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Come trattare i parenti disassociati

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2008 03:00
23/10/2004 14:47
 
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Dal libro "Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge", pp. 103, 104. Gradirei avere dei vostri commenti e pareri su su quanto viene detto in merito a come devono essere trattati i parenti stretti.

Saluti
Achille
-----------------------------
«Il principio esposto da Gesù in Matteo 10:34-38 si può applicare a situazioni che implicano parenti disassociati o dissociati.
Problemi particolari e difficili possono sorgere in relazione a riunioni di svago o trattenimenti.
I leali adoratori di Geova vorranno attenersi al consiglio ispirato di 1 Corinti 5:11.
Normalmente un parente stretto non verrebbe disassociato perché frequenta un disassociato a meno che non vi sia associazione spirituale o un tentativo di giustificare o scusare la condotta errata».

[Modificato da Achille Lorenzi 23/10/2004 14.48]

23/10/2004 19:16
 
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Matteo 10: 34-38

Scritto da: Achille Lorenzi 23/10/2004 14.47
Dal libro "Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge", pp. 103, 104. Gradirei avere dei vostri commenti e pareri su su quanto viene detto in merito a come devono essere trattati i parenti stretti.

Visto che nessuno commenta lo faccio io. Comincio con questa frase:

«Il principio esposto da Gesù in Matteo 10:34-38 si può applicare a situazioni che implicano parenti disassociati o dissociati».

Matteo 10: 34-38 dice:
«Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me» (Nuova Riveduta).
Vi sembra corretta l'applicazione che ne viene fatta dai TdG? Secondo loro queste parole possono far intendere che non si devono mantenere i normali rapporti con i parenti disassociati/dissociati.
Quindi se qualcuno lascia i TdG perché si è reso conto che essi non insegnano la verità, e perché ha deciso di servire Cristo secondo un intendimento o una fede che ritiene più corretta (quindi il suo amore per Cristo non viene affatto meno, ma, anzi, può addirittura aumentare), ebbene i parenti TdG di questo credente dovranno "applicare" nei suoi confronti il "principio" di Matteo 10, cessando di aver rapporti sociali non necessari o indispensabili con lui.

Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 23/10/2004 19.18]

27/10/2004 01:49
 
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Re: Matteo 10: 34-38

Scritto da: Achille Lorenzi 23/10/2004 19.16

Visto che nessuno commenta lo faccio io.

[Modificato da Achille Lorenzi 23/10/2004 19.18]




sai perchè nessuno ha postato dei commenti?
Ovviamente proporre questo argomento è lodevole e giusto, ma io sono convinto che le risposte siano latitanti perchè è un argomento che ogni mente dotata di un briciolo di intelligenza e non sottoposta a coercizione del pensiero si rifiuta di accettare o di spiegare! E' troppo grande il dolore che si prova quando si viene rifiutati da un genitore solo perchè si sta ricominciando a pensare con la propria testa... [SM=g27813]

Esempio pratico e personale:
Quando i miei parenti non tdg hanno saputo (da me) che mi ero dissociato, ne sono stati contenti in quanto si rendevano conto che, da quando ero diventato un tdg, non ero più la persona che conoscevano prima che mi battezzassi (frequentavo dai 5 anni, ma fino al battesimo a 16 anni ero un ragazzo "vivace"...).

Mia madre invece, tdg e pioniera regolare, mi ha dato l'ostracismo e per 2 anni non ci siamo parlati.
I parenti di cui sopra, saputo del comportamento di colei che mi ha dato alla vita e che dovrebbe amarmi più di se stessa, hanno commentato in maniera ovvia; una cugina di mia mamma, madre anch'essa, ha detto testualmente: "se anche mio figlio fosse il peggior delinquente della terra, sarebbe comunque mio figlio... Anzi, mi interrogherei per sapere se i suoi comportamenti errati non fossero derivati da miei errori o mancanze nell'educarlo..."

Penso che ulteriori miei commenti siano superflui...

ciao Achille

[Modificato da mrpaik 27/10/2004 1.52]


by MrPaik

* * *
Si deve rispondere agli enigmi
solo fino ad un certo punto,
ma è meglio lasciare la finestra socchiusa
perchè il sogno continui...

David Lynch
14/11/2004 18:17
 
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Parenti e disassociati

Scritto da: Achille Lorenzi 23/10/2004 14.47
Dal libro "Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge", pp. 103, 104: «Il principio esposto da Gesù in Matteo 10:34-38 si può applicare a situazioni che implicano parenti disassociati o dissociati.
Problemi particolari e difficili possono sorgere in relazione a riunioni di svago o trattenimenti.
I leali adoratori di Geova vorranno attenersi al consiglio ispirato di 1 Corinti 5:11.
Normalmente un parente stretto non verrebbe disassociato perché frequenta un disassociato a meno che non vi sia associazione spirituale o un tentativo di giustificare o scusare la condotta errata».

Un ulteriore commento: se qualcuno viene disassociato per "apostasia", i parenti stretti non potranno in alcun modo difendere il proprio congiunto, anche se magari possono essere giunti alla conclusione che egli abbia ragione. Per esempio, supponiamo che qualcuno venga disassociato perché ha scoperto che la cronologia della WTS è erronea. Magari riesce a parlarne anche con qualche parente stretto (con tutta la cautela e la prudenza possibile) e questo parente si rende conto che è assolutamente sbagliato sostenere che Gerusalemme venne distrutta nel 607 a. C., come insegna la Società (la data esatta è il 587/6 a.C.). Ebbene, se questo "fratello" viene disassociato come apostata per aver voluto sostenere questa verità storica, il parente stretto non potrà in nessun modo difendere il suo congiunto, pena la sua stessa espulsione.
Questo è solo un esempio naturalmente. Quello che voglio evidenziare è che indipendentemente dalla causa della disassociazione e dalla condotta tenuta dal disassociato, i rapporti con i suoi parenti e familiari saranno irrimediabilmente compromessi: nessuno potrà mai dire una parola in sua difesa o incoraggiamento, pena la sua stessa espulsione. L'unico modo per ritornare alla "normalità" nei rapporti con i parenti stretti è quello di "pentirsi" e di farsi riassociare.

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 14/11/2004 18.21]

23/11/2004 12:59
 
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Ulteriore commento...
Ciao Achille,
curiosando un pò nel forum, mi sono imbattuta in questa discussione e se non dispiace volevo dire la mia, anche in base all'esperienza che ho vissuto.
Premetto che, per fortuna, ma non so se è asatto dire così, la mia famiglia non è tra i TdG quindi ci tengo a sottolineare nuovamente che la mia dissociazione non è stata traumatica... Tuttavia, anche attraverso le esperienze che hai pubblicato nel tuo sito, ho potuto constatare quanto l'estremismo e il fanatismo religioso che caratterizzano un individuo o un' intera comunità possono diventare pericolosi.

Quando leggo queste "distorsioni" della parola di Dio, mi sembra di avere a che fare con degli integralisti, come per esempio i kamikaze... "solo" che loro uccidono fisicamente e lo fanno su se stessi, a loro volta. Nel caso dei TdG, si tratta, penso, di un vero e proprio "omicidio psicologico".
I "kamikaze della coscienza"... Ma, ripeto, è solo un mio modestissimo parere...

Cmq ti posso dire che qui al sud, (sarà forse perchè in base alla cultura e alle tradizioni cambia anche il modo di vivere la "verità"? Ti dico che è così...), non c'è questa ripugnanza nei confronti dei parenti disassociati.
Ho conosciuto tantissime persone i cui figli hanno avuto questa sorte ma ha trionfato il buon senso in ogni caso. Anzi, so che alcuni genitori sono arrivati a difenderli strenuamente i propri figli, a costo di perdere privilegi, a loro volta.
Poi figurati qui in Calabria... la famiglia è sacra e va difesa fino in fondo perchè rappresenta l'istituzione della "ns" realta contadina. Un pò come il proletariato... un investimento da difendere ad ogni costo.

Tanti genitori, pensa, sono andati anche ai matrimoni di questi figli "reietti"... non so poi se in Chiesa ci sono entrati però hanno fatto la loro scelta.
Questi figli di "Satana" (scusate per il sarcasmo) poi, almeno quelli che ho conosciuto, non sono stati mandati via di casa...
Tuttavia forse, queste mie esperienze rappresentano l'eccezione.

Mi dispiace cmq per tutti quelli che hanno dovuto subire angherie anche dalle persone che hanno dato loro la vita. Strano, perchè mi hanno insegnato che come i tuoi genitori non ti vuole bene nessuno!

Ma purtroppo succede anche questo...Abbiamo capito che neanche il codice genetico può fare qualcosa contro l'ignoranza!

[Modificato da vally82 23/11/2004 13.01]

Valentina
23/11/2004 16:04
 
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Vally anche io parlo per esperienza personale e conosco altri casi di famiglie con disassociati. I rapporti sono continuati tranquillamente, si evita solo di parlare su cose spirituali. Ma l'affetto e il rapporto non è cambiato.

Penso che l'eccezioni sono invece proprio quei casi dove alcuni esagerano o sono troppo quadrati e che comunque non hanno mai avuto un buon rapporto fra loro.


Seabiscuit
23/11/2004 17:44
 
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Scritto da: vally82 23/11/2004 12.59
Ciao Achille,
curiosando un pò nel forum, mi sono imbattuta in questa discussione e se non dispiace volevo dire la mia, anche in base all'esperienza che ho vissuto.
Premetto che, per fortuna, ma non so se è asatto dire così, la mia famiglia non è tra i TdG quindi ci tengo a sottolineare nuovamente che la mia dissociazione non è stata traumatica... Tuttavia, anche attraverso le esperienze che hai pubblicato nel tuo sito, ho potuto constatare quanto l'estremismo e il fanatismo religioso che caratterizzano un individuo o un' intera comunità possono diventare pericolosi.


E' proprio vero Valentina e questo vale non solo per i TdG, naturalmente. Nel caso dei Testimoni bisogna sottolineare che le iniziative personali ed autonome vengono fortemente scoraggiate: se qualcuno si permette di comportarsi in un modo diverso dalle regole e dalle direttive emanate dall'Organizzazione finisce per incorrere nelle sanzioni disciplinari del gruppo, sanzioni che possono giungere anche alla disassociazione.

...Cmq ti posso dire che qui al sud, (sarà forse perchè in base alla cultura e alle tradizioni cambia anche il modo di vivere la "verità"? Ti dico che è così...), non c'è questa ripugnanza nei confronti dei parenti disassociati.
Ho conosciuto tantissime persone i cui figli hanno avuto questa sorte ma ha trionfato il buon senso in ogni caso.


Posso confermare, anche per mia esperienza diretta, che in alcuni casi trionfa il buon senso e la ragionevolezza. Conosco genitori che di fronte alla scelta di non accogliere in casa i figli maggiorenni disassociati (così come era stato suggerito da alcuni "anziani") si sono opposti ed hanno continuato a mantenere i loro normali rapporti. Purtroppo non sempre è così... Normalmente nessun genitore o familiare arriverebbe al punto di allontanare i propri congiunti solo perché hanno cambiato le loro idee o comportamenti. Se questo accade, nel caso dei TdG, è per via delle direttive emanate dalla WTS, direttive intransigenti che non lasciano incertezze in merito a quale deve essere la condotta "approvata" ed "esemplare": «Se un parente, come un genitore, un figlio, una figlia, viene disassociato o si dissocia, i vincoli familiari e di sangue rimangono. Significa questo allora che, quando un familiare viene disassociato, nella cerchia familiare non cambia nulla? Niente affatto. [...] La persona disassociata è stata spiritualmente stroncata dalla congregazione; i precedenti vincoli spirituali sono stati completamente interrotti. Questo vale anche da parte dei suoi parenti, inclusi quelli nell’immediata cerchia familiare. Perciò gli altri componenti della famiglia - pur continuando a riconoscere i vincoli familiari - non avranno più alcuna associazione spirituale con lui» (La Torre di Guardia del 1/1/82, p. 28). Come vedi la WTS non lascia alcun margine di incertezza: non è più consentito ad un TdG discutere di argomenti religiosi con un familiare disassociato. Se lo fa, va contro le direttive dell'organizzazione.
I rapporti con i parenti disassociati che non vivono nella stessa casa devono essere evitati il più possibile: «Nel caso del parente disassociato che non abita nella stessa casa, i rapporti con lui sono pure limitati a ciò che è assolutamente necessario. ... questi rapporti sono limitati ed anche eliminati completamente se è possibile. ... Che fare se una persona espulsa dalla congregazione visita improvvisamente parenti dedicati? Che deve fare in tal caso il cristiano? Se è la prima volta che viene fatta la visita, il cristiano dedicato può, se la coscienza glielo permette, mostrare riguardi familiari in questa particolare occasione. Ma se la coscienza non glielo permette, non ha l’obbligo di farlo. Se gli usa cortesia, il cristiano deve però specificare che questa non deve diventare un’abitudine. Se lo diventa ciò non è diverso dall’'associarsi a qualsiasi altra persona disassociata, e va contro lo spirito del decreto di disassociazione. Si dovrebbe far capire al disassociato che ora le sue visite non sono benvenute come prima, quando camminava rettamente con Geova» (La Torre di Guardia del 15/1/1962, p. 42, il grassetto è aggiunto).
Il "libro degli anziani" che ho citato nel post iniziale dice che "normalmente non si viene disassociati" se si frequentano familiari disassociati. Pare quindi che vi sia ora maggiore tolleranza sotto questo aspetto. Non era così qualche anno fa, come si leggeva nel Ministero del Regno del febbraio 1971: «Se qualcuno persiste in un'associazione che non è assolutamente necessaria con un familiare disassociato che vive fuori di casa, il comitato dovrebbe amorevolmente aiutarlo a capire i princìpi inerenti e a conformarsi ai consigli biblici. Se un disassociato non abita nella casa, 2 Giovanni 9-11 mostra che non lo dovremmo "mai ricevere nella nostra casa né rivolgergli un saluto". L'insistenza a trascurare il comando biblico di "cessar di mischiarci in compagnia" di tale persona può condurre alla disassociazione, ma questa non dovrebbe essere la ragione della nostra ubbidienza, non è vero? Se amiamo Geova, ubbidiamo alla sua Parola. - 1 Giov. 5:3».


Anzi, so che alcuni genitori sono arrivati a difenderli strenuamente i propri figli, a costo di perdere privilegi, a loro volta
Poi figurati qui in Calabria... la famiglia è sacra e va difesa fino in fondo perchè rappresenta l'istituzione della "ns" realta contadina. Un pò come il proletariato... un investimento da difendere ad ogni costo.


Potresti Valentina essere più specifica? In che modo questi genitori hanno difeso i loro figli? Nel caso siano stati disassociati per dissenso nei confronti degli insegnamenti della WTS, hanno forse preso le parti dei figli dicendo che questi avevano ragione? Se sono stati disassociati per motivi legati alla morale, hanno forse detto che non era giusto disassociarli? Come si legge nel KS citato all'inizio, se avessero difeso il figlio "apostata", dichiarandosi d'accordo con le sue idee, sarebbero stati a loro volta disassociati...
Hanno forse questi genitori sostenuto che non è giusto ed umano l'ostracismo che si mostra nei confronti degli ex membri?...
Non riesco a capire in che modo questi TdG possano aver "difeso strenuamente" i loro figli senza alienarsi con ciò l'approvazione delle congregazione e senza incorrere quindi a loro volta nelle sanzioni degli "anziani"...Potresti quindi fornire qualche altro dettaglio?


Tanti genitori, pensa, sono andati anche ai matrimoni di questi figli "reietti"... non so poi se in Chiesa ci sono entrati però hanno fatto la loro scelta.

Beh, questo è abbastanza normale. Nel caso contrario, però, cioè nel caso di un TdG che si sposa, il parente o familiare disassociato non verrà invitato. Anche su questo vi sono delle precise direttive. Ho provato direttamente questa esperienza: si è sposata una mia nipote ed io non sono stato invitato, tutti gli altri parenti lo sono stati mentre io no. E questo è accaduto subito dopo la mia disassociazione ed accade quasi sempre (vedi per esempio: http://www.infotdgeova.it/cronaca.htm )

Questi figli di "Satana" (scusate per il sarcasmo) poi, almeno quelli che ho conosciuto, non sono stati mandati via di casa...

Anche qui Valentina dovresti essere più specifica: la congregazione insegna che finché i figli disassociati sono minorenni e vivono sotto lo stesso tetto i rapporti possono continuare più o meno normalmente. Diverso è il caso di un familiare disassociato/a che non abita nella stessa casa: «Dopo un discorso udito a un’assemblea di circoscrizione, un fratello e sua sorella capirono che dovevano cambiare il modo in cui trattavano la madre, che viveva altrove e che era stata disassociata sei anni prima. Subito dopo l’assemblea l’uomo chiamò la madre e, dopo averle assicurato che le volevano bene, le spiegò che non le avrebbero più parlato se non per questioni familiari importanti» (km 8/02).

Tuttavia forse, queste mie esperienze rappresentano l'eccezione.

Queste esperienze che tu conosci non rappresentano certo la regola. La maggioranza dei TdG "fedeli e leali" all'organizzazione applica le direttive che vengono emanate dalla congregazione. Chi si comporta diversamente non viene considerato esemplare.

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 23/11/2004 20.38]

23/11/2004 23:38
 
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Ciao Achille,
la questione della disassociazione e dei rapporti tra familiari TdG con questo "problema" è veramente un rompicapo.

Ho potuto comprendere anche come gli intendimenti del cosiddetto corpo direttivo si muovono peggio di una banderuola al vento!

Per quanto riguarda le esperienze di cui ti scrivevo, riguardano il caso di una mia vecchia amica, figlia unica, disassociata mi pare nel dicembre 2000 per immoralità. Sai, a parte la grande riservatezza di chi era a conoscenza dei fatti (lo sapeva tutta la Calabria il giorno prima dell'annuncio!), posso dirti che lei, maggiorenne (allora aveva 26 anni) non è stata mandata via di casa anzi... il suo papà, anziano di congregazione, NON SE LA SENTIVA PIU' di occupare questo ruolo soprattutto perchè la figlia era pure pioniera regolare, una ragazza esemplare, e quindi è stato un colpo per tutti.
Ricapitolando, questa mia amica non solo è stata con i suoi genitori ma il suo papà ha rinunciato anche al suo incarico.
Sono stati persino lasciati soli dalla congregazione ed io ero l'unica che aveva il "coraggio" di andarli a trovare quando la figlia era in casa. Infatti ho ricevuto molte lettere di ringraziamento per questo.

Un altro "papà coraggio" lo abbiamo avuto nel periodo risalente al '97-'98. La situazione più o meno uguale a quella precedente.
Il figlio di questo signore, anch'egli anziano, era un servitore di ministero. E' stato ripreso anche lui dagli anziani per via della condotta immorale. E' stato "colto in flagrante" da una proclamatrice non battezzata, e sono stati chiamati in causa tutti i giovani della congregazione (io compresa...) perchè sono susseguite anche calunnie ed altri fatti torbidi. In sostanza, il padre ha difeso il figlio dicendo che non era vero niente ed ha praticamente insultato tutto il Corpo degli anziani con tutti gli epiteti volgari che possano esistere a questo mondo...poi lui era pure napoletano... pensa che teatro!
Alla fine non sono stati disassociati, non ti so dire il perchè, cmq hanno perso tutti e due i privilegi che avevano e per un bel pò di anni!

Ma ci sono altrettanti giovani, maggiorenni e disassociati che conosco e che vivono tranquillamente in casa con i genitori. Anche nella mia città ce ne sono parecchi.

Anche chi non vive in casa cmq mantiene lo stesso i rapporti con genitori o parenti. Almeno per quello che so,conosco giovani coppie in cui uno dei 2 è un disassociato, in cui x es. vi è la nascita di un bimbo, ai quali i parenti testimoni fanno loro visita ugualmente.

Però hai perfettamente ragione quando si tratta di matrimoni o ricorrenze. La famiglia purtroppo deve scegliere tra i fratelli o il "reietto"... il solito AUT-AUT. Sai già bene su chi dei due cadrà la scelta purtroppo!

Spero di essere stata esauriente!
A presto!

[Modificato da vally82 24/11/2004 0.14]

Valentina
24/11/2004 09:45
 
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Volevo chiedere ad Achille...
Dato che con i parenti disassociati vi è la disposizione di non trattare argomenti spirituali, come si compartano i TdG che vivono in casa con un figlio/a disassociato/a, in relazione allo studio familiare, alla preparazione per le adunanze e via dicendo?

Lo chiedo perchè nella prima esperienza che ho citato, la mia vecchia amica, continuava a venire lo stesso in sala e la rivista la studiava lo stesso... mi sembra però poco probabile che la studiasse da sola!

Grazie!
Valentina
24/11/2004 12:47
 
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Studio con figli disassociati

Scritto da: vally82 24/11/2004 9.45
Volevo chiedere ad Achille...
Dato che con i parenti disassociati vi è la disposizione di non trattare argomenti spirituali, come si compartano i TdG che vivono in casa con un figlio/a disassociato/a, in relazione allo studio familiare, alla preparazione per le adunanze e via dicendo?

Lo chiedo perchè nella prima esperienza che ho citato, la mia vecchia amica, continuava a venire lo stesso in sala e la rivista la studiava lo stesso... mi sembra però poco probabile che la studiasse da sola!
Grazie!

La WTS dice che è consentito fare lo studio con i figli minorenni disassociati che vivono in casa con i genitori:
«Ma come possono, dunque, i genitori ubbidire al comando di disciplinare i figli in armonia con la Parola di Dio quando uno dei loro figli è disassociato? Essi possono ancora servirsi della Parola di Dio o di altre pubblicazioni bibliche per addestrare il figlio o la figlia, ma se ne servono in modo correttivo, non come se si intrattenessero piacevolmente con lui o con lei su argomenti spirituali come potrebbero fare con gli altri figli. Spetta ai genitori decidere come far questo. Non si richiede asprezza, ma essi non accordano a tale figlio o figlia disassociata la stessa approvata relazione spirituale concessa agli altri» (w 15/1/1975, p. 55).
«13 Se un figlio minorenne viene disassociato, i genitori continueranno ad aver cura dei suoi bisogni fisici e a provvedergli educazione morale e disciplina. Non terranno direttamente uno studio biblico col figlio facendolo partecipare. Tuttavia questo non significa che non gli chiederebbero di sedersi con loro per lo studio familiare. E potrebbero richiamare l'attenzione su parti della Bibbia o di pubblicazioni cristiane che contengono i consigli di cui ha bisogno. ... Possono portarlo con sé alle adunanze cristiane e farlo sedere insieme a loro, sperando che prenda a cuore i consigli biblici» (w 1/1/82, p. 29).
«In tale circostanza, cosa faranno i genitori a favore del loro figlio minorenne trasgressore? La responsabilità per il loro figlio ricade ancora su di loro, anche se egli non è più idoneo per essere un proclamatore non battezzato e persino se è stato disassociato per aver tenuto una condotta errata dopo essere stato battezzato. Proprio come continueranno a provvedergli cibo, vestiario e alloggio, essi dovranno istruirlo e disciplinarlo in armonia con la Parola di Dio. (Proverbi 6:20-22; 29:17) I genitori amorevoli possono pertanto disporre di studiare la Bibbia con lui, anche se è disassociato. Forse trarrà il massimo beneficio disciplinare dal fatto che essi studiano con lui da solo. Oppure essi possono decidere che può continuare a partecipare allo studio biblico familiare» (w 15/11/88, p.20, il grassetto mio).

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 24/11/2004 12.49]

24/11/2004 13:02
 
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Grazie per il tuo tempo e le tue ricerche!
Ciao!
Valentina
24/11/2004 18:43
 
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Parenti disassociati
Scritto da: vally82 23/11/2004 23.38...
Per quanto riguarda le esperienze di cui ti scrivevo, riguardano il caso di una mia vecchia amica ... posso dirti che lei, maggiorenne (allora aveva 26 anni) non è stata mandata via di casa anzi... il suo papà, anziano di congregazione, NON SE LA SENTIVA PIU' di occupare questo ruolo soprattutto perchè la figlia era pure pioniera regolare, una ragazza esemplare, e quindi è stato un colpo per tutti. ...il suo papà ha rinunciato anche al suo incarico. Sono stati persino lasciati soli dalla congregazione ...
Un altro "papà coraggio" lo abbiamo avuto nel periodo risalente al '97-'98. ... In sostanza, il padre ha difeso il figlio dicendo che non era vero niente ed ha praticamente insultato tutto il Corpo degli anziani con tutti gli epiteti volgari che possano esistere a questo mondo...poi lui era pure napoletano... pensa che teatro!
Alla fine non sono stati disassociati, non ti so dire il perchè, cmq hanno perso tutti e due i privilegi che avevano e per un bel pò di anni!


Quindi Valentina confermi che questi genitori che hanno difeso i figli non hanno certo avuto l'approvazione e l'appoggio della congregazione. Tutto "normale" quindi: anche nel sud chi non si allinea alle direttive dell'organizzazione ne deve pagare il prezzo.

Ma ci sono altrettanti giovani, maggiorenni e disassociati che conosco e che vivono tranquillamente in casa con i genitori. Anche nella mia città ce ne sono parecchi.

Anche qui bisogna vedere fino a che punto i genitori che tollerano questa presenza... contaminante siano ritenuti "esemplari" dalla congregazione.
Io posso dirti che conosco famiglie di "fratelli" a cui vengono fatte notevoli pressioni verbali e psicologiche per indurli ad allontanare di casa i loro figli maggiorenni ed "impenitenti". Ho parlato qualche tempo fa con una "sorella", disperata perché nella casa dove abita sono tutti TdG e questi le fanno di continuo osservare che non si sta comportando secondo le direttive dell'organizzazione perché ospita in casa sua la figlia maggiorenne disassociata.


Anche chi non vive in casa cmq mantiene lo stesso i rapporti con genitori o parenti. Almeno per quello che so,conosco giovani coppie in cui uno dei 2 è un disassociato, in cui x es. vi è la nascita di un bimbo, ai quali i parenti testimoni fanno loro visita ugualmente.

[DIM]10t[=DIM]Vi è però in questo caso solo un disassociato.
Se entrambi fossero disassociati, credo che tali visite sarebbero estremamente rare.
Io non vedo più alcuni miei parenti TdG da anni. Non mi hanno mai contattato in alcun modo. Pensa che poco dopo la mia disassociazione sono andato a trovare dei miei parenti che vivono in Lombardia. In genere facevo visita a questi parenti una volta all'anno circa. Fra questi parenti vi è mia zia (sorella di mia madre, che ha sposato il fratello di mio padre) ed i suoi figli, entrambi "anziani" di congregazione. Ebbene due o tre volte ho fatto visita anche a loro, come facevo prima della disassociazione, solo per salutarli e chiedere come stavano.
Una delle ultime volte che li ho visti è stato nel febbraio del 1999, in occasione del funerale di mia suocera. Mentre stavo arrivando a casa loro, incrociai mio cugino che stava partendo con l'automobile. Mi guardò in faccia e proseguì senza salutarmi. Ci rimasi piuttosto male anche perché la mia era una visita inaspettata: poteva almeno chiedermi cosa era successo (era morta mia suocera e loro non lo sapevano).
Entrai in casa e parlai un po' con mia zia dell'accaduto. Mia zia, dopo un'altra mia visita avvenuta qualche mese dopo, contattò telefonicamente mia madre e le disse di comunicarmi che le mie visite non erano gradite. Disse che io mi comportavo prepotentemente perché insistevo nell'andare a casa loro benché sapessi che non dovevo farlo. I miei cugini "anziani" esortarono anche i miei genitori (che sono TdG) a non accogliermi in casa fino a che non mi fossi pentito, ritornando ad essere un "fratello".
I miei genitori hanno scelto la ragionevolezza e non questo ottuso fanatismo e mi permettono di andare a casa loro ogni volta che lo desidero.
Durante una di queste mie visite, trovai a casa dei miei genitori mia zia e mio cugino (quello che era andato via in macchina). Quando mi videro rimasero impassibili, non si alzarono nemmeno per salutarmi. Io mi avvicinai a mio cugino, gli presi la mano e lo salutai e feci lo stesso anche con mia zia. L'atmosfera era tesisssima. Io parlavo del più e del meno con i miei genitori, mentre questi miei parenti stravano zitti. Dopo meno di cinque minuti mia zia e mio cugino si alzarono e dissero che dovevano andare via. Mia madre ci rimase malissimo e si mise a piangere...
Ecco, questa è solo qualcuna delle esperienze che si vivono quando per qualsiasi motivo si decide di non essere più TdG.
L'unico modo per ritrovare una certa "normalità" nei rapporti con questi parenti sarebbe quello di farsi riassociare...

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 24/11/2004 18.48]

24/11/2004 18:58
 
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Un'esperienza

... La maggioranza dei TdG "fedeli e leali" all'organizzazione applica le direttive che vengono emanate dalla congregazione. Chi si comporta diversamente non viene considerato esemplare.

Un esempio di come vengono concretamente applicate queste direttive lo si può trovare in una lettera apparsa tempo fa su un quotidiano (Il Giornale, venerdì 2 giugno 1989). E' una lettera che circola in Rete da qualche anno e molti quindi l'avranno già letta.

"Caro direttore,le allego il testo di una lettera che ho fatto pervenire al comitato giudiziario della Congregazione di Siracusa Panagia e alla Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova. Leggendola comprenderà i motivi che mi hanno spinto a chiederle ospitalità affinché, se lei lo riterrà possibile, possa essere resa di pubblico dominio. E ciò affinché altri possano evitare di subire il dolore che io e tanti altri come me hanno subito, e continuano a subire.

«Cari amici, mi accingo a scrivere questa lettera con grande dolore, ma con la serena certezza che sia la cosa giusta da fare. Con essa, infatti, vi comunico la mia volontà di dissociarmi dall'organizzazione dei testimoni di Geova, fondamentalmente perché adesso ho raggiunto la piena convinzione che essa, contrariamente a quanto mi era stato insegnato e a quanto avevo creduto, non è il popolo di Dio, né i suoi insegnamenti sono basati sulla Bibbia.
«Io sono una donna anziana e per oltre trent'anni ho considerato la congregazione come la mia casa e la mia famiglia. Ho fatto di tutto perché anche i miei figli seguissero la fede che ritenevo giusta, e tre di loro sono diventati testimoni, uno persino un anziano. Non vi è mai stato un momento nella mia vita in cui io abbia mai dubitato di essere "nella verità", e anche quando vedevo che le cose non andavano come avrebbero dovuto andare, confidavo che Dio avrebbe sistemato ogni cosa per amore del suo popolo. Ma, tristemente, ho dovuto convincermi che Dio non ha proprio niente a che fare con questa organizzazione: certamente non con chi in essa ha posizioni di responsabilità, dal corpo direttivo sino agli anziani delle congregazioni. Forse la maggioranza dei fratelli semplici e sprovveduti, come lo sono stata io, è in buona fede e crede in ciò che fa, ma certamente non gli altri.
«Poiché uno dei miei figli, per motivi di coscienza, ha deciso di non appartenere più alla congregazione dei testimoni di Geova, pur continuando pienamente il suo impegno cristiano, sono venuti a trovarmi gli anziani e mi hanno imposto la scelta: o lo rinnegavo e mantenevo al minimo solo gli indispensabili rapporti di parentela, oppure mi avrebbero dissociata e, dissociandomi, mi avrebbero privato dell'affetto più grande di una madre: quello delle altre due figlie che sono ancora, insieme ai solo mariti, testimoni, ed alle quali sarebbe stato pertanto interdetto ogni ulteriore contatto con me sia da parte loro che dei miei nipotini. Ho implorato gli anziani, ho spiegato loro che l'amore fra madre e figlio è un dono di Dio che nessun uomo deve sopprimere, ho anche detto loro che mio figlio è ancora profondamente impegnato con Cristo. Ma a niente sono valse le mie lacrime e le mie suppliche, né hanno contato i miei 35 anni di fedele servizio all'organizzazione o i miei capelli bianchi. "Devi rinnegare pubblicamente tuo figlio e anche qui davanti a noi", mi hanno detto, "devi dire che è un apostata, altrimenti manchi di lealtà all'organizzazione", hanno continuato più volte con l'atteggiamento inflessibile, inquisitorio, poliziesco. Solo dopo lo sconvolgente interrogatorio a porte chiuse, e con la mente più serena, mi sono chiesta se tutto ciò era quello che avevo imparato intorno a Cristo studiando la Bibbia. Non riesco a immaginare Gesù che proibisce ai suoi discepoli, pena la dissociazione, di avere intima associazione con i loro familiari. Avevo sempre pensato che i testimoni di Geova fossero i veri cristiani di cui parla la Bibbia, caratterizzati da profondo amore, dalla carità cristiana e dalle espressioni benigne. Ma è difficile credere quante espressioni calunniose, insultanti, colme di odio, ho dovuto udire all'interno della congregazione, sia sul conto di mio figlio che di altri testimoni che hanno deciso di lasciare l'organizzazione.
«Dov'è la dolcezza di Cristo, il suo amore? Qui ho assistito alla gara di chi riusciva a inventare le calunnie più infamanti sul conto di persone che avevano il solo torto di non pensarla più come loro. Non mi stupirei se ciò si ripetesse anche sulla mia persona.
«Potrei continuare su molti altri aspetti dell'inquisizione morale e psicologica esercitata su di me e su molti altri fratelli e sorelle, ma desidero dirvi un'ultima cosa: forse avrei potuto sopportare tante cose, e continuare ad accettare gli errori, le bugie e le contraddizioni del corpo direttivo, se solo avessi potuto vedere l'amore all'opera, perché, come dice la Bibbia, "l'amore copre una moltitudine di peccati". Ma fra di voi non c'è amore, ed è per questo, con il rimpianto di avere sprecato la mia vita con voi, che vi lascio per seguire Cristo».

Graziella Fiore
Siracusa
Saluti
Achille
24/11/2004 19:06
 
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Ho letto proprio ora la tua esperienza...
Ci stavo pensando sai, ed effettivamente è come dici tu. Si ingoia un boccone amaro quando si deve scegliere tra i vincoli di sangue e quest'organizzazione.

Effettivamente, è così... io infatti mi meravigliavo come mai, ad un certo punto, per es, se il disassociato era uno solo, si dava l'ostracismo a tutta la famiglia.

Forse ero io che non ci facevo caso anche perchè non mi sono mai fatta il problema di fare visita a queste persone pur sapendo la situazione. E non è solo il caso della mia vecchia amica. Ricordo di aver avuto sempre una parola di conforto per tutti.
Quando salutavo, il mio saluto (scusa il gioco di parole)era rivolto verso ogni componente. E poi mi tornava in mente Gesù quando diceva di non giudicare...

Che posso dire? Sono contenta più che mai di essere tornata libera e di non sottostare a questi subdoli ricatti psicologici per la serie, neanche i bambini! "Se te ne vai non ti parlo ma se ritorni siamo più amici di prima..."

E menomale che condanniamo solo i kamikaze... stiamo notando che può esserci qualcosa di molto peggiore della morte fisica!

E scusate se è poco...
Valentina
03/12/2004 07:30
 
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Due punti importanti!

Scritto da: vally82 24/11/2004 19.06
Ho letto proprio ora la tua esperienza...
Ci stavo pensando sai, ed effettivamente è come dici tu. Si ingoia un boccone amaro quando si deve scegliere tra i vincoli di sangue e quest'organizzazione.

Effettivamente, è così... io infatti mi meravigliavo come mai, ad un certo punto, per es, se il disassociato era uno solo, si dava l'ostracismo a tutta la famiglia.

Ricordo di aver avuto sempre una parola di conforto per tutti.
Quando salutavo, il mio saluto (scusa il gioco di parole)era rivolto verso ogni componente.

Che posso dire? Sono contenta più che mai di essere tornata libera e di non sottostare a questi subdoli ricatti psicologici per la serie, neanche i bambini! "Se te ne vai non ti parlo ma se ritorni siamo più amici di prima..."




Proprio questi due punti devono essere forti per te cara Vally...
essere tornata LIBERA e aver capito che la misericordia e l'amore cristiano vanno mostrati sempre a tutto e a tutti, anche agli eventuali malfattori, visto che il Cristo così fece in punto di morte!

Se leggi questo mio post, potrai renderti conto megli odi come a volte addirittura arriviamo veramente oltre ciò che è scritto eppure io e mia moglie non serbiamo ne astio ne rancore:
Abbiamo capito che siamo tutti vittime, e solo con l'amore potremo combattere la mancanza di questo nobile sentimento che la WTS ci ha soppresso con le sue regole e regolette! Aloha!

http://www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=410
08/12/2004 11:55
 
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Grazie Sonnyp x l'incoraggiamento...
Un abbraccio! [SM=g27822]

[Modificato da vally82 08/12/2004 11.55]

Valentina
02/01/2005 19:25
 
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Cristiani o farisei?
Un ex TdG è andato recentemente a trovare la madre, testimone di Geova, ricoverata in un ospedale.
Accanto a lui, dallo stesso lato della stanza, accanto al letto della paziente, si trovavano dei parenti che non sono TdG ed il padre dell'ex membro, che invece è un Testimone e che era seduto proprio accanto al figlio disassociato.

E' entrato un "anziano", il quale ha salutato la "sorella" malata, evitando però perfino di guardare nella direzione del disassociato.
In tal modo non solo ha evitato (ovviamente) di salutare l'ex TdG ma non ha salutato nemmeno i parenti dell'ammalata e non ha salutato nemmeno il "fratello" che si trovava accanto al figlio disassociato.

La visita dell'"anziano" è durata una quindicina di minuti, durante i quali ha parlato solo con l'ammalata e con un'altra TdG che era entrata nella stanza ma che si trovava però dalla sua stessa parte del letto.

Terminata la visita, l'"anziano" ha salutato la "sorella" ammalata e la "sorella" che era accanto a lui.
Ha poi sollevato il braccio in un gesto di saluto generale, senza però rivolgere lo sguardo dalla parte della stanza dove si trovava il disassociato, il "fratello" marito della donna ed i parenti non TdG.

I parenti non TdG sono rimasti piuttosto allibiti e si sono chiesti il perché di un simile comportamento.
Questo ha offerto al disassociato l'opportunità di spiegare ai parenti quali sono le direttive dell'organizzazione per quanto riguarda i rapporti con gli ex membri.
I parenti non TdG sono rimasti ancor più sbigottiti nell'apprendere di tali direttive.

Questo modo di fare dei TdG difficilmente può incontrare la comprensione ed il favore delle persone che non fanno parte della congregazione.
Io penso che se i TdG abbandonassero certi loro estremismi farisaici, mostrandosi più ragionevoli ed umani, almeno quando le circostanze lo impongono, certamente l'atteggiamento negativo che molte persone hanno nei loro confronti migliorerebbe.

Domanda: come reagirebbero i TdG se gli altri trattassero loro nello stesso modo in cui loro trattano i disassociati?
Cosa direbbero, per esempio, se tutti i cattolici evitassero di salutarli, di rivolgere loro la parola, di socializzare... trattandoli come se fossero invisibili, perché hanno abbandonato la loro precedente religione?

Si veda http://www.infotdgeova.it/disassociati.htm

Saluti
Achille
«Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti» (Mt. 7:12).
20/01/2005 21:42
 
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Re: Matteo 10: 34-38
Ma che Dio è questo? Cosa significa tutto ciò? Separare gli affetti familiari, anni di vita in comune, stravolgere la vita delle persone a che pro?
E comunque pur nn essendo tdg mi pare di capire che vengo trattata alla stregua di un tdg dissociato, giusto?
Da ignorante credo fermamente che questo nn è il Dio d'amore che ho conosciuto e che stò riscoprendo ora.
Chiedo scusa in anticipo a coloro che crederanno di leggere tra le righe rabbia. Nn sono rabbiosa o forse si. Sò che provo molto dolore per me e per aver visto le lacrime negli okki di mio marito quando oggi sua madre, tdg, pensando che ero a lavoro è entrata in casa. Ops nn ero a lavoro: è uscita a razzo dicendo che in casa nn entrava perkè nn voleva mischiarsi con Iezabel[SM=g27826] [SM=g27812]



Scritto da: Achille Lorenzi 23/10/2004 19.16
Visto che nessuno commenta lo faccio io. Comincio con questa frase:

«Il principio esposto da Gesù in Matteo 10:34-38 si può applicare a situazioni che implicano parenti disassociati o dissociati».

Matteo 10: 34-38 dice:
«Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me» (Nuova Riveduta).
Vi sembra corretta l'applicazione che ne viene fatta dai TdG? Secondo loro queste parole possono far intendere che non si devono mantenere i normali rapporti con i parenti disassociati/dissociati.
Quindi se qualcuno lascia i TdG perché si è reso conto che essi non insegnano la verità, e perché ha deciso di servire Cristo secondo un intendimento o una fede che ritiene più corretta (quindi il suo amore per Cristo non viene affatto meno, ma, anzi, può addirittura aumentare), ebbene i parenti TdG di questo credente dovranno "applicare" nei suoi confronti il "principio" di Matteo 10, cessando di aver rapporti sociali non necessari o indispensabili con lui.

Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 23/10/2004 19.18]


[Modificato da berescitte 27/01/2005 10.54]

20/01/2005 23:36
 
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Ragazzi, proprio ora sono andato a leggere su TdG online l'articolo sui rapporti da mantenere con i parenti dissociati: c'era scritto che il membro della congregazione può mantenere un rapporto affettivo con la famiglia, ma semplicemente non deve trattare di cose spirituali.
Se poi qualche genitore ha cacciato via di casa il figlio/a in seguito ad una dissociazione non è colpa della religone ma del carattere del genitore in questione!
21/01/2005 16:36
 
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Re:

Scritto da: Doriangray84 20/01/2005 23.36
Ragazzi, proprio ora sono andato a leggere su TdG online l'articolo sui rapporti da mantenere con i parenti dissociati: c'era scritto che il membro della congregazione può mantenere un rapporto affettivo con la famiglia, ma semplicemente non deve trattare di cose spirituali.
Se poi qualche genitore ha cacciato via di casa il figlio/a in seguito ad una dissociazione non è colpa della religone ma del carattere del genitore in questione!

Io mi domando perché si debba consultare un sito non ufficiale, e anche scarsamente attendibile, per conoscere il punto di vista ufficiale della congregazione.

Il punto di vista della congregazione sui rapporti da avere con i parenti disassociati è molto chiaro: «As for disfellowshipped relatives not living in the same household, Jehovah's Witnesses apply the Bible's counsel: "Quit mixing with them."» («Per quanto riguarda i parenti disassociati che non vivono nella stessa famiglia, i testimoni di Geova applicano il consiglio della Bibbia: "Cessate di mischiarvi con loro"». Da un sito ufficiale in lingua inglese: link

Citazione tratta dal libro Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli, pagine 172, 173:

«Con fedeltà verso Dio, nessuno della congregazione dovrebbe salutare tali persone quando le incontra in pubblico né dovrebbe accoglierle nella propria casa. Anche i parenti consanguinei che non abitano nella stessa casa con un parente disassociato, siccome valutano la parentela spirituale più di quella carnale, evitano il contatto con tale parente dissociato il più possibile. E quelli che possono essere membri della stessa casa di un individuo disassociato cessano di avere associazione spirituale con il trasgressore impenitente. In questo modo il trasgressore è indotto a sentire l'enormità del suo errore, e, nello stesso tempo Geova sostiene il buon nome della sua organizzazione terrestre, e protegge il benessere spirituale dei suoi servitori sulla terra ... non c'è nessuna ragione per ascoltare un figlio o il coniuge disassociato se tenta di giustificarsi o tenta di trarre il fedele dalla sua parte per farlo pensare o agire come lui. Né dovrebbe essere ascoltato riguardo a obiezioni sul modo in cui il suo caso è stato considerato dal comitato giudiziario».

Non c'è nessuna possibilità nemmeno di spiegare o di tentare di difendersi: non si ascolta un disassociato, anche se figlio, marito, moglie, madre o padre...

Ecco un'esperienza "esemplare": «Dopo un discorso udito a un’assemblea di circoscrizione, un fratello e sua sorella capirono che dovevano cambiare il modo in cui trattavano la madre, che viveva altrove e che era stata disassociata sei anni prima. Subito dopo l’assemblea l’uomo chiamò la madre e, dopo averle assicurato che le volevano bene, le spiegò che non le avrebbero più parlato se non per questioni familiari importanti» (KM agosto 2002).

Vedi anche http://www.infotdgeova.it/TdGdisas.htm

Achille
21/01/2005 17:12
 
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Achille hai riportato quello che è ho letto ieri: con i famigliari dissociati non si devono più trattare argomenti spirituali, ma il rapporto affettivo può continuare!
21/01/2005 17:20
 
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Scritto da: Doriangray84 21/01/2005 17.12
Achille hai riportato quello che è ho letto ieri: con i famigliari dissociati non si devono più trattare argomenti spirituali, ma il rapporto affettivo può continuare!

Ma questo lo si sapeva. Ci mancherebbe pure che la WTS dicesse che bisogna smettere di voler bene a figli e genitori disassociati!

Rimane tuttavia questo divieto assoluto di parlare di "questioni spirituali": non sarà quindi mai concesso che un disassociato possa spiegare ai familiari TdG le ragioni del suo abbandono della congregazione.
Può avere delle motivazioni validissime ma i familiari TdG che ubbidiscono alle direttive dell'organizzazione rifiuteranno di ascoltarlo.
Io, per esempio, non ho mai potuto parlare con i miei parenti più stretti delle ragioni per cui sono uscito dal gruppo: una mia cognata mi ha addiritttura detto: "Tu sei solo il marito di mia sorella...". C'è chi arriva quindi al punto di disconoscere anche i legami di parentela quando qualcuno viene bollato come "apostata".

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 21/01/2005 17.27]

21/01/2005 17:44
 
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In effetti il semplice abbandono della congregazione con il conseguente isolamento spirituale dell'individuo potrebbe essere esagerato e non mancherò di chiedere spiegazioni a chi di dovere (appena avrò l'opportunità!^_^).
Cmq ho notato che secondo molti il non parlare più con parenti, amici dissociati sia un proveddimento troppo duro. Però proprio pochi minuti fa mi è venuta in mente una cosa e vorrei farla presente a tutti: se una persona viene dissociata evidentemnte ha commesso qualcosa di grave. ALlora, adesso vi racconto una cosa accaduta 2 anni fa nella mia famiglia:
mia madre ha scoperto che una sua cugina strettissima, con cui è cresciuta insieme e c'era davvero un rappoto fraterno, prelevava di nascosto sul c/c di mia madre con firme false dei soldi; in concomitanza a ciò il figlio, mio cugino e nipote di mia madre, che è un promotore finanziario, senza il consenso di mia madre e con firme false ci ha fatto perdere la bellezza di 300.000.000 di Lire (!!!!). non vi dico il periodo duro che abbiamo passato con non poche difficoltà economiche! Ebbene, alla luce di quanto è accaduto...come ha reagito mia madre? Lei non è TdG, eppure ha fatto quello che fanno i TdG: non ha più parlato con mia zia né con mio cugino, non li ha più ricevuti in casa, a Natale non sono stati più invitati, e nemmeno altri nostri parenti stretti dopo quanto è accaduto non parlano più con loro. Atteggiamento troppo cinico no? Beh, ma ragionate un momento: ma se scopriste che un vostro parente stretto vi facesse una cosa del genere, cosa fareste? Continutereste a riceverlo dentro casa, a salutarlo ed a trattarlo bene? NOn credo proprio, perchè qualsiasi persona reagisce così di fronte a tali misfatti!. E'vero che Gesù ci insegna il perdono, cosa stupenda e sacrosanta: ma fino ad ora i nostri parenti non hanno accennato a nessun sintomo di pentimento....quindi cosa c'è da perdonare?
Insomma, con questo voglio dire che purtroppo i parenti prima di essere tali sono sempre umani, e di conseguenza possono essere buoni o malvagi. E la Bibbia non a caso dice: "I tuoi nemici possono essere quelli della tua stessa casa!" Quidni se un giorn scopriste che un vostro cugino va a letto con la vostra ragazza o che vi ruba i soldi....cosa fareste? Non credo che lo accoglierste in casa vostra a braccia aperte!
Morale della favola quindi, il fatto che i TdG mettono in pratica questo tipo di condotta verso un dissociato può essere a prima vista un atteggiamnto eccessivamente duro: ma se provate a ragionarci un momento, qualsiasi persona normale di fornte a cose di una certa rivelanza troncherebbe i rapporti con un'altra persona che reputava amica!
21/01/2005 19:12
 
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“Morale della favola quindi, il fatto che i TdG mettono in pratica questo tipo di condotta verso un dissociato può essere a prima vista un atteggiamnto eccessivamente duro: ma se provate a ragionarci un momento, qualsiasi persona normale di fornte a cose di una certa rivelanza troncherebbe i rapporti con un'altra persona che reputava amica!”

Mio caro Dorian, ti sfuggono due cose. Tu hai esplicato meravigliosamente quello che farebbe un essere umano, peccato che se una cosa è fatta da molti uomini non implica che sia giusta e conforme alla legge di Dio. Tu stai cercando di giustificare il comportamento dei TdG sulla base di comportamenti umani, ma se essi sostengono di eseguire la volontà di Dio, e Gesù, come tu stesso hai affermato, insegna a perdonare, allora i TdG sono coerenti col comportamento umano ma incoerenti col comportamento richiesto da Dio. Inoltre dimentichi che hai elencato mancanze gravissime, sgarbi che hanno danneggiato persone, mentre tra i TdG puoi finire disassociato per il semplice fatto d’aver manifestato il tuo pensiero. Il paragone che hai proposto non regge.

A presto
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
22/01/2005 03:59
 
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Poly, è vero che Dio ci insegna il perdono, altroché! Leggendo l'Esodo nonostante il Faraone si burlava di Dio dicendo che avrebbe lasciato libero il suo popolo, quando Mosè chiese il ritiro delle piaghe Dio non si tirò indietro nel farlo. E devo dire che questa cosa mi ha colpito molto, perchè questo fatto dimostra la grande misericordia del Signore nonostante il Faraone abbia fatto una cosa a mio parere piuttosto grave e sfrontata! E dopo numerosi ammonimenti che il Faraone non ha ascoltato, sappiamo ciò che è successo!
Insomma voglio dire che se una persona viene dissociata, evidentemente ha commesso qualcosa di grave e non vuole pentirsi di ciò che ha fatto! Quindi una comunità di fronte a una cosa del genere cosa dovrebbe fare? COme si suol dire, buoni si, fessi no!
22/01/2005 08:55
 
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Scritto da: Doriangray84:

Insomma voglio dire che se una persona viene dissociata, evidentemente ha commesso qualcosa di grave e non vuole pentirsi di ciò che ha fatto! Quindi una comunità di fronte a una cosa del genere cosa dovrebbe fare? COme si suol dire, buoni si, fessi no!

Chiariamo e specifichiamo alcune cose:
Non mi pare che in questo forum qualcuno abbia mai messo in discussione la liceità della "disassociazione" di per sé. Qualsiasi gruppo, religione, o associazione ha il diritto di stabilire delle norme interne e di prevedere anche, in casi estremi, l'espulsione dei membri che non vi si conformano. Anche in questo forum, per esempio, se qualcuno persiste nel violare il regolamento, viene espulso.

Si è spesso criticato comunque il fatto che i TdG non si limitano ad espellere coloro che commettono errori o che esprimono fondate critiche ad alcuni loro insegnamenti, ma ostracizzano tali ex membri, proibendo ogni genere di rapporto con loro e limitando fortemente perfino i contatti con parenti e familiari. Questo modo di fare, oltre che essere in contrasto con l'autentico spirito del cristianesimo, è stato definito da molti una violazione dei fondamentali diritti dell'uomo.
Inoltre gli esempi da te fatti riguardano situazioni vissute e conosciute personalmente: è chiaro che ciascuno può decidere, con valide ragioni, di non parlare e di non frequentare qualcuno che ha commesso e che continua a commettere delle azioni gravemente sbagliate nei suoi confronti, azioni che danneggiano ed offendono direttamente le persone coinvolte. Si tratta tuttavia di scelte decise personalmente e non imposte da qualche autorità esterna. Mi spiego meglio: nel caso dei disassociati e dei dissociati, tutti i TdG devono evitare tale persona anche se non sanno nulla delle ragioni per cui è stata espulsa o ha deciso di lasciare il gruppo. Può essere che questo ex membro abbia commesso azioni veramente riprovevoli, ma questo lo sanno in pochi (gli "anziani" del comitato e forse qualche altro TdG ). Ciò nondimeno tutti troncheranno i rapporti con l'ex membro.
Vi sono poi coloro che vengono disassociati o si dissociano senza che abbiano commesso errori che si possano oggettivamente definire tali.
Per esempio, un TdG che accetta una trasfusione di sangue per se stesso o per un suo familiare. O che ha esposto la bandiera della pace sulla finestra di casa sua. Oppure qualcuno che ha compreso come determinati insegnamenti del CD sono erronei e magari esprime le sue opinioni ad altri. Questo, per inciso, è quello che è successo a me: ho scritto una lettera agli "anziani", esprimendo alcune mie critiche ad alcuni insegnamenti della congregazione, e questo ha comportato la mia espulsione come "apostata" dal cristianesimo.
Ebbene, anche i questi casi, senza magari sapere nulla delle ragioni per cui la persona è stata espulsa o si è dissociata, tutti i TdG applicheranno nei suoi confronti il più completo ostracismo, rifiutando di salutare, di parlare e di frequentare il disassociato/dissociato.
Se qualcuno, che non è un familiare, in coscienza, decidesse di frequentare regolarmente un disassociato per aiutarlo sia moralmente che materialmente, ne dovrebbe rendere conto agli "anziani".

I miei parenti non sanno le ragioni per cui io non sono più TdG eppure hanno troncato quasi del tutto i contatti con me.
Un esempio: quando mia moglie, che è ancora ufficialmente una "sorella", seppure non frequenti più da anni la congregazione, vuole andare a trovare sua sorella ed il marito TdG, io la devo accompagnare in macchina fino sotto casa ed aspettare fuori che lei termini la sua visita. I miei cognati non vogliono che io entri in casa loro e loro naturalmente nemmeno escono per salutarmi. Questa situazione dura da anni, è iniziata praticamente subito dopo la mia uscita dai TdG, avvenuta nell'estate del 1998. Mio cognato "anziano" mi ha detto chiaramente che non avrei potuto più andare a casa sua fino a che non mi fossi "pentito", facendomi riassociare. La stessa cosa mi è stata detta da altri miei stretti parenti. Non mi hanno mai permesso di esprimere le mie ragioni.
Io non sono un delinquente, un malfattore, una persona socialmente pericolosa. La mia vita continua a svolgersi normalmente: lavoro, ho cura della mia famiglia, mi comporto in maniera socialmente e moralmente corretta... eppure tutti i TdG mi evitano come se avessi la peste. E, nota, il mio non è un caso speciale, questo accade con tutti i disassociati.
Non credo quindi che gli esempi che tu hai fatto giustifichino tanta chiusura e tanto estremismo, che è più che opportuno definire "farisaico".
Prova a riflettere su questo fatto: come ti sentiresti se tutti i cattolici che conosci ti evitassero di punto in bianco solo perché tu hai deciso di diventare TdG?
Se i tuoi parenti, unanimemente, ti dicessero che non devi più andare a casa loro fino a che non ritorni ad essere cattolico? E se questo venisse fatto da tutti i cattolici del mondo, così che in qualsiasi paese tu possa trasferirti, persone che tu non hai mai visto e conosciuto ti ostracizzassero solo perché è stato detto loro che tu sei non sei più cattolico?
Troveresti giusto e legittimo tutto questo?

Vedi anche queste pagine http://www.infotdgeova.it/disassociati.htm, dove l'argomento è trattato più ampiamente.

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 22/01/2005 9.26]

22/01/2005 09:23
 
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Re:

Scritto da:
Quidni se un giorn scopriste che un vostro cugino va a letto con la vostra ragazza o che vi ruba i soldi....cosa fareste? Non credo che lo accoglierste in casa vostra a braccia aperte!



E' se invece io volessi, smaltita la delusione, farli entrare a braccia aperte chi mai potrebbe impedirmelo?

Tu confondi una scelta personale con una imposizione è qui il problema. Se io TdG volessi parlare o frequentare un mio parente o amico, indipendentemente da quello che ha fatto e qualunque cosa abbia fatto, non potrei. Punto. Tutto qui. Semplicissimo.
Saluti
«C'è chi ti pesta un piede e chiede scusa... c'è chi ti calpesta il cuore e non se ne accorge nemmeno...»
22/01/2005 14:25
 
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“Insomma voglio dire che se una persona viene dissociata, evidentemente ha commesso qualcosa di grave e non vuole pentirsi di ciò che ha fatto! Quindi una comunità di fronte a una cosa del genere cosa dovrebbe fare? COme si suol dire, buoni si, fessi no!”

Ci sono tre illogicità nella tua argomentazione:
1)Hai detto che se una persona viene disassociata è perché ha fatto cose gravissime e dunque i TdG devono essere “buoni si, fessi no”, tuttavia dimentichi che tra i TdG si può finire disassociati persino se ti beccano a fumare, o se parli dei tuoi dubbi dottrinale con qualche fratello.
2)Presumi erroneamente che questo “grave sgarbo” contro la Società Torre di Guardia riguardi anche i parenti del disassociato. Se ad esempio io vengo disassociato perché mi sono trovato una ragazza e faccio sesso prima del matrimonio, che male ho fatto alla mia famiglia? Nessuno. Quindi perché dovrebbero evitarmi? Ho trasgredito contro le regole della Società (e in questo caso anche di Dio), ma perché mia madre dovrebbe evitare di parlarmi? Non ho fatto nessun torto a lei.
3) Il terzo errore, ed è il più grave, sta nell’equiparare la giustizia vetero-testamentaria con quella neo-testamentaria. YHWH ha punito il faraone per la durezza del suo cuore, ma Cristo supera questo stadio arcaico ed insegna:
“Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.” (Mt 18, 21-22)

A presto
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
22/01/2005 19:03
 
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Fabrizio De André (1976) > Il Pescatore


All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.

Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.

E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.

Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.

Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
22/01/2005 19:08
 
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Mi sento ispirato mando un'altro brano.

Ligabue Luciano - Metti In Circolo Il Tuo Amore

Hai cercato di capireE non hai capito ancoraSe di capire si finisce maiHai provato a far capire con tutta la tua voceAnche solo un pezzo di quello che seiCon la rabbia ci si nasceO ci si diventaTu che sei un esperto non lo saiPerchè quello che ti spaccaTi fa fuori dentroForse parte proprio da chi seiMetti in circolo il tuo amoreCome quando dici "Perchè no ?"Metti in circolo il tuo amoreCome quando ammetti "Non lo so"Come quando dici "Perchè no?"Quante vitenon capisciE quindi non sopportiPerchè ti sembra non capiscan teQuanti generi di pesci e di correnti fortiPerchè sto mare sia come vuoi teMetti in circolo il tuo amoreCome fai con una novitàMetti in circolo il tuo amoreCome quando dici di vedràCome fai con una novitàE ti sei opposto all'ondaEd è li che hai capitoChe più ti opponi e più ti tira giùE ti senti ad una festaPer cui non hai l'invitoPer cui gli inviti adesso falli tuMetti in circolo il tuo amoreCome quando dici "Perchè no ?"Metti in circolo il tuo amoreCome quando ammetti "Non lo so"Come quando dici "Perchè no?"[Damianò]
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