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La fede ad occhi aperti . . .

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2008 20:27
24/02/2008 17:38
 
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LA FEDE A OCCHI APERTI, di Luciano De Crescenzo

Il maestro Colella mi accolse a casa sua, nel pomeriggio, con grande cortesia.
«Caro ingegnere, io sono un soldato del Dubbio» esordì Colella non appena restammo
soli. «Credo nel Dubbio come regola di convivenza civile. Ognuno ha la sua religione
personale e la mia religione è il Dubbio. Venite con me: vi voglio far vedere una cosa.»
E così dicendo si avviò nel corridoio. Qui incrociai di nuovo la signora Amelia che ancora
una volta mi biascicò sottovoce uno «scusatelo tanto», e finalmente ci sedemmo in una
stanza semibuia dove un pianoforte giganteggiava in mezzo a un mare di partiture
musicali, dischi, libri e portacenere non svuotati.
«Guardate qua» disse il maestro, mostrandomi un quadro coperto da una tendina di seta
damascata. «Questo è il mio Santo!»
Tirò una cordicella, la tendina si alzò, e comparve un grande punto interrogativo tutto fatto
di lampadine mignon. Subito dopo il maestro girò un interruttore e le lampadine
cominciarono ad accendersi e spegnersi a intermittenza, come quelle degli alberi di
Natale.
«Scusatelo tanto.» Mi voltai e vidi la signora Amelia, sulla soglia, che con lo sguardo
implorava comprensione. «Amè, facci parlare» esclamò il maestro, invitandola a uscire.
Poi m'indicò una poltroncina di plastica e mi disse:
Ingegné, sedetevi e seguitemi con attenzione: nel mondo ci sono i punti interrogativi e i
punti esclamativi, i soldati del Dubbio e quelli della Certezza Assoluta. Quando Incontrate
un punto interrogativo, non abbiate paura: è slcuramente una brava persona, un
democratico, un uomo con il quale potete discutere ed essere in disaccordo. I punti
esclamativi invece sono pericolosi: sono i cosiddetti uomini di Fede, quelli che prima o poi
prendono le "decisioni irrevocabili". Ora ricordatevi quello che vi dico: la Fede è violenza,
qualsiasi tipo di Fede, religiosa, politica e sportiva. Dietro ogni guerra c'è sempre un uomo
di Fede che ha sparato il primo colpo. In Irlanda, in Libano, in Iran, la Fede si aggira con la
falce tra le mani e i vestiti lordi di sangue, e quando uccide lo fa sempre in nome
dell'amore.
A me papà insegnò che il Dubbio è il padre della Tolleranza e della Curiosità. I giovani
sono curiosi, ma non sono capaci di essere tolleranti, i vecchi sono tolleranti, ma hanno
perso il gusto della curiosità, i grandi uomini invece sanno essere curiosi e tolleranti nello
stesso tempo. Chi ha Fede è come se già sapesse tutto in anticipo: non ha dubbi, non è
capace di meraviglia, e come dice Aristotele: "La meraviglia è il principio della ricerca". Chi
ha Fede non è disposto a riconoscere i propri errori, e noi senza l'aiuto degli errori non
siamo nessuno. La Fede è obbedienza pronta, cieca e assoluta.
Papà mio era professore di filosofia. Quando qualcuno telefonava a casa e gli chiedeva
"Siete voi il professor Colella?", rispondeva sempre "Può essere", e non lo faceva per fare
dello spirito, ma perché veramente non era sicuro di esserlo.»
Ed io: «Un minimo di Fede ci vuole, però, per iniziare un'impresa. Senza la Fede non
avremmo scoperto l'America e la penicillina.»
«Sì, però deve essere una Fede che nasce dal Dubbio» ribatte il maestro «che sappia
imparare dagli errori: quella che io chiamo "la Fede a occhi aperti".»
«Come sarebbe a dire: ad occhi aperti? »
[ . . . ]
«Riassumendo, il dubbio non è un’ideologia ma un metodo. Si può essere dubbiosi, ovvero scettici, e continuare ad avere un’idea per cui battersi. Io sono uno scettico, ma ciò non toglie che sono ancora cristiano, comunista e tifoso del Napoli. L’importante è essere cristiano scettico, comunista scettico e tifoso scettico! »

«Ma, almeno quando vi sedete al piano», gli chiesi io «vi abbandonate al piacere della musica? Credete in quello che state suonando? »
«Non sempre:» rispose il maestro, dando uno sguardo al punto interrogativo che continuava a lampeggiare «quando suono Beethoven, per esempio, ho sempre il dubbio che la musica venga direttamente dal cielo e che io stia suonando il play-back! »

da: Storia della filosofia greca – Ed. Mondadori - Capitolo: il maestro Riccardo Colella

"Mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato e per coloro che vorranno ascoltare all'affermazione della verità." V
24/02/2008 20:17
 
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Bellissimo
come tutto, io trovo, De CrescenzoSono innamortata di lui dai tempi di Quelli della notte, ricordate? Che fatica, il giorno dopo alzarsi per andare a lavorare!
Per sua colpa o merito non so, la parola filosofia mi evoca certe grandi stanze in penombra di vecchie abitazioni, movimenti al rallentatore, un parlare lento, dove si gusta il sapore delle parole...
tornando a bomba, ha ragione.
Le idee totalitarie, dove si esclude la possibilità di ignorare qualcosa, di rimetterci la faccia se si esprime un dubbio, sono pericolose.
Meglio i punti interrogativi, sempre piu' rari in un mondo che pretende risposte sempre piu' veloci quasi fossimo immersi in un grande, stupido quiz.
Nonna Pina
24/02/2008 20:27
 
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Vecchia Marziana 24/02/2008 20.17
Bellissimo
come tutto, io trovo, De CrescenzoSono innamortata di lui dai tempi di Quelli della notte, ricordate? Che fatica, il giorno dopo alzarsi per andare a lavorare!
Per sua colpa o merito non so, la parola filosofia mi evoca certe grandi stanze in penombra di vecchie abitazioni, movimenti al rallentatore, un parlare lento, dove si gusta il sapore delle parole...
tornando a bomba, ha ragione.
Le idee totalitarie, dove si esclude la possibilità di ignorare qualcosa, di rimetterci la faccia se si esprime un dubbio, sono pericolose.
Meglio i punti interrogativi, sempre piu' rari in un mondo che pretende risposte sempre piu' veloci quasi fossimo immersi in un grande, stupido quiz.
Nonna Pina



Come dice sempre De Crescenzo l'uomo ha bisogno di certezze per vivere. Quando queste "certezze" non ci sono qualcuno le inventa per il bene comune . . .
"Mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato e per coloro che vorranno ascoltare all'affermazione della verità." V
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