“The Twentieth Century New Testament (1904) –
An American Traslation
– Contemporary English Version
– The Christian Bible
– FEN – Ferrar Fenton
– NBE – Nueva Biblia Espanola
– The New Testament in the Language of the People (1950, 1963) C. B. Williams”
Mai sentite. Un modo davvero bizzarro per dare le referenze. Ovviamente attendo le citazioni complete e l’anno di edizione corredato coi nomi dei traduttori. Ti sembra un modus operandi filologicamente corretto il tuo?
“Ecco il tuo pensiero:
“I protestanti sono convinti che quell’ “esti” dell’ultima cena voglia dire “significa”, e possiamo anche discuterne, ma nessuno si sogna tra i protestanti di tradurlo in quel mondo, la NR e la Diodati rendono col verbo essere”.
Come vedi ti sei sbagliato.”
Lo ribadisco. Quelli non sono protestanti. Per protestantesimo non intendo settuncole americane di quarta categoria ma confessioni serie. Il protestantesimo italiano non è Giacinto Butinaro, il protestantesimo americano non sono i predicatori televisivi o quelle traduzioni.
“oltretutto leggendo lo zanichelli ho visto che “significa” è una delle possibili traduzioni”
Lo Zanichelli? I dizionari si citano per autore, e non per casa editrice. Che io sappia la Zanichelli ha fatto solo un dizionario ridotto di greco con impostazione etimologica, di nessun valore accademico. Qui in Italia i dizionari di greco classico sono due: Rocci e Montanari. Il resto, come il La Magna o l’edizione italiana ridotta del LSJ, sono spazzatura o dizionari parziali buoni per essere venduti ai supermercati.
“oltretutto leggendo lo zanichelli ho visto che “significa” è una delle possibili traduzioni, pardon "approssimazioni" di eimi (sono), presente indicativo greco, come estin d'altronde, in italiano”
Non stavo parlando di eimi in assoluto ma di eimi in quel passo. “Esti” può voler dire “significa” esattamente nella stessa misura in cui lo vuol dire l’italiano “Essere”, sono lo STESSO verbo.
”ES-ti” infatti ha la radice indoeuropea *es- del verbo ES-sere che esiste in moltissime lingue. Francese ES-t, latino ES-t. Tedesco IS-t, sancito AS-ti con variazione apofonica della vocale. Ergo “essere” non è la traduzione dell’esti eucaristico ma E’ esattamente quell’esti metamorfosato in base a processi glottologici comunissimi.
“A conferma di ciò ti riporto anche alcuni punti di una traduzione biblica cattolica C.EI. che rende estin con significa: Matteo 9,13; e Matteo 12,7.”
Sfortunatamente tu pensi in italiano. In questi versetti si può lasciare la traduzione letterale con essere, e il lettore italiano intenderebbe comunque “significa”, proprio perché “ES-ti” ed “ES-sere” sono un medesimo verbo e dunque il lettore italiano orecchierebbe che anche il nostro “essere” può in determinati contesti voler dire “significa”. Ora, ti pare il caso dei passi eucaristici? I TdG snaturano la radice del verbo con un intervento fazioso che toglie la carica ontologica del verbo essere. E’ un procedimento da dilettanti fare accostamenti di traduzioni di eimi in altri contesti che con questo non hanno nulla a che fare, e che, come sempre, vanno letti in greco. Io continuo a leggere “è” anche dove la CEI traduce significa, e non perché sono greco, ma perché sono indoeuropeo. So quando ricavare “significa” da quella radice, e i TdG dovrebbero lasciare ai lettori la possibilità di fare altrettanto lasciando in italiano IL MEDESIMO VERBO che c’è in greco, bada, non ho detto “la traduzione” di eimi, ho detto il medesimo verbo, perché è la STESSA PAROLA diversificatasi in tutte le lingue coi secoli.
Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)