Scritto da: Supremo Vindice 26/10/2004 4.35
"... Qual'è il diritto di innocenza di un peccato che abbiamo dentro? ..."
Ti posto solo per brevità, perché è ovvio che non hai letto il mio primo post. Io non sto parlando del fatto che essi abbiano mancato di rispetto verso Dio essendo superbi, ma del fatto che il reato da loro commesso è squisitamente loro, non mio! Per cui ti invito a rileggerlo.
L'ho letto il post. L'ho letto. Ma evidentemente non sono capace di spiegarmi.
In Genesi 8:21 si legge che Dio dice "Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto."
Quel "l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza" è il peccato che si tramanda.
Il fatto stesso di protestare perchè io non ho peccato è parte del peccato stesso, ed è la parte antipatica che fa dire "io non centro nulla"
Adamo che si giustifica riversando la colpa ad Eva è la parte odiosa del peccato.
Non si può paragonare il peccato tramandato da Adamo ed Eva ad un peccato valutabile da un giudeice umano.
È il come si è e non il cosa si fa, a fare che il peccato si tramandi di padre in figlio.
[Modificato da BepTheWolf 26/10/2004 16.45]