(mauroz), 20/07/2009 19.31:
ma dove lo hai letto che devono troncare i rapporti?
solo i rapporti spirituali saranno troncati, quindi non parleranno piu' di religione e non si associeranno con loro e contemporaneamente ad altri fratelli...
se poi molti sono andati oltre arrivando sino a casi di ostracismo, come gia' detto, sono casi estremi di persone malate di fanatismo che hanno bisogno di essere aiutate a rientrare nei binari e qui non ti do torto.
Ma lo hai letto l'articolo?
Il riferimento lo metto io:
W 1/1/1982 pag 30:
"PARENTI DISASSOCIATI CHE NON VIVONO IN CASA
18 La seconda situazione da considerare è quella di un parente disassociato o dissociato che non appartiene all’immediata cerchia familiare o non vive nella stessa casa. Con tale persona esiste ancora un legame di parentela naturale o acquisita, per cui, anche se in misura limitata, potrebbe esserci il bisogno di sbrigare questioni familiari necessarie.
Ciò nonostante non è come se vivesse nella stessa casa, dove i contatti e la conversazione non si potrebbero evitare. Dovremmo tenere bene in mente l’ispirata esortazione biblica: ‘Cessate di mischiarvi in compagnia di alcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido . . . non mangiando nemmeno con un tal uomo’. — I Cor. 5:11.
19 Di conseguenza i cristiani imparentati con un disassociato che non vive in casa con loro dovrebbero sforzarsi di evitare l’associazione non necessaria, riducendo al minimo anche i contatti d’affari. La ragionevolezza di questo comportamento è evidente se si considera ciò che è accaduto quando i parenti hanno adottato l’errato punto di vista: ‘Anche se disassociato, siamo parenti, e quindi possiamo trattarlo esattamente come prima’. "
e poi:
W 1/11/1994:
"20 Ci sono occasioni, però, in cui un servitore di Geova non può mostrare compassione. (Confronta Deuteronomio 13:6-9).
‘Cessare di mischiarsi in compagnia’ di un intimo amico o di un parente che è stato disassociato può mettere a dura prova un cristiano. In tal caso è importante non lasciarsi impietosire. (1 Corinti 5:11-13) Questa fermezza può persino incoraggiare il peccatore a pentirsi. "
W 15/04/1988 pag 28:
"14 La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare.
Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo, in armonia col principio divino di “non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore [o colpevole di un altro peccato grave] . . . con un tale non dovete neppur mangiare”. — 1 Corinti 5:11, Versione Riveduta.
15
Si capisce che questo può essere difficile, a causa dei sentimenti e dei vincoli familiari, ad esempio dell’amore che i nonni provano verso i nipoti. Tuttavia questa è una prova di lealtà a Dio, come spiega la sorella citata a pagina 26. Chiunque provi la tristezza e il dolore che il parente disassociato ha in tal modo causato, può trovare conforto ed essere incoraggiato dall’esempio di alcuni parenti di Cora. — Salmo 84:10-12."
W 15/3/1986 pag 18:
"12 Alcuni che hanno uno spirito critico sostengono che l’organizzazione di Geova sia troppo rigida circa il troncare qualsiasi contatto sociale con i disassociati. (II Giovanni 10, 11) Ma perché questi critici la pensano così? Stanno forse mettendo un vincolo familiare o un’errata lealtà a un amico al di sopra della lealtà a Geova, alle sue norme e alle sue esigenze?
Tenete presente inoltre che, se si continua ad avere contatti sociali con un disassociato, anche se si tratta di un parente, si può far concludere a colui che ha sbagliato che la sua condotta non sia poi tanto grave, causandogli così altro danno ancora. Non frequentandolo, invece, è possibile si sviluppi in lui il desiderio di riavere ciò che ha perduto. Il modo di fare le cose seguito da Geova è sempre il migliore e serve a proteggerci. — Proverbi 3:5."
Ciao
[Modificato da (Mario70) 20/07/2009 20:37]