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Fa condannare i medici che l’hanno salvata

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2007 01:37
27/01/2007 07:27
 
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Fa condannare i medici che l’hanno salvata

di Enza Cusmai - sabato 27 gennaio 2007, 07:00

I testimoni di Geova esultano, i medici italiani rabbrividiscono. Fare il proprio dovere e alla fine essere costretti a risarcire ben 65mila euro per non aver fatto morire una paziente dev’essere una bella frustrazione. Ma di fronte alle transazioni non si discute, si può solo ingoiare il rospo e pagare.

E ora la storia. Che risale a dieci anni fa. È stato infatti nel ’96 che una signora trentina, di 64 anni, testimone di Geova, è rimasta vittima di un incidente stradale e quindi ricoverata al Centro traumatologico Villa Igea di Trento. Giunta in ospedale, la donna aveva firmato una dichiarazione di volontà nella quale specificava, in aderenza al suo credo religioso, di non accettare in nessun caso trasfusioni di sangue, neppure se in pericolo di vita. Ma dopo l’operazione la situazione della donna era peggiorata a causa delle perdite ematiche e i medici le avevano proposto di sottoporsi a delle trasfusioni di sangue. I tentativi erano miseramente falliti perché lei si strappava l’ago dal braccio per evitare un eventuale contatto con il sangue. E i medici l’avevano assecondata. Ma dimessa dall’ospedale, la testimone di Geova aveva fatto causa a medici e ospedale. La richiesta danni era di 250mila euro. Una querelle giudiziaria finita in un patteggiamento tra assicurazioni che hanno riconosciuto alla pensionata ben 65mila euro per danno biologico-esistenziale.

Ma la signora di Campodenno, in Val di Non, tiene a precisare che la denuncia di medici e ospedale non è stata fatta per rimpinguare la sua pensione. Al quotidiano locale, l’Adige, ieri ha dichiarato: «Non l’abbiamo fatto per i soldi, ma per sostenere il diritto del paziente di autodeterminarsi riguardo alle scelte sanitarie». Poi ha aggiunto: «La violazione delle libertà personali è una cosa seria per noi Testimoni di Geova. Sono viva, sono stata curata con l’eritropoietina, sto bene: questo è l’esempio migliore per chi è contrario alle metodiche alternative alle trasfusioni di sangue». I ricordi della donna vanno a quei giorni lontani del ricovero in ospedale. «Un incubo: nella notte mi svegliavo e vedevo le sacche di sangue pronte, sopra il letto», racconta. Disperata, era arrivata a strapparsi dal braccio l’ago della flebo pur di evitare ogni pericolo di trasfusione. Ai ricordi della donna, si sovrappongono quelli del genero, marito della figlia. «Mia suocera aveva specificato subito, al momento del ricovero, che era contraria alle trasfusioni di sangue per rispetto al suo credo religioso - spiega l’uomo -. La sua guarigione è la dimostrazione che ci sono metodiche alternative che funzionano: durante il ricovero, le si erano alzati i valori ed i medici gridarono al miracolo». Dopo le spiegazioni, l’appello: «Noi chiediamo un disegno di legge per la libertà di cura. Allo stato attuale il medico non è tutelato: rischia la denuncia per omicidio colposo se non salva il paziente, ma rischia pure la denuncia del paziente per la violazione dei diritti se non presta ascolto alle richieste dello stesso»

Fonte: www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=152358

Altri articoli qui:
www.adnkronos.com/3Level.php?cat=TrentinoAltoAdige&loid=1.0.6...

qn.quotidiano.net/chan/cronaca:5458685:/2007/01/27:

www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inbreve/visualizza_new.html_2081513...



27/01/2007 09:12
 
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Ma se i tdg, dicono di non "appartenere" al mondo, perchè devono "usufruirne" i vantaggi del suddetto mondo? [SM=x570868]



27/01/2007 11:33
 
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Re:

Il Giornale .it www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=152356

«A volte la trasfusione è l’unica possibilità»
di Redazione - sabato 27 gennaio 2007, 07:00
«In condizioni di urgenza non ci sono delle alternative alla trasfusione di sangue o si effettua o il paziente muore. Se però lo stato non è critico, allora ci sono altre strade: ci sono sistemi per aumentare i globuli rossi. Ma a volte non c’è proprio tempo di agire così». Il professor Alessandro Aiuti, ematologo al San Raffaele di Milano, non si sbilancia sul piano etico. Lui è un medico e di fronte a un paziente che rischia di morire sostiene che la trasfusione «è un atto medico e come tale deve avere sempre il consenso del paziente. Se si rifiuta, l’unica strada è quella legale. Bisogna ricorrere alle autorità sanitarie competenti per richiedere il trattamento forzato, se necessario». E come si pone un medico di fronte a un paziente, come il caso di un testimone di Geova che accetta di morire? «È una scelta di vita, non ha nulla a che fare con la medicina, semmai il discorso scivola sul piano politico, etico e di scelte legislative».
(grassetto mio)
-----------------------

Se la medicina non nulla che fare con la vita perchè ricorrere al medico.
Il discorso fa scivolare la figura professionale del medico come una persona insignificante. Che la donna sia viva é bontà della WTS?
Sarebbe da fare come fanno loro; ti vedono accidentato e passano innanzi (non tutti).

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
27/01/2007 11:38
 
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grazie achille
volevo metterlo io questo trafiletto e contento che mi hai preceduto non posso far altro che dire: bello schifo.
sarà una vecchietta di 75 anni a oggi e mi immagino quale tipo di coercizione e "pressione" abbia subito. non è che l'hanno costretta con la camicia di forza poverina?
certo mi chiedo: ma quanto dovrebbe sborsare la wts per i danni subiti da chi ha rifiutato i trapianti negli anni di luce progressiva 68'-80'?
e quelli che non si sono fatti vaccinare grazie a woodworth e soci?
e quelli che hanno ricevuto ostracismo dai "fratelli" e quindi danni psicologici?
e quelli che prima della luce degli anni 90 non si facevano trasfondere emoglobina ora permessa?
altro che 65000 euro!!!
[SM=x570915]

[Modificato da porporato 27/01/2007 11.40]

********************************
"O Gesù nazareno, Gesù mio consolatore, Gesù liberatore della mia anima. Gesù mio protettore. Gesù, nome soavissimo sulla mia bocca e su quella di tutti coloro che lo amano."- storia di giuseppe il falegname-
27/01/2007 12:46
 
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Punto N° 1 la signora in questione è sopravvissuta senza alcuna trasfusione, ma i medici contro la sua volontà avevano più volte tentato di fare a questa signora delle trasfusioni, ma questa si strappava l'ago dalle braccia. E' stata in questo caso fatta una vera e propria violenza alla persona, e perciò ritengo giusto il risarcimento danni.
Punto N° 2 Bisogna essere realisti e considerare i pro e i contro di una trasfusione.
Una trasfusione ha sicuramente un'alta percentuale di rischio.
Punto N° 3 spesso gli ospedali abusano delle trasfusioni per un tornaconto economico.
Naturalmente la mia visione non è così drastica come quella dei TDG: per salvare una vita bisogna fare tutto il possibile e in certi casi l'unica alternativa potrebbe essere solo una trasfusione. Ma prima cerchiamo anche di rispettare i voleri della persona!
Flavio
[SM=x570892]
27/01/2007 12:58
 
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Avevamo parlato di questa vicenda anche nell'ottobre del 2005:

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=2350

Achille
27/01/2007 15:55
 
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A me , oltre alle questioni dottrinali dei TdG, sembra che ci sia una inadempenza politica in questa materia.

Alla luce dell'ordinanza emessa dal giudice del tribunale di Roma Angela Salvio sul caso Welby, leggendo questa notizia, a me sembra che si faccia un "distinguo" di dubbia fondatezza tra natura omissiva del contegno del medico (che non esegue una trasfusione salvavita consapevolmente rifiutatata) e natura commissiva dell'atto del distacco del respiratore( richiesto in piena coscienza dal paziente)

L'ordinamento giuridico italiano che agli artt. 5 del Codice civile " Atti di disposizione del proprio corpo", 579 , 580 del Codice penale sancisce l'assoluta indisponibilità del bene "vita" può risultare in contrasto con il dettato costituzionale in tema di volontarietà del trattamento medico-chirurgico sancito dall' art. 32 della Costituzione che afferma che "nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge"

Anche l'art. 35 del nuovo Codice di Deontologia medica (approvato il 16 dicembre 2006) afferma al penultimo comma:
"in ogni caso, in presenza di documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo consentito nessun trattamento medico contro la volontà della persona"

Quindi i due valori della indisponibilità del bene della vita da un lato e della volontà di autodeterminazione del paziente dall'altro, entrambi primariamente garantiti dal nostro ordinamento, entrano tra loro in conflitto in questi casi per cui si rende intevitabile una revisione del quadro normativo in materia


Siria [SM=x570892]

[Modificato da @irias@ 27/01/2007 15.59]

27/01/2007 19:26
 
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27/01/2007 19:45
 
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Achille Lorenzi ha scritto:

Articoli pubblicati oggi dal quotidiano trentino L’Adige

Ops, mi sono accorto che possono essere letti solo dagli utenti regsitrati.
Beh, visto che la registrazione è gratuita, basta effettuarla, loggarsi e poi potrete leggere tali articoli.
Cliccare qui per la registrazione:
www.ladige.it/registrazione/registrazione.php

Achille
27/01/2007 23:48
 
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Ma se i tdg, dicono di non "appartenere" al mondo, perchè devono "usufruirne" i vantaggi del suddetto mondo?



E' quello che mi sono chiesto sempre anche io.

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

28/01/2007 10:17
 
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L'"Adige" ha pubblicato oggi la mia lettera.





La mia lettera originale era stata scritta così:

Egregio Direttore,

A proposito del rifiuto delle trasfusioni da parte dei testimoni di Geova (TdG) di cui si è parlato oggi nel Suo Quotidiano, mi preme sottolineare come tale loro posizione, che coinvolge non solo gli adulti ma anche i loro figli minorenni, derivi da un’interpretazione letterale e fondamentalista di alcuni passi biblici con i quali in origine si cercava di inculcare il principio della sacralità della vita. Il sangue, infatti, era ritenuto la sede della vita, dell’”anima”. Nutrirsi di sangue equivaleva quindi ad appropriarsi indebitamente di qualcosa (la vita) che appartiene solo a Dio. Nel loro estremistico letteralismo i TdG stravolgono del tutto il senso insito nella proibizione biblica, giungendo al punto di mostrare più rispetto per un simbolo (il sangue) che per la realtà da esso rappresentata (la vita).

Basandosi sugli stessi “criteri esegetici” i TdG per diversi anni proibirono le vaccinazioni ed i trapianti, fino a che il loro Corpo Direttivo (CD) non cambiò idea, concedendo agli adepti di avvalersi di tali terapie. Anche in merito al veto assoluto delle trasfusioni di sangue – al quale tutti i TdG devono sottostare, pena l’esclusione dal gruppo, con conseguente ostracismo da parte di tutta la comunità, parenti e familiari compresi – sono stati apportati nel corso degli anni vari cambiamenti: attualmente i TdG possono avvalersi di alcuni emoderivati, concessione alquanto contraddittoria, in quanto, secondo il CD “il sangue, una volta uscito dal corpo deve essere versato a terra come l’acqua”, e che a nessun TdG è consentito donare il sangue. Tuttavia è loro consentito utilizzare delle frazioni di sangue ricavate da sangue che è stato donato, conservato e lavorato (da altri).

Non mi meraviglierei affatto se, come è avvenuto in numerose altre occasioni, anche in merito a questa proibizione il CD apportasse delle modifiche, concedendo agli adepti l’utilizzo del sangue in casi di emergenza. Nell’attesa di questi augurabili cambiamenti nell’interpretazione biblica, vi saranno persone che continueranno a rischiare la vita e anche a morire, come avveniva un tempo, quando vaccinazioni e trapianti erano ritenuti dal CD pratiche “contrarie alla legge di Dio”.

Per quanto riguarda infine il ricorso alle metodiche alternative, è bene sottolineare come in molti casi tali alternative non esistano: «In caso di necessità, cioè quando la persona si trova in pericolo di vita o in stato di totale incoscienza, il ricorso alla trasfusione diventa però inevitabile, non ci sono alternative di sorta» (Ruggero Rocchi, direttore sanitario pro-tempore dell’Azienda ospedaliera di Melegnano).

Per chi volesse saperne di più, suggerisco la consultazione di questa pagina web: www.infotdgeova.it/trasfusioni1.htm

Augurandomi che questa mia lettera possa trovare spazio nel Suo Quotidiano, come modesto contributo all'informazione, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti

Achille Lorenzi
--------------------------
Hanno tagliato qualcosa - come il riferimento al fatto che chi accetta una trasfusione veine a trovarsi estromesso dal gruppo - ma comunque è apprrezzabile che abbiano concesso spazio a tale mio intervento e che abbiano anche riportato la segnalazione della pagina del sito su TdG e sangue.

Saluti
Achille
28/01/2007 11:23
 
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Ecco l'articolo apparso sul sito internet de "La Stampa".
Notizia del 26-01-2007

TESTIMONI DI GEOVA
Non voleva trasfusione
Risarcita, 65mila euro
La donna, allora 64enne, era stata ricoverata in ospedale a Trento dopo un incidente stradale. Una volta dimessa ha denunciato i medici che avevano tentato di farle delle trasfusioni, contrarie al suo credo religioso


Trento, 26 gennaio 2007 - "Un risarcimento da 65 mila euro per aver subito pressioni fisiche e psicologiche da parte di alcuni medici dell'ospedale Villa Igea di Trento. E' la somma incassata da una testimone di Geova residente a Campodenno, in Trentino.

Il fatto è avvenuto nel 1996 quando la donna, allora 64enne, era rimasta vittima di un incidente stradale ed era stata ricoverata al Centro traumatologico Villa Igea di Trento. Giunta in ospedale, la donna aveva firmato una dichiarazione di volontà nella quale specificava, in aderenza al suo credo religioso, di non accettare in nessun caso trasfusioni di sangue.

Poichè dopo l'operazione chirurgica la situazione della donna era peggiorata a causa delle perdite ematiche, i medici avevano tentato ripetutamente di effettuare trasfusioni di sangue alla donna, ma i tentativi erano falliti perchè lei si strappava l'ago dal braccio. La paziente era stata anche sottoposta ad una visita psichiatrica.

Dimessa dall'ospedale, la testimone di Geova aveva intrapreso un'azione civile contro i sanitari responsabili dei fatti e contro l'Azienda per i servizi sanitari della Provincia di Trento. La richiesta danni era di 250 mila euro. Alla fine le assicurazioni delle parti chiamate in causa sono arrivate a un accordo con la donna e le hanno riconosciuto la somma di 65 mila euro, che lei ha accettato come risarcimento del danno biologico-esistenziale. "


Chissà se ore i 65.000 euro serviranno per costruire qualche sala del regno... [SM=g27825]

[Modificato da kighas 28/01/2007 11.25]



La saggezza sta solo nella verità. (Goethe)

28/01/2007 11:24
 
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Ne abbiamo già parlato qui:

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=6337

Sposto il tuo intervento in quella discussione.
Ciao
Achille
28/01/2007 11:27
 
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Achille Lorenzi ha scritto:

Sposto il tuo intervento in quella discussione.

Ho aggiunto il messaggio di kighas
alla discussione che era già stata iniziata sullo stesso argomento.
Achille
28/01/2007 12:46
 
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Come ho letto sopra nutrirsi di sangue vuol dire appropriarsi di qualcosa che appartiene solo a Dio. Allora alla signora che ha ottenuto il rimborsi di 65mila euro, e che si trovava in gravi condizioni, è stato dato qualcosa (sangue=vita) secondo una decisione umana e non divina, e quindi ripeto contro la volonta di Dio. I medici hanno agito secondo la loro volontà e non secondo la volontà divina e per questo sono stati costretti a pagare 65mila euro. Il mio ragionamento è questo (premetto che è un ragionamento umano, viziato da sentimenti e per questo non pretende di essere un ragionamento esatto o giusto):

le sentenze che potevano essere emesse sono 2

1) I medici non rimborsano, perchè hanno agito secondo la loro coscienza (e non quella di altri) salvando una vita umana.

2) I medici sono costretti a rimborsare. In questo caso se i medici rimborsano si deve fare in modo di annullare anche il loro operato, fare in modo cioè che la vita della signora, che Dio si stava prendendo e che alcuni uomini mettendosi al posto di Dio le hanno ridato, sia rimessa nelle mani di Dio. Con un analogia direi che i medici sarebbero obbligati a "restituire il maltolto".

E' inutile dire che la seconda è solo una conseguenza logica (la mia logica, e non quella universale) dell'annullamento della prima, ma io sono a favore solo della prima.

Che ne pensate? Un abbraccio. Sergio.
28/01/2007 15:12
 
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Ho sbagliato
Ahhhhh!!! Scusate ma il mio intervento è sbagliato!!! Avevo capito che la signora ha ricevuto una trasfusione che l'ha salvata, invece non è così. Pardon. [SM=x570908] Ciao.
28/01/2007 18:59
 
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Speriamo, come si usa in questi casi, che la vecchietta a suo dire non bisognosa, devolga , eventuamente, il denaro a qualche associazione di beneficenza.
Dubito, sara sta già amorevolmente corteggiata da anziani premurosi.
28/01/2007 21:19
 
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Re:


Scritto da: carlomagno1955 28/01/2007 18.59
Speriamo, come si usa in questi casi, che la vecchietta a suo dire non bisognosa, devolga , eventuamente, il denaro a qualche associazione di beneficenza.
Dubito, sara sta già amorevolmente corteggiata da anziani premurosi.




Come fa a "donare" a gente del mondo, quando è Suo preciso "dovere" donare alla sala del regno?

[SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867]


29/01/2007 01:37
 
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I MEDICI HANNO SBAGLIATO. SENZA DUBBIO. PER LA LEGGE, PER LA DEONTOLOGIA, PER LA GIUSTIZIA.
Nei miei 21 anni di attiva militanza tra i TdG la questione sangue mi ha coinvolto da vicinissimo, in molti sensi.

1)Nel lontano 1971 ero un convinto TdG 19enne, ma allora minorenne. Stavo morendo al vecchio Ospedale Santa Maria della Scala di Siena, per una emorragia allo stomaco: 1.150.000 globuli rossi ed appena 4 di emoglobina. Tanto poco era il sangue che mi tenevano a testa in giù per fare affluire quel poco al cervello, ero bianco come le lenzuola.Ero fermissimo nel rifiuto delle emotrasfusioni. Ricordo ancora un medico che si avvicinò al mio capezzale, con la Bibbia alla mano, per capire le mie ragioni e convincermi con molto tatto che era tutta una cattiva interpretazione delle Scritture(dottor Collini, poi prematuramente scomparso). Mi salvai per miracolo, perchè l'emorragia si fermò. Essendo sempre stato lucido, nessuno si azzardò a emotrasfondermi per forza. E fece bene. Lo apprezzai. SE MI AVESSERO FORZATO AVREBBERO FATTO MALE. SAREBBE STATA UNA VERA VIOLENZA. Eppure sapevo, e mi ricordo ancora le sensazioni che provavo, ero consapevole di "scegliere" tra due rischi di morte: fisica se non prendevo sangue, spirituale con annesso isolamento se lo accettavo.

2)Tanto mi aveva investito la problematica che organizzai come TdG a Siena il 21 aprile 1979 il primo Convegno Nazionale sui risvolti legali del rifiuto delle emotrasfusioni da parte dei pazienti MAGGIORENNI (volli infatti limitare il tema, non condividendo il lasciar morire un minorenne). A questo convegno da ma ideato, voluto ed organizzato, sono dedicate due pagine dell'Annuario dedicato all'Italia (edizione 1983, pagg. 239,242), ovviamente senza menzionarmi minimamente. IL MIO PENSIERO DA ALLORA NON E' E NON PUO' ESSERE CAMBIATO. LE VOLONTA' DI UN ADULTO CONSAPEVOLE, FERMO E CONSEZIENTE VANNO RISPETTATE. BEN DIVERSO IMPORRE LA MORTE AD UN BAMBINO.

3)Per tanti anni lavorai molto su questo fronte, organizzando pure il Convegno del CNR a Roma, fatto in concomitanza del "Caso Oneda", la bimba di Cagliari lasciata morire per mancata emotrasfusione, ai cui processi a Cagliari partecipai per intero, procurando l'assistenza nedico-legale del Prof. Barni e dei suoi colaboratori. Molte cose nascoste e risvolti cinici che ebbi modo di notare e conoscere durante queste vicende contribuirono molto ad aprirmi gli occhi sulle menzogne e sulla crudeltà dell'Organizzazione e mettermi ulteriormente in crisi (già ero stato rimosso dall'incarico di anziano).

4) Dulcis in fundo,tra le 4 "piccole" ribellioni "locali" e pratiche (non dottrinali) per cui fui espulso a fine 1986 come "apostata e ribelle" una fu quella di aver offerto al locale Ospedale la macchina per autotrasfusioni "Autotrans" della Dideco per mantenere una promessa data, contro il parere negativo degli anziani locali.

LA QUESTIONE SANGUE MI TOCCA QUINDI DA VICINO. MA L'OBIETTIVITA' CI IMPONE DI DIRE CHE QUEI MEDICI AVEVANO TUTTI I TORTI. O AGIVANO COL PERMESSO DEL GIUDICE O rispettavano pienamente il paziente. E' crudele far diversamente, come far mangiare ad un musulmano carne di maiale per forza per non farlo morire di fame. Ha diritto di morire di fame, se lo vuole.

Ed è bene che ci ricordiamo che solo con argomenti e documentazione si può convincere un tdG di tutte le contraddizioni sull'evoluzione storica delle assurde proibizioni della Torre di Guardia in campo sanitario, NON CERTO CON LE TRASFUSIONI COATTE.
Vanno rispettate le decisioni e le sincere convinzioni degli altri purchè non danneggino terzi.
Inoltre ricordiamo che le trasfusioni vanno prese solo in caso di assoluta necessità e se non esistono alternative, perchè sono rischiose e dannose. Questo è un fatto certo statisticamente e scientificamente. Quando ci sono alternative, queste sono più sicure.

PIUTTOSTO RESTA ancor più ASSURDISSIMA ED OMICIDA LA PROIBIZIONE BROOKLYNIANA DI PREDEPOSITARE IL PROPRIO SANGUE PER REINSERIRSELO NEL CORSO DI UN'OPERAZIONE PROGRAMMATA.
Proprio stasera parlavo con Graziella Bracci, una senese che 6 anni fa fu espulsa per essersi fatta reinfondere il proprio sangue predepositato. Certo che con questa tecnica il rischio è ovviamente zero, perchè ti rimetti il tuo stesso sangue.

MA SAPPIAMO BENE QUANTO DA DECENNI LA TORRE DI GUARDIA GIOCHI CINICAMENTE CON LA VITA DI MIGLIAIA DEI SUOI ADEPTI, METTENDO E POI RITIRANDO PROIBIZIONI ASSURDE E MUTEVOLI CHE SONO COSTATE FINORA LA VITA A MIGLIAIA DI TESTIMONI.

Adriano Fontani
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