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sacramenti

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2008 08:57
21/04/2008 21:25
 
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Per Agabo

“Quando la "chiesa" stava "fabbricando" il Nuovo Testamento si rifaceva già ad un'autorità, non la stava aspettando, e tale autorità era costituita dalle Scritture dell'Antico Testamento, considerate volontà di Dio.”

No, l’autorità era data dall’insegnamento apostolico, e non dall’AT in sé, ma dell’interpretazione che gli apostoli ne davano.
E poi quale AT? Senza la Chiesa non si ha neppure quello, il canone come è noto nel giudaismo variava a seconda della propria corrente di riferimento. Quello vincente a fine I secolo fu quello farisaico, e si badi, solo di parte dei farisei. Stabilito cioè in un periodo dove la Chiesa aveva già rotto con la sinagoga.

“La "chiesa" ha, in seguito, creduto di poter modificare di suo, di poter aggiungere delle cose, cose che si sono dimostrate essere estranee e in contrasto con gli insegnamenti degli apostoli, insegnamenti che la "chiesa" ha raccolto fedelmente.”

Non si vede proprio cosa avrebbe aggiunto e quando, visto che come ripeto il nostro corpus di dottrine è attestato da PRIMA che avessi il NT assunto come metro di misura del cristianesimo, per la banale ragione che non esisteva ancora. IL NT non è mai servito per fare un confronto del tipo “se non c’è qui è falso”, è stata una delle fonti per conoscere la volontà di Dio.

“..non ne abbiamo l' "autorità", dici? Può darsi. Ma anche voi cattolici dovete ancora dimostrare con quale "autorità" avete "mescolato le carte": avete fatto e poi disfatto; scritto e poi cancellato e riscritto diversament”

Vorrei sapere di cosa parli…

“Riconosciamo che la "chiesa" ha tramandato fedelmente le Scritture.”

Tramandare presume che qualcosa esista già e venga solo trasmesso. No. Non “tramandare”, “creare”. Il canone è una costruzione, non un mero tramandare.

“Ma se le Scritture che essa ha "inventato" non si rispecchiano più in quello che essa insegnano”

Io non ho mai detto che le scritture non rispecchiano quello che la Chiesa insegna. Ti sfugge un particolare basilare. Il fatto che la Traditio implementi la Scrittura, anzi per essere precisi che la Traditio comprenda la Scrittura, non vuol dire che le due cose insegnino cose contrastanti, infatti hanno la stessa origine, Dio. Il fatto che nel NT non si trovi quello che la Chiesa insegna, come del resto non si trova in esso neppure alcun dogma che condividiamo coi protestanti, la Trinità in primis, non vuol dire che il NT insegni contro questi dogmi. “Non esserci” ed “essere insegnato il contrario” sono due cose diverse. Poiché la Chiesa ha sempre avuto la Traditio orale, non le è mai venuto in mente che tutto quello che insegnava doveva essere contenuto nello Scritto, perché nessuno s’era mai sognato di dire che il criterio per stabilire l’ortodossia fosse che era ortodosso quello che c’era scritto in un corpus di libri ancora da creare. Come già detto, essendo la Traditio orale e la Traditio scritta entrambe opere della Chiesa, e potendo trovare dottrine o in questa o in quella, o in entrambe, non ci si sognerebbe mai di dire che il tutto possa stare in una delle due, perché altrimenti l’altra sarebbe inutile. Dire che tutta la dottrina cristiana debba stare nel NT è una richiesta che presume quello che deve dimostrare.

“'è un precedente storico a riguardo, il popolo ebraico, titolare in pieno come popolo eletto, ma considerato in seguito fuori dalla grazia, a meno che non ritorni a Dio, nel modo da Lui voluto.”

Gli ebrei fuori dalla grazia?
Per di più non c’è alcun parallelo: da nessuna parte nel NT si parla della possibilità di rigettare la Chiesa, anzi è detto che le tenerbe non prevarranno contro di essa. Il che è ben difficile da sostenere, visto che per gli amici protestanti ci sono stati interi secoli di apostasia. In caso contrario, i Luterani mi dicano dov’erano i luterani prima di Lutero, i calvinisti dov’erano i calvinisti prima di Calvino, ecc. Se non sono esistiti, allora non c’è stata una sola persona sulla terra in possesso dell’ortodossia, ergo le tenebre hanno prevalso per secoli, contrariamente a quanto promise Gesù a Pietro.
Inoltre, dire che la Chiesa non è infallibile e può ex ipothesi diventare apostata, vuol dire che se non è infallibile ora non è detto che lo fosse quando selezionò il canone. Senza postulare una Chiesa infallibile, non si può più avere la garanzia che sia divino il libro che si vorrebbe usare per confutarla: si tolgono letteralmente le fondamenta al canone, che diventa una scelta assennata quanto si vuole, ma puramente umana e condotta con criteri umani.

“Allo stesso modo, quand'anche quella "chiesa" avesse avuto tutta l'autorità che reclama, si tratta pur sempre un'autorità esercitata vicariamente e quindi legittima fintanto che l'esercita secondo il volere di Colui che gliela ha data.”

C’è un piccolo problema: come sai ciò che vuole Cristo se il criterio per sapere cosa vuole è per l’appunto l’interpretazione che la Chiesa da del messaggio di Cristo?
Mi spiego meglio: ogni protestante, con quel ridicolo criterio chiamato “libero esame”, s’è costruito una religione privata, ed infatti le sette protestanti si scannano a vicenda ognuno convinto di avere una religione basata sulla Sola Scriptura. Gli ebrei questo lo sapevano bene, e Gesù come tutti gli altri rabbi non diceva “leggevi l’AT e interpretatevelo da soli”, bensì dava lui la giusta intepretazione, e così hanno fatto gli apostoli e i loro successori nella Chiesa antica. Il criterio dell’ortodossia non è cosa dica la Scrittura, ma cosa dice la Scrittura in chi ha il mandato per interpretarla: in caso contrario, ognuno è solo l’ennesimo megalomane convinto che chissà perché la sua interpretazione privata, una tra le migliaia esistenti, è quella giusta, e Dio guarda caso ha parlato solo a lui perché evidentemente sa pregare meglio degli altri.
La Tradizione serve proprio a spiegare qual è l'interpretazione corretta della Bibbia tra le mille possibili per ciascun testo. Dire che la Bibbia contraddice la Traditio significherebbe ripostulare l'assunto già confutato secondo cui esiste un significato univoco e trasparente del testo biblico, un significato che l’amico protestante conoscerebbe prescindendo dalla Traditio, la quale invece serve proprio, tra le altre cose, per interpretare la Scrittura. Dunque dire che la Bibbia contraddice la Tradizione è impossibile, perché vorrebbe dire che esiste per un testo X un unico significato possibile e proprio quel testo contraddirebbe la tradizione. In realtà siccome ogni comprensione è già un'interpretazione privata, svolta in base alla proprie pre-comprensioni, ciò non può verificarsi, perché non esiste una lettura neutra del testo, esiste solo una lettura mediata dalle conoscenze del singolo. La Bibbia non può contraddire alcunché, è questo il problema, perché la Bibbia parla solo nella misura in cui qualcuno la interpreta, in sé e per sé il testo è solo inchiosto su un foglio. E' quello che diceva già Platone affermando che quando interroghi un testo per sapere cosa significhi esso non ti può rispondere, perché non è una persona. Il contenuto in sé e per sé di un testo non esiste, esiste solo la lettura che ne danno le persone, e, ovviamente, la lettura che ne dà la Chiesa che l'ha creato. C'è un circolo ermeneutico tra il testo e il lettore, e ciò scardina l'idea che esista un senso in sé e per sé che prescinda da chi legge.

“In conclusione, dovremmo riconoscere e adeguarci a un cristianesimo che pretende fare a meno dell'autorità delle Scritture, che le ritiene un "accessorio" non indispensabile”.”

Non è un’opinione, è un dato di fatto storico. La risposta è ovvia, visto che la Traditio, l’esistenza della Chiesa, precede cronologicamente la Scrittura, e dunque è possibile, ed anzi è stato possibile per secoli, un cristianesimo anche senza di essa. Inoltre, come dice Ireneo, incarnando a meraviglia lo spirito della Chiesa primitiva, anni luce distante dalle fantasie solipsistiche dei protestanti: “Se anche gli Apostoli non avessero lasciato nulla di scritto, si dovrebbe egualmente seguire l'ordine della tradizione consegnata da loro ai capi della Chiesa. Questo metodo è seguito da molti popoli barbari che credono in Cristo. Senza carta e senza inchiostro essi hanno scritto nel loro cuori la salvezza per opera dello Spirito Santo: essi conservano accuratamente l'antica tradizione" (Contro le eresie III, 4, 2)
Come si vede un cristianesimo anche senza scrittura è possibile e lo è stato: in effetti dire che Cristo avesse pensato solo a quelli che sanno leggere è un po’ classista. Ma non è neppure questione di analfabetismo: il Sola Scriptura non esiste proprio nella Chiesa primitiva, e non solo perché la gente poteva non saper leggere il greco, ma perché nessuno s’era mai sognato che la base del cristianesimo dovesse diventare in libro. : "In realtà, la Chiesa, sebbene diffusa in tutto il mondo fino alle estremità della terra, avendo ricevuto dagli Apostoli e dai loro discepoli la fede..., conserva questa predicazione e questa fede con cura e, come se abitasse un'unica casa, vi crede in uno stesso identico modo, come se avesse una sola anima ed un cuore solo, e predica le verità della fede, le insegna e le trasmette con voce unanime, come se avesse una sola bocca" Adversus haereses, 1, 10, 1-2
Per Ireneo è la Chiesa che presenta il kerygma, non la Scrittura, quest’ultima è solo parte dell’annuncio della Chiesa che sta più a monte e che consiste nel ripetere oralmente la predicazione che si è udita. "Il messaggio della Chiesa è dunque veridico e solido, poiché essa addita a tutto il mondo una sola via di salvezza" (5, 20, 1) E poi quando Ireneo parla di Scrittura parla, ovviamente, solo dei libri che egli considera canonici, non del tuo canone a 27.



Per Manca

“sono stati istituiti nel Concilio di Trento intorno al 1.500”

Il Concilio di Trento, come qualsiasi altro Concilio, non crea le dottrine, ma le ribadisce dopo che qualcuno le mette in discussione. Finché una dottrina non viene contestata, non diventa mai dogma.
[Modificato da Polymetis 22/04/2008 18:43]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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