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dove vanno i papa e il vangelo di giuda

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2006 22:05
26/07/2006 16:04
 
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Purtroppo noto che si continua a commettere la superficialità di confondere la chiesa cattolica con la chiesa cattolica romana, la prima ha effettivamente stabilito il canone che noi tutti oggi abbiamo e accettiamo quale parola di Dio, la seconda lo ha semplicemente, e questo è una nota positiva, traghettato nei secoli fino al rinascimento, anche se ne ha vietato l'uso ai fedeli.

Basta dare un breve sguardo alla storia del cristianesimo per capirlo.

idem per il papa.
é un concetto o una carica che nei primi secoli non esisteva anche se poi per comodità si è dato tale appellativo a tutti i vescovi della chiesa di Roma, questo vuol dire che molti di essi che vengono chiamati papi non hanno mai saputo di esserlo.

Questa è un breve resoconto storico della chiesa:
alla pentecoste nasce la chiesa in gerusalemme che come tutti sappiamo non è un fenomeno locale ma presto, prestissimo si estenderà in tutto l'impero grazie alla predicazione degli apostoli, cosi nasce la chiesa cattolica(dove cattolico sta per universale) la chiesa si espande rapidamente tra le comunità giudaiche della diaspora incontrando prima una mentalità giudaica(che fa nascere le prime controversie che vengono appianate con il concilio di gerusalemme, successivamente incontrando la cultura greca iniziano le prime influenze con filosofie platoniche e neoplatoniche,
nascono le prime eresie alle quali si fa fronte con i concili, vedi nicea, costantinopoli ecc.
poichè all'epoca esistevano le così dette chiese apostoliche, cioè quelle fondate direttamente dagli apostoli(antiochia,alessandria,efeso,ecc), si dava molto peso ai vescovi di dette chiese, per conciliare e mantenere unito e universale il carattere della chiesa.
Il crollo dell'impero d'occidente crea una condizione di isolamento della chiesa Romana, visto che Roma si ritrova ad essere l'unica chiesa apostolica occidentale, si auto attribuisce dei poteri decisionali, che trovano il favore dell'imperatore, ovviamente non senza interessi, visto che roma era anche la sede imperiale.
Questo supremazia autodichiarata di roma non trova affatto daccordo le chiese orientali, che non accetteranno mai la posizione di predominio autoattribuitasi, non riconoscendo così neanche la fantomatica autorità papale, si tenterà a più riprese una mediazione ma la rottura e la controversia si protrae nei secoli per poi divenire insanabile e vede il suo culmine nel concilio di firenze del 15° secolo, l'accettazione dell'autorità del papa da parte dei delegati orientali al concilio, viene rifiutata al loro rientro in oriente, le vicende che seguno vedranno capitolare costantinopoli in mano musulmana, come del resto quasi tutte le chiese apostoliche verranno spazzate via dall'islam che farà la sua comparsa a partire dal 7° secolo e che ancora oggi domina incontrastato.


L'isolamento e/o i poteri autoattribuitisi dalla chiesa di roma uniti alla politica, la religione e il paganesimo sfocerà in modo lento ed inesorabile in quelle che sono la chiesa cattolica romana di oggi, visto che di fatto la chiesa non si confronterà più con gli altri in modo serio.


La storia medioevale poi credo sia nota a tutti come il periodo più buio dell'umanità, incrinerà definitivamente il cristianesimo o la componente spirituale di esso.

nei secoli diversi uomini proveranno ad opporsi alla dottrina romana confutandone la spiritualità ma verranno perseguitate e giustiziate, alcuni verranno addirittura riesumati per poter arderne le ossa.
26/07/2006 18:37
 
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Re: Ohibò, che leggo?

Scritto da: berescitte 26/07/2006 6.21


non è detto che corrisponda al pensiero di Cristo. E anzi, che non avendo tu l'infallibilità dell'interpretazione, dovresti essere sempre in dubbio che vi corrisponda e perciò non darla per scontata. Non credi? :



Parole sante! Per una volta sono daccordissimo con te, queste parole le dovrebbero far proprie tutti gli amici del forum, dai cattolici integralisti, agli evangelici, ai liberi pensatori insomma tu, siegel, enkidu, omegabible, io, poly e tutti gli altri... allora si che si finirebbe di essere sarcastici o di infangare l'altro solo perchè non accetta quello che si crede vero dal proprio punto di vista e ci sarebbe piu umiltà e rispetto del prossimo.
Saluti Mario

"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
26/07/2006 20:29
 
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Re: Re: Ohibò, che leggo?

Scritto da: (Mario70) 26/07/2006 18.37

Scritto da: berescitte 26/07/2006 6.21


non è detto che corrisponda al pensiero di Cristo. E anzi, che non avendo tu l'infallibilità dell'interpretazione, dovresti essere sempre in dubbio che vi corrisponda e perciò non darla per scontata. Non credi? :



Parole sante! Per una volta sono daccordissimo con te, queste parole le dovrebbero far proprie tutti gli amici del forum, dai cattolici integralisti, agli evangelici, ai liberi pensatori insomma tu, siegel, enkidu, omegabible, io, poly e tutti gli altri... allora si che si finirebbe di essere sarcastici o di infangare l'altro solo perchè non accetta quello che si crede vero dal proprio punto di vista e ci sarebbe piu umiltà e rispetto del prossimo.
Saluti Mario




Prima di sposare lo scritto di Berescitte sarebbe bene tu leggessi quanto ti ho inviato in privato. Vedrai che cambi idea!!! Con affetto Norberto [SM=g27837] [SM=x570864] [SM=x570865]
26/07/2006 20:48
 
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Re: Re: Re: Ohibò, che leggo?

Scritto da: =omegabible= 26/07/2006 20.29
Prima di sposare lo scritto di Berescitte sarebbe bene tu leggessi quanto ti ho inviato in privato. Vedrai che cambi idea!!! Con affetto Norberto [SM=g27837] [SM=x570864] [SM=x570865]



scusami Norberto, ma non mi sembra proprio corretto questo tuo modo di fare.
E' come parlare all'orecchio di una persona davanti ad altre che non possono ascoltare [SM=x570879]
[SM=x570892]

26/07/2006 21:06
 
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Concordo. E poi sono curioso.. puoi dire a tutti ciò che pensi.. non ti mangiamo mica!
_________________________________
-Non avere nulla: se incontri un buddha, uccidilo... se incontri un tuo antenato, uccidilo... non avere legami, non essere schiavo di nessuno, vivi semplicemente per la tua vita.
(Toa, 31esimo Genjo Sanzo)

-La verità è il prezioso dono degli dei, qualcosa di veramente incredibile. Disgraziatamente, quantunque la gente ascolti il suo nome mille milioni di volte è ugualmente difficile da raggiungere.
(Shaka di Virgo)

A.m. (PowerPlay!!!)
26/07/2006 23:29
 
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re
...avevo scritto una lunga risposta quando grazie a FFZ ho perso il messaggio :tutte le volte ci casco quando la risposta è lunga prima devo scriverla su word e poi veloce copia/incolla.Vi riscrivo domani. Per ora buona notte. [SM=x570894] [SM=x570894]
26/07/2006 23:35
 
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DOVE VANNO I PAPI? ...

- Lasciate che i morti seppelliscano i morti! (Matteo 8,22)






Le posso dire una cosa in tutta franchezza "signor" Superskizzo?

Lei e il Suo humor siete piacevoli come una pustola sul volto di un vecchio amico!

stia bene

Elrond


[Modificato da Elrond di Gran Burrone 26/07/2006 23.37]

"Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell'affetto che meritate". (Bilbo Baggins)


27/07/2006 08:32
 
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re Per Francesca e Siegil
Cara Francesca ,è proprio vero che la curiosità è femmina e per te che ne porti in grembo un 'altra è raddoppiata.
Comunque nel mentre ti auguro una buona fine gravidanza passo a risponderti.
Il problema comportamentale di cui tu mi hai accusato non esiste e ti spiego il perchè. L'amico Mario 70 ,di cui conosco la profondità spirituale e l'eccezionale potere critico non poteva avallare lo scritto di Berescitte,evidentemente gli era sfuggito qualche particolare e io glielo ho ricordato.Se al posto di Mario avesse scritto Trianello o Poly non avrei fiatato.
Cara Francesca ,chi si ritiene nella verità è giusto che ci stia,ma chi della verità ne fà una ricerca continua e senta l'assillo e il tormento del dubbio,allora a quella persona si possono porre davanti alcune riflessioni e solo a quella persona.E' questo il caso dell'amico Mario.Aspetto da lui una risposta e poi deciderò se pubblicarla o meno.(non la risposta di Mario naturalmente) ma il documento che gli ho trasmesso. Una specie di consulto,insomma!!!!
Il documento trasmesso a Mario invita a riflessioni molto profonde,perchè scritto da un magistrato,un uomo dello Stato,di probità assoluta ,un uomo della Giustizia.Sono argomentazioni e esperienze molto forti che a me non hanno fatto nè caldo nè freddo perchè sono le mie che feci circa 40 anni fà quando,insieme ad altri accadimenti, dal cattolicesimo passai al cristianesimo. Di certe cose bisogna farne tesoro.
Cara Francesca ,è il continuo porsi con se stessi che genera quella postura spirituale di cui l'uomo ha bisogno. Se è vero che è il forte vento a far mettere migliori radici agli alberi,allora anche la nostra fede e la nostra verità è giusto che siano colpite da quel vento che si chiama DUBBIO . E' questo il mio pensiero.
Ti abbraccio caramente. Norberto


Per Siegil : abbi un pò di pazienza intanto leggiti 1° Cor. 10 v.12. Ciao omegabible
27/07/2006 10:15
 
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Re: re Per Francesca e Siegil

Scritto da: =omegabible= 27/07/2006 8.32
.
Il problema comportamentale di cui tu mi hai accusato non esiste e ti spiego il perchè. L'amico Mario 70 ,di cui conosco la profondità spirituale e l'eccezionale potere critico non poteva avallare lo scritto di Berescitte,evidentemente gli era sfuggito qualche particolare e io glielo ho ricordato.



Potevi benissimo ricordarglielo in privato, insieme allo scritto che gli hai inviato (in privato).
Fare accenni in pubblico su fatti che gli altri foristi non possono conoscere non mi sembra carino, qualsiasi siano le motivazioni che ci stanno dietro.

saluti
Francesca
27/07/2006 12:16
 
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Per Omega

“Caro Poly,può darsi che mi manchino le conoscenze di base dell'eccesiologia ortodossa,ma sai ,io sono una persona modesta e mi accontento di molto meno. Mi basta conoscere Cristo.”

Retorica senza senso. La Chiesa è il corpo di Cristo (Col 1,18), impossibile dire di conoscere Cristo se non attraverso la sua Chiesa.

“e quella parola salvò i cristiani del 1° secolo non vedo come la stessa parola non debba salvare oggi chi crede in Lui.”

Sucsa ma che parola ha salvato i cristiani del I secolo? La predicazione degli apostoli, non certo il NT, questo non esiste nella forma che tu conosci prima del 367 d.C..

“è fatta filtro e interpetre e depositaria della verità come se le Scritture avessero bisogno dell'ideologia e dell'ecclesiologia di una Chiesa per portare salvezza.”

E’ naturale che sia così. “In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.” (2Pt 3,16)
Ci sono mille modi di interpretare la Scrittura, per questo esistono gli apostoli e la Chiesa che è la loro continuazione, perché tra le molte interpretazioni possibile fosse possibile sapere quel era quella corretta. Il Sola Scriptura non ha mai funzionato, la proliferazione delle mille sette protestanti ognuna convinta d’aver capito di più dell’altra è la migliore dimostrazione di questo fatto.

“La Scrittura forma la chiesa e non la chiesa la Scrittura.”

Questo è storicamente insostenibile, tanto per fare un esempio scritti come la lettera agli Ebrei sono entrati nel canone verso il 360, e spero che nessuno sano di mente vorrà sostenere che prima la Chiesa non c’era.

Per Mlarry

“Purtroppo noto che si continua a commettere la superficialità di confondere la chiesa cattolica con la chiesa cattolica romana”

Dopo le sciocchezze che mi hai scritto su Nicea via e-mail ancora non demordi, inoltre continui ad attaccare la Chiesa con una termologia che non ci appartiene. La Chiesa universale non è la diocesi di Roma, non so più come fare a dirvelo, sono tutti i fedeli in comunione coi propri vescovi i quali sono i successori degli apostoli. Che in questa communio ci sia un ruolo preminente per dirigere è quello che i cattolici affermano, mentre non troverei mai un cattolico intento ad affermare che il canone sia la creazione della sola Chiesa di Roma. Non farmi difendere dottrine che non mi appartengono ponendo male le domande. E’ questa Chiesa universale che ha creato il canone, ed essa si trova tanto fra noi cattolici quanto fra i fratelli ortodossi, Chiesa nostra sorella.

“traghettato nei secoli fino al rinascimento, anche se ne ha vietato l'uso ai fedeli. “

Non diciamo altre boiate, magari avendo letto qualche documento fasullo in internet. S’è vietata ai fedeli di leggere traduzioni in volgare protestanti unicamente dopo il problema Lutero, non prima del rinascimento, ed è stato fatto perché con una Bibbia in mano agli ignoranti si racconta quello che si vuole, i TdG sono la dimostrazione di questa pratica.

“asta dare un breve sguardo alla storia del cristianesimo per capirlo”

Infatti, ma bisogna conoscerla.

“idem per il papa.
é un concetto o una carica che nei primi secoli non esisteva anche se poi per comodità si è dato tale appellativo a tutti i vescovi della chiesa di Roma, questo vuol dire che molti di essi che vengono chiamati papi non hanno mai saputo di esserlo.”

Qui ci sono vari distinguo da fare. Il titolo “papa” è recente, non la sua funzione. Esso deriva da “papà”, perché così i cristiani di romana erano in rapporto col loro vescovo. Le funzioni del vescovo di Roma invece sono molto più antiche, basta leggere la lettera di Clemente ai cristiani di Corinto per sapere come stesse la situazione del primato nel I secolo.

“Questa è un breve resoconto storico della chiesa:
alla pentecoste nasce la chiesa in gerusalemme che come tutti sappiamo non è un fenomeno locale ma presto, prestissimo si estenderà in tutto l'impero grazie alla predicazione degli apostoli, cosi nasce la chiesa cattolica(dove cattolico sta per universale) la chiesa si espande rapidamente tra le comunità giudaiche della diaspora incontrando prima una mentalità giudaica(che fa nascere le prime controversie che vengono appianate con il concilio di gerusalemme, successivamente incontrando la cultura greca iniziano le prime influenze con filosofie platoniche e neoplatoniche,
nascono le prime eresie alle quali si fa fronte con i concili, vedi nicea, costantinopoli ecc.
poichè all'epoca esistevano le così dette chiese apostoliche, cioè quelle fondate direttamente dagli apostoli(antiochia,alessandria,efeso,ecc), si dava molto peso ai vescovi di dette chiese, per conciliare e mantenere unito e universale il carattere della chiesa.”

Fin qui è sostanzialmente corretto, ma quello fin qui espresso si basa su quello in cui tutta la patologia crede: la traditio e la successione apostolica tramite l’imposizione della mani, unico criterio per distinguere la Chiesa di Cristo dagli eretici, tale Chiesa esiste sono negli ortodossi e nei cattolici, tra i quali per altro a livello ufficiale non c’è neppure uno scisma ma solo una scomunica tra due invalida tra due vescovi (il patriarca Michele Cerulario e il legato pontificio Umberto da Silvacandida).

“Il crollo dell'impero d'occidente crea una condizione di isolamento della chiesa Romana, visto che Roma si ritrova ad essere l'unica chiesa apostolica occidentale, si auto attribuisce dei poteri decisionali, che trovano il favore dell'imperatore, ovviamente non senza interessi, visto che roma era anche la sede imperiale”

Questo invece è un pasticcio unico che non si da cosa voglia dire. La Chiesa di Roma si sarebbe attribuita il primato solo dopo il 476 d.C.(data delle caduta dell’impero)? Un delirio, basta leggere Ireneo che parlando della Chiesa di Roma tre secoli prima già diceva: “con questa Chiesa, in ragione della sua origine più eccellente, deve necessariamente essere d'accordo ogni Chiesa, cioè i fedeli che vengono da ogni parte — essa nella quale per tutti gli uomini è sempre stata conservata la tradizione che viene dagli apostoli.” (Adversus haereses 3, 3, 2)
O Ignazio, questo importante vescovo del I secolo che scrive all’inizio della sua lettera ai Romani: “La Chiesa di Roma presiede all’agape”, ove dice anche che a differenza delle altre Chiese non osa dare loro comandi perché li ebbero da Pietro e Paolo(IV,3), e che la Chiesa di Roma insegna alle altre(III,1).
“Pietro ha parlato per bocca di Leone”, esclamarono i Padri Conciliari greci a Calcedonia: è questa la fede della Chiesa, la successione apostolica. Ho persino trovato su un sito ortodosso che parlava di San Leone questa sofferta ammissione: “Ai tempi in cui la Chiesa d'Occidente era in comunione con la Chiesa indivisa, il Papa di Roma, in quanto vescovo della capitale dell'impero e patriarca d'Occidente, godeva di una certa priorità nella comunione della Chiesa ed era considerato, da tutti i cristiani, come il custode per eccellenza della tradizione apostolica, facendo da arbitro nelle questioni dogmatiche.” www.orthodoxia.it/agio_leone.php
Come si vede dunque sono gli ortodossi stessi che accettano il primato petrino, solo che oggi cercano di farlo passare con la formula primus inter pares.
Non ho tempo né voglia di riportare tutte le testimonianze del primato petrino prima della caduta dell’impero romano, sono decisamente troppe, così tante che c’è voluto un intero volume curato dal Falbo per raccoglierle (di cui consiglio ovviamente la lettura). Mi limito a dire quanto si possa essere irritati da gente che non sa una parola di greco o di latino e che gioca a fare lo storico senza conoscere le fonti, pregasi studiare e poi ne riparleremo.
Nel tuo post si dice che il fatto che la Chiesa di Roma si sia attribuita poteri decisionali trova il favore dell’imperatore: quale? Semmai è più corretto dire che emerge l’importanza di Bisanzio perché l’imperatore rimasto stava là e dunque ha fatto di tutto per accrescere l’importanza di quella Chiesa, si chiama cesaropapismo.

“'accettazione dell'autorità del papa da parte dei delegati orientali al concilio, viene rifiutata al loro rientro in oriente”

Non è esatto, non si tratta di “delegati” ma dei vescovi orientali in prima persona. I rappresentanti bizantini erano i seguenti: il patriarca di Costantinopoli, i vescovi di Eraclea, Efeso, Sardi, Monembasia, Trebisonda, Cizico, Nicea, Stauropoli, Tirnov (Bulgaria), Rodi, Amasia, Silistra (Romania), Melenic (Bulgaria), Maine (Peloponneso), un vescovo e un protopapas della Moldo-Valacchia (Romania), 2 vescovi della Georgia, il metropolita di Kiev Isidoro, il vescovo di Susdal. Ciliegina sulla torta: i patriarchi d’Alessandria, di Antiochia, e di Gerusalemme; i vescovi di Cesarea, di Side e di Sebaste avevano mandato a rappresentarli dei delegati e Gregorio di Mammas, il confessore dell’imperatore e futuro patriarca. Sei egùmeni, o procuratori dei monasteri greci (Athos, ecc.), 4 diacono di S. Sofia ed insigni laici tra cui l’imperatore Giovanni Paleologo, suo fratello Demetrio e Giorgio Scholario, che più tardi sarà nominato patriarca. Insomma c’era tutto l’ecumene. (Per la lista dei partecipanti Enciclopedia Cattolica, vol. V, pag. 418 ) Nella cattedrale di San Giorgio il 9 aprile 1438 si ebbe la prima sessione comune dei latini e dei Greci in cui fu promulgato un decreto, redatto in latino e greco, dove si sanciva l’ecumenicità del Concilio di Ferrara-Firenze.
Il fatto che molti vescovi bizantini non abbiamo mantenuto l’impegno di riunione firmato nella bolla d’unione è nuovamente a causa di motivi politici. Si attennero tuttavia al Concilio di Firenze Bessarione ed Isidoro di Kiev, nonché 3 patriarchi di Costantinopoli: Giuseppe II e i suoi successori Metrofane e Gregorio Mammas. Poi la memoria di Firenze cominciò a declinare…

“come del resto quasi tutte le chiese apostoliche verranno spazzate via dall'islam che farà la sua comparsa a partire dal 7° secolo e che ancora oggi domina incontrastato.”

L’esistenza di un episcopato è indipendente da quale stato governi la regione.

“visto che di fatto la chiesa non si confronterà più con gli altri in modo serio. La storia medioevale poi credo sia nota a tutti come il periodo più buio dell'umanità”

Queste affermazioni non hanno senso. In primis perché il cosiddetto scisma d’Oriente non è uno scisma ma la scomunica tra due persone, Oriente ed Occidente continuarono ad avere rapporti impensabili tra due chiese che l’archeologia bibliografica cui attingi riteneva scomunicate a vicenda. La divisione avverrà solo dopo, senza che il filioque c’entrasse molto, fu una separazione dovuta a motivi politici.Quando la Chiesa di Roma smetterà di confrontarsi con Bisanzio considerata ormai un'altra Chiesa il medioevo era quasi finito, oltre al fatto che non è il periodo più cupo dell’umanità solo nei pamphlet degli illuministi, da trent’anni ogni manuale di storiografia medioevale (se mai se ne è aperto uno) sostiene il contrario, iniziando con l’abbattere le sciocchezze: le milioni(!) di streghe bruciate, la tortura onnipresente, e tutti gli altri miti sull’inquisizione. Fu invece un periodo di luce e fioritura, sia per l’evoluzione rispetto al diritto romano precedente, sia dal punto di vista letterario, filosofico ed artistico.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 27/07/2006 12.31]

---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
27/07/2006 13:16
 
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RE x Francesca tuo post 10,15
Siccome Mario mi pare che non legga frequentemente la posta,l'ho avvisato anche nel forum.
L'Agenzia delle Entrate è meno fiscale di voi.
Saluti [SM=x570895]
27/07/2006 15:30
 
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Re: RE x Francesca tuo post 10,15

Scritto da: =omegabible= 27/07/2006 13.16
Siccome Mario mi pare che non legga frequentemente la posta,l'ho avvisato anche nel forum.
L'Agenzia delle Entrate è meno fiscale di voi.
Saluti [SM=x570895]



Puoi darmi del tu
[SM=x570865]
27/07/2006 15:46
 
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per poly

-Dopo le sciocchezze che mi hai scritto su Nicea via e-mail ancora non demordi

vedo però che non sono il solo a dire sciocchezze, infatti avevo proprio deciso di non intervenire più ma ad alcune idiozzie proprio non riesco a non intervenire.

comunque, io so che il discepolo di un falegname non fa il fabbro o il macellaio.

ciao.

[Modificato da mlarry 27/07/2006 15.47]

27/07/2006 16:22
 
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" vedo però che non sono il solo a dire sciocchezze, infatti avevo proprio deciso di non intervenire più ma ad alcune idiozzie proprio non riesco a non intervenire. "

Per sapere se dico idiozie dovresti conoscere l'argomento che tratti, ma non sei un antichista e nella tua e-mail su Nicea mi hai irrefutabilmente dimostrato che non conosci le fonti. Tu hai un'idea anarchica del cristianesimo che sembra presa da un libro di Bakunin più che da un manuale di storia, un concentrato di cliché da dogmatica vetero-protestante misti a un frullato di concetti sessantottini. So quello che credi di sapere, navigo nella disinformazione internettiana da anni. La filologia è un'altra cosa, le università anche.


[Modificato da Polymetis 27/07/2006 16.24]

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
27/07/2006 16:25
 
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x mlarry
ANCHE IO SONO IN DIFFICOLTA' . Diverse settimane fà posi a Trianello una domanda sulla fine della falegnameria di Giuseppe.
Non ci crederai,a tutt'oggi ancora niente! Mah!!! [SM=x570866] [SM=x570866]
27/07/2006 17:21
 
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Il fatto è, caro Omega, che con tutto quello che sta succedendo in questo periodo in zona non è facile ricevere notizie dalla Galilea. Pazienta ancora un poco.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

27/07/2006 17:29
 
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Re
L'ho capito sai che hai aspettato l'inizio del conflitto per non rispondermi!!!! [SM=x570867] [SM=x570867] [SM=x570867]
27/07/2006 18:35
 
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Caro Norberto, sinceramente non capisco perchè ti sei stupìto del mio approvare quella frase di berescitte, con quella risposta non volevo infatti dire che la posizione di bery in generale era come la mia, tutt'altro e le mie diatribe epistolari passate te lo dimostrano, ma quella frase dove si diceva che la verità assoluta non cell'ha nessuno, si che l'approvo, se tutti rimanessimo nell'amato relativismo comprendendo che siamo imperfetti e quindi possiamo sbagliare nelle nostre interpretazioni, si avrebbe maggior rispetto dell'altro, e questo naturalmente vale in primis proprio per bery e co...
Odio con tutto me stesso chi decanta di avere o di essere nella verità assoluta, questo rende le persone arroganti, presuntuose, orgogliose, vanagloriose, sarà il mio passato di tdg o la consapevolezza che per quanto ci sforzassimo di trovare questa verità è per noi impossibile trovarla nella sua interezza, resta il fatto che le persone migliori sono quelle che umilmente dichiarano di sapere ben poco della dimensione spirituale e che analizzano tutti i vari punti di vista senza scioccarsi se un altro la pensa in maniera diversa o opposta da noi.
Per lo scritto che mi hai mandato, non trovo niente di nuovo, comunque sottolineo che bisogna sempre differenziare i singoli dalla religione d'appartenenza qualunque essa sia, i buoni e i cattivi sono dappertutto, ovviamente se si appartiene ad una religione che conta un miliardo di persone i cattivi fanno numero, ma questo non significa che non ci siano altrettanti buoni dentro.
Se invece critichiamo l'organizzazione ecclesiastica (qualunque essa sia) o le sue dottrine, allora si che si puo fare, ma sempre con il dovuto tatto ed empatia.
Saluti Mario

[Modificato da (Mario70) 27/07/2006 18.38]


"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
27/07/2006 20:35
 
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re x mario
Volevo solo farti capire cosa difendono con tanta tenacia,il sistema insomma.
Ma forse è tutto inutile e conviene lasciar perdere.Sei d'accordo? [SM=x570892]
30/07/2006 08:12
 
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re re re
Rieccomi qui per postare uno scritto recepito on line.
Soddisfo così la curiosità di Francesca e di Siegil,però lo scopo principale di ciò è quello di indurre i lettori a certe riflessioni. Cosa difendo ? In cosa credo ? A chi ubbidisco?

Buona lettura

di Roberto Scarpinato, Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo.




La morte di mafia, le scelte di vita.

Il relativismo umanistico della democrazia, da difendere come libertà, rispetto e scelta di convivenza tra diversi. Il relativismo politeista della Chiesa come l’opportunismo di chi non sceglie, a vantaggio del potere. La criminalità del potere e i silenzi della Chiesa di fronte all’illegalità di massa delle classi dirigenti che genera l’illegalità di massa delle classi popolari. La ristrutturazione oligarchica e verticistica del potere, nella politica laica e nella Chiesa. La gestione mediatica delle masse, il popolo gestito demagogicamente dal potere.

Un affresco di temi chiave del nostro tempo. Lo scatto d’anima che sceglie da che parte stare tra vittime e carnefici.



Il dio dei mafiosi e dei dittatori

Sino all’età di quarant’anni circa, il mio rapporto con la religione ed il cattolicesimo è stato quello tipico dell’italiano medio, cioè assolutamente non problematico. In Italia, tranne poche minoranze, si è cattolici non per scelta ma per destino culturale. Si nasce e si muore senza interrogarsi quasi mai sui temi della religione. Si attraversa un’esistenza scandita dal succedersi di riti battesimi, matrimoni, comunioni, funerali dei quali si è smarrito il senso.

Riti che in fondo sembrano servire a tenerci compagnia, a non sentirci soli nella vita.
Ho preso a riflettere su questi temi quando, appunto verso i quarant’anni, ho iniziato a frequentare per motivi professionali gli assassini. Quando a volte mi chiedono: “chi frequenti”?, io sono solito rispondere: “frequento assassini e complici di assassini”.

Perché in realtà in questi ultimi quindici anni è stato molto di più il tempo che ho trascorso con loro, a interrogarli nelle carceri, a leggere le loro dichiarazioni, ad ascoltare le intercettazioni delle loro conversazioni, che il tempo che ho passato con i miei familiari e con le persone normali.

Frequentare gli assassini per me è stato illuminante, perché è stato come frequentare a lungo la morte, lo scandalo della morte. Mors magistra vitae: entrare in confidenza con la morte a volte ti consente di entrare in confidenza con alcuni segreti della vita.

Questa premessa è finalizzata a spiegare come e perché io abbia iniziato a riflettere su Dio, sulla fede, sull’etica cattolica, sul ruolo della Chiesa in Italia. Non per un innamoramento intellettuale, ma direi quasi costretto dalla dura realtà con la quale devo misurarmi ogni giorno, una realtà che quasi ti afferra per il bavero e ti costringe a porti delle domande e a darti delle risposte.
La prima volta che nella mia lunga frequentazione degli assassini mi accadde di dovermi confrontare col problema di Dio fu in occasione dell’interrogatorio di un collaboratore.

Si chiamava Francesco Marino Mannoia, era un trafficante internazionale di droga, un killer specializzato. Un mese dopo che aveva iniziato a collaborare con la giustizia, nell’ottobre dell’89, la mafia per ritorsione gli assassinò contemporaneamente la madre, la sorella e la zia.

Mi trovai a interrogarlo qualche giorno dopo. Era distratto. A un certo punto mi disse: “signor giudice, mia madre, mia sorella, mia zia non vengono più ad abitare i miei sogni. Non si fanno sognare da me. E io so perché: Dio mi punisce. Mi punisce perché io ho tradito”.
Il caso volle che qualche tempo dopo mi trovai a interrogare un altro mafioso, divenuto pure collaboratore, che era stato uno dei componenti del commando che aveva partecipato all’omicidio della madre, della sorella e della zia di Marino Mannoia.

Era un giovane distinto, componente del gruppo di fuoco ai diretti comandi della cupola di Cosa nostra. Questo ragazzo mi disse che lui aveva ricevuto un’educazione cattolica e che tutti i giorni, sin da quando era bambino, la sera diceva le preghiere. E recitava le preghiere anche quando tornava a casa dopo avere eseguito degli omicidi.

La cosa cominciava a complicarsi. Ma una spiegazione mi sembrò arrivare da un altro mafioso, si chiamava Mutolo, anche lui trafficante di droga, anche lui con una cinquantina di omicidi sulle spalle. Una volta andai a interrogarlo con la mia segretaria. E lui aveva un atteggiamento diverso.

Poco prima di iniziare il racconto dell’esecuzione dell’omicidio si rivolgeva alla mia segretaria e esordiva: “chiedo scusa, signora…”, dopodiché raccontava. Quando finì questo interrogatorio, io stavo riordinando le mie carte, lui d’improvviso si rivolse alla mia segretaria e le disse: “signora, mi dica una cosa, ma se lo Stato italiano entrasse in guerra con uno Stato straniero, ad esempio la Jugoslavia, e un soldato italiano uccidesse cento, mille nemici, lei lo considererebbe un assassino, o un eroe di guerra?”.

La mia segretaria rimase perplessa, lui non le diede neanche il tempo di rispondere perché aggiunse: “ecco, vede? Io mi sentivo come il soldato di uno Stato. Non mi interessava affatto il giudizio del popolo italiano. Come a un italiano che è in guerra con la Jugoslavia non interessa il giudizio del popolo jugoslavo. A me interessava il giudizio del mio popolo, e io mi sentivo in pace con la mia coscienza e con Dio”.

Potrei citare tanti casi analoghi, che sono noti alla stampa, come quello di un famoso capomafia, Aglieri, che durante la latitanza riceveva un frate che celebrava messa; così come potrei raccontare le tante esperienze di perquisizioni, eseguite subito dopo arresti di latitanti e la mia sorpresa nel vedere queste abitazioni le cui pareti erano quasi tappezzate da immagini religiose.

La questione per me si complica ulteriormente quando comincia la stagione degli assassini con il colletto bianco. Mi riferisco alla mafia borghese, alla mafia bianca. Cioè quelli che non sparano in prima persona, ma che proteggono gli assassini, li aiutano a evitare le condanne, fanno con loro affari lucrosi, e a volte chiedono agli specialisti della violenza materiale di eliminare qualche ostacolo che si trova lungo la strada e che non può essere eliminato per vie incruente. Il loro motto è: “Dio sa che sono loro che vogliono farsi ammazzare”. Mi è capitato di sentirlo più volte nel corso delle intercettazioni. E così mi accadde di conoscere anche questi sepolcri imbiancati, questi esponenti della borghesia mafiosa.

Ricordo uno dei più rinomati medici di Palermo, che diventò collaboratore e confessò di essere un capomafia. Lui frequentava la Chiesa e mi raccontava che suo zio, che pure era un capomafia, si recava a pregare sulle tombe di coloro che “era stato costretto ad abbattere”.

E poi venne la stagione degli uomini politici. Uomini politici potenti, importantissimi, anche di rilievo nazionale. E quale la sorpresa nel dovere constatare che questi uomini politici che avevano l’abitudine di recarsi ogni mattina a messa, negli intervalli di tempo partecipavano a summit con capimafia in occasione dei quali si decideva l’omicidio di altri uomini politici!
A questo punto sono stato costretto a pormi una domanda: ma come è possibile che carnefici e vittime preghino lo stesso Dio e che ciascuno di loro sia in pace con sé stesso? Ma poi ho chiesto a me stesso: ma di che cosa mi sto meravigliando?

A volte le cose sono davanti al nostro sguardo, ma noi siamo ciechi e non abbiamo occhi per vederle. Il mondo è pieno di assassini, ben più feroci di quelli da me conosciuti nella mia esperienza palermitana, che credono in Dio, sono cattolici praticanti, sono in pace con sé stessi e che muoiono nel proprio letto, convinti di avere bene operato, confermati in tale convinzione da preti e vescovi che mai li hanno criticati in vita e li hanno benedetti in morte.

Basterà qualche esempio: che dire del dittatore Pinochet, il quale ha sempre dichiarato di essere un buon cattolico, di essere in pace con sé stesso e con Dio, e di aver operato per il bene della patria?

E che dire dei generali argentini, che condannarono a morte migliaia e migliaia di giovani? Nel corso di alcuni processi alcuni di questi militari per esibire la loro patente di cattolicità raccontarono come loro avessero seguito le indicazioni del clero. E i giudici chiesero: in che senso? E i militari spiegarono: uno dei modi che veniva praticato per uccidere i dissidenti, per esempio i giovani che venivano prelevati all’uscita dalla scuola, era il cosiddetto vuelo. Si prendevano questi giovani, si caricavano su un aereo e poi si buttavano giù nell’Atlantico. Ma alcuni alti prelati ci dissero - aggiunsero gli stessi militari - che questo era anticristiano, non si potevano buttare giù queste persone così. Ci consigliarono di narcotizzarle, e noi le narcotizzammo.

Ma attenzione, il problema dei dittatori latinoamericani non può essere minimizzato, ridimensionandolo alla follia morale di alcune persone particolarmente efferate. Perché la storia insegna che le giunte militari argentine, brasiliane e cilene furono il braccio armato di borghesie latino americane che non hanno esitato a fare ricorso al genocidio di massa per difendere il sistema di privilegi che veniva messo in pericolo dalle rivendicazioni popolari. Borghesie di milioni di cattolici, praticanti, che ancora oggi considerano Pinochet, Videla e gli altri militari degli eroi della Patria: per questo motivo non è stato possibile processarli prima ed è difficile processarli oggi, perché processare loro è come processare un’intera parte della società latino americana.

Dunque, ritornando alle mie ben più modeste frequentazioni con gli assassini, di che cosa mi meravigliavo?!

Il quesito iniziale, ovvero com’è possibile che vittime e carnefici preghino lo stesso Dio e siano in pace con sé stessi, non riguardava più soltanto Palermo e la realtà mafiosa, ma si dilatava nello spazio e nel tempo diventando universale. Ed è un quesito che almeno per me esigeva una risposta.



Il politeismo occulto della Chiesa e l’elemosina della corruzione
La risposta che ho tentato di darmi è questa: in realtà vittime e carnefici non pregano lo stesso Dio. Pregano un Dio diverso.

Questo miracolo della moltiplicazione di Dio, della coesistenza di più Dio nella stessa Chiesa, avviene grazie al fatto che nella Chiesa Cattolica il rapporto tra Dio e il fedele è gestito da un mediatore culturale: un sacerdote, un prelato. Ogni strato sociale, ogni segmento della società, ogni tribù sociale esprime dal proprio interno culturale, sociale, il proprio mediatore culturale con Dio, che dunque è portatore della stessa cultura, della stessa visione della vita dell’ambiente che lo ha espresso.

Esiste così un Dio dei potenti, e un Dio degli impotenti. Un Dio dei mafiosi, e un Dio degli antimafiosi. Un Dio dei dittatori, e un Dio degli oppressi. Così in America Latina esistono prelati che siedono alla stessa mensa di dittatori genocidi e ne condividono le scelte, e quelli invece che stanno dalla parte degli oppressi, come monsignor Romero, e che si sono fatti ammazzare per tutelare le ragioni degli oppressi.

E in Sicilia c’è un padre Puglisi, ci sono sacerdoti come Nino Fasullo, pochi devo dire, e ci sono sacerdoti che invece condividono la cultura mafiosa, che celebrano messa in chiese affollate dal popolo di mafia e dalla borghesia mafiosa.
E poi ci sono i sacerdoti della cosiddetta palude, cioè quelli che non stanno né dalla parte della mafia, né dalla parte dell’antimafia, né con la destra, né con la sinistra, né col centro, ma che stanno solo dalla propria parte.

Ciascuno sceglie liberamente la propria Chiesa e il proprio Dio. Molto democraticamente.
Ci troviamo dinanzi ad un politeismo segreto ed occulto. Questo politeismo è segreto per l’occhio del mondo, ma è conosciuto dalle gerarchie ecclesiastiche che, tranne qualche eccezione, evitano accuratamente di scegliere e lasciano che i vari Dio convivano l’uno accanto all’altro.

A volte mi viene in mente la metafora del banco del casinò, che non perde mai perché punta su tutti i numeri: sul rosso e sul nero, e anche sullo zero. Questo non scegliere è possibile anche perché tranne poche eccezioni la predicazione evangelica ha un taglio generalista che consente a chiunque un approccio non problematico.

La predicazione nelle chiese, tranne delle eccezioni, è incentrata sul valore della famiglia, sulla morale sessuale, e su generici appelli alla solidarietà, all’amore per il prossimo, alla cosiddetta etica dell’intenzione, e a una carità comoda perché si traduce nella cultura dell’elemosina. Così la signora bene della borghesia mafiosa, paramafiosa ed affarista, che con i soldi delle tangenti del marito compra borse griffate Vuitton a tremila euro l’una mentre ottocento metri più sotto, nei quartieri popolari degradati c’è gente che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, si sente tanto buona perché regala vestiti dismessi griffati, probabilmente per fare posto ad altri acquisti, perché la sera organizza le serate della Croce rossa per raccogliere fondi, e perché ha adottato dei bambini all’estero versando 50 euro. La stessa signora non si sente assolutamente in colpa poi se non versa i contributi per la collaboratrice domestica.

I mariti, che evadono il fisco, che fanno soldi con la corruzione e con mille altri metodi illeciti, appropriandosi a man bassa di soldi pubblici destinati agli ospedali, alle scuole, destinati a strappare a un destino di mafia migliaia di persone, ascoltano le omelie domenicali che predicano l’amore per il prossimo con serena coscienza, compiacendosi della propria bontà per avere staccato un assegno di ventimila euro per la parrocchia, additati dal prete celebrante ai fedeli come esempio di buona cristianità.

Poiché la realtà supera sempre l’immaginazione, vorrei raccontare un episodio emerso nel corso di un processo durante tangentopoli.
Un famoso uomo politico, già Ministro della Prima Repubblica, deve operarsi per un grave problema cardiaco: deve recarsi negli Stati Uniti e non si sa se questa operazione molto difficile andrà bene o male. Quindi fa un voto alla Madonna: se l’operazione andrà bene regalerà alla parrocchia cento milioni di vecchie lire. L’operazione va bene. Il politico ritorna, chiama un imprenditore e gli dice che deve dare cento milioni alla parrocchia. L’imprenditore obietta: “ma perché glieli devo dare io?”. “Scusa - replica il politico - tu mi devi dare cento milioni di tangente? Invece di darli a me, li dai alla parrocchia, perché ho fatto un voto”. L’elemosina finanziata con i soldi della corruzione, da buon cattolico.

La cultura dell’elemosina non costa nulla! E perpetua le catene della schiavitù economica e della sottomissione ai potenti. La cultura dell’elemosina lascia le cose come stanno, si traduce in una acquiescenza all’esistente, in una complicità con l’ingiustizia sociale.

La cultura dei diritti e della legalità invece è scomoda, perché costringe a prendere concretamente posizione dinanzi ai potenti della Terra, quelli che occupano i vertici della piramide sociale, e che sono responsabili della ingiustizia sociale, della povertà e del degrado metropolitano, un moloch che costringe milioni di persone a sopravvivere in quartieri dormitorio che sono delle vere e proprie discariche sociali e dove a volte l’economia dell’illegalità (il contrabbando di tabacchi, la prostituzione, lo spaccio di stupefacenti) diventa un’economia della sussistenza.

Tantissimi trascorrono la propria esistenza in un continuo pendolarismo tra queste discariche sociali a cielo aperto e le carceri, altre discariche sociali al chiuso, assolutamente inumane ed anticristiane perché i detenuti sono costretti a vivere in celle sovraffollate, destinate a tre o quattro persone e dove si è invece costretti a stiparsi a volte anche in dodici, in condizioni di assoluta promiscuità.

Quali sono state, tranne poche eccezioni, le risposte delle gerarchie ecclesiastiche a tutto ciò? Silenzio dinanzi alla corruzione sistemica, grave peccato contro la solidarietà sociale. Silenzio dinanzi alla borghesia mafiosa e paramafiosa. Silenzio dinanzi all’illegalità di massa delle classi dirigenti che genera l’illegalità di massa delle classi popolari. Generici appelli ad una solidarietà che si traduce in una elemosina praticata con entusiasmo da queste stesse classi dirigenti: col denaro pubblico.


Chiesa e democrazia: due relativismi di segno opposto

Questo segreto ed occulto politeismo della Chiesa Cattolica produce a mio avviso un altro fenomeno segreto: il relativismo etico della Chiesa Cattolica. L’accusa che in questi tempi viene rivolta alla cultura laica è quella di una deriva relativistica dei valori. E qui bisogna chiarire. La democrazia si fonda sulla libertà di coscienza di tutti i cittadini. E su questo si basa la sua superiorità rispetto ad altri regimi politici. La libertà di coscienza determina il pluralismo culturale e il pluralismo dei valori.

Il relativismo dei valori quindi non significa nichilismo, disprezzo per i valori, ma al contrario il rispetto per i valori degli altri. Le istituzioni pubbliche sono il luogo nel quale i diversi relativismi si confrontano in modo trasparente. Per decidere quale relativismo deve prevalere su un altro, si adotta il principio della maggioranza. Ma per evitare che il principio della maggioranza si trasformi nella dittatura della maggioranza, e che quindi il relativismo della maggioranza diventi assolutismo, lo Stato democratico dei diritti prevede il frazionamento dei poteri, il loro reciproco bilanciamento e una serie di garanzie per le minoranze.

La democrazia può essere quindi orgogliosa del proprio relativismo. Il relativismo della Chiesa Cattolica invece a mio parere è occulto ed è tenuto segreto. Ed infatti mentre da un lato i vertici ecclesiastici rivendicano di essere depositari di una verità senza se e senza ma (nel campo di un’etica che si incentra oggi come ieri soprattutto sul terreno della gestione della sessualità, e su temi quali l’aborto, la fecondazione assistita, la contraccezione), e proprio sulla base di questa verità assoluta tentano di condizionare la legislazione statale, dall’altro lato, nelle chiese e nelle parrocchie di tutto il mondo Dio, la verità e l’etica cattolica si relativizzano, quasi balcanizzandosi.

Perché sui temi che riguardano la quotidiana fatica del vivere, il dolore del vivere causato dalla prepotenza e dalle ingiustizie sociali, a ciascuno è dato di scegliere il proprio Dio, e quindi la propria etica. Questo relativismo etico produce a mio parere una vera e propria scristianizzazione, una diserzione del cristianesimo. In tante, in troppe chiese, per milioni di fedeli, Dio parla per bocca di preti che frequentano senza problemi i salotti della borghesia corrotta e di quella mafiosa o le stanze del potere dei dittatori, e che riducono Dio a guardiano dei comportamenti da tenersi in camera da letto.

Perché meravigliarsi dunque se nel corso del maxi processo, durante un confronto il capo di Cosa nostra, Salvatore Riina, rivolgendosi a Buscetta l’accusò di essere immorale, perché Buscetta era un fimminaro che frequentava le donne. Riina era sincero, perché per lui la morale era la morale sessuale, tout court. E perché meravigliarsi, se nel corso di un’intercettazione mi è capitato di ascoltare un dialogo di questo genere: un mafioso che si reca precipitosamente a casa della moglie di un capomafia latitante e le comunica la propria preoccupazione perché tizio, pure mafioso, è entrato in una profonda crisi interiore e c’è pericolo che collabori.

Commento della moglie del mafioso: “se lui si deve pentire, si deve pentire dinanzi a Dio, e non dinanzi agli uomini, rovinando così dei padri di famiglia”. Ecco l’etica dell’intenzione, la dissociazione fra la morale del pulpito e la morale del confessionale.

Questo non scegliere, alla base del relativismo di molte gerarchie cattoliche - naturalmente ci sono sempre delle eccezioni illuminanti - non sempre è praticabile. A volte la realtà ha costretto le gerarchie cattoliche a scegliere. Ma la lezione della storia dimostra che non sempre questa scelta è stata a favore degli ultimi e degli oppressi, i quali sono stati abbandonati al loro destino. In occasione di un viaggio di lavoro a Buenos Aires, ho incontrato le cosiddette madri coraggio che da tanti anni protestano sfilando in silenzio dinanzi ai palazzi del potere, per chiedere giustizia per i loro cari.

Mi capitò poi di leggere su una rivista la lettera di una di queste madri. Era il tempo in cui la Spagna chiedeva l’estradizione di Pinochet per processarlo. Il Vaticano espresse la propria contrarietà. Ho conservato questa lettera, di cui voglio leggere un brano: “Lui, il Papa, che avrebbe dovuto alzare una parola quando c’era la violenza, la disperazione, la strage nelle nostre famiglie, lui che avrebbe dovuto generare tutta la reazione internazionale perché sapeva cosa stava accadendo, lui ha taciuto, abbandonandoci nelle mani degli assassini e dei torturatori. Solo noi sudamericani sappiamo bene che cosa è la curia argentina, cilena, sudamericana.

Ed ora che dopo tanti tentativi, tante speranze, pensavamo che si cominciasse finalmente ad ottenere qualche risposta internazionale alla nostra storia, al nostro dolore, ancora intatto, lui, finalmente dopo tanto silenzio, parla. Ma parla per sottrarre alla giustizia il capo dei nostri assassini, per dire no ad una condanna per i delitti aberranti, terribili che ci porteremo addosso per tutta la vita”.

È vero, in America Latina c’è stato anche monsignor Romero il quale è stato ucciso perché difendeva le ragioni dei campesinos. Ma mi pare che le gerarchie cattoliche non abbiano scelto monsignor Romero, se è vero, come è vero, che tutta la teologia della liberazione è stata messa a tacere. Che tutte le cattedre sono state chiuse, e se è vero come è vero che la beatificazione di monsignor Romero è rimasta bloccata per sette anni, mentre altre procedono molto velocemente (il risultato è che dai venti ai quaranta milioni di latino americani hanno abbandonato la Chiesa cattolica).


Il populismo mediatico delle oligarchie

Ma chi decide queste ed altre scelte? O chi decide le non scelte? Forse il popolo cattolico? Certamente no. E qui veniamo al nodo cruciale del rapporto tra democrazia e Chiesa. Credo che siamo tutti d’accordo su un punto (me ne sono convinto ancor di più leggendo proprio le riviste cattoliche): chiusa la breve parentesi conciliare, si è assistito ad una rivincita delle burocrazie dei vertici vaticani.

La storia postconciliare sembra riconnettersi con assoluta continuità alla storia preconciliare. Alcuni parlano del canto del cigno del cattolicesimo medioevale. Siamo ritornati alla restaurazione di una monarchia assoluta che concentra tutto il potere all’interno della Chiesa in un ristrettissimo vertice. Tra questo vertice e il popolo di base non esiste una vera corrente, una vera osmosi. Esiste una frattura fra questa realtà di base e i vertici, che sembrano sempre più autoreferenziali.

Mi pare che all’interno della Chiesa Cattolica si stia vivendo una vicenda analoga e parallela a quella che travaglia la storia del potere della laicità. Cioè una ristrutturazione oligarchica e verticistica del potere ed una gestione mediatica delle masse. A questi vertici sembra che il rapporto reale con la base non interessi. Il rapporto con la base invece di nutrirsi di una corrente ascensionale, di un continuo dibattito, sembra essere gestito mediante i media.

Un cattolicesimo sempre più ridotto a immagine mediatica, a miracolismo, a sceneggiati televisivi sulla vita dei santi. Vari minuti di Vaticano ogni giorno in Tv: dovrebbe far riflettere che i media di regime, che hanno silenziato chiunque si sia rivelato scomodo per il potere, che hanno censurato l’informazione sui fatti, che ignorano completamente le esperienze di base del popolo cattolico, invece fanno da megafono ai vertici vaticani.

Mi viene in mente una frase che una volta lessi: il vero nemico del cristianesimo non è stato Diocleziano, è stato Costantino. Gesù è stato ucciso democraticamente dal potere politico e religioso. Il processo a Gesù è emblematico: il popolo sceglie Barabba. Il popolo gestito demagogicamente dal potere. Gesù viene ucciso fisicamente dal potere ecclesiastico e politico e poi viene ucciso culturalmente dal costantinismo che lo fa diventare instrumentum regni.


La scelta

E allora il problema è quello di spezzare questo rapporto perverso tra fede e potere. Spezzare questo rapporto significa restituire la voce di Dio e di Cristo agli uomini perché nel corso della storia lo spazio tra l’uomo e Dio è stato troppo a lungo sequestrato dal potere. Credo che ciò sia compito soprattutto dei credenti.

E credo che i credenti per assolvere a questo compito debbano solo essere coerenti con l’insegnamento di Cristo, recuperare l’insegnamento antipotere di Cristo. A me pare che il nocciolo del messaggio di Gesù sia proprio la sfida ai potenti, affinché prendano atto della loro complicità nella sofferenza degli uomini.

Solo i poveri sono innocenti, disse, solo i miserabili sono senza peccato, solo chi non ha pane è senza colpa. E a proposito del dovere di scegliere, io credo che l’etica laica e l’etica cristiana coincidano. Sartre disse: l’etica consiste nello scegliere, noi siamo le nostre scelte.

E Gesù nel Vangelo (Luca, 12, 51) dice: voi pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione. Quale divisione? La divisione di chi sceglie. E sceglie di stare dalla parte degli ultimi e degli oppressi. Una scelta che si traduce nella carità attiva, per la cultura dei diritti, per la liberazione dalle catene del bisogno, una scelta che condannò Gesù a morte e che sempre nel corso della storia ha condannato a morte chi ha osato schierarsi contro il potere.

La lezione di Cristo dunque a me sembra esattamente opposta a quella curiale della non scelta o della scelta a favore del potere. A volte quando a Palermo mi capita di partecipare a cerimonie funebri, per commemorare le vittime di tanti omicidi mafiosi, mi guardo intorno e chiedo a me stesso: chissà quanti assassini, quanti sepolcri imbiancati ci sono qui, in questa Chiesa, accanto a me, in pace con sé stessi e con Dio.

In quei momenti chiudo gli occhi; e mi piace immaginare che un giorno qualcuno scriva sulle facciate di tutte le chiese di Palermo la stessa frase che un grande vescovo brasiliano scrisse sulla facciata della sua cattedrale:

il mondo si divide tra oppressori e oppressi. Tu, cristiano, che stai per entrare, da che parte stai?


fonte: www.adistaonline.it/index.php?op=numero&id=1624
_________________

[SM=x570892] omegabible
30/07/2006 10:53
 
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Scarpinato ha pubblicato questo articolo anche su Micromega, l'ho letto lì

(così Polymetis mi scomunica !!!!!!!!!)
30/07/2006 13:05
 
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re x ekidu
La verità non è mai un male,ma dalla sua conoscenza può derivarne un bene!
Ciao omegabible [SM=x570892]
30/07/2006 14:10
 
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"Regala un cavallo a chi dice la verità, gli servirà per scappare"



)Mefisto(
30/07/2006 20:32
 
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re x mefisto e enkidu
Quello scritto del Dott. Scarpinato,procuratore della Repubblica di Palermo,che avete letto poco sopra e da me condiviso,fà vedere al di là e al di sopra di ogni ragionevole dubbio,che il tessuto della nostra società è plasmato da questa pseudo-religione,il cui modus operandi non è dissimile da quelle persone che il giudice,dott. Scarpinato,è costretto a processare in base ad una legge LAICA.
Questo deve essere il centro delle vostre riflessioni!!! Poi,e qui mi riferisco a questo forum,dove dotti cattedratici,antichisti,teologi riescono sempre con la dialettica a rigirare la polpetta,queste persone che offrono o pensano di offrire a dei poveri TdG una via di fuga da una religione vessatoria,in realtà somministrano loro col pensiero,la interpetrazione e l'opinione,un'altra verità,quella che il giudice ha messo in evidenza, verità che plasma le coscienze ,in virtù di un potere terreno molto classista e che genera il tessuto di questa società.
Così il il povero TdG,dopo essere stato violentato per anni da una Società per azioni,viene sodomizzato da altre dottrine che fanno capo ad un'altra Società per azioni (chiamiamola così, và). Cambia la coreografia ecclesiale ma il succo è lo stesso.
Un pò di onestà almeno a livello intellettuale ci vuole,perbacco!! E' a questo punto che è d'obbligo un esame di coscienza!!!
Non sono arrabbiato,ma consentitemi di essere costernato!
Un caro saluto a tutti. omegabible [SM=x570892]
30/07/2006 20:54
 
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Perdonami, ma voler giudicare il Chiesa cattolica a partire dai casi di mafiosi che si dichiarano cattolici non è un po' come il voler dare un giudizio sulle Chiese evangeliche a partire da quei pastori evangelici che negli anni trenta si prodigarono a favore del nazismo (vedi i Deutsche Christen del Reichsbischof Ludwig Müller)?

[Modificato da Trianello 30/07/2006 20.55]


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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

30/07/2006 21:09
 
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Re: re x mefisto e enkidu

Scritto da: =omegabible= 30/07/2006 20.32
Quello scritto del Dott. Scarpinato,procuratore della Repubblica di Palermo,che avete letto poco sopra e da me condiviso,fà vedere al di là e al di sopra di ogni ragionevole dubbio,che il tessuto della nostra società è plasmato da questa pseudo-religione,il cui modus operandi non è dissimile da quelle persone che il giudice,dott. Scarpinato,è costretto a processare in base ad una legge LAICA.
Questo deve essere il centro delle vostre riflessioni!!! Poi,e qui mi riferisco a questo forum,dove dotti cattedratici,antichisti,teologi riescono sempre con la dialettica a rigirare la polpetta,queste persone che offrono o pensano di offrire a dei poveri TdG una via di fuga da una religione vessatoria,in realtà somministrano loro col pensiero,la interpetrazione e l'opinione,un'altra verità,quella che il giudice ha messo in evidenza, verità che plasma le coscienze ,in virtù di un potere terreno molto classista e che genera il tessuto di questa società.
Così il il povero TdG,dopo essere stato violentato per anni da una Società per azioni,viene sodomizzato da altre dottrine che fanno capo ad un'altra Società per azioni (chiamiamola così, và). Cambia la coreografia ecclesiale ma il succo è lo stesso.
Un pò di onestà almeno a livello intellettuale ci vuole,perbacco!! E' a questo punto che è d'obbligo un esame di coscienza!!!
Non sono arrabbiato,ma consentitemi di essere costernato!
Un caro saluto a tutti. omegabible [SM=x570892]



Omega devo dare ragione a trianello

anche il giudice Rosario livatino ammazato nel 1989 dalla mafia era un cattolico praticante, e cos Borsellino

è vero che la chiesa smebra tiepuida su certi temi a volte, nel 1993 Giovanni paolo II disse ai mafiosi pentitevi, ma "approfittò" del clima creato dalle stragi, nel 1982 andò in Sicilia DOPO l'oMICIDIO dalla chiesa e NON PRONUNCIO' MAI la pèarola mafia

ma riopeto i limiti delle persone sono questi e ci son in tutte le religioni

c'è una intercettazione tra berlusocni e Cuffaro (che avverte i mafioso guttadauro che ha le microspie in casa) e Berlusocni prima rassicura CUffaro che i giudici dio palermo sono orientati bene (chi glieo ha detto? con che diritto?) poi Cuffaro dice " ogni giorno quando faccio dire la messa, prego per te) ed io ho pensato, che io e cuffaro siamo uniti spiritualmente nella preghiera.............
Beh, niente è impossibile a Dio e non devo giudicare (come cristianoi, perchè i fatti sono fatti)
30/07/2006 21:22
 
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re x Trianello e enkidu
Contenti voi........!!!!! [SM=g27816]

l'avete letta bene la mia firma in fondo a ogni mio post.
Pare di no.. Pazienza!! [SM=x570892]
31/07/2006 10:15
 
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“Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa”.

cardinale Joseph Ratzinger ora papa Benedetto XVI
31/07/2006 22:36
 
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re x Francesca
Cara Francesca, quanto hai postato,al di là della prima impressione di carattere emotivo,in realtà racchiude solo il vento. Vento che butta i capelli negli occhi e non ti fà vedere le cose come stanno. Se io picchiaasi la moglie,sodomizzassi i miei figli e li riempissi di botte e poi la sera dicessi :
"abbi pietà di me Signore";questo potrebbe essere lodevole.
Ma se io il giorno dopo ricominciassi la solita tiritera,non penso che la frase detta la sera prima abbia qualche valore!!
Non trovi??? Parole,parole,parole....mi ricorda tanto la canzone di Mina. Ottima cantante,vero?.
Con ogni affettuosità omegabible [SM=g27828]
31/07/2006 23:27
 
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Saggiamente :-) Francesca riporta:

“Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa”.
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Per la prima volta sono d’accordo con Francesca. Ogni tanto tra i cattolici del Forum ci vuole qualcuno che li richiami a stare con i piedi a terra. Il “moderatore” qui ha visto bene !!
Il Sig. Ratzinger ha ragione quando intravede la Chiesa cattolica come una barca che fa acqua da tutte le parti.
Nel campo cattolico c’è più zizzania che grano. Giusto.
La Chiesa è sporca dai gesti di tanti cattolici. Giusto.
Sono tanti cattolici che tradiscono dopo tante vane e roboanti parole. Giusto.
Sì. Il Sig Ratzinger ha visto bene. E’ proprio la Chiesa cattolica.

Ciao
Maurizio
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