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felice buon spirito

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2005 17:45
06/06/2005 16:11
 
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“Questo è un tuo punto di vista”.

E’ la prima cosa che insegnano al liceo: “Se non sai il greco non metterti a commentare Omero, voi siete qui perché nessuna traduzione rende mai il testo originale”.

“Ma leggendo un dizionario di greco-italiano comprendo le possibili traduzioni di un determinato termine greco che”

No, leggendo il dizionario trovi la lista delle più vicine approssimazioni. Nessun termine italiano ne rende uno greco a meno che non ci sia una medesima radice nella lingua di partenza e in quella di arrivo.

“il dizionario stesso mi mette davanti, cercando poi un ulteriore conferma confrontando tutto ciò con il testo biblico interlineare.”

Non vedo a cosa possa servire l’interlineare, visto che riporta solo il significato basilare: ancor meno del dizionario. L’interlineare non ti rende conto né della semantica né della struttura sintattica, che il greco sono indissolubilmente intrecciate in quanto si influenzano reciprocamente. Una medesima parola coniugata in modo diverso o collocata in punti diversi della frase può cambiare totalmente il senso del periodo: i dizionari sotto questo profilo non servono a nulla.
Ecco l’ingenuità dei TdG: prima imparano l’alfabeto e poi consultano i vocabolari facendo finta di capire: in realtà non hanno penetrato nulla dell’essenza della parola. Forse non è chiaro: per tradurre non basta cercare tutte le parole che compongono una frase sul dizionario e poi metterle in fila, è il metodo più sicuro per fallire. In quarta ginnasio ti danno dieci frasi da un giorno con l’altro. Suppongo che nella mente dei TdG basti sfogliare qualche dizionario per svolgere gli esercizi assegnati. Si sbagliano: di solito per una manciata di frasi partono due ore di tempo. I costrutti sono per la maggior parte inesistenti in italiano e senza alcun corrispondente, infatti siamo costretti a rende espressioni come il genitivo assoluto col gerundio oppure ad esplicitare il periodo con una causale, una concessiva, una temporale, ecc.
I verbi non hanno solo modi tempi e diatesi, hanno anche “aspetti”. Cosa può capire un italiano che non ha mai tradotto greco leggendo che l’aoristo ha valore puntuale? E cosa può capire un italiano se gli dico che un verbo non è né all’attico né al passivo ma al medio? Mi prende per pazzo? Eppure è così. E cosa capirò se gli dico che la desinenza non è né plurale né singolare ma duale? Che cosa può capire un italiano di participi predicativi e attributivi?

“Sono comunque dei termini in cui può essere resa la parola greca nella lingua d’arrivo.”

No. Sul dizionario trovi una lista di termini, la maggior parte dei quali non vanno bene. Trovare un lemma sul dizionario non significa poter rendere con quel lemma. Faccio spesso un esempio latino con Giulio Cesare sperando che la gente capisca : “Caesar erat imperator”. Come lo traduci? Cesare era “imperatore”? Ti beccheresti un quattro se lo facessi.

“Dalla conoscenza del greco alla conoscenza di Dio”

Ho letto la testimonianza di questo Nicholas. Non c’è che dire, la WTS vanta così pochi grecisti che quando ne trovano uno devono sbandierarlo a tutto il mondo. Vediamo di analizzare il post di costui al fine di renderci conto che è solo l’eccezione che conferma la regola:

"Oh, Nicholas, ecco una parola che Karen e io abbiamo studiato nella Bibbia. Stauros potrebbe significare semplicemente ‘palo’?"
"Be’, sì. Significa proprio ‘palo’. Non so come abbiano fatto a tirare fuori ‘croce’ da stauros.”

Non mi dire, che perla. Qui mostra tutta la sua scienza. Stauros significa sia palo che croce, è attestato con quest’ultimo significato non solo in greco ellenistico ma sin dai tempi della lineare B micenea. Inoltre un professore greco che insegna a Salonicco recentemente ci ha fatto notare qualcosa di interessante sull’etimo della parola: s-TAU-ros. Una coincidenza?

“Mi portò un libro appena pubblicato (1969) dalla Watch Tower Society, È la Bibbia realmente la Parola di Dio? Era pieno zeppo di informazioni scientifiche e archeologiche che confermavano l’accuratezza storica della Bibbia e considerava molte profezie adempiute che ne comprovavano l’ispirazione.”

Lumi del cielo. Quel testo è un miscuglio di fanatismo fondamentalista e ignoranza.

“Tuttavia, perfino le loro grammatiche teologiche riconoscono che quando nella frase ricorre un’espressione che riguarda il passato, il verbo al tempo presente si può a volte tradurre come se l’azione fosse cominciata nel passato e continuasse fino al presente.”

Ma questa è una principale che regge una temporale, non c’è alcun motivo di consecutio temporum (che non esiste in greco) per non tradurre letteralmente, specie con quello che è capitato in seguito, ossia il tentativo di lapidare Gesù.

“l’incarico di tenere un corso di greco neotestamentario alla Phillips Academy.”

E costui avrebbe avuto l’incarico di tenere un corso di greco neotestamentario quando nella riga dopo ci confessa di non averlo mai studiato specificatamente?

“Il fatto di non avere imparato il greco da un teologo che insegnava greco neotestamentario mi rese probabilmente molto più obiettivo in proposito. Potevo guardare le parole con occhi diversi, scevro di nozioni tradizionalistiche e dottrinali.”

Propaganda geovista allo stato puro. Il greco non lo insegnano i teologi ma i grecisti, se poi le due cose si sovrappongono è puro caso…

“quello che stava facendo il sistema. D’altro canto non mi andava l’idea di usare l’LSD o di fumare marijuana. Gli hippy non avevano effettivamente la soluzione del problema, né ce l’aveva il sistema. Cercavo risposte migliori, un significato più profondo, un proposito più grande in tutto questo.
Nella vita dev’esserci qualcosa di più che fare senza entusiasmo l’insegnante o l’assicuratore o cose del genere.”

Ecco perché si è fatto adescare, pura psicologia.

“Ma vi sono anche altre traduzioni che rendono en con unito anche nel versetto che c’interessa.”

Esempi? Non vedo perché non fare una traduzione letterale quand’è possibile. E’ una delle poche volte in cui il greco è traducibile in quanto la preposizione è la stessa in quasi tutte le lingue indoeuropee. “En” non significa “in” ma è “in”, con una semplice oscillazione nella vocale. Ho cercato sul Rocci, sul Montanari, e sul Kittel: di “unito a” neppure l’ombra. L’hanno trovato come sessantesimo significato in un dizionario di fine ottocento scommetto.

Ciao
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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