Polymetis, 12/08/2009 17.37:
Non è possibile condannare chi pretenda di essere nel vero, ma solo chi pretende di poter imporre questo vero cui egli crede.
In realtà comunque, la democrazia fa questo: impone la visione della maggioranza, quello che essa ritiene vero, alla minoranza. Se ad esempio la maggioranza delle persone crede che uccidere sia sbagliato, questa diventa una legge per tutti.
Ad maiora
E’ proprio ciò di cui parlavamo. Ogni comunità religiosa che pretenda di essere esclusiva custode di una “verità assoluta” è potenzialmente portata alla sopraffazione, anche qualora tra i suoi principi fondamentali vi figuri il rispetto per il proprio prossimo (o il nemico, che dir si voglia).
Per Reietto:
carissimo, alle spalle non ho altro che studi di giurisprudenza e cultura ebraica, e sono poco portata per natura ad astrazioni eccessive.
In seno all'ebraismo, è stato insegnato che la differenza che passa tra
mishpatim e
chuqqim (ordinanze e statuti) e che gli
chuqqim sono quei comandamenti che Israele osserva perché l’Eterno così ha comandato, e non si ha alcun diritto di mettere in discussione per poi abbandonarli, credendo che siano del tutto privi di logica. I
mishpatim sono quei precetti che anche qualora per ipotesi, non fossero stati scritti nella Torah si sarebbero dovuti osservare cmq essendo essi in conformità con i sentimenti umani di giustizia e di moralità (ma questi poi, non saranno cmq sempre storicamente/culturalmente condizionati?). Attraverso la condivisione di questi ultimi, gli ebrei riconoscano una comunità di intenti con chi, tra gli altri popoli segue la propria "rivelazione”, sebbene la cosa non si riveli sempre così semplice. L’intenzione però c’è, mentre il proselitismo attivo (il convertire gli altri a tutti i costi) è bandito.
Scriveva il Rambam (Guida ai Perplessi 3:27) che lo scopo della Torah è duplice: il benessere del corpo, e dell'anima. Il benessere dell'anima consiste nel procurare alla massa una corretta visione delle cose, quello del corpo consiste nel saper gestire le relazioni degli uni con gli altri.
In ebraico l’espressione “
shalom shel emet”, è lett. una “pace di verità”. "La verità e la pace amate" (Zaccaria. 8,19). Questo per indicare che il perseguimento delle proprie verità di fede può trasformarsi in un catastrofico disastro se privo dall’aspirazione alla pace, che richiede necessariamente il compromesso.
“Hillel soleva dire: Sii discepolo di Aron, ama la pace e perseguila, ama gli uomini e avvcinali alla Torah” (Pirkè Avot 1:12). Se Mosè costituisce il prototipo del rigore della Legge e della giustizia, Aron, il fratello costituisce il prototipo biblico dell’ideale ebraico della pace. Pensa all’episodio del Vitello d’oro e del diverso atteggiamento assunto dai due fratelli.
[Modificato da Topsy 12/08/2009 20:01]