.Marco70., 21/03/2009 7.58:
Non stiamo parlando di argomenti dottrinali, ma di lasciare libera una persona di decidere se in caso di trasfusione salvavita è disposto a rischiare la vita oppure no. Comprendiamo la differenza?
Anche a me achille è successa una cosa simile. Quando la mia ex moglie si è dovuta operare, per non avere questi tipi di problemi abbiamo scelto di non dire nulla a nessuno. Abbiamo informato i familiari solo qualche giorno prima dell'intervento.
Nonostante questo, le pressioni, una volta saputo dell'intervento, sono arrivate.
Nel nostro caso però gli anziani sono stati al loro posto, ma lo stesso è stata dura. Chi non ha vissuto un esperienza simile non ha idea di come ci sia una vera e propria pressione affinche ci si affidi al comitato sanitario.
Questa secondo te Pino, è libertà di scelta? E' normale?
ciao
marco
La persona deceduta, a causa del rifiuto di una trasfusione, merita ammirazione per aver mantenuto integra la sua fede.
La cosa che può essere messa in discussione è il fatto se sia giusta l'interpretazione che i testimoni danno a questa "regola dottrinale".
Anche io mi sono fatto circa due anni di carcere militare per aver rifiutato la "divisa". Oggi non avrei fatto così! Ma ho fatto una scelta che, all'epoca, mi sembrava quella giusta.
Saluti
Pino