia, come non è dato sapere nemmeno, nella Santa Rivelazione di Dio sul destino finale dell’uomo quanto è pedagogico e parenetico e quanto è invece assertorio e dogmatico. La Tradizione Ortodossa prende le mosse, da un lato dall’anatema pronunciato dalla Santa Chiesa Cattolica Ortodossa contro il sistema di Origene, compresa la sua dogmatizzazione dell’apocastasi come certezza nel quadro di una visione filosoficheggiante del rapporto fra uomo e Dio non corrispondente alla cattolicità della Fede cristiana Rivelata, e dall’altro dell’insistenza dei Padri, come San Basilio il Grande, San Gregorio il Teologo, San Gregorio di Nissa, San Massimo il Confessore, Anastasio il Sinaita, per citarne solo alcuni, nell’idea di una tensione della Chiesa intera verso la salvazione universale degli uomini (apocastasi implorata e sperata), e misteriosamente tramite gli uomini, in Cristo, dell’intera Creazione. Ciò detto, nella sostanza della dottrina ecclesiologica ortodossa si possono fare alcune precisazioni:
Per la Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa, nello stato intermedio fra la morte e la Resurrezione dell’Ultimo Giorno è possibile, ad opera della Misericordiosa Bontà dell’Eterno, con la cooperazione delle preghiere della Santa Chiesa, il perdono di quei peccati che non siano “contro il Santo Spirito”. Il perdono e il perfezionamento dell’anima sono dati da Dio senza alcuna necessità di “soddisfazione” o di “pagamento” in virtù della Perfezione del Divino Amore, che è Dio.
Innanzi a questa Santissima Perfezione del Divino Amore, che è Dio, nessuna opera umana può definirsi “sovrabbondante” o “supererogatoria”, e persino la fede più grande non può non sentirsi oggetto di continuo e ulteriore perfezionamento, sino al Giudizio, potendosi abbandonare soltanto alla consapevolezza fiduciosa dell’Infinita Potenza della Grazia, e alla certezza che Cristo è morto come uomo per vincere la morte, ed è Risorto quale “primizia” dei Risorti dai morti.
L’uomo reintegrato con la sua stessa carne, richiamata da Dio dalla morte (in forza del suo essere Amore Infinito che da la Vita Eterna), soltanto dopo la Parusìa e la Resurrezione può godere pienamente e integralmente, in anima e corpo carnale glorificato, della Beatitudine alla quale la Divinizzazione operata da Dio, mediante Cristo, lo ha destinato. E’ opinione dei cristiani ortodossi che in conseguenza della Santa Dormizione, la Tutta Santa Madre di Dio, chiamata da Cristo dopo la morte in anima e corpo glorificato alla Vita Divinizzata, già gode di questo stato Beato in pienezza assoluta.
L’opinione romano-cattolica di considerare lo stato intermedio fra la morte e la resurrezione, ad opera del giudizio particolare, come definitivo e irreformabile (quindi indubitabilmente confermato dal Giudizio dell’Ultimo Giorno) non appartiene quindi alla Fede della Santa Chiesa Cattolica Ortodossa. Quindi è estranea alla concezione dei cristiani ortodossi la visione essenzialmente legalistica della salvezza che è diventata prevalente nel romano-cattolicesimo e poi, seppur con diversi sviluppi e profonde trasformazioni, persino più acutamente nel protestantesimo.
Per i romano-cattolici è inutile pregare per i defunti che sono in Cielo e per quelli che sono nell’Inferno, ecco quindi sorgere la necessità, nella loro concezione, di un Purgatorio, un “terzo stato”, intermedio fra i due, dove anime già destinate al Cielo, si purificano per essere degne della Futura, già certa, beatitudine. La Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa, conformemente alla Santa Tradizione, prega invece, e utilmente, per tutti i defunti.
Al cosiddetto Concilio di Firenze, tuonando contro la falsa unione e contro quei primati ortodossi che, ben effimeramente, la accettarono sperando con ciò di salvare Costantinopoli-Nuova Roma dai turchi musulmani, con l’aiuto della Chiesa Latina, San Marco d’Efeso sintetizzò così la controversia fra la Chiesa Cattolica Ortodossa, Una e Santa e coloro che l’avevano abbandonata, circa la questione in argomento:” Noi affermiamo che nè i santi godono già del Regno che è stato loro preparato, e dei beni indicibili, nè i peccatori sono già caduti nella geenna, ma che gli uni come gli altri attendono il loro rispettivo destino che appartiene ai tempi dopo la resurrezione e il Giudizio; essi, con i Latini, vogliono che gli uni godano già, subito dopo la morte, di ciò di cui sono degni; per coloro che sono tra i due, e cioè che sono morti senza aver finito di fare penitenza, essi hanno inventato un fuoco purgatorio, diverso da quello della geenna, al quale essi affidano i loro defunti affinchè, essi dicono, una volta purificate le loro anime da questo fuoco, dopo la morte, trovino anch'essi posto nel Regno con i giusti; dottrina questa che è stata anche consegnara nella loro Definizione di Fede. ”
San Marco d’Efeso, difendendo la dottrina di sempre della Santa Chiesa, si fece nuovo Confessore della Fede Ortodossa, che è la nostra fede cattolica.
Shalom