Aquarius83, 05/08/2009 2.07:
Ma che uomini misericordiosi..
Ti sfugge il bandolo della matassa, il quale risiede nella corretta storicizzazione dell'evento. Tu, evidentemente, dài per scontato che sempre e comunque gli uomini abbiano considerato ingiusto il punire qualcuno per un reato d'opinione, ma così non è. Come dicevo sopra, infatti, l'ideale della libertà di opinione e di religione si è affermato solo in tempi molto recenti (proprio grazie ad una progressiva comprensione delle conseguenze della morale evangelica sull'etica sociale). Nell'epoca in cui stiamo parlando, il propugnare dottrine eretiche era considerato un reato in quanto si riteneva che l'eresia attentasse alla salvezza eterna di coloro a cui la medesima veniva esposta e costituisse in sé un attentato alla pace sociale, la quale era garantita anche dall'omogeneità confessionale di un determinato territorio. In considerazione di ciò, il comportamento degli Inquisitori che processarono Bruno deve essere considerato decisamente “equo”, anche in relazione all'atteggiamento sempre sprezzante ed aggressivo che il suddetto tenne durante tutto il suo processo. Il fatto che per noi oggi determinati valori siano praticamente scontati non significa che lo fossero nei tempi passati. E' per cui iniquo un giudizio di valore sulle azioni dei nostri antenati che non tenga in considerazione l'influenza che la cultura ed il tempo in cui vissero esercitò su quella che era la loro coscienza morale.
A questo proposito ricordo ancora un episodio a cui mi capitò di assistere quando ero alle superiori. Durante un'interrogazione di storia, un mio compagno si beccò (giustamente) un rimbrotto dall'insegnante per aver additato G. Mazzini come un bigotto. Egli infatti, essendo di idee socialiste, riteneva ovviamente inaccettabili i parametri in cui si muoveva la speculazione politica mazziniana, ma dimenticava il fatto che, invece, alla sua epoca (antecedente alla Terza Internazionale ed al '68) le idee di Mazzini erano estremamente sovversive e “di sinistra”. Ora, per quanto egli avesse il diritto di non condividere gli ideali politici mazziniani, non aveva, invece, il diritto di valutare i medesimi con il suo “senno di poi”.
Un ultimo esempio per chiarire ancora di più il concetto. Tutti conosciamo il grande filosofo illuminista J.-J. Russeau, uno dei massimi esponenti di questo importante movimento filosofico ed uno dei massimi teorici dell'eguaglianza sociale, ebbene, costui, in vita, abbandonò diversi suoi figli neonati nella ruota di un convento perché il dover provvedere al loro allevamento (come ebbe a scrivere) avrebbe limitato la sua attività intellettuale. Oggi come oggi, un tale modo di pensare e di agire sarebbe considerato inaccettabile, ma all'epoca era evidentemente una cosa abbastanza normale (come possiamo dedurre dal fatto che il filosofo parla della cosa con estrema naturalezza nel suo epistolario).
[Modificato da Trianello 05/08/2009 06:25]
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)