Solo un accenno en passant. Ho orecchiato e dico la mia
La Chiesa, di fronte alle verità rivelate, pur conscia dell'assistenza dello Spirito santo, si è trovata di fronte al problema di renderle con un linguaggio intelligibile e non contraddittorio.
Pensando ad esempio al fenomeno della riconciliazione ha pensato logicamente (e perciò filosofica-mente perché logicizzare è filosofare anche se chi è stato educato nel geovismo non lo sa) che deve essere per forza l'Offeso a perdonare l'offensore e non un altro, ed è verso l'Offeso che il pentito deve manifestare il proprio rammarico e la richiesta di perdono.
Ma come conciliare questa esigenza ineludibile con il fatto della delega?
Inquadrare il peccato come mera trasgressione giuridica? così che la delega abbia la stessa valenza, puramente giuridico-esteriore?. Io decido e firmo per il condomino che mi ha delegato? E dove andrebbe a finire il rapporto interpersonale paterno/filiale e affettivo tra Dio e la sua creatura? Questa è una valenza vitale non delegabile. Le persone in questo tipo di rapporti non possono essere sostituite da portavoce o da loro immagini.
Ecco perciò che la Chiesa ha capito la remissione dei peccati, operata dal sacerdote in nome di Dio, come una mera strumentalità in cui l'agente reale è Cristo/Dio in persona a rapportarsi con il penitente. E ciò vale per tutte le azioni sacramentali che la Chiesa ha compreso come prolungamento dei gesti salvifici di Cristo. Così che S. Agostino ha coniato l'assioma che "Se alcuno battezza è Cristo che battezza".
E se il sacerdote,- il quale a sua volta non ha altro che l'esercizio dello stesso sacerdozio di Cristo a lui partecipato e non un altro sacerdozio che si aggiunga a quello unico e sufficiente - se il sacerdote pronuncia le parole assolutorie, battezzanti e consacratorie in prima persona, la Chiesa spiega che egli agisce in persona Christi, vale a dire che si deve credere che Cristo in persona si appropria delle parole e gesti che il sacerdote fa.
Ed è per questo, tra l'altro, che quei gesti sacramentali hanno efficacia infallibile, anche se lo strumento umano fosse difettoso. Ed è per questo che tutte le Messe hanno lo stesso valore e non occorre andare alla cerca del sacerdote santo per fargli dire una Messa "di migliore qualità" (anche se ciò è umanamente preferibile).
Quindi in rapproto al discorso che si sta conducendo, è molto importante e rende la cosa diversa, il fattio che Gesù non si è comportato come i profeti ma abbia agito proprio al posto di Dio Padre eseguendo i miracoli in prima persona.
Il fatto che i poteri divini li abbia ricevuti non significa che no li abbia e che sia il Padre ad agire in sua vece, significa solo che, dal momento che egli ha ricevuto dal padre la propria persona per generazione e con essa la condivisione dell'unica natura divina da cui stcaturiscono quei poteri, egli è "generato, non creato, della stessa sostanza del Padre", la dipendenza dal Padre non comporta la sua creaturalità, e la convivenza con il Padre comporta che anche se l'ha ricevuta, ora la natura divina gli apapartiene in proprio (come, analogando, è successo a tutti i miei figlioli che avendo ricevuto la mia proprietà da me si comportano come condòmini e non come inquilini).
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est modus in rebus