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Il caso del giudice Luigi Tosti

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2006 17:32
16/11/2005 00:24
 
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Il giudice Tosti restituisce gli stipendi al mittente

CAMERINO (Macerata) - E' dal 9 maggio che il giudice di Camerino Luigi Tosti si rifiuta di tenere le udienze: e questo perché il Ministero di Giustizia omette di rimuovere i simboli religiosi dalle aule, oppure di autorizzarlo ad esporre i suoi. Ora, a distanza di quasi cinque mesi, il magistrato ha inoltrato una lettera al Ministro Castelli e alla Corte dei Conti con la quale, dopo aver affermato che "i Cittadini italiani hanno il diritto, nella loro qualità di contribuenti, di non veder sperperato il proprio danaro", ha poi invitato "l'Amministrazione della Giustizia ad essere coerente con sé stessa, e cioè o a rimuoverlo dalla Magistratura (visto che l'Amministrazione ritiene di essere nel giusto) o a sospendere il pagamento degli stipendi".

"Ritengo immorale la percezione degli stipendi -ha concluso il magistrato- sicché invito l'Amministrazione a sospenderne l'erogazione, quantomeno sino alla definizione del contenzioso perché, in caso contrario, sarò costretto a restituirli".

Con altra lettera, spedita lo stesso giorno, Luigi Tosti ha invitato il Presidente della Repubblica ad inviargli cinque copie del suo ritratto, da esporre nelle aule: "paradossalmente -ha spiegato il magistrato- nelle aule giudiziarie italiane è presente il crocifisso, cioè un simbolo partigiano che identifica solo i cattolici, mentre sono assenti i simboli che identificano l'unità nazionale".

"E' mia intenzione -preannuncia il magistrato- chiedere poi al Ministro di Giustizia, al Presidente della Repubblica ed al Sommo Pontefice l'autorizzazione a sostituire i crocifissi con i ritratti del Presidente della Repubblica, per fornire agli Italiani il riscontro oggettivo di quanto sia realmente "laica", indipendente e rispettosa dei diritti di eguaglianza la Repubblica Italiana. La discriminazione religiosa e razziale nasce, quando un gruppo pretende di essere superiore agli altri e di meritare, per ciò stesso, dei privilegi. In epoche recenti l'uomo bianco di superiore razza ariana ha preteso di privilegiare la sua supposta superiorità impedendo ai neri ed agli ebrei di entrare nei locali pubblici. Oggi in Italia la situazione non è affatto diversa: i Cattolici marcano le pareti pubbliche col loro crocifisso e impediscono ai simboli di tutte le altre confessioni religiose e dei non credenti di entrare negli uffici pubblici, e questo perché ritengono, con una presunzione che trasmoda nel razzismo, di essere i soli depositari della Verità".

Luigi Tosti, Via Bastioni Orientali n. 38, 47900 Rimini, Tel. 0541-789323, cell.: 338-4130312. E.mail: luigit1@aliceposta.it

Seguono le due lettere:

All'On.le Ministro di Giustizia

Ing. Roberto Castelli

R O M A

Alla Corte dei Conti

R O M A

Alla Cassa di Risparmio di Bologna

Agenzia di Rimini

R I M I N I

Io sottoscritto Luigi Tosti, nato a Cingoli (MC) il 3.8.1948, residente a Rimini, Viale Bastioni Orientali n. 38, magistrato ordinario in servizio presso il Tribunale di Camerino, ho iniziato, dallo scorso 9 maggio, a rifiutarmi di tenere le udienze perché l'Amministrazione Giudiziaria si rifiuta di rimuovere i simboli religiosi di parte dalle aule giudiziarie -e comunque non mi autorizza ad esporre i miei simboli- così violando il principio supremo di laicità ed altri diritti soggettivi assoluti di rango costituzionale. Questa mia reazione è stata tra l'altro giustificata col richiamo di sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione penale (1.3.2000 n. 439, Montagnana).

Sino ad oggi sono stato comunque impegnato nell'attività lavorativa, se non altro a causa del notevole arretrato che si era accumulato: questa situazione, tuttavia, è destinata ad esaurirsi a breve.

Dal momento che ritengo che i Cittadini italiani abbiano il diritto, nella loro qualità di contribuenti, di non veder sperperato il proprio danaro, invito l'Amministrazione della Giustizia ad essere coerente con sé stessa, e cioè o a rimuovermi dalla Magistratura (visto che l'Amministrazione ritiene di essere nel giusto) o a sospendere il pagamento degli stipendi.

Ritenendo immorale la percezione degli stipendi, invito comunque l'Amministrazione a sospenderne l'erogazione, quantomeno sino alla definizione del contenzioso perché, in caso contrario, sarei costretto a restituirli.

Invito pertanto l'Istituto di Credito CARISBO a rifiutare l'accreditamento sul mio c.c. n. (...) degli stipendi.

Cordiali saluti.

Camerino, li 27 settembre 2005.

Luigi Tosti

All'Onorevole

Presidente della Repubblica

Carlo Azelio Ciampi

R O M A

Gentile Presidente,

mi chiamo Luigi Tosti e sono magistrato ordinario in servizio presso il Tribunale di Camerino. In questa mia qualifica ho chiesto, senza ottenerlo, all'Amministrazione Giudiziaria di rimuovere dalle aule qualsiasi simbolo religioso in osservanza del supremo principio di laicità dello Stato, affermato sia da costanti sentenze della Corte Costituzionale che da specifiche sentenze della Cassazione (in particolare: Cass. Penale, IV Sez., 1.3.2000 n. 439).

Ritengo, in effetti, che l'esposizione di un unico simbolo religioso, nei locali deputati all'esercizio di pubbliche funzioni, sia incompatibile con l'obbligo dello Stato di essere neutrale, imparziale ed equidistante nei confronti delle altre religioni e dei cittadini che credono in religioni diverse o non credono in nessuna e che, per altro verso, l'uso dei simboli religiosi come "marcatori" del territorio (pubblico) svilisca il loro valore spirituale, tant'è che la religione ebraica, quella islamica e tutte le confessioni cristiane diverse da quella cattolica ripudiano siffatta forma di ostensione.

Nell'esercizio delle mie funzioni io mi identifico nel popolo italiano e nei simboli che identificano l'unità nazionale, e cioè nella bandiera tricolore e nel ritratto del Presidente della Repubblica: paradossalmente nessuno di essi è presente nelle aule giudiziarie.

Le sarei pertanto grato se Lei volesse inviarmi cinque copie del Suo ritratto, da appendere nelle aule.

Questo Suo gesto potrebbe contribuire in modo autorevole a dirimere tensioni e ad indurre al ragionamento.

La saluto cordialmente.

Camerino, li 27 settembre 2005.

Luigi Tosti

Tribunale di Camerino
16/11/2005 00:27
 
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Anche da imputato il magistrato riproporrà il problema: "Niente simboli religiosi"

Udienza fissata dal tribunale dell'Aquila.
Anche da imputato il magistrato riproporrà il problema: "Niente simboli religiosi" Non voleva il crocifisso in aula Giudice di Ancona sotto processo. ROMA - Giudizio immediato per il magistrato di Camerino (Ancona) Luigi Tosti, accusato di omissione di atti di ufficio, per "essersi indebitamente astenuto dal tenere le udienze a causa della presenza del crocifisso nelle aule giudiziarie". L'udienza è stata fissata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale dell'Aquila per il 18 novembre prossimo. La notizia della fissazione del giudizio immediato è stata confermata dallo stesso Tosti. Il giudice ha annunciato che, anche in veste di imputato, riproporrà il problema, cioè non vorrà essere giudicato in un'aula con simboli religiosi. "Il 18 novembre prossimo - ha detto il magistrato - dovrò entrare in un'aula giudiziaria non in qualità di dipendente dell'Amministrazione giudiziaria ma come "utente", cioè da imputato: dal momento, però, che si riproporrà la stessa identica questione, inoltrerò al tribunale dell'Aquila e al ministro di Giustizia la richiesta di rimuovere i simboli religiosi dalle aule giudiziarie, preannunciando il mio rifiuto a presenziare all'udienza in caso di inottemperanza". Il giudice Tosti solleverà eccezione di incostituzionalità dell'articolo 420 del codice di procedura penale, nella parte in cui esclude che costituisca legittimo impedimento a comparire dell'imputato il rifiuto a presenziare motivato dall'obbligatoria presenza del simbolo religioso nelle aule giudiziarie: "Mi sembra francamente grottesco - ha aggiunto - dover essere giudicato, oltretutto per fatti collegati proprio all'indebita presenza del crocifisso, da giudici confessionali sovrastati da quel simbolo partigiano e che giudicano in nome del Dio dei cattolici".


Comunicato Stampa:

CROCIFISSO A GIUDIZIO
Il giudice Luigi Tosti rinviato a giudizio per essersi rifiutato di lavorare
nelle aule col crocifisso.

L'AQUILA " E' prevista per venerdì 18 novembre 2005 alle ore 9 presso il Tribunale dell'Aquila l'udienza nella quale il magistrato Luigi Tosti dovrà sedere dietro la sbarra come imputato. E' dal 9 maggio scorso che il giudice
si rifiuta di tenere le udienze nel Tribunale di Camerino (Macerata) perchè l'Amministrazione Giudiziaria omette di rimuovere dalle aule pubbliche il crocifisso e non autorizza il giudice Tosti a esporre i propri simboli.
Il magistrato denuncia la marcatura delle pareti pubbliche da parte dei Cattolici e rivendica i diritti di uguaglianza delle altre confessioni religiose e degli atei. Tosti ha informato con una lettera il Ministro di Giustizia Roberto Castelli e con un'altra il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e a tutt'oggi non ha avuto risposta. Giornalisti e cittadini possono partecipare come pubblico dandosi appuntamento dinanzi al Tribunale dell'Aquila a sostegno e a difesa della laicità dello Stato.
Luigi Tosti, Via Bastioni Orientali n. 38 - 47900 Rimini, tel. 0541789323,
mobile 3384130312 mailto:luigit1@alice.it

Seguirà mio commento!
16/11/2005 02:29
 
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Cari foristi,
Premetto che non sono un legale e, quindi, non m’intendo di formalità giuridiche.
Ho letto un’intervista fatta a due illustri giuristi, uno di area cattolica e l’altro di area laica: il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli e Augusto Barbera, ordinario di Diritto costituzionale.
Ho letto anche, un’intervista del 10/11/’05, fatta al giudice Luigi Tosti.
Il giudice Tosti sostiene che vengano rimossi tutti i simboli religiosi in osservanza del principio di laicità. E cioè che lo stato non si identifichi in nessuna religione.

Ci troviamo di fronte ad un evento pubblico, amplificato in tutto il territorio nazionale. Un avvenimento che, con tutta probabilità, farà scalpore. Getterà le basi di una nuova realtà, per la nostra nazione, dominata, da millenni dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Il pluralismo religioso e ideologico. Il giudice Tosti si definisce laico, ma per estendere meglio il concetto, parlerei di cittadino del mondo, dell’uomo aperto al pluralismo, dell’uomo nuovo, con orizzonti privi di barriere.
Questi sono uomini con una marcia in più.
Hanno il coraggio morale di affrontare da soli un intero sistema.
Il problema è sempre lo stesso.
Paura del nuovo.
La gente comincia a dire: “Oggi togliamo la croce, domani i musulmani faranno indossare, anche alle nostre donne, il velo”.
Per cui, si pensa allo scontro fra culture, costumi, tradizioni e religioni diverse.
Si pensa che tutto ciò è inevitabile.

Facciamo un ragionamento meno radicato e più aperto.
Il simbolo del crocifisso nelle aule di tribunale è l’espressione del solo credo cattolico e diventa un simbolo dell’identità nazionale.

E’ possibile individuare un punto di equilibrio fra identità e multiculturalità?

La Chiesa cattolica potrà reggere le sfide della società contemporanea, che si evolve con grande rapidità?

Certamente No, Se continua a comportarsi da sovrana assoluta che, impone un “pensiero unico”.

Così le Santissime Crociate continuano ancora.

Il giudice Tosti non è dalla parte del giudaismo, del confucianesimo, del buddismo, dei musulmani, del bramanesimo e così via.
Il giudice Luigi Tosti riconosce la libertà della ragione come unica base per una vita vera.

Il giudice Tosti è un uomo libero, un uomo disposto a combattere perché cessi ogni forma di discriminazione in luoghi pubblici.
Questo non significa darla vinta “al nemico”, significa rispettare le idee di tutti, significa che ognuno, a livello individuale, deve esercitare la sua fede, senza sentirsi discriminato. Non stiamo dichiarando che uno non è libero di portare un crocifisso al collo, o la stella di Davide, o altri simboli.
Stiamo affermando che è necessario prendere atto che nel nostro paese e in Europa sono presenti milioni di persone con tradizioni religiose diverse.
Stiamo annunciando che il più grande gesto di universalità umana è la libertà di professare il proprio credo.
E’ mortificante, per uno straniero, essere accolti in un luogo pubblico e sentirsi imporre un credo diverso dal suo, non si conquistano così i popoli e la civiltà.
Il totalitarismo religioso nell’epoca del terzo millennio continua a scatenare una guerra che dura da secoli: la Santissima Crociata.
L’uomo più libero del mondo, Gesù Cristo, disse alla donna del pozzo: “ E’ venuto il tempo, donna, in cui non ci preoccuperemo più se adorare Dio qui o a Gerusalemme. Perché l’importante non è dove noi adoriamo, ma come adoriamo…………………………………Perché Dio è spirito, e chi l’adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio per adorarlo nel modo giusto.”. Giovanni 4: 21-24.

Io non so se il giudice Tosti è ateo o credente, ma sicuramente è un uomo che ha del fegato.

Se mi sarà possibile, venerdì 18 novembre '05, ci sarò anch’io al processo,o comunque prenderò contatti affinché possa dargli il mio sostegno in questa lotta storica.
Saluto pubblicamente il giudice Luigi Tosti.

Un Saluto a Tutti
Pino
16/11/2005 13:40
 
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In margine al ragionamento di Pino, che...
...nel post immediatamente precedente dice...

>Facciamo un ragionamento meno radicato e più aperto.
Il simbolo del crocifisso nelle aule di tribunale è l’espressione del solo credo cattolico e diventa un simbolo dell’identità nazionale.

R- Per la precisione: del credo cattolico, ortodosso e protestante. E non ha nessuna valenza di simbolo dell’identità nazionale che invece è demandata al tricolore.
Semmai potrebbe avere, anche in epoca di recriminazione da parte delle minoranze religiose, la valenza di un’intesa di collaborazione tra lo Stato Italiano e quello della S. Sede di cui lo Stato Italiano riconosce il benemerita opera ai fini e dell’elevazione culturale e sociale del popolo Italiano, e del suo fattore stabilizzante da un punto di vista sociale (cf difesa del matrimonio e della famiglia, fattore educazione, pacificazione e concordia ecc… del che alcune “religioni” se ne infischiano altamente).

>E’ possibile individuare un punto di equilibrio fra identità e multiculturalità?
La Chiesa cattolica potrà reggere le sfide della società contemporanea, che si evolve con grande rapidità?
Certamente No, Se continua a comportarsi da sovrana assoluta che, impone un “pensiero unico”.

R- Ma basterà leggere i documenti conciliari “Dignitatis Humanae” e “Nostra Aetate” per certificarsi che questo pericolo dell’imposizione non esiste. La Chiesa, e sono ormai 40 anni, ha accettato il pluralismo e difende la libertà religiosa.

>Così le Santissime Crociate continuano ancora.

R- Forse Pino pensa a quella che alcuni “benpensanti” stanno mobilitando contro il Crocifisso?

>Il giudice Tosti non è dalla parte del giudaismo, del confucianesimo, del buddismo, dei musulmani, del bramanesimo e così via.
Il giudice Luigi Tosti riconosce la libertà della ragione come unica base per una vita vera.

R- E’ questione di pareri. Io senza essere né giudice né tosto, ritengo che, nonostante il mio credo cattolico, conduco una vita vera. Forse più vera di chi crede sia in religioni fantastiche che nell’ateismo più acido.


>Il giudice Tosti è un uomo libero, un uomo disposto a combattere perché cessi ogni forma di discriminazione in luoghi pubblici.
Questo non significa darla vinta “al nemico”, significa rispettare le idee di tutti,

R- Anche se dovessi ripeterlo all’infinito lo farò, con la stessa determinazione con cui gli altri confondono. Non vanno rispettate le idee di tutti ma solo quelle rispettabili. Vanno bensì rispettate le persone portatrici di quelle idee. Esse, le persone, sono il valore. Le idee invece, sono valori se comunicano cose giuste e vere; se al contrario comunicano errori o ingiustizie sono disvalori da osteggiare.

> significa che ognuno, a livello individuale, deve esercitare la sua fede, senza sentirsi discriminato. Non stiamo dichiarando che uno non è libero di portare un crocifisso al collo, o la stella di Davide, o altri simboli.
Stiamo affermando che è necessario prendere atto che nel nostro paese e in Europa sono presenti milioni di persone con tradizioni religiose diverse.

R- Ma lo stato, proprio in linea con il suo laicismo e seguendo i criteri democratici potrebbe, se volesse, del tutto lecitamente voler omaggiare la volontà della maggioranza,* così come avviene per i partiti che ricevono trattamento diverso in certe cose se sono più o meno grossi. E questo anche pensando che per lo Stato laico la religione non è altro che una ideologia, così che la potrebbe trattare alla stregua di qualsiasi fatto culturale che ha il suo valore in base al suo prestigio, alla influenza, ai collegamenti culturali (e l’Italia è talmente intrisa di cristianesimo sia in letteratura che nei monumenti che una conoscenza di pre-dilezione per la fede cristiana è parsa a questo Stato laico, utile e irrinunciabile).

>Stiamo annunciando che il più grande gesto di universalità umana è la libertà di professare il proprio credo.

R- Ma con i limiti che l’etica laica impone. Per esempio contro l’infibulazione, le scudisciate educative, la poligamia, le mutilazioni, la violazione del segreto d’ufficio, l’omissione di soccorso motivata dalla convinzione religiosa che a ciascuno bisogna lasciar scontare il proprio karma eccetera…
Non nascondiamoci dietro un dito: la libertà religiosa non è il diritto a fare quel che si crede senza alcuna limitazione. Deve avere dei limiti dettati dalla ragione. Quella ragione che anche a uno stato laico fa comunque strutturare un’etica laica, obbligatoria per tutti, nonostante ogni convinzione opposta di ordine religioso. E’ scritto espressamente nella Costituzione e così sarebbe anche se non vi fosse stato scritto.

>E’ mortificante, per uno straniero, essere accolti in un luogo pubblico e sentirsi imporre un credo diverso dal suo, non si conquistano così i popoli e la civiltà.

R- Da quando in qua la presenza di un Crocifisso in un luogo pubblico costituisce “imposizione” di un credo? Semmai sarà solo testimonianza di stima del valore umanitario che esso rappresenta da parte di chi l’ha messo, sia esso un privato se in un negozio, sia esso lo Stato se in edificio pubblico.
Io quando non credevo neanche al pancotto non mi sono sentito “imporre” nulla dalla presenza del crocifisso in classe. Lo ignoravo come una cosa per me indifferente. Così come ora non mi sentirei violentato dal vedere una statua di Budda o un quadro di Krshna in un luogo pubblico di stato a maggioranza induista. Lo vedrei solo come omaggio al personaggio. Che sia omaggio religioso o culturale saranno affari loro. Nel caso del Crocifisso in Italia, sapendo che lo Stato ha fatto confessione di laicismo, lo vedrei come un omaggio culturale al personaggio Gesù, personaggio universale al punto da essere accettato come spartiacque della storia, e una concessione amichevole verso la Chiesa presente in Italia, una Chiesa con la quale lo Stato ha ritenuto utile stilare un Concordato e doveroso e onesto apprezzarne l’opera umanitaria e sociale.

>Il totalitarismo religioso nell’epoca del terzo millennio continua a scatenare una guerra che dura da secoli: la Santissima Crociata.

R- Forse è vero il contrario. Il totalitarismo interpretativo di alcune frange del terzo millennio, con la complicità del pensiero debole imperante, fa diventare crociata contro il Crocifisso, una usanza che, vista da altra angolatura, sarebbe non solo tollerabile ma anche accolta con amichevole, se non ammirata, condiscendenza.
_____________________________________________________
* Anche il fattore numerico, in uno stato laico, ha il suo valore. Per esempio l’occupazione/blocco di una strada per una manifestazione, nel nostro Stato democratico (demos=popolo) viene vista come diritto da tollerare perché espressione della volontà di un gruppo; la stessa occupazione fatta da una sola persona si configurerebbe come un sopruso inaccettabile.
Quindi lo Stato potrebbe benissimo quantificare la consistenza della minoranza che gli fa una richiesta e lecitamente negare ettari di terreno per erigere un edificio di culto se essa viene da solo 10 aderenti a una nuova religione. Come potrebbe, lecitamente, tener presente che, se su 60 milioni di cittadini 57 sono ufficialmente cattolici, la richiesta di mantenere il Crocifisso nei locali pubblici è, al momento, espressione di una volontà di popolo maggioritaria. Se in futuro le cose cambieranno si vedrà.
----------------------
est modus in rebus
16/11/2005 17:31
 
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ciao a tutti, [SM=x570892]

Costituzione della Repubblica Italiana

art. 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani....

art.8
Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge.

Lo Stato italiano è quindi uno Stato laico per cui, esponendo in luoghi pubblici il crocifisso, secondo me, la laicità diventa solo di diritto e non di fatto,

un saluto Siria [SM=x570865]
16/11/2005 20:06
 
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“Fiumi d’inchiostro” è stato gettato in questo Forum sul tema del segno di identificazione della religione cristiana e, nello specifico italiano, cattolica.
La laicità dello stato italiano oscilla a seconda della componente politica che governa. Oggi è bassa perché quando la destra governa, governa l’oscurantismo, che è anche l’anima della religione.
Pertanto la Chiesa può ingerire tranquillamente negli affari di stato italiani, la destra acconsente e, l’opposizione è guardinga a non turbare la coscienza religiosa degli elettori.
Nonostante le accorate e pacate considerazioni di “berescitte” tese a difendere lo stemma del proprio credo, quel simbolo è lo stemma di una religione, il simbolo della religione cristiana. E come direbbe Mario…STOP.
Che per i cattolici sia il simbolo “per loro” d’amore, pace e libertà, legittimo a pensarlo. Che lo sia davvero è da vedere*. Questo non toglie che nelle loro case, edifici di culto o di ritrovo, possono mettere tutti i crocefissi che vogliono, non solo lo ritengo legittimo ma assolutamente giusto.
Nei loro “privati” edifici però, non in quelli pubblici. In quelli pubblici, in uno stato laico, non confessionale, non teocratico come lo Stato della Città del Vaticano, ci deve essere lo stemma della Repubblica italiana, la bandiera, l’immagine del capo della nazione.
Il resto è prevaricazione. Certo, il potere politico ed economico della Chiesa viene da lontano e ha nel tempo messo radici profonde nel nostro paese usando e abusando dell’arma tremendamente efficace della credulità popolare, ma ciò non toglie che è ora di modificare questa pesante cappa che oscura la libertà individuale.
Libertà individuale che, ai cristiani, nessuno vuole togliere, infatti come dicevo, nessuno vuole impedire loro di tenersi appeso a casa propria il crocefisso.
E stesso discorso per tutte le altre religioni. In uno stato laico la religione è del singolo individuo privato. Non esiste la religione di Stato ma….”libere religioni in un libero Stato”.

* Se la Chiesa ha chiesto “perdono” i motivi ci saranno stati no? Si, e si chiamano:

· 1 Crociate
· 2 Dittature
· 3 Divisioni tra Chiese
· 4 Donne
· 5 Ebrei
· 6 Galileo
· 7 Guerra e pace
· 8 Guerre di religione
· 9 Hus, Calvino e Zwingli
· 10 Indios
· 11 Ingiustizie
· 12 Inquisizione
· 13 Integralismo
· 14 Islam
· 15 Lutero
· 16 Mafia
· 17 Razzismo
· 18 Ruanda
· 19 Scisma d’Oriente
· 20 storia del papato
· 21 Tratta dei neri

Tutto questo tratto da: "Quando il papa chiede perdono" è “anche” il crocefisso, per chi lo guarda con gli occhi disincantati dalla cieca fede.

Ciao
Maurizio

17/11/2005 00:08
 
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Caro Bery,

mi dispiace intanto per questi interventi (vedi sopra) che frammentano un discorso che potrebbe avere un senso.
Io volevo partire da uno spunto:

"Non nascondiamoci dietro un dito: la libertà religiosa non è il diritto a fare quel che si crede senza alcuna limitazione. Deve avere dei limiti dettati dalla ragione. Quella ragione che anche a uno stato laico fa comunque strutturare un’etica laica, obbligatoria per tutti, nonostante ogni convinzione opposta di ordine religioso. E’ scritto espressamente nella Costituzione e così sarebbe anche se non vi fosse stato scritto".

Siamo proprio sicuri che l´etica laica si fondi sulla ragione come la intendi tu?
Io non ne sono cosi´convinto. La ragione per un cattolico e´un principio ancorato alla realtä in un senso metafisico.
Per un laico puö non esserlo.
Non credo che i principi dello stato laico si fondino sulla ragione intesa nel senso cattolico (come ragione naturale dotata di una serie ben precisa di crismi e di presupposti).

A presto


[Modificato da Ricercasulterzo 17/11/2005 0.24]


17/11/2005 17:39
 
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Re:

Scritto da: Ricercasulterzo 17/11/2005 0.08
Siamo proprio sicuri che l´etica laica si fondi sulla ragione come la intendi tu?
Io non ne sono cosi´convinto. La ragione per un cattolico e´un principio ancorato alla realtä in un senso metafisico.
Per un laico puö non esserlo.
Non credo che i principi dello stato laico si fondino sulla ragione intesa nel senso cattolico (come ragione naturale dotata di una serie ben precisa di crismi e di presupposti).

A presto

[Modificato da Ricercasulterzo 17/11/2005 0.24]



Io non penso che abbia un "senso cattolico" chi, da laico condanna infibulazione, violazione del segreto d'ufficio, mutilazioni ecc... lo fa in base ad un'etica che "sente", o per intuizione di bene o con tanto di fondazione razionale. E questo affratella in un'unica etica laici umanitari e credenti.
E una cosa è certa: che questa etica non dipende dal consenso popolare. Non scaturisce da votazione-raccolta-di-consensi. Tanto è vero che se in uno stato laico e ateo, come lo era la Russia di Solgenitzin, si verificavano dei soprusi circa i diritti umani, si trovano persone sia all'interno di essa che fuori che se ne infischiano se quella conduzione era voluta o no dalla maggioranza del popolo: essa sarà sempre bollata davanti alla coscienza universale come prevaricatoria.
Questo giudizio di valore/disvalore etico che i cristiani sanno dare da secoli, è emerso e tuttora convince, dalla realtà dei criminali nazisti che non sono solo stati condannati dal processo di Noriumberga (grazie tante, si direbbe, lo hano fatto i vincitori!) ma anche dal resto del mondo e anche dagli stessi tedeschi vinti, rinsaviti dalla loro cecità.
Non occorre il ricorso relativizzante a una metafisica che non tutti condividono.
Est modus in rebus /sunt certi denique fines...
----------------------
est modus in rebus
18/11/2005 00:05
 
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Ricrcasulterzo ha scritto:
>>>mi dispiace intanto per questi interventi (vedi sopra) che frammentano un discorso che potrebbe avere un senso.
Io volevo partire da uno spunto:
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Visto che "sopra" c'ero io, sono partito "da uno spunto" di berescitte che diceva:
>>>R- Da quando in qua la presenza di un Crocifisso in un luogo pubblico costituisce “imposizione” di un credo? Semmai sarà solo testimonianza di stima del valore umanitario che esso rappresenta da parte di chi l’ha messo, sia esso un privato se in un negozio, sia esso lo Stato se in edificio pubblico.
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Ciao
Maurizio
20/11/2005 20:38
 
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Re: Re:

Scritto da: berescitte 17/11/2005 17.39

Io non penso che abbia un "senso cattolico" chi, da laico condanna infibulazione, violazione del segreto d'ufficio, mutilazioni ecc... lo fa in base ad un'etica che "sente", o per intuizione di bene o con tanto di fondazione razionale. E questo affratella in un'unica etica laici umanitari e credenti.
E una cosa è certa: che questa etica non dipende dal consenso popolare. Non scaturisce da votazione-raccolta-di-consensi. Tanto è vero che se in uno stato laico e ateo, come lo era la Russia di Solgenitzin, si verificavano dei soprusi circa i diritti umani, si trovano persone sia all'interno di essa che fuori che se ne infischiano se quella conduzione era voluta o no dalla maggioranza del popolo: essa sarà sempre bollata davanti alla coscienza universale come prevaricatoria.
Questo giudizio di valore/disvalore etico che i cristiani sanno dare da secoli, è emerso e tuttora convince, dalla realtà dei criminali nazisti che non sono solo stati condannati dal processo di Noriumberga (grazie tante, si direbbe, lo hano fatto i vincitori!) ma anche dal resto del mondo e anche dagli stessi tedeschi vinti, rinsaviti dalla loro cecità.
Non occorre il ricorso relativizzante a una metafisica che non tutti condividono.
Est modus in rebus /sunt certi denique fines...



Caro Bery,

credo che tutti siano d'accordo sul fatto che l'etica non scaturisce dal consenso popolare. Ciascuno di noi, nel dare la priorità a certi principi rispetto ad altri, compie una scelta ben precisa, che rispecchia la sua visione della vita.
Nessuno è relativista, in questo senso.
Il punto è come fare, in uno stato moderno (cioè più o meno democratico) a far coesistere visioni della vita differenti e quindi etiche differenti, poichè ciò che manca nelle questioni controverse è proprio una coscienza universale da cui attingere le risposte alle nostre domande.
Ciò non significa che il criterio della massima libertà possibile debba essere sempre privilegiato: si tratta però di trovare un terreno d'intesa per la convivenza civile.
Su quali basi comuni si discute? Come si definiscono le regole? Quali valori sono da considerare prioritari e cardinali?
Questo secondo me è il punto. Per questo non basta parlare di "ragione naturale" per fondare un'etica laica. La ragione naturale da sola non ci dice proprio niente se non è riportata a un contesto di civiltà giuridica.
Basta la ragione a dirci che la poligamia non è lecita? Per me e per te forse si, ma chiediamolo a un imam. Ci srotolerà papiri sapienziali ed esempi di fulgida vita familiare, con tanto di approvazione di qualche medico, psicologo e antropologo (tutti ovviamente mussulmani) a conferma delle sue sacrosante teorie.
Così per l'infibulazione: ci sono tantissime donne ad averla subita che ammettono, una volta adulte, di essersi riconosciute come donne proprio in quel percorso di sofferenza.
Certo, a noi può fare impressione. Ma ripeto: non basta la ragione naturale per stabilire ciò che è lecito e ciò che non lo è.
Se poi passiamo ai casi più delicati e intricati, il discorso si complica ulteriormente.
Occorrono perciò dei principi saldi, che valgano per tutti: per questi non si può negare che occorra il consenso popolare (e che sia fondamentale), perchè si negherebbero le basi della democrazia liberale.
All'interno di questi confini si può discutere, portare ognuno le sue ragioni, scegliere infine un indirizzo piuttosto che un altro.

Quanto alla questione del crocifisso, se da un lato capisco che - a rigor di logica - uno stato laico non dovrebbe esporre simboli religiosi nei pubblici edifici, dall'altro mi chiedo se questa gente (Luigi Tosti, Adel Smith e compagnia...) non abbia di meglio da fare nella vita che prendersela con un simbolo di fede (che è anche simbolo della cultura, della storia di un paese).
Mi pare che costoro non accettino di vivere in un paese dove ogni pietra racconta la storia del cattolicesimo...
E poi, in un tribunale, il crocifisso sta ad ammonire i giudici ricordando loro l'errore giudiziario più grande della storia.
Insomma per conto mio credo che l'esigenza di tutelare la dignità di tutti non debba impedire di porre dei limiti alla stupidità di alcuni.
Qualcuno dice però che la cassazione darà ragione sia a Tosti che a Smith, perchè formalmente "hanno ragione" (quale legge dello stato regola la questione dei simboli nei luoghi pubblici? A quando risale?).



Un zaluto! [SM=x570892]
Alex





[Modificato da Ricercasulterzo 21/11/2005 0.19]


22/11/2005 06:13
 
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"L'atto di accusa ragionato del giudice Luigi Tosti"


Dal web: www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=826
06/12/2005 17:28
 
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BADIAMO AL SODO: AIUTIAMO IL GIUDICE TOSTI
Previa discussione, il giorno 16 dicembre 2005 la Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura si pronuncerà in ordine alla richiesta di 'sospensione dalle funzioni' del Giudice Luigi TOSTI di Rimini.

Anche se ad alcuni sembra irriverente e/o irrilevante, la vicenda umana e processuale del Giudice Tosti implica questioni di massimo interesse per ognuno di noi.

A beneficio di tutti i foristi, pertanto, qui di seguito trascrivo il COMUNICATO STAMPA che è stato diramato in vista della prossima udienza innanzi indicata.
Sarà mia cura aggiornarvi sugli sviluppi.

================================================================
Camerino (L’Aquila) - Dopo la condanna a sette mesi di reclusione con l'interdizione dai pubblici uffici per un anno, inflitta dal Tribunale dell'Aquila il 18 novembre scorso, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha promosso contro il giudice di Camerino Luigi Tosti, che si rifiuta di tenere le udienze perché l'amministrazione non lo autorizza ad esporre la menorà ebraica a fianco del crocifisso o, in subordine, a rimuovere il simbolo dei cattolici, dapprima un procedimento disciplinare e, poi, la procedura di "sospensione dalle funzioni" e dallo stipendio. L'Avvocato Generale Antonio Siniscalchi e il Procuratore Generale Francesco Favara motivano la richiesta di sospensione dalle funzioni col fatto che “il dott. Tosti, da oltre sei mesi, persiste nel ritenersi legittimato a sottrarsi ai propri doveri di ufficio -che scaturiscono da un rapporto di impiego sorto e tuttora in corso per sua libera determinazione- per un preteso inadempimento da parte dello Stato che continua a non rimuovere dalle aule di udienza il crocifisso, simbolo della religione cattolica che è a lui estranea. I motivi addotti per sottrarsi all'obbligo della prestazione non possono giustificare -a prescindere dallo loro fondatezza o meno- il protratto e ancora attuale inadempimento, così come non lo potrebbe una qualsiasi altra ragione eventualmente legittima con riferimento a posizioni o comportamenti dello Stato in ordine a diverse altre apprezzabili problematiche (partecipazione ad atti di guerra, provvedimenti razziali ecc.) che, comunque, restano estranee agli obblighi derivanti da un rapporto di impiego. La vicenda ha determinato e determina grave disservizio in una struttura giudiziaria di ridotte dimensioni qual'è il Tribunale di Camerino e, per la sua assoluta singolarità, sconcerto e disorientamento nella opinione pubblica; con menomazione del prestigio dell'Ordine Giudiziario cui occorre por termine, tanto più che il dott. Tosti pretende di rimanere fermo nel proprio atteggiamento con il rifiuto di riprendere il proprio lavoro anche in aula di udienza priva di qualsiasi simbolo religioso. L'atteggiamento di sfida nei confronti delle istituzioni esige un provvedimento che valga a far cessare la incresciosa situazione, le cui conseguenze ricadono anche sui cittadini che chiedono giustizia”.

=================================

"E' MEGLIO ACCENDERE UNA CANDELA CHE MALEDIRE L'OSCURITA'". Amnesty International.
06/12/2005 17:40
 
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La Francia si è mobilitata contro la condanna del giudice italiano

Le vicissituni del Giudice Tosti sono prese in considerazione anche oltralpe brightsfrance.free.fr/tosti.htm

APPEL AUX LAÏQUES : LE JUGE LUIGI TOSTI DOIT ÊTRE RELAXE !

Le 15 août 2005 le pape Benoît XVI affirme dans son homélie : «Il est important que Dieu soit visible dans les maisons publiques et privées, que Dieu soit présent dans la vie publique, avec la présence de croix dans les établissements publics. »

Le 19 novembre 2005, Benoît XVI et Silvio Berlusconi, au terme d’ « un échange d'opinion sur les rapports Eglise Etat en Italie », réaffirment « la volonté de collaboration des deux parties dans le cadre du Traité du Latran ».

Le 18 novembre 2005, le juge Luigi Tosti, âgé de 57 ans, est condamné par le tribunal de l’Aquila, localité située à une centaine de kilomètres de Rome à 7 mois de prison et 1 an de suspension. Son crime ? Le juge refuse de rendre justice en présence de signes religieux dans la salle d’audience du tribunal.

Le juge s’appuie pour sa demande sur la constitution républicaine du 27 décembre 1947, qui établit que tous les citoyens « sont égaux devant la loi, sans distinction de sexe, de race, de langue, de religion » (Art. 3), mais une circulaire du ministre fasciste Rocco, datant de 1926, jamais abrogée depuis par aucun des gouvernements successifs, fixe que des crucifix doivent être visibles dans les tribunaux italiens, illustrant la phrase de Bossuet : « Le sacerdoce étroitement uni avec la magistrature, tout en paix par le concours de ces deux puissances ! ».

Car l’Italie continue de vivre sous le régime du traité de Latran et du concordat signé le 11 février 1929 entre le Vatican et l’Italie représentée par Benito Mussolini, chef du gouvernement de l’époque. En 1984, le Président du Conseil, le socialiste Bettino Craxi, renouvelle le concordat avec le Vatican : certes le culte catholique n’est plus religion d’État mais les lois fascistes ne sont pas abrogées pour autant.

Pour reprendre l’expression du Cardinal Tauran devant les évêques français en 2003, l’Italie connaît ainsi une séparation des églises et de l’état « coordonnée », opposée à « la séparation pure et simple » dans laquelle « les confessions religieuses relèvent du droit privé (USA, France) ».

Sept mois de prison pour le juge … c’est la marque de ce que l’Eglise catholique appelle une « saine et légitime laïcité » (expression de Pie XII) …

Le combat des citoyens laïques et républicains italiens est le même que le nôtre pour la défense, la promotion et la restauration de la loi de 1905 sur tout le territoire ; c’est celui de tous les véritables laïques où qu’ils soient dans le monde pour la séparation des églises et de l’état et pour l’abrogation des concordats et de toutes les lois antilaïques !

Nous exigeons l’arrêt immédiat des poursuites contre le juge Luigi Tosti !

Nantes, le 4 décembre 2005

coordinateur de l’appel aux laïques pour l’arrêt immédiat des poursuites contre le juge Luigi Tosti : Michel NAUD

Signatures à adresser à Michel NAUD : brightsfrance@free.fr

Indiquer Nom, prénom, qualité(s), localité de résidence (département français ou pays)

liste des signataires : brightsfrance.free.fr/tostisignatures.htm

dernières nouvelles : brightsfrance.free.fr/tosticassation.htm
_______________________________________________________________

Hébergement

cet appel et les pages qui lui sont liées sont hébergés sur ce site grâce à l’amabilité du réseau des brights de France

pour un contact par voie postale : Michel Naud, Association Nantes Atlantique pour l’Information Scientifique, hébergée par Ouest Management, D2A, rue rené Fonck, 44860 Saint Aignan de Grand Lieu
pour un contact téléphonique : téléphone : 06 77 83 63 79 - télécopie : 02 40 05 26 15

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Questa pagina, contiene l'invito a sottoscrivere una petizione per la solidarietà a Luigi Tosti, con lo scopo di bloccare il procedimento penale in corso: nochiesa.blogspot.com/

Procedimento disciplinare contro il giudice Luigi Tosti

Crocifisso nei luoghi pubblici
Chiesta la sospensione dalle funzioni ed avviato un procedimento disciplinare
contro il giudice di Camerino Luigi Tosti che si rifiuta di tenere le udienze a causa del crocifisso
:
Camerino (Macerata) - Dopo la condanna a sette mesi di reclusione con l'interdizione dai pubblici uffici per un anno, inflitta dal Tribunale dell'Aquila il 18 novembre scorso, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha promosso contro il giudice di Camerino Luigi Tosti, che si rifiuta di tenere le udienze perché l'amministrazione non lo autorizza ad esporre la menorà ebraica a fianco del crocifisso o, in subordine, a rimuovere il simbolo dei cattolici, dapprima un procedimento disciplinare e, poi, la procedura di "sospensione dalle funzioni" e dallo stipendio. L'Avvocato Generale Antonio Siniscalchi e il Procuratore Generale Francesco Favara motivano la richiesta di sospensione dalle funzioni col fatto che “il dott. Tosti, da oltre sei mesi, persiste nel ritenersi legittimato a sottrarsi ai propri doveri di ufficio -che scaturiscono da un rapporto di impiego sorto e tuttora in corso per sua libera determinazione- per un preteso inadempimento da parte dello Stato che continua a non rimuovere dalle aule di udienza il crocifisso, simbolo della religione cattolica che è a lui estranea. I motivi addotti per sottrarsi all'obbligo della prestazione non possono giustificare -a prescindere dallo loro fondatezza o meno- il protratto e ancora attuale inadempimento, così come non lo potrebbe una qualsiasi altra ragione eventualmente legittima con riferimento a posizioni o comportamenti dello Stato in ordine a diverse altre apprezzabili problematiche (partecipazione ad atti di guerra, provvedimenti razziali ecc.) che, comunque, restano estranee agli obblighi derivanti da un rapporto di impiego. La vicenda ha determinato e determina grave disservizio in una struttura giudiziaria di ridotte dimensioni qual'è il Tribunale di Camerino e, per la sua assoluta singolarità, sconcerto e disorientamento nella opinione pubblica; con menomazione del prestigio dell'Ordine Giudiziario cui occorre por termine, tanto più che il dott. Tosti pretende di rimanere fermo nel proprio atteggiamento con il rifiuto di riprendere il proprio lavoro anche in aula di udienza priva di qualsiasi simbolo religioso. L'atteggiamento di sfida nei confronti delle istituzioni esige un provvedimento che valga a far cessare la incresciosa situazione, le cui conseguenze ricadono anche sui cittadini che chiedono giustizia”.

La richiesta di sospensione dalle funzioni sarà discussa e decisa dalla Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura il prossimo 16 dicembre. Camerino, 5 dicembre 2005

Luigi Tosti
tel. 0541789323 – mobile 3384130312 - luigit1@alice.it
via Bastioni Orientali, 38 – 47900 Rimini
La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
08/04/2006 12:26
 
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"VOGLIA DI DECIDERE SALTAMI ADDOSSO, DECIDI TU CHE IO NON POSSO!".
Ricevo, e volentieri vi giro, il messaggio che ieri mi è pervenuto dal Giudice Luigi TOSTI di Rimini, tuttora al centro di una infuocata vicenda giudiziaria più volte dibattuta -ancorchè invano- dinanzi alle competenti Autorità giudiziarie dello Stato italiano.

In data 18/11/05 ho assistito di persona al dibattimento pubblico del giudizio penale a suo carico dinanzi al Tribunale de L'Aquila.

Con sentenza n. 94 del 22 marzo scorso il TAR delle Marche ha dichiarato che la competenza a decidere sulla legittimità dell'esposizione dei crocefissi nelle aule di giustizia appartiene al "Giudice ordinario" e, pertanto, ha dichiarato "inammissibile" il ricorso presentato dal magistrato di Camerino.

Il titolo del messaggio è il seguente: "CROCEFISSI NELLE AULE DEI TRIBUNALE. IL TAR DELLE MARCHE SI RIFIUTA DI PRONUNCIARSI SUL RICORSO PROPOSTO DAL MAGISTRATO DI CAMERINO LUIGI TOSTI".

Questo il commento di Luigi TOSTI:

----- Original Message -----
From: Luigi TOSTI
To: Vito PUCCI
Sent: Friday, April 07, 2006 8:42 AM

"Con questa non-decisione il TAR delle Marche ha sbalordito anche l'Avvocatura dello Stato che difende il Ministro di Giustizia, la quale non aveva in realtà avanzato alcun dubbio sulla giurisdizione del TAR, dal momento che gli artt. 3 e 63 del D.lgs. n. 165/2001 devolvono alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le cause di pubblico impiego che riguardano i magistrati. Ma veniano ai fatti. Col mio ricorso ho sostenuto quello che la Cassazione penale ha peraltro già espressamente affermato nella sentenza n. 439/2000, e cioè che la circolare del Ministro Rocco del 1926 deve ritenersi tacitamente abrogata, ex art. 15 preleggi, perché incompatibile col principio di laicità delineato dalla Costituzione repubblicana, che si fonda sull'eguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini e di tutte le religioni. L'Avvocatura di Stato si è costituita negando che fosse intervenuta questa tacita abrogazione. Il compito del TAR, dunque, era soltanto quello di stabilire se la circolare Rocco fosse o meno ancora in vigore.

Il TAR ha però preferito "lavarsene le mani", affermando innanzitutto che non posso pretendere che il Ministro di Giustizia rimuova i crocifissi da tutte le aule giudiziarie, bensì soltanto da quelle del Tribunale di Camerino. Secondo il TAR delle Marche, infatti, la tacita abrogazione della circolare Rocco non potrebbe avere effetti generali, bensì "limitati" al...... Tribunale di Camerino! Ciò significa, in altri termini, che, se decidessi di trasferirmi in altra sede o se venissi applicato in qualche altro tribunale o corte d'appello, dovrei iniziare altrettante infinite cause contro il Ministro di Giustizia per chiedere la rimozione dei crocifissi da queste..... "nuove" sedi! E' come se un ebreo o un "negro" impugnassero le disposizioni che li obbligano a vivere nei ghetti o che vietano loro di salire sui treni e i giudici, dopo aver accertato che quelle disposizioni sono illegittime, limitassero l'accoglimento delle loro domande........ al solo Comune di residenza o al solo treno utilizzato!!! Una follia.

Ma il TAR marchigiano non si è fermato qui. Per evitare di pronunciarsi sul merito del mio ricorso ha visto bene di affermare che il suo "difetto di giurisdizione" sussiste anche per i crocifissi appesi nelle aule del Tribunale di Camerino. E per giustificare questo suo rifiuto ha addirittura "disapplicato" gli artt. 3 e 63 della legge n. 165/2001 richiamando le motivazioni di una sentenza della Corte Costituzionale (la n. 204/2004) che però riguarda tutt'altre norme, "dimenticandosi" (si fa per dire) di considerare che ai giudici è vietato "disapplicare" le norme di legge che ritengano incostituzionali: in questi casi, infatti, essi possono soltanto rimettere la questione alla Corte Costituzionale.

Le prospettive future? "Grazie" a questa pronuncia sarò costretto a ricorrere al Consiglio di Stato, con la sola prospettiva di una sentenza di annullamento che rinvierà nuovamente la causa al TAR delle Marche. Se poi dovessi adire il giudice ordinario, come "consigliatomi" dal TAR marchigiano, quest'ultimo declinerebbe sicuramente la propria giurisdizione costringendomi, a quel punto, ad adire la Corte di Cassazione per dirimere il conflitto negativo di giurisdizione. Nella migliore delle ipotesi dovranno passare perlomeno 20-30 anni prima che un qualche giudice decida questo banale quesito: la circolare fascista del 1926 è compatibile con la Costituzione?.

In estrema sintesi: "VOGLIA DI DECIDERE SALTAMI ADDOSSO, DECIDI TU CHE IO NON POSSO!!"

Un'unica nota positiva: il TAR delle Marche, accogliendo la mia tesi, ha affermato che la questione dei crocifissi negli uffici pubblici involge diritti soggettivi assoluti e, quindi, non ricade nella giurisdizione del giudice amministrativo. Questo significa che l'ordinanza del giudice Mario Montanaro, che ha suscitato le ire del Papa, di Sua Eminenza Ruini, del Capo dello Stato, e via dicendo, era in realtà perfettamente giusta e che, invece, è del tutto sbagliata l'ordinanza del Tribunale dell'Aquila che l'ha poi annullata, come sono del tutto sbagliate le sentenze del TAR del Veneto e del Consiglio di Stato che, dopo aver ritenuto la loro giurisdizione, hanno affermato che il crocifisso è un simbolo laico."

Luigi TOSTI, Via Bastioni Orientali 38, RIMINI. Tel.: 0541-789323; cell.: 338-4130312. E.mail: tosti.luigi@alice.it

08/04/2006 12:58
 
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LETTERA APERTA AL GIUDICE TOSTI
Caro Giudice Tosti,

Ci siamo conosciuti di persona il giorno 18 novembre u.s. in occasione del processo penale a tuo carico celebrato dinanzi al Tribunale de L'Aquila.

Ho seguito gli sviluppi, tutti negativi, della complessa vicenda che ti vede coinvolto, inclusa l'ultima scandalosa decisione del TAR Marche del 22/3/06.

Esaminato ogni elemento a disposizione, ho realizzato questa idea precisa: sia tu che io (tu non credente, io credente), nostro malgrado, siamo vittime innocenti del 'pregiudizio religioso', inconfessato ma reale, che permea tutta la vita e l'attività del popolo (bue) italiano.

LA SOLUZIONE STA IN DIO (per i credenti) E NEL 'CONTROLLO', SEVERO E ACCURATO, DA PARTE DELL'OPINIONE PUBBLICA NON SOLO CONFESSIONALE, SIA PER I CREDENTI CHE PER I NON CREDENTI.

Sulla base di tale obiettiva constatazione, mi permetto di esprimere il seguente suggerimento: decidiamo di unire le nostre residue forze e facciamoci aiutare da tutti gli 'amici' che apprezzano dovutamente il valore civile delle difficoltà nostre e dei nostri parenti più stretti.

Svestiamoci defintivamente della 'veste' di 'giudice' e di 'avvocato' e, quali comuni 'imputati' del micidiale 'reato di apostasia' (Abdul RAHMAN docet!), facciamoci aiutare da chiunque è disposto a fare, altruisticamente, la sua parte.

Prendiamo atto, infatti, che resteremo 'perdenti' finchè resteremo ingabbiati nell'oppressivo clichet che opprime e brutalizza tutti i giudici e tutti gli avvocati: l'opinione pubblica, infatti, 'esige' che tutti i Giudici e tutti gli Avvocati, di norma, non sbaglino mai.

E, se talvolta succede che sbaglino, 'esige' che siano loro stessi, con le loro millantate competenze giuridiche, a trarsi fuori dai guai in cui, con il loro incauto comportamento, si sono cacciati.

UNA VERA E PROPRIA TRAPPOLA MICIDIALE!

Per quanto mi riguarda, potrei snocciolare una lunga lista di 'amici' leali e sinceri che, alla prova dei fatti, hanno dimostrato 'buona volontà'.

Preferisco, però, limitarmi a soli sette nomi che, comunque, sono particolarmente significativi e a cui invio copia della presente Lettera aperta per opportuna conoscenza:

Achille LORENZI, webmaster del sito antidiscriminazione freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=36

Rino FERRARA, webmaster del sito promotore del dialogo interreligioso freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=43257&idd=1729

Andrea SPIRITO LIBERO, paladino del 'libero pensiero', webmaster del sito www.animelibere.net/modules.php?name=Forums&file=viewto...

Claudio BUTRICHI, cristiano con eccezionale 'mentalità aperta al pluralismo', webmaster del sito freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=64709&idd=1275

Pino LUPO, psicologo della comunicazione, webmaster del sito freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=114

Gabriele TRAGGIAI, 'geovologo' di razza, nonchè alfiere della 'mentalità aperta al pluralismo';

Luigi FALLACARA, 'traduttore', dottore in Lingua e Letteratura straniera e, come Traggiai, alfiere della 'mentalità aperta al pluralismo'.

Ti sarò grato se, dopo ponderata analisi, mi farai conoscere il tuo qualificato punto di vista.

Buon proseguimento di giornata a te e a tua moglie.

Vito Pucci

[Modificato da ednaservice 09/04/2006 16.11]

08/04/2006 19:57
 
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Re: LETTERA APERTA AL GIUDICE TOSTI

Scritto da: ednaservice 08/04/2006 12.58

Gabriele TRAGGIAI, 'geovologo' di razza, nonchè alfiere della 'mentalità aperta al pluralismo';

Vito Pucci



Erro o c'é un errore di nome/nick

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
10/04/2006 01:14
 
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IL VALORE DI UN UOMO
Caro Luigi Tosti,
Ho letto molti articoli che ti riguardano.
Su Google ci sono decine di migliaia di scritti che commentano il tuo caso.
Si parla di discriminazione istituzionale al servizio della Chiesa.
Si parla di violazione dei diritti fondamentali, sul concetto della libertà di pensiero, dell’uomo.
Ho letto commenti giornalistici illustri, ho letto commenti di solidarietà da parte di parecchi organi nati per sostenere la lotta contro la discriminazione.
Con l’amico, avvocato Vito Pucci, parlavamo di te stamattina.
Anche Pucci si trova in un contesto di grave violazione dei diritti dell’uomo.
Si parla poco delle agitazioni interiori che attraversano uomini che hanno la forza morale di ribellarsi ad un sistema.
Un sistema che ha anestetizzato la maggioranza delle persone ad accettare “usi e costumi” apparentemente innocui ma, che invece, violano, in modo clamoroso, la libertà di pensiero.
Stanno tutti a guardare per vedere il valore di un uomo che resiste e persevera nel tempo contro il sistema standard.
Pochi sanno che il sistema non può niente contro certi uomini che hanno deciso di non arretrare neanche di un millimetro.
Hanno tutti paura di stare al fianco di persone come te e come Vito Pucci per la ragione che fate veramente sul serio, mettete in gioco la vostra onorabilità e la vostra vita.
Uomo contro istituzioni, formica contro elefante, la gente pensa sia impossibile vincere qualsiasi battaglia contro lo Stato.
Sto preparando una relazione sui diritti universali dell’uomo e sul fatto che è l’uomo che deve fare la differenza e non le istituzioni.
I singoli uomini hanno scritto le pagine più belle della storia, soprattutto nel fare abolire leggi che sacrificano la dignità, l’onore e la libertà di pensiero.
Vorrei che siano dedicati degli spazi televisivi a tutti quei casi che come il tuo possono migliorare ed elevare la cultura della società.


Un abbraccio

10/04/2006 08:01
 
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Re: IL VALORE DI UN UOMO

Scritto da: parliamonepino 10/04/2006 1.14

Hanno tutti paura di stare al fianco di persone come te e come Vito Pucci per la ragione che fate veramente sul serio, mettete in gioco la vostra onorabilità e la vostra vita.



Ma che paura e paura...??!
Mi sembra che si stia esagerando con la retorica.
Personalmente non condivido la "battaglia" del giudice Tosti, tra l'altro mio concittadino, e non ho nessuna voglia di schierarmi dalla sua parte.
La paura non c'entra nulla.

saluti
10/04/2006 12:31
 
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Il punto debole
Basta toccare un simbolo e vi arrabbiate da matti! Come dissi qualche tempo fa: qual poca cosa è la vostra fede se non sapete rinunciare ad un simbolo in nome di uno stato laico (serio, però) e non filocattolico!

Quella di Bere è l'evidenza di quello che dico: TOGLIERE I CARTELLI STRADALI!!! Così quando il pedone Bere attraverserà la strada l'automobilista Genesis potrebbe benissimo tirarlo sotto! Tanto non ci sono i cartelli! Cambiate registro che è meglio e meno ridicolo.
---------------------------------------------------------
"Mi chiamo Massimo e avrò la mia vendetta.
In questa vita o nell'altra."
10/04/2006 13:09
 
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Re: Re: IL VALORE DI UN UOMO

Scritto da: Francesca Galvani 10/04/2006 8.01

Scritto da: parliamonepino 10/04/2006 1.14

Hanno tutti paura di stare al fianco di persone come te e come Vito Pucci per la ragione che fate veramente sul serio, mettete in gioco la vostra onorabilità e la vostra vita.



Ma che paura e paura...??!
Mi sembra che si stia esagerando con la retorica.
Personalmente non condivido la "battaglia" del giudice Tosti, tra l'altro mio concittadino, e non ho nessuna voglia di schierarmi dalla sua parte.
La paura non c'entra nulla.

saluti



Cara Francesca,
Se ho esagerato con la retorica, usando certi termini, devo dedurre che hai letto poco di Aristotele o Cicerone, per non parlare di Sant’Agostino che in quanto ad usare la retorica fece scuola, la usava principalmente come supporto per la predicazione.
Aristotele suddivise la retorica in 5 parti.
Ne ho usate 3:
1) l'éuresis o inventio (la ricerca degli argomenti);
2) la táxis o dispositio (la disposizione degli argomenti);
3) la léxis o elocutio (l'elaborazione stilistico-formale).

In italiano ci sono parecchi modi di dire che usano la parola "retorica".
Quasi tutti hanno un senso negativo.
Mamma mia, quanto sei retorico!, mi ha detto mio figlio ieri, per indicare che facevo troppi giri di parole o comunque usavo una forma linguistica scontata e non naturale.
Oppure, per scusarci quando diciamo qualcosa che probabilmente dicono tutti, introduciamo il discorso con un forse sarà retorico, ma io penso che...
Per non parlare poi di quando vogliamo criticare un film, un racconto, un gesto o un rito (un po' retorico, no?) e di quando andiamo a cercare il pelo nell'uovo e notiamo subito quel pizzico di retorica che andrebbe evitato.
Insomma, la parola retorica ha sempre qualche aspetto negativo, ma la retorica (quella vera), cioè l'arte che studia le proprietà del discorso, di negativo ha ben poco.
Secondo la tradizione la retorica studia dunque il discorso e in particolare i temi e gli argomenti, già citati sopra, ma per “enfasi retorica” riporto:(inventio), la disposizione delle parti (dispositio) e la scelta e la disposizione delle parole (elocutio).
In pratica, più comunemente, intendiamo per retorica tutti quegli artifici che ci consentono di esprimerci meglio o, soprattutto, di riuscire ad ottenere qualcosa dal nostro argomentare.
Non mi dispiacerebbe che mi si riconosca una “retorica psicologica”, o come la definiva Platone “arte del guidare le anime".
Berescitte, per esempio usa una forma di “retorica ironica”, molto sofisticata, dice esattamente il contrario di ciò che pensa presupponendo che chi ascolta sappia capire il senso reale del discorso.
Berescitte usa anche una “dialisi retorica”.
La dialisi è una parola più nota in medicina che non in retorica.
La dialisi è in medicina quel procedimento di filtraggio cui si sottopongono le persone ammalate ai reni.
In retorica è invece il procedimento per cui un discorso è interrotto da una serie di incisi.
Dalla parola greca che significa "separare".

Detto questo, cara Francesca, raccolgo la tua rispettabile opinione nell’affermare che non sei d’accordo con il giudice Tosti, tuo illustre concittadino.
Inoltre, raccolgo anche il tuo dissenso nel dire che non c’entra la paura.


Naturalmente se ho usato il termine “paura”, non è a sproposito, su questa emozione parlerò in un altro intervento.
Un Cordiale Saluto
10/04/2006 19:47
 
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ednaservice ha scritto:

Ricevo, e volentieri vi giro, il messaggio che ieri mi è pervenuto dal Giudice Luigi TOSTI di Rimini, tuttora al centro di una infuocata vicenda ...

Io mi chiedo solo se il giudice Tosti ha autorizzato questa diffusione pubblica di un suo messaggio che penso sia stato inviato privatamente a Vito Pucci...
E' al corrente il giudice che una sua e-mail inviata a Vito Pucci e' stata pubblicata in questo forum?
Gradirei averne una conferma in quanto, come recita il regolamento, non e' consentito inviare nel forum contenuti di corrispondenza privata senza che vi sia stato «un assenso scritto da parte degli interessati».

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 10/04/2006 19.51]

10/04/2006 20:05
 
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Re: Re: LETTERA APERTA AL GIUDICE TOSTI

Scritto da: Vitale 08/04/2006 19.57

Erro o c'é un errore di nome/nick

Vitale




vitale,vitale...
di "geovologo" ce n' è uno tutti gli altri son....?

o siamo tutti un pò "geovologi/ghi" ?

bho...

ciao
bruno

11/04/2006 00:10
 
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Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 10/04/2006 19.47
ednaservice ha scritto:

Ricevo, e volentieri vi giro, il messaggio che ieri mi è pervenuto dal Giudice Luigi TOSTI di Rimini, tuttora al centro di una infuocata vicenda ...

Io mi chiedo solo se il giudice Tosti ha autorizzato questa diffusione pubblica di un suo messaggio che penso sia stato inviato privatamente a Vito Pucci...
E' al corrente il giudice che una sua e-mail inviata a Vito Pucci e' stata pubblicata in questo forum?
Gradirei averne una conferma in quanto, come recita il regolamento, non e' consentito inviare nel forum contenuti di corrispondenza privata senza che vi sia stato «un assenso scritto da parte degli interessati».
Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 10/04/2006 19.51]




Caro Achille,
Il giudice Luigi Tosti, in questi giorni, Ha avuto diversi incontri telefonici con Vito Pucci.
Prima di prendere delle iniziative, Vito Pucci ha informato il giudice Luigi Tosti delle sue intenzioni, che ha accettato di buon grado.
Essendo, Tosti, in una situazione di "forti pressioni personali", ha apprezzato e gradito il sostegno professionale e umano di Pucci.
Il giudice Tosti è stato documentato in ogni dettaglio dei vari interventi di questi giorni.
Ha promesso di provvedere un suo personale pensiero sui dati raccolti.
Il giudice Tosti, secondo il mio personale parere, è persona unica ed all'avanguardia.
E' molto diverso da me come "credenza", ma è un mio simile come apertura mentale ecumenica!
Questa è la ragione che anima le mie impressioni positive su di lui.
Ti invito, perciò, a sentirti rassicurato da questa mia. [SM=x570865]

Un abbraccio
11/04/2006 11:59
 
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Re: Re: Re: IL VALORE DI UN UOMO

Scritto da: parliamonepino 10/04/2006 13.09

Cara Francesca,
Se ho esagerato con la retorica, usando certi termini, devo dedurre che hai letto poco di Aristotele o Cicerone, per non parlare di Sant’Agostino



Sì, immagino che tu invece avrai letto tonnellate di libri di tutti gli scrittori dell'antichità classica e cristiana. Mi domando solamente come mai per scrivere questo umile messaggio allo scopo di spiegarmi che cos'è la retorica, distogliendoti per un attimo dalle tue profondissime letture quotidiane, hai dovuto scopiazzare quasi parola per parola l'enciclopedia encarta
http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761574514/Retorica.html

Sai, copiare è ciò che fanno di solito quelli che non leggono niente e non sanno niente, ma vogliono far credere agli altri di sapere qualcosa. E' una pratica molto in voga nella retorica aristotelica, si chiama "millanteria". Nei gruppi di discussione in Internet è spesso indice di ignoranza. Leggi cosa ne dice Platone in proposito.



In italiano ci sono parecchi modi di dire che usano la parola "retorica".
Quasi tutti hanno un senso negativo.
Mamma mia, quanto sei retorico!, mi ha detto mio figlio ieri, per indicare che facevo troppi giri di parole o comunque usavo una forma linguistica scontata e non naturale.
Oppure, per scusarci quando diciamo qualcosa che probabilmente dicono tutti, introduciamo il discorso con un forse sarà retorico, ma io penso che...
Per non parlare poi di quando vogliamo criticare un film, un racconto, un gesto o un rito (un po' retorico, no?) e di quando andiamo a cercare il pelo nell'uovo e notiamo subito quel pizzico di retorica che andrebbe evitato.
Insomma, la parola retorica ha sempre qualche aspetto negativo, ma la retorica (quella vera), cioè l'arte che studia le proprietà del discorso, di negativo ha ben poco.
Secondo la tradizione la retorica studia dunque il discorso e in particolare i temi e gli argomenti, già citati sopra, ma per “enfasi retorica” riporto:(inventio), la disposizione delle parti (dispositio) e la scelta e la disposizione delle parole (elocutio).
In pratica, più comunemente, intendiamo per retorica tutti quegli artifici che ci consentono di esprimerci meglio o, soprattutto, di riuscire ad ottenere qualcosa dal nostro argomentare.



Questa parte, invece, è tutta copiata parola per parola dal sito http://www.scudit.net/mdretorica.htm
al capitolo " un pizzico di retorica".
Il filosofo greco Parmenide, che immagino tu legga ogni sera prima di andare a dormire, parla certamente del fenomeno retorico della "appropriazione indebita" che si verifica quando uno copia le parole di un altro e non dice di averle copiate, facendo finta che siano proprie. Anche questo, solitamente, è indice di ignoranza unita a millanteria.
A cui si aggiunge un'altra figura retorica che si chiama "falsificazione". Siccome nel sito suddetto la frase che tu hai copiato non la sentivi abbastanza autobiografica, ecco che l'hai personalizzata introducendo il personaggio fittizio di tuo figlio. E così se il professor Roberto Tartaglione aveva scritto "Mamma mia, quanto sei retorico!, diciamo a chi parla troppo, dice cose banali, fa troppi giri di parole o comunque usa una forma linguistica scontata e non naturale" ecco che tu cambi la frase e crei il falso episodio di tuo figlio scrivendo: "Mamma mia, quanto sei retorico!, mi ha detto mio figlio ieri, per indicare che facevo troppi giri di parole o comunque usavo una forma linguistica scontata e non naturale".
Bravo, così hai dimostrato che sei capace di cambiare tre o quattro parole in una pagina copiata. A tanto ti hanno portato le tue letture di Aristotele! Esse hanno davvero sviluppato la tua capacità creativa!



Berescitte, per esempio usa una forma di “retorica ironica”, molto sofisticata, dice esattamente il contrario di ciò che pensa presupponendo che chi ascolta sappia capire il senso reale del discorso.
Berescitte usa anche una “dialisi retorica”.
La dialisi è una parola più nota in medicina che non in retorica.
La dialisi è in medicina quel procedimento di filtraggio cui si sottopongono le persone ammalate ai reni.
In retorica è invece il procedimento per cui un discorso è interrotto da una serie di incisi.
Dalla parola greca che significa "separare".



Bravo, anche questo l'hai copiato direttamente dalla stessa pagina. La tua profonda genialità si limita ad aver inserito il nome di Berescitte. Qui c'è certamente un'influenza agostiniana, nel tuo stile!


Detto questo, cara Francesca

,

Non hai detto niente, caro Pino. Tu non hai detto assolutamente niente. Hai solo preso google, scritto "retorica" e copiato volgarmente tutta la tua risposta da due siti, senza restituire ai loro autori le parole che falsamente hai attribuito a te stesso. E se non è bello smascherare queste scopiazzature tutt'altro che rare nel mondo di Internet, mi pare giusto farlo, perché sono stanca di vederti salire sul pulpito a dispensare inesistenti perle di saggezza. Invece di copiare tutte queste parole per darmi la lezioncina, avresti potuto aprire un dizionario e vedere qual è il naturale senso, comprensibile a tutti, con il quale io avevo usato il termine. Io ritenevo e ritengo che tutto questo richiamo al tema della paura sia retorico e non reale; e tutte le persone con un minimo di cultura capiscono che io intendo la retorica nel senso dispregiativo del termine, che nella lingua italiana è assai attestato e diffuso.
Quindi, evita di darmi lezioni di filosofia aristotelica, perché in questo caso sei stato solo un millantatore capace di fare copia-incolla, e certamente le parole greche e latine che hai copiato non sapresti neanche trovarle sul dizionario.
Prova ad esercitare un po’ quel sentimento che non si chiama “paura” ma “vergogna”.

cordiali saluti
Francesca
11/04/2006 12:58
 
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Cara Francesca,
Pensa che ci sono da 3 a 7 anni di carcere per i millantatori!
Che bella soddisfazione ti sei presa!
Tutti devono sapere che Pino Lupo è un MILLANTATORE!
Brava!
Adesso sarai contenta!
Pino Lupo deve provare vergogna per quello che ha scritto, anzi copiato, anzi copia-incolla!
Un tale reato merita di essere segnalato per smascherare un tale pallone gonfiato.
Che posso dire?
Grazie!
Un abbraccio
11/04/2006 13:46
 
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Che posso dire?
Grazie!



Forse era cosa migliore riconoscere semplicemente di avere sbagliato...
Sandro

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Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)
11/04/2006 14:37
 
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Scoppia purela polemica religiosaIl caso in una scuola di Senigalliacontestazioni anche nel Trevigiano e ad Amelia. In alcune sezioni il simbolo è stato rimosso
Nelle Marche alle 22 l’affluenza è stata del 69,9%. I dati dei Comuni principali
Crocifisso al seggio, si rifiuta di votare

http://www.corriereadriatico.it/articolo.aspx?varget=E2B70210E44E1DAD0F851D3A9EF08A26

ANCONA - Niente voto se il presidente del seggio si rifiuta di togliere il crocifisso. Movimentata giornata elettorale ieri. Prima i tribunali, poi le scuola e ora i seggi. La polemica sulla presenza dei crocifissi al di fuori dei luoghi di culto torna a infuriare. E’ successo a Senigallia dove un elettore, Fiorenzo Nacciariti, 50 anni di Corinaldo, simpatizzante dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, ieri mattina alle 10 ha chiesto alla presidente del seggio elettorale n. 19 della scuola elementari Puccini di rimuovere il simbolo della religione cattolica dalla sezione. Inutilmente. Così l’uomo ha ritirato le schede per le elezioni di Camera e Senato ma, come ha spiegato lui stesso in un messaggio scritto che ha chiesto venisse allegato al verbale dell’Ufficio elettorale di sezione, si è ritenuto “impossibilitato” ad esercitare il suo diritto “per la presenza del simbolo della religione cattolica apostolica romana, detto crocifisso, nelle sale delle votazioni”. Fiorenzo Nacciariti non è nuovo a questa forma di protesta. Il 15 marzo aveva indirizzato una lettera al ministero dell’Interno sollecitando la “preventiva e permanente rimozione dei simboli della Chiesa cattolica apostolica romana dai seggi elettorali, o, in subordine, il permesso di esporre i simboli di tutte le associazioni che ne facessero richiesta, in particolare quello dell’Uaar”, l’ Unione degli atei. Visto che il ministero “non ha preso alcun provvedimento mi rifiuto di votare”, ha fatto mettere a verbale dopo che la presidente del seggio ha risposto che non avrebbe staccato il crocifisso dalla parete.

Altre polemiche anche ad Amelia (Terni) e a Cornuda (Treviso). Ad Amelia Forza Italia ha presentato una denuncia ai carabinieri contro il presidente del seggio n. 8 che avrebbe fatto togliere il crocifisso dall’aula. “E' un fatto di una gravità eccezionale”, ha detto il consigliere regionale azzurro Raffaele Nevi. A Cornuda è stato invece il sindaco a far togliere i crocifissi da tutti i seggi della cittadina. Anche qui, da parte di An, è scattata la denuncia. C’è però da dire che pur non essendoci a livello giuridico alcun pronunciamento che dica chiaramente se il crocifisso debba o meno essere presente nei seggi elettorali, un orientamento in materia lo ha dato la sentenza del Consiglio di Stato del 15 febbraio scorso che - respingendo il ricorso di una donna finlandese residente a Padova che chiedeva di rimuovere il simbolo cristiano dalla scuola frequentata dal figlio - ha scritto che il crocifisso non va rimosso dalle aule perchè ha una “funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata”. Si tratta di un simbolo “idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili”, di “un simbolo atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco”. La sentenza ha di fatto frenato la querelle che va avanti da anni e che ha visto in prima linea il giudice del tribunale di Camerino Luigi Tosti, per questo sospeso dalle funzioni e dalla stipendio.

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
11/04/2006 17:32
 
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Scritto da: Achille Lorenzi 10/04/2006 19.47
ednaservice ha scritto:

Ricevo, e volentieri vi giro, il messaggio che ieri mi è pervenuto dal Giudice Luigi TOSTI di Rimini, tuttora al centro di una infuocata vicenda ...

Io mi chiedo solo se il giudice Tosti ha autorizzato questa diffusione pubblica di un suo messaggio che penso sia stato inviato privatamente a Vito Pucci...
E' al corrente il giudice che una sua e-mail inviata a Vito Pucci e' stata pubblicata in questo forum?
Gradirei averne una conferma in quanto, come recita il regolamento, ... .




Caro Achille,

Fai bene ad essere preciso ed a sorvegliare affinchè tutte le norme del 'regolamento' siano attentamente rispettate nella forma e nella sostanza.

Con riferimento al caso specifico, non mi costa riferirti e dimostrarti che nel messaggio privato pervenutomi venerdì 7 aprile u.s. alle ore 9.58, oltre alle generalità, indirizzo e-mail e foto personale del Giudice TOSTI, sia all'inizio che alla fine, era scritto espressamente:

"COMUNICATO STAMPA - CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE".

Realmente, da anni ormai, quale 'cristiano con la mentalità aperta al pluralismo', nonchè socio fondatore e attivista dell'ASSOCIAZIONE EUROPEA DEI TESTIMONI DI GEOVA PER LA TUTELA DELLA LIBERTA' RELIGIOSA, Via Cermenati 80, Roma, mi sforzo di continuo di rispettare le innumerevoli (e spesso, assai spesso, contraddittorie e 'libeticide') leggi e regolamenti, alla luce dei positivi insegnamenti qui di seguito trascritti:

"PERCIO' NON LI TEMETE; POICHE' NON C'E' NULLA DI COPERTO CHE NON SARA' SCOPERTO, NE' DI SEGRETO CHE NON SARA' CONOSCIUTO. CIO' CHE VI DICO NELLE TENEBRE, DITELO NELLA LUCE; E CIO' CHE UDITE SUSSURRARE, PREDICATELO DALLE TERRAZZE". - Matteo 10:26, 27, Traduzione del Nuovo Mondo.

"ESSERE TROPPO RISERVATI PUO' GENERARE SFIDUCIA E SCORAGGIAMENTO, E PUO' DANNEGGIARE LO SPIRITO CALOROSO DELLA CONGREGAZIONE O DELLA FAMIGLIA". - Vedi La Torre di Guardia, 1 Settembre 1991, pagina 24, paragrafo 19.

Mi è gradita l'occasione per inviare a te e a tutti i Foristi il mio saluto più cordiale.

Vito Pucci


11/04/2006 17:35
 
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Re:

Scritto da: peraskov 11/04/2006 13.46

Che posso dire?
Grazie!



Forse era cosa migliore riconoscere semplicemente di avere sbagliato...



Sbagliato cosa?
11/04/2006 19:22
 
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Sbagliato cosa?



Sbagliato voler presentare come prodotto del proprio pensiero qualcosa che invece è semplicemente copiato.
Ma non volevo urtare la tua sensibilità, a me piace parlare sottovoce.

Mi paso retrocedico,
quando el de ustedes avanza;
el arco de las alianzas
ha penetrado en mi nido...
[SM=x570864]
Sandro

------------------
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