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Quanto costano i preti

Ultimo Aggiornamento: 28/10/2007 09:27
28/09/2007 20:43
 
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di CURZIO MALTESE
"Quando sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati". Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta le finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo l'arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor Paul Marcinkus, dall'arresto per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il giovane vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale. Poche scelte si riveleranno più azzeccate. Nel "ventennio Ruini", segretario dall'86 e presidente dal '91, la Cei si è trasformata in una potenza economica, quindi mediatica e politica. In parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico italiano e all'interno del Vaticano, come mai era avvenuto con i predecessori, fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI.
Le ragioni dell'ascesa di Ruini sono legate all'intelligenza, alla ferrea volontà e alle straordinarie qualità di organizzatore del personaggio. Ma un'altra chiave per leggerne la parabola si chiama "otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990, quando entra a regime il prelievo diretto sull'Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di euro all'anno. Ruini ne è il dominus incontrastato. Tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari.

Dall'otto per mille, la voce più nota, parte l'inchiesta di Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli italiani. Il calcolo non è semplice, oltre che poco di moda. Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo della politica. Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all'anno. "Una mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L'equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all'anno".

Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone, si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.

Per la par condicio bisognerebbe adottare al "costo della Chiesa" la stessa larghezza di vedute. Ma si arriverebbe a cifre faraoniche quanto approssimative, del genere strombazzato nei libelli e in certi siti anticlericali.

Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione ("Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire", nell'opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per "aiuti di Stato". L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l'Ici (stime "non di mercato" dell'associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all'anno, più qualche decina di milioni.

La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati.

Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno. Il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all'epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini.

Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell'otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno sociale". Una mezza finanziaria, d'accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l'impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri?

Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo bilancio annuo sull'otto per mille. Su cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. Senza contare l'altro paradosso: se al "voto" dell'otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro.

Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille "per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa". Una delle testimonianze migliori è il pamphlet "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Al capitolo "L'altra faccia dell'otto per mille", Beretta osserva: "Chi gestisce i danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici". Continua: "Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?". "E infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere...".

A scorrere i resoconti dei convegni culturali e le pagine di "Chiesa padrona", rifiutato in blocco dall'editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie religiose, si capisce che la critica al "dirigismo" e all'uso "ideologico" dell'otto per mille non è affatto nell'universo dei credenti. Non mancano naturalmente i "vescovi in pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia, che descrive così il nuovo corso: "I vescovi non parlano più, aspettano l'input dai vertici... Quando fanno le nomine vescovili consultano tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che vogliono loro, cioè chiunque salvo il nome che è stato indicato". Il già citato Vittorio Messori ha lamentato più volte "il dirigismo", "il centralismo" e "lo strapotere raggiunto dalla burocrazia nella Chiesa". Alfredo Carlo Moro, giurista e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici ha lanciato una sofferta accusa: "Assistiamo ormai a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della Cei si sa solo ciò che dichiara in principio il presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente in linea, altrimenti tacciono".

La Chiesa di vent'anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della Cei, con le finanze scosse dagli scandali e svuotate dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente derisa dall'egemonia di sinistra, ignorata dai giornali laici, espulsa dall'universo edonista delle tv commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi vitalissima. Tanto pluralista da ospitare nel suo seno mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di riconoscere movimenti di massa, come Comunione e Liberazione, e di "scoprire" l'antimafia, con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don Puglisi a Brancaccio, l'impegno di don Italo Calabrò contro la 'ndrangheta.
Dopo vent'anni di "cura Ruini" la Chiesa all'apparenza scoppia di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a Palazzo, governa l'agenda dei media e influisce sull'intero quadro politico, da An a Rifondazione, non più soltanto su uno. Nelle apparizioni televisive il clero è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione.

Il clero è vittima dell'illusoria equazione mediatica "visibilità uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto politico. Nella vita reale rischia d'inverarsi la terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista: "La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo". Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger.

(Hanno collaborato Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)





"""Ci sono due tipi di sciocchi;
quelli che non hanno dubbi,
e quelli che dubitano di tutto"""
28/09/2007 20:45
 
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Come avete notato ci sono 150.000 eletti, curiosa somiglianza con i 144.000 che però sono gratis [SM=g27828]

saluti


"""Ci sono due tipi di sciocchi;
quelli che non hanno dubbi,
e quelli che dubitano di tutto"""
28/09/2007 20:50
 
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Ho spostato questa discussione nella sezione "Fuori Tema".

Trianello/Moderatore

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

28/09/2007 21:05
 
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Il connubio "chiesa - stato"
esiste dai tempi dell'imperatore Costantino e da allora nessuno dei due sa fare a meno, o vuole fare a meno dell'altro. Quindi si deve pagare. Solo che a pagare sono i cittadini, volenti o dolenti.

Ma la "colpa" se così si può dire, è anche dei cittadini italiani, soprattutto di quelli che non si interessano di religione perché hanno l'abitudine di lagnarsi e non agire mai.

La maggior parte delle chiese evangeliche (forse anche molte protestanti) si mantengono con le offerte dei fedeli. Queste, pertanto, agiscono in piena autonomia economica e ... politica: nulla hanno dallo Stato e nulla gli devono! Ma se una chiesa riceve da una mano qualcosa dallo Stato, è chiaro che dall'altra poi è costretta anche a dare qualcosa allo Stato: si sa che "una mano lava l'altra"...
Agabo
[Modificato da Agabo 28/09/2007 21:06]
Visita:

"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
28/09/2007 21:11
 
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io non sono cattolico perchè non condivido molte dottrine di questa confessione religiosa.

però gli auguro lo stesso di avere sempre più risorse finanziarie in futuro per aiutare il prossimo e per fare il bene.



Isaia 29:13...‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me.  Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano dottrine e comandi di uomini’”...



28/09/2007 23:34
 
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Viene da chiedersi chi mai possa lamentarsi che i soldi dell'otto per mille vengano usati per lo stipendio dei preti, visto che sono i più grandi operatori nel sociale che questa nazione abbia, sia materialmente che spiritualmente. E i restauri dei beni della Chiesa, sono i restauri del patrimonio della cultura umana, sia a livello di cultura della solidarietà che si cultura in senso stretto. Il mio parrocco aiuta in mille cose diverse molte persone ogni giorno, è una vita dedita al servizio.
Non si può paragonare le altre confessioni religione italiane alla Chiesa cattolica nè chiedere un'equiparazione, per la banalissima ragione che esse non danno alla società italiana ciò che invece la struttura ecclesiastica dà nelle sue mille diramazioni.
Questo non perché i singoli presbiteri delle altre confessioni siano meno bravi dei cattolici, ma banalmente perché la Chiesa ha una dislocazione sul territorio incomparabilmente più estesa e che compie le più svariate attività.
Inoltre si dimentica spesso che se fu creato l'otto per mille è perché la Chiesa, e non altri, deve essere rimborsata per gli espropri dei beni del clero operati dal Regno d'Italia nell'ottocento, e come è noto, visto che furono sequestrate tutte le terre e le opere d'arte di ogni singolo ordine contemplativo, lo Stato italiano non finirà di pagare il suo debito neppure tra 100 anni.
Sono di parere talmente opposto a quello di quest'articolo che credo si dovrebbe fare una raccoltà firme per aumentare i fondi alla CHiesa cattolica, anziché diminuirli come questi articolisti propongono .
[Modificato da Polymetis 29/09/2007 01:23]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
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28/09/2007 23:40
 
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Quello che viene dispensato dalla chiesa cattolica agli "orfani e alle vedove"è davvero un'inezia rispetto al denaro che finisce nelle tasche dei loro leader....Mi rendo conto tuttavia che offrendo pochissimo rispetto a quanto potrebbe la chiesa cattolica riesce a ingannare molto bene le "menti dei semplici".La stessa critica muovo alla WTS che fà davvero pochissimo verso i "minimi fratelli di Cristo" per poter dire d'avere la coscienza apposto.Che dire?Il potere e i soldi hanno logorato il vero cristianesimo riducendolo a uno sgorbio di quell'antico modello di sane parole cosi' caro agli apostoli!!
28/09/2007 23:44
 
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Re:
Polymetis, 28/09/2007 23.34:

Sono di parere talmente opposto a quello di quest'articolo che credo si dovrebbe fare una raccoltà firme per aumentare i fondi alla CHiesa cattolica, anziché diminuirli come questi .




va bene adesso [SM=x570875] telefono a Prodi e gli consiglio di donare la decima alla cc prelevandola su tutti gli stipendi degli italiani con la prossima finanziaria !

[SM=x570867]





Isaia 29:13...‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me.  Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano dottrine e comandi di uomini’”...



29/09/2007 01:24
 
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"Quello che viene dispensato dalla chiesa cattolica agli "orfani e alle vedove"è davvero un'inezia rispetto al denaro che finisce nelle tasche dei loro leader..."

Hai l'estratto conto bancario di Ruini?

Ad maiora
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Per polymetis.

_________Inoltre si dimentica spesso che se fu creato l'otto per mille è perché la Chiesa, e non altri, deve essere rimborsata per gli espropri dei beni del clero operati dal Regno d'Italia nell'ottocento, e come è noto, visto che furono sequestrate tutte le terre e le opere d'arte di ogni singolo ordine contemplativo, lo Stato italiano non finirà di pagare il suo debito neppure tra 100 anni___________

Questo, motivo-lieto, è patrimonio di chi vorrebbe ancora i fasti del vecchio autoritario Stato pontificio.
Una cosa è esternare la propria contrarietà allo Stato laico e l’altra è giustificare interventi legislativi falsandone le reali motivazioni.

L’otto per mille non ha niente a che vedere con i fantasiosi rimborsi per ipotetici espropri di beni del clero.

IL trattamento economico che lo Stato italiano stabilì dopo la “Breccia di Porta Pia” venne regolamentato con una legge del 13 maggio del 1871 n. 214 denominata “per le guarentigie delle prerogative del Sommo Pontefice e della Santa Sede e per le relazioni della Chiesa con lo Stato”

La cifra esorbitante di 3.225.000 annua venne elargita per i bisogni ecclesiasti della Santa Sede e la manutenzione dei palazzi apostolici.

Pertanto nessun “rimborso per espropri”, ci manchertebbe, lo Stato Pontificio dichiarò guerra al nascente Stato Unitario e perse. Rimborsi per cosa? Per avere ucciso i patrioti risorgimentali?

Stessa cosa con i patti Lateranensi del 1929, dove di chiarisce al paragrafo b):
"la statuizione di una serie di guarentigie complementari e integrative in quanto lo SCV, data la sua limitatezza territoriale, non avrebbe potuto assicurare alla Santa Sede “quanto le occorre per provvedere con la dovuta libertà ed indipendenza al governo della diocesi di Roma….”

Identica formulazione per l’otto per mille, istituio per eliminare in modo graduale la retribuzione statale ai sacerdoti cattolici e il difforme trattamento economico per situazioni eguali che caratterizzava il precedente sistema benificiario.

Come si può storicamente e amministritivamente vedere, nessun finanziamento per “sensi di colpa” del passato.

Purtroppo si nota nell’ 8 X mille, che ha pesato sui burocrati dello Stato (Tremonti) e i politici, un servilismo clericale scandaloso inventando il meccanismo del “contribuente muto che paga”.

Saluti



29/09/2007 12:27
 
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“IL trattamento economico che lo Stato italiano stabilì dopo la “Breccia di Porta Pia” venne regolamentato con una legge del 13 maggio del 1871 n. 214 denominata “per le guarentigie delle prerogative del Sommo Pontefice e della Santa Sede e per le relazioni della Chiesa con lo Stato””

Non so in quale università tu abbia studiato storia moderna ma sei fuori del tutto. Il papa ha rifiutato quella disposizione ritenendola ingiuriosa per la sua persona e non ha mai toccato una lira, si tratta della cosiddetta “questione romana”. I rimborsi accettati sono partiti col concordato del 1929 di cui l’otto per mille è erede con la revisione del concordato. Queste sono cose che si dovrebbero sapere dalle scuole superiori.

“Pertanto nessun “rimborso per espropri”, ci manchertebbe, lo Stato Pontificio dichiarò guerra al nascente Stato Unitario e perse. Rimborsi per cosa? Per avere ucciso i patrioti risorgimentali?”

Lo stato pontificio si difese dagli invasori, non è intervenuto contro di noi su altri territori, al massimo una volta è intervenuto a nostro favore, per poi ritirarsi a causa della cattolicità dell’Austria.

“Stessa cosa con i patti Lateranensi del 1929, dove di chiarisce al paragrafo b):
"la statuizione di una serie di guarentigie complementari e integrative in quanto lo SCV, data la sua limitatezza territoriale, non avrebbe potuto assicurare alla Santa Sede “quanto le occorre per provvedere con la dovuta libertà ed indipendenza al governo della diocesi di Roma….””

Sono i patti Lateranensi stessi a specificare che sono un rimborso per gli espropri. Non puoi citare un paragrafo e dimenticarti il resto. Il fatto che si versino soldi per assicurare l’indipendenza della Santa Sede non esclude infatti che vengano specificati anche altri motivi, come infatti viene fatto. Basti l’incipit dell’allegato 4 al concordato, il resti te lo leggi da solo: “Che la Santa Sede e l'Italia, a seguito della stipulazione del Trattato, col quale è stata definitivamente composta la " questione romana ", hanno ritenuto necessario regolare con una convenzione distinta, ma formante parte integrante del medesimo, i loro rapporti finanziari;
Che il Sommo Pontefice, considerando da un lato i danni ingenti subiti dalla Sede Apostolica per la perdita del patrimonio di San Pietro, costituito dagli antichi Stati Pontifici, e dei beni degli enti ecclesiastici, e dall'altro i bisogni sempre crescenti della Chiesa pur soltanto nella città di Roma, e tuttavia avendo anche presente la situazione finanziaria dello Stato e le condizioni economiche del popolo italiano specialmente dopo la guerra, ha ritenuto di limitare allo stretto necessario la richiesta di indennizzo, domandando una somma, parte in contanti e parte in consolidato, la quale è in valore di molto inferiore a quella che a tutt'oggi lo Stato avrebbe dovuto sborsare alla Santa Sede medesima anche solo in esecuzione dell'impegno assunto con la legge 13 maggio 1871 (…)”
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29/09/2007 13:26
 
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Ho ragione ad affermare che la chiesa cattolica non ha alcun legame con la chiesa fondata da Cristo.

Viene da chiedersi chi mai possa lamentarsi che i soldi dell'otto per mille vengano usati per lo stipendio dei preti, visto che sono i più grandi operatori nel sociale che questa nazione abbia, sia materialmente che spiritualmente. E i restauri dei beni della Chiesa, sono i restauri del patrimonio della cultura umana, sia a livello di cultura della solidarietà che si cultura in senso stretto. Il mio parrocco aiuta in mille cose diverse molte persone ogni giorno, è una vita dedita al servizio.
Non si può paragonare le altre confessioni religione italiane alla Chiesa cattolica nè chiedere un'equiparazione, per la banalissima ragione che esse non danno alla società italiana ciò che invece la struttura ecclesiastica dà nelle sue mille diramazioni.
Questo non perché i singoli presbiteri delle altre confessioni siano meno bravi dei cattolici, ma banalmente perché la Chiesa ha una dislocazione sul territorio incomparabilmente più estesa e che compie le più svariate attività.
Inoltre si dimentica spesso che se fu creato l'otto per mille è perché la Chiesa, e non altri, deve essere rimborsata per gli espropri dei beni del clero operati dal Regno d'Italia nell'ottocento, e come è noto, visto che furono sequestrate tutte le terre e le opere d'arte di ogni singolo ordine contemplativo, lo Stato italiano non finirà di pagare il suo debito neppure tra 100 anni.
Sono di parere talmente opposto a quello di quest'articolo che credo si dovrebbe fare una raccoltà firme per aumentare i fondi alla CHiesa cattolica, anziché diminuirli come questi articolisti propongono .



Non discuto le opere umanitarie svolte dalla chiesa cattolica, discuto però il mantenimento da parte dello stato della gerarchia cattolica, del clero dalla carica più alta a quella più bassa.

Hai già espresso il concetto, sopra quotato, secondo il quale lo Stato italiano sarebbe debitore verso la chiesa cattolica.
A me risulta, se è vero quello che la CC afferma sulla sua derivazione apostolica, che né l'apostolo Pietro né Cristo stesso abbiano mai incoraggiato a farsi o a pretendere da altri dei "tesori sulla terra".
Sappiamo, purtroppo, fin troppo bene come detti beni la CC se li è accumulati ... e non credo affatto alla tua peregrina ipotesi che lo Stato abbia tolto alla chiesa qualcosa che le appartenesse legittimamente.

Raddopiare le quote che lo Stato elargisce alla CC? Significherebbe anche che lo Stato pretenda di più, soprattutto sul piano politico, ma morale, da una chiesa non libera e non autonoma quale è la CC.

Agabo.
[Modificato da Agabo 29/09/2007 13:27]
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"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
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vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli

ho cercato di dare una rapida lettura ai contenuti da voi posti (e spero di non aprire a vanvera)

e prima di poter arrecare un mio eventuale contributo di pensiero

permettetemi una domanda :

vi siete mai chiesto quanta farina porterà a casa un mugnaio al termine della sua giornata di lavoro, pur senza averla rubata?

grazie [SM=x570864] [SM=x570892]

vi saluto in CRISTO RISORTO
29/09/2007 14:31
 
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“Non discuto le opere umanitarie svolte dalla chiesa cattolica, discuto però il mantenimento da parte dello stato della gerarchia cattolica, del clero dalla carica più alta a quella più bassa.”

Non si fa volontariato se non puoi assicurarti di arrivare fino al giorno dopo perché non hai di che mangiare e dormire. Il presbitero è una vita donata totalmente al prossimo. Se lo stato italiano ritiene corretto stipendiare i preti è perché la Chiesa tiene in piedi l’assistenzialismo italiano e il nostro traballante welfare. Le altre chiese presenti italiana, non avendo una simile rete, non hanno gli stessi costi per tenerla in piedi.

“A me risulta, se è vero quello che la CC afferma sulla sua derivazione apostolica, che né l'apostolo Pietro né Cristo stesso abbiano mai incoraggiato a farsi o a pretendere da altri dei "tesori sulla terra".”

Non si tratta di accumulare tesori di avere i mezzi per fare del bene. Più soldi ci sono, e più si possono fare iniziative, dalle mense dei poveri ai teatri, dal cibo alla cultura, la gamma completa di materia e spirito che serve per mandare avanti la vita di un uomo. Ti consiglio la lettera dell’opera di Clemente Alessandrino “quis dives salvetur?”, “quale ricco si salverà”, in cui si mostra appunto, commentando i logia di Gesù sui ricchi, che non sono le ricchezze ma il rapporto che hai con esse e come le usi. Per il tuo lusso o per il prossimo? Per il male o ad maiorem Dei gloriam?

“Sappiamo, purtroppo, fin troppo bene come detti beni la CC se li è accumulati ..”

Principalemente con donazioni e commissioni nell’arco di secoli.

“e non credo affatto alla tua peregrina ipotesi che lo Stato abbia tolto alla chiesa qualcosa che le appartenesse legittimamente.”

Se non conosci la storia non è un mio problema, basta che non parli per ipotesi. Il regno d’Italia in base a quello che viene definito “giuseppinismo” sciolse tutti gli ordini contemplativi (giudicati inutili) e confiscò tutte le loro proprietà e le loro terre, terre che avevano da secoli, dai monasteri fino alle chiese. Un’operazione di esproprio di massa che costò la scomunica al re.
[Modificato da Polymetis 29/09/2007 14:32]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
29/09/2007 15:38
 
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Io conosco la Storia, ma la tua forse è tutt'altra "storia".
Vi sono associazioni religiose e laiche (ti risparmio i loro nomi) che si mantengono con le decime dei loro fedeli e gestiscono delle istituzioni umanitarie con i propri soldi o con quelli offerti volontariamente da altri. Questo accade anche nella CC e non lo discuto.

La polemica verte qui sul mantenimento del clero. Io non so in che percentuale i soldi che passano dalle casse dello Stato (e quindi dei cittadini, anche se non cattolici) a quelle della CC vadano per questo scopo. Ma si continua a nicchiare adducendo la beneficienza come scopo primario per il mantenimento della CC e soprattutto come se fosse un diritto di quest'ultima rispetto ad uno Stato che, per principio e di fatto, dovrebbe essere laico.

Non discuto nemmeno più delle questioni storiche, si aprirebbe un capitolo troppo poco dignitoso degli intrallazzi che la chiesa a operato a danno di privati e di regnanti, nel corso della storia, dimostrando una bramosia per il denaro e per il potere da far vergognare quegli apostoli dai quali essa dice di discendere.

Agabo.
Visita:

"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
29/09/2007 19:15
 
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Io mi domando perché lamentarsi per lo stipendio?
Più tosto mi domando come ha fatto il parroco che abita sotto casa mia ha comprare tre appartamenti,intestate rispettivamente alle nipoti con,come dono.(con il diritto di usufrutto)
E per citarne un altro,il prete di monterossa frazione di abano terme che e finito nei giornali per essersi innamorato di una donna che gli ha dato un figlio.
E proprietario di un casolare in provincia di Vicenza e mantiene la sua fidanzata e figlio.
Io credo che abbiano ben altre entrate oltre lo stipendio per poter permettersi certe cose
ciao a tutti [SM=x570892]
29/09/2007 20:45
 
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I presbiteri secolari non fanno voto di povertà. Se hanno soldi per farlo, possono comprarsi casolari, appartamenti, appezzamenti di terra, barche, ecc. Questo non toglie che la maggior parte dei preti campano con i 900 euro al mese che ricevono dall'Istituto per il Sostentamento del Clero.
Perché è giusto che lo stato aiuti la Chiesa a pagare i preti? Perché questi, in quanto operatori spirituali, sono anche operatori sociali e, pertanto, forniscono un servizio di pubblica utilità. Certo, poi c'è chi il prete lo sa fare e chi no, ma questo non vale solo per i preti.
[Modificato da Trianello 29/09/2007 20:57]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

30/09/2007 00:01
 
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articolo di Avvenire Sabato 29 Settembre

COLOSSALE DISINFORMAZIONE

I CONTI (VERI) DI CHI DA' UN'ANIMA ALLA SOCIETA'

Carlo Cardia

Su un giornale romano ha trovato spazio ieri una delle più colossali operazioni di disinformazione degli ultimi tempi, riassunta nell'impudente confronto tra i costi della politica e i costi della Chiesa. Dietro questo misero slogan, si mischiano insieme privilegi e diritti, sprechi e spese sociali, egoismi e abnegazione, in una logica di perversa confusione.
Parecchie delle cifre citate sono frutto di proiezioni, previsioni, e invenzioni, come si può vedere in altra parte del giornale. Ma ciò che conta è che, con riferimento ad alcuni dati certi, nulla si dice su ciò che sta dentro le cifre, e che riguarda le attività assistenziali, sociali, culturali, svolte dentro e fuori la Chiesa, sui loro destinatari e beneficiari. Perché dentro quei numeri, in realtà, ci sono uomini ed opere che costituiscono l'anima della nostra società, che non vorremmo mai perdere.
Dietro quelle cifre ci sono uomini e donne, religiosi e laici, che dedicano la loro vita, o parte di essa, a sostenere gli altri, soprattutto i più deboli. Ad offrire loro aiuti materiali, morali e spirituali, a soccorrerli di giorno e di notte quando tutti gli altri voltano le spalle o guardano indifferenti, a incoraggiarli quando tutto sembra svanire, anche la speranza, a dare un senso alla loro vita. Sono uomini e donne, preti, religiosi e religiose, laici, che non appartengono ad alcuna casta perché non chiedono nulla, non fanno carriera, non si aspettano alcuna ricompensa che non sia quella di un ordine ben diverso dalla materialità delle prebende. Ad essi fece riferimento il presidente Napolitano nell'incontro con Benedetto XVI del 2006 riconoscendo il valore sociale insostituibile della Chiesa nella società italiana.
Dentro quelle cifre ci sono i cappellani militari che partecipano alle missioni di pace accanto ai nostri soldati, per sostenerli e incoraggiarli, spesso correndo gli stessi rischi, per portare soccorso ad altre popolazioni. E ci sono gli insegnanti di religione, lavoratori al par i degli altri, che cercano di trasmettere valori a generazioni di giovani cui viene dato poco, spesso nulla. Riferendosi all'insegnamento religioso, la Corte costituzionale ha dichiarato nel 1989 che lo Stato-comunità «si pone a servizio di concrete istanze della coscienza civile e religiosa dei cittadini».
Nulla si dice di quelle strutture e comunità che ovunque in Italia accolgono gli immigrati, altrimenti abbandonati alla solitudine o alle lusinghe della malavita, gli anziani che non hanno più nulla perché senza famiglia, o perché la famiglia non riesce a curarli, tutti coloro che sono caduti nella trappola della droga e cercano di uscirne. Ci sono le opere per l'edilizia di culto e per la manutenzione di un patrimonio artistico che lo Stato da solo non può sostenere, che vanno a beneficio della popolazione italiana e di quanti da tutto il mondo vengono in Italia ad ammirare chiese e cattedrali, conventi e abbazie, tesori d'arte a non finire. Ancora la Corte costituzionale nel 1993 ha affermato che i contributi pubblici per l'edilizia di culto incidono «positivamente proprio sull'esercizio in concreto del diritto fondamentale e inviolabile della libertà religiosa».
Questa realtà dunque sta dietro quelle cifre messe lì alla rinfusa a rappresentare chissà quale privilegio. E questa realtà è fatta di persone che soffrono e persone che aiutano, di bisogni e di solidarietà, di richieste di sostegno e di abnegazione. È fatta di un mondo che da sempre assiste i più umili senza nulla chiedere o pretendere.
Se questo popolo della solidarietà volesse farsi vedere e sentire riempirebbe le piazze di tutta Italia. Ma il suo stile è diverso. È quello di chi opera in silenzio senza contropartite, di chi si dedica agli ultimi della Terra, all'educazione dei giovani, alla salvaguardia dei nostri valori culturali, senza gridare, senza farsene vanto, e nemmeno chiedere riconoscimenti. Il silenzio di questo popolo della solidarietà è la più forte risposta a chi fa confronti imp udenti. Sull'impegno e l'azione di questo popolo della solidarietà si regge in buona parte una società che altrimenti vedrebbe prevalere l'egoismo e gli interessi particolari, l'apatia e l'indifferenza verso chi rimane indietro, o non riesce ad andare avanti.
Demolire l'investimento della società per chi ha più bisogno vorrebbe dire inaridire il nostro umanesimo, e un po' del nostro cuore.








"Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro."
"Formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo."

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da Avvenire Sabato 29 Settembre 2007

OTTO PER MILLE
Il sostentamento del clero non è, come adombrato nell’inchiesta, un misterioso meccanismo per trasferire risorse alla Cei, ma una forma di democrazia diretta che altre nazioni hanno copiato

Costi della Chiesa, svarioni e verità

Bilanci trasparenti e controlli secondo la legge. Il contrario di quanto scrive «Repubblica»

Di Umberto Folena

La Chiesa come la politica? Con un notevole sforzo, parecchie omissioni e un pizzico di demagogia, perché no? È l’operazione tentata ieri da Repubblica, ben tre pagine firmate da Curzio Maltese, coadiuvato da Carlo Pontesilli e Maurizio Turco. Alla fine delle quali, a forza di "all’incirca" e di "stime", di ipotesi e di proiezioni, si conclude che la Chiesa "costa" agli italiani più di quattro miliardi di euro all’anno, "una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose". Detta così, fa impressione. Malachiesa uguale a malapolitica, soldi a palate, agio e ricchezza. Chi però frequenta una parrocchia strabuzza gli occhi: dov’è tutta questa ricchezza? Nella parrocchia vicina, forse? No. Che si intaschino tutto i vescovi? La grande foto furba di pagina 31, con il dettaglio di una croce pettorale e un anello episcopale, e il titolo "I soldi del vescovo", potrebbero ammiccare in tal senso. Le remunerazioni di preti e vescovi le trovate in questa pagina. Cifre pubbliche, però omesse dalla Repubblica che pure riproduce le due tabelle sull’otto per mille, di fonte Cei. Perché? Sono stipendi non abbastanza alti per suscitare riprovazione, o così bassi da indurre un effetto contrario? Poiché la verità non è valida se non la si dice per intero, diamo un aiutino a Maltese e ai suoi collaboratori.

Quanti euro in carità?
"Su 5 euro incassati dal gettito Irpef - è in evidenza in un sommario - 1 va alla carità. Il resto tra culto e immobili". Non è corretto leggere l’impegno della Chiesa nel nostro Paese attraverso la schema rigido di un rendiconto amministrativo, impostato secondo le voci di spesa - che devono rispondere alle formulazioni di legge - ammesse con i fondi dell’otto per mille destinati alla Chiesa. L’attività concreta non è catalogabile solo secondo alcune voci, generiche e imprendibili. Per dire: il prete che ispira e anima un progetto di carità finisce sotto la voce "sostentamento del clero". I volontari della carità sono formati attraverso progett i pastorali. E mense, centri di ascolto e case d’accoglienza, immobili a servizio della carità, finiscono sotto la voce "culto e pastorale". La parrocchia stessa educa alla carità e compie in prima persona opere di carità: sotto quale voce la mettiamo? A proposito di preti, nel sistema ne sono inseriti circa 38 mila, di cui appena tremila in "quiescenza", vale a dire in pensione. Chi ha un parroco ottantenne, sa bene che in pensione un prete non ci va mai, e "molla" soltanto quando il fisico non gli regge proprio. Quanto "costa un prete"? Costa poco, rende tanto e non si ferma mai. E chi serve? Soltanto i battezzati, soltanto i praticanti? No, è a servizio di tutti.

6.275 interventi in 15 anni
Tanto improvviso interesse per le opere di carità della Chiesa italiana è sorprendente. Due anni fa il Comitato per gli interventi caritativi del Terzo Mondo (con i fondi otto per mille) pubblica "Dalle parole alle opere", un volume di 386 pagine con il resoconto dettagliato, con nomi, indirizzi, tipo d’intervento e cifre al centesimo, dei 6.275 interventi finanziati in tutto il mondo tra il 1990 e il 2004, per un totale di 719 milioni di euro. Grazie alla generosità degli italiani, si è passati dai 13 milioni di euro del 1990 ai 66 del 2003. Ebbene, di quel resoconto non parlò nessun giornale: disinteresse totale, allora. Oggi insinuazioni, genericismi. No, signori, è tutto documentato. Basta aprire il documento, che è già nelle vostre redazioni.

Otto per mille, ecco chi firma
L’otto per mille stesso è ancora, in larga parte, un oggetto sconosciuto. Gli italiani firmano in massa per la Chiesa cattolica? Occorre sminuire il risultato. Maltese ci prova: "Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" (…) la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale". Il 35 per cento, una minoranza dunque… Intanto, a partecipare con la firma sono 16 milioni di italiani: in assoluto, non pochi. Se poi consideriamo chi presenta il 730 o l’Unico, i firmatari sono il 61,3 per cento, una percentuale superiore a quella di molte consultazioni assimilabili a questa. Ad abbassare la percentuale sono i 13 milioni di italiani che non sono obbligati a presentare la dichiarazione, chi ad esempio ha il solo Cud. Costoro - nella grande maggioranza anziani, spesso soli - sono costretti a operazioni complicate e scoraggianti: qui infatti la percentuale di firme si riduce all’1 per cento. Sulla configurazione sociologica degli anziani tuttavia ci sono studi a non finire. Perché non fate, signori, anche qui una proiezione ponderata?

Una stima crescente
Magari tutti firmassero e firmare fosse per tutti agevole. Un’indagine del 2006 sul consenso degli italiani all’operato della Chiesa parla di un giudizio molto o abbastanza positivo da parte del 70 per cento della popolazione; nel 2001 era del 60. È un secondo indizio della stima di cui gode la Chiesa, per Maltese "non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici". Non è esattamente così. L’otto per mille non dà alcuna garanzia alla Chiesa, che ogni anno si sottopone al giudizio (democratico) dei cittadini, che possono darle la firma o rifiutargliela. Le garanzie, se così vogliamo chiamarle, c’erano semmai prima del Concordato del 1984, quando ancora i preti privi di altri redditi ricevevano dallo Stato il cosiddetto "assegno di congrua", che veniva dato in sostituzione dei beni ecclesiastici incamerati dallo Stato nell’Ottocento. Garanzie a cui la Chiesa ha rinunciato, in accordo con lo Stato, rimettendosi alla volontà degli italiani. L’otto per mille è una forma di democrazia diretta applicata al sistema fiscale, che qualche nazione ha copiato e mezza Europa ci invidia.

Le quote? Decide l’Assemblea
E la parte di otto per mille che va alle singole diocesi? Il servizio di Maltese insinua che sia una forma di ricatto da parte della presidenza della Cei, per premiare i vescovi doc ili e punire gli indocili, che difatti non ci sono perché, secondo lui, tutti tacciono, tranne qualche emerito. Naturalmente le cose non stanno così. Non è assolutamente vero che due o tre decidono per tutti. La quota per le diocesi - decretata ogni anno dall’Assemblea generale dei vescovi per alzata di mano - viene distribuita per una parte in porzioni uguali a tutti, per un’altra quota in base alla popolazione. Dunque, criteri oggettivi. Certo, le diocesi devono rendere conto al centesimo di come hanno destinato la propria quota di otto per mille. Per legge. Ma anche gli altri contributi, come quelli per edificare i centri parrocchiali o restaurare i beni culturali, vengono distribuiti secondo precisi regolamenti,criteri e controlli oggettivi. Ma davvero Curzio Maltese pensa che i vescovi siano un’accozzaglia di gente sprovveduta che attendeva Repubblica per aprire gli occhi?

Ici, tutti gli esenti
Verrebbe voglia di lasciar perdere il capitolo Ici e Irap. I nostri lettori sono stanchi di leggere precisazioni ostinatamente ignorate dai soliti giornalisti. Per i dipendenti laici, diocesi ed enti ecclesiastici pagano l’Irap; non così se si tratta di sacerdoti che è difficile immaginare come meri impiegati. Tutti però, laici e preti, pagano Irpef e contributi. Quanto all’esenzione dall’Ici prevista dalla legge 504 del 1992, e che fino al 2004 non aveva suscitato nessun problema, essa riguarda tutti gli enti non commerciali, categoria nella quale rientrano certamente gli enti ecclesiastici ma che comprende anche: associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali, sindacati, partiti politici (che sono associazioni), enti religiosi di tutte le confessioni e, in generale, tutto quello che viene definito come il mondo del non profit. Gli alberghi pagano, le case per ferie o le colonie no. A un albergo non basta la cappellina per non pagare, anzi d ovrà pagare l’Ici anche sulla cappellina; e i Comuni hanno gli strumenti per accertare se qualche albergo, chiunque ne sia il proprietario, si "traveste" da casa d’accoglienza. Anche qui, niente trucchi.

I conti in tasca
"Fare i conti in tasca al Vaticano…" scrive Maltese. Ci risiamo. Confondere la Cei (vescovi cittadini italiani a servizio del Paese) con il Vaticano è errore da bocciatura all’esame da giornalista. Eppure ci tocca ancora leggere dell’"otto per mille al Vaticano". Citare "come fonte insospettabile" la Cei va benissimo, i problemi sorgono quando ti ritrovi citato a metà, e la metà omessa è regolarmente quella scomoda all’autore dell’inchiesta. Quanto alla presunta scarsa libertà all’interno della Chiesa, è curioso che Maltese e collaboratori riportino proprio le cifre rese note (non nascoste) dalla Cei, e citino due giornalisti cattolici. La prossima puntata, per dirla davvero tutta? Non "i soldi del vescovo", ma… "i debiti del vescovo". Aiuta, sfama (la pancia, ma soprattutto l’anima), educa, costruisci e ripara… Alla fine è difficile non finire in rosso. Il rosso di chi restituisce tutto quello che riceve dagli italiani, e oltre.








"Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro."
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Ezechiele



30/09/2007 00:19
 
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I presbiteri secolari non fanno voto di povertà. Se hanno soldi per farlo, possono comprarsi casolari, appartamenti, appezzamenti di terra, barche, ecc.
La maggioranza dei preti che io conosco non vengono da famiglie benestanti che danno loro l’opportunità di arricchirsi,e accade invece che i preti si arricchiscono durante la loro carriera ecclesiastica.
Poi parliamo di un stipendio di € 900 anche se ho sentito di stipendi di € 1009 al netto,perché le spese di vitto e alloggio sono a carico della canonica,e non mi sembra poco perché c’è gente che con € 1000 deve pagare affitto e mantenere due figli piccoli.
Nel 1989 dopo il funerale di mia madre venni a conoscenza da mio nonno che la messa costò la somma di lire 100.000 quando noi dovevamo vivere con 600.000 lire della pensione di mio padre che e un invalido ed ho altri due fratelli. Quanti funerali,matrimoni,battesimi,vengono celebrati in un anno?
Non credo dunque che lo stato debba obbligare il cittadino a versare l’8x1000
Tutte le organizzazioni religiose si vantano di fare del bene anche i tdg.
Io posso anche credere che i singoli individui fanno vera carità,ma ogni organizzazione fa i propri
interessi quando ci sino di mezzo i soldi.
Tu esprimi anche questo pensiero:questi, in quanto operatori spirituali, sono anche operatori sociali e, pertanto, forniscono un servizio di pubblica utilità. Certo, poi c'è chi il prete lo sa fare e chi no, ma questo non vale solo per i preti
Allora i meriti di ciò che la chiesa fa va allo stato che li mantiene e non a opera di carità.
Voglio precisare che apprezzo l’operato di molti preti ma non delle organizzazioni religiose.
un saluto. [SM=x570892]
30/09/2007 00:25
 
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Polymetis:
____________Non so in quale università tu abbia studiato storia moderna ma sei fuori del tutto. Il papa ha rifiutato quella disposizione ritenendola ingiuriosa per la sua persona e non ha mai toccato una lira, si tratta della cosiddetta “questione romana”. I rimborsi accettati sono partiti col concordato del 1929 di cui l’otto per mille è erede con la revisione del concordato. Queste sono cose che si dovrebbero sapere dalle scuole superiori. __________________

Si, e queste tue banalizzazioni storiche dimostrano l’ignoranza dei nostri studenti i quali si presentano da matricole nella facoltà di storia contemporanea già con il cappello a punta verticale.

Non ci vuole comunque il dottorato per capire concretamente gli eventi storici, basterebbe avere voglia di studiare o la fortuna di fare presenza quando ad insegnare era un proff. Come Giovanni Spadolini all’Università di Firenze.

Considerando che, per apprendere, non è mai troppo tardi, consiglio le 754 pagine del proff. Spadolini del suo “L’ OPPOSIZIONE CATTOLICA da Porta Pia al 98” editore Vallecchi.

Qui è possibile cogliere anche perché il fascismo accettò il “piagnisteo” vittimistico insito nell’allegato 4 riguardante il finanziamento.
Nel documento è il “Sommo Pontefice” a chiedere che le guarentigie siano elargite “anche” come forma di indennizzo del passato e, il regime fascista ben si guarda da contestarlo in quanto con il Trattato e Concordato il fascismo si annetteva al proprio servizio l’autorità ecclesiastica facilitando così i suoi propositi di totalitarismo interno ed espansionismo esterno, dando inizio alla collaborazione profiqua denominata “clerico-fascismo”.

Il fascismo si era comprato la Chiesa utilizzandola come presidio e puntello del regime.

Con tutto questo, l’ otto per mille, c’entra come i cavoli a merenda.

Saluti
[Modificato da eretikus 30/09/2007 00:26]
30/09/2007 00:35
 
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Una domanda-richiesta al moderatore.

Si potrebbe evitare che i foristi postino articoli interi di quotidiani o riviste?
Inoltre, non sarebbe opportune chiedere che sempre comunque venga postato un commento a quanto si vuole evidenziare?

Saluti
30/09/2007 02:06
 
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Vi saluto in CRISTO SIGNORE

Miei cari “agabo, the red baron, eretikus =l'equilibrio= e quant’altri…“

(mi sembrava che questo FORUM era per questioni di fede-spirituale, e mi accorgo che qualcuno lo vorrebbe trascinare nella politica?
Michele accetta una breve scivolata, ma poi vuole ritornare/restare nella fede-spirituale)

Permettetemi di iniziare col dirvi
c’è un detto popolare delle mie parti e forse non solo..:

“il furto è l’anima del commercio!”

Se ciò è in bocca alla stragrande maggioranza delle persone, ciò non deve significare o lasciare pensare che i commercianti siano tutti ladri…(o mi sbaglio?)

Io mi chiedo come possa essere possibile, che ancora nel 2007 ci siano considerazioni che generalizzano interi ceti sociali (intere categorie), ma è mai possibile che si deve ancora fare di tutt erba un fascio?

Come dire che le infermiere sono tutte…, oppure che i militare sono tutti…., oppure…… - (ogni mio riferimento a categorie è puramente allegorico)
ma smettiamolaaaa
no questo è inaccettabile!


le tasse sono previste dalle leggi e dai tipi di contratto di lavoro

IRPEF legge dello Stato
8*1000 legge dello Stato

E comunque non credo che il cittadino italiano venga defraudato. Anche perché le tasse che vengono decurtate dallo stipendio non considerano l’eventuale importo aggiuntivo per il sostentamento del clero.
Infatti
l’importo l’8*1000 viene ricavato defalcandolo dal totale del monte IRPEF ricavato attraverso le varie percentuali di scaglioni di reddito previsto dalle previste tabelle.

Inoltre ogni cittadino che fa la dichiarazione dei redditi è tenuto attraverso la sua firma a devolvere “tra le varie organizzazioni presenti nello stampato…….compresa la CC”. (tutto ciò avviene nella totale libertà di scelta del cittadino)

E la legge prevede che, laddove il cittadino non ha stabilito a chi devolvere l’8*1000, sarà a cura dello Stato la dovuta ripartizione…, ma questa è la legge dello Stato Italiano, e ogni cittadino deve rispettare lo Stato e
lo Stato lo si rispetta attraverso le leggi (diversamente saremo “fuorilegge”).

Inoltre

Sarebbe stato interessante sentire anche il parallelo sui consumi dei carburanti

Quanto costa realmente la benzina?
Di quante tasse e di quali importi è stata rincarata?

E questi importi (tasse aggiuntive) dove vanno a finire???
(come ben sapete, per i carburanti si moltiplicano le tasse …. Mentre per il sostentamento si defalcano dalle tasse e c’è una bella e sostanziale differenza)
Vi chiedo
Ma vi siete accorti che voi state guardando il peccato dell’uomo e non il magistero della Chiesa?
Voi state giudicando il fratello, lo state mettendo sott’accusa, ma ditemi se per voi questo comportamento è Cristiano?



No miei cari fratelli, non è così che si fa

Michele conosce bene queste problematiche, e non ha bisogno del vostro sottolineare.
Anche perché Michele a differenza vostra che siete e rimanete all’esterno, e dall’esterno guardate e giudicate “l’uomo”, senza poter comprendere la totalità della problematica
(rimarrete sempre e solo parziali)
Michele è all’interno,
e dal didentro vive queste realtà cercando di aiutare i fratelli e di farsi aiutare
(con amore-senza giudizio )



Michele invece
ha bisogno di conoscere i vostri nei (e solo voi me li potete raccontare)

Bisogna che anche voi mi facciate conoscere le vostre problematiche

mi parliate delle difficoltà che affrontate all’interno dei vostri gruppi e delle vostre realtà.

Oppure vi credete fuori discussione?
Dei perfetti?


Posso aspettare


grazie [SM=x570864] [SM=x570892]

Vi saluto in CRISTO RISORTO
[Modificato da cavdna 30/09/2007 02:10]
30/09/2007 08:19
 
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Re:
eretikus, 30/09/2007 0.35:

Una domanda-richiesta al moderatore.

Si potrebbe evitare che i foristi postino articoli interi di quotidiani o riviste?
Inoltre, non sarebbe opportune chiedere che sempre comunque venga postato un commento a quanto si vuole evidenziare?

Saluti



ti riferisci all'articolo di red baron o a quelli che ho postato io?

o quello di red baron va bene e i miei hanno dato fastidio?

ho postato questi articoli perchè convinto che in democrazia bisogna sempre sentire le 2 campane pèer poter giudicare. red baron ne ha fatta sentire una, io ne ho fatta sentire un altra totalmente opposta, tutto per la nostra crescita spirituale.








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30/09/2007 08:20
 
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Re: Re:
predestinato74, 30/09/2007 8.19:



ti riferisci all'articolo di red baron o a quelli che ho postato io?

o quello di red baron va bene e i miei hanno dato fastidio?

ho postato questi articoli perchè convinto che in democrazia bisogna sempre sentire le 2 campane pèer poter giudicare. red baron ne ha fatta sentire una, io ne ho fatta sentire un altra totalmente opposta, tutto per la nostra crescita spirituale.

mi sottometto comunque alle richieste del moderatore [SM=x570900]










"Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro."
"Formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo."

Ezechiele



30/09/2007 10:02
 
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“La polemica verte qui sul mantenimento del clero.”

Come già detto essendo questo clero l’operatore sociale più attivo d’Italia nessun altra Chiesa può vantare una rete come quella cattolica. E’ inutile creare strutture come quelle della Chiesa coi preti che ci lavorano a tempo pieno, dagli oratori alle strutture di recupero per drogati, se poi non si può usarle perché manca personale, personale che deve lavorare altrove perché non ha il sostentamento per potersi dedicare alla carità.

“soprattutto come se fosse un diritto di quest'ultima rispetto ad uno Stato che, per principio e di fatto, dovrebbe essere laico.”

Come già detto l’otto per mille è un rimborso alla Chiesa, e per di puù è solo un modo in cui lo stato aiuta se stesso.

“Non discuto nemmeno più delle questioni storiche, si aprirebbe un capitolo troppo poco dignitoso degli intrallazzi che la chiesa a operato a danno di privati e di regnanti, nel corso della storia”

Fa pure, l’attivo supera ampiamente il passivo, per chi la storia l’ha studiata non sui pamphlets ma nelle sedi preposte alla ricerca e con strumenti scientifici.

Per l’equilibrio

“el 1989 dopo il funerale di mia madre venni a conoscenza da mio nonno che la messa costò la somma di lire 100.000”

Le messe in suffragio dei defunti non hanno alcun costo, semmai è tradizione dare un’offerta per chi vuole. Se quel prete ha presentato una sorta di tariffario è da denunciare al vescovo.
Essendo un funerale suppongo che quei 100.000 lire si riferisca ad altro, tra cui l’allestimento della Chiesa fatto dalle onoranze funebri, fiori e tutto il resto, non so che mi spiego, e che ovviamente non dipendono dal prete.

“Allora i meriti di ciò che la chiesa fa va allo stato che li mantiene e non a opera di carità.”

Ridicol, sia perché lo stato come già detto passa un finanziamento minimo, ripartito nelle strutture della Chiesa in tutta Italia, che a mio avviso sarebbe da aumentare, sia perché qui non si tratta solo di soldi ma anche di persone. La Chiesa coi suoi preti mette in prima persona i suoi operatori al servizio della comunità.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
30/09/2007 10:08
 
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“Non ci vuole comunque il dottorato per capire concretamente gli eventi storici”

L’unico evento è che tu hai additato la legge delle guarentigie come un la regolazione del rimborso dovuto alla Chiesa quando invece quei soldi il papa il papa, disgustato, non li ha mai toccati.


Qui è possibile cogliere anche perché il fascismo accettò il “piagnisteo” vittimistico insito nell’allegato 4 riguardante il finanziamento.
Nel documento è il “Sommo Pontefice” a chiedere che le guarentigie siano elargite “anche” come forma di indennizzo del passato e, il regime fascista ben si guarda da contestarlo in quanto con il Trattato e Concordato il fascismo si annetteva al proprio servizio l’autorità ecclesiastica facilitando così i suoi propositi di totalitarismo interno ed espansionismo esterno, dando inizio alla collaborazione profiqua denominata “clerico-fascismo”.”

Questa, come qualsiasi altra cosa, è un’interpretazione, di cui neppure ci dai argomentazioni. Io mi sono limitato a dire solo due cose:
1)Il papa non ha affatto accettato la legge delle guarentigie.
2)Il concordato stesso specifica la natura del rimborso, che tu hai tentato di spaccare per un mera preoccupazione all’indipendenza economica della Santa Sede, quando invece tutti sanno che il Concordato è la soluzione della questione romana, cioè della situazione creata dai governi liberali del Regno d’Italia verso la Chiesa.

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
30/09/2007 14:22
 
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voglio buttare l'ultimo pezzo di legno nel fuoco e poi basta perchè
ognuno ha le sue idee ed e giusto cosi, e a me non piace fare polemiche.

anche la chiesa e tutte le altre confesioni religiose dovrebbero pagare l'ici come tutti!!!!!!!!!

lo stato e laico e non deve mostrare favoritismi!!!!!

anche i tdg fanno il discorso che aiutano i drogati,alcolizati,ecc,e quindi fanno del bene sociale.
ma io non credo più nelle organizzazione religiose ma nei singoli individui che vi operano all'interno.
[SM=x570892]
30/09/2007 15:07
 
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mio caro fratello "=l'equilibrio=" che scrivi :

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anche i tdg fanno il discorso che aiutano i drogati,alcolizati,ecc,e quindi fanno del bene sociale.
ma io non credo più nelle organizzazione religiose ma nei singoli individui che vi operano all'interno.
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R I S P O S T A

mio caro fratello

credovo che avresti speso qualche considerazione nel contenuto da me rilanciato
e comunque
è un vero peccato che tu e tanti altri qui presenti

siate convinti di questa piccolezza : "ma io non credo più nelle organizzazione religiose ma nei singoli individui"
il Cristiano non è colui che vive nell'isolamento del suo operato ma bensì colui che vive nella condivisione e nella fratellanza.
Nessun faro isolato mio caro fratello.

vedi di comprenderlo anche dalla moltiplicazione dei "pani e pesci"
si divisere a gruppi di (....), per poter consumare la moltiplicazione del Miracolo del SIGNORE.
non hanno consumato singolarmente ciò che CRISTO ha loro donato (questo è il primo esempio e il primo incontro di EUCARESTIA e di Comunità).

ovviamente se tu mi fai comprendere che volevi solo cercare di inculcare ad altri i tuoi pensieri : (voglio buttare l'ultimo pezzo di legno nel fuoco e poi basta perchè
ognuno ha le sue idee ed e giusto cosi, e a me non piace fare polemiche.)
,
io Michele ti dico che qui nessuno è tenuto ad aprire il cervello altrui per insemiare il suo sapere, qui siamo per un arricchimento reciproco, partendo dalle proprie esperienza.
comunque sei libero di decire qualsiasi cosa, fai pure, purché in libertà.

grazie [SM=x570864] [SM=x570892]

vi saluto in CRISTO RISORTO
30/09/2007 17:35
 
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Carrissimo cavdna,se tu credi che io voglio inculcare le mie idee agli altri sei propio fuori strada alla grande.

gli argomenti citati cioe 8x1000 o l'ici si mischiano con la politica
quindi complessi e per me quasi inutili da parlarne in questo sito.
ciao [SM=x570892]
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