Caro Agabo, nel tuo ultimo post non hai risposto a nessuna delle citazioni fatte da Achille, e in particolare a questa:
«Ci si potrebbe chiedere se a questo modo non ci troviamo ancora ricondotti alla dottrina greca dell'immortalità dell'anima, e se il NT non presupponga, per il tempo dopo la Pasqua, una continuità dell''uomo interiore', del cristiano convertito, prima e dopo la morte, in modo che la morte non rappresenti anche qui che un 'passaggio naturale'. Entro certi limiti ci avviciniamo in effetti alla dottrina greca, nel senso che l'uomo interiore trasformato, vivificato dallo Spirito Santo sin da prima (Rom. 6:3), continua a vivere, così trasformato, accanto a Cristo nello stato di sonno. Questa continuità di vita in ispirito è sottolineata particolarmente dall'evangelo giovanneo (Io. 3,36; 4,14; 6,54 passim). Qui intravediamo almeno una certa analogia per quanto riguarda l'immortalità dell'anima»
Discutere se il lavoro di Cullmann sia incompiuto o meno può essere un piacevole passatempo ma non ha alcuna rilevanza, tu hai citato quest’opera come sostenitrice delle tue idee ma così non è stato.
“Ti rispondo che io l’ho citato coerentemente perché in questo 3d si discute dell’immortalità dell’anima. Non ha attinenza invece con l’argomento dell’immortalità dell’anima la tesi del “tempo intermedio”, infatti, anche teorizzando la correttezza di tale tesi, essa non dice nulla sul fatto se dopo la morte continua oppure no una (vera) forma d’esistenza. Ma tale aspetto è stato tirato in ballo da te, non da me.”
Veramente è il tuo discorso sull’immortalità dell’anima nella Bibbia quello fuori tema, qui si parlava dell’influenza di Platone sulla dottrina cattolica. Non avendo tu mai letto Platone, hai completamente stravolto il filo della discussione mettendoti a dissertare sull’immortalità dell’anima nella Bibbia, ma ovviamente citazioni dai Dialoghi platonici non ne vedrò mai. Inoltre non è stato Achille a mettersi a parlare della tesi del “tempo intermedio”, ma tu l’hai fatto, per negarla. E non dire che la tesi del tempo intermedio non è pertinente con quella dell’immortalità dell’anima, perché se l’anima è immortale il tempo intermedio esiste, se invece non è immortale non esiste, perché NON c’è tempo per ciò che è nulla. La tesi secondo cui esiste un tempo intermedio nella misura in cui le anime non sono né morte né vive ma “dormono” è un equivoco creato dalla lingua, ma che non può avere seguito sul piano escatologico. Infatti se una persona dorme è ancora viva, ergo l’anima dormiente è un’anima viva, anche se non in stato cosciente. Chi sostiene la teoria delle anime “dormienti” deve accettare una qualche forma d’immortalità dell’anima, ossia l’anima nelle braccia di Dio è qualcosa, seppure dormiente, ma non è il nulla, come sostengono i TdG secondo i quali tutto quello che resta di te è un ricordo nella mente di Dio.
A presto
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)