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Davvero insegna questo? analisi "grissina" di "Cosa insegna realmente la Bibbia?"

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2009 19:41
11/06/2007 08:52
 
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Pochi conoscono il greco biblico, per cui come si fa a sapere cosa intendeva realmente l’apostolo Giovanni? Facciamo un esempio. Un insegnante spiega un argomento, ma gli studenti hanno opinioni diverse sulla spiegazione. Come possono venirne a capo? Potrebbero chiedere altre spiegazioni all’insegnante. Indubbiamente avere ulteriori informazioni sull’argomento li aiuterebbe a capirlo. Similmente per afferrare il senso di Giovanni 1:1 potreste cercare nel Vangelo di Giovanni altre informazioni sulla posizione di Gesù. Conoscere meglio l’argomento vi aiuterà a trarre la giusta conclusione.
Per esempio, guardate cosa scrive più avanti Giovanni nel capitolo 1, versetto 18: “Nessun uomo ha mai visto Dio”, l’Onnipotente. Degli esseri umani, però, hanno visto Gesù, il Figlio, poiché Giovanni dice: “La Parola [Gesù] è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi . . . e noi abbiamo contemplato la sua gloria”. (Giovanni 1:14, Nuova Riveduta)
Ma che difficoltà farebbe mai questo? E’ evidente che dicendo “nessun uomo ha visto Dio” si intende riferirsi a prima che Gesù venisse a rivelare le caratteristiche del Padre. Quindi nessun uomo ha visto Dio Padre salvo il Figlio che, prima di incarnarsi, non era un uomo. Né può far difficoltà argomentare che dicendo “nessun uomo ha visto Dio” si vorrebbe dire che Gesù non era Dio altrimenti la Bibbia avrebbe detto che vari uomini hanno visto Dio=Gesù. E’ chiaro che vedendo Gesù non si vede propriamente Dio (anche se Gesù ha detto “Filippo chi vede me vede il Padre”) perché Dio è di natura trascendente, è Spirito e perciò invisibile per essenza. Gesù infatti è “immagine della divina natura e l’esatta rappresentazione del suo essere”; Gesù è la più eloquente teofania che rende “visibile” Dio agli uomini e li mette in contatto con Lui nell’unica maniera adatta a chi vive nello spazio-tempo: tramite la forma sensibile. E Dio ha scelto la forma umana, in piena linea con la Genesi.

Quindi, come poteva il Figlio essere parte dell’Onnipotente Dio?
Ti saluto! Prima hanno cercato di equivocare identificando il Figlio con il Padre sulla base che il NT usa indicare il Padre chiamandolo “Dio”, adesso insistendo sulla impostazione infantile dei pezzi/parte e dell’insieme/tutto si dimenticano che adoperavano Dio per indicare la persona e lo adoperano per indicare la natura, concepita come divisibile in parti. Non ci si raccapezza davvero più; non certamente con poche parole!

Giovanni afferma inoltre che la Parola era “con Dio”. Ma come si può essere con qualcuno e al tempo stesso essere quel qualcuno?
Di nuovo il tentativo di confondere il Figlio identificandolo con il Padre! Vedete che è vero, fratelli testimoni? Il CD non distingue, proprio non vuole distinguere, che un Figlio/persona possa essere con il Padre/persona e quindi non essere identificato con Lui a livello personale. Lo può solo sul piano della divinità che è posseduta in comune

Inoltre, secondo Giovanni 17:3, Gesù fa una chiara distinzione fra se stesso e il suo Padre celeste, definendo il Padre “il solo vero Dio”. E, verso la fine del suo Vangelo, Giovanni conclude dicendo: “Queste cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Messia, il Figlio di Dio”. (Giovanni 20:31, Garofalo) Notate che Gesù non viene definito Dio, ma il Figlio di Dio.
Ma certo che lo notiamo, ma siete voi a non notare che presentandosi come Figlio naturale del Padre (mentre tutti gli uomini possono essere al massimo figli adottivi) egli è compartecipe della stessa natura del Padre, ed è in forza di questa che va considerato ontologicamente Dio. Poi pare proprio che non notate - e noi siamo qui a ricordarveli - tutti i versetti e le situazioni (giacché la rivelazione è avvenuta con parole e gesti) in cui la Bibbia ci mostra Gesù/Dio, che “usurpa” la dignità del Padre addirittura agendo in sua vece senza fare riferimento a Lui. Solo una manciata eh? 1) si dice padrone del Sabato;
2) rimette i peccati;
3) dice che lui sta dentro il Padre e il Padre dentro lui così che sono una cosa sola;
4) che tutto ciò che il Padre ha gli appartiene;
5) che tutti devono onorare il Figlio come onorano il Padre;
6) che chi non ama lui più del padre e della madre non è degno di lui;
7) che lui sarà l’artefice della risurrezione;
8) che si fa termine ed esauditore della preghiera;
9) che i primi cristiani invocavano il suo nome;
10) che Stefano è morto pregando Gesù;
11) ha riferito a sé lo “Io sono” con cui Jahweh si è presentato a Mosé;
12) che esisteva da prima di Abramo;
13) è stato ritenuto bestemmiatore perché si faceva uguale a Dio;
14) è stato condannato dal Sinedrio perché dichiarandosi Figlio di Dio ha fatto capire che aveva la stessa dignità del padre (usurpandone a loro giudizio la gloria perché non gli credevano);
15) ha fatto le “opere”=miracoli asserendo che esse sono dimostrative della sua divinità;
16) viene adorato come Agnello sul trono dai vegliardi;
17) è il re dei re e signore dei signori, come Jahweh;
18) nel suo nome si deve piegare ogni ginocchio, come per Jahweh;
19) veniva invocato come salvatore alla pari di Jahweh, dai bambini osannanti;
20) è l’alfa e l’omega come il Padre;
21) Gli viene assegnato il titolo di Kyrios, come allo Jahweh della LXX;
22) viene adorato come “mio Signore e mio Dio” da Tommaso;
23) a lui obbediscono le potenze della natura;
24) e i demoni che caccia in nome proprio.
Volete ancora insistere, fratelli TG, a... "farci conoscere la Bibbia"?


Questa ulteriore informazione fornita dal Vangelo di Giovanni indica come si deve intendere Giovanni 1:1. Gesù, la Parola, è “un dio” nel senso che ha una posizione elevata, ma non è Dio Onnipotente.
Chissà se a questo punto i TG l'hanno capita che il CD vuole confonderli facendo credere falsamente con questa affermazine che noi crediamo che Gesù sia la stessa persona del Padre!... C’è da augurarsi che almeno capiscano “i fatti”, perché i fatti – come ricorda lo stesso CD – contano più che le parole. E i fatti sono che chi ha steso la Traduzione del Nuovo Mondo, e quindi il CD che ne è stato il supervisore e l’approvatore, ha fatto in modo, forzando e manipolando i testi originali, di oscurare o eliminare completamente la chiarezza di tutti gli accenni alla divinità di Cristo, intesi a farci capire che il Figlio è Dio non come qualifica di “potente” ma quanto ad essere “divinità” allo stesso livello del Padre. Per questa ricerca ampia e documentata rimando alle varie analisi critiche fatte da persone competenti (Mons. Minuti, Don Sconocchini, P. Crocetti, Don cadei, P. Tornese, Mons. Lanzoni, Mons. Contri, Mons. Marinelli, C. Weis ecc…) e per chi non vuole spendere sarà sufficiente quanto reperibile in questo sito.
(seguita)
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14/06/2007 08:48
 
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ULTERIORI CONFERME
Ripensate all’esempio dell’insegnante e degli studenti. Immaginate che alcuni continuino ad avere dei dubbi, anche dopo l’ulteriore spiegazione dell’insegnante. Cosa potrebbero fare? Potrebbero rivolgersi a un secondo insegnante per avere altre informazioni sullo stesso soggetto. Se questi confermasse la spiegazione del primo, i dubbi della maggior parte degli studenti sarebbero chiariti. Similmente, se non siete sicuri di cosa intendesse dire lo scrittore biblico Giovanni riguardo alla relazione fra Gesù e l’Iddio Onnipotente, potreste rivolgervi a un altro scrittore biblico per avere ulteriori informazioni. Notate cosa scrisse Matteo, per esempio. A proposito della fine di questo sistema di cose, citò le parole di Gesù: “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre”. (Matteo 24:36) In che modo queste parole confermano che Gesù non è l’Iddio Onnipotente?
Gesù dice che il Padre conosce delle cose che il Figlio ignora. Ma se Gesù fosse parte dell’Iddio Onnipotente saprebbe le stesse cose che sa il Padre. Quindi il Figlio e il Padre non possono essere uguali.
Ma no! Se Gesù ha (come ha dimostrato di avere) due nature (umana e divina) che appartengono engtrambe a una stessa Persona (quella divina del Figlio), e perciò ha due intelligenze, una divina come Verbo Figlio del Padre e una umana come uomo figlio di Maria, è chiaro che la intelligenza umana di Gesù, quanto ad apprendimento di cose umane, funzionava con l’ascolto, lo studio e l’esperienza come per noi, ma quanto alle divine sapeva solo ciò che Dio Padre/Verbo/Spirito Santo gli comunicava.
E pare proprio che gli abbia comunicato tutto e soltanto ciò che era stabilito di comune accordo dalle Persone divine da sempre, cioè le verità relative alla missione redentiva. Di sicuro Gesù, in quanto Gesù e non in quanto Figlio/Verbo, non sapeva nulla di tutte le conoscenze scientifiche che sarebbero venute nei secoli avvenire, neanche dell'esistenza dell'America.
In conclusione, il Dio Trino (e quindi anche la Persona del Verbo) conosce ovviamente da sempre la data del giorno della fine; ma all’uomo Gesù (che comunque si dichiara Figlio perché l’umanità ricevuta da Maria appartiene alla seconda persona della Trinità in forza dell’unione nella Persona divina; che noi chiamiamo con termine greco “ipostatica”), Egli, il Dio Trino, non l’aveva rivelata all'umanità di Cristo e per tale motivo Gesù dice sinceramente di non saperla. Altra possibilità plausibile è apparsa quella del... segreto di Ufficio. Ovvero, anche qualora l'avesse saputa ma insieme gli fosse stato rivelato dal Verbo che non era verità da rivelare, la sua risposta sarebbe ugualmente esatta equivalendo a "questa è una cosa che non sono autorizzato a dire", come un segretario che sa una cosa segreta ma la sa con la consegna di tenerla segreta o riservata solo a pochi soggetti.

Che i TG credano o no a questa soluzione della doppia natura di Cristo è affar loro. E’ certo però che se vogliono contestare la veduta cattolica/ortodossa/protestante della cristologia devono sapere che noi la pensiamo così e che è disonesto accusarci di ritenere che Figlio e Padre siano la stessa persona.

Aggiungo che noi, che studiamo la Bibbia con intelletto d’amore non meno di quanto lo faccia un onesto TG, sembra che sia la stessa Bibbia (vedi l'elenco degli accenni alla divinità di Cristo) e non l’invenzione umana a presentare la personalità di Gesù in maniera problematica (cioè ora divina ora umana), così che diventa compito dell’esegesi e poi della teologia (discorso in cui la ragione riflette sul senso che Dio vuole comunicare con il suo messaggio rivelato) trovare la soluzione del problema. Soluzione che appunto nella nostra Chiesa è stata data – vero progresso di luce nella comprensione! e con tanto di assistenza dello Spirito che aveva il compito di “far capire ogni cosa” fino a codificare cosa va creduto -, è stata data nei due grandi concili cristologici di Nicea e Costantinopoli. Con la conseguente dichiarazione che chi non crede in quel modo non fa più parte della comunione cattolica. Il che ci rende fratelli anche con la Chiesa Ortodossa e Protestante giacché a quel tempo queste due Chiese non esistevano, né in seguito hanno rinnegato questi aspetti della fede comune.

Anche la WT ha dato una sua soluzione. L’ha data interpretando la divinità di Cristo come un semplice avere potenza (senso equivoco della parola “dio”) e inquadrandolo come personaggio ex angelico. Ma per fare questo è ricorsa a una mutilazione enorme delle testimonianze bibliche, ed è caduta in contraddizioni insuperabili (ad es. quella di ritenere il Figlio inferiore al Padre ma di avere l’onnipotenza per creare; senza parlare del rebus del “trasferimento” da Michele a Gesù e dal niente morto di Gesù alla ri-creazione della copia di Michele).



Eppure qualcuno dice: ‘Gesù aveva due nature. Qui parlava come uomo’. Anche se così fosse, che dire dello spirito santo?
Ah, bene! Dunque se questa fede della cristianità ritenente che Gesù/Figlio abbia realmente due nature, e quindi una intelligenza anche distintamente umana non fusa con quella del Verbo, se fosse fondata non avreste da obiettare nulla! Capireste anche voi che Gesù, come uomo, poteva benissimo essere stato tenuto all’oscuro da parte del Verbo/Dio (che sa tutto perché è in comunione mentale con il Padre) circa cose che il Padre non voleva comunicare al Gesù uomo! Ce ne rallegriamo! Avremmo raggiunto almeno una “binità”. Il problema resterebbe solo per lo Spirito Santo, del quale obiettate….

Se fa parte dello stesso Dio come il Padre, perché Gesù non dice che lo spirito sa quello che conosce il Padre?
A parte il solito discorso equivoco della… “parte”, riguardo allo Spirito Santo abbiamo che la Bibbia dice espressamente che “scruta persino le profondità di Dio” e quindi le sa. Abbiamo anche che Gesù si è presentato come il rivelatore/l’esegeta del Padre e che tale rivelazione, incompleta quanto alla sua comprensione, andandosene, l’ha affidata allo Spirito Santo che prenderà del suo e lo spiegherà facendo capire ogni cosa.
Quindi, anche se per la divinità dello Spirito abbiamo meno testimonianze bibliche che per Gesù, ne abbiamo però di sufficienti a farci capire che la Bibbia gli assegna non solo funzioni che si potrebbero confondere con quelle proprie della energia/grazia divina (la grazia creata) ma anche funzioni intellettuali e volitive che sono proprie della Persona (che essendo anch’Egli un dono possiamo definirlo Grazia Increata).
Please, leggersi la “Dominum et vivificantem”. E non intendo dire che un TG dovrebbe farlo allo scopo di convincersi della veduta altrui ma che almeno lo faccia allo scopo di capire con esattezza qual è la posizione dottrinale cattolica.

(seguita)

[Modificato da berescitte 14/06/2007 8.50]

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15/06/2007 14:21
 
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Perché i veri cristiani non usano la croce nell’adorazione?
LA CROCE è venerata e rispettata da milioni di persone. Il Grande Dizionario della Lingua Italiana di S. Battaglia, alla voce “croce”, contiene questa definizione: “Simbolo della fede, della religione cristiana”. Tuttavia i veri cristiani non usano la croce nell’adorazione. Perché?
Un motivo importante è che Gesù Cristo non morì su una croce. Il termine greco generalmente tradotto “croce” è stauròs, che fondamentalmente indica “un’asta o palo diritto”. Una fonte rileva: “[Stauròs] non significa mai due pezzi di legno messi l’uno di traverso all’altro ... Nel greco del [Nuovo Testamento] non c’è nulla che faccia anche solo pensare a due pezzi di legno”. — The Companion Bible.
Il CD in questo punto si appoggia a una scelta di parte. Ma a noi interessa mostrare che esiste una voce contraria e che il CD, conoscendola, invece di citarla e contraddirla, ha tentato di farla passare come voce a proprio favore mutilandone una parte; cioè si è comportato contro la regola da lui stesso raccomandata «Ogni evidenza dev'essere usata onestamente. Non togliete una citazione dal contesto. Accertatevi che ciò che dite sia esattamente ciò che l'autorità citata voleva dire.» (Manuale per la scuola di Ministero teocratico, pag. 155)
Lo vedremo tra poco, per ora rispondiamo a stauròs.
Anche Dio Padre spessissimo nel NT non è chiamato Patèr, ma semplicemente Theòs. E' il contesto a chiarircelo. Analogamente se il significato basilare di stauròs è "palo", ma nel contesto del NT è usato anche per significare la "croce", perché il CD ha perso questa cantonata? Basterà qui obiettare che proprio il Dizionario illustrato Greco-Italiano di Liddell e Scott, edito dalla Le Monnier e che, come ci ha assicurato il presidente della betel Italiana Farneti, è presente in tutte le bibliotechine delle varie Sale del Regno d’Italia, alla voce stauròs indica come secondo significato testualmente: «croce, anche metaf.[oricamente], N.T. [cioè nel contesto Neo Testamentario]; la sua forma era rappresentata dalla lettera greca T, [quindi con due travi di legno], Luc.» [anche Luciano usa il termine con tale accezione]. Nelle voci immediatamente successive del dizionario abbiamo le conferme: staurofòros = che porta la croce; e stauròo, crocifiggere [accezione presente anche in Polibio]



In diverse occasioni gli scrittori biblici usano un altro termine per indicare lo strumento impiegato per mettere a morte Gesù, il sostantivo greco x?lon. (Atti 5:30; 10:39; 13:29; Galati 3:13; 1 Pietro 2:24) Questo termine significa semplicemente “legno” oppure “bastone, mazza o albero”.
Spiegando perché nelle esecuzioni capitali venisse spesso usato un semplice palo, Hermann Fulda nel suo libro Das Kreuz und die Kreuzigung (La croce e la crocifissione) afferma: “Gli alberi non erano disponibili dappertutto nei luoghi scelti per l’esecuzione capitale pubblica. Perciò si conficcava nel terreno un semplice palo. Su questo i fuorilegge venivano legati o inchiodati con le mani levate verso l’alto, e spesso venivano loro inchiodati anche i piedi”.
La prova più convincente di tutte viene comunque dalla Parola di Dio.
No, la prova più convincente ci viene dal dizionario del Liddel e Scott che studia ed elenca l’uso di xylon, come di stauròs, nei vari contesti e li enumera tutti. E guarda caso, tra i vari significati di xylon ha enumerato anche croce dicendo «… la croce N.T.» cioè xylon ha significato di croce nel contesto Neo Testamentario]. E la prova più convincente delle convincenti, che ci convince come il CD di Brooklyn sia in malafede a questo riguardo è data dal fatto che esso, nel libro geovista “Ragioniamo” del 1985, pag. 85, ha citato xylon elencando molti dei significati che il termine ha, ma potando la citazione alla fine, togliendole proprio quel significato più pertinente al discorso che è dato dal contesto neotestamentario. E c’è ancora una prova più prova di tale malafede in tutto il carteggio che c’è stato al riguardo tra Farneti e la Le Monnier che ha giustamente protestato per l’omissione. Carteggio nel quale il Farneti ha tentato di difendere la potatura dichiarandola legittima e corretta. Sappiamo che poi, per evitare noie legali, ci ha rinunciato ripristinando l’accezione “la croce N.T.” nell’edizione di Ragioniamo del 1990. Per tutto ciò rimando al libro di Mons. Minuti “I Testimoni di Geova non hanno la Bibbia”, Coletti, pp. 103-122 e con documentazione alle pp. 182-191 chiudendo questo appunto con la “bacchettata” che la Le Monnier ha dato al Farneti, in occasione della pretesa difesa della omissione di cui sopra, chiarendogli «“…un modo di pensare che tutti gli studiosi degni di questo nome considerano corretto».
«Secondo tale impostazione è lecito citare il pensiero altrui con tutte quelle omissioni che non ne alterano la sostanza, che non portano a significati diversi o, peggio, contrari. La frase “Caio non è un criminale”, non si può citare nella forma “Caio (...) è un criminale”. Ora grosso modo, questo è stato fatto nella vostra pubblicazione, che svolgeva il seguente ragionamento: Cristo fu appeso ad una trave e non a una croce, infatti xylon significa trave e non croce, come conferma anche il Liddell-Scott. (Segue la citazione incompleta, da cui è stata proprio tolta l’accezione “la croce N.T.” [N.T. Nuovo testamento].» (Lettera del 26 Ottobre 1988)



L’apostolo Paolo dice: “Cristo ci liberò mediante acquisto dalla maledizione della Legge, divenendo una maledizione invece di noi, perché è scritto: ‘Maledetto ogni uomo appeso al palo [“a un legno”, Parola del Signore]’”. (Galati 3:13) Qui Paolo cita Deuteronomio 21:22, 23, dove si fa chiaramente riferimento a un palo, non a una croce. Dal momento che questo metodo di esecuzione rendeva la persona “una maledizione”, non sarebbe appropriato che i cristiani esponessero in casa propria immagini di Cristo al palo.

A parte che noi possiamo fare tutto un discorso in cui la croce è diventata simbolo di vittoria sul demonio e sul male, albero della vita paragonato all'albero dell'eden che portò la morte ecc... La domanda: ma se il riferimento è “chiaro” e se non è appropriato esporre lo strumento di tortura di cristo, perché Russelle & Co. tutti Unti e biblisti si vantavano della croce portandola sul bavero della giacca? "Io mi glorio della croce di cristo", sono parole testuali di Rutherford che si leggono in "Arpa di Dio" pag. 143.



Non c’è alcuna prova che nei primi tre secoli dopo la morte di Cristo coloro che si dichiaravano cristiani usassero la croce nell’adorazione.
Usare la croce “nell’adorazione” è un’altra dizione geovista per intorbidare il discorso. Il CD sa benissimo (come ha detto all’inizio di questo discorso) che “la croce è venerata e rispettata”, non adorata. Perfino al Venerdi santo quando tra i cattolici si procede alla “adorazione della croce” tutti sanno che si tratta di una sineddoche indicante il crocifisso. Così come S. Paolo dice “con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui” (Col 1,20 – CEI) che ben traduce il greco “dià tou aìmatos tou staurou autou, di’autou” mal tradotto dalla NM che dice “mediante il sangue [che egli sparse] sul palo di tortura.”
La croce da noi non si usa “nell’adorazione” si usa con venerazione per avere un referente visivo che ci rimanda a Gesù vivo e vero, da adorare perché Persona divina.



Nel IV secolo, tuttavia, l’imperatore pagano Costantino si convertì e contribuì a farla diventare il simbolo del cristianesimo apostata. Quali che fossero i suoi motivi, la croce non aveva niente a che fare con Gesù Cristo, ma aveva piuttosto origini pagane. La New Catholic Encyclopedia ammette: “La croce è presente sia in culture precristiane che non cristiane”. Altre fonti autorevoli collegano la croce al culto della natura e a riti pagani fallici.
Che vergogna! Andiamo perfino sul pornografico? Avete dimenticato che dicendo in tal modo state dicendo chiaramente che i primi 50 anni di geovismo (la croce è stata eliminata verso il 1930) sia il Fondatore Russell che il successore Rutherford si gloriavano di tale simbolo. Avete avuto per 50 e passa anni dei cristiani apostati?


Perché mai fu adottato questo simbolo pagano? A quanto pare per invogliare i pagani ad accettare il “cristianesimo”. Nondimeno la devozione a qualsiasi simbolo pagano è chiaramente condannata dalla Bibbia. (2 Corinti 6:14-18) Le Scritture inoltre vietano ogni forma di idolatria. (Esodo 20:4, 5; 1 Corinti 10:14) A ragione dunque i veri cristiani non usano la croce nell’adorazione.
Ma sì che ce lo siamo appuntato, è inutile che insistete! Russell, Rutherford & Co. non erano veri cristiani.

E se invece provassimo a domandare perché, presso i Testimoni, la croce è stata osteggiata dal 1930 in poi? Chissà che non si scoprano delle dietrologie interessanti, come il voler eliminare il simbolo più glorioso e caratteristico della cristianità, e il rammemoratore più efficace dei primi fondamentali misteri della fede: Unità e Trinità di Dio, Incarnazione passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo.

(continua)
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19/06/2007 17:56
 
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Il Pasto Serale del Signore: una celebrazione che onora Dio
AI CRISTIANI è comandato di osservare la Commemorazione della morte di Cristo, detta anche “il pasto serale del Signore”. (1 Corinti 11:20) Cosa c’è di così importante in questa celebrazione? Quando e come andrebbe osservata?
Prima di entrare in discorso vi confesso che questa dizione “pasto serale del Signore” mi fa venire un brivido nella schiena perché è tremendamente assonante con quello che voi chiamate “il pasto serale di Geova”. Ricordate? Dico di quello che avverrebbe dopo il massacro di Armaghedon e che la WT ha descritto come un pasto ove tutta l’umanità non TG, debitamente massacrata fino all’ultima “radice e ramo”, sarebbe invitata al pasto ma non come commensale bensì in veste di “portata principale” e i cui commensali sarebbero gli uccelli necrofagi e belve carnivore invitate da Geova che imbandirà tale banchetto facendosi una “grande risata” mentre lo allestisce. Perché nascondere nelle nuove pubblicazioni questi… pii desideri con cui il CD di Brooklyn alimenta tuttora la spiritualità dei suoi “pacifici Testimoni”?


(…) Questo prese il posto della Pasqua ebraica e quindi va osservato solo una volta all’anno.
E perché invece i “quindi” non li lasciamo tirare agli Autori ispirati che, diversamente da come la pensa il CD, ogni domenica, nel “giorno del Signore” (=”dies Domini” o “dominica dies”, quella che ha sostituito, dopo la risurrezione, il “soledì” = giorno del sole, pagano), procedevano alla “frazione del pane”, termine tecnico per indicare l’Eucaristia?


Il Vangelo di Matteo riporta: “Gesù prese un pane e, dopo aver detto una benedizione, lo spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: ‘Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo’. E prese un calice e, avendo reso grazie, lo diede loro, dicendo: ‘Bevetene, voi tutti; poiché questo significa il mio “sangue del patto”, che dev’essere versato a favore di molti per il perdono dei peccati’”. — Matteo 26:26-28.
Alcuni credono che Gesù abbia letteralmente trasformato il pane nella sua carne e il vino nel suo sangue.
Alcuni? Non facciamo sconti non richiesti! Si tratta di tutta la cristianità senza eccezioni, e almeno per 15 secoli! Il senso simbolico è sorto con la riforma protestante. E comunque tradurre “significa” ove il testo dice espressamente “è” è un tradimento e non una traduzione della Bibbia. Tradimento premeditato che vi viene rimproverato anche dai fratelli della Riforma, anche da quelli che credono come voi a una mera presenza simbolica.


Tuttavia, quando Gesù offrì quel pane, il suo corpo era ancora intatto. Gli apostoli stavano forse mangiando letteralmente la sua carne e bevendo il suo sangue? No, perché sarebbe stato cannibalismo e una violazione della legge di Dio. (Genesi 9:3, 4; Levitico 17:10) Secondo Luca 22:20, Gesù disse: “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che dev’essere versato in vostro favore”. Quel calice diventò letteralmente “il nuovo patto”? Impossibile, dal momento che un patto è un accordo, non un oggetto tangibile.
Quindi sia il pane che il vino sono semplicemente dei simboli. Il pane simboleggia il corpo perfetto di Cristo.
Questi sono ragionamentini molti semplicetti. E anche ingenui se insinuano che noi della cristianità siamo così svampiti che non abbiamo mai considerato queste difficoltà. E sono anche svicolanti quando si sa benissimo che li abbiamo considerati e risolti nei secoli di riflessione attorno al mistero eucaristico. Noi riteniamo che né a Dio si possono porre limitazioni né Dio può comandare di credere l’assurdo e che quindi qui si tratta di un mistero insondabile dalla ragione umana. La fede impone di credere, di “stare al quia”, lasciando il “quomodo” a Dio, basandosi solo sulla Parola di Gesù.

Allora il senso sicuro nella comprensione della Bibbia dovrà essere ricavato innanzitutto vedendo come i discepoli hanno capito le verità rivelate, e poi anche (dato che la Bibbia cristiana è posteriore – in quanto Bibbia/Libro completo - di circa 370 anni dalla morte di Cristo) va ricavato da testo e contesto biblico letto alla luce di quell’insegnamento che in quei secoli precedenti se ne è dato da parte di coloro ai quali Gesù disse “Chi ascolta voi ascolta me… lo Spirito vi farà capire ogni cosa”. E lo Spirito ha fatto capire da subito che Gesù dava un senso realistico alle sue parole (cf il testimonio di S. Paolo di cui appresso). Sarà la teologia successiva poi a spiegare che non si tratta di cannibalismo, né di assumere parti del corpo di Gesù, ma di unione mistico-spirituale tramite una presenza reale nascosta sotto i simboli che perciò non sono meri simboli convenzionali ma “segni efficaci della grazia” che Cristo comunica donandosi tramite il suo Corpo glorificato.

Per chi rifiutasse la Tradizione Apostolica e volesse dipendere unicamente dal libro basterà e avanzerà a capire che la presenza di Cristo è reale e non simbolica, da un lato il fatto che in tal modo fu capita dagli ebrei a Cafarnao, quando Gesù promise il “pane dal cielo” che era “la sua carne e il suo sangue” e la cui assunzione era condizione indispensabile per avere la sua vita ed essere risuscitati nell’ultimo giorno. Furono scandalizzati appunto dall’idea del cannibalismo. Idea che Gesù non corresse! Dall’altro lato abbiamo che così fu capita dai discepoli che celebravano il pasto del Signore, come ci ricorda Paolo nella 1 Corinzi 11, 23-29); testo questo che ha doppio valore, e come Bibbia e come documento di Tradizione Apostolica...



Egli usò un pane avanzato dalla cena pasquale, che era fatto senza lievito. (Esodo 12:8) Nella Bibbia il lievito è usato come simbolo di peccato o corruzione. Il pane perciò rappresenta il corpo perfetto, senza peccato, sacrificato da Gesù. — Matteo 16:11, 12; 1 Corinti 5:6, 7; 1 Pietro 2:22; 1 Giovanni 2:1, 2.
Bah! Che esclusivismi strani… Gesù ha usato il lievito mescolato dalla massaia insieme alla pasta anche come metafora della crescita del Regno di Dio.


Il vino rosso rappresenta il sangue di Gesù. Quel sangue convalida il nuovo patto. Gesù disse che il suo sangue veniva versato “per il perdono dei peccati”. In questo modo gli esseri umani possono divenire puri agli occhi di Geova Dio ed essere inclusi nel nuovo patto con lui. (Ebrei 9:14; 10:16, 17) Questo patto, o contratto, permette a 144.000 cristiani fedeli di andare in cielo, dove serviranno quali re e sacerdoti per la benedizione di tutto il genere umano. — Genesi 22:18; Geremia 31:31-33; 1 Pietro 2:9; Rivelazione 5:9, 10; 14:1-3.
Altra trovata tutta watchtoweriana. Gesù avrebbe redento solo 144.000 persone, alle quali sole avrebbe promesso il cielo, o reame dei cieli. Sono i cosiddetti Unti. Il cui numero peraltro nei ultimi tempi sta facendo il ballerino insultando perfino la matematica…
Ahem, qui si parla di “perdono dei peccati” ma la concezione geovista, che emerge da numerosissimi testi, è che i peccati restano e sono coperti dai meriti di Cristo. Il battezzato non è una “nuova creatura” come insegna Paolo, cioè giustificato fin nelle midolla dalla rinascita nella vita nuova, ma viene solo “dichiarato giusto”. Né la vita nuova (la grazia) comunicata da Cristo pertanto è una realtà intrinseca, ontologica, aderente all’anima. No, si tratta solo di una unione morale, di intenti, di volontà, con Geova , che pertanto esprime verso tali soggetti una “benignità immeritata”. Siamo lontani anni luce dalla concezione biblico-cattolica.



Chi dovrebbe partecipare alla Commemorazione prendendo gli emblemi? Logicamente dovrebbero prendere il pane e il vino solo coloro che sono inclusi nel nuovo patto, quelli che hanno la speranza di andare in cielo. Lo spirito santo di Dio li convince che sono stati scelti per essere re celesti. (Romani 8:16) Essi sono inclusi anche nel patto del Regno con Gesù. — Luca 22:29.
Ma, come anticipato, ultimamente lo spirito santo geovista (quello appunto con le “s” minuscole!) sta convincendo nuova gente a sentirsi parte degli Unti, cioè ad aspirare al cielo; il che viene manifestato prendendo gli emblemi del pane e del vino alla “commemorazione della morte di Cristo”. Il risultato è di una contraddittorietà sconcertante. E’ dottrina ribadita che la “fine del mondo” (o di “questo sistema di cose”) avverrebbe quando il numero degli Unti rimanenti sulla terra, nati tutti attorno al 1900, sarà ridotto al lumicino; e pertanto la WT li conta scrupolosamente sulla base dell’assunzione degli emblemi che ogni TG sa riservati a loro. Ma questo numero che in passato diminuiva sempre per vecchiaia-morte, da vari anni a questa parte fa il saliscendi (per es. nel resoconto del 2006 erano 8524, ma in quello del 2007 sono saliti a 8758!). In tal modo cade un altro pilastro delle cosiddette verità del geovismo: quello della prossimità della fine del mondo. Il mondo, con l’afflusso di nuovi Unti giovani, non finirà più.
Noi della cristianità a questo punto potremmo anche ringraziare. Ma che dovrebbero dire i TG che sulla base della diminuzione dovevano sia affrettarsi nell’opera di fare discepoli, sia ad “alzare alta la testa perché la loro liberazione era vicina”?



Che dire di coloro che hanno la speranza di vivere per sempre nel Paradiso sulla terra? Ubbidiscono al comando di Gesù e assistono al Pasto Serale del Signore non come partecipanti, ma in qualità di osservatori rispettosi. I testimoni di Geova osservano il Pasto Serale del Signore una volta all’anno, il 14 nisan dopo il tramonto. Anche se solo poche migliaia di loro professano di avere la speranza celeste, questa celebrazione è importante per tutti i cristiani. È un’occasione in cui tutti possono riflettere sullo straordinario amore di Geova Dio e di Gesù Cristo. — Giovanni 3:16.
In pratica funziona così. Durante la commemorazione, dopo letture e preghiere che ricordano il nuovo patto, si passa un vassoio con pane azzimo e vino rosso. Tutti ricevono e passano. Nessuno ne prende.
(seguita)
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21/06/2007 07:18
 
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Riguardo all’argomento dell’ANIMA e dello SPIRITO, argomento a cui siamo giunti seguendo la lista dell’appendice, premetto che nel geovismo è talmente confusionario e al contempo talmente importante che per trattarlo come merita ed eliminare ogni confusione si richiederebbe un trattatello a parte.
Non essendo questo il luogo per farlo, mi limiterò ad alcuni accenni atti a dimostrare la voluta ambiguità del CD nel trattare l’argomento, così da poter dire con chiarezza (e riservandoci di sviscerare il discorso per filo e per segno in altra opera) che il CD gioca a confondere la gente per tirare delle conclusioni utili alla sua dottrina ma certamente non bibliche.
Si capirà anche che tradurre nella Bibbia tutte le volte il termine ebraico nèphesh e il correlativo greco psychè con “anima” è la conclusione/forzatura logica di premesse sbagliate e che perciò va contestata nel suo stesso porsi.
Analoga confusione viene fatta con il termine ebraico ruah e il correlativo greco pnèuma che vengono resi sempre con “spirito” senza distinguere se, in base al contesto, si tratti di una entità-forza o di una entità-personale. Per ora ci limiteremo all’ANIMA.



“Anima” e “spirito”: cosa sono realmente?
A COSA vi fanno pensare i termini “anima” e “spirito”? Molti credono che si riferiscano a qualcosa di invisibile e immortale che è dentro di noi. Pensano che alla morte una parte invisibile dell’essere umano lasci il corpo e continui a vivere. Dal momento che questa credenza è così diffusa, molti rimangono sorpresi apprendendo che non è affatto quello che insegna la Bibbia. Che cos’è dunque l’anima, e che cos’è lo spirito secondo la Parola di Dio?
Io (salvo il definire l'anima una "parte") sono uno di quei molti. La concezione della cristianità - come ama definirla il CD rispetto ai cristiani che sarebbero i suoi TG - e la concezione solo filosofica, cioè non mutuata dalla fede, di tanta parte dell’umanità è che l’uomo è un composto di anima e corpo. Si usa dire anche che è uno “spirito incarnato”. I due componenti o “comprincìpi” sono così ben fusi in unità da formare un’unica sostanza, così che si possa dire che toccando il corpo si tocca l’anima, e toccando l’anima si influisce sul corpo. E’ come se il corpo fosse l’anima resa visibile, mentre l’anima è la persona corporea nella sua parte invisibile; al limite “misteriosa” sia perché “il cuore umano è un guazzabuglio” (Manzoni) sia perché la persona è ad “immagine e somiglianza di Dio” (Bibbia).

Dal momento che però esistono anche animazioni vitali nel mondo vegetale e animale, quando si parla dell’uomo e per non confondere alcuni usano la parola “spirito” al posto di “anima”. La Chiesa, ufficialmente, usa dire “anima intellettiva” o “anima spirituale”, ritenendo appunto solo questa umana immortale. Immortale nel senso che non è disgregabile ad opera di agenti fisico-chimico-meccanici” e non che abbia l’immortalità di diritto. L’unico immortale per natura è Dio. Le anime umane (e gli spiriti angelici) l’immortalità ce l’hanno come dono partecipato da Lui e con la garanzia che Dio, il quale se volesse potrebbe distruggerle, si è impegnato per l’eternità a non nullificarle mai, neanche se le persone a cui appartengono divenissero reprobe e dannate.
La fede cristiana (non solo cattolica) dice che alla morte appunto l’anima si separa dal corpo e resta viva e cosciente. Si ritiene anche che abbia contatto con gli eventi terreni solo nella misura in cui Dio ne la renda partecipe. Riceve subito la sanzione/premio per le opere fatte e attende la risurrezione del corpo a cui si riunirà per renderlo partecipe del premio o della dannazione eterna. In quel giorno l’insieme umano, ricostituito, se è un “giusto/santo/eletto/servo buono e fedele/pecorella di Gesù” sarà misteriosamente trasformato alla stregua di come lo furono l’anima e il corpo di Gesù alla sua risurrezione e introdotto nella dimensione che trascende il tempo e lo spazio; quella propria di Dio e degli spiriti angelici. Quanto al cosmo (il cielo e la terra) la rivelazione dice soltanto che sarà rinnovato “aspettiamo nuovi cieli e nuova terra”. Sarà tutta una sorpresa che però, a petto della visione beatifica già assicurata, equivarrà a un mero contorno rispetto all’essenziale aspirazione del cuore umano che, immerso nel “gaudio del suo Signore”, godrà di una felicità esaustiva, della quale non è possibile aspirarne una maggiore o diversa, giacché è “il premio che i desideri avanza” (Manzoni)..



COSA INTENDE LA BIBBIA PER “ANIMA”
Nessuno si meravigli se affermo che l’imbroglio inizia già con questa domanda. La Bibbia non usa la parola “anima” che è italiana! Usa l’ebraica nèphesh e la greca psychè. Quindi un discorso onesto dovrebbe chiedere “Cosa intende la Bibbia quando dice nèphesh o psyché?

Concentriamoci prima sull’anima. Ricorderete che in origine la Bibbia fu scritta principalmente in ebraico e in greco. Riferendosi all’anima, gli scrittori biblici usarono il termine ebraico nèfesh o quello greco psychè. Questi termini ricorrono oltre 800 volte nelle Scritture, e la Traduzione del Nuovo Mondo li rende coerentemente “anima”.
“Coerentemente” sta per “uniformemente”, cioè sempre, senza variazione. E’ scritto anche nella NM del 1967 a pag. 1381: «Nelle Scritture Ebraiche, siamo riusciti a rendere la parola ebraica nef’esh sempre in modo uniforme come “anima”». Vedremo immediatamente l’assurdità di tale vanto…


Esaminando cosa si intende per “anima” nella Bibbia, risulta evidente che questo termine indica (1) persone, (2) animali o (3) la vita di una persona o di un animale. Vediamo alcuni versetti in cui compare con questi tre diversi significati.
Ma – San Criterione aiutateci! – se risulta evidente che, stando ai vari contesti biblici, questo termine indica i diversi significati sopra elencati, renderlo “uniformemente con anima” significherà creare equivoci e non chiarezza! Anzi se aggiungiamo che, oltre a questi tre significati, la parola nèphesh può significare anche fauci, gola, collo, alito, carattere e profumi, dicendo sempre anima avremo anche dei risultati esilaranti come definire le boccette dei profumi “le case dell’anima”! (Isaia 3,20 – NM)

Persone. “Ai giorni di Noè . . . alcune persone, cioè otto anime, furono salvate attraverso l’acqua”. (1 Pietro 3:20) Qui la parola “anime” sta chiaramente per persone: Noè, sua moglie, i tre figli e le loro mogli.
E' incredibile! Coerentemente con quanto avevano premesso ci si sarebbe aspettato il contrario, ovvero che si traducesse "alcune anime, cioè otto persone"!
Comunque dobbiamo accusare una forzatura del testo tramite parola aggiunta! La parola “persone” nell’originale non esiste! È stata aggiunta per motivare la presenza della parola “anime” dopo “otto”. Per non ripetere cioè “alcune anime, cioè otto anime”. Il greco però ha “eis en olìgoi, tout’estìn oktò psychài” che si traduce “nella quale [arca] pochi, cioè otto persone”.

Anche chi è del tutto sprovveduto potrebbe chiedere: “Ma se la parola anime “qui sta chiaramente per persone” perché non la rendi con “persone” invece che con il termine “anima” che facendo pensare al senso moderno che questa parola ha ci confonde le idee?



(…) Altri esempi biblici di come i termini “anima” o “anime” si riferiscono a una o più persone si trovano in Genesi 46:18; Giosuè 11:11; Atti 27:37 e Romani 13:1.
E vediamole queste citazioni allora, almeno quelle in lingua greca.
“Ora tutti insieme eravamo nella barca circa duecentosettantasei anime.” (Atti 27,37)
Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori…” (Romani 13,1)
Che dire di più per spiegarci? Ripetiamo la nostra contestazione se non fosse ancora chiara. La Bibbia non parla di “anima” ma di “psychè”. La parola “anima” è già una traduzione. Voi non potete prendere una traduzione di psyché per spiegarmi come devo intendere... la traduzione!
Se una parola della Bibbia me la date già tradotta io la capisco da me e non dovete aggiungere altro; se invece non me la date già tradotta allora non dovete pormi il problema di cosa significa “anima” ma di cosa significa “psyché” perché è quella la parola non tradotta! Ma è ovvio che in tal caso il CD non potrebbe sostenere, come è suo interesse, che psychè significa “uniformemente anima”, dal momento che sa che ha vari significati nei vari contesti!

E ripeterò anche la domanda, riformulandola: se, come è davvero evidente in questo contesto, psyché (psychài al plurale) significa “persone” perché mai non lo avete reso con persone ma lo traducete con la parola “anima” per me chiarissima ma che voi poi dovete spiegare dandole il senso di “persona”? Insomma perché traducete due volte la stessa parola? Perché a psyché, diversamente da tutte le altre parole bibliche succede di essere tradotta prima “anima” nella Nuovo Mondo e poi ritradotto come “persona” in sede di spiegazione di ciò che insegna realmente la Bibbia?

Come avevo premesso, siamo in pieno contorsionismo. Ma penso che quanto detto basti a mostrare che l’argomento richiede tutte le precisazioni del caso e molteplicità di esempi. Perciò lo rimando a occasione migliore, risparmiando ai pazienti lettori il tormento di quanto d'altro viene aggiunto in questo libretto sul soggetto “anima” e “spirito”.

(seguita)
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21/06/2007 08:26
 
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Che cosa sono lo Sceol e l’Ades?
(…) lo Sceol, o Ades, non è un luogo letterale in una località specifica.
Giusto, non è un luogo ma una condizione esistenziale.

Piuttosto è la comune tomba del genere umano, il luogo simbolico dove la maggioranza del genere umano dorme nella morte.
Confusione e reticenza a dirla tutta. Si deve sapere che per “comune tomba del genere umano” il geovismo intende esclusivamente la memoria di Geova. Secondo la WT i morti non “dormono” da nessuna parte, non esistono più, sono finiti nel nulla. Di loro (e solo dei buoni e alcuni dei cattivi, non tutti) resta solo il ricordo nella mente di Geova. E chiama impropriamente “risurrezione” l’opera di duplicazione di copia conforme che Geova farebbe alla fine di Armaghedon durante il Millennio.
Quindi onestamente avrebbero dovuto aggiungere “il luogo simbolico dove la maggioranza simbolica del genere umano dorme simbolicamente nella morte”



Che cos’è il Giorno del Giudizio?
COME vi immaginate il Giorno del Giudizio? Molti pensano che miliardi di anime compariranno individualmente davanti al trono di Dio. Lì ciascuno sarà giudicato. Alcuni saranno ricompensati con la beatitudine in cielo e altri saranno condannati al tormento eterno. La Bibbia però parla in modo molto diverso di questo periodo di tempo. Lo descrive non come un periodo di terrore, ma come un tempo di speranza e di rinnovamento. (…)
Ma quando inizia il Giorno del Giudizio? E quanto dura?
Il libro di Rivelazione indica che il Giorno del Giudizio inizierà dopo la guerra di Armaghedon, quando il sistema di Satana sulla terra sarà distrutto. (Rivelazione 16:14, 16; 19:19–20:3) Dopo Armaghedon Satana e i demoni verranno imprigionati in un abisso per mille anni.
Durante quel periodo di tempo i 144.000 coeredi di Cristo in cielo giudicheranno e ‘regneranno con lui per mille anni’. (Rivelazione 14:1-3; 20:1-4; Romani 8:17) Il Giorno del Giudizio non è un avvenimento precipitoso, che si verifica in 24 ore soltanto. Dura mille anni.
Il “Giorno del giudizio” che per noi è semplicemente una metafora del passaggio istantaneo dal tempo all’eternità, con tanto di risurrezione corporea e sanzione per il bene e il male operato ecc… nel geovismo viene inteso come periodo di tempo. E ce ne sono, o meglio ce n’erano, due: il primo sarebbe il periodo della vita presente. Durante questo Giorno di giudizio (ma questa “verità” è finita nel 1995) Gesù sceverava, in base alla accoglienza o rifiuto della proposta geovista, chi era da schedare come pecora e chi come capro. Poi questo Giorno è stato abbandonato e si è cambiato dicendo che tale divisione Gesù la opererà in quello che doveva essere il secondo, ormai unico, “Giorno del giudizio” che sarebbe tutto il millennio del dopo Armaghedon. Ma di nuovo, a dirla tutta c’è n’è un terzo che comincia dopo il millennio e durerà un certo tempo. Non altri mille anni ma sarà il periodo e il giudizio più severo di tutti (come dirò appresso).

Che poi tale periodo del millennio sia un tempo “di speranza e di rinnovamento” bisognerebbe chiederlo a quei TG che (lo dico per ipotesi di lavoro!) dovessero viverlo. Essi infatti saranno sempre sotto pressione per l’opera di istruzione mondiale e l’impegno a mantenere l’integrità. Vivranno con la consapevolezza di essere continuamente sotto libertà vigilata e con l’eventualità di “essere distrutti sia durante il millennio che alla fine” se “non mantengono l’integrità” e/o se non raggiungono (e non lo sanno mai se non a sorpresa alla fine!) “una condizione approvata davanti a Geova”. E non finisce qui! Oltre il millennio ci sarà un’altra prova terribile a cui seguirà il giudizio definitivo. E quella prova, in cui Satana sarà liberato dalle catene dell’abisso e sottoporrà i fedeli di Geova a tentazioni e persecuzioni simili a quelle che dovette sopportare Giobbe, potrebbe terminare con una votazione di insufficienza!...

Sì, indubbiamente i TG hanno bisogno di moltissima “speranza” per non vivere nel “terrore” durante quel “periodo”. Di sicuro però potranno contare sulla fraterna preghiera della “cristianità” che ha un concetto del Padre misericordioso, assai diverso dal Geova-Dio insegnato dalla Torre di Guardia.



(…) Secondo la visione dell’apostolo Giovanni “dei rotoli furono aperti” e “i morti furono giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere”. Questi rotoli documenteranno forse le loro opere precedenti? No, il giudizio non si baserà su ciò che ciascuno fece prima di morire.
Ecco l’airesis (eresia=scelta) all’opera! Si pensa ai rotoli (simbolo delle opere registrate della vita passata) e si immagina, aiutati dall’idea non biblica di un governo terreno inventato nel 1935, che siano codici di nuove leggi, e si dimentica tutto ciò che Paolo dice circa il giudizio che segue immediatamente la morte e che è basato proprio sulle opere fatte in precedenza.


Come facciamo a saperlo? La Bibbia dice: “Colui che è morto è stato assolto dal suo peccato”. (Romani 6:7) I risuscitati quindi torneranno in vita con una fedina penale pulita, per così dire. Perciò i rotoli devono rappresentare ulteriori requisiti stabiliti da Dio.
Per vivere in eterno sia i superstiti di Armaghedon che i risuscitati dovranno osservare i comandamenti di Dio, soddisfacendo eventuali nuovi requisiti che Geova potrebbe rendere noti durante i mille anni. Quindi ciascuno sarà giudicato in base a quello che farà durante il Giorno del Giudizio. (…)
E’ evidente la duplice funzionalità di tale “verità”, pensata su misura per i Testimoni ai quali anzitutto, non avendo più un sacramento della confessione per “ripulirsi” in extremis, viene assicurato che la stessa morte fa da cancellatrice dei peccati; e secondariamente vengono ammoniti che di tutto ciò che di bene avessero fatto quando non erano testimoni non se ne terrà al cun conto, i meriti per il diritto di godere in eterno della terra paradisiaca si acquisteranno solo nel millennio!

Abbiamo già documentato che tale novità, strabiliante perché del tutto assente dalla logica e dal pensiero biblico, si basa su: 1) una deformazione del concetto di “morte” espresso in Romani 6,7 (che parla di morte spirituale nel battesimo e il CD la intende invece come morte fisica); 2) su una alterazione del testo biblico con aggiunta di un aggettivo possessivo (suo) che applica l’assoluzione dal peccato originale ereditato ai peccati attuali; 3) e su una forzatura nell’intendere il verbo greco “liberare” dalla legge di peccato, trasformato in “assolvere” dai peccati.
Qui aggiungiamo solo una domanda circa la congruenza delle due “verità” che dicono: l’una che la morte rende tutti con una fedina penale pulita; l’altra che invece alcuni morti restano così sporchi che Geova decide perfino di non risuscitarli affatto. Anzi c’è un’altra incongruenza: tutta l’opera di Gesù giudice dal 1914 ad oggi: a che serve se tutta l’umanità morrà e la sentenza, emessa automaticamente dal fatto della morte fisica, è di assolutoria innocenza per tutti?



Alla fine del Giorno del Giudizio, i sopravvissuti ‘verranno alla vita’ nel senso più pieno come esseri umani perfetti. (Rivelazione 20:5)
E qui abbiamo una forzatura per far quadrare la Bibbia alla dottrina. Infatti il testo dice “il resto dei morti non venne alla vita finché non furono compiuti i mille anni”. Il che significa che ci sarà una risurrezione dopo il millennio. Invece a Brooklyn hanno deciso diversamente e allora quel “venire alla vita” non va inteso come “risorgere dai morti” ma simbolicamente, come aver raggiunto il livello ottimale nella condotta.
Mi sovviene qui l’assicurazione iniziale di ogni studio biblico che dice “Stia tranquillo, la Bibbia è chiara e si spiega da sé”. Poi, man mano che vai avanti, ad ogni stranezza ti senti dire “ma in che senso va inteso questo? Il senso giusto te lo comunica lo Schiavo…”


Durante il Giorno del Giudizio quindi l’umanità tornerà alla sua perfetta condizione originale. (1 Corinti 15:24-28) Allora ci sarà la prova finale. Satana sarà rilasciato dal suo imprigionamento e potrà cercare di sviare l’umanità un’ultima volta. (Rivelazione 20:3, 7-10) Coloro che gli resisteranno vedranno il completo adempimento della promessa biblica: “I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”. (Salmo 37:29) Sì, il Giorno del Giudizio sarà una benedizione per tutta l’umanità fedele!
Il che non era promessa biblica nei primi 50 anni di geovismo in cui si aspirava solo a un paradiso celeste. E non è promessa biblica neanche adesso, giacché Dio non ci ripensa e la Bibbia non cambia parere. Sono gli uomini che la leggono che possono cambiare intendimento.
Ma qui è il problema: sono loro a cimentarsi e ad essere uno più bravo dell’altro nel capire? A Brooklyn abbiamo dei poveri esseri umani che si sforzano con le loro meningi per sapere le cose o è Geova che teocraticamente comunica loro il suo raggio di luce? Anche qui non si può tenere il piede in due staffe pretendendo venerante obbedienza perché parla Geova e poi, quando non funziona, attribuire il difetto all’imperfezione umana. Se non si vuole colpevolizzare Dio di aver detto cose che poi la WT si è rimangiate, allora bisogna dire che la verità è che non esiste alcuna gestione “teocratica” ma siamo di fronte semplicemente a un pugno di moderni fondatori di Movimento Religioso Alternativo, che, non potendo darsi un tono a livello di cultura biblica, se lo sono dato facendo cadere le cose dall'alto presentandosi come Canale di Dio (manovra usata da molti fondatori di Nuovi Movimenti religiosi e Sette).
Ma "la contraddizion nol consente", perché Dio non può dire ora una cosa ora un’altra. Lui – dice la Bibbia - non è un uomo, non muta.
E questa della immutabilità di Dio "roccia della nostra salvezza" non è una cosa vera perché la dice la Bibbia. La si sapeva da prima, era patrimonio di religione naturale per chi coltivava una intelligente filosofia. Perciò è vero il contrario: la Bibbia la dice perché è vera!

(seguita)
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25/06/2007 12:26
 
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Il 1914: un anno importante nelle profezie bibliche
GLI studenti biblici annunciarono con decenni di anticipo che nel 1914 ci sarebbero stati degli sviluppi significativi. Di cosa si trattava, e quali prove indicano che il 1914 è un anno così importante?
No, non si trattava di enigmatici e sibillini “sviluppi significativi”. Guarda un po’ che razza di trasformazione arzigogolata ha ricevuto la semplicissima assicurazione che nel 1914 sarebbe finito l’impero della cristianità e sarebbe finito il mondo con tanto di avvento della “Guerra del gran Giorno dell’Iddio Onnipotente”, alias detta Armaghedon (la guerra), poi "ad Armaghedon" (trasformandola in evento-periodo di tempo)!


(…) Come e quando, però, la sovranità di Dio cominciò a essere “calpestata dalle nazioni”? Questo accadde nel 607 a.E.V., quando i babilonesi conquistarono Gerusalemme. (…)
E basta questa data, contestata coralmente da tutti gli storici che assegnano l’evento all’anno 586/87, per dimostrare che la WT, quando le dà fastidio, è disposta ad andare anche contro la storia e a riscriverla in modo da confermare la dottrina.
Il resto della elucubrazione è di pari fantasia e ve lo risparmiamo. Andiamo al succo…



I 2.520 anni iniziarono nell’ottobre del 607 a.E.V., anno in cui Gerusalemme cadde in mano ai babilonesi e il re della discendenza di Davide fu deposto. Finirono nell’ottobre del 1914. Fu allora che terminarono “i tempi fissati delle nazioni” e Gesù Cristo venne insediato da Dio quale Re celeste. — Salmo 2:1-6; Daniele 7:13, 14.
Con tanti saluti alla Bibbia che in Atti, alla Pentecoste, fa dire a S. Pietro che Gesù era già “costituito Signore e Cristo” e che “sta alla destra di Dio”, ovvero regna (cf Atti 2, 32-36).


Proprio come predisse Gesù, la sua “presenza” quale Re celeste è stata contrassegnata da una situazione mondiale drammatica: guerre, carestie, terremoti, pestilenze. (Matteo 24:3-8; Luca 21:11) Questa situazione è una potente testimonianza del fatto che il 1914 ha segnato effettivamente la nascita del celeste Regno di Dio e l’inizio degli “ultimi giorni” del presente sistema di cose malvagio. — 2 Timoteo 3:1-5.
Bah! Chi si contenta gode! Noi, considerato:
1) il disprezzo per la solida documentazione storica;
2) il cambiamento strategico dalla “fine del mondo” – falsa profezia! - a “sviluppi significativi”;
3) il disprezzo di ciò che dice la Bibbia su Gesù alla destra di Dio con tanto di titolo identico a quello usato per Jahveh…, pensiamo che “questa spiegazione è una potente prova del fatto che a Brooklyn si fa fantabibbia e si manca di rispetto agli stessi fedeli geovisti invitandoli ad essere bereani (il che dovrebbe significare a “vedere se le cose stanno realmente così”) ma impedendo loro di esserlo davvero spaventandoli con la disassociazione se non si crede alle favole inventate dai sedicenti biblisti della WT”.




Chi è l’arcangelo Michele?
(…) Michele è un altro nome di Gesù Cristo, prima e dopo la vita terrena. Esaminiamo le ragioni scritturali per cui si arriva a questa conclusione.
Arcangelo. Nella Parola di Dio Michele è definito “l’arcangelo”. (Giuda 9) Questo termine significa “angelo capo”. Notate che Michele è chiamato l’arcangelo. Questo fa pensare che esista solo un angelo del genere. Difatti nella Bibbia il termine “arcangelo” ricorre solo al singolare, mai al plurale. Inoltre si fa riferimento a Gesù in relazione al ruolo di arcangelo. Parlando del Signore Gesù Cristo, 1 Tessalonicesi 4:16 dice: “Il Signore stesso scenderà dal cielo con una chiamata di comando, con voce di arcangelo”. Quindi la voce di Gesù viene definita voce di arcangelo. Questo versetto porta a ritenere che Gesù stesso sia l’arcangelo Michele.
Invece, se quei due dativi “èn fonè archanghèlou” e “èn salpinchi theoù” li traduciamo “alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio” come fa la MIA Bibbia della CEI, che i TG dicono che è fatta bene e che la dottrina geovista può basarsi su di essa, come su “qualsiasi traduzione lei preferisca” (Ragioniamo, pag 402), allora avremo che il Signore, che è Gesù, non è l’Arcangelo.

Se preferite vi posso concedere che il dativo greco, dal momento che può esprimere il complemento di mezzo o strumento, in questo caso sia da tradurre come dite qui. Basta che, onestamente e coerentemente, voi per parte vostra mi concediate che l’assicurazione scritta dal CD su Ragioniamo è una bella bugia. Così avreste la percezione (e sarebbe la vostra salvezza perché vi stimolerebbe alla bereanità invece di fidarvi su tutto) che voi, affidandovi allo Schiavo siete solo parzialmente “nella verità”, giacché esso dice anche le bugie. E, fatta la ricerca e le verifiche, come l’abbiamo fatta e la stiamo per concludere noi, vi risulterebbe anche che siete solo molto riduttivamente nella verità biblica, giacché nei libri che lo Schiavo stampa per "dare cibo a suo tempo" le bugie e - siamo buoni! - le incompetenze abbondano.



Comandante. La Bibbia afferma che “Michele e i suoi angeli guerreggiarono contro il dragone . . . e i suoi angeli”. (Rivelazione 12:7) Quindi Michele è il Comandante di un esercito di angeli fedeli. Anche Gesù in Rivelazione è descritto al comando di un esercito di angeli fedeli. (Rivelazione 19:14-16) E l’apostolo Paolo menziona specificamente il “Signore Gesù” e “i suoi potenti angeli”. (2 Tessalonicesi 1:7) Quindi la Bibbia parla sia di Michele e dei “suoi angeli” che di Gesù e dei “suoi angeli”. (Matteo 13:41; 16:27; 24:31; 1 Pietro 3:22) Dal momento che la Parola di Dio non indica che in cielo ci siano due eserciti di angeli fedeli, uno capeggiato da Michele e uno capeggiato da Gesù, è logico concludere che Michele altri non è che Gesù Cristo nel suo ruolo celeste.
Di nuovo airesis (scelta) giacché la Bibbia, riguardo a Gesù dice anche: “Per esempio, a quale degli angeli egli ha mai detto: “Tu sei mio figlio; io, oggi, ti ho generato”? E di nuovo: “Io gli sarò padre, ed egli mi sarà figlio”? (Ebrei 1,5 – NM) indicando così una diversità abissale tra il Figlio “generato” e gli angeli “creati”.
E per noi vale anche la forza del versetto 6 in cui il Padre comanda agli angeli di “adorare” il Figlio. Non per nulla la NM che aveva tradotto bene nel 1967, poi ha provveduto a storpiare la traduzione trasformando quell’adorare in “rendere omaggio” nella versione del 1986 e seguenti!
Ma poi cozza contro questa ipotesi di Gesù-Arcangelo tutta la documentazione relativa alla divinità del Figlio, che non è riconosciuta a nessun angelo. Ovviamente stiamo usando il termine divino/dio non nel senso geovista di “potente” eh?

(continua)

[Modificato da berescitte 26/06/2007 15.09]

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77.

Identificata “Babilonia la Grande”
NON sempre le espressioni contenute nel libro di Rivelazione vanno intese alla lettera. (Rivelazione 1:1) Per esempio viene menzionata una donna con il nome “Babilonia la Grande” scritto sulla fronte. Si dice che questa donna siede su “folle e nazioni”. (Rivelazione 17:1, 5, 15) Dato che nessuna donna potrebbe letteralmente far questo, Babilonia la Grande deve essere una donna simbolica. Cosa rappresenta dunque questa simbolica meretrice?
Secondo un'esegesi millenaria rappresenta la Roma imperiale pagana. Infatti è anche detto che perseguita gli eletti e “siede su sette colli”. Ma Brooklyn non è bastato trasformarli in “monti” quei colli nella versione NM (cf Apocalisse 17,9), qui ha deciso di non farne neanche parola! Al solito quando la WT vuole sostenere la sua opinione contro la Bibbia viene presa da strategiche amnesie…


In Rivelazione 17:18 la stessa donna viene descritta, in senso figurato, come “la gran città che ha il regno sopra i re della terra”. Il termine “città” indica un gruppo organizzato di persone. Dal momento che questa “gran città” domina sui “re della terra”, la donna chiamata Babilonia la Grande deve essere un’organizzazione influente a livello internazionale. Può giustamente essere definita un impero mondiale. Che tipo di impero? Un impero religioso. Notate come altri brani del libro di Rivelazione portano a trarre questa conclusione.
Un impero può essere politico, commerciale o religioso. (…)
Fatta questa premessa il resto ha una sua logica. Ma io ritengo che questa premessa sia contestabile. E' una forzatura di comodo stabilire che esistano solo questi tre tipi di imperi! Non si potrebbe parlare - e con proprietà! - anche di impero culturale? Di impero telematico? Di impero sullo spazio? Di impero sulle espressioni artistiche? Di impero scientifico? Di impero tecnologico? Di "impero editoriale" come lo è quello costruito dalla WT?... Mica è detto che la finalità di questi imperi debba rientrare per forza in una finalità politica, commerciale o religiosa.
Questo discorso sull’impero della falsa religione mi suona molto stiracchiato e riduttivo. Da l’impressione di voler far entrare a forza un palloncino gonfiato in una scatola più piccola di lui.



Gesù nacque in dicembre?
Non contenta di notare chela Bibbia non dice quando nacque Gesùla WT si premura anche di sottolineare che essaci dà valide ragioni per concludere che non nacque in dicembre”.
Tutta la nota è ovviamente in funzione di negare la bontà dell’usanza cristiana di festeggiare il giorno Natale di Gesù.
Si osserva che Dicembre (il Chislev ebraico) è un mese mese è freddo e piovoso e non è congruente con la nota evangelica asserente che c’erano dei pastori che vegliavano il gregge all’aperto.
Si aggiunge che la Bibbia ha sempre trascurato l’importanza della nascita preferendo ricordare quella della morte. Addirittura viene scomodata la sapienza di Salomone che sntenzia: “Un nome è meglio che il buon olio, e il giorno della morte che il giorno della nascita”. (Ecclesiaste 7:1) Al che, se va capito come suona, io mi permetto tranquillamente di dissentire da Salomone. Non so cosa facciano i TG ma in casa delle persone normali si fa sempre festa per la nascita di un bambino, e non per quando uno muore che è il momento del cordoglio.

Comunque potremmo al riguardo spezzare qualche lancia in favore di dicembre utilizzando un articolo dell’esegeta Gianfranco Nolli (autore di un testo critico edito dalla vaticana e ben conosciuto dai TG) il quale, quando è andato personalmente in Palestina, ha visto che esisteva ancora l’usanza della “transumanza”, cioè di greggi che vivono tutto l’anno all’aperto migrando in cerca di pascoli; e i loro pastori che passano la notte all’addiaccio o riparano in grotte o capanne. Potremmo anche utilizzare un articolo dell’esegeta Federici che ha fatto uno studio, ripreso poi da un famoso Rabbino e citato anche da Messori, in cui si difende la data precisa del 25 dicembre come data, storicamente probabile, della nascita di Gesù.

Potremmo, ma ci rinunciamo. Per confermarci nella bontà della bella usanza natalizia diffusa a livello internazionale, ci basterà e avanzerà, ricordare:
1) che nella festa del Natale celebriamo un avvenimento e non una data. Le celebrazioni di un avvenimento si possono collocare a piacere;
2) che l’avvenimento celebrato a Natale è il più strepitoso che ci possa essere: l’irruzione di Dio nel nostro mondo umano. L’inizio della storia della salvezza che culminerà a Pasqua;
3) che, consapevoli di tanto, sia Russell che Rutherford, i due primi presidenti della WT, guidati teocraticamente dalla luce di Geova, come abbiamo già ricordato lungo il nostro commento al libro, festeggiavano il Natale. E non privatamente, ma nella Betel con tanto di albero, festoni, dono, pranzo speciale eccetera…

E ricorderemo anche la “cattiva” (non ci è sfuggita, stavolta è la parola giusta) dietrologia che invece motiva la WT a esorcizzare la festa di Natale: la sua valenza di riconciliazione tra familiari, nelle famiglie in cui le usanze geoviste di un membro hanno creato dissapori; la forza di richiamo nostalgico per i TG, un tempo cattolici, al ritorno al calore degli affetti umani e alla fede precedente che il Natale, con il suo clima di pace, di festa, di vacanza dal lavoro, favorisce.

(seguita)
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27/06/2007 13:00
 
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78.

Dovremmo osservare le feste?
LE FESTE religiose e secolari oggi popolari in molte parti del mondo non hanno origine dalla Bibbia. Qual è dunque l’origine di queste celebrazioni? Se avete la possibilità di fare ricerche in biblioteca, troverete interessante quello che dicono molte opere di consultazione a proposito delle feste che sono popolari nella vostra zona. Ecco alcuni esempi.
Pasqua. La festa della Pasqua, che originariamente ricordava l’esodo di Israele dall’Egitto, cominciò a essere contaminata da molte usanze pagane.
Io penso che la WT debba scegliere. Non può stare con i piedi in due staffe: partire con l’idea di trovare il discredito delle feste nella loro origine (pagana ovviamente!) e proseguire, quando trova che l’origine è biblica, tornando a galla tramite la critica alla contaminazione arrecata da certe usanze.
O sceglie la prima strada e la percorre fino in fondo, ammettendo però che la critica non vale per la Pasqua che all’origine era festività biblica, o sceglie la seconda.
Ora, se sceglie la seconda strada, sfonda una porta aperta! Non c’è opuscolo di parrocchia o giornalino diocesano o rivista cristiana e cattolica che, in prossimità del Natale, non inviti a viverlo in un clima di sana spiritualità, eliminando tutti gli aspetti goderecci portati dal consumismo e dalle baldorie irreligiose.
Se sceglie invece la prima, dovrà misurarsi sia col fatto che la celebrazione della Pasqua è biblico-ebraica come inizio, e biblico-cristiana nel suo sostituirsi a quella. Invece la celebrazione del Natale di Gesù è di origine esclusivamente biblico-cristiana. Biblica? Ma certo! Cos’altro hanno fatto gli Angeli con il loro coro a cielo aperto se non festa al nato Gesù? E cos’è stato il loro annuncio ai pastori se non un invito a partecipare alla festa della Natività portando doni e recandosi ad adorare il nuovo Re d’Israele? Tutto questo ha la sua solidità biblica, anche se la data del 25 dicembre – scelta appositamente per andarle contro e quindi per sostituire le festività pagane della Roma antica (si usa dire anche “battezzare” cristianamente le usanze pagane assumendone tutto e solo ciò che è assumibile) – la data scelta per tale celebrazione è stata proprio la stessa in cui i romani festeggiavano (con difetto astronomico perché il solstizio cade il 21 dicembre) la rinascita del Sole invitto e del Dio Mitra, durante i Saturnali.

Analogo discorso va fatto per il Capodanno che è giusto festeggiarlo in ringraziamento a Dio (nelle Chiese si recita il Te Deum) per tutti i doni dell’anno trascorso; si fa memoria e preghiera di suffragio per chi ci ha lasciato e preghiera di benedizione per i nuovi nati nella famiglia di Dio tramite i sacramenti (battesimi, cresime, matrimoni). Nessun cristiano è stato mai autorizzato a lasciarsi andare a orge e “sbevazzamenti”, come piace dire alle colonne della Torre di Guardia. Che poi la WT vada per l’occasione a scomodare anche il “dio delle porte” Giano bifronte (chi era costui?), pur di avere una ragione che non sa come consolidare, fa solo sorridere.

Stessa cosa per quanto riguarda la citata festa di Halloveen. Con la correzione che, come si ricava dallo stesso nome, essa indicava cristianamente, in origine, non la festa di streghe e folletti ma la festa di Tutti i Santi. E’ normale che il consumismo, guidato dall’interesse economico, faccia scempio di ogni realtà, anche la più sacra, sfruttandola secondo i propri fini. Questo non avviene solo oggi. Già ai tempi di Gesù alcuni avevano trasformato il tempio in mercato… E’ vero che è un problema che riguarda la nostra dirigenza religiosa, ma solo nei limiti imposti dalla libertà civile giacché non viviamo in uno Stato confessionale né totalitario. E a questo riguardo la gerarchia cattolica non ha molto da rimproverarsi.



Altre feste. Non è possibile menzionare tutte le feste celebrate in ogni parte del mondo.
Possiamo dare un piccolo aiuto per quanto riguarda l’Italia? Abbiamo il Carnevale, riguardo al quale la Chiesa non ha che il “torto” di invitare tutti al “carnem levare” cioè a digiunare. Si sa che molti istituti di suore fanno “un’ora di adorazione in riparazione dei peccati): la dobbiamo definire “ora pagana”? sai – dice mamma WT - è stata occasionata proprio dalle licenze carnevalesche, proprio come il Natale dai Saturnali, quindi è di origine pagana!...

E davvero è tanto deplorevole se i bambini si divertono andando in giro mascherati? Non parlo ovviamente dei carnevali folkloristici dove accade di tutto e di più. Ci basta sapere che non è la Chiesa ad organizzarli. Semmai essa si premura di ammonire affinché si evitino i peccati e non si faccia danno al prossimo. Ma parliamo delle feste religiose piuttosto…

Ci sono le molte feste della Madonna, quella del Sacro Cuore, del Corpus Domini, degli Angeli Custodi, dell’Epifania, del Battesimo di Gesù, dei santi Innocenti, dei fedeli Defunti, della SS.ma Trinità, della Pentecoste, dell’Ascensione di Gesù e dell’Assunzione di Maria, della Candelora (presentazione di Gesù al tempio), della dedicazione della Chiesa (ovviamente inesistente nella WT che non ha chiese), della Cattedra di S. Pietro (idem inesistente presso i TG ma usurpata dalla “Torre di Guardia” ogni due settimane), di S. Giuseppe, del Santo Patrono e via celebrando… Di S. Giovanni Battista (rinominato dalla WT “il Battezzatore”, così tanto per distinguersi) festeggiamo sia la nascita che il martirio; buon ultima abbiamo anche la festa della S. Croce (non scimmiottata in alternativa dalla WT con la festa del “palo”)! Ma non vedo proprio come il mio animo possa essere turbato da esse quando in realtà lo sento stimolato ed edificato ad amare di più il Signore per le meraviglie operate nei suoi Angeli e nei suoi santi; me compreso – si capisce – perché così mi ha definito sin dal Battesimo la Bibbia e perché mi ritengo presente, perfino vestito a festa, anche nella festa annuale di Tutti i Santi (o Ognissanti).



Comunque Geova non approva le feste che esaltano uomini o organizzazioni umane. (Geremia 17:5-7; Atti 10:25, 26) Ricordate inoltre che è l’origine delle festività religiose a determinare se piacciono o dispiacciono a Dio. (Isaia 52:11; Rivelazione 18:4) I princìpi biblici menzionati nel capitolo 16 vi aiuteranno a stabilire come Dio considera la partecipazione a feste di natura secolare.
Allora siamo a posto! Poiché le radici delle feste da me elencate sono tutte di origine religiosa, sono tutte per esaltare e onorare Dio, il quale, secondo la nostra fede che è biblica, è non solo Dio Padre ma anche Dio Spirito Santo e Dio Figlio e, nella e tramite l’umanità di Cristo sono “indiati” (è un termine che è nei Padri) anche tutti i cristiani perché membra del Suo Corpo. In conclusione anche festeggiando i Santi, sia quelli canonizzati sia no, noi esaltiamo e lodiamo Dio.

Comunque – e me ne rendo perfettamente conto - è più che normale che le nostre molteplici festività religiose diano fastidio alla WT che si sente rimproverata dal fatto che essa non ha nessun luogo di culto ove si esprima la vera lode di Dio, consacrandoGli del tempo in completa gratuità e gioia di cuore. E mi rendo conto anche della radice da cui deriva tutta questa moderna “iconoclastìa” alimentata dalla WT: deriva dal non aver fede sulla realtà della irruzione di Dio in Persona nella storia umana. E’ infatti dalla Incarnazione che Dio, avendo offerto una icona di sé in Cristo (“immagine dell’invisibile Iddio” – Col 1,15 NM ) ha coonestato il valore di ponte tra l’umano e il divino rappresentato dalle immagini (quadri e statue) davanti a cui si prega meglio e dalle realtà fisiche di cui si strutturano Sacramenti. Le feste non sono altro che un derivato di questa nuova “ontologia” secondo la quale, così come già avviene nell’uomo che è sintesi di fisicità/materia e spirito, il divino si incarna nell’umano divenendo EMANU-EL in Cristo e nelle membra del suo Corpo. Il secondo comandamento non a caso è stato da Gesù collegato con il primo…

Ma sì, giunti al termine di questo nostro lavoretto, augurandogli di essere utile a qualcuno, termineremo come si faceva una volta, quando c’era più fede e i libri finivano con:


Laus Deo Mariaeque

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PS
Si apprezzerà, da parte di chiunque, qualsiasi nota di plauso, biasimo, critica motivata, suggerimento per migliorie. Se è il caso si potrebbe “forumare” tutto il lavoro.
Bery
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27/06/2007 18:47
 
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Nonostante che su alcuni (piuttosto rari) punti, io debba continuare a dichiarmi in parziale disaccordo (non rispetto alla critica alla posizione geovista in sè, ma riguardo alla posizione ai geovisti da te contrapposta), credo che complessivamente si tratti di un lavoro molto puntuale, notevole, molto ben scritto, ottimamente argomentato, decisamente efficace, e sostanzialmente......centrato (nel senso caro Bery che hai fatto centro!), per cui......

vivissimi complimenti!!!



Shalom
****************************
"Fiume inesauribile della grazia, Spirito Santo, Tu che rimetti i peccati, ricevi la nostra preghiera per il mondo, per i credenti e gli increduli, come per i figli della rivolta: e conducili tutti nel regno eterno della Santa Trinità. Che sia vinto da Te l'ultimo nemico, la morte, e che il mondo, rinascendo attraverso il fuoco purificatore, canti il cantico nuovo dell'immortalità: Alleluya!"
28/06/2007 01:28
 
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Ottimo lavoro, caro Bery, come sempre, del resto.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

03/07/2007 17:51
 
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Caro Bery,
il tuo è un lavoro eccellente, argomentato in maniera superba e, se mi posso permettere, un ottimo antinevralgico contro i dolori di testa proposti dalla WTS.
Si, penso proprio si possa ... "FORUMARE".

Ciao [SM=x570892]

Bruno
______________________________


---Verba volant scripta manent---
-----
--- www.vasodipandora.org ---
05/07/2007 23:55
 
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Come tutti sanno non sono cattolico, tuttavia il lavoro fatto da Bery in questo 3D evidenzia ancora una volta la malafede della WTS nell’esporre gli argomenti. E’ molto ben messo in risalto come spesso la WTS contraddice se stessa pur di sostenere il proprio impianto dottrinale. Spesso balza all’occhio il doppio peso e la doppia misura.

Spesso, quando la WTS usa espressioni come: “Cosa insegna realmente la Bibbia”, non si basa sulle Scritture ma sulle proprie interpretazioni o congetture. Sovente le posizioni “scritturali” della WTS non sono avvallate nemmeno da un versetto biblico, anche se la stessa WTS afferma che lo sono.

Credo che il lavoro fatto da Bery potrà far riflettere molte persone.


Un saluto
Gabry [SM=g27811]
07/07/2007 07:34
 
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Scritto da: gabriele traggiai 05/07/2007 23.55
Come tutti sanno non sono cattolico, tuttavia il lavoro fatto da Bery in questo 3D evidenzia ancora una volta la malafede della WTS nell’esporre gli argomenti. E’ molto ben messo in risalto come spesso la WTS contraddice se stessa pur di sostenere il proprio impianto dottrinale. Spesso balza all’occhio il doppio peso e la doppia misura.

Spesso, quando la WTS usa espressioni come: “Cosa insegna realmente la Bibbia”, non si basa sulle Scritture ma sulle proprie interpretazioni o congetture. Sovente le posizioni “scritturali” della WTS non sono avvallate nemmeno da un versetto biblico, anche se la stessa WTS afferma che lo sono.

Credo che il lavoro fatto da Bery potrà far riflettere molte persone.

Sono d'accordo. Infatti, se Berescitte me lo consente, vorrei pubblicare questi suoi interessanti interventi nel sito, aprendo una sezione intitolata appunto "Cosa insegna realmente la Bibbia".

Saluti
Achille
09/07/2007 06:34
 
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E' ovvio che sono d'accordo ma...
... non subito. Voglio lasciare tempo a chi volesse di fare le osservazioni da me richieste, se lo crede. Prometto di tenerne conto, da qualunque parte vengano, nella revisione finale (che sarà corredata anche da varie citazioni).

... e con la premessa, che stilerò, dopo tali contributi, che comunque si tratta di un lavoro provvisorio e alla buona. Secondo lo stile di conversazione proprio del forum. Il che lascia la porta aperta alla speranza che se ne farà un libro se e quando...
Grazie!
Bery
_________________________________________
* di quelle che riterrò utili sia chiaro! le altre le contesterò qui stesso
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est modus in rebus
09/07/2007 10:25
 
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Concordo anch'io con le parole da Gabry.
E tanti complimenti per il lavoro svolto che di sicuro ti ha portato via molto tempo.
E stato utile per me anche per capire bene la dottrina cattolica su molti argomenti dottrinali.
Tu hai analizzato il credo geovista esposto in quel libro sotto il punto di vista cattolico, per cui è ovvio che su alcuni punti il mio differenza parecchio, ma non vorrei discutere su questo, cmq vorrei fare una osservazione senza apparire pignola:
Tu in un capitolo, purtroppo non mi ricordo in quale, perché l’ho notato qualche tempo fa, ma non ho voluto replicare subito perché tu avevi avvisato di farlo alla fine del tuo lavoro svolto, hai parlato del Corpo Direttivo e l’hai chiamato “protestantico”.
Trovo piuttosto poco felice questa affermazione in quanto l’insegnamento dei TdG di “protestantico” ne ha davvero poco e niente.
Affermazioni del genere potrebbero confondere il lettore di mettere il “protestantesimo” sullo stesso livello di una religione radicale, settario e dannoso per chiunque ne fa e ha fatto parte.


Saluti
Veronika [SM=x570892]

09/07/2007 11:22
 
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Naturalmente un lavoro prezioso...
Caro Bery,
mancavo io... il tuo lavoro merita di essere studiato lentamente, passo passo...e dall'inizio. Hai ragione nel volerlo completare con le citazioni e quant'altro perchè solo così potrà diventare un lavoro universalmente utile. Spero tu voglia dedicare ancora il tuo tempo e la tua passione all'analisi grissina di altri volumi geovisti onde stimolare il "bereano" ad una riflessione. E' un gran lavoro averlo scritto, ma sarà un gran lavoro adesso leggerlo. E così come tutte le cose che richiedono tempo e sacrificio, leggere il tuo lavoro sarà come andare alla ricerca di un tesoro che a fine lettura renderà chiunque più ricco.

Ogni bene
Marcuccio
10/07/2007 14:44
 
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Re:

Scritto da: Luteranamanier 09/07/2007 10.25
Concordo anch'io con le parole da Gabry.
E tanti complimenti per il lavoro svolto che di sicuro ti ha portato via molto tempo.
E stato utile per me anche per capire bene la dottrina cattolica su molti argomenti dottrinali.
Tu hai analizzato il credo geovista esposto in quel libro sotto il punto di vista cattolico, per cui è ovvio che su alcuni punti il mio differenza parecchio, ma non vorrei discutere su questo, cmq vorrei fare una osservazione senza apparire pignola:
Tu in un capitolo, purtroppo non mi ricordo in quale, perché l’ho notato qualche tempo fa, ma non ho voluto replicare subito perché tu avevi avvisato di farlo alla fine del tuo lavoro svolto, hai parlato del Corpo Direttivo e l’hai chiamato “protestantico”.
Trovo piuttosto poco felice questa affermazione in quanto l’insegnamento dei TdG di “protestantico” ne ha davvero poco e niente.
Affermazioni del genere potrebbero confondere il lettore di mettere il “protestantesimo” sullo stesso livello di una religione radicale, settario e dannoso per chiunque ne fa e ha fatto parte.


Saluti
Veronika [SM=x570892]



Concordo. Infatti i TG io li definirei meglio come i figli degeneri dell'Avventismo, in quanto il 90% della loro dottrina deriva appunto da tali "padri" e perché l'avventismo (mi riferisco strettamente a quelli del 7° giorno con cui ho dialogato) è molto critico nei confronti del geovismo.
C'è anche da dire che oggi parlare di "protestantesimo" in generale e darne valutazioni sommarie farebbe torto all'una o all'altra denominazione, poiché esiste una grande varietà e sfumature nel credo.
Diciamo che intendevo riferirmi (e vi metterò una nota apposita nella revisione) strettamente alla concezione della giustificazione intesa come deputazione estrinseca di giustizia, in maniera cioè molto diversa dalla rinascita e dall'essere nuova creatura, morta e rinata spiritualmente, quindi rifatta ontologicamente pulita e innocente dal Battesimo.
Grazie!
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est modus in rebus
10/07/2007 21:23
 
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Caro Marcuccio, tu dici che mancavi tu… …veramente eravamo in due a mancare. Anch’io non mi sono fatto ancora carico di dire la mia sullo studio elaborato e dettagliato di nostro fratello Berescitte come accertamento bereano sul contenuto del libro di studio edito dai Tdg.
Io penso che questo studio sia stato ben fatto perché prende in esame ogni singola affermazione del libro e la mette al vaglio per verificarne la fondatezza. Inoltre viene messo in risalto quanto vengano manomesse sul libro le credenze cristiane delle altre Chiese, in primis quella cattolica, in modo da abbatterle facilmente, così da far capire al malcapitato padrone di casa che la sua religione ha torto, quando invece avendo abbattuto una dottrina alterata e quindi sostanzialmente diversa e non avvallata dalla sua chiesa di fatto non ha dimostrato nulla.
Bellissime le considerazioni sulle festività e sulle ricorrenze, le quali secondo me dimostrano non solo la poca razionalità dei ragionamenti che stanno alla base del divieto di festeggiare nei Tdg ma anche che il CD ha aggiunto dei pesi ulteriori alla parola di Dio, andando ‘oltre ciò che è scritto’. Questa è cosa pericolosissima e anche grave, soprattutto per chi dice, come loro, di attenersi alla Sola Scriptura. Gesù infatti condannò gli scribi e i farisei per aggiungere pesi inutili sulle spalle degli altri. L’analogia col fariseismo ebraico è ben evidente nei Tdg proprio nella questione delle festività.

Mi sono anche piaciute le spiegazioni simboliche dell’Apocalisse date in alternativa a quelle dei Tdg in quanto dimostra in maniera decisiva che le altre religioni non sono nell’alfabetismo biblico ma hanno una conoscenza ben profonda e completa del Testo Biblico esattamente come i Tdg se non di più. Ovviamente l’interpretazione simbolica è diversa ma essendo che ce n’è più di una che sia in armonia col testo appare sempre più evidente che non esiste un’unica chiave di lettura della Bibbia ma che ce ne sono diverse e tutte altrettanto valide. Perciò è assolutamente fuori da ogni logica il pensare di essere nel giusto perché si è interpretato le profezie. Anche tutte le altre religioni cristiane lo hanno fatto; basta solo studiare la loro dottrina e cercare di capirla.

Anche la spiegazione sul tema del ‘riscatto’ mi è piaciuta assai, nella fattispecie della Trinità di Dio e del Suo Amore. Negata la Trinità bisogna supporre che sia stata una creatura a essere stata inviata da Dio sulla terra a morire. Questo però sarebbe in contrasto con l’amore di Dio verso gli esseri viventi, amore che invece non verrebbe vituperato se si accetta la dottrina della Trinità, in quanto, in tal caso sarebbe Dio stesso a essersi sacrificato per l’uomo.

E per finire ho anche molto apprezzato la critica di Berescitte alla banalizzazione della presenza del bene e del male a una mera e sciocca contesa fra Dio e Satana in modo che il Signore rivendichi la Sua Sovranità. Appare chiaro che un dio che si batte per rivendicare se’ stesso non è affatto un dio d’amore ma un dio pieno di egoismo. Ancora più assurdo però, come dice Bery, è credere che tutto sto manicomio di 6000 anni di sofferenze umane abbia la propria motivazione nel voler dimostrare agli angeli che senza di Dio il creato non può andare avanti. Ma come, per gli angeli che da sempre sono stati al Suo cospetto e Lo hanno visto personalmente si scomoda a mettere in palio il suo diritto di regnare, mente per l’uomo, che nemmeno lo vede e deve credere solo per fede, non solo non si scomoda ma addirittura fa patire le pende dell’inferno per dare risposta agli angeli (che ripeto lo hanno visto e gli parlano ogni giorno?). Un raziocinio che tutto ha fuorché logica.

Insomma, per dirla alla siciliana, Bery, ti dico: “hai fatto un bel lavoro picciotto!”. Anch’io sono favorevole alla pubblicazione di questo studio sulle pagine del sito di Achille di modo che anche chi non partecipa al forum ed ha bisogno di verificare la validità delle dottrine geoviste possa farlo tranquillamente e con efficacia mediante questo studio ben fatto.

I miei complimentosi a Bery. Per essere una persona vanti con gli anni hai le energie e le capacità di un baldo giovanotto. Congratulazioni! [SM=g27811]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
11/07/2007 12:56
 
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A proposito di quanto rileva Bicchiere dicendo:
"Bellissime le considerazioni sulle festività e sulle ricorrenze, le quali secondo me dimostrano non solo la poca razionalità dei ragionamenti che stanno alla base del divieto di festeggiare. . .

"Ancora più assurdo però, come dice Bery, è credere che tutto sto manicomio di 6000 anni di sofferenze umane abbia la propria motivazione nel voler dimostrare agli angeli che senza di Dio il creato non può andare avanti.
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E’ vera questa osservazione di Bichiere. La contestazione mossa da Berescitte non è solo di tipo esegetico e di denuncia di uso scorretto di citazioni (bibliche e non) e di autori. Ma è anche strettamente logica. In effetti il danno più grosso che i Tiggì hanno ricevuto dalla loro Dirigenza è quello di essersi convinti che la loro ragione non deve funzionare perché può infiltrarcisi il diavolo. Mentre noi cattolici siamo convinti che ragione e fede sono due ali, necessarie entrambi, per volare. E questo sulla semplice base che Dio non può essere in contraddizione con se stesso dandoci la luce della ragione e poi, quando fa la rivelazione, venirci a dire che non era vero che faceva luce. A dirci che lei, la ragione, grazie al diavolo, era e sarà sempre come un giocattolino fatto apposta per farci vedere le cose al contrario di quello che sono. Ed è per questa convinzione balorda che i Testimoni accettano anche dottrine assurde e attribuiscono a Geova una gestione teocratica che gli fa fare brutta figura.
Altra contraddizione viene dal riflettere che, se fosse assolutamente necessaria la rivelazione per guidare il proprio passo, Dio avrebbe fatto “distinzione di persone” (alias sperequazione) tra le sue creature: figli, quelli che hanno ricevuto la rivelazione, e figliastri quelli che non l’hanno ricevuta in passato e al presente neanche oggi la ricevono perché il messaggio non arriva loro o gli arriva in maniera non credibile.
Ma pare che ammettere questa sperequazione in Dio al Corpo Direttivo non fa difficoltà, almeno dal 1935, da quando si è inventata la divisione tra “figli” di Dio (i 144.000) e “nipoti” (le altre pecore).
Quindi è un buon lavoro quello che aiuta i Tiggì a riapporpriarsi della logica, che è quanto dire del loro essere uomini.
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Man hu? Cos'è?
16/07/2007 13:28
 
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Per me che mi sono messa alla sua scuola da tempo e utilizzo le informazioni del forum per i miei giovani, l’esposizione di Berescitte non solo è attenta e dettagliata, precisa e coerente, ma offre degli spunti che difficilmente si trovano in altri lavori critici. Penso ad esempio alla inutilità di difendere il fatto che “Geova” è una pronuncia e non una traduzione ed è una pronuncia certamente sbagliata. I Testimoni lo sanno benissimo e non se ne ricava niente. Penso a tutta la trattazione sull’anima che evidenzia come la dottrina geovista gioca sull’equivoco del termine. Oppure alle contraddizioni sulla personalità di Geova-Dio che risulta essere un personaggio ad immagine e somiglianza dell’uomo. O sulla risurrezione che non è tale perché manca l’elemento di continuità e perciò diventa una ricreazione e non dello stesso soggetto. Come pure la stranezza (già segnalata da Bicchiere mezzo pieno) di quella spiegazione del male nel mondo che è del tutto inaccettabile, anche solo intuitivamente ed emotivamente, e contraddittoria perché la pertesa “dimostrazione” geovista manca del soggetto a cui essa veniva fatta, dovendo escludersi sia il Diavolo stesso, sia gli uomini, sia gli Angeli buoni.
Condivido però l’idea di arricchire il lavoro di maggiori citazioni, anche se sappiamo che ciò che è stato scritto deriva da una precisa conoscenza della dottrina dei Testimoni e certamente può essere documentata da Berescitte di fronte ad ogni contestazione che la accusasse di inesattezza.
Kate
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La verità vi renderà liberi (Gv 8:32) - La libertà vi renderà veri (Kate)
17/07/2007 11:11
 
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Nunc demum redit animus

Panegyricus ad Berescittem

Sono stato interessato più che altro alla messa in luce della sempliciottagine degli insegnamewnti della WTS, ad esempio la loro dottrina del riscatto, barbara e pagana, confrontata con la grandezza della dottrina cattolica in cui Dio non è lo spietato esattore che richiede che si saldi il conto bensì è sia la parte lesa sia colui che paga il conto, e lo fa mettendo tutto il mondo alla scuola del suo amore. Credo che non ci stancheremo mai di difendere la grandezza della fede ortodossa, perché questa fede è immensamente più razionale e profonda di quella di qualunque setta, le cui dottrine, per chi conosce la storia della Chiesa, altro non sono che vecchie eresie puntualmente conosciute dalla Chiesa ma sempre scartate per ottimi e precisi motivi. I TdG col loro antitrinitarismo non hanno nulla da rivelarci, credono di avere qualche sconvolgente verità da mostrarci, e che solo per ignoranza non siamo dei loro, quando invece la storia della Chiesa di gente come loro ne ha conosciuta in ogni epoca e, per bocca di persone come Berescitte, ha sempre contrapposto il logos della rivelazione alle amputazioni che di volta in volta venivano proposte. Di questo lavoro va apprezzata la sistematicità, la coerenza interna, e come ripeto lo scavare più a fondo della semplice e ingenua cortina di fumo della WTS con la sua ipersemplificazione di ciò che invece andrebbe problematizzato e approfondito. Buona lettura a tutti queli che non l'avessero ancora intrapresa!
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
21/07/2007 21:03
 
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Non ho letto il libro che sostituira' il libro conoscenza in questione e di solito rifiuto di leggere qualsiasi cosa che non abbia almeno una buona autocritica.
E di solito tutta la letteratura ,di autori autoritari manca di critica personale.

Posso solo aggiungere che gli psicologi avvertono di stare in guardia contro le letture che vengono considerate "loaded language" cioe' ogni tipo di linguaggio che pretende di dare significati molteplici o scopi molteplici a cose che in realta' non li hanno.


In questo modi si puo' fare dire o far avere uno scopo inesistente a qualunque cosa,e si raggiunge il risultato voluto.

Per fare un esempio non credo che si possa evincere dalla Bibbia che oggi esistano persone autorizzate da Dio a stabilire norme di vita , e verita' inconfutabili ,e comprese profezie future infallibili.

Credo che sia "un loaded language".

Ammesso e non concesso che si possa credere cio' che si vuole , ( poiche credo che credere cose non razionali danneggi)la manipolazione nella letteratura non dovrebbe esistere.
Ci vuole onesta intelletuale ,critica,possibilita' del lettore di fare domande e critiche, e non pretendere che il lettore ingogli le cose ,ma che le filtri e le selezioni.

E come si vede , appena una persona del livello culturale di Berescitte analizza una cosa ,non appare piu' come la manna di verita' assoluta che viene dal cielo , e che si pretenda sia.

La differenza e' che se una persona ha ancora capacita' critiche ,e la volonta' di andare a scavare dietro le apparenze,una verita' assoluta da ingoiare perde completamente
valore.

L'altro appunto che volevo fare , e cosi' manipolante gia' dire se siete al capitolo 5 di un libro ,partite dal capitolo 5 di un altro,come se avessero fatto delle copie,ma i tdg seguiranno come pecore.

Se vi chiedete perche' e non voglio essere noioso ,questo e' controllo mentale.

[Modificato da jwscientist 23/07/2007 10.47]

23/07/2007 10:50
 
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Credo che il lavoro fatto in questo thread da Berescitte sia molto importante ,perche' essendo stati anni nei tdg,ci siamo abituati a non credere in noi stessi,a non vedere le contraddizioni,e anche a non volerle esprimere.

Sarebbe bello un mondo dove ogni persona puo' fare un analisi personale di cio' che crede, e essere ascoltato.

Senza per questo essere considerato un ribelle.
23/07/2007 10:57
 
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Se io prendessi al Divina Commedia e riempissi le parole di Dante Alighieri con significati e scopi che poi in realta' lui no naveva.questo mi darebbe un grande potere e privilegio.

Primo Dante non potrebbe contraddirmi,e poi avendo costruito una certezza su significati e scopi fasulli ,posso su quella certezza costruirne altre.

Ecco cosa e' il "loaded language",una volta che velocemente ho fatto passare una certezza di un significatto fasullo o scopo fasullo,posso costruire un dottrina.

In special modo se parlo con persone che sono in stato semi addormentato ,dall'alta ripetizione di nozioni acritiche fatta per ore ore alla settimana.

Come dicono nei Casino' "tutto va"
07/08/2007 13:39
 
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Mancano ancora le parti 22 e 23 che avevi smarrito, ti prego Bery POSTALE!!!!! [SM=x570905] [SM=x570900] [SM=x570901]
[SM=x570926] [SM=x570921] [SM=x570920] [SM=x570925]
19/08/2007 14:37
 
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OOPS
La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI
03/03/2008 17:55
 
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Re:
apostata felice, 07/08/2007 13.39:

Mancano ancora le parti 22 e 23 che avevi smarrito, ti prego Bery POSTALE!!!!! [SM=x570905] [SM=x570900] [SM=x570901]
[SM=x570926] [SM=x570921] [SM=x570920] [SM=x570925]



ogni promessa è un debito, e
quod differtur non aufertur, perciò
domani arriverà su questi schermi quanto richiesto dal caro forista apostata felice.

E se non fosse al momento tra i lettori, qualcuno che sa come reperirlo sarà così gentile da fargli la segnalazione. Grazie!
Bery

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est modus in rebus
05/03/2008 07:08
 
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Ho inserito oggi quanto promesso nella puntata n. 22
che si trova a pagina 2 di questa serie

a breve anche la 23 per completare
Bery
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est modus in rebus
06/03/2008 10:25
 
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Un grazie di cuore
a berescitte e ai GRISssini per questa fantastica lezione!
Dopo tre giorni di lettura, ho finalmente sgomberato la mente dalle assurdità che l'avevano intasata.
ora spero di utilizzare lo spazio creatosi un pò meglio.
Nonna Pina [SM=x570901]
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