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Che cos’è la battaglia di Armaghedòn?

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2007 23:50
26/10/2006 05:43
 
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Che cos’è la battaglia di Armaghedòn?*

Prima di tutto, occorre spiegare perché la Bibbia annuncia questa battaglia. Dunque, tutti sanno che, durante la sua lunga storia, Israele dovette subire molte ingiustizie e persecuzioni. Di fronte a tanto dolore, i profeti annunciarono che quella sofferenza non si sarebbe prolungata indefinitamente e che, ad un certo punto, Dio sarebbe intervenuto nella storia onde castigare i peccatori. Ora, siccome il popolo di Israele era un popolo guerriero, i profeti dipinsero tale intervento divino come un evento di carattere militare: il Signore in persona sarebbe apparso sulla terra al comando di un esercito celeste per sconfiggere tutti i malvagi una volta per tutte. Il primo ad annunciare una tale venuta fu il profeta Amos (5,18-20). Lo seguirono altri profeti, come Ezechiele (38-39), Sofonia (1,14-18), Gioele (4,1-3.11-16) e Zaccaria (12;14).
Giunta l’era cristiana, un autore sacro che la tradizione identifica con l’apostolo Giovanni, compose il libro dell’Apocalisse (o Rivelazione), nel quale annunciò una grande battaglia: la battaglia di Armaghedòn**, appunto. Per comprendere l’Apocalisse non dobbiamo mai dimenticare che, nel corso delle sue visioni, l’autore racconta sempre i fatti in modo graduale e progressivo. Gli eventi descritti da Giovanni sono sempre gli stessi, ma trattandosi di avvenimenti difficili da esprimere con parole, per completare il messaggio, egli si avvale di numerose immagini, allegorie e simboli.
Nell’Apocalisse si parla tre volte della battaglia di Armaghedòn. E’ necessario quindi, per comprendere il senso di questo evento, analizzare i passi in cui questo viene menzionato e compararli tra di loro (cosa che si sono guardati bene dal fare i TdG).

Il primo passaggio sulla battaglia di Armaghedòn recita:

“Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: sono infatti spiriti di demòni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio onnipotente.
Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne. E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armaghedòn.”

(Ap 16,13-16)

Con questa prima allusione , l’Apocalisse indica la riunione di un potente esercito mondiale; non indica ancora chi lo conduca, né contro chi combatterà, né quando lo scontro avverrà: dice soltanto che il luogo della battaglia sarà Armaghedòn.
Ora, dove si trova Armaghedòn? Questo nome non viene menzionato in nessun altro luogo della Bibbia, al di fuori dell’Apocalisse, né lo troviamo citato in qualche documento extrabiblico. Si tratta di un nome composto di due parole: “Ar” (che in ebraico significa “monte”) e “maghedòn” (nome della famosa città di Meghiddo). Il luogo della battaglia è quindi la zona in cui si trova la città di Meghiddo.

Perché proprio questa città? Che cosa simboleggiava all’epoca questa città?
Bisogna sapere che, nella storia dell’antico Israele, la città di Meghiddo fu sempre un punto di fondamentale importanza strategica per il Paese. Questa, infatti, si trovava all’uscita di uno stretto corridoio tra i monti della Samaria e quelli del Carmelo, controllando di fatto un importante passaggio che metteva in comunicazione il Sud (l’Egitto) ed il Nord (Damasco e la Mesopotamia). Quindi, se già Israele era situato in un punto chiave nello scacchiere del Vicino Oriente antico, Meghiddo era il punto strategicamente più importante dello stesso. E’ quindi facile capire come nel corso dei secoli numerosi eserciti abbiano lottato per impadronirsene. Nei tempi biblici, in questo luogo furono combattute ben dodici importanti battaglie.
Nella tradizione ebraica, Meghiddo e i suoi immediati dintorni divennero così, a poco a poco, il simbolo degli scontri militari decisivi. Ecco perché, allora, nell’Apocalisse la grande battaglia viene collocata sul monte di Meghiddo: l’autore ispirato voleva sottolineare proprio come l’evento di cui sta parlando avrebbe cambiato per sempre il corso della storia.

La seconda volta in cui nell’Apocalisse viene menzionata la battaglia di Armaghedòn si legge:

“Essi*** combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli.”

(Ap 17,14)

Ecco che in questo contesto Giovanni chiarisce che Dio interverrà nella battaglia di Armaghedòn nella persona del Figlio, raffigurato come un agnello. Egli solo sarà colui che compirà l’attesa profezia.
Un altro elemento essenziale aggiunto qui dall’autore consiste nel fatto che l’Agnello, diversamente da quanto si pensava, non avrebbe lottato facendo ricorso all’aiuto di eserciti divini, né di legioni di angeli, ma sarebbe stato aiutato dai “suoi”. Secondo Ap 14,1**** i “suoi” sono tutti i cristiani che perseverano nella fede e si mantengono fedeli alla Parola. Pertanto, l’autore sacro insegna che il successo che l’Agnello otterrà sulle potenze del male sarà possibile anche grazie alla collaborazione dei cristiani che combatteranno con lui.

Il terzo riferimento alla battaglia di Armaghedòn è questo:

“Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace": egli giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui.
È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio.
Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro.
Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa del Dio onnipotente.
Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.
Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo:
"Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi".
Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito.
Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.
Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere”

(Ap 19,11-21)


In questa visione Giovanni vede aprirsi il cielo, dopo averlo già visto aperto in precedenza per tre volte (4,1; 11,19; 15,5). Adesso, però, è il cielo intero che si apre senza richiudersi; ciò significa che i fatti che si stanno manifestando nella visione appartengono ad una rivelazione totale e definitiva, che non potrà più essere modificata.
L’autore vede un cavaliere che scende dal Cielo con un cavallo, pronto alla guerra. Costui viene a giudicare e il suo nome è “Parola di Dio”, porta molte corone, monta un cavallo bianco che simboleggia la salvezza, ha il titolo di “Fedele” e “Veritiero”. Non c’è quindi dubbio che si tratti di Cristo. Il cavaliere appare avvolto in un drappo intriso di sangue (non macchiato di sangue), il che significa che si tratta di sangue fresco, versato di recente. Ma se la battaglia non è ancora iniziata, di chi è questo sangue? E’ ovvio che il sangue no può che essere quello del cavaliere stesso. Il cavaliere, quindi, rappresenta Cristo che è stato da poco glorificato, perché ha versato il suo sangue in riscatto per molti.

Stranamente non viene però descritta alcuna battaglia, non avviene alcuno scontro tra Cristo glorificato e le potenze del Male. Leggiamo solo che il cavaliere infligge un severo castigo a ciascuno dei capi principali della coalizione nemica: la Bestia e il Falso Profeta.***** Il racconto parla poi la distruzione dei nemici dell’Agnello, la quale non viene messa in opera per mezzo di una battaglia, ma per mezzo della spada che esce dalla bocca del cavaliere (la quale simboleggia, evidentemente, la Parola di Dio).
Ecco allora che il messaggio che Giovanni voleva fornire è svelato: la battaglia della fine dei tempi, annunciata dai profeti, con cui Dio doveva venire a mettere ordine ed a sconfiggere il male, ebbe inizio ed avvenne storicamente col sacrificio e la resurrezione di Cristo. Quel giorno glorioso, Dio intervenne finalmente per mutare il destino che pesava sull’umanità afflitta dal peso del peccato e della morte. La morte del Figlio di Dio fu la vera morte dei nemici. Mediante la sua resurrezione, egli li sconfisse, li sprofondò nell’abisso ed assunse definitivamente il governo del mondo. Il messaggio suggerisce che non si deve attendere un’irruzione violenta di Dio nella storia, poiché quello stesso giorno, per tutti coloro che si affidano a Cristo, le forze del male furono sconfitte senza scampo e senza appello. Con la morte e la resurrezione di Cristo (simboleggiata qui dalla battaglia di Armaghedòn), l’umanità è gia entrata nella vita escatologica. La Seconda Venuta di Cristo, quindi, sia che questa debba essere intesa come un evento storico sia che la si debba considerare (come oggi ritengono alcuni teologi) un evento meta-storico, non avrà un carattere violento, ma sarà un ritorno di Cristo nella gloria come giudice e non come guerriero******.

A questo punto rimane un ultimo interrogativo a cui rispondere: perché quando l’Apocalisse racconta il trionfo finale di Cristo, il Signore appare mentre prevale su due figure concrete come l’Impero Romano e la religione pagana? Semplice: perché a quel tempo l’Impero con la sua religione erano ciò che più si opponeva ai cristiani.
All’epoca in cui l’Apocalisse fu scritta, infatti, i cristiani stavano patendo le prime dure persecuzioni da parte delle autorità romane. Giovanni voleva allora confortare i suoi fratelli facendo notare come la fede in Cristo fosse l’unica via di salvezza, come solo affidandosi a Cristo fosse possibile collaborare alla vittoria (già avvenuta) contro il Male, diffondendo la Parola di Dio.
E’ ovvio che il messaggio dell’Apocalisse, ancora oggi, sia lungi dall’aver perso di attualità. Cristo ha già vinto, ma noi cristiani siamo chiamati a fornire il nostro contributo nella Sua e nostra battaglia. La Parola di Dio deve essere la nostra arma, essa è come una spada affilata ai cui colpi nessun nemico potrà resistere.


__________________________________________________________

* Per rispondere a questa domanda mi sono ampiamente avvalso di quanto scritto sull’argomento dal noto biblista argentino Ariel Alvarez Valdes nel Sesto volumetto della sua opera “Cosa sappiamo della Bibbia?”, pp. 113-122.
** Così il termine viene traslitterato dalla CEI, i TdG lo rendono con “Armàghedon”.
***Si tratta dei re della terra che si riuniscono ad Armaghedòn per la lotta.
****“Poi guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e insieme centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo.” Il portare il nome di qualcuno è evidentemente il simbolo dell’appartenenza a questo qualcuno.
***** La Bestia è il simbolo dell’Impero Romano, il Falso Profeta, invece, rappresenta la religione pagana e, in particolare, il culto dell’Imperatore. In un mio intervento futuro si dirà che cosa induce gli studiosi a proporre tali identificazioni.
****** Anche del Cristo cavaliere dell’Apocalisse si dice che viene per giudicare, questo perché il giudizio finale avverrà alla luce di Armaghedòn quale evento dai connotati meta-storici, alla luce del "ruolo" che ogni uomo avrà avuto nella battaglia contro il Male.

[Modificato da Trianello 26/10/2006 18.33]


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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

26/10/2006 14:32
 
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Direi che è interessante e molto istruttivo!

Grazie Adriano!

Saluti

Valantine

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Errare umanum est, perseverare autem diabolicum!
La fede non si compra e non si vende!
26/10/2006 15:07
 
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GRAZIE ADRIANO DELLA TUA PREZIOSA SPIEGAZIONE

i tdg convinti leggendo il tuo scritto, cosa penseranno ?? cosa passerà nelle loro menti ??

quale sarà la loro reazione ???

" un semplice sorriso " come fanno di solito.

quando non sanno rispondere, facendoci passare per ridicoli ed extraterrestri...

quando fanno così....me li mangerei vivi... [SM=g27826]
poi mi tranquillizzo perchè in fondo in fondo ...non ne hanno colpa e mi fanno pena...

sono ns fratelli






26/10/2006 18:14
 
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Presto posterò un altro messaggio dedicato, questa volta, alle Profezie dell'Apocalisse.

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Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

26/10/2006 18:31
 
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Grazie Adriano(ti posso dare del tu?)di questo tuo topic,avevo proprio bisogno di leggere queste tue spiegazioni riguardo ad Armaghedón.
Questo argomento mi aveva sempre angosciato,ora posso considerarlo in una luce diversa.

Ciao
Giovanni(Germany)
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La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere! Perché io so di sapere più di te, che pensi di sapere.(Socrate)
26/10/2006 20:03
 
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re x Trix :armaghedon
Come apostata sei credibile!!!!!! [SM=x570867] [SM=x570867] omega [SM=g27828]
Molto buono!
26/10/2006 20:31
 
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interessantissimo!!
Grazie Trianello [SM=g27811]
27/10/2006 14:57
 
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Grazie Adriano(ti posso dare del tu?)di questo tuo topic,avevo proprio bisogno di leggere queste tue spiegazioni riguardo ad Armaghedón.
Questo argomento mi aveva sempre angosciato,ora posso considerarlo in una luce diversa.



Beh... siamo in un forum, è normale darsi del tu.
Sono felice che questo mio post possa essere servito a qualcuno per liberarsi di qualche "scoria" geovista.

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Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

30/10/2006 05:21
 
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Sempre con il valido ausilio del biblista Ariel Alvarez Valdes*, vediamo ora (anche alla luce di quanto detto sopra sulla battaglia di Armaghedòn) come debbano essere intese le Profezie dell’Apocalisse.

All’inizio dell’Apocalisse si legge:

“Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere,” (1,1)

Già dal primo versetto, quindi, scopriamo che ciò che si sta annunciando sarebbe avvenuto “presto”.
Come se non bastasse, poco sotto Giovanni ribadisce questo concetto:

“Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino.” (1,3)

Il tempo è vicino, dice l’autore ispirato.
Segue il racconto delle visioni avute da Giovanni e, quasi al termine del libro, questi torna a scrivere:

“Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve.”

E, un po’ più sotto, insiste ancora, per tramite delle parole dell’angelo:

“Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino.”

Sembra dunque che ciò che il libro profetizzava fossero avvenimenti vicini al tempo dell’autore e a quello dei suoi primi lettori.

L’Apocalisse non sostiene solo in modo esplicito che il tempo del suo compimento è prossimo, ma lo conferma con le immagini e le visioni.
Viene detto ai Cristiani che le loro sofferenze non dureranno a lungo (6,11); che essi devono rallegrarsi perché il giudizio di Dio sta per arrivare (14,7); che il Drago dispone di poco tempo per la sua attività sulla terra (12,12) e che quando suoneranno le sette trombe arriverà la fine (10,6-7).
Tutto sembra pertanto predire un fatto relativamente imminente.
Sembra proprio che Giovanni ce l’abbia messa tutta per indicare ai lettori del primo secolo che quegli eventi sarebbero avvenuti in un futuro non eccessivamente remoto. Dal canto nostro, quindi, sarebbe il caso di prestargli fede e di abbandonare l’idea che l’Apocalisse si riferisca ad eventi della nostra epoca.

A quali eventi si riferisce, allora, il Libro?
Ora, gli studiosi sono quasi unanimemente concordi nel ritenere che il testo in oggetto sia stato scritto attorno all’anno 95. In quel periodo governava Roma l’Imperatore Domiziano e i Cristiani erano alle prese con due problemi estremamente gravi:

-La rottura delle relazioni con gli Ebrei e
-La durissima persecuzione scatenata contro di loro dalle autorità civili romane.

La prima parte dell’Apocalisse, vale a dire i capitoli 4-11 (perché i capitoli 1-3 sono un’introduzione), vuole annunciare ai Cristiani che il popolo di Israele è stato sostituito dalla Chiesa, il nuovo Israele. Non certo perché l’antico Israele sia stato rifiutato da Dio, ma perché col sacrificio di Cristo è stato istituito un nuovo patto che vale per tutti gli uomini. L’autore ispirato profetizza una dolorosa rottura tra le due comunità, ma avverte che non vi è nulla di cui preoccuparsi, perché la Chiesa è, a tutti gli effetti, il nuovo popolo di Dio.
Per annunciare questo, Giovanni trascrive visioni e simboli con i quali mostra che l’Antico Patto è stato superato dal Nuovo Patto.
Così nella visone del trono di Dio (cap. 4, ripresa poi nel cap. 22), l’autore mostra che dove prima si adorava YHWH, ora si adorano il Padre, il Figlio (rappresentato sotto forma dell’agnello sgozzato) e lo Spirito Santo (rappresentato sotto forma di un fiume d’acqua viva). La visione del libro sigillato (cap. 5) insegna che l’Antico Testamento degli Ebrei è un libro indecifrabile se non viene completato dal Vangelo predicato da Gesù. La visione dei quattro cavalieri (cap. 6)** annuncia che con la venuta di Gesù si è inaugurata una nuova era. La visione dei 144000 segnati con il sigillo (cap. 7) *** indica che non solo le tribù di Israele sono elette da Dio, ma anche un’immensa moltitudine di persone di ogni popolo e lingua. La visione delle sette trombe (cap. 8-9) segnala che è la preghiera dei cristiani a suscitare la giustizia divina sul mondo. La visione del libretto divorato (cap. 10) esorta i lettori ad andare a predicare il Vangelo. Infine, la visione dei due testimoni (cap. 11) mostra come il Tempio di Gerusalemme, nel quale nessuno poteva entrare, sia stato sostituito da un altro tempio aperto a tutti.

Ancora più grave che la rottura con gli Ebrei era per i primi Cristiani l’ostilità dell’autorità imperiale romana. A questo secondo problema è dedicata la seconda parte dell’Apocalisse (cap. 12-20). In questa si cerca di dar coraggio e speranza alla comunità dei credenti. I Cristiani si chiedevano quanto tempo sarebbe ancora durato l’orrore delle persecuzioni da parte del governo di Roma. L’autore risponde ancora una volta mediante allegorie e visioni.
Nel capitolo 12 appaiono una donna (che rappresenta la Chiesa) e un Drago (l’Impero Romano) che vuole divorare i suoi figli (i Cristiani, sudditi dell’impero). Segue la visione delle due bestie (cap. 13), la prima rappresentante ancora l’Impero Romano (ha sette teste, come i colli di Roma, e titoli offensivi nei confronti della fede cristiana, i titoli divini dell’imperatore), la seconda Bestia è quella incaricata di far propaganda perché tutti adorino la prima (le misure adottate per la diffusione del culto dell’Imperatore).
Giovanni annuncia (cap. 16) un tremendo castigo contro Roma, descritto con sette coppe piene di calamità versate su di essa.

Nel capitolo 17 la città di Roma torna ad apparire, questa volta presentata con la figura di una grande Prostituta. L’autore ne descrive poi la distruzione (cap. 18), e come gridano e si lamentano coloro che prima l’amavano, peccavano e mercanteggiavano con essa. Il castigo di Roma si conclude (cap. 19) con gioiosi canti nel cielo, dove si ode risuonare l’alleluia trionfale.
Un’ultima visione rappresenta un cavaliere che monta un cavallo bianco, il quale, in base quanto detto nel primo post di questa discussione, possiamo identificare con Cristo che trionfa sulla Bestia.
Tutta la seconda parte dell’Apocalisse trasmette l’annuncio, ricco di speranza, della prossima fine della persecuzione. Con un linguaggio proprio dell’apocalittica, l’autore ripete sempre la stessa cosa mediante immagini simboli e figure di diversa entità.
Il male è già stato sconfitto ad Armaghedòn, ma i Cristiani devono ancora fare la loro parte in questa battaglia. Armati della Parola di Dio, essi devono perseverare nella fede e combattere, diffondendo il Vangelo. Il Vangelo sarà l’arma che annienterà le forze avverse.

Le profezie dell’Apocalisse si sono quindi già avverate (in più tappe) molti secoli fa, quando le prime generazioni di Cristiani hanno combattuto ad Armaghedòn, perseverando fino in fondo nella fede e diffondendo il Vangelo, ed hanno collaborato alla distruzione del Drago, conquistando a Cristo l’Impero armati della sola Parola di Dio.

In un prossimo post in questa discussione mi occuperò del Regno Millenario di Cristo.

_____________________________________________________________

* Il quale si è occupato della questione nel Quinto Volume del suo “Cosa sappiamo della Bibbia?”, pp. 123-133
** Sui quattro cavalieri dell’Apocalisse tornerò con un post apposito.
*** Anche sui 144000 tornerò con un breve post specifico.

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Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

30/10/2006 05:50
 
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ecco fatto!
un gigantesco grazie a trianello per aver smontato punto x punto tutto l'avventismo indispensabile ai tdg x tirare avanti
sei un grande! [SM=x570864] [SM=g27827]:
alla faccia della fine del sistema di cose e della falsa religione.
spero che molti testimoni o ex ancora pieni di dubbi
leggano questa fantastica lezione biblica per capire come sono stati presi in giro in questi anni .
30/10/2006 06:51
 
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Un OK per Trianello anche da parte mia
Quello che i TG riflessivi potrebbero trarre da questa esposizione è che non devono credere che esiste solo la loro versione interpretativa dei testi sacri.
Ne esistono di alternative ed hanno una loro logica coerente.
Soprattutto non nascondono alcune cose per favorirne altre e non si basano solo su queste altre; il che sarebbe àiresis (=scelta) e quidi "eresia". Né stiracchiano in modo inverosimile la valenza delle metafore bibliche.

Faccio un piccolo parallelo esplicativo del mio pensiero.
Quando i TG si dicono certi che Gesù non poteva significare che in quel giorno stesso, appena morti, sia lui che il buon ladrone sarebbero stati insieme in paradiso, lo fanno sulla base di interpretazioni collaterali connesse che li hanno persuasi:
- che dopo morti non esiste un'anima spirituale che sussiste;
- che il paradiso significa giardino o parco e che perciò dev'essere terreno
- che nel "paradiso" celeste, meglio dettto "reame dei cieli" ci vanno solo i 144.000 unti e che perciò non può andarci il ladro che unto non è
- che Gesù è salito al cielo solo 40 giorni dopo
e altro...

E ciò facendo sono persuasi che non esiste altro modo per interpretare i vari passi facendoli quagliare tra di loro.
Ma basta - come appunto stiamo vedendo per l'Apocalisse - che essi ipotizzino che anche altre menti leggono la Bibbia con intelletto d'amore e si renderebbero conto che possono esistere interpretazioni/spiegazioni diverse dalla loro, degne di rispetto e di indagine. Non sia mai fossero vere quelle e sbagliate le loro!

Per riprendere l'esempio citato, un Trianello/Berescitte potrebbe dir loro che invece di prendere luce da quelle persuasioni collaterali, si potrebbe prender luce primaria proprio dalla assicurazione di Gesù, asserente che il ladro sarebbe stato CON SE'. e siccome Gesù sarebbe andato certamente in cielo, questo voleva dire che (ed ecco l'interpretazione alternativa di quegli stessi passi che a loro li convincono della divisione Unti-Pecore):
- che nella mente di Gesù la parola paradiso equivaleva a dire reame dei cieli;
- che, siccome i corpi restavano là, voleva dire che un qualcosa di invisibile ma reale e in cui consiste la personalità umana sarebbe sopravvissuta alla morte fisica;
- che nel proposito di Dio non esiste alcuna divisione Unti/Pecore ma siamo tutti suoi figli destinati a quel Paradiso celeste;
- che infine il fatto che Gesù sia "andato in cielo" 40 giorni dopo, all'ascensione, si spiega come una rappresentazione adattata alla mentalità semplice di pescatori che solo in seguito sarebbero stati edotti dallo Spirito Santo del fatto che:
a) il cielo non sta né lassù né di sotto ma è in una dimensione spirituale diversa da quella spazio temporale in cui attualmente viviamo;
b)che Gesù, essendo la seconda Persona di Dio incarnata, sta simultaneamente e in questo mondo in forza della sua umanità e lo trascende senza lasciare mai il seno del Padre;
c) che pertanto la natura umana di Gesù nello stesso istante della morte (=separazione dell'anima dal corpo) è entrata in paradiso cioè è stata fatta partecipe della visione beatifica; d) che vivendo in una dimensione trascendente la nostra ha il potere di rendersi presente in ogni punto e momento dello spazio-tempo, godendo cioè della stessa "bilocazione" di Dio che è presente nel mondo e al contempo lo trascende.

Eccetera... ma appunto non sono cose semplicette come quelle che si imparano in un corsino geovista di sei mesi, sufficiente a ribattezzarsi.
E' però certo che chi è entrato un tantinello in questa visuale delle cose esclama: "Beh, sì! Forse Dio, i suoi pensieri, e le sue realtà sono un pò diverse da come un'immaginazione infantile potrebbe figurarsele."
E con questa coscienza sarebbe molto ben "vaccinato" contro suggestioni di abbracciare fedi alternative.
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est modus in rebus
30/10/2006 15:13
 
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Ciaoa tutti !
Anche io ho trovato utilissimi i 10 volumetti organizzati a domande e risposte di Ariel Alvarez Valdes, tanto che li avevo consigliati diverso tempo fa nella sezione "libri e dintorni" e "domande sulla Bibbia". Mi fa piacere che il mio giudizio su queste pubblicazioni sia condiviso !
30/10/2006 15:16
 
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Prima di passare al tema del Millennio di Cristo, è necessario inserire alcune brevi considerazioni relative ai 144000. E’ nota a tutti i foristi la distinzione che i TdG fanno tra i salvati di seria A, i 144000, e i salvati di serie B, la “grande folla”. Ma l’Apocalisse ci parla davvero di una tale distinzione?

I 144000 appaiono in due passi del testo Giovanneo: 7,4 e 14,1.

Si è già parlato del secondo di tali passi nel primo post di questa conversazione, quando si è trattato del fatto che ad affiancare Cristo ad Armaghedòn non vi sono degli eserciti celesti, ma i Suoi. Nel versetto in oggetto, però, vengono citati solo i 144000 e non si parla della “grande folla”. Pertanto, qualora ci fosse un’effettiva distinzione tra gli “unti” e le “altre pecore”, ne dovremmo dedurre che solo i primi sono coloro che affiancano Cristo ad Armaghedòn. Ma, come vedremo subito, questa distinzione è fittizia, per cui ne ricaviamo che, in realtà, tutti cristiani sono chiamati a combattere ad Armaghedòn.

Leggiamo ora il brano relativo al primo passo in cui si parla dei 144000:

“Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele:
dalla tribù di Giuda dodicimila;
dalla tribù di Ruben dodicimila; dalla tribù di Gad dodicimila;
dalla tribù di Aser dodicimila;
dalla tribù di Nèftali dodicimila;
dalla tribù di Manàsse dodicimila;
dalla tribù di Simeone dodicimila;
dalla tribù di Levi dodicimila;
dalla tribù di Issacar dodicimila;
dalla tribù di Zàbulon dodicimila;
dalla tribù di Giuseppe dodicimila;
dalla tribù di Beniamino dodicimila.
Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani.” (7,4-9)

E’ interessante notare che non c’è soluzione di continuità, nel racconto, tra l’elencazione dei 144000 e l’apparizione della grande folla. Si dice dei 144000 ed appare la grande folla (la quale reca inequivocabilmente i simboli della propria elezione). Si direbbe che la grande folla è composta proprio dai 144000. Se non che di questa grande folla si dice pure che “nessuno poteva contarla”, e certo 144000, per quanto rappresenti una moltitudine consistente, non è un numero che nessuno possa contare.
Ma questo numero deve essere preso alla lettera o, piuttosto, è un numero simbolico?
Oggi, tutti i biblisti di formazione accademica sono concordi nel ritenere il numero 144000 come simbolico.
I salvati sono 12000 da ognuna delle 12 tribù di Israele. Ora, i biblisti ci dicono che il numero 1000, nella cultura ebraica, poteva essere utilizzato, oltre che in senso letterale, anche per dire semplicemente “molto”: proprio come noi oggi diciamo, ad esempio, “Ho fatto questa strada 1000 volte”, intendendo dire che l’abbiamo fatta “molte” volte. Il numero 12, invece, nella Bibbia è sinonimo di “elezione”: 12 sono le tribù di Israele, 12 i discepoli di Gesù, 12 saranno le porte della Nuova Gerusalemme (Ap 21,12). C’è poi da ricordare che in questa prima parte del testo, Giovanni sta chiarendo che la Chiesa è la Nuova Israele, quindi l’indicazione dei segnati quali appartenenti alle dodici tribù vuole simboleggiare il fatto che la Chiesa è l’erede del Popolo eletto, proprio così come questo, a sua volta, era stato erede della Promessa fatta da Dio ad Abramo.
144000 è il risultato che otteniamo moltiplicando 12 X 12 X 1000: 12 (gli eletti dell’Antico Patto) X 12 (gli eletti del Nuovo Patto) X 1000 (un numero indefinitamente grande).
Ne possiamo dedurre che non c’è distinzione alcuna tra i 144000 e la grande folla e che il fatto che Giovanni abbia specificato che quest’ultima è composta da una quantità di persone che non è possibile contare vuole proprio indicare che il numero 144000 non va interpretato in senso letterale, ma simbolico.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

01/11/2006 15:24
 
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Un grazie anche da parte mia per la trattazione di questi argomenti.
Davvero istruttivo ed interessante! [SM=g27811]
___________________
Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è vantaggiosa; ogni cosa mi è lecita, ma non mi lascerò dominare da cosa alcuna - 1Co 6:12
01/11/2006 15:40
 
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Anch'io sto seguendo con molto interesse questa trattazione!

Grazie Trianello








Saluti a tutti [SM=x570892]

[SM=g27827]: Speranza [SM=g27827]:

[Modificato da speranza! 01/11/2006 15.41]

"Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me". (Kant)
02/11/2006 00:03
 
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Mi fa piacere che i miei "sforzi" siano apprezzati. [SM=g27817]

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Deus non deserit si non deseratur
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04/11/2006 07:24
 
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Veniamo ora al Millennio di Cristo. Ce ne parla il capitolo ventesimo dell’Apocalisse. Ecco il testo:

“Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell'Abisso e una gran catena in mano.
Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un pò di tempo.
Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione.
Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni.
Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare.
Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d'assedio l'accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò.
E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.”

(20,1-10)

Come si è detto sopra, nella cultura ebraica il numero mille poteva indicare, e spesso nel testo biblico è così, un numero indefinitamente grande. Ne risulta che il cosiddetto Millennio non indica un periodo di mille anni, ma un numero indefinitamente grande di anni.
Ora, da quanto detto sopra, sappiamo che la battaglia di Armaghedòn è iniziato ed ha storicamente avuto luogo con la passione di Cristo, con la quale gli uomini sono stati liberati dal male. Il Millennio, quindi, altro non è che il tempo della Nuova Israele, della Chiesa.
Con la venuta di Cristo il diavolo è stato incatenato. Chi si affida a Cristo non ha più nulla da temere dal potere del male.

Nel passo citato, però, si dice pure che alcuni morti ritorneranno in vita e che regneranno mille anni con Cristo. Se il Millennio è il tempo attuale, il tempo della Nuova Israele, in che senso vanno intese queste parole? Il loro senso ci viene chiarito dallo stesso Giovanni, nel Vangelo da lui scritto, nel quale troviamo questo detto di Gesù: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Gv 5,24) Coloro, quindi, che si mantengono fedeli al Signore sono già risorti, il loro destino è assicurato ed hanno, di fatto, già cominciato a vivere quella vita eterna che si prolungherà oltre la morte. Ecco perché l’Apocalisse parla di una “prima resurrezione” (20,5), quella che già i Cristiani stanno gustando in quanto consapevoli della salvezza guadagnata per loro dal sacrificio di Cristo.

L’Apocalisse dice del Millennio che durante questo periodo ci saranno persone che siederanno sui troni, e sarà dato loro il potere di giudicare. Chi sono questi giudici e quando cominceranno a giudicare?
Sono i fedeli Cristiani che perseverano ogni giorno nella Parola di Dio. Essi sono giudici fin d’ora perché con la venuta di Cristo è cominciato anche il giudizio del mondo (Ap 11,15.18). Questo giudizio non è quello finale, ed ecco perché non si parla di accuse né di sentenze. I buoni Cristiani, con la loro condotta di vita, diventano giudici di quelli che vivono lontani da Dio e dalla verità. E’ il giudizio che già portò Cristo (Ap 15,4) al quale sono associati tutti coloro che sono nella Sua sequela.

Rimane ora da sciogliere un ultimo nodo. Nel testo si dice che alla fine del Millennio Satana sarà liberato per un po’. Egli uscirà per sedurre le nazioni e radunerà i suoi per la guerra. Le schiere del male cingeranno d’assedio l’accampamento degli eletti, ma un fuoco dal cielo le divorerà. Allora, Satana sarà sprofondato per sempre nell’abisso. Che cosa significano queste parole? Dobbiamo forse attenderci un colpo di coda del Demonio per il futuro, non è stato sufficiente il sacrificio di Cristo a sconfiggerlo?
Ci troviamo di fronte ad uno dei passi dell’Apocalisse in cui il simbolismo è più complesso. Cerchiamo di illuminarlo un poco. Si è detto sopra che la battaglia finale tra il bene e il male è già avvenuta, Cristo ha sconfitto il male mediante il Suo sacrificio. Tutti coloro che si affidano a Cristo (i “Suoi”), di fatto, combattono ad Armeghedòn con Lui. Per costoro, quindi, Armaghedòn è, da una parte, concluso, perché Cristo ha già vinto, ma, dall’altra, è ancora in corso, perché solo chi “persevererà” nella lotta contro il male, armato della Parola di Dio, sarà salvato. Il Millennio, quindi, è il tempo in cui la Chiesa è chiamata a combattere contro il maligno (incatenato, ma non del tutto domo) . Il Millennio è stato aperto dalla battaglia in cui Cristo ha di fatto sconfitto il male per sempre, ma il male non smettere di persistere nel mondo. Ecco quindi che la visione situa all’altro estremo del Millennio il “risveglio” del male proprio per simboleggiare come il medesimo sia caratterizzato dalla lotta contro Satana, il quale, pur essendo stato già sconfitto da Cristo, deve essere sconfitto anche da ogni singolo Cristiano mediante la sua dedizione a Cristo. Chi è nella Chiesa (l’accampamento dei giusti), però, non ha nulla da temere da Satana, questo, infatti, è già stato sprofondato per sempre nell’abisso.

Spero che queste mie brevi note siano state sufficienti a fare un po’ di luce su uno dei punti più complessi della Scrittura.

Nel mio prossimo post mi occuperò dei cosiddetti quattro cavalieri dell’Apocalisse.

[Modificato da Trianello 05/11/2006 4.10]


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04/11/2006 14:27
 
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Bè, voglio congratularmi anche io con Trianello per questo interessantissimo thread.

Comunque questo ultimo argomento del risveglio di Satana dopo il millennio non lo capisco: durante questo tempo Satana è libero di agire o no? E i cristiani devono batterlo singolarmente o non devono temere perchè è stato gettato per sempre nell'abisso? Mi sembrano in contrasto queste due cose... potresti spiegare meglio questo passo Trianello?

E poi volevo chiedere: queste interpretazioni sono quelle ai cui gli studiosi sono più propensi a credere, mi sembra di aver capito... ma la Chiesa Cattolica ha la stessa interpretazione o lascia la libertà ai cattolici di interpretare come meglio credono? Ovvero: c'è un interpretazione ufficiale cattolica o no?
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-Non avere nulla: se incontri un buddha, uccidilo... se incontri un tuo antenato, uccidilo... non avere legami, non essere schiavo di nessuno, vivi semplicemente per la tua vita.
(Toa, 31esimo Genjo Sanzo)

-La verità è il prezioso dono degli dei, qualcosa di veramente incredibile. Disgraziatamente, quantunque la gente ascolti il suo nome mille milioni di volte è ugualmente difficile da raggiungere.
(Shaka di Virgo)

A.m. (PowerPlay!!!)
05/11/2006 00:12
 
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Comunque questo ultimo argomento del risveglio di Satana dopo il millennio non lo capisco: durante questo tempo Satana è libero di agire o no? E i cristiani devono batterlo singolarmente o non devono temere perchè è stato gettato per sempre nell'abisso? Mi sembrano in contrasto queste due cose... potresti spiegare meglio questo passo Trianello?



Il problema è proprio questo, caro Siegil. Lo scrittore ispirato esprime con una serie di simboli assai complessi un pensiero estremamente ostico, il quale necessita di una certa meditazione per poter essere “digerito”. Diciamo che quello che qui si vuole esprimere è proprio la situazione, per certi versi contraddittoria, di un male che è stato sconfitto da Cristo e che, al contempo, non ha smesso di esercitare la sua influenza sugli uomini. Solo chi si affida a Cristo può sconfiggere il male (non c’è salvezza al di fuori di Cristo), poiché solo col Suo sacrificio il male è sconfitto. Al contempo, però, il Cristiano è assediato dal male (ecco l’immagine degli eserciti che si radunano per cingere d’assedio l’accampamento dei santi), sta a lui non cedere alle lusinghe del male e rimanere aggrappato a Cristo, rifugiandosi nella Chiesa. Ecco perché il Millennio è, per così dire, incorniciato dalle due “battaglie” contro il male: la prima combattuta da Cristo per noi, la seconda combattuta da noi armati della Parola di Dio. Le due battaglie (entrambe incruente) sono però un’unica battaglia (ad Armaghedòn Cristo combatte assistito dai “Suoi” e i Cristiani combatto una battaglia che Cristo ha già vinto per loro) ed il Millennio, il tempo della Chiesa, è, per così dire, il campo di battaglia (anche esso, quindi, è in un certo senso Armaghedòn).
Lo so, la questione è complessa. Del resto, se non lo fosse lo scrittore ispirato non avrebbe dovuto ricorrere a simboli così potenti per poterla esprimere.


E poi volevo chiedere: queste interpretazioni sono quelle ai cui gli studiosi sono più propensi a credere, mi sembra di aver capito... ma la Chiesa Cattolica ha la stessa interpretazione o lascia la libertà ai cattolici di interpretare come meglio credono? Ovvero: c'è un interpretazione ufficiale cattolica o no?



Ogni esegeta cattolico, finché rimane all’interno del Dogma definito, può esprimere le proprie opinioni liberamente, le quali saranno vagliate dai suoi colleghi. Quanto da me qui esposto è una sintesi di quelle che sono le ipotesi interpretative oggi più diffuse tra i biblisti cattolici sull'argomento in oggetto.

Alla fine di questa discussione, fornirò una breve bibliografia orientativa per chi volesse avere una conoscenza più appronfondita sul tema.

[Modificato da Trianello 05/11/2006 3.47]


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05/11/2006 07:38
 
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Secondo me ti sei spiegato molto bene. ok. omega [SM=g27828]
06/11/2006 13:14
 
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Un sentito grazie anche da parte mia per il tuo bellissimo lavoro. [SM=x570865] Ciao da Patty [SM=g27822] [SM=g27823]
06/11/2006 15:53
 
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Re:

Scritto da: Trisha123 06/11/2006 13.14
Un sentito grazie anche da parte mia per il tuo bellissimo lavoro. [SM=x570865] Ciao da Patty [SM=g27822] [SM=g27823]



Ora ho capito perchè Trianello si è spiegato molto bene...
C'era "Trisha la notizia" [SM=x570867] [SM=x570867] omega
12/11/2006 00:26
 
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Come ho già avuto modo di comunicare nella sezione apposita, al momento i miei impegni non mi concedono di dedicarmi con assiduità al Forum, per cui sono costretto a rimandare il completamento di questa discussione a tempi migliori.

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12/11/2006 07:57
 
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Eh no;prima ci fai accomodare,poi ci levi la sedia di sotto al sedere. Non è che aspetti direttive dalla Betel per finire Armaghedon? [SM=x570867] [SM=x570867]
Scherzi a parte,torna presto omega [SM=g27827]:
12/11/2006 14:18
 
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apprezzo i tuoi sforzi e le tue ricerche Trianello. ma perchè allora Gesù disse-in matteo capitolo 24-le aggiunte in (-) parentesi sono mie--,: 'Ma CHI avrà perseverato sino alla FINE(da armagheddon? o morte naturale dell'uomo?) sarà SALVATO.E questa buona notizia del regno sarà predicata in TUTTA la terra abitata, in testimonianza a TUTTE le NAZIONI; e allora verrà la FINE(armagheddon?)''.secondo voi cosa intendeva Gesù per ''fine''??? ---1-si riferi alla fine di roma imperiale?-----2-la fine della vita terrena di un uomo?----------3-esplode il pianeta terra?-------4-la fine del sistema giudaico?------5-la fine del tempo in cui a l'uomo(e non solo) gli è stato concesso di autogestirsi con i suoi governi decidendo il bene e il male?(il lettore usi discernimento con ciò che è scritto anche in Daniele)
Isaia 29:13...‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me.  Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano dottrine e comandi di uomini’”...



12/11/2006 22:40
 
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Re:
Mt 24,13-14 dice:
13 Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. 14 Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine.

Mi sembra che qui ci siano due fini differenti: quella di Mt 24,13 e la fine di Mt 24,14

1) Mt 24,13
Gesù parla di "fine" a chi? Agli apostoli... Cos'era la "fine" per loro?
Forse loro sono qui nel 2006?

A me sembra chiaro che Gesù con loro stesse parlando dell'esperienza terrena... anche perchè per loro quella "fine" di cui Gesù parlava è già giunta. Su questa terra non ci sono più, giusto?
Quindi non vedo riferimenti a "fini" future per i 12 apostoli.. A battaglie, a distruzioni, ecc...

Conclusione che si riallaccia con il discorso di Trianello, in quanto Gesù Cristo ha vinto la morte, con la Sua Resurrezione, una volta e per tutte. (Grazie Gesù!!!! e grazie Adriano per avercelo ricordato... [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867] )

Il perseverare fino alla fine è il compito degli apostoli: restare in Cristo fino all'ultimo sacrificio, fino all'ultima fatica. Ma è anche una grande lezione per tutti noi... Gesù dice agli apostoli ed alle generazioni future di non cedere alle sofferenze, ma di perseverare nel Suo nome fino alla fine. Il restare al Suo Fianco è la nostra salvezza!!

2) Mt 24,14
Questa fine invece penso si riferisca proprio alla venuta del
Regno di Dio...

Pace/Peace/Salam/Shalom!! [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867]

Marco

[Modificato da desertbreeze 12/11/2006 22.49]

[Modificato da desertbreeze 12/11/2006 22.53]

[Modificato da desertbreeze 12/11/2006 22.57]

Sal 41 - "Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio."
13/11/2006 06:31
 
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A commento di quanto scritto da Desertbreeze, riporto un brano di Giovanni Crisostomo che già ebbi modo di citare altrove in questo Forum:


Che guadagno ne avremmo, dimmi, se conoscessimo il tempo della fine del mondo? Poniamo che sia tra vent'anni, tra trent'anni, tra cento anni: a noi che importa? Per ciascuno la fine del mondo non è forse il termine della sua vita? Perché ti dai tanto da fare e tanto ti travagli per la fine del mondo? Anche qui, come negli altri casi, trascuriamo ciò che ci riguarda e ci preoccupiamo dei fatti altrui; diciamo: Quel tale è impudico, è adultero; costui ha compiuto una rapina, ha trattato ingiustamente il prossimo. Delle sue cose nessuno tiene conto, ma cura assai di più tutto il resto. Così anche in questo caso: invece di preoccuparci per la nostra fine particolare, vogliamo sapere quando sarà la fine del mondo. Quale collegamento c'è fra le due cose? Se ti prepari bene alla tua fine, quell'altra non ti recherà certo danno. Sia lontana, sia vicina: ciò non ci riguarda affatto. E per questo il Cristo non ne ha voluto parlare, perché non è di utilità alcuna.



Giovanni Crisostomo, Omelie sulla prima lettera ai Tessalonicesi, 9, 1

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14/11/2006 22:19
 
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Congratulazioni davvero, Caro Adriano! [SM=g27822]

Un saggio davvero notevole e argomentato. [SM=g27822]

Personalmente mi piacerebbe se potessi spendere qualche parola circa il luogo dell'Apocalisse che si riferisce all'Arcangelo Michele che la dottrina geovista identifica erronemante con Gesù Cristo. (Ap. 12, 7-12)

Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio;
poiché hanno disprezzato la vita fino a morire.
Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi».


Saluti [SM=g27822]

Michele


"Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell'affetto che meritate". (Bilbo Baggins)


15/11/2006 13:41
 
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Oddio, per fortuna avevo detto che ho poco temo. [SM=g27817]
Appena mi sarà possibile, cercherò di portare a termine il mio discorso. Ed inserirò anche un paio di riflessioni sul passo da te citato, caro Elrond.

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