Achille Lorenzi ha scritto:
E' un articolo uscito sulla Torre di Guardia del 15/1/1975:
«Gli anziani della congregazione, nonché i suoi singoli componenti, perciò, dovrebbero badare di non sviluppare un'attitudine che si avvicini a quella fomentata da alcuni scrittori rabbinici giudei verso i Gentili considerandoli veri e propri nemici. È giusto odiare il male commesso dal disassociato, ma non è giusto odiare la persona né è giusto trattarla in modo disumano ... Supponete, dunque, che un componente di una congregazione cristiana in barca su un lago veda capovolgersi un'altra barca su cui c'è un disassociato, così che il disassociato finisca in acqua e lotti per stare a galla. Può il cristiano ignorare che si trova in pericolo, allontanarsi remando e sentirsi libero dalla colpa dinanzi a Dio, dato che la persona in pericolo d'annegare era disassociata, considerata come "un uomo delle nazioni"? No di certo. Sarebbe crudele e disumano. Non possiamo immaginare che Cristo Gesù agisse così; né alcun altro Giudeo del primo secolo che avesse una veduta equilibrata avrebbe reagito in tal modo verso un Gentile o un esattore di tasse in tale situazione» (pag.51, grassetto mio).
Si parla quindi di una situazione davvero estrema e anche in casi simili la Torre di Guardia ha dovuto ricordare ai propri seguaci che è doveroso soccorrere il disassociato "nel bisogno" (in pericolo di vita!). Il fatto che la Società lo abbia dovuto rammentare indica che per alcuni TdG nemmeno in casi così estremi sarebbe stato lecito aiutare un ex membro! E si sta parlando di situazioni gravissime nelle quali ogni persona dotata di un minimo buon senso agirebbe umanamente e altruisticamente, senza bisogno che qualche rivista glielo venga a ricordare!
Oltre a questo esempio, di un disassociato che sta per annegare, la stessa rivista menzionava un'altra situazione "meno estrema", quella che ricordava Mario70 della donna con la ruota a terra:
Ma considerate una situazione meno estrema. Che dire se una donna disassociata assistesse a un’adunanza della congregazione e lasciando la sala si accorgesse che la sua auto parcheggiata lì vicino ha una gomma a terra? Dovrebbero gli uomini che compongono la congregazione, vedendo la sua situazione, rifiutarsi di aiutarla, forse lasciando che se ne occupi una persona del mondo? Anche questo sarebbe inutilmente scortese e disumano. Tuttavia, sono sorte situazioni proprio come questa, forse in tutta buona coscienza, eppure dovute a mancanza di una veduta equilibrata. (w75 15/1 p. 51 par. 6).
Notate: si parla di una donna disassociata che frequenta le adunanze, che sta quindi cercando di ritornare nella congregazione. Anche in casi simili la WTS ha dovuto ricordare agli "amorevoli fratelli" che è corretto e doveroso aiutare questa persona nel bisogno.
Ma se si fosse trattato di un disassociato "impenitente"?
Se questa stessa persona avesse avuto un guasto all'automobile e non avesse più frequentato la sala dopo la sua disassociazione i "fratelli" l'avrebbero aiutata?
Questa possibilità non viene contemplata nella rivista.
E' successo comunque a mio fratello disassociato di avere un incidente in macchina. L'automobile era in panne, sono passati dei TdG che lo hanno riconosciuto e sono passati oltre senza fermarsi a prestargli il benché minimo aiuto. Non era ferito, e quindi avranno pensato che poteva essere aiutato da altri. In fondo mio fratello non andava più in sala e non stava nemmeno annegando...
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 06/08/2009 18:12]