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Davvero insegna questo? analisi "grissina" di "Cosa insegna realmente la Bibbia?"

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2009 19:41
06/10/2006 14:12
 
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(seguita la digressione sul cap. 11 - e termina)
9.

18 Qualcuno potrebbe chiedersi: Ma tutte queste sofferenze non si sarebbero evitate se Dio avesse creato Adamo ed Eva in modo tale che non potessero ribellarsi? Per rispondere dovete ricordare che Geova ci ha fatto un dono prezioso.
COME USERETE IL DONO DI DIO?
Gli ultimi paragrafi (dal 18 al 21) parlano del libero arbitrio di cui Adamo ed Eva erano dotati.

Osservazioni critiche di BERESCITTE
Poiché’ io ritengo che questo trattatello faccia danno sia per ciò che dice, sia per ciò che omette. Inserirò qui una valutazione critica relativa al libero arbitrio e al peccato originale, giacché ho visto, da una rapida scorsa del libretto, che non se ne parla.

Invece di questo argomento se ne parla, e chiaramente, sul manuale “Ragioniamo” alle pag. 99-113. Lì il CD dei TG affronta il problema relativo alla prescienza di Dio e cerca di rispondere al quesito se su Geova ricada o no la colpa di Adamo dal momento che Egli, prevedendola, avrebbe dovuto non crearlo affatto.
Innanzitutto abbiamo l’identificazione, da noi rifiutata, tra presapere/preconoscere e prestabilire/predeterminare. Il CD è convinto (ed è un retaggio del protestantesimo da cui il geovismo deriva) che se Geova preconosce un evento futuro ne predetermina come causa efficiente e in maniera infallibile l’avverarsi. Ecco le sue parole:

«Un Dio giusto e amorevole incoraggerebbe le persone a fare ciò che è giusto, prospettando loro una ricompensa, se sapesse che sono predestinate a fallire?» (Ragioniamo p. 101) e anche:

«Incoraggereste i vostri figli a impegnarsi in un’impresa che prospetta un futuro meraviglioso, sapendo fin dall’inizio che è destinata a fallire? Li mettereste in guardia contro qualche pericolo, pur avendo già programmato tutto affinché si mettano di sicuro nei guai?» (ivi) (sottolineature) nostre)

Al che noi obiettiamo che Dio preconosce il futuro delle cose ma tenendo conto della loro natura. Ovvero: come si comporteranno gli astri lo sa, tenuto conto delle loro leggi necessitanti; come si comporterà l’uomo Egli lo sa tenuto conto degli atti che l’uomo porrà liberamente (e anche di quelli che porrà istintivamente giacché formano le attenuanti delle colpe e la diminuzione del merito nelle scelte positive!). Questo lascia dunque che la causa efficiente dell’atto umano sia l’uomo stesso. Ed è per questo che Dio lo ritiene responsabile del male e titolare di merito nel bene scelto.

Ciò stabilito il CD si preoccupa di scagionare Geova dall’aver predeterminato, con la sua preconoscenza, il peccato di Adamo rendendosene correo. E lo risolve semplicemente togliendo a Geova la prescienza universale. Ovvero dicendo che non sapeva cosa avrebbe fatto Adamo. E non lo sapeva non perché non poteva saperlo ma perché non ha voluto saperlo (appunto per evitare di esserne coinvolto predeterminandolo con la sua preconoscenza).
Ecco l’esempio che il CD ci offre:
«Chi possiede una radio può ascoltare le notizie da varie parti del mondo. Ma il fatto che possa sintonizzarsi su una certa stazione non vuole dire che lo faccia. Deve prima accendere la radio e poi scegliere la stazione. In maniera simile Geova ha la capacità di preconoscere gli avvenimenti, ma la Bibbia mostra che Dio usa questa capacità in modo selettivo e discrezionale…” (ivi p. 101, i corsivi sono nel testo)

Geova dunque, a quanto si apprende sia da “Ragioniamo” che da “Perspicacia”, riguardo al futuro, ha tre eventualità: 1) quella di preconoscerlo perché lo ha predestinato con tanto di personale intervento straordinario miracoloso che lo farà andare appunto come vuole Lui; 2) quella di preconoscerlo, e perciò poterlo predire con sicurezza, basandosi su certi segni che lui può studiare e di cui deve tener conto calcolando tutte le variabili*; 3) e un futuro del tutto inaccessibile quando sono del tutto assenti tali segni.**
Ora, quanto ai segni che avrebbe potuto scrutare su Adamo ed Eva, si afferma che ha preferito distogliere lo sguardo.
________________________________________________
* E’ il caso della scrutatio dei geni dei gemelli nell’utero di Rebecca (cf Ragioniamo p. 102) per preconoscere e profetizzare che il secondogenito Giacobbe, avrebbe soppiantato il primogenito Esaù. E’ il caso di Gesù che Geova era sicuro che ce l’avrebbe fatta “perché ne aveva osservato il modo di pensare e di agire in cielo sin dal principio della creazione” (Ragioniamo p. 99-100)
** E’ il caso dei futuri Unti che Geova ha preconosciuto “sin dalla fondazione del mondo” (che poi il CD è costretto a interpretare come non prima della fondazione del cosmo ma prima della nascita dell’umanità-mondo-Caino e Abele) ma non come singoli soggetti bensì “come classe”. Preconoscerli ed “eleggerli” sin da quel momento avrebbe, di nuovo, reso Geova correo delle defezioni operate dagli Unti apostati!
Geova poi, coerentemente con l’assegnazione datagli dal CD di un “corpo spirituale” fatto “di forma ben definita” che lo obbliga ad abitare in un luogo preciso (cf Potete vivere, pag. 36) e gli toglie perciò l’onnipresenza, è per così dire “aiutato” in questa sua non conoscenza compromettente appunto dalla asserita “non onnipresenza” nel creato. (cf Accertatevi pag. 204)


Inutile dire che, al confronto, il nostro Dio-Trinità (ma anche il Dio-Causa-Prima conosciuto solo razionalmente) che segue obbligatoriamente in ogni istante l’esistenza della più piccola particella dell’universo, e ne conosce da sempre vita morte e miracoli, è ben diverso da Geova. E che sia il Dio “onnipresente” quello vero è detto dalla Bibbia con le parole “In lui viviamo, ci muoviamo e siamo” (Atti 17,28) (gr. èn autò gar zòmen kài kinoùmeta kài esmèn”; passo opportunamente edulcorato dalla NM che lo rende “Poiché mediante lui abbiamo la vita e ci muoviamo ed esistiamo”.
(FINE della digressione sul Cap. 11 – si prosegue riprendendo il cap 1 da dove lo avevamo lasciato)
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