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Il giorno lo conosce solo il Padre!!

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2006 18:08
10/05/2006 21:02
 
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Un’accusa molto frequente che viene mossa dai Testimoni di Geova nei confronti dei loro detrattori è che lanciano delle false invettive contro l’Organizzazione apostrofandola come ‘falso profeta’ per motivi quali le datazioni della fine del mondo attuale. A dire dei Tdg, il 1914, il 1925 e le altre date della ‘fine del mondo’ erano dei calcoli che venivano fatti spiegando la Scrittura e fornendo una certa esegesi di alcuni passi biblici. Questo, dicono i Tdg, non è falsa profezia, in quanto la profezia deriva da un’ispirazione dello Spirito Santo, il quale sospinge il profeta a parlare rivelando le premonizioni di Dio. Siccome la WTS non ha mai dichiarato di essere ispirata allora l’accusa di ‘falso profeta’ è falsa in toto! In sostanza questi Tdg ammettono che il CD si sia sbagliato (e vorrei anche vedere nelle date che avevano indicato non è successo un bel nulla!) ma negano che si sia macchiato di falsa profezia.

Per dimostrare quanto affermato, prendono l’esempio del fedele profeta Natan. In 2° Samuele 7.1-3 si legge:


E avvenne che, quando il re dimorava nella sua propria casa e Geova stesso gli aveva dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, 2 il re disse dunque a Natan il profeta: “Vedi, ora, io dimoro in una casa di cedri mentre l’arca del [vero] Dio dimora in mezzo a teli di tenda”. 3 A ciò Natan disse al re: “Tutto ciò che è nel tuo cuore, va, fallo, perché Geova è con te”. (il grassetto è mio)



Questo è l’episodio in cui il Re Davide rendendosi conto che Geova non ha una dimora onorevole ha l’intenzione di costruirGli una casa adeguata. In pratica ha l’idea di edificarGli il Tempio. Natan il profeta dice a Davide che Geova è con lui!


12 Quando i tuoi giorni si saranno compiuti, e dovrai giacere con i tuoi antenati, allora certamente susciterò dopo di te il tuo seme, che uscirà dalle tue parti interiori; e in realtà stabilirò fermamente il suo regno. 13 Egli è colui che edificherà una casa al mio nome, e io di sicuro stabilirò fermamente il trono del suo regno a tempo indefinito. (il grassetto è mio)



Questa è la parola di Geova al profeta, il quale dice invece che in realtà non sarebbe stato Davide a costruire il Tempio ma suo figlio, che poi sappiamo essere Salomone.

I Tdg dicono che Natan quando disse a Davide che Geova era con lui, il profeta non era ispirato da Dio quindi non profetizzò. Perciò non si macchiò di falsa profezia. Allo stesso modo siccome il CD non ha mai detto di essere ispirato anche i suoi calcoli sul 1925 o 1975 non sono delle profezie false ma sono solo degli sbagli umani. Altrimenti, concludono questi Tdg, se il CD è un falso profeta anche Natan lo dovrebbe essere visto che ha fatto affermazioni che poi si sono rivelate sbagliate.
L’accusa di ‘falsa profezia’ è perciò infondata. Questo il pensiero dei Tdg.

Le cose stanno realmente così? E’ proprio vero che il CD non si sia macchiato di falsa profezia? Riflettiamo per un attimo! Natan quando venne interpellato da Davide non aveva ancora ricevuto nessuna voce da parte di Dio, perciò egli fece semplicemente un’affermazione fatta tanto per dire, pensando che siccome un Tempio poteva solo essere una cosa gradita agli occhi di Dio, sicuramente Dio era con lui. Altri tipi di pensieri non ne poteva a vere.
E’ come se qualcuno oggi mi dicesse: “Guarda voglio dedicare tutta la giornata di domani alla sola preghiera a Dio senza alcuna distrazione. Non voglio né lavorare né mangiare né far altro, voglio solo pregare Dio. Tu cosa ne pensi?” Anch’io gli avrei risposto: “Va tranquillo, Dio è con te!” L’idea che Dio abbia altri progetti per lui non mi sfiorerebbe nemmeno. La stessa cosa valeva anche per Natan. Perciò egli non profetizzò proprio un bel nulla ma usò un’espressione gergale di circostanza.

Si può dire la stessa cosa del CD? Ma neanche per sogno! Il CD con i suoi calcoli è andato dichiaratamente contro la Bibbia e il suo insegnamento! E la cosa più riprovevole è che l’ha fatto con consapevolezza! Leggiamo Matteo 24:36,37:


36 “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. 37 Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo.



Ecco cosa disse Gesù. Nessuno poteva sapere quando il Giorno del Giudizio sarebbe arrivato. Il CD facendo calcoli si è messo proprio contro la Bibbia, la quale era chiara in questo! Natan invece quando disse a Davide che Geova era con lui, mi dite quale diavolo di scrittura aveva contraddetto? La sua era solo una semplice affermazione data dalle circostanze ma non fece congetture che andavano palesemente contro la Parola di Dio!

E il CD conosceva molto bene quele parole, tant’è che a proposito di Matteo 24:36-37 nella Torre di Guardia del 1/2/1969 con sfacciataggine dice:


“Questo non è il tempo di scherzare con le parole di Gesù che “in quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre”… Al contrario, è un tempo in cui ci si dovrebbe vivamente rendere conto che la fine di questo sistema di cose sta per giungere rapidamente al suo violento termine…”



E si avrebbe anche il coraggio di paragonarlo a Natan? Ma se Natan avesse avuto dei Rotoli Sacri che dicevano che Davide non avrebbe costruito il Tempio lui non si sarebbe mai sognato di assicurare a Davide che Dio era con lui. Invece il CD si scontra proprio coi Rotoli Sacri! Ecco perchè può essere giustamente definito un ‘falso profeta’. Egli faceva calcoli e congetture che andavano contro le profezie della Parola di Dio.

Oggigiorno, però, il CD ritiene che non sia più il caso di fare calcoli o date. Evidentemente ha imparato a sue spese quanto questo possa rivelarsi deleterio, visto che dopo la delusione del 1975 tanti Tdg hanno abbandonato l’Organizzazione. Perciò non contraddice più la Bibbia e non si macchia di falsa profezia, ma…

…ne siamo veramente certi?? [SM=x570868]

Io avrei parecchi dubbi al riguardo e non perché sono a conoscenza mediante nuove riviste di altre date che il Cdsta caldeggiando in questi ultimi mesi! No, affatto! Sono certo che il CD ancora oggi si sta macchiando di falsa profezia e proprio a motivo di una cosa che tutti quanti abbiamo davanti al naso e non ce ne siamo mai accorti!

Il 1914!!


Che cos’è il 1914? E’ l’anno in cui Gesù ha cominciato la sua parousia ovvero la sua ‘presenza invisibile’. Ora mettiamo da parte per il momento la polemica relativa al senso vero del termine ‘parousia’ nella Bibbia. Partiamo dal presupposto che la WTS abbia ragione e il suo significato sia giust’appunto ‘presenza’. Torniamo un attimo al testo di Matteo 24.36-37 e leggiamolo con attenzione:


36 “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. 37 Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. (il grassetto è mio)



Notato il grassetto? Gesù sta parlando della sua ‘parousia’, nella TNM tradotta ‘presenza’ al versetto 37, e che cosa dice? Che nessuno conosce il giorno e l’ora della sua ‘Parousia’!! Già! Non della sua seconda venuta, bensì della sua ‘parousia’, ovvero ‘presenza’. Ora se la Bibbia dice che nessuno può saperlo, com’è possibile che i cari signori di Brooklynn abbiano scoperto che la ‘parousia’ comincia nel 1914? Non stanno contraddicendo le parole di Gesù Cristo? Non si stanno macchiando di falsa profezia?

Ebbene sì, cari amici miei, proprio con la dottrina strainsegnata dai Tdg nella loro predicazione riguardo all’anno 1914, la WTS sta dimostrando in modo inequivocabile di essere un FALSO PROFETA!

Voglio precisarlo perché molto spesso si pensa agli anni 1925, 1975 e simili quando invece proprio davanti ai nostri occhi si compie l’opera della falsa profezia del CD! Il 1914 è la zappa sui piedi che dimostra quanto i Tdg siano lontani dalla Bibbia, dalla Verità e non ultimo da Dio.

Questa è la conferma più vistosa!

Che ne pensate?

[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 10/05/2006 21.21]

La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
10/05/2006 21:27
 
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ciao bicchy, [SM=x570868]
mi sembrava che Matteo 24:36-37 dai TdG sia riferito alla fine di questo sistema di cose con la guerra di Armagheddon, la cui data precisa nessuno conosce anche se ci sono segni evidenti (secondo loro!) che questa data sia molto vicina, non al 1914
ciao Siria [SM=x570892]
10/05/2006 21:41
 
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Cara Siria dici bene! Il 1914 è l'anno dell'insediamento al trono di Cristo in cielo mentre è del Giorno del Giudizio che i Tdg dicono che non si sa nè il giorno nè l'ora.
Ma allora le cose sono due, o hanno sbagliato a tradurre 'parousia' con 'presenza' oppure sono dei falsi profeti.
Se prendi la TNM nei passi di Matteo 24 noterai che il vocabolo greco 'parousia' è tradotto con 'presenza' e non con 'venuta' come il tenore del contesto porterebbe a far comprendere. Siccome la 'presenza' è iniziata nel 1914 (così dicono i Tdg), allora Gesù ha detto una bugia, visto che i Tdg oltre al Padre sanno quando è cominciata la 'parousia' di Cristo.
Altrimenti allora la 'parousia' non è affatto una 'presenza invisibile' ma la semplice seconda 'venuta' di Gesù nel Giorno del Giudizio (come insegnano tutte le altre religioni cristiane).

Quello che voglio dire è che delle due cose 1) parousia = presenza e 2) CD non è un falso profeta, una delle due è falsa. Non possono stare in piedi contemporaneamente. O la TNM toppa totalmente nella sua traduzione e quindi tutta l'impalcatura dottrinale relativa al Regno di Cristo nel 1914 con i segni del segno composito di Gesù va a farsi benedire, oppure la WTS si macchia ancora di falsa profezia, tant'è che afferma di sapere quando inizia la 'parousia' quando Gesù ha detto che NESSUNO poteva saperlo.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
10/05/2006 22:29
 
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ciao,
i TdG con cui ho parlato mi hanno detto che la parusia è la seconda venuta visibile di Gesù, non quella invisibile del 1914. [SM=x570876]
Certo che si arrampicano proprio sugli specchi!
Per es in 2 Tessalonicesi 2:1-2 l'apostolo Paolo parla della parusia di Gesù ma nella TNM il versetto 2 termina parlando del giorno di Geova;
....ma possibile che non si accorgono di tutte queste incongruenze [SM=x570881]
ciao Siria [SM=x570865]
10/05/2006 23:01
 
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Di ai fratelli che vengono a farti visita che il Copro Direttivo è di opinione diversa dalla loro.


Dal libro “Vicina la salvezza del’uomo dall’afflizione mondiale”

Fino a questo giorno le chiese settarie della cristianità si attengono alla comune traduzione del termine greco parousía, che rendono “venuta”. Nell’attendere la sua venuta, se pure l’attendono affatto, visibilmente nella carne, esse si rifiutano di discernere la “presenza” invisibile, spirituale di Gesù Cristo nel potere del Regno dal termine dei Tempi dei Gentili nel 1914. Questo ha dato modo agli schernitori di schernire l’idea della promessa “presenza” di Cristo e di asserire che hanno ragione di non credere, dicendo: “Dov’è questa sua promessa presenza [parousía]? Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione”. — 2 Pietro 3:4.



Come si può vedere la ‘parousia’ è iniziata nel 1914, anno in cui terminano i tempi dei Gentili. Perciò la Parousia non ha niente a che vedere con il giorno del Giudizio. E anche volendola mettere in associazione con esso, dicendo che non si sa quando ne sia il suo culmine (cioè quando Cristo arriva davvero!) e quindi non si sa ‘qual è il giorno e l’ora’ allora dì loro che se la Parousia abbraccia un periodo di tempo, essendo che Gesù disse che NESSUNO sapeva allora non si dovrebbe poterne conoscere la fine così come l’inizio. Anche il solo riferimento a un anno esatto per l’inizio della presenza di Cristo è dare della bugiarda alla Parola di Dio.

Poi c’è una cosa che non capisco se la ‘parousia’ è la venuta di Gesùil giorno del Giudizio allora perché TNM la rende con ‘presenza’?


Torre di Guardia 1/01/1975 pagine 15-16

La pa•rou•si´a o “presenza” del Signore Gesù Cristo è, perciò, la sua presenza o visita come Re, invisibilmente, nel potere e nella gloria regali. Ci vuole dunque un “segno” affinché le persone sulla terra discernano quella presenza. Gesù, secondo il suo modo caratteristico di prestare benigna attenzione a tutte le domande fatte dai suoi discepoli, diede loro una risposta ancor più completa di quanto non si attendessero. Gli interi capitoli ventiquattro e venticinque di Matteo, insieme ai racconti paralleli di Marco capitolo 13 e Luca capitolo 21, forniscono molti particolari sul “segno” della sua presenza.



Un’altra prova che la ‘parousia’ è la presenza invisibile e non la venuta di Gesù. Altrimenti la rivista non parlerebbe del 'segno' ovvero il 'segno composito' che deve avvenire proprio a partire dal 1914! Perciò i cari Tdg che vengono a farti visita dovrebbero studiare meglio le riviste del CD se vogliono restare nei binari dell’insegnamento della loro religione. Altrimenti che se ne fondino una tutta loro!

Ma è mai possibile che non ammettino francamente che la TNM sbaglia? Purtroppo non lo metterebbero mai minimamente in dubbio dato che con i calcoli dei Tempi dei Gentili (dai 7 anni profetici del grande albero di Nabucodonosor) e la collezione delle sciagure che la WTS ha racimolato dall’anno 1914 in poi hanno convinto ‘fin nelle viscere’ tutti i fratelli che le profezie riguardo all’anno 1914 si sono adempiute. I Tdg ne sono certissimi e non lo dubitano perché ‘lo hanno constatato coi loro occhi’.
In realtà basterebbe riflettere più attentamente rendendosi conto che nulla di nuovo c’è sotto il sole se non la più massiccia diffusione dei canali d’informazione, i quali paiono far apparire che il ventesimo secolo sia il più disastroso ma soltanto perché le notizie sono più diffuse.

In realtà i secoli più disastrosi si sono avuti nel passato. Basta pensare al 1500-1600 come la peste ha ucciso molte più persone delle due guerre mondiali messe assieme. Basta pensare alle guerre dei 100 anni fra Inghilterra e Francia e alle guerre nel secoli XVII° e XVIII° per scoprire quanto i conflitti dei secoli passati abbiano mietuto più vittime di quelli che vanno dal 1914 in poi. Basta ascoltare i sismologi per sapere che i terremoti nell’ultimo secolo sono stati molto meno numerosi e meno intensi rispetto ai secoli passati.

E con tutte queste cose da tenere a mente che fine fanno i cosiddetti punti fermi dei Tdg?

Una volta liberati dall’effetto bombing dell’escatologia geovista forse cominceranno a essere più scettici e a porsi domande e, magari, capiranno le contraddizioni in cui hanno sempre creduto ma che prima non riuscivano a vedere.

Speriamo.
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10/05/2006 23:59
 
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Presenza (invisibile) dal 1914?
Scusate la mia "ignoranza":
Ma non aveva detto Gesu:
"...Ed ecco io sono con voi tutti giorni, sino alla fine del mondo." (Mt. 28:20) ?????

[Modificato da salvian 11/05/2006 0.01]

11/05/2006 04:09
 
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Evidentemente, per i TdG queste parole del Maestro non contano nulla, visto che parlano della Grande Apostasia. Cristo si sarebbe addirittura assentato per quasi venti secoli dal mondo, altro che stare assieme ai suoi fratelli tutti i giorni fino alla fine!!!

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11/05/2006 09:26
 
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Il giorno lo conosce solo il Padre ma..."Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e conoscenza." Col 2:3

Credo sia una leggera contraddizione, non credete?

11/05/2006 09:46
 
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Secondo S. Agostino, quella di Gesù è un'ignoranza "funzionale": qui Lui sta ammaestrando i discepoli e non rientra nei Suoi compiti quale Maestro quello di istruire gli uomini sul giorno e l'ora della Parusia.
Inutile dire che io condivido questa interpretazione.

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Deus non deserit si non deseratur
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11/05/2006 16:05
 
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La spiegazione di Agostino mi pare plausibile, ma c'è anche un'altra spiegazione che si collega alla precedente. In Atti 1:7 è scritto " «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità". Ovvero solo il Padre conosce, nel senso, che ha l'autorità di decidere il giorno e l'ora del ritorno del Signore. Un pò come il piano di salvezza: il NT insegna che è stato il Padre a progettare questo piano, a preparare l'Agnello prima della fondazione del mondo, ed il Signore Gesù l'ha portato a compimento. Quindi in Mr 13:32, Gesù sta sottolineando questa verità .

[SM=g27811]

http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
11/05/2006 20:42
 
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Come hai notato tu, le due cose sono strettamente collegate.
[SM=g27817]

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15/05/2006 13:39
 
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Re:

Scritto da: Mazzingazeta 11/05/2006 9.26

Il giorno lo conosce solo il Padre ma..."Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e conoscenza." Col 2:3

Credo sia una leggera contraddizione, non credete?



Nessuna contraddizione, tuttavia non concordo del tutto con le spiegazioni sopra date. Permettetemi però una premessa. Uno degli errori più comuni nel leggere il Nuovo Testamento non è solo quello di leggerlo letteralmente ma anche quello di leggerlo uniformemente, ovvero come se fosse stato scritto in un solo unico istante e tutto quello descritto sia racchiudibile in un altro unico istante invece di essersi dispiegato nel tempo, per cui un versetto equivale tout-court all'altro. Il Cristo di cui parla Paolo è il Cristo già risorto, asceso al cielo e glorificato dal Padre, alla cui destra siede. Così che quando Paolo parla di Gesù lo legge già alla luce del Cristo glorificato, ovvero del Cristo che ha rivelato completamente se stesso e la propria missione. Precisato questo, quando Gesù dice che solo il Padre conosce il giorno, è ancora il Gesù che cammina sulla terra e non si è ancora pienamente rivelato, è ancora il Cristo kenotico che non ha ancora portato a compimento la sua missione. Per capire allora come non vi sia contraddizione fra le due cose sopra riportate, dobbiamo partire dal concetto di unione ipostatica in Cristo. L’espressione unione ipostatica sta a significare che l’unione della natura umana con la natura divina di Cristo si realizza nell’ipostasi, cioè nella Persona. Con questo diciamo che l’unione non è nella natura, ovvero le due nature, divina e umana, non si mescolano, ma che c’è unione delle nature perché entrambe appartengono alla stessa persona. Cristo è vero Dio e vero uomo, totalmente Dio e totalmente uomo, senza confusione, come mirabilmente affermò Sant’Agostino: “Colui che è Dio, è uomo; e colui che è uomo, è Dio; non per mezzo della confusione delle nature ma nell’unità della persona” . Questo significa che quando diciamo che il Verbo, che è Dio, si è fatto carne, come leggiamo in Gv 1,14, non intendiamo dire che la divinità si sia trasformata in umanità, cosa impossibile giacchè Dio è immutabile , ma che quella carne è carne del Verbo, da esso assunta, pertanto divinità e umanità appartengono allo stesso soggetto o persona, il Verbo incarnato, Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, che esiste in due nature. Ritengo inoltre importante e interessante sottolineare che l’unione ipostatica si è realizzata nello stesso istante in cui l’umanità di Gesù fu concepita e che non è mai stata interrotta, neanche durante la passione e morte di Gesù, e che mai lo sarà: “Dall’inizio e per sempre la divinità si è unita al corpo e all’anima di Cristo” . Questo significa che il Verbo non assunse un uomo che era già stato concepito a questo scopo, e tantomeno lo ha divinizzato, ma il concepimento dell’umanità (creazione dell’anima insieme al corpo formato nel seno di Maria Vergine) e l’assunzione di questa umanità da parte del Verbo furono simultanei, ovvero il Figlio di Dio fu concepito come uomo per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine: se così non fosse Maria non sarebbe Theotokos, Madre di Dio, come invece è. Se dunque il Verbo è eterno, l’uomo Gesù non ha avuto un’esistenza propria prima di essere l’umanità di Dio: la natura umana di Gesù non fu assunta nel senso che prima fu creata e poi assunta, ma fu creata nell’assunzione stessa.
Cristo è veramente uomo e pertanto ha tutte le facoltà che la natura umana possiede. Questo significa che non solo Cristo aveva un corpo umano come tutti noi, con tutte le caratteristiche fisiologiche che gli appartengono, ma anche una vera anima umana, che non venne annientata o sostituita con l’assunzione da parte del Verbo, ma rimase integra nella sua essenza ontologica e nella sua piena libertà . Cristo aveva dunque veri sentimenti umani, di indignazione, gioia, tristezza ecc. Assumendo la natura umana, il Figlio di Dio volle assumere con essa tutte le caratteristiche naturali dell’umanità, tra cui anche la passibilità e la mortalità, così che per la comunicazione degli idiomi possiamo dire che il Figlio di Dio è morto per noi, con il che si intende che è morta l’umanità di Cristo, non certo la divinità, il Verbo eterno. Inoltre Cristo era totalmente libero dal peccato, per cui la sua capacità di soffrire e di morire non fu una conseguenza del peccato, ma della natura che Egli, come discendente di Adamo, volle assumere priva dei doni preternaturali, per poterci così redimere attraverso la sua Passione e morte. Essendo Cristo veramente uomo, ed essendo la sua umanità integra, questo significa che la volontà umana persiste in Lui e si affianca docilmente, nella sua piena libertà, a quella divina, alla quale si sottomette, senza alcun contrasto. Ma se vi sono in Cristo due nature, quella umana e quella divina, e la natura umana è integra, ovvero mantiene la sua anima, la sua intelligenza, la sua libera volontà, si potrebbe essere tentati di credere che in Cristo vi siano due Io, uno divino e l’altro umano. Sarebbe un grave errore. In Cristo vi è l’unità ontologica della persona, non è un soggetto sorto da due, ma un soggetto esistente in due nature, l’unità viene dal soggetto, non dalle nature. Questo significa che se la natura umana di Cristo è perfetta, tuttavia essa non forma una persona umana in quanto non sussiste di per sé, non esiste in virtù di un atto di essere proprio, ma in virtù dell’essere divino del Verbo, ovvero è la Persona del Verbo a far esistere la natura umana di Gesù. La perfetta e completa natura umana di Cristo non costituisce dunque una persona umana, perché la sussistenza, che è l’elemento costitutivo della persona, è realmente distinta dalla natura e in Gesù il Verbo fa sussistere in Se stesso la natura umana. All’umanità di cristo non manca nulla, in quanto natura umana, per poter costituire una persona umana: è, lo ripetiamo, un’umanità perfetta. Se Dio sostituisse l’azione diretta del proprio essere sull’umanità di Gesù con un atto di essere creato, l’unione ipostatica si interromperebbe e la natura umana di Gesù inizierebbe a costituire una persona umana. Questo non avverrà mai, ma questo serve a comprendere come pur non essendo una persona umana, Gesù è un uomo completo e perfetto. Cristo è Persona divina e tutta l’attività di Gesù, sia quella umana che divina, è attività della persona divina del Figlio. Quanto detto sinora ci porta a capire facilmente come, essendo l’Io - in quanto coscienza psicologica di sé - espressione della persona intera, in Cristo non vi siano due Io, quello divino e quello umano, ma un solo Io: “(in Gesù) c’è una sola persona, un solo Io vivente e operante in una duplice natura, divina e umana” . Dall’unità ontologica della sua Persona deriva anche la sua unità psicologica. Quanto detto sinora vuol dire che la Persona del Figlio possiede la natura umana nel modo come una persona possiede la propria natura: Egli è stato coinvolto nel modo di esistere umano tanto che il suo essere Figlio è oramai essenzialmente “compromesso” dal suo essere uomo. La sua persona è questa e non altra: il Figlio di Dio con la natura umana in tutte le sue componenenti. Non esiste un altro Verbo eterno. La natura umana sussiste nel Figlio nel senso che è stata fatta propria dal Figlio come ogni natura è sostenuta e posseduta dalla persona o soggetto. Il solo centro di unità e di personalità di tale natura è il Figlio, e tale natura sussiste solo come Figlio di Dio, il quale esiste, vive e si esprime secondo la natura umana, alla quale comunica così la sua situazione filiale . Sottolineo tuttavia ancora una volta come il Figlio, in quanto persona divina e sussistente, rimane inalterato e pienamente perfetto nella sua realtà di persona divina. In Cristo quindi, la natura umana razionale, conscia e libera, non è soggetto in sé ma solo principio prossimo e funzionale in ordine al soggetto divino, che è principio ultimo fondamentale. E’ questo soggetto divino che si esprime anche attraverso la conoscenza e le attività umane. Niente è sottratto alla psicologia umana, tutte le sue espressioni però sono riconducibili all’Io divino. La dinamica psicologica di Cristo si svolge come tutte le altre, con la sola differenza che il suo sviluppo non è sostenuto da un soggetto umano, ma da un soggetto divino, che è il Figlio di Dio fatto uomo. In Cristo esiste perciò, anche secondo l’aspetto psicologico, una profondissima unità d’azione e di sentimenti, i quali tuttavia si diversificano e si muovono secondo le varie funzioni della psiche umana, venendo poi a unificarsi nell’unico Io, come soggetto, che è l’Io divino, il quale vive nella dualità della conoscenza divina e umana. In Cristo non esiste dunque un Io propriamente umano. Stando così le cose, sorge il problema della conoscenza di Gesù, ovvero se Egli, a causa della sua natura divina, fosse onniscente. La risposta, alla luce delle Scritture e della riflessione cristologica, è negativa. Dato che in Cristo esistono due nature perfette, quella divina e quella umana, e dunque due tipi di operazioni, bisogna necessariamente affermare che in Cristo esistono due modi di conoscere: uno divino, comune alle tre persone della Trinità e l’altro umano, cioè adeguato alla sua intelligenza creata; questo significa che in Cristo esiste una vera conoscenza umana che sta alla base delle sue scelte umane libere e pertanto di meritare per noi la salvezza. Come abbiamo detto, la realtà della conoscenza umana di Cristo emerge da tutto il Nuovo Testamento. Ad esempio l’evangelista Luca afferma che Gesù cresceva in sapienza e in grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,52), mentre il Concilio Vaticano II insegna che il Figlio di Dio “ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo”. I Vangeli ci mostrano Gesù che fa domande per sapere, che si stupisce, che elabora progressivamente alcuni concetti, come quello della salvezza universale. Cristo dunque possedeva quello che si definisce scienza acquisita . Gesù non poteva conoscere tutto dello scibile umano, ma ignorava tante cose. L’ignoranza va intesa nel senso normale della nescienza, ovvero della non conoscenza – e non dell’errore! – che caratterizza ogni scienza sperimentale umana, la quale è per se stessa limitata e, per sua stessa costituzione, non può abbracciare in un solo intuito tutto il sapere. Tuttavia proprio a causa dell’unione ipostatica Gesù aveva la scienza infusa, ma non nel senso della onniscienza, come si potrebbe sulle prime supporre, o della conoscenza angelica, ma come scienza particolare superiore in ordine alla missione che aveva da svolgere. Essa risponde al carisma profetico di cui Cristo era rivestito in modo unico ciò gli consentiva di penetrare in modo straordinario nei cuori delle persone, di cogliere il piano di Dio senza equivoci, di capire il senso delle Scritture e del mistero stesso di Dio. Questa conoscenza non è espressione di forze miracolistiche o altro, ma è tutta orientata verso il compimento dell’opera redentrice che risponde al piano del Padre, dunque la si può definire anche un conoscenza “funzionale”, che non conosce ciò che non è necessario al piano salvifico del Padre, come la data in cui verrà l’”ultima ora” (Mc 13,32; Mt 24,36). Questa nescienza appartiene allo stato filiale e umano di Gesù, in quanto Egli dipende dalla volontà paterna e si affida pienamente alla sua sapienza. Proprio in questo ambito infine si può intendere in che modo Cristo possedesse la scienza beatifica, la visione gloriosa e intuitiva di Dio, ovvero specificando che Cristo ha avuto coscienza di essere il Figlio di Dio e ha vissuto con il Padre momenti di comunione intensissima, in forza dell’unione sostanziale con il Verbo e della sua condizione filiale, le quali gli hanno consentito una conoscenza unica e superiore di Dio. La conoscenza di Dio da parte di Cristo è perciò diversa da quella degli altri uomini: Cristo non è un uomo di fronte a Dio, ma è il Figlio di Dio, mediante la persona divina Egli è inserito all’interno della vita trinitaria come Figlio e in tal modo conosce Dio come Padre e come Spirito Santo. Tale conoscenza dunque non è la visione celeste propria dei beati in paradiso. Proprio questa sua conoscenza unica del Padre gli permette di essere il primo e unico mediatore tra Dio e gli uomini.

Perdonatemi se sono stato lungo e prolisso, e magari vi ho annoiato con questa lezioncina, ma ho pensato che alcune precisazioni fossero necessarie per comprendere meglio la questione.
Un saluto a tutti e perdonatemi ancora [SM=x570892]

[Modificato da Vazda Vjeran 15/05/2006 13.41]



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"Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono col combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa" (G.K. Chesterton)
15/05/2006 14:08
 
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Ciao Vezda



Questa conoscenza non è espressione di forze miracolistiche o altro, ma è tutta orientata verso il compimento dell’opera redentrice che risponde al piano del Padre, dunque la si può definire anche un conoscenza “funzionale”, che non conosce ciò che non è necessario al piano salvifico del Padre, come la data in cui verrà l’”ultima ora” (Mc 13,32; Mt 24,36).




A me pare, comunque, che Cristo, anche se non sapeva la data precisa, credeva che la fine del mondo doveva arrivare in quella generazione! Vedi Marco 9:1 e il clima apocalittico del NT!
Come spieghi questo clima?

A presto!
15/05/2006 17:39
 
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la si può definire anche un conoscenza “funzionale”



Che quindi è anche "ignoranza funzionale", come si evince chiaramente dal piccolo trattato di cristologia che hai scritto.
Questo era ciò che Agostino intendeva. La conoscenza di Cristo in quanto uomo è "funzionale" alla Sua missione, quindi l'ignoranza che dimostra in questa circostanza è un'ignoranza "funzionale": qui Lui sta ammaestrando i discepoli, Dio non ha ritenuto che fosse necessario per la salvezza degli uomini che questi conoscessero la data esatta della Parusia, quindi Cristo, in quanto uomo, la ignora, poiché tra gli insegnamenti che Egli doveva impartirci per la nostra salvezza non era compreso quello relativo al giorno e all’ora.
L’ignoranza “funzionale” di Gesù, non è un’ignoranza “simulata”, ma un’ignoranza “reale”. Ora, grazie al tuo intervento, ciò sarà più chiaro a tutti i foristi.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

15/05/2006 17:55
 
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quindi Cristo, in quanto uomo, la ignora, poiché tra gli insegnamenti che Egli doveva impartirci per la nostra salvezza non era compreso quello relativo al giorno e all’ora.



Perdonatemi, ma insisto!
Io non contesto ciò che è stato scritto in questi post, ma non credo proprio che Cristo stesse ignorando il "tempo" della sua venuta, al contrario!
Cristo ha insistito in tutti i vangeli sul fatto che la parusia fosse imminente! Ora, per trovare giustificazione sul fatto che Cristo non conosceva la data precisa, sono concorde a quanto scritto in questa discussione. Ma da questo insinuare che Gesù ignora il tempo della sua venuta, a me pare un cavillo!

15/05/2006 18:08
 
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Caro Mazzinga,

come ho avuto già modo di dire altrove, a mio avviso quello dell’imminenza della “fine” è un espediente retorico che Gesù utilizzava onde far comprendere ai Suoi discepoli l’urgente necessità per tutti loro di convertirsi. Con la caduta di Gerusalemme, poi, nella comunità cristiana si diffuse il “sentore” che in effetti la Parusia fosse realmente prossima: non a caso è negli scritti neotestamentari di poco posteriori a questo evento, proprio come il Vangelo di Matteo (almeno nella sua stesura finale), che questo riferimento alla prossimità della “fine” appare con più insistenza.

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