La metafora della morte come sonno non ha nulla a che fare con quello che si pensa dell’anima. Potete trovare la morte chiama “sonno” anche in platonici come Senofonte, e in decide di culture immortaliste. Se la morte è definita eufemisticamente “sonno” è perché
il cadavere di un morto è immobile e con gli occhi chiusi, come se stesse dormendo: non c’entra nulla con quello che si pensa dell’anima.
Per la dottrina cattolica, come meravigliosamente illustra Tommaso, l’anima sta al corpo come la forma sta alla materia, motivo per cui l’anima senza corpo si trova in uno stato di carenza strutturale, di depauperazione rispetto al suo essere pieno. La risurrezione è dunque necessaria alla pienezza dell’uomo. Il corpo glorioso è individuale, e non è un limite dell'anima, bensì il suo nesso strutturale
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)