Avviso per i nuovi utenti

Per essere ammessi in questo forum è obbligatorio  
compilare il modulo di presentazione.

Cliccare qui

ATTENZIONE:
il forum è stato messo in modalità di sola lettura.
Le discussioni proseguono nel nuovo forum:
Nuovo Forum
Per partecipare alle discussioni nel nuovo forum bisogna iscriversi:
Cliccare qui
Come valeva per questo forum, anche nel nuovo forum non sono ammessi utenti anonimi, per cui i nuovi iscritti dovranno inviare la loro presentazione se vorranno partecipare.
Il forum si trova su una piattaforma indipendente da FFZ per cui anche chi è già iscritto a questo forum dovrà fare una nuova registrazione per poter scrivere nel nuovo forum.
Per registrarsi nel nuovo forum clicccare qui


Nuova Discussione
Rispondi
 
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

I "defunti" secondo il geovismo e il cattolicismo

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2005 18:38
17/12/2004 19:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 317
Registrato il: 08/07/2004
Utente Senior
OFFLINE
ET ET

E’ incredibile di come si possa rispondere cose che non c’entrano nulla con le proposizioni in esame.

“1)Rispondo:non accetti completamente la testimonianza di Flavio”

Quando ho detto che accettavo completamente la testimonianza di Giuseppe Flavio mi riferivo alla sua testimonianza di storico, ossia alla sua descrizione della dottrina essena. Non intendevo dire che accettavo il suo parere sulla provenienza di tale dottrina.

“quando proverai che la maggior parte dei cattolici si basa la propria pratica religiosa sui documenti ufficiali della Chiesa, avvisami.”

Non vedo cosa c’entri. La questione era il modo di criticare i TdG fatto dal GRIS (ossia coi documenti ufficiali alla mano), e la presunta equivalenza che hai proposto col tuo modus operandi, ossia criticare i cattolici sul parere dei cattolici disinformati.

“Rispondo: questo è una di quegli esempi in cui chiami “bianco” il “nero” e viceversa.”

L’asserzione non è argomentata. Se tu non sai distinguere i generi letterari non posso farci nulla. Come già detto, i testi sono stati scritti a secoli di distanza, in contesto diverso, da autori diversi, e per scopi diversi, non hanno nulla in comune.

“Rispondo: la tua risposta è una mezza verità, il che equivale a una menzogna: la Bibbia non insegna l’immortalità dell’anima.”

Non hai risposto alla mia frase. Ho detto che secondo la dottrina cattolica l’anima è data da Dio e a Dio ritorna, tu invece avevi portato questa concezione come qualcosa di contrastante con la nostra dottrina, anzi, una prova contro di essa. Dove starebbe “la mezza verità” nel dire “l’anima ritorna a Dio che l’aveva data”? Questa frase non dice nulla sulla presunta mortalità o immortalità dell’anima, quindi il fatto che secondo te la dottrina dell’anima immortale non sia insegnata nella Bibbia non tange per nulla la mia argomentazione secondo cui anche i cattolici affermano che l’anima torna a Dio. Se ne deduce che questo versetto non è contrapponibile alla dottrina cristiano-cattolica.

“il fatto è che Paolo non ne parla mai. Vi servite di versetti che gli stessi teologi cattolici definiscono “problematici”, “di difficile traduzione e interpretazione”. La dottrina della risurrezione è al contrario chiaramente definita””

Questo è da dimostrare, non la premessa.

“quale “divinità” stai parlando? Ve n’erano tante e a queste Paolo contrappone il Dio unico e creatore.”

Anche qui stai sviando. La questione non era politeismo o monoteismo. Tu avevi affermato che la concezione secondo cui l’anima è data dalla divinità sarebbe tipica del mondo giudaico ed estranea ai pagani, il che non è vero. Anche perché ti risposi che un’anima data da Dio non implica che quell’anima sia mortale, anzi, è più probabile il contrario.

“Rispondo: una “piccola precisazione”: Paolo stava parlando con “giudei e pagani credenti in Dio” … “ANCHE certi filosofi … eccetera” Stoici ed epicurei non credevano nell’immortalità dell’anima, ma non erano i soli ad ascoltare Paolo: “Paolo scende nella pubblica piazza di Atene, ove discute con rappresentanti delle varie correnti filosofiche …” G. Ravasi”

Non ho nessun problema a dirlo. Ho affermato solamente che il tuo commento presume stia parlando con aristotelici, platonici, o magari pitagorici, il che non è scritto. Ma non c’è nessun problema ad ammetterlo, molti greci infatti, pur non considerando la psychè immortale, la esaltavano rispetto al corpo. SI sarebbero scandalizzati sentendo parlare di resurrezione immortalasti o meno. (Non dimentichiamo però di non calcare su quest’aspetto, ci sono resurrezioni anche nella cultura greca. Non penso che occorra spiegare chi sono Admeto e Alcesti, o il mito di Er platonico. Se invece non sai di chi sto parlando, in futuro evita di fare confronti tra concezioni greche e concezioni giudaiche, perché ti mancherebbe l’ABC per provarci.)

“su questo elemento (la risurrezione) si consuma il dissenso con l’uditorio greco, incline ad esaltare l’anima e a ritenere la corporeità secondaria e persino negativa”

Questo esiste anche nei non immortalisti.

“SICCHE’, ANCHE IN CAMPO CATTOLICO, L’EMINENTE BIBLISTA GIANFRANCO RAVASI COMMENTA IL TESTO DI 2 CORINTI 5:9,10 ESATTAMENTE COME I PROTESTANTI (c’entra come i cavoli a merenda con l’immortalità dell’anima).POLYMETIS, HAI TOPPATO!”

Caro Agabo, evidentemente non hai ancora chiaro che nella Chiesa Cattolica a differenza che tra i TdG non c’è un’interpretazione dogmatica su dei versetti biblici. Non esiste il parere “in campo cattolico”, esiste il parere di alcuni esegeti contro il parere di altri esegeti. Ergo non ho “toppato” per nulla. In questo testo si parla sia della resurrezione che dell’immortalità dell’anima, al v.8 si dice infatti “siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore”. Come si vede, essendo il corpo descritto come separato, non può trattarsi della resurrezione. Il tema è approfondito nella lettera ai Filippesi dove Paolo afferma di voler “essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio” (1,23). Come commenta la TOB: “Paolo sente un desiderio ardente di essere unito a Cristo immediatamente dopo la morte”. Leggiamo per esteso:

“Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. Sono messo alle strette da queste due cose: da una parte il desiderio di partire (uscire dal corpo) per essere con Cristo, il che sarebbe molto meglio, dall’altra il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi.”

Una nota trovata sul sito di Achille: “se Paolo credesse che dopo la morte vi è solo il...nulla fino al giorno della resurrezione, non si capisce dove sia il dilemma. Solo la speranza di essere subito dopo la morte con Cristo rende il discorso logico!” (C. Forte)

Non fa una piega. Se dopo la morte c’è il nulla per Paolo morire tra vent’anni o tre un secondo non farebbe nessuna differenza.

A presto


---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
Vota:
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:52. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com