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Papa, l'accusa del rabbino di Venezia Con lui cancellati 50 anni di dialogo

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2009 01:58
15/01/2009 01:06
 
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Per me dialogare non vuol dire "parliamo, ma rigorosamente senza presumere di essere nel vero, e senza tentare di convincere delle nostre ragioni l'altro". Che tipo di dialogo sarebbe mai? C?è chi dice che dialogare partendo dal presupposto di aver ragione ostacola il dialogo. E' falso, perché tutti, sebbene non lo ammettano, quando dialogano partono dal presupposto che le frasi che pronunciano siano vere. Il vero ostacolo al dialogo non è partire credendo che le proprie affermazioni siano vere, ma rifiutarsi di cambiare opione qualora il dialogo faccia emergere che le nostre posizioni erano errate. Il manifesto di che cos'è per me dialogare sono queste celeberrime parole di Platone:


«A che genere di uomini appartengo? A quello di chi prova piacere nell'essere confutato, se dice cosa non vera, e nel confutare, se qualcuno non dice il vero, e che, senza dubbio, accetta d'esser confutato con un piacere non minore di quello che prova confutando. Infatti, io ritengo che l'esser confutati sia un bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati dal male più grande piuttosto che liberarne altri. Niente, difatti, è per l'uomo un male tanto grande quanto una falsa opinione sulle questioni di cui ora stiamo discutendo. Se dunque anche tu sostieni di essere un uomo di questo genere, discutiamo pure; altrimenti, se credi sia meglio smettere, lasciamo perdere e chiudiamo il discorso.»



Non capisco proprio chi dice: "non provare neppure a convincermi!"
Ma che razza di discorso è? Questa sì che è presunzione, perché parte dal presupposto che si è così sicuri di quello che pensiamo, che neppure vogliamo essere importunati da pareri diversi. La scusa ovviamente sono i secoli di proselitismo e di conversioni forzate. Sarebbe il caso di crescere, e di rendersi conto che il passato non rende autorizzati a fare dei piagnistei senza senso nel presente. Una conversione forzata non ha nulla a che vedere con la ridicola pretesa che ogni interlocutore non parta dal presupposto di essere nel vero (cosa tra l'altro impossibile). Credere di essere nel vero, e voler imporre questa verità con la forza, sono cose diverse, ed è il caso che questo rabbino non ci ricami sopra.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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