Clint ha scritto:
Penso che per un non cattolico come me sia più facile indignarsi per certi atti che per un cattolico come te che chiaramente Tommaso d'Aquino ne è un eroe, quindi credo che quì non centra più molto il contesto e il diritto dell'epoca, ma centra di più la psicologia.
La mia incapacità di indignarmi per una cosa del genere non sorge dal mio essere cattolico, ma dal fatto di possedere una formazione specifica sull'argomento. In questo contesto c'entra davvero poco la psicologia. La questione è molto più semplice di quanto non sembri. Bisogna combattere il male, l'eresia è un male, ergo bisogna combattere l'eresia. Questo è un principio che è ancora valido, in linea di massima. Al tempo di Tommaso la dottrina giuridica però non era così raffinata come lo è oggi e conosceva esclusivamente dei metodi molto sbrigativi per punire i rei (soprattutto tramite le fustigazione o la morte). Allo stato attuale dello sviluppo della filosofia del diritto e nella nostra società, che ha saputo elaborare un sistema penale molto più equilibrato e razionale di quello esistente ai tempi di Tommaso, il diritto di parola non si nega (quasi) a nessuno e non è più concepibile (entro certi limiti) punire qualcuno per quello che potremmo chiamare un “reato d'opinione” (per quanto, ci insegna la storia, gli eretici dei tempi andati spesso non si limitavano ad esprimere opinioni, ma passavano con estrema facilità all'azione).
Per ora ho parlato in senso generale e non riferendomi ad un episodio in particolare come quello di Giordano. Visto che si sta parlando pure di Francesco, direi che mi trovo molto più in "perfetta letizia" se un occhio di critica su certi avvenimenti storici ce lo metto, non mi è mai piaciuto fare il pesce muto.
Ci mancherebbe. Io sono il primo a criticare il comportamento di molti cristiani del passato, quello che non mi va giù è che spesso si critica costoro a prescindere dalle enormi “attenuanti” che questi ebbero quali uomini della loro epoca e si critica la Chiesa per l'operato di costoro a prescindere dal fatto che quando questi operarono male lo fecero proprio contravvenendo a quello che era già all'epoca l'insegnamento della Chiesa.
Freddie ha scritto:
Lascio a K. Berger la sua "autorevole" opinione che rappresenta solo una tra le tante voci, altrettanto autorevoli, espresse nel vasto panorama della cristologia...
Berger non si occupa di cristologia, ma di esegesi biblica, ed il suo merito principale è stato quello di aver saputo “volgarizzare” quelle che sono le tendenze attuali di questa disciplina relativamente alla figura di Gesù.
Cavolo, chissà cosa intendeva dire il Santo con le parole: "Signore fà di me uno strumento della tua pace. Dov'è odio che io porti l'amore. Dov'è l'offesa che io porti il perdono. Dov'è tristezza che io porti la gioia. Dov'è disperazione che io porti la Speranza...
Essere operatori di pace non significa essere “pacifisti”, ma, a volte, significa anche difendere la pace con le unghie e con i denti. Ai suoi discepoli, in previsione dei tempi difficili che sarebbero venuti, Gesù non disse “fatevi macellare come tanti agnelli sacrificali”, ma disse “chi ha un mantello lo venda e acquisti una spada” (Lc 22,36).
[Modificato da Trianello 10/08/2009 19:02]
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)